ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Un cinema al museo. Ma non un cinema normale: un cinema VR, in realtà virtuale insomma. Dove con visori di ultima generazione, non ci si limiterà ad assistere dall’esterno alla proiezione di film, documentari e cortometraggi. Ma si avrà la sensazione di lasciare la sala ed entrare nello schermo, vivere a 360 gradi le immagini a fianco dei suoi protagonisti. E’ così che è rinato e riapre dopo quarant’anni la storica sala cinematografica del Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano (via San Vittore 21) dedicato a Leonardo da Vinci. Voluta da Guido Ucelli, fondatore del Museo e inaugurata nel ’54 alla presenza dell’allora presidente della Repubblica Luigi Einaudi, da questo weekend e per tutti quelli seguenti torna ad accogliere il pubblico. Con una veste e una proposta nuova.
A cavallo tra sperimentazione e interattività, lo storico auditorium avrà ora una VR Zone, una sala immersiva per la realtà virtuale insomma. Dove il pubblico, seduto su snelli sgabelli e con indosso i visori hi-tech picoG2 di Pico Interactive, avrà la possibilità di scegliere tra i titoli in programma. Selezionati in collaborazione con Rai Cinema. E trascorrere più o meno un quarto d’ora fuori dagli standard.
Tre le proposte in programmazione a febbraio c’è il documentario Vulcano, diretto dal regista Omar Rashid e proiettato in anteprima proprio al Museo. Che mostra la scenografica eruzione del vulcano islandese Fagradalsfjall, accompagnata dalla voce narrante di Valentina Lodovini. Da scegliere anche il cortometraggio Happy Birthday sul fenomeno degli hikikomori, gli adolescenti che decidono di trascorrere periodi di isolamento sociale. Che avrà come colonna sonora le musiche di Achille Lauro. E poi Being an astronaut, il primo film in VR mai girato nello spazio.
Seguiranno poi altri titoli, con focus su attualità, scienza e società, oltre che interviste esclusive a grandi nomi del cinema. “Daremo spazio alle migliori produzioni nazionali e internazionali. E ai più innovativi autori che stanno sperimentando linguaggi nuovi per raccontare la scienza, la tecnologia e la società in modo inaspettato”, è la promessa di Luca Roncella, Responsabile Gaming & Digital Interactivity del Museo. E Leonardo, di sicuro, ne sarebbe soddisfatto.
(ITALPRESS).
Il cinema in realtà virtuale al Museo Leonardo di Milano
Cnr, gli investimenti in ricerca e sviluppo motore della ripresa
ROMA (ITALPRESS) – In Italia è in corso una lieve ripresa della spesa per R&S in rapporto al PIL, del personale addetto e si conferma una quantità di pubblicazioni scientifiche significativa. Restano critici la quota di popolazione con il dottorato di ricerca, quella di donne nelle STEM e il divario salariale di genere. Questi alcuni dati che emergono dalla terza edizione della “Relazione sulla ricerca e l’innovazione in Italia – Analisi e dati di politica della scienza e della tecnologia” del CNR presentata a Roma alla presenza, tra gli altri, della presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza e del ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa. “Il PNRR costituisce un’unica e probabilmente irripetibile occasione: per instaurare il circolo virtuoso tra ricerca e innovazione e sviluppo economico e sociale del paese; per avviare numerosi progetti di sviluppo scientifico e tecnologico e nuove collaborazioni tra mondo accademico, amministrazione pubblica, enti locali e industria; per una collaborazione tra settore pubblico e privato diretta verso la soluzione delle grandi sfide della società”, ha detto Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
“Tali condizioni devono essere mantenute assicurando adeguate risorse ordinarie anche quando le risorse straordinarie del PNRR avranno esaurito il proprio compito. Il CNR deve sempre più combinare il fare ricerca e l’azione di agenzia, recuperando quel ruolo centrale che ha già svolto in passato, basti pensare ai Progetti Finalizzati, e che già svolge nel coordinamento di molte infrastrutture europee di ricerca”, ha aggiunto.
Per il ministro dell’Università e ricerca Maria Cristina Messa, anche guardando i dati della Relazione “si conferma che come mondo della ricerca dobbiamo superare alcune vecchie logiche. Tra queste, l’antitesi fra ricerca di base e applicata: la ricerca deve essere di qualità e finanziata in quanto tale, sia quella guidata da curiosità che quella applicativa, che devono coesistere senza contrapposizioni o trasformarsi l’una nell’altra. Dobbiamo inoltre – ha aggiunto Messa – superare il preconcetto della separazione fra ricerca pubblica e privata, che allontana le imprese con cui gli enti di ricerca hanno sempre attivato collaborazioni, mentre le università hanno conosciuto delle fasi diverse, un gap che va recuperato. L’avere stimolato grandi filiere attraverso i bandi è proprio una risposta in tal senso, senza immettere nuove fondazioni o istituzioni di ricerca, ma facendo rete con quanto di buono c’è già. Dobbiamo capire che se come mondo della ricerca vinciamo questa sfida diventiamo fondamentali per il paese, perchè creiamo spin-off, start up, proof of concept, lavoro, opportunità per i giovani. E’ questa è la vera sfida che abbiamo davanti”.
Complessivamente le risorse destinante alla ricerca e sviluppo previste nel PNRR ammontano a circa 17 miliardi di euro, circa il 7,5% complessivo delle risorse totali. La maggior parte si concentrano su ricerca applicata e sviluppo sperimentale (circa 10 miliardi), ricerca di base (4 miliardi), azioni trasversali e di supporto (1,88 miliardi) e trasferimento tecnologico (380 milioni). Solo lo 0,5% della popolazione in età lavorativa in Italia ha il dottorato di ricerca, contro l’1,2 della media dell’Unione. Anche gli iscritti al dottorato sono assai meno che nella media dell’UE: lo 0,14% contro lo 0,28%. E’ necessario aumentare il numero di coloro che conseguono il titolo di dottore di ricerca, circa 10 mila studenti l’anno, con migliori prospettive, per compiere un salto nella specializzazione tecnologica e produttiva verso settori e industrie a più elevato contenuto di conoscenza. Il tasso di occupazione dei dottori di ricerca è pari al 93,5%, ma meno della metà ritiene di sfruttare pienamente le conoscenze acquisite nel mercato del lavoro. La quota di donne è cresciuta e rappresenta più della metà dei dottori di ricerca. Si riscontra tuttavia una polarizzazione, gli uomini coprono il 60% dei posti nelle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) e le donne il 58% nelle altre materie.
Si riscontra inoltre un gap salariale pari a circa 312 euro mensili in Italia e 209 all’estero, che esplode nelle scienze mediche, dove gli uomini, dopo 4-6 anni dal conseguimento del titolo, guadagnano addirittura 704 euro in più delle donne. Una parte notevole dei nostri studenti svolge il dottorato all’estero. Non sorprende questa collocazione professionale fuori d’Italia: dopo 6 anni dal conseguimento del titolo, il reddito medio mensile è pari a 1.679 euro in Italia e 2.700 euro all’estero. La spesa per R&S in rapporto al PIL, in Italia è in atto una lieve ripresa che porta all’1,4%, dovuta anche al fatto che gli stanziamenti pubblici hanno smesso di ridursi. Anche l’andamento del personale addetto alla R&S (in rapporto a mille unità di forza lavoro) cresce, soprattutto grazie all’incremento del personale nelle imprese che ha raggiunto i 218 mila addetti.
(ITALPRESS).
D’Angelo “Italia tra i primi Paesi Ue per il mercato nero dei dati”
ROMA (ITALPRESS) – “Da una nostra analisi svolta nel 2021 abbiamo visto che uno mercati di dati di riferimento più ricchi sta negli Stati Uniti, seguiti dall’Asia con Cina e India. Anche l’Europa ha un sistema abbastanza fiorente, l’Italia è uno dei primi paesi dal punto di vista del mercato parallelo dei dati con un 5% di scambi”. Così Cesare D’Angelo, General Manager di Kaspersky Italia, in un’intervista all’Italpress.
“Gli attacchi cyber sono all’ordine del giorno, le nostre infrastrutture sul territorio rilevano centinaia di migliaia di file malevoli quotidianamente. Esistono due tipologie di attacchi cyber, quelli uno a molti e quelli uno a pochi o a uno – ha aggiunto D’Angelo -. La prima tipologia riguarda di solito mail di phishing inviate a una moltitudine di contatti e il loro successo dipende spesso dall’errore umano. Per quelli uno a uno o uno a pochi invece c’è un’attività preparatoria dei cyber criminali mirata a specifici bersagli e in questo caso anche le difese più tecnologicamente avanzate faticano ad arginare questo tipo di attacchi”.
Il manager ha spiegato che “esiste un vero e proprio mercato dei dati e delle credenziali rubate che serve ad alimentare nuovi attacchi. I cyber criminali rubano password e indirizzi mail per metterli in vendita sul mercato nero nel deep web per venderli a nuovi gruppi di cyber criminali che le useranno per nuovi attacchi mirati. Il mercato del deep web – ha proseguito – è alimentato e gestito attraverso l’utilizzo delle criptovalute che i cyber criminali chiedono come riscatto per i loro attacchi o utilizzano per scambiare dati e pagarli, poichè assicurano l’anonimato delle transazioni”. Nel mirino degli attacchi cyber c’è anche la ricerca spaziale. “Oggi questo settore attira tanti investimenti, ha i riflettori puntati per le prossime frontiere e il cyber criminale, che è attirato dal profitto per definizione, rivolge le sue attenzioni a questo tipo di mercato. Si tratta di attacchi volti al furto di informazioni preziose come brevetti o che minacciano di interrompere servizi importanti come la comunicazione con un satellite o una navicella spaziale”.
“Uno dei target principali – ha spiegato D’Angelo – che le nostre ricerche hanno identificato come bersaglio dal 2022 in avanti è il settore sanitario con i suoi dati estremamente sensibili”. In conclusione dell’intervista il General Manager di Kaspersky Italia ha ricordato l’importanza di proteggere non solo i pc ma anche i device mobili: “Spesso gli smartphone sono meno protetti perchè si ha la tendenza a privilegiare la protezione dei pc, ma visto che si tratta di strumento che abbiamo 24 ore su 24, a cui hanno accesso figli e amici, su cui lavoriamo e che contengono molte informazioni della nostra vita, sono vulnerabili tanto quanto un pc e vanno protetti allo stesso modo”.
(ITALPRESS).
Cinecittà World, il cellulare diventa il telecomando del parco
ROMA (ITALPRESS) – “Cinecittà World è il parco divertimenti del cinema e della tv, uno degli ultimi nati in Italia, per questo quando è stato creato aveva l’obbligo di provare a innovare i modelli di business dei parchi divertimento. Abbiamo implementato una piattaforma che chiamiamo Smart Park, per cui il cellulare del visitatore diventa il telecomando della giornata al parco”. Lo ha detto Stefano Cigarini, Ceo di Cinecittà World, intervistato dall’Italpress. “Tramite questo sistema è possibile comprare biglietti, scegliere come e dove mangiare, scegliere le attrazioni, saltare le file, organizzare un compleanno. Tutte quelle attività che prima necessitavano dello staff oggi si fanno direttamente dal cellulare. Meno contatti, più velocità, zero attese”, spiega.
“Oggi la tecnologia ci permette di avere un tipo di divertimento a più ampio livello ma con il fine ultimo di raccontare storie. Essendo l’ultimo grande parco arrivato sul mercato, Cinecittà World si è posto il problema di offrire attrazioni media based -afferma Cigarini -. Tramite la tecnologia, la realtà virtuale e gli ambienti digitali portiamo le persone nelle storie. Abbiamo un tunnel immersivo, l’unico in Italia, si chiama Jurassic War e ci porta sull’isola dei dinosauri, poi abbiamo un cinema volante, ovvero una sala cinematografica posta su una piattaforma dinamica che si solleva 15 metri e fa volare gli spettatori seguendo l’andamento del film”.
“Abbiamo anche attrazioni in realtà aumentata tipo Assassin’s Creed, il famoso videogioco che si gioca entrando in un ambiente fisico, toccando i muri e muovendosi nello spazio”, dice ancora Cigarini, per il quale la concorrenza del metaverso non va temuta: “Credo che le esperienze si vadano polarizzando tra le esperienze digitali e le esperienze fisiche. Più ci sono esperienze digitali ricche e belle, più diventano importanti le esperienze dal vivo condivise con altre persone che possono avere l’aiuto della tecnologia ma che hanno l’elemento importantissimo delle persone vere”.
Rispetto all’impatto della pandemia sul settore, Cigarini spiega “Il Covid ci ha penalizzato più nel 2020 che è stato un anno da -70% e noi non eravamo pronti a reagire. Poi abbiamo cominciato a riprogettare il parco, i flussi e i volumi e il 2021 è stato un anno di grande crescita. Pensiamo nel 2022 di tornare ai livelli pre pandemia. Per quanto riguarda i 20 milioni di sostegno stanziati per il settore penso che si potrebbe fare sempre di più ma anche che sia uno sforzo importante di aiuto alle aziende. Quello che servirebbe è una maggiore semplificazione dei processi”, conclude.
(ITALPRESS).
Il coding tra i banchi con la terza edizione di High Tech High School
MILANO (ITALPRESS) – Portare le materie STEAM (Science, Technology, Engineering, Art, Mathematics) nelle scuole e dare così la possibilità a studenti e docenti di approfondire le competenze nell’uso di strumenti tecnologici e della programmazione e scoprire abilità come il coding, lo sviluppo di App e la virtual reality. E’ con questo obiettivo che torna, per la terza edizione, High Tech High School, il progetto ideato e sostenuto da IGT, azienda leader a livello mondiale nel settore del gioco regolamentato, in collaborazione con Codemotion, la piattaforma di riferimento per la crescita professionale degli sviluppatori e per le aziende alla ricerca dei migliori talenti in ambito tecnologico.
Attraverso laboratori gratuiti gestiti da esperti educatori, gli studenti tra i 14 e i 18 anni impareranno ad utilizzare le nuove tecnologie, affrontando insieme ai propri compagni sfide di programmazione, design 3D ed elettronica pensate per loro. Dopo aver raggiunto gli istituti scolastici di Bari, Milano, Catania e Roma, il progetto arriva per questa nuova edizione ora anche a Genova e Napoli, per un totale di 648 studenti e 58 professori coinvolti.
La formazione proposta da High Tech High School va nella direzione di rispondere all’esigenza, divenuta sempre più concreta in seguito all’accelerazione digitale imposta dalla pandemia, di formare i nuovi professionisti del futuro in ambito digitale che siano in grado di colmare il gap ad oggi esistente tra domanda e offerta. Nel prossimo decennio l’industria tecnologica sarà infatti alla ricerca di migliaia di nuovi talenti high-tech per numerosi settori professionali: basti pensare che – secondo la classifica di LinkedIn – tra le professioni più ricercate in Italia negli ultimi cinque anni e in ascesa per il futuro compaiono professionisti della robotica e dell’automazione ma anche specialisti in software, algoritmi, cybersecurity e intelligenza artificiale.
“I giovani sono il futuro”, afferma Fabio Cairoli, CEO IGT Global Lottery. “Per questo – aggiunge – abbiamo fortemente voluto dare vita a progetti e strategie che li sostengono nell’interesse del Paese, come High Tech High School che contribuisce alla crescita delle ragazze e dei ragazzi, mettendo a disposizione delle scuole un percorso formativo gratuito per acquisire competenze tecnologiche e digitali, dando loro la possibilità di esprimersi attraverso la tecnologia e stimolandoli a interessarsi verso le materie STEAM. Tutte conoscenze e competenze oggi più che mai indispensabili per il domani”.
“Siamo convinti che il futuro del lavoro si costruisca a partire dai banchi di scuola. Con High Tech High School diamo la possibilità ai giovani di esprimersi attraverso la tecnologia e sviluppare il loro pensiero critico, promuovendo innovazione sia strumentale che culturale. Parallelamente li avviciniamo a materie che, pur essendo rilevanti nel panorama internazionale, non sempre vengono considerate all’interno dell’offerta scolastica italiana. In questo percorso coinvolgiamo anche i docenti proprio perchè possano essere in futuro portavoce di questa iniziativa e guida per altre classi di studenti”, spiega Chiara Russo, CEO e Co-Founder di Codemotion.
“Vogliamo sottolineare come la tecnologia sia un abilitatore che permette agli studenti di poter seguire la propria passione nel loro futuro professionale: attraverso i laboratori forniamo ai partecipanti una serie di strumenti che speriamo possano trasformarli in creatori attivi di tecnologia e non spettatori passivi”, aggiunge Massimo Avvisati, Head of EdTech R&D di Codemotion.
Attraverso il metodo learning by doing, nel corso di High Tech High School studentesse e studenti verranno messi alla prova con tecnologie web e Javascript, design 3D, elettronica, per far sì che si avvicinino al mondo della tecnologia affrontando sfide che includono progettazione di ambienti architettonici, design e grafica 2D, modellazione 3D, prototipazione e sviluppo di Web App, realizzazione di progetti di Internet of Things ed Intelligenza Artificiale.
Al centro, quest’anno, la sostenibilità, con l’intento di rispondere ai 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals dell’Agenda 2030: agli studenti sarà infatti richiesto di riflettere sull’importanza del territorio e delle sue risorse alla ricerca di soluzioni innovative ed a una tecnologia avanzata per un futuro più sostenibile ed inclusivo.
Tra i progetti più innovativi realizzati nel corso delle scorse edizioni spicca in particolare una Lampada Smart in grado di interagire con un’APP, cui si affiancano visual novel interattive o quiz basati sui principi della gamification, con cui gli studenti hanno mostrato l’intento di innovare la didattica e costruire percorsi interattivi.
High Tech High School diventa inoltre un’occasione importante per promuovere la riduzione del gender gap che in ambito tecnologico è molto forte: in UE solo il 18% di specialisti ICT è donna ed in Italia la percentuale scende al 14,8%. IGT e Codemotion hanno dunque unito le forze per avvicinare le ragazze alla tecnologia, consentendo loro di valutare un futuro nelle materie STEAM senza pregiudizi: obiettivo raggiunto, considerando che quest’anno le ragazze che prenderanno parte ai laboratori rappresentano il 70% del totale di studenti coinvolti.
Accanto alle iniziative per gli studenti, High Tech High School prevede un percorso di formazione incentrato sul coding dedicato ai docenti delle scuole coinvolte nelle tre edizioni, per dare loro gli strumenti per proseguire in maniera indipendente i laboratori della High Tech High School.
I laboratori sono stati studiati per consentire ai docenti di affrontare le attività anche senza alcun background tecnico e al tempo stesso arricchire la propria formazione con nuove competenze, per scoprire nuovi modi di usare la tecnologia in ambito didattico e raccontare agli studenti qualsiasi materia scolastica – dalla Scienze alla Letteratura – utilizzando la tecnologia e il coding. Ad esempio, grazie ad esperimenti di Elettronica virtuale e strumenti online, i docenti esploreranno nuove possibilità educative per la didattica a distanza e impareranno ad autoprodurre strumenti utili.
A Genova gli istituti coinvolti saranno due, per un totale di 108 studenti (il 66% è rappresentato da ragazze) che prenderanno parte ai laboratori di High Tech High School. Si tratta del Liceo Statale P.Gobetti e del Liceo Scientifico Enrico Fermi: i corsi si svolgeranno tra il 7 febbraio e il 3 giugno e ogni studente sarà coinvolto per 24 ore di laboratorio.
A Napoli, High Tech High School ha preso il via il 30 novembre e si concluderà il 7 aprile: ad essere coinvolti sono gli studenti dell’I.S.I.S. Boccioni – Palizzi, che parteciperanno a 16 laboratori, per un totale di 24 ore di formazione tecnologica per ogni studente. Anche in questo caso dei 113 ragazzi iscritti la maggior parte (70%) è rappresentata da studentesse.
(ITALPRESS).
Samsung, educazione alla cittadinanza digitale, prolungate le iscrizioni
MILANO (ITALPRESS) – Dal lavoro allo studio, passando per le informazioni e l’intrattenimento, la dimensione digitale sta acquisendo un peso sempre più rilevante nella nostra quotidianità, ulteriormente accentuato dalle misure per contenere la diffusione del Covid-19 negli ultimi due anni. E’ quindi sempre più importante acquisire fin da piccoli gli strumenti per muoversi in questo mondo in sicurezza e rispettando le regole, gli spazi virtuali e reali e le altre persone.
In questo contesto, in occasione del Safer Internet Day 2022, Samsung Electronics Italia annuncia il prolungamento delle iscrizioni al progetto “Solve For Tomorrow – Soluzioni per un domani migliore” in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, ospitato sulla piattaforma BricksLab, e ideato per promuovere l’educazione alla cittadinanza digitale nelle scuole con l’obiettivo di offrire competenze e conoscenze essenziali come l’interazione con le tecnologie e l’uso dei servizi; l’analisi di informazioni e contenuti; le norme di comportamento negli ambienti digitali; l’identità digitale, l’uso dei dat personali e la riservatezza; fino alla tutela contro i rischi, fisici economici e psicologici.
Il progetto, lanciato a ottobre 2021, ha già visto la partecipazione di più di 500 scuole, per un totale di oltre 9.000 alunni e alunne, con oltre 3.700 percorsi già completati. Numeri che testimoniano l’importanza e l’attualità di queste tematiche e che hanno spinto il Ministero dell’Istruzione a prolungare la scadenza per la partecipazioneal 27 marzo per le scuole primarie e secondarie di primo grado e al 16 aprile per le secondarie di secondo grado con l’obiettivo di coinvolgere sempre più giovani su queste tematiche così rilevanti.
L’iniziativa si rivolge infatti agli studenti di ogni ordine e grado grazie a tre percorsi: Seminare, pensato per gli alunni e le alunne della primaria per aiutarli, tramite il racconto “Ettore e il labirinto del Vegotauro”, ad acquisire le conoscenze per muovere sicuri e consapevoli i primi passi nel mondo digitale; Crescere, dedicato agli studenti e alle studentesse della scuola secondaria di primo grado, a cui viene proposto un percorso didattico per diventare cittadini digitali più consapevoli, in grado di valorizzare al meglio la propria presenza in rete e sui social, restando attenti e coscienti alle insidie che si nascondono sul web; Progettare, l’iniziativa rivolta a ragazzi e ragazze della scuola secondaria di secondo grado che prevede moduli di educazione civica digitale e moduli formativi per avvicinarli alle discipline STEAM. Gli studenti sono invitati a lavorare in gruppo e a elaborare idee e soluzioni che affrontino questioni sociali in cui sono direttamente coinvolti. Un hackathon finale decreterà la squadra che ha proposto l’idea o la soluzione migliore.
Tutti i contenuti sono liberamente fruibili e consultabili su BricskLab, piattaforma digitale di risorse per la scuola creata da MR Digital che unisce i contenuti didattici dei più importanti editori scolastici, di partner qualificati e docenti, con risorse multimediali originali sviluppate internamente e ulteriori materiali esclusivi di qualità elevata, offrendo ai docenti la possibilità di ricercare i materiali, consultarli, assemblarli in lezioni o schede didattiche e condividerli con i propri studenti.
Per rendere i materiali parte integrante di un progetto di diffusione della cultura della cittadinanza digitale, ciascuno dei “mattoncini” che compongono i percorsi di “Solve For Tomorrow” può anche essere utilizzato singolarmente, per informazione, approfondimento o integrazione all’interno di lezioni dedicate a tematiche specifiche.
“Il percorso scolastico è uno dei periodi più importanti della vita di un individuo. Alunni e alunne cominciano a misurarsi per la prima volta con la vita in gruppo e ad acquisire le competenze che saranno loro fondamentali per essere cittadini consapevoli e responsabili. Per questo in MR Digital crediamo sia importante che la scuola fornisca loro non solo conoscenze nozionistiche, ma anche strumenti per muoversi al meglio nel mondo di domani – digitale e non. Siamo felici che il Ministero dell’Istruzione abbia deciso di prolungare il progetto Solve For Tomorrow e crediamo che sia un segno di fiducia non solo nei confronti dell’iniziativa, ma anche nelle modalità con cui viene erogata”, ha commentato Andrea Russo, Amministratore Delegato di MR Digital.
“Con Solve for Tomorrow, mettiamo a disposizione insieme ai nostri partner come MR Digital, competenze ed esperienze per affiancare i docenti delle scuole italiane nell’insegnare ai ragazzi come utilizzare i nuovi strumenti con consapevolezza, supportandoli nella diffusione di una cultura digitale. Le nuove tecnologie e la Rete devono infatti poter generare opportunità per i giovani e non pericoli. Per fare ciò occorre essere preparati. Appuntamenti come il Safer Internet Day sono fondamentali per sensibilizzare tutti sull’importanza di un uso consapevole del digitale”, ha commentato Anastasia Buda, Corporate Citizenship Manager, Samsung Electronics Italia.
(ITALPRESS).
Come Amazon garantisce la privacy sui dispositivi con Alexa
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – In occasione del Privacy Day, Amazon ha pubblicato una guida per apprezzare al meglio l’esperienza con i dispositivi con integrazione Alexa. In particolare nel pieno rispetto dei loro dati personali. Ecco insomma gli strumenti a disposizione per garantire la nostra sicurezza utilizzando i device con Alexa.
I dispositivi Echo sono dotati di alcuni elementi fisici. Che consentono all’utente di avere totale controllo sulle interazioni con Alexa. Premendo ad esempio il pulsante per disattivare i microfoni, questi si spengono. E si accende una luce rossa che segnala la disattivazione. Quando i microfoni sono off, il dispositivo non può registrare e trasmettere audio al cloud. Anche se viene pronunciata la parola di attivazione. Per quello che invece riguarda i dispositivi Echo Show con telecamera integrata, la maggior parte di essi è dotato dell’apposito copri-telecamera. Per una maggiore tranquillità.
I dispositivi sono inoltre progettati con un indicatore visivo, l’anello luminoso blu su Echo. Che segnala quando il dispositivo sta ricevendo una richiesta per trasmetterla al cloud protetto di Amazon. I dispositivi con integrazione Alexa sono progettati in modo da rilevare solo la parola di attivazione prescelta. O quando viene premuto il pulsante Azione (disponibile su alcuni dispositivi) per attivare Alexa.
E’ anche possibile configurare i dispositivi Echo in modo che riproducano un breve suono acustico. Questo ogni volta che l’audio viene inviato al cloud, accedendo alle Impostazioni dell’App Alexa. I dispositivi Echo di Amazon ricevono inoltre aggiornamenti periodici di sicurezza. Che proteggono dalle minacce e dalle vulnerabilità più recenti.
Inoltre è possibile abilitare la funzionalità di cancellazione delle registrazioni vocali tramite voce. Una volta attivata, si potrà eliminare l’ultima interazione con Alexa. Dicendo: “Alexa, elimina quello che ho appena detto”. Oppure “Alexa, elimina tutto quello che ho detto oggi”, per le registrazioni della giornata.
In generale, è possibile rivedere e cancellare le proprie registrazioni vocali accedendo all’App Alexa e seguendo il percorso Impostazioni > Privacy Alexa. Oppure dalla pagina amazon.it/impostazioniprivacyalexa. In entrambi i casi è possibile scegliere di eliminare automaticamente le registrazioni dopo 3 o 18 mesi. O di non salvarle affatto. Le registrazioni verranno eliminate automaticamente dopo aver elaborato la richiesta. E saranno cancellate anche tutte quelle già presenti nella Cronologia voce.
Per i possessori di dispositivi con integrazione Alexa, il Portale sulla privacy di Alexa è una risorsa disponibile a livello mondiale. E fornisce informazioni sul funzionamento di Alexa e dei dispositivi Echo. Oltre a offrire ai clienti un unico punto d’accesso alle loro impostazioni più importanti sulla privacy. I clienti possono ottenere maggiori informazioni ponendo direttamente domande come “Alexa, cos’è la parola di attivazione?”. O anche “Alexa, quali sono le mie impostazioni sulla privacy?”.
(ITALPRESS).
Italiani sempre più propensi allo shopping online
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Le abitudini di acquisto degli italiani stanno diventando sempre più digitali. Per il 2022 infatti la maggior parte degli abitanti del Paese è intenzionata ad acquistare soprattutto online. Lo svela uno studio commissionato da Klarna, leader globale nei servizi di pagamento, bancari e di shopping. Che ha coinvolto 16.000 consumatori in 11 Paesi, di cui oltre 1.000 in Italia.
In Italia, 9 utenti attivi di Internet su 10 hanno effettuato un acquisto online nel corso del 2021. E più della metà di loro (52%) ritiene che farà la maggior parte dei propri acquisti online già nel 2022. Tale dato posiziona i consumatori italiani al pari di quelli che compreranno soprattutto online in Regno Unito (57%) e Svezia (52%). Ma davanti a Paesi come Stati Uniti (43%), Germania (42%), Finlandia (36%), Norvegia (33%) e Austria (32%).
Il 33% dei consumatori online italiani, inoltre, effettua già acquisti digitali su base settimanale. Tuttavia, l’attuale preferenza per i negozi fisici rimane più alta che in altri Paesi come Regno Unito, Paesi Bassi e Germania. Suggerendo che i retailer online italiani hanno ancora margine di miglioramento.
Dalla ricerca Klarna sullo shopping online si evince che il 76% degli italiani ritiene che i brand debbano investire in nuove tecnologie per soddisfare le richieste in evoluzione dei propri clienti. Sono soprattutto la logistica, i resi e i pagamenti a essere percepiti come punti deboli. Il 79% pensa infatti degli intervistati pensa che i retailer debbano migliorare i processi di restituzione. E il 74% è alla ricerca di metodi di pagamento più semplici.
A più 1 su 4 (23%), infatti, è capitato di dover aspettare un rimborso per oltre 7 giorni. Mentre 3 su 10 (31%) per più di 3 giorni. Non sorprende, quindi, che 8 italiani su 10 (78%) a volte evitino di acquistare online se non sono certi di voler tenere la merce. Si tratta comunque di un limite che è possibile superare. Tanto che il 75% degli italiani sarebbe più propenso ad acquistare online se avesse la possibilità di pagare l’intero importo solo dopo aver ricevuto la merce.
(ITALPRESS).









