Hi-Tech & Innovazione

Google apre agli italiani le porte del Quirinale

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Sergio Mattarella, prima di lasciare il Quirinale, voleva fare un regalo agli italiani. Così è nata la collaborazione di Google Arts&Culture con la presidenza della Repubblica, che ha portato il Palazzo più famoso d’Italia ad essere appunto “la casa degli italiani”. Un luogo che ora si può visitare grazie a un tour virtuale a disposizione sul web. Storia, arte, cultura: tutto ora è a portata di clic. Ovviamente non si potranno cogliere i segreti delle stanze che hanno fatto la storia d’Italia. Ma grazie a una serie di telecamere a 360 gradi è stato possibile mappare i luoghi più rappresentativi e metterli così a disposizione di tutti. Con un clic sul computer si può girare sulla pagina di Google Arts&Culture, per apprezzare tutto quanto si trova all’interno.
Il tour virtuale parte dal Cortile d’Onore, per poi far entrare i web visitatori nelle sale più iconiche. Per esempio quella dei Corazzieri, oggi vero e proprio contenitore di opere d’arte. Ma che agli inizi del Novecento fu perfino pista di pattinaggio prima e poi campo da tennis per principi e principini di Savoia. Tanto che, durate alcuni restauri, du successivamente trovata una pallina dietro il timpano che sormonta il portale d’accesso della Cappella Paolina, voluta da Papa Paolo V. Poi ancora, ecco il viaggio attraverso i lunghi corridoi del del Quirinale. Con un tour che porta ad ammirare la collezione di oltre 200 orologi e pendoli di grandissimo valore. Provenienti da tutto il mondo e oggetto di cura e rivisione periodica da parte di Maestri orologiai.
E su tutto poi c’è la possibilità di entrare nell’ufficio del presidente. Quella che una volta – quando il Quirinale era sede pontificia – veniva usata dal Papa cone camera da letto. Oggi invece Sergio Mattarella riceve delegazioni italiane e straniere, nonchè Capi di Stato. E nel viaggio organizzato da Google si possono vedere anche dei suoi oggetti personali sulla scrivania.
Il progetto realizzato da Google Arts&Cuture per la Presidenza della Repubblica, comprende anche un giro nei giardini del Quirinale. Per un totale di 60 storie, oltre 1000 immagini, scatti di 13 opere d’arte attraverso Google Art Camera e più di 100 km di digitalizzazioni Street View nel Palazzo e nella Tenuta Presidenziale di Castelporziano. Ogni tappa è accompagnata da una descrizione scritta o audio.
(ITALPRESS).

Cavallotti (Exprivia) “Con gli Its contro la fuga dei cervelli”

ROMA (ITALPRESS) – “Il principale obiettivo è creare maggiore engagement da parte delle persone”. Lo ha detto Andrea Cavallotti, Head of Human Resources di Exprivia, che in un’intervista all’Italpress ha sottolineato l’importanza delle risorse umane nelle aziende. Per Cavallotti “avere un coinvolgimento” rappresenta un “elemento fondamentale anche per trattenere quei talenti che poi fanno la differenza. Noi – ha spiegato – siamo un insieme di società che lavorano con le persone, con la loro intelligenza e con la loro capacità”.
Il capo delle risorse umane di Exprivia ha spiegato come il lockdown abbia contribuito alla crescita dell’azienda che si occupa di progettazione e sviluppo di tecnologie software e servizi IT.
“Sicuramente il lockdown forzato – ha affermato – ha dato un suo contributo per quanto riguarda l’aspetto della localizzazione del lavoro. Ci ha dato la possibilità di avere più collaboratori che lavoravano dalle proprie abitazioni e la possibilità di essere in qualche modo più attrattivi rispetto ai nuovi collaboratori”.
Oggi l’intelligenza artificiale può essere utile per ottimizzare la gestione del capitale umano. A tal proposito l’azienda ha lanciato Exprivia People. “E’ su una piattaforma di HR Coffee – ha spiegato -, che è un’azienda del gruppo Exprivia. Si lega molto al concetto della social organization, cioè creare un ambiente social all’interno dell’azienda, quel concetto di socialità – ha continuato – che purtroppo, per certi versi, la pandemia ha naturalmente limitato. Abbiamo ricreato all’interno dell’azienda un contesto di socializzazione finalizzato a mantenere logiche di socialità. L’intelligenza artificiale subentra nel momento in cui – ha spiegato – acquisendo dati da questo livello di interazione possiamo cominciare ad avere un supporto in termini decisionali rispetto alle politiche dell’Hr. Non più una logica puramente top-down ma una logica bottom-up che non è solamente basata sulle classiche survey di clima, che hanno sicuramente potenzialità ma anche grossi limiti, ma anche su questa raccolta di dati destrutturati che l’intelligenza artificiale ci aiuta a interpretare”.
C’è anche una collaborazione con gli Istituti Tecnici Superiori, in particolare per il Sud. “Sono già tre anni che collaboriamo con l’ITS Apulia Digital Maker – ha ricordato – e stiamo svolgendo molta attività con loro. Fino ad ora abbiamo già inserito circa 70 collaboratori che arrivano da quell’area. Per il Sud è importante: forniamo 600 ore di docenza, più di 800 ore di tirocinio. E’ importante – ha sottolineato – perchè dobbiamo pensare di trattenere i talenti anche a livello territoriale, quindi evitare quella fuga di cervelli che purtroppo per tanto tempo ha penalizzato il centro-sud Italia. Continuiamo la collaborazione e vogliamo rafforzarla perchè secondo noi c’è una logica win-win”.
Per Cavallotti, quindi, “l’elemento degli Its è fondamentale. Dobbiamo creare – ha detto – una rete formativa pronta a entrare in contatto con le aziende e a dare esattamente le competenze di cui hanno bisogno”.
Un commento anche sul programma strategico italiano sull’intelligenza artificiale: “Va nella giusta direzione”, ha affermato, parlando in particolare di “rafforzamento della ricerca, incentivo all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e potenziamento dell’uso dell’intelligenza artificiale nella pubblica amministrazione”.
Lo sviluppo del digitale, però, porta con sè anche il rischio di attacchi informatici. “La logica del lavoro da casa su reti non controllate e non sicure – ha detto Cavallotti – è il rischio più grosso dal punto di vista Hr. Cosa si può fare? Formazione. Occorre fare diventare le persone consce – ha concluso – del fatto che sono loro il primo baluardo contro questo tipo di attacchi”.
(ITALPRESS).

Tra i lavoratori si fa strada lo “stile di vita ibrido”

MILANO (ITALPRESS) – Samsung annuncia i risultati di “Hybrid Living Futures”, una ricerca paneuropea sviluppata in collaborazione con The Future Laboratory, che scatta una fotografia su come i cittadini europei si siano adattati a uno stile di vita sempre più ibrido – dove fisico e virtuale sono sempre più integrati sia nella vita professionale sia nella vita privata – e sull’impatto di questa nuova modalità di vita sul futuro delle abitazioni e dei luoghi di lavoro .
Lo studio, che ha coinvolto oltre 14.000 persone in tutta Europa, inclusa l’Italia, rivela che i modelli convenzionali di vita personale e lavorativa sono ormai superati. Emerge, infatti, una forza lavoro più agile, spinta dal desiderio di turni più flessibili, giornate lavorative più brevi e orari concentrati, che colma il vuoto lasciato dalla giornata lavorativa tradizionale. Esperti in flessibilità, i lavoratori sfruttano tutti i momenti a loro disposizione, riprendendo il controllo dopo un periodo in cui hanno sperimentato e provato nuove modalità di lavoro per dettare i propri ritmi e routine.
L’86% dei soggetti che hanno adottato uno stile di vita ibrido non desidera più il modello lavorativo tradizionale basato sugli orari. Percentuale in linea anche in Italia (83%), con un 17% che invece vorrebbe tornare all’orario tradizionale 9-18. La percentuale di coloro che preferiscono attenersi agli orari tradizionali crolla al minimo in Germania (7%), Svezia (11%) e Polonia (12%).
“Man mano che la flessibilità entra nelle nostre vite e i confini con il “presenteismo” si fanno sfocati e non ben definiti, le persone cercano una guida per trovare il giusto equilibrio tra produttività e benessere in un momento in cui lo stile di vita ibrido fa emergere una serie di sfide”, spiega Meik Wiking, fondatore e CEO di The Happiness Institute, che ha collaborato con Samsung per sondare il futuro dei modelli lavorativi.
Oltre la metà degli intervistati italiani, il 55%, dichiara che grazie a uno stile di vita ibrido ha visto un incremento del numero di ore di tempo libero, dedicate alla famiglia nel 47% dei casi e per il 43% trascorse facendo esercizio fisico.
Il nuovo stile di vita ha permesso, inoltre, di migliorare sensibilmente la qualità di alcuni aspetti della quotidianità, tra cui il tempo passato con la famiglia, i momenti di relax e la produttività.
Per adattarsi alla vita ibrida, quattro italiani su cinque hanno provveduto a fare miglioramenti nelle proprie case, o pianificano di farli, per abbracciare al meglio tutto ciò che la nuova quotidianità ci richiede. Per adattarsi ai cambiamenti in corso, la tecnologia si è rivelata sicuramente un ottimo alleato. Per sette italiani su dieci, infatti, la tecnologia li ha aiutati ad adattarsi alla nuova routine.
Passare più tempo a casa ha trasformato i lavoratori europei in equilibristi poichè sono stati chiamati a compiere vere e proprie acrobazie nella gestione del lavoro e della casa (30%). In Grecia e in Italia sono rispettivamente il 41% e il 40% i lavoratori che si trovano a destreggiarsi tra casa e lavoro in contemporanea. In Francia e in Danimarca, invece, la percentuale di chi sostiene di dover gestire questi doveri in parallelo è rispettivamente il 36% e il 35%, considerando che i consumatori francesi sono al secondo posto tra coloro che hanno ricevuto sostegno dal proprio datore di lavoro per favorire la separazione tra vita personale e vita professionale, grazie a iniziative che vanno dal sollecito alla disconnessione alla messa a disposizione di tecnologia portatile, mentre i consumatori danesi sono al primo posto nell’aver creato nuovi spazi nell’ambito domestico per rispettare i confini.
Se da un lato, però, a livello europeo gli intervistati hanno mostrato grande maestria nell’arte dello stile di vita ibrido, dall’altro uno su cinque (18%) fatica a staccare dal lavoro e oltre un quarto (26%) ha l’impressione di lavorare ininterrottamente o fino a tardi la sera, mentre c’è un 41% di persone che utilizza il tempo risparmiato sui viaggi per svolgere le faccende di casa. In Italia, tra i detrattori del lavoro agile (l’11% degli intervistati), il 51% dichiara come questa nuova modalità incentivi la cultura dell'”always on”.
Per far fronte alle pressioni esercitate dalla cultura dell’always on, circa tre lavoratori europei su cinque (57%) sono ancora alla ricerca di un modo per stabilire un confine tra la propria vita personale e quella professionale; questo dato sale a tre quarti (74%) se si considerano i lavoratori spagnoli e scende invece a poco più di due su cinque (46%) nel Regno Unito. In linea la percentuale italiana, che si attesta al 56% del totale.
La tecnologia smart sta cercando di colmare questo divario e creare connessioni laddove non ce n’erano. La ricerca dimostra che le nuove tecnologie hanno aiutato il 65% dei lavoratori in Europa ad adattarsi alle nuove routine, percentuale che sale al 72% in Italia, mentre più della metà (51% in Europa vs. 53% in Italia) ha dichiarato di ricorrere alla tecnologia per stabilire nuovi confini e riprendere il controllo sulla propria vita.
Tuttavia, nonostante questi sforzi, l’83% dei lavoratori europei (84% in Italia) è ancora alla ricerca di una tecnologia più efficace e di maggiore supporto da parte del datore di lavoro per la gestione di questa nuova modalità di vita e lavoro.
Il rapporto rivela inoltre l’importanza delle nostre abitazioni nel percorso di adattamento allo stile di vita ibrido e nel rispetto dei confini. L’80% degli Italiani (vs. 66% degli Europei) ha apportato migliorie all’interno delle proprie abitazioni, o le stanno pianificando, per agevolare lo stile di vita ibrido; il 42% (vs. 48% degli europei) ha addirittura creato nuovi spazi in casa per adattarla a uno stile di vita più ibrido e infine il 44% (vs. 41% degli Europei) ha deciso di traslocare, scegliendo un immobile più adeguato alle esigenze di questo nuovo stile di vita.
Benjamin Braun, Chief Marketing Officer di Samsung Europe, commenta: “Questo è un nodo cruciale perchè le aziende agiscano correttamente sul fronte dello stile di vita ibrido. Il rapporto evidenzia che ora i lavoratori si sentono autorizzati a mettere in primo piano le proprie esigenze e, con il progressivo allentamento delle restrizioni a livello globale e la maggiore mobilità, alle aziende non resta che attrezzarsi per affrontare la sfida. La pandemia ha accentuato la nostra dipendenza dalla tecnologia per svolgere attività che fino a poco tempo fa erano analogiche e ora che il “presenteismo” è diventato fuori moda, i datori di lavoro devono riflettere con attenzione su come soddisfare le richieste per uno stile di vita più ibrido”.
“La tecnologia smart ha aiutato gli europei a destreggiarsi tra vita personale e vita professionale, tanto che uno su cinque utilizza già l’Internet of Things e i dispositivi smart, tuttavia ci sono ancora ampi margini di miglioramento. In prospettiva, è probabile che la tecnologia assuma il compito di monitorare non solo il nostro benessere fisico, ma anche la nostra salute mentale e la nostra felicità, e che i dispositivi smart diventino i nostri ‘assistenti del benessere”, aggiunge Meik Wiking, CEO di The Happiness Research Institute.
(ITALPRESS).

Intelligenza artificiale, Riviera (Intel) “Impara come un bambino”

ROMA (ITALPRESS) – “L’intelligenza artificiale è un bambino che deve imparare. Noi impariamo in diversi modi: per alcune cose i genitori o gli educatori ci dicono cosa è giusto e cosa è sbagliato, in altri casi il modo migliore per imparare a fare qualcosa è proprio farla. E’ come andare in bicicletta. Lo stesso approccio può essere trasportato nell’ambito dell’intelligenza artificiale con gli addestramenti supervisionati e il reinforcement learning”. Lo ha detto Walter Riviera, AI Specialist di Intel in Europa, Medio Oriente e Africa.
“Si può facilmente vedere il reinforcement learning – ha sottolineato – applicato nel mondo delle macchine a guida autonoma. Non posso insegnare a priori a un’auto tutto ciò che vedrà in strada, perchè c’è una moltitudine di oggetti che è impossibile codificare prima. Come si fa, quindi, a insegnare a una macchina a guidare? Attraverso processi di simulazione diamo all’auto un’azione da compiere e un obiettivo, ovvero rimanere tra le righe, che verrà premiato – ha spiegato – ogni volta che indovinerà la scelta giusta. Più l’auto starà tra le righe, più il punteggio verrà incrementato e capirà che è il comportamento giusto da tenere”.
In tema di intelligenza artificiale, Riviera si è soffermato anche sull’attività della sua azienda e sulle prospettive future. “Intel già a partire dalla fine del 2017 – ha affermato – non si definisce più una Cpu centric company ma una data centric company, proprio per abbracciare tutte le attività che vanno dall’estrazione o dalla collezione dei dati fino all’implementazione di algoritmi intelligenti che ne possano sfruttare l’informazione contenuta. C’è questo doppio sforzo: continuare a fornire tecnologia, quindi silicio, processori, memorie e hard disk, e l’impegno a fornire educazione e tutto ciò che riguarda la data revolution”.
Il silicio tra qualche anno sarà un ricordo. Ma cosa ci sarà al suo posto? “Noi abbiamo lab sempre attivi dal punto di vista della ricerca. Nessuno può sapere cosa destinerà il futuro – ha detto -, però quello che possiamo garantire è il massimo impegno nel continuare a fornire tecnologia di alta qualità”.
C’è poi anche il tema dell’apprendimento federato. “E’ un argomento che ho molto a cuore – ha spiegato – e indirizza il problema dell’accesso ai dati. Pensiamo, per esempio, a quelli negli ospedali: sarebbe stupendo se tutti gli ospedali del mondo potessero collaborare per far fronte alla situazione tragica della pandemia”.
“Il problema – ha continuato – è che se da un lato abbiamo la tecnologia per addestrare un modello e abbiamo i dati, dall’altro ci sono giustamente leggi in loco che limitano l’accesso ai dati sensibili. Come si fa a sfruttare il potere informativo di questi dati mantenendo il rispetto della legge? Con il federated learning, attraverso il quale i dati rimangono dove sono stati generati e dove i proprietari risiedono, mentre l’unica cosa che viene scambiata è il modello”.
(ITALPRESS).

L’Europa ha investito 100 miliardi di dollari in tecnologia in un anno

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – L’Europa si appresta a raggiungere i 100 miliardi di dollari di investimento nella propria industria di tecnologia in un solo anno. Consolidando il suo ruolo come potenza tecnologica globale. Il dato emerge dal report annuale del venture capital Atomico sullo Stato della tecnologia in Europa, edizione 2021. Con livelli di investimento “early-stage” per la prima volta pari a quelli degli Stati Uniti l’industria della tecnologia europea sta crescendo più velocemente di quanto non facesse prima della pandemia. Aumentando il proprio valore di 1 trilione di dollari soltanto nei primi 8 mesi del 2021. Il rapporto delinea alcune tendenze chiave con l’Europa che si consolida come attore tecnologico globale.
L’investimento dell’Europa in tecnologia è infatti sulla buona strada per superare il traguardo dei 100 miliardi di dollari di capitale in un solo anno. Quasi 3 volte il livello raggiunto nel 2020. Mentre il numero totale di aziende tecnologiche che hanno raggiunto 1 miliardo di dollari di capitalizzazione nel Vecchio Continente è salito. In un anno infatti è passato da 223 a 321. Anche i round, ossia gli investimenti da oltre i 250 milioni di dollari sono ora la norma. Essendo cresciuti di 10 volte rispetto allo scorso anno e rappresentano ora il 40% del capitale totale investito nella regione. L’Europa è la seconda regione a livello globale quando si tratta di investimenti, con un totale di 3,8 miliardi di dollari contro i 4,1 degli Usa. Guardando al numero di unicorni (ossia le aziende che in un breve periodo sono in grado di rivoluzionare il settore di riferimento) per abitante, Cambridge emerge come la capitale europea degli stessi.
I risultati stanno superando le proiezioni sia nel mercato azionario che in quello privato. Tanto che negli ultimi 12 mesi, l’Europa ha visto aumentare di oltre 750 miliardi di dollari il valore del mercato tecnologico azionario. E attualmente si trova sopra i 2 trilioni di dollari.
L’Italia ha toccato i 26,6 miliardi di Ipo, l’anno scorso era a quota 14,5 miliardi di dollari. E quest’anno entra nei i primi 10 Paesi per capitalizzazione del mercato tecnologico. I collocamenti in Borsa di società europee oltre i 10 miliardi di dollari stanno diventando la norma. La più grande del 2021 è quella della società rumena (ma con sede negli Usa) UiPath, che valeva dopo il collocamento 35,8 miliardi di dollari. Altre Ipo su larga scala sono state Auto1, Wise e Deliveroo, che hanno tutte avuto scambi sopra i 10 miliardi di dollari nel loro primo giorno.
Ben 15 aziende tecnologiche europee sono state quotate tramite Spac (società quotate che investono in non quotate) nel 2021 per un Enterprise Value di 62 miliardi di euro. Di queste 14 sono ora quotate nelle borse americane, sostenute da venture capital. Queste aziende coprono aree tecnologiche chiave, come il quantum computing, la mobilità elettrica, la componentistica per l’elettronica, il fintech e la salute digitale.
Da sottolineare che 9 aziende su 15 provengono dal Regno Unito ma tutte si sono quotate in borsa negli Usa. Ci sono attualmente 26 aziende tech europee con lo status di decacorno (valore oltre i 10 miliardi di dollari) rispetto alle 12 del 2020. Adyen, piattaforma di pagamento con sede in Olanda, è sulla buona strada per essere la prima azienda tecnologica europea fondata dopo il 2000 a raggiungere i 100 miliardi di dollari. Con una valutazione che ha raggiunto i 99 miliardi nel novembre 2021.
Negli ultimi cinque anni sono stati investiti oltre 31 miliardi di dollari in aziende tecnologiche “purpose-driven” (nate con scopi molti precisi) in Europa. Che rappresentano il 15% di tutti i finanziamenti e con un aumento anno su anno del 57%.
(ITALPRESS).

La tecnologia primeggia nella wishlist di Natale degli italiani

MILANO (ITALPRESS) – Per evitare delusioni sotto l’albero e per premiarsi dopo un anno faticoso, sono tanti gli italiani che per Natale si fanno un meritatissimo autoregalo. Le idee sono molto chiare: tra le opzioni preferite emergono gli articoli tecnologici, con più del 71% delle preferenze, soprattutto per quanto riguarda le fasce di età più giovani, come la Gen Z (oltre l’82%), in particolare per il campione maschile (82% circa delle preferenze); si posizionano più in basso in classifica i gioielli (36%) e le esperienze speciali, quali eventi, degustazioni enogastronomiche o corsi ricreativi, scelti dal 46,9% del campione. E’ quanto emerge dalla ricerca di Samsung Electronics Italia in collaborazione con GWI. Tra le opzioni più apprezzate per un regalo ai propri cari, si fanno notare i prodotti enogastronomici, con il 63,4% delle preferenze e da sempre grandi protagonisti dei classici cesti natalizi, insieme, ancora una volta, ai dispositivi tecnologici, scelti dal 44% circa dei rispondenti. In particolare, questa tipologia di doni risulta la più scelta dal segmento 25-34 anni, con oltre il 39% delle preferenze. Per il proprio partner, il 34% del campione sceglie gioielli o articoli di profumeria; tra i giovani Millennial, sceglie questa opzione quasi il 46%. Se si considerano invece gli affetti famigliari, i regali preferiti sono quelli tradizionali, come ad esempio libri e prodotti editoriali (15,9% nel caso di un regalo ai genitori, 17% per i fratelli): i prodotti tecnologici risultano, invece, i prediletti soprattutto per i propri figli, con il 19% delle preferenze, una scelta probabilmente influenzata dall’alta richiesta di console, videogiochi e device tech legati all’intrattenimento. E per gli amici? Per loro soprattutto libri (20% circa) e prodotti enogastronomici (16,4%), idee senza tempo che sono sempre apprezzate e sfruttate appieno da chi le riceve.
Se per i doni enogastronomici (86%) e quelli più preziosi come i gioielli (79,7% del campione) i consumatori italiani preferiscono dedicarsi agli acquisti nei negozi fisici, per la categoria viaggi, e per i regali tech, invece, preferiscono acquistare online, rispettivamente nel 68% e 57,5% dei casi. La tecnologia risulta dunque tra le scelte privilegiate dai consumatori italiani quando si tratta di regali natalizi.
Sono tanti i dispositivi tra cui è possibile scegliere per un gradito regalo a sè o agli altri, ma tra questi il preferito in assoluto è sempre lo smartphone, che raccoglie oltre il 52% delle preferenze. Iniziare il nuovo anno con un alleato tecnologico sempre in tasca rappresenta certamente una forte motivazione, ma anche la smart TV (41% circa) presenta un forte appeal, soprattutto per il target 35-44 anni, con il 49,3% delle preferenze. Tra i dispositivi per la cura della casa, invece, il robot aspirapolvere vince su tutti (26,9%), specie per la fascia d’età 45-54, che dichiara di pianificarne l’acquisto in oltre il 30,5% dei casi: segue inoltre la lavatrice/asciugatrice smart, ricercata dal 18,9% del campione analizzato e in particolare, a sorpresa, dalla Generazione Z, con il 25,5% delle preferenze. Quanto al budget, il 34% degli italiani dichiara di arrivare a investire tra i 200 e i 400 euro per soddisfare i desideri a sfondo tecnologia; solo il 7,7% spende tra i 600 e i 1.000 euro e il 5,9% si impegna con cifre superiori ai 1.000 euro. Quest’ultima tendenza risulta particolarmente rilevante nel target 35-44 anni, che risultano concordi nell’11% dei casi.
(ITALPRESS).

Ricerca Samsung, il mondo del gaming non coinvolge solo i giovani

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Non più esclusivo appannaggio di giovani e giovanissimi: quella per il gaming è una passione ormai sempre più trasversale. Lo certifica Samsung Italia in collaborazione con GWI, Istituto di ricerche di mercato specializzato in “digital consumer behaviour”. Insieme hanno elaborato un nuovo Trend Radar che indaga come le preferenze in ambito gaming si siano evolute in Italia, fino a coinvolgere un target sempre più ampio e diversificato. Una ricerca su un campione di 570 utenti attivi sul web di età compresa tra i 16 e i 64 anni fatta attraverso questionari online.
La pandemia ha rappresentato un importante cambiamento: il 23,7% del campione preso in esame afferma infatti di dedicare al gaming maggiore tempo di quanto non facesse. Un dato che acquista ancora più importanza nel segmento 16-24 anni, che esprime questa preferenza nel 33,6% dei casi.
Riguardo alle tempistiche di consumo dei prodotti gaming, la ricerca Samsung dice che il 29,5% del campione totale afferma infatti di giocare ai videogiochi 2-3 volte a settimana. Mentre chi gioca tutti i giorni è il 27,8% del target maschile e il 20,5% di quello femminile. Il momento della giornata preferito per giocare è la sera dalle 19 alle 22, alemo per circa il 25% del campione analizzato. Ancor più per il target 25-34 (oltre il 31%), seguito dal 29,8% della fascia 45-54. C’è comunque una spiccata preferenza a concentrare gli appuntamenti con la propria console nel fine settimana, il sabato e la domenica. Entrambi questi giorni sono oltre il 47% delle preferenze.
Le sessioni di gioco restano soprattutto un momento privato: oltre il 51% infatti preferisce giocare da solo. Contro il 16,3% di chi dichiara di preferire giocare online in compagnia. Sono soprattutto le donne (52,9%) a preferire un’esperienza gaming solitaria, in particolare nella fascia d’età 35-44 con il 57,6% delle preferenze.
Diverso il discorso per le attività collegate al gaming: molti infatti fanno altro per l’esperienza più divertente e rilassante. Il 25,8% dei rispondenti ama infatti ascoltare musica. Così come mangiare e bere, rispettivamente con il 23% e il 21% delle preferenze.
Tra i prodotti giudicati essenziali per il gaming ci sono mouse e tastiere adeguate, rispettivamente per il 22% e il 20% dei rispondenti circa. La novità in crescita però è la scelta verso le sedie da gaming, con il 21,9% delle preferenze.
Tra i prodotti gaming posseduti invece si registra una cospicua preferenza per smartphone e tablet (62,2%). Soprattutto nelle fasce d’età più mature (45-54 e 55-64 anni). Al secondo posto si posiziona la combinazione Tv (60,9%) e console (47%), soprattutto per il segmento 25-34, quello affezzionato alle console. Al terzo ci sono i monitor da gaming e quindi in generale il PC, con il 48% circa delle preferenze.
Oltre il 42% del target complessivo analizzato da Samsung nel mondo gaming è d’accordo nell’affermare che dedicarsi ai videogiochi è una forma di intrattenimento. E quindi è assimilabile alla scelta di seguire una serie TV, guardare un film o leggere un libro. Il 36,8% del campione analizzato dichiara inoltre di sentirsi rilassato quando gioca e che i videogiochi rappresentano una forma di sfida verso se stessi (33% circa).
Il pubblico italiano infine prende nel contempo le distanze dal fenomeno di assuefazione. Infatti il 20% circa di chi ha risposto non ritiene che il gaming sia fondamentale nella propria vita.
(ITALPRESS).

L’Inferno di Dante diventa 3D con la realtà virtuale

FIRENZE (ITALPRESS) – L’inferno dantesco diventa tridimensionale e arriva al Museo Casa di Dante a Firenze, per chiudere l’anno dedicato alle celebrazioni del Poeta con un appuntamento che ne celebra la grandezza e l’attualità attraverso la tecnologia del cinema in Realtà Virtuale.
Fino all’8 dicembre, infatti, il Museo offrirà la possibilità di vedere attraverso gli appositi visori “La Divina Commedia VR: l’Inferno, un viaggio immersivo”, il cortometraggio in Realtà Virtuale realizzato da ETT, industria digitale creativa che per il Museo ha curato il nuovo allestimento e il Virtual Tour. Nell’occasione della chiusura dell’anno dantesco, Ett vuole offrire ai visitatori un’esperienza emozionale di grande suggestione e qualità.
L’evento di presentazione del cortometraggio ha visto la partecipazione di Cristina Manetti, Presidente del Museo, Tullia Carlino responsabile attività museali ed eventi e Angela Spinella responsabile amministrativo – gestionale. Interverranno anche Giovanni Verreschi, Amministratore Delegato di Ett, e Adele Magnelli, responsabile del progetto cinematografico Dante in 3D
Per la prima volta il cortometraggio, della durata di circa 7 minuti, accompagnato dalla voce di Francesco Pannofino, viene presentato in una sede museale.
Durante l’anno che ha celebrato il sommo Poeta, infatti, il film è stato proposto con grande successo nei più prestigiosi contesti dedicati alla didattica e alle nuove tecnologie (Didacta, Salone Orientamenti, CHNT, MEET, BTO); nell’ambito di Festival cinematografici (Marateale, Festa del Cinema di Roma), ma non ancora in un contesto museale.
A 700 anni dalla morte di Dante Alighieri ETT, leader nelle soluzioni immersive del patrimonio culturale italiano e internazionale, in associazione con West 46th Films S.r.l, ha reso possibile varcare la soglia dell’Inferno dantesco e far vivere allo spettatore le atmosfere della Cantica nei panni del poeta stesso.
La produzione deve la sua efficacia espressiva all’integrazione di computer grafica e riprese cinematografiche in Realtà Virtuale, attraverso le quali è possibile vivere un’esperienza coinvolgente e immersiva.
ETT ha realizzato l’intera produzione in Computer-Generated Imagery (CGI) Animation, a partire da un accurato studio e selezione dei versi della Divina Commedia e realizzando uno storyboard strettamente connesso ad essi, al quale è seguito un lungo lavoro di ideazione, progettazione e realizzazione di modelli animati in 3D.
Regia e sceneggiatura sono di Federico Basso, Alessandro Parrello ha curato le riprese live. L’esperienza dello spettatore viene arricchita e potenziata da una particolare attenzione al sound design, con le musiche originali di Marco Morini.
Il Museo Casa di Dante ha trovato nella tecnologia messa in campo da ETT nuovi spunti narrativi e nuove opportunità di conoscenza ed interazione con il pubblico nell’allestimento interattivo e nelle nuove modalità di fruizione da remoto delle sale.
Il Virtual Tour, infatti, ha ottenuto moltissime visualizzazioni nella pagina del sito del Museo ad esso dedicata e, durante il difficile periodo pandemico, ha consentito le visite a distanza, in autonomia o accompagnati online da una guida esperta, camminando “virtualmente” tra le stanze in 3D e selezionando i contenuti da approfondire negli hot spot durante il percorso.
Cristina Manetti, Presidente del Museo Casa di Dante, sottolinea: “Sono trascorsi 700 anni dalla morte di Dante, il poeta che ha inventato la lingua italiana e ha disegnato con le sue parole i tre mondi ultraterreni, consentendoci di poterli immaginare e vedere davanti ai nostri occhi, come se fossero reali e palpabili, con le loro fiamme e la loro soavità. Adesso, grazie a tecnologie all’avanguardia, tutto questo sarà ancora più suggestivo avendo la possibilità di immergersi in uno scenario infernale percepito come reale. Una bella occasione natalizia che ci offre Ett per salutare questo anniversario dantesco”.
Giovanni Verreschi, AD di ETT commenta: “Dante torna “a Casa” come protagonista di un film che utilizza nuovi linguaggi espressivi, grazie all’attualità della sua opera e alla potenza della sua visione creativa. La Realtà Virtuale è al servizio delle atmosfere e della narrazione della Commedia: riprese live, post-produzione video, computer grafica e animazione 3D si fondono tra loro e rendono avvincenti e fruibili i registri narrativi del Poeta anche al pubblico dei più giovani. Siamo orgogliosi di aver potuto portare al Museo la nostra visione dell’utilizzo della tecnologia nell’ambito culturale, dall’allestimento che interattivamente conduce il visitatore all’immedesimazione con Dante poeta e uomo del suo tempo al Virtual Tour che ha permesso di proporre un modo diverso di fruire in 3D le sale museali anche da remoto. Con “La Divina Commedia in VR” l’immedesimazione del pubblico con il Poeta raggiunge un livello immersivo assoluto, con un nuovo modo di assimilare suoni e figure del mondo che lui ha immaginato e vivere la discesa agli Inferi assumendo il suo sguardo”.
(ITALPRESS).