Hi-Tech & Innovazione

Colella “Tecnologia e digitale migliori alleati del trasporto aereo”

ROMA (ITALPRESS) – “Dopo due anni di pandemia i clienti tornano in aeroporto, ritornano a viaggiare, riprendono le rotte aeree, e con questa ripartenza ci sono nuovi challenge, uno di questi è la problematica del traffico e delle congestioni degli scali, da questo punto di vista la tecnologia e il digitale è il migliore alleato del settore del trasporto aereo”. Lo ha detto Sergio Colella, presidente Europa di Sita, in un’intervista all’agenzia Italpress, spiegando che il self boarding “esiste già in alcuni aeroporti, come quello di Pechino. Stiamo implementando in diversi scali in America e in Europa, lo stiamo facendo in Italia come a Roma Fiumicino. L’idea è far sì che per alcune delle tappe del trasporto, arrivando in aeroporto, facendo la carta d’imbarco, salendo sull’aereo, la propria faccia diventi la propria carta d’imbarco, quindi la biometria permetta di guadagnare tempo e rendere l’esperienza del viaggio più fluida. Questa tecnologia è pronta e molti aeroporti a livello mondiale stanno pianificando di implementarla in maniera estensiva”.
Sulla questione privacy Colella spiega che “come cittadini europei siamo protetti da regolamenti estremamente stringenti, ci sono regolamentazioni che proteggono la nostra identità biometrica e solo con il consenso dell’utente si utilizzano questi dati che poi sono distrutti a fine viaggio. Anche le mentalità sono diventate più adattate a questo tipo di tecnologia – aggiunge – perchè con gli smartphone ci siamo abituati al fatto di firmare e di utilizzare la nostra faccia per sbloccare un telefono, è la stessa tecnologia. Quando si entra in un aereo bisogna verificare l’identità e la validità della carta d’imbarco, se si fa in maniera manuale si spende il 30% in più, se si fa in maniera automatizzate a biometrica si guadagna il 30% del tempo e si crea puntualità ed efficienza”.
Colella sottolinea come sia “importante che il viaggio sia sempre più sostenibile: “Le associazioni professionali hanno preso impegni molto forti, la Iata ad esempio ha preso l’obiettivo di diventare neutra per le emissioni nel 2050. Questo si può fare con il biocherosene che farà parte dell’ecosistema di un aereo, con la tecnologia e il digitale, noi abbiano sviluppato tecnologie che permettono di ottimizzare il consumo del cherosene in ogni fase del volo”.
Infine un accordo in Francia. “L’idea è quella di far sì che i viaggi corti si facciano in treno e quelli lunghi in aereo, per il passeggero deve essere un’esperienza di viaggio unica e con la compagnia di treni francesi e una ventina di compagnie aeree, abbiamo fatto una partnership per un imbarco unico all’entrata del treno che permetta al viaggiatore di partire, ad esempio, da Bordeaux e andare fino in treno a Parigi e poi volare fino a New York, in modalità connessa e il più fluida possibile”, conclude Colella.

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Meta, arrivano le chiamate su Messenger per iOS e Android

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Meta sta lanciando una nuova scheda “Chiamate” a livello globale nella sua app Messenger per utenti iOS e Android. La nuova scheda terrà traccia di ogni chiamata effettuata o ricevuta nell’app in un unico posto. Inoltre, renderà più semplice collegare le chiamate con un solo tocco. E per le persone che non utilizzano regolarmente la funzione, aggiunge un chiaro promemoria che possono utilizzare l’app per chiamate vocali o videochiamate oltre ai messaggi di testo. Nel 2014, Facebook ha ritirato la messaggistica dall’app principale di Facebook, spingendo gli utenti mobili a scaricarne una separata per continuare a utilizzare la funzione come parte della sua spinta per rendere Messenger un’esperienza unica. La funzione di videochiamata è arrivata nel 2015, seguita da messaggistica tra app con Instagram e infine chat di gruppo tra app.
Più di recente, ha aggiunto nuove scorciatoie, incluso un tag @everyone per avvisare tutti in una conversazione. Così come un interruttore silenzioso per inviare un messaggio che non farà apparire notifiche per tutti gli altri nel gruppo.
Secondo Meta, sia le chiamate audio che quelle video sono aumentate del 40% rispetto all’inizio del 2020. Con 300 milioni di chiamate effettuate ogni giorno. L’app Messenger ha introdotto per la prima volta le chiamate vocali nel 2013. Questa ultima funzionalità fa un ulteriore passo avanti verso la funzione di hub di comunicazione completo. C’è molta concorrenza per le applicazioni utilizzabili per chiamare amici e familiari (come l’app del proprio telefono, WhatsApp di Meta e qualsiasi app di Google), ma i numeri suggeriscono che è un’opzione di riferimento per molte persone.

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Samsung taglia la produzione di telefoni per il 2022

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Secondo quanto riferito, Samsung sta ridimensionando il numero di telefoni che prevede di produrre nel 2022, da 310 milioni a 280 milioni. Questo, secondo SamMobile, che cita un rapporto dell’outlet coreano Maeil Business News. In termini assoluti, si tratta ancora di un bel pò di telefoni, ma è una diminuzione relativamente netta rispetto all’obiettivo originale dell’azienda (e dal numero riportato di telefoni che essa e i suoi partner hanno prodotto l’anno scorso).
Secondo quanto riferito, gli obiettivi di produzione ridotti influenzeranno i telefoni di tutta la sua gamma, dai modelli di fascia bassa alle ammiraglie.
In un certo senso, tagliare la produzione dei suoi telefoni meno costosi sembra controintuitivo: non si rivolgerebbero più persone a quelli durante una recessione economica? Ma ha senso quando si considera che l’alternativa è semplicemente non acquistare affatto un telefono. Le persone che sono sul mercato per i telefoni di fascia bassa potrebbero non volerne acquistare uno nuovo a meno che non debbano assolutamente farlo. E coloro che hanno telefoni di fascia alta probabilmente farebbero meglio a tenerli solo per un anno o due in più.
Samsung non è la sola azienda a sentire gli effetti di una pandemia in corso. Ma anche della guerra Russia/Ucraina (che ha portato l’azienda, insieme a molti altri, a fermare le spedizioni in Russia) e un’inflazione sempre crescente. Secondo quanto riferito, anche Apple si aspetta vendite relativamente stagnanti quest’anno, poichè prevede di produrre circa lo stesso numero di telefoni del 2021, nonostante il fatto che stia probabilmente lavorando su alcuni aggiornamenti piuttosto grandi.

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Valentino Rossi entra nel metaverso con VR46

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Valentino Rossi, pilota 9 volte campione del mondo, nonchè uno degli sportivi più famosi e amati di tutti i tempi, entra nel Metaverso costituendo una società dedicata a progettare e sviluppare contenuti dedicati a VR46. Non solo nel metaverso, ma anche nel gaming e nel mondo degli NFT (non-fungible token). “Entrare in questo settore è un’avventura davvero stimolante che ho deciso di affrontare in modo strutturato insieme a dei partner di livello.”, dichiara Valentino Rossi. “Mi entusiasma poter raggiungere i fans di tutto il mondo, portando loro l’atmosfera e l’entusiasmo di VR46 attraverso nuove tecnologie. Penso che questo progetto segni un passo avanti importantissimo per il brand”. VR46 Metaverse nasce dalla joint venture con The Hundred, media holding italiana che metterà a disposizione il suo know-how nel settore per sviluppare esperienze virtuali dedicate ai fans di Valentino Rossi nel mondo. Così come gli appassionati di sport motoristici e ai videogiocatori in generale.
Il progetto prevede una roadmap pluriennale, sviluppando contenuti in continua evoluzione all’interno dei metaversi e garantendo un supporto costante nei prossimi anni. L’obiettivo è quello di ricreare una piattaforma globale dedicata al Dottore, al VR46 Racing Team e all’Academy: il “Popolo Giallo”. In essa i fans del motorsport potranno vivere le proprie esperienze di intrattenimento virtuale incontrando i piloti, interagendo con gli altri utenti e perfino gareggiando tra loro.
I primi contenuti sono previsti già nel corso del 2022. Essi saranno subito in grado di coinvolgere attivamente la fan base storica di Valentino Rossi. Ma anche il pubblico generato dalla crescita di queste nuove tecnologie. Secondo la società di analisi Gartner infatti, entro il 2025, il 25% della popolazione mondiale trascorrerà almeno un’ora al giorno nel metaverso, esplorando nuovi interessi e nuove opportunità sociali, ricreative, educative e di shopping.

foto: agenziafotogramma.it
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Sostenibilità, semplificazione e sicurezza trainano la casa connessa

MILANO (ITALPRESS) – Torna What’s Next, il percorso di incontri lanciato da Samsung Electronics Italia nel 2021 che mette a fattor comune visioni, esperienze ed innovazioni raccontate dal brand insieme a esperti ed ospiti d’eccezione, per capire come agire per abilitare il cambiamento e progettare un futuro migliore. Giunti al quarto appuntamento dalla Smart Arena del Samsung District, questa edizione ha portato al centro del dibattito il tema “House of Connection”. Un mercato in forte ascesa quello della casa connessa e che continua a generare interesse e curiosità da parte dei consumatori, che oggi cominciano a reputare la connettività in casa non più un privilegio per pochi, ma una necessità.
Durante l’appuntamento sono stati presentati da Andrea Tozzi i dati di “CasaDoxa 2022, Osservatorio sugli italiani e la casa”, ricerca sviluppata da Doxa che mette in luce il rapporto degli italiani con lo spazio domestico e il ruolo sempre più centrale della tecnologia.
Il bisogno di disporre della tecnologia tra le mura domestiche nasce dalla necessità di semplificare sempre più la quotidianità e da questo punto di vista è possibile osservare un cambio di mentalità e di passo a seguito dell’emergenza sanitaria degli ultimi anni. Dopo l’esperienza del lockdown, infatti, il 54% degli italiani dichiara un miglioramento del proprio rapporto con la tecnologia. Innovazione, quindi, sempre più vicina alle persone e percepita come uno strumento che rende la vita più semplice. Questo ha inevitabilmente portato a una ricerca sempre crescente di informazioni sul tema della casa intelligente: oltre la metà degli intervistati dichiara infatti di avere una buona conoscenza del tema (67%), un dato in aumento del 14% rispetto al 2019.
Le motivazioni che spingono i consumatori a guardare verso soluzioni tecnologiche per rendere la propria casa connessa sono tre: il risparmio energetico e la sostenibilità, elementi ormai prioritari per il 70% degli intervistati, seguiti dalla semplificazione della vita e dei tanti impegni legati alla vita domestica e lavorativa, e la sicurezza.
Secondo lo studio, nonostante le barriere percepite nel percorso di trasformazione da casa tradizionale a Smart Home, come i costi elevati, i dubbi sulla tutela della privacy, le difficoltà di gestione di tutti i dispositivi, sempre più italiani desiderano una casa “smart”. Oltre la metà degli intervistati – il 62% del campione – dichiara che, dovendo cambiare casa, vorrebbe vivere in una casa connessa. Le persone sono infatti sempre più propense a dotarsi di soluzioni e dispositivi che rendono la propria abitazione interattiva (45%), +10% rispetto al 2019. Questa propensione è più spiccata tra i giovani della Gen Z (58%) e i Millenials (56%).
Tra gli oggetti smart più desiderati: luci (54%); condizionatore d’aria (52%); lavatrice (49%); tende o tapparelle (47%); robot per la pulizia (44%); forno (43%); frigorifero (42%); lavastoviglie (42%); piano cottura e asciugatrice (34%).
Ma al di là dei suoi elementi, com’è la casa dei sogni e cosa cercano dagli spazi domestici gli italiani? Le case devono essere confortevoli e belle da vivere, aspetto reso particolarmente importante dal tempo trascorso tra le mura domestiche durante la pandemia.
Le abitazioni devono essere anche flessibili, composte da ambienti versatili, dove ogni stanza può mutare secondo le esigenze della giornata. La casa deve essere anche sempre più sostenibile, massimizzando l’efficienza energetica e abbracciando l’approccio etico della lotta agli sprechi e la tecnologia rappresenta la chiave di volta per semplificare la vita dei suoi abitanti e controllare i consumi.
In questo contesto, il ruolo delle aziende diventa fondamentale e strategico per abilitare il cambiamento e accompagnare le persone verso il futuro. Continuare a innovare nella direzione in cui tecnologia, sostenibilità e sicurezza si incontrano è uno degli obiettivi di Samsung. La connettività al servizio delle esigenze del consumatore è una sfida che l’azienda ha accolto e che si concretizza in un ecosistema di dispositivi intelligenti, sicuri e che favoriscono il risparmio energetico.
Una delle principali difficoltà percepite nell’approcciarsi alla casa connessa è la comunicazione tra i diversi protocolli con cui i dispositivi si interfacciano alle app. Grazie all’introduzione del protocollo Matter, il nuovo standard per i dispositivi Smart Home che mira a unire gli ecosistemi più disparati per farli comunicare e funzionare insieme, la problematica è stata superata e i dispositivi sono stati uniformati.
‘Naturalmente con SmartThings, il paradigma della casa connessa Samsung, che traccia la rotta per il futuro dell’IoT e consente connessione e controllo di Smart TV, monitor, piccoli e grandi elettrodomestici del brand coreano e non solo – si legge in una nota -, Samsung è stata da sempre una dei sostenitori di questo protocollo, dimostrando ancora una volta che sistemi aperti, scalabili e semplici sono la ricetta vincente per rendere la casa una vera Smart Homè.
Chi vive in una casa connessa riscontra concreti benefici nella propria quotidianità. Cucinare in maniera più efficiente selezionando una ricetta e inviandola direttamente al forno o al piano induzione per gestire al meglio i tempi e le temperature di cottura attraverso lo smartphone; ottimizzare la propria spesa controllando da mobile gli ingredienti presenti nel proprio frigorifero per comprare solo quello che manca; suggerire il ciclo di lavaggio e asciugatura migliori per i propri abiti a seconda delle condizioni atmosferiche e per non rovinarli; settare correttamente il condizionatore in base alla qualità dell’aria registrata per ottenere un ambiente fresco e aria pulita.
Per Samsung ‘è importante proiettarsi costantemente verso il futuro e guidare i consumatori verso comportamenti sostenibili considerate le opportunità che in questo specifico momento storico sono derivate dalla pandemia e che riguardano il ruolo predominante della casa, il grande lavoro di ottimizzazione della piattaforma e delle esperienze multi-devicè.
Secondo Samsung ‘il trend che guiderà il futuro continuerà a essere l’impiego dell’Intelligenza Artificiale che in modo automatico processerà le abitudini e i consumi delle persone, per ridurre alcuni processi, evitare sprechi e sfruttare pienamente tutti i benefici di un ecosistema connessò.
Un ambiente domestico in continuo mutamento, grazie al supporto della tecnologia e al passo con i cambiamenti della società, è il quadro delineato durante l’evento What’s Next, che si è chiuso con il contributo di Gian Paolo Lazzer, Partner and Content director, Strategy Innovation dell’Università Cà Foscari di Venezia.
Lazzer ha raccontato come il ruolo della casa si sia evoluto e come gli spazi interni si adattino a nuovi stili di vita, facendo nascere nuove stanze ed individuando nuovi utilizzi per quelle già esistenti, e come anche il tempo passato nelle varie stanze si distribuisca in maniera diversa, adattandosi agli abitanti della casa e alle loro attività e interessi. Basti pensare al mondo del gaming, che grazie alla diffusione di oggetti connessi in casa ha visto una grande evoluzione nella fruizione, o alla crescita di applicazioni e device nati per la cura degli animali domestici e delle piante, compagni che si sono moltiplicati nelle case di molti italiani durante la pandemia.
Per contenuti aggiuntivi su What’s Next, è possibile visitare la pagina dedicata al What’s Next (https://www.samsung.com/it/explore/experiences/whats-next/).
Per toccare con mano tutte le potenzialità della Smart Home di Samsung, vedere il suo restyling e sperimentare nuovi scenari di connettività sarà possibile visitarla in occasione del FuoriSalone 2022 a partire dal 7 giugno.

– foto ufficio stampa Samsung. Da sinistra: Gian Paolo Lazzer, Partner and Content director, Strategy Innovation dell’Università Cà Foscari di Venezia; Francesco Cordani, Head of MarCom Samsung Electronics Italia; Andrea Tozzi di Doxa; Giovanni Locatelli, Platform Innovation Manager Samsung Electronics Italia -.

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In un distributore automatico su cinque il caffè si paga con l’app

MILANO (ITALPRESS) – Cercare nelle tasche una monetina per conquistarsi l’agognato caffè alla macchinetta potrebbe essere un’immagine relegata nel passato. Una ricerca sui pagamenti digitali nella distribuzione automatica presentata oggi nel corso di un convegno presso Venditalia Worldwide Vending Show, la più importante manifestazione dedicata alla distribuzione automatica che si tiene fino al 14 maggio 2022, nei padiglioni 3 e 4 di Fieramilanocity, ha mostrato le evoluzioni digitali dei pagamenti nella distribuzione automatica: ormai in un distributore su quattro si può pagare anche con l’APP. Lo studio, realizzato da Ipsos per CONFIDA – Associazione Italiana Distribuzione Automatica, mostra infatti una crescita importante delle vending machine dotate di app di pagamento che hanno raggiunto il 20% delle oltre 800 mila vending machine installate in tutta Italia all’interno di aziende, uffici pubblici, ospedali, stazioni, aeroporti e metropolitane che offrono caffè e altre bevande calde oltre a snack e bevande fredde.
In realtà l’86% dei distributori automatici, prevalentemente quelli negli uffici, sono già dotati di sistemi di cashless “classici” (ossia le famose “chiavette”), il 66% di gettoniere rendiresto e il 17% di lettori di banconote.
Ma quello che emerge con chiarezza dagli operatori del settore intervistati da Ipsos è che il futuro dei pagamenti delle vending machine è nell’app. E, sebbene oggi il transato tramite app rappresenta solo il 3% del fatturato, gli stessi operatori prevedono che nell’arco dei prossimi tre anni raggiungerà il 18%.
Il 55% degli operatori del settore della distribuzione automatica intervistati ritiene, che ci sarà una rapida diffusione dei pagamenti elettronici nel settore principalmente per la comodità d’uso (78%), per l’attrattività di questi strumenti di pagamenti per i loro clienti (57%), per non perdere consumazioni (29%), per la riduzione dei costi connessi (25%), per incentivi pubblici (10%).
La tendenza alla crescita del pagamento elettronico è confermata anche dal Politecnico di Milano per quanto riguarda l’intero comparto del commercio: “I pagamenti digitali in Italia – spiega Ivano Asaro, direttore dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano – sono in costante crescita da alcuni anni e nel 2021 il numero delle transazioni digitali hanno registrato un +34% rispetto all’anno precedente mentre il volume in Euro è cresciuto del 22%. La componente che cresce maggiormente è il mobile e wearable payment che nel 2021 cresce addirittura del + 90%”.
Il tema è stato discusso nel convegno Innovazione Digitale nel Vending: i pagamenti, che si è tenuto nell’area “Venditalia Talks” di Venditalia e che ha visto la partecipazione di Ivano Asaro, direttore Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, Carlo Bocchi, direttore generale D.A.EM.
(Buonristoro Vending Group), Viviana Del Vecchio, Head of Marketing di Bancomat e Alessandro Mondini, Chief Sales Officer N-and Group.
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Zordan “La sostenibilità sempre più al centro del retail”

ROMA (ITALPRESS) – “Abbiamo in vista delle acquisizioni italiane che ci possono permettere di ampliare il nostro impatto positivo nel mondo, vogliamo essere un’azienda a prova di futuro e la certificazione B Corp ottenuta nel 2016 insieme alla trasformazione di società Benefit và in questo senso. Noi vogliamo acquisire delle aziende per trasformarle e renderle a prova di futuro, si tratta principalmente di aziende, abbiamo in mente solo una start-up. Sarà un anno interessante”. Lo afferma in un’intervista all’Italpress Alfredo Zordan, direttore commerciale di Zordan, azienda specializzata nella creazione di ambienti per il retail.
“Noi abbiamo fondato sulla sostenibilità tutti gli ambiti di ricerca e di sviluppo delle strategie aziendali, abbiamo sviluppato due anni fa uno strumento che permette di calcolare le emissioni di Co2 nella produzione di arredi, uno strumento che rende evidenti gli impatti ambientali di quello che produciamo. Con questo strumento – ha proseguito – stiamo guidando le strategie di sostenibilità dei nostri clienti dando i numeri per guidare le loro riduzioni, consigliano materiali a più basso impatto, avviare strategie di ampliamento dei cicli di vita del prodotto, dando indicazioni su strategia di movimentazione di questi materiali. Anche il riuso degli arredi sta diventando molto importante”.
Con la competizione del web “ci stiamo confrontando, anche se il mercato del lusso sta ridefinendo le strategie e in queste il negozio fisico è ancora molto importante, il cliente accede a questi brand, vuole avere una esperienza di acquisto totalizzante e lo spazio fisico è l’unico spazio che è ancora privilegiato. Il negozio si sta anche trasformando, si stanno creando ambienti più confortevoli e accoglienti che diano sempre di più questo senso di sicurezza. Si stanno sperimentando spazi aggiuntivi all’esperienza di vendita diretta con la promozione del prodotto – ha spiegato -. Ci sono zone bar, ristoranti, salotti dove le persone possono spendere più tempo rispetto a quello legato solo alla vendita e beneficiare di questa esperienza esclusiva che i brand del lusso riescono a proporre ai loro clienti”.
Infine parlando dell’impatto della crisi in Ucraina ha sottolineato che “si sta facendo sentire in maniera limitata per il nostro specifico settore, stiamo subendo aumenti del costo materie prime ed energie anche se sono ambiti marginali sul nostro tipo di lavoro in quanto nella manifattura di arredi di lusso c’è più la componente umana, quindi le ore lavoro e il valore aggiunto che riusciamo ad ottenere con la trasformazione di questi materiali rispetto ai materiali stessi”.

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Cimea, la tecnologia in campo contro i titoli di studio falsi

ROMA (ITALPRESS) – Sul web è possibile trovare titoli di studio falsi ma la tecnologia può aiutare a verificare l’autenticità degli attestati, supportando anche chi non può documentare la propria qualifica, come può accadere per un rifugiato. Ne ha parlato in un’intervista all’Italpress Chiara Finocchietti, vice direttrice di CIMEA, il Centro di Informazione sulla Mobilità e le Equivalenze Accademiche.
Anche in tema di titoli accademici, quindi, “la tecnologia può fare molto”, ha spiegato Finocchietti. “Se da un lato è un potente strumento a servizio di chi commette la frode o vende titoli – ha aggiunto -, dall’altro la tecnologia è una potente parte della soluzione”. Infatti, “grazie alla tecnologia è possibile falsificare titoli a costo zero o venderli sul mercato globale” ma allo stesso tempo “l’utilizzo di titoli digitali consente di verificare in modo semplice e sicuro l’autenticità”, ha spiegato.
Finocchietti ha ricordato che sul web “c’è una grande offerta” per “due grandi categorie: i titoli fasulli e le fabbriche di titoli, che sono istituzioni che vendono titoli autentici ma che non hanno alcun valore accademico perchè conseguiti senza un percorso di studio reale”.
La tecnologia, quindi, può aiutare a verificare l’autenticità dei certificati. “Utilizziamo la blockchain – ha affermato – come strumento di condivisione sicura e certificata di dati. L’utente può aprire un suo wallet, dove vengono caricati i titoli. Noi verifichiamo l’autenticità – ha proseguito – e carichiamo l’attestato” che l’utente “può condividere in modo semplice e sicuro con chi vuole”.
“Il consiglio che diamo alle aziende – ha aggiunto – è verificare sempre l’autenticità e investire nelle risorse umane”. E’ possibile, infatti, “contattare le istituzioni o gli esperti del settore” ma comunque il suggerimento alle aziende è quello di investire sull’attività delle risorse umane. “Devono essere attrezzate – ha detto Finocchietti – a valutare i titoli. Investire in formazione e tempo da dedicare all’analisi significa investire nella qualità della propria azienda”.
C’è, poi, passaporto europeo per le qualifiche dei rifugiati. “Ci sono rifugiati che, scappando dal proprio paese – ha spiegato -, hanno un titolo di studio ma non hanno l’evidenza documentale. Il passaporto europeo delle qualifiche dei rifugiati permette, attraverso una metodologia rigorosa, di verificare le dichiarazioni del candidato, se quella persona ha effettivamente il titolo che dichiara di possedere”.
Accade anche con chi scappa dall’Ucraina. Il paese, ha spiegato, “è un caso di successo perchè l’Ucraina ha un sistema molto digitalizzato e questo, in particolar modo in una tale situazione, sta dimostrando – ha concluso – il grande supporto che dà ai possessori di questi titoli”.

– foto Italpress –

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