MILANO (ITALPRESS) – Dalla terrazza della sua sede milanese, Amazon presenta un nuovo dispositivo che promette di far iniziare la giornata con il sorriso. Arriva sul mercato Echo Spot, la sveglia intelligente nera, bianca o blu che può adattarsi all’arredamento della camera da letto grazie a un’ampia scelta di quadranti personalizzabili di colore arancione, viola, magenta, lime, verde e blu.
Pensato per simulare il risveglio mattutino, l’evento organizzato da Amazon ha avuto come protagonista il device e le azioni che ruotano attorno ai primissimi minuti dopo essersi alzati dal letto. Tra gli otto minuti di morning routine raccontati dalla personal trainer Noemi Missaglia, l’ascolto dell’oroscopo preparato da Luigi Torres e un’abbondante colazione curata dal team di Ernst Knam, la giornata che inizia con la musica soft impostata con Echo Spot vuole far partire con il piede giusto chi sa già di dover fare i conti con lo stress del lavoro, ricordando a chiunque di ritagliarsi anche solo pochi momenti per sè stesso. Inoltre il nuovo dispositivo vuole rendere a portata di mano tutto ciò che conta di più: è possibile impostare sveglie personalizzate e promemoria, chiedere le previsioni del tempo e avere titoli di canzoni a colpo d’occhio sul display touchscreen a illuminazione graduale. Tra le altre caratteristiche del device, c’è l’altoparlante direzionale che offre un suono vibrante, mentre sul fronte della tutela della privacy c’è un pulsante per disattivare il microfono e la possibilità di visualizzare ed eliminare le registrazioni vocali.
A illustrare funzioni e peculiarità del nuovo Echo Spot è Manuela Amerio, Senior Product Manager di Alexa International: “La presenza di uno schermo a colori ci permette di di offrire una serie di animazioni e grafiche che accompagnano l’utilizzo di Echo Spot ricorrendo sempre al sistema Alexa. Ci sono anche degli easter egg che compaiono quando gli utenti interagiscono di più con la personalità di Alexa, per esempio quando le dicono che le vogliono bene o le chiedono come sta. Inoltre si tratta di un dispositivo che interagisce con i device per case intelligenti compatibili. Possiamo quindi immaginare di usare Echo Spot per accendere o spegnere le luci e regolare il termostato, per esempio. Nel 2023 ci sono stati 2,5 miliardi di interazioni nell’ambito della casa domotica”.
Non solo: è anche possibile chiedere all’assistente vocale di effettuare chiamate audio ai propri cari su altri dispositivi con integrazione Alexa, fare annunci in casa o utilizzare la funzione Drop In su altri dispositivi, oltre alla possibilità di ricevere avvisi e audio dal proprio citofono smart compatibile. Tutte funzioni attivabili restando comodamente sdraiati a letto.
Al di là del lancio sul mercato del nuovo Echo Spot, i device con sistema Alexa sono ormai diffusissimi: si stima che in tutto il mondo ce ne sia oltre mezzo miliardo. Dei numeri in Italia, invece, parla Manuela Amerio: “Dal primo arrivo nel nostro Paese, nell’ottobre del 2018, Alexa ha registrato 28 miliardi di interazioni complessive. Di queste, undici sono state registrate solo lo scorso anno, che ha visto anche 54 milioni di liste della spesa e promemoria, oltre a 1,4 miliardi tra timer e sveglie. Nel corso di questo quinquennio sono state poi riprodotte 1,3 miliardi di ore di musica in streaming”. “C’è un dato che ci piace sempre ricordare – afferma ancora Manuela Amerio – Lo scorso anno, i clienti italiani hanno detto otto milioni di volte “Alexa, ti voglio bene””.
-foto ufficio stampa Amazon –
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Amazon lancia sul mercato la sveglia intelligente Echo Spot
Amazon e Regione Puglia insieme per la digitalizzazione delle Pmi
LECCE (ITALPRESS) – Un protocollo d’intesa tra Regione Puglia e Amazon per incentivare la digitalizzazione commerciale delle piccole e medie imprese pugliesi. Amazon lo ha presentato a Lecce, durante un incontro che ha visto la presenza tra gli altri di Mariangela Marseglia, vice presidente & country manager di Amazon Italia e Spagna, e Alessandro Delli Noci, assessore allo Sviluppo economico della Regione Puglia. L’obiettivo, come ricordato dalla Marseglia, è offrire alle piccole e medie imprese pugliesi – “al momento sono 1700 quelle già iscritte ad Amazon” – la possibilità di raggiungere mercati esteri, aumentando in maniera significativa l’export. Un effetto che andrebbe inevitabilmente a ricadere anche sui fatturati delle imprese nel settore delle esportazioni, che in Puglia tocca i 50 milioni di euro. “Dobbiamo capire che Amazon e in generale il digitale – ha aggiunto Delli Noci – non sono un rischio per il commercio di prossimità, anzi un’occasione importante di crescita. E lo dimostrano le imprese che hanno accolto questa innovazione”. “La presenza a Bitonto, nel Barese – ha ricordato Marseglia – di un centro operativo è un elemento importante, perchè fa da hub per tutta l’area pugliese”.
Amazon Italia, in occasione di Prime Day – il 16 e 17 luglio saranno disponibili su Amazon.it centinaia di migliaia di offerte su un’ampia selezione di prodotti – porta nella provincia di Lecce anche una serie di iniziative. Per celebrare in grande stile la decima edizione di Prime Day e raccontare i benefici inclusi nell’abbonamento Prime, quest’anno Amazon festeggia insieme ai propri clienti in Italia con Prime Day Festival, un grande evento aperto al pubblico che si svolgerà da venerdì 12 luglio a domenica 14 luglio in Puglia, tra la città di Lecce e la spiaggia di Otranto. Svariate le attività in programma per i visitatori che avranno la possibilità di vivere una vera e propria esperienza Prime tra showcase musicali ed eventi culturali con ospiti esclusivi, sport, intrattenimento, animazione per i più piccoli e molto altro ancora, mentre si godono l’estate immersi nelle meraviglie artistiche e paesaggistiche del Salento.
– foto ufficio stampa Amazon –
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Samsung, tra IA e tecnologia indossabile al Galaxy Unpacked
PARIGI (ITALPRESS) – Con la presentazione della serie Galaxy Z, Samsung inaugura un nuovo capitolo di Galaxy AI che si avvale del formato pieghevole più versatile e flessibile che consente una gamma di esperienze in mobilità uniche. In occasione dell’evento Galaxy Unpacked di Parigi, l’azienda sudcoreana ha annunciato i nuovi Galaxy Z Fold6 e Galaxy Z Flip6, insieme ai Galaxy Buds3 e Galaxy Buds3 Pro.Galaxy AI sfrutterà l’esperienza pieghevole in modo intelligente per dare inizio a una nuova era della comunicazione, della produttività e della creatività.
“La lunga storia di innovazione di Samsung ci ha permesso di diventare leader nel settore mobile, dapprima creando il design pieghevole e, in seguito, inaugurando l’era dell’AI mobile. Adesso, siamo entusiasti di unire queste due tecnologie in modo complementare e offrire nuove possibilità per gli utenti in tutto il mondo”, ha dichiarato TM Roh, President and Head of the Mobile eXperience Business di Samsung Electronics. “I nostri dispositivi pieghevoli soddisfano le esigenze uniche di ogni utente; da oggi Samsung offrirà loro un’esperienza unica, potenziata da Galaxy AI”.
L’Assistente Note su Samsung Notes offre la possibilità di usufruire, in maniera facile e veloce, di traduzioni, riassunti e formattazione automatica per gli appunti delle riunioni. Inoltre, una nuova funzione di trascrizione incorporata consente la riproduzione per iscritto, la traduzione e il riassunto delle registrazioni vocali direttamente in Note.
Dallo scatto della foto all’editing fino alla visualizzazione, ProVisual Engine, basato sull’intelligenza artificiale di Galaxy Z Fold6, porta la creatività a un livello superiore. L’esperienza di editing avanzata con Assistente Foto sul grande schermo aiuta
a creare in maniera semplice contenuti di livello professionale.
Con la potenza di Galaxy AI, la serie Galaxy Buds3 offre una nuova esperienza di comunicazione. Se si sta frequentando un corso in una lingua straniera, è possibile attivare Interprete in modalità Ascolto su Galaxy Z Fold6 o Flip6 con la serie Galaxy Buds3 collegata alle orecchie. Questa funzione permette, per esempio, di ascoltare la lezione tradotta direttamente attraverso gli auricolari, rimuovendo le barriere linguistiche.
Samsung Electronics ha annunciato anche i nuovi Galaxy Ring, Galaxy Watch7 e Galaxy Watch Ultra.
Queste nuove integrazioni alla gamma di dispositivi indossabili sono al centro della visione di Samsung che prevede che Galaxy AI migliori la salute digitale, offrendo approfondimenti personalizzati ed esperienze su misura per una comprensione più completa del proprio stato di salute e benessere. Galaxy Ring offre un approccio diretto al benessere, fornendo un monitoraggio e tracciamento dello stato di salute e approfondimenti personalizzati indossando il dispositivo al dito anche mentre si dorme. “Le ultime novità del nostro portafoglio di indossabili integrano le tecnologie e le innovazioni più avanzate di Samsung, consentendo di assumere il controllo della propria salute e del proprio benessere con soluzioni di assistenza sanitaria preventiva”, ha dichiarato TM Roh, President and Head of Mobile eXperience Business di Samsung Electronics. “L’intelligenza, la guida e le analisi offerti da Galaxy Ring, Galaxy Watch7 e Galaxy Watch Ultra aiuteranno gli utenti a trasformare i dati in approfondimenti significativi e a creare una nuova era di esperienze di monitoraggio della salute intelligenti”.
Partendo dal sonno, il fattore alla base del benessere, Galaxy Ring offre la migliore analisi del sonno di Samsung e un potente algoritmo di intelligenza artificiale del riposo per aiutare l’utente a comprendere facilmente i propri ritmi del sonno e a sviluppare abitudini migliori.
Galaxy Watch7 motiva gli utenti a creare giornate più sane con ancora più funzioni a supporto del benessere quotidiano.
Un sensore BioActive migliorato offre una maggiore precisione, che consente agli utenti di comprendere meglio se stessi grazie a letture complete.
Grazie al nuovo pulsante rapido, gli utenti possono avviare e controllare istantaneamente gli allenamenti e mappare altre funzioni in base alle proprie esigenze.
-foto ufficio stampa Samsung-
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Innovazione e agricoltura a Fieragricola Tech
VERONA (ITALPRESS) – Innovazione e agricoltura si incontrano a Veronafiere per la quarta edizione di Fieragricola Tech, l’evento verticale in programma il 29 e 30 gennaio 2025, che grazie alla formula consolidata dell’Expo-conference permette di coniugare aree espositive e spazi per la formazione smart dedicata all’impresa agricola, agli allevatori, viticoltori, frutticoltori, olivicoltori, agli agronomi, agrotecnici, imprenditori agromeccanici, ingegneri agrari, professionisti delle energie rinnovabili da fonte agricola, centri di ricerca, associazioni, istituzioni. Con tale investimento strategico, Veronafiere consolida il proprio posizionamento nel mercato degli eventi nazionali di promozione del settore agricolo, confermando i due format organizzativi ormai noti agli espositori e operatori: Fieragricola, rassegna internazionale di 4 giorni negli anni pari; Fieragricola Tech, expo-conference nazionale di 2 giorni negli anni dispari. Fieragricola Tech 2025 è stata presentata agli stakeholder nei giorni scorsi a Verona (da fine luglio saranno aperte le iscrizioni per gli espositori), con gli interventi dell’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese, dell’Event manager di Fieragricola, Matteo Pasinato, e dei partner editoriali che contribuiranno ad alimentare convegni, approfondimenti, dibattiti e tavole rotonde: Edagricole (rappresentata dal direttore Eugenio Occhialini), L’Informatore Agrario (rappresentata dal direttore Antonio Boschetti), Image Line (rappresentata dal ceo Ivano Valmori), ma anche Qualenergia, Cib (Consorzio Italiano Biogas) e Aias (Associazione italiana agrivoltaico sostenibile). L’incontro ha visto la presenza anche del nuovo direttore generale di Veronafiere, Adolfo Rebughini.
Cinque, in particolare, i focus sui quali si concentra la manifestazione. Digitalizzazione in agricoltura, robotica, smart irrigation, energie rinnovabili, biostimolanti e sistemi di biocontrollo, settori in espansione trascinati da esigenze di sostenibilità economica, ambientale e sociale, dalla necessità di fronteggiare le difficoltà legate alla carenza di manodopera qualificata e dall’obbiettivo di utilizzare i dati per migliorare tracciabilità e sicurezza alimentare.
“Per restare competitivi e fornire un format fieristico sempre più rispondente alle esigenze di business delle aziende e degli operatori nostri clienti, oggi è necessario puntare su rassegne dal forte valore innovativo che guardino a integrazioni sempre più strette con il mondo del digitale, dell’Intelligenza Artificiale, analisi dati e robotica: ecco spiegato il focus di Fieragricola Tech”, ha dichiarato l’Ad di Veronafiere, Maurizio Danese.
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– Foto: ufficio stampa Veronafiere –
Ricerca Samsung, tecnologia alleata del benessere per 7 italiani su 10
MILANO (ITALPRESS) – In occasione della giornata dedicata alla cura di sè, l’International Self-Care Day che si celebra il 24 luglio, Samsung presenta il nuovo Trend Radar, un filone di ricerche che l’azienda sviluppa insieme a Human Highway – istituto di ricerche di mercato specializzato nell’analisi dei cambiamenti nelle relazioni umane prodotti dalle tecnologie e dal digitale e che fotografano il rapporto degli Italiani con i nuovi trend digitali. In questo nuovo capitolo l’indagine si concentra sul rapporto tra benessere e tecnologia.
L’indagine rivela un atteggiamento per lo più propenso alla cura di sè nel quotidiano, tanto che il 64% del campione cerca il più possibile di occuparsi del proprio benessere, nonostante gli impegni e per ben il 27% questa è un’autentica priorità. Sono in particolare i Millennials e la Gen Z (entrambi 30%) a mettere al primo posto il benessere, a testimonianza di una maggiore attenzione da parte della fascia d’età dai 44 anni in giù.
Come strumento per prendersi cura di sè entra in scena la tecnologia, vista in generale come un facilitatore per raggiungere il proprio benessere: nel 70% dei casi riferendosi al benessere fisico e nel 64% come supporto per il mental wellbeing. A credere nel binomio benessere-tecnologia sono soprattutto gli uomini, con un distacco di ben dieci punti percentuali sulle donne. Dal punto di vista generazionale, tutti sono d’accordo sull’importanza della tecnologia per favorire la cura del proprio corpo, mentre per quanto concerne il benessere mentale, il trend è guidato dai più giovani: sono infatti Millennials (68% riferendosi al benessere mentale e 70% fisico) e Gen Z (65% benessere mentale e 72% fisico) a sostenere che la tecnologia sia d’aiuto per questo scopo.
Calandoci nelle specifiche situazioni in cui la tecnologia può aiutare il raggiungimento del benessere, emergono diversi scenari.
Quando si parla di attività fisica, la tecnologia è fondamentale in quanto consente di abbinarvi l’ascolto della musica (34%), discorso che vale in particolare per la Gen Z (42%), seguito dal monitoraggio dell’attività attraverso i wearables (34%), importante soprattutto per i Millennials (39%). Chiude la top 3 la possibilità di tenere traccia dei propri traguardi (32%). Al quarto posto emerge il monitoraggio del battito cardiaco (28%) e l’avere un device che ricorda di non essere troppo sedentari, invitando al movimento: anche questo aspetto risulta più significativo per gli uomini che per le donne (30% vs 23%).
La tecnologia rappresenta anche un importante supporto nella sfera psicologica ed emotiva, come facilitatore nelle relazioni sociali e nel vivere le proprie passioni, e proprio in questi ambiti la Gen Z dichiara di essere la più “tecnologica”. Se è indiscutibile il loro ruolo chiave per restare in contatto con amici e persone care (39%) – con un testa a testa fra i due estremi generazionali, Boomer (47%) e Gen Z (45%) – i dispositivi tech sono molto utili per infondere buonumore attraverso l’ascolto dei brani del cuore (37%) ma anche per suggerire i film e le serie più rispondenti ai propri gusti (30%). Qui, ancora una volta gli uomini hanno percentuali più alte rispetto alle donne, soprattutto per quanto riguarda i videogiochi e giochi in rete. Proprio il gaming inteso come evasione che permette di rilassarsi e ricaricare le batterie, dal punto di vista generazionale registra una forte impennata nella Gen Z (33%) andando a calare al crescere dell’età.
La tecnologia è al nostro fianco anche a fine giornata, dopo impegni di lavoro, tempo speso in famiglia e hobby, per aiutarci a scaricare la tensione con la meditazione o abbandonarci ad un buon sonno: ricerca di brani di sottofondo per favorire il relax e tracciamento del sonno tramite smartwatch sono le attività in cui la tecnologia gioca un ruolo fondamentale per il 26% degli intervistati. Sono in particolare gli uomini (28%) e, dal punto di vista generazionale, la Gen Z (28,5%) a tracciare il proprio sonno attraverso lo smartwatch o a configurare le giuste ore di sonno con un taglio personalizzato (26%) sul proprio device.
La partita del benessere si gioca inoltre fra i fornelli, infatti poter contare su elettrodomestici che ottimizzino i tempi di realizzazione delle ricette e che favoriscano la praticità, costituiscono un elemento ritenuto vincente per il 38% del campione, mentre il 32% apprezza il poter avere informazioni utili ad un’alimentazione più consapevole e il 27% utilizza modalità di cottura più sane grazie a elettrodomestici di nuova generazione. Lo spaccato di genere rileva quanto siano gli uomini (39% vs 29%) i maggiori utilizzatori di dispositivi per trovare dati e suggerimenti che li guidino verso scelte alimentari più salutari.
L’uso di elettrodomestici che semplificano la vita è apprezzato a tutte le età, infatti, il 40% dei Millennials conferma di usarli, seguiti da Gen Z ed X a pari merito (37%) e infine Boomer (36%). Le funzionalità più apprezzate sono: informazioni per un’alimentazione più consapevole con un trionfo dei Boomer (39%), seguiti da Gen Z (34%), Generazione X (32%) e Millennials (29%); modalità di cottura sana per il 34% dei Boomer, il 28% della Generazione X, il 25% della Gen Z e il 24% dei Millennials; conservazione ottimale dei cibi (33% Gen Z, 31% Boomer, 23% Generazione X, 26% Millennials); e creazione di piani alimentari personalizzati per il 25% dei Millennials, il 16% di Gen Z e Gen X e il 14% dei Boomer.
Spostandoci dalla cucina al benessere legato alla pulizia e all’ordine dell’ambiente domestico grazie alla tecnologia, per il 52% degli intervistati è importante avere elettrodomestici efficienti dal punto di vista dei consumi energetici: una centralità che cresce con l’aumentare dell’età e si impenna (62%) tra i Boomer. Segue per importanza l’avere elettrodomestici più funzionali e intuitivi (44%) e dispositivi che si possano attivare da remoto (35%), un aspetto leggermente più importante per i Millennials (37%) che per la Gen Z (35%).
A livello generale, il dispositivo che risulta più di aiuto per perseguire uno stato di benessere è lo smartphone (68%), il cui primo posto mette d’accordo tutte le generazioni, seguito a grande distanza da PC/computer (38%) e dallo smartwatch (23%). Il Trend Radar smentisce inoltre il luogo comune degli uomini davanti al TV: sono in realtà le donne (22%vs18%) a preferirlo e percepirlo come un dispositivo utile al raggiungimento del benessere quotidiano.
Cosa succederebbe se dovessimo stilare una classifica fra gli elettrodomestici più utili per generare benessere attraverso una gestione della casa senza pensieri? Dall’indagine svolta da Samsung, la medaglia d’oro spetta alla lavatrice (48%), l’argento al frigorifero (38%) e il bronzo alla lavastoviglie (28%).
– foto ufficio stampa Samsung –
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Osservatorio PoliMi, quasi 2 mld la spesa digitale dei professionisti
MILANO (ITALPRESS) – Nel 2023 avvocati, commercialisti e consulenti del lavoro italiani hanno investito complessivamente 1,888 miliardi di euro in tecnologie digitali, +7% rispetto al 2022, con previsioni di ulteriore crescita nel 2024, che dovrebbero portare la spesa digitale a quasi 2 miliardi di euro nell’anno in corso (1,982 miliardi di euro, +5% rispetto al 2023). A investire più in tecnologia si confermano gli studi multidisciplinari, con una spesa media di 25.100 euro, seguiti a distanza dai consulenti per il lavoro (12.900 euro), dai commercialisti (12.100 euro) e infine dagli avvocati, con investimenti medi di 9.500 euro. Nel dettaglio, il 41% degli studi multidisciplinari investe più di 10.000 euro e il 37% tra 3mila e 10mila euro. Tra i consulenti per il lavoro, il 31% più di 10mila e il 38% tra 3 e 10mila. Il 23% dei commercialisti investe più di 10mila euro, il 37% tra 3 e 10mila. Solo l’8% degli avvocati spende più di 10mila euro, il 35% tra 3 e 10mila euro. Anche sul fronte della reddittività la categoria legale è quella più in sofferenza: il 40% registra una diminuzione del reddito nell’ultimo biennio, contro il 28% dei commercialisti, il 24% dei consulenti per il lavoro e il 27% dei multidisciplinari.
Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale della School of Management del Politecnico di Milano, presentata oggi durante il convegno “Professionisti, qualcuno con cui correre”.
L’intelligenza artificiale non è ancora compiutamente entrata tra i professionisti, che pure manifestano grande interesse. Oltre l’80% degli studi si sta documentando sulla tecnologia, tra il 5% e il 7% sta valutando lo sviluppo di progetti con altri colleghi e tra il 3% e l’8% è passato all’azione, avviando progetti, con l’ausilio di consulenti esterni o insieme ad altri partner di business (la propensione ad avviare progetti è maggiore tra gli studi di medie e grandi dimensioni). Commercialisti, consulenti del lavoro e studi multidisciplinari grazie all’AI vorrebbero soprattutto rendere più efficiente la compilazione e la redazione di documenti e atti, automatizzando le attività ripetitive (tra il 70% e il 72%), mentre gli avvocati al primo posto mettono l’aggiornamento su normative e novità del settore, utilizzando sistemi di ricerca e monitoraggio delle fonti giuridiche (55%).
Per commercialisti, consulenti del lavoro e studi multidisciplinari la prima preoccupazione per il futuro è la difficoltà di trovare personale adatto alle esigenze dello studio, al secondo posto ci sono il passaggio generazionale e la necessità di aumentare le dimensioni dello studio, ritenute inadeguate anche dagli avvocati. Al terzo posto, per commercialisti, consulenti del lavoro e studi multidisciplinari, c’è la difficoltà di far percepire l’utilità di nuovi servizi alla clientela. Per gli avvocati, invece, la principale preoccupazione è la capacità di elaborare da soli una nuova visione di studio, ma anche la difficoltà di trovare interlocutori con cui sviluppare collaborazioni stabili e la disponibilità di risorse finanziarie da investire in tecnologie evolute.
“Il progresso tecnologico e gli obiettivi di transizione digitale e green avranno un impatto crescente sul mondo professionale, che deve agire in fretta su modelli organizzativi, relazionali e di business per adeguarsi ai nuovi paradigmi e produrre nuovo valore per la clientela – afferma Claudio Rorato, Responsabile scientifico e Direttore dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale -. Per avvocati, commercialisti, consulenti del lavoro e studi multidisciplinari è il momento di correre, per accelerare il livello di digitalizzazione e sostenibilità, sia all’interno delle loro organizzazioni che nel trasferimento alle aziende clienti, fondamentale per supportare le imprese italiane nel processo di cambiamento”.
“La ricerca conferma alcune tendenze degli scorsi anni nella diffusione delle tecnologie digitali negli studi professionali – spiega Francesca Parisi, Ricercatrice dell’Osservatorio Professionisti e Innovazione Digitale -: le soluzioni verticali, tipiche di ciascuna professione sono ormai presenti in più di 8 studi su dieci, ma le restanti tecnologie al massimo nel 50%, quelle avanzate in rari casi, con l’eccezione dei grandi studi, che hanno un portafoglio tecnologico ampio e diffuso. La scarsa diffusione tecnologica è il riflesso di processi lavorativi assestati sui modelli tradizionali, che puntato più sull’ammodernamento dei servizi tradizionali che sull’introduzione di nuove aree di servizio”.
Nel patrimonio informatico, i software per la gestione della contabilità e paghe, per il processo civile telematico, i sistemi di fatturazione elettronica e i sistemi di videochiamate sono presenti nei diversi studi con percentuali oltre l’80%, le restanti tecnologie censite al massimo nel 50%, raggiungendo il minimo in quelle evolute come CRM, business intelligence, AI, workflow.
Tra gli avvocati, solo fatturazione elettronica (88%) e servizi di videochiamata (74%) sono diffusi massicciamente, le altre tecnologie raggiungono meno di uno studio su 2. La conservazione digitale a norma è al 43%, il sito web al 41%, le reti VPN al 32%. Le tecnologie più evolute – CRM, business intelligence, intelligenza artificiale e blockchain – restano ai margini, diffuse tra il 3% e il 7% delle realtà.
Per i commercialisti, ad eccezione del software per la gestione della contabilità e della fatturazione elettronica, presenti rispettivamente nell’88% e nell’87% degli studi, e dei sistemi per le videochiamate, nel 73%, tutti gli altri applicativi oggetto della ricerca sono adottati da meno del 44% degli studi. 37% per la conservazione digitale a norma, solo il 35% utilizza piattaforme di eLearning, solo il 31% un portale per la condivisione documentale con i clienti.
I consulenti del lavoro hanno più tecnologie al di sopra del 50%, segno di un percorso digitale che continua ad arricchirsi: oltre alla procedura paghe (94%, riconducibile all’attività prevalente), sono molto presenti la fatturazione elettronica (82%) e la procedura per la contrattualistica (74%). La rete VPN è al 49%, il sito Web al 44%, mentre le tecnologie più evolute oscillano tra l’1% e l’8%.
Negli studi multidisciplinari, le tecnologie diffuse dal 50% in su comprendono la gestione della contabilità (87%), procedura paghe (74%), rete VPN (57%), sito internet (50%). Le tecnologie più evolute, CRM, business intelligence, intelligenza artificiale e blockchain, oscillano tra il 3% e il 10%.
Nei grandi studi (organico dalle 30 persone in su) più della metà degli applicativi oggetto della ricerca sono diffusi in almeno metà degli studi. Sito web dello studio, videochiamata, fatturazione elettronica e software per la gestione della contabilità sono presenti in 9 studi su 10. Rete VPN, procedura paghe, rilevazione presenze e portale per la condivisione dei documenti con i clienti, in 7 studi su 10.
Gli studi professionali devono fare ancora molta strada sul fronte della sostenibilità ambientale. L’80% sta agendo sulla riduzione del consumo di carta, il 60% sul riciclo dei rifiuti e dei materiali, il 30% sul risparmio energetico, Ma lo smart working è diffuso solo tra il 20 e 30% degli studi, le policy per stimolare comportamenti virtuosi tra il 5% e il 10%, i programmi di certificazione per la sostenibilità ambientale appena tra il 2% e il 4%. Lo stesso può dirsi per la sostenibilità sociale nelle sue diverse articolazioni: tra il 45% e il 58% degli studi professionali delle diverse professioni non ha attivato alcuna azione in questo campo, le policy per il welfare oscillano tra il 24% e il 45% e quelle per la parità di genere tra il 16% e il 29%, ma le restanti articolazioni (gestione diversità e inclusione sociale, whistleblowing, attività sociali, sensibilizzazione sui principi ESG) raggiungono pochi punti percentuali o, al massimo, il 20% nella categoria legale.
Anche nel 2023 e nei primi mesi del 2024, gli studi professionali si confermano tra i principali soggetti con cui le piccole e medie imprese italiane collaborano nei propri progetti di trasformazione digitale: il 34% delle PMI che dichiara di collaborare con soggetti esterni sul tema della digitalizzazione, indica gli studi professionali come interlocutori. Tuttavia, il supporto ha riguardato prevalentemente l’attività amministrativa e, meno, gli aspetti di pianificazione/consulenza. Inoltre, tra le imprese che non si sono rivolte ai professionisti per progetti di trasformazione digitale, oltre l’80% non li ha ritenuti interlocutori idonei sul tema, trascurando anche le loro abilità in termini di formazione al personale.
Nonostante la difficoltà dichiarata nell’individuare nuovo personale adatto alle esigenze dello studio, è elevata la quota di studi che non ha volutamente inserito giovani negli ultimi due anni (circa la metà degli studi legali e di commercialisti, oltre il 30% dei consulenti del lavoro, oltre il 20% dei multidisciplinari). Esaminata a livello dimensionale, la situazione rivela che più del 60% dei micro-studi non ha volutamente inserito giovani negli ultimi due anni; al contrario, il 65% degli studi medi e oltre l’85% degli studi grandi dichiarano di averne inseriti e che, avendo questi giovani confermato le attese, lavorano ancora presso di loro. Non supera poi il 10% la quota di studi che dichiara di aver assunto soggetti con competenze diverse dalla propria professione, mentre è attorno al 15%-25% quella di studi che hanno sviluppato collaborazioni stabili con soggetti con competenze diverse dalla propria.
L’Osservatorio ha assegnato il “Premio Studio Digitale 2024” agli Studi che si sono distinti per capacità innovativa a livello organizzativo e di business attraverso le tecnologie digitali. Quest’anno sono stati assegnati 3 premi e 2 menzioni d’onore. I tre vincitori sono La Scala Società tra Avvocati di Milano con un progetto di servizi legaltech e insurtech, Studio Previti Associazione Professionale di Roma per il progetto Piracy Shield per la lotta alla pirateria degli eventi online e Studio Piscaglia di San Mauro Pascoli (FC) per la digitalizzazione del processo di assunzione e il dialogo diretto con i dipendenti. Menzione d’onore per Studio Micci di Busto Arsizio (VA) per un progetto formativo online e Swing STP SRL di Novara per un progetto sulla verifica dei pacchetti digitali conservati e da conservare. I progetti premiati sono stati valutati secondo l’originalità del progetto, la rilevanza e misurabilità dei benefici, la complessità e l’approccio strategico.
– foto tratta da studio PoliMi –
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Cybersicurezza, da ACN e DIE campagna contro attacchi informatici a PMI
ROMA (ITALPRESS) – “Accendiamo la cybersicurezza. Proteggiamo le nostre imprese”. E’ questo lo slogan della campagna istituzionale a tutela delle Pmi realizzata dall’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza, guidata dal Direttore Generale Bruno Frattasi, e dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria, guidato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alberto Barachini, che insieme l’hanno presentata alla stampa questa mattina presso la Sala Monumentale di Palazzo Chigi. La campagna nasce dall’idea di informare gli operatori economici e i loro clienti dell’importanza di essere preparati per affrontare i rischi cibernetici. In un momento in cui molte attività umane diventano digitali, infatti, si amplia la superficie d’attacco per i cybercriminali e le aziende medio piccole, che non sempre hanno la conoscenza e le risorse necessarie per reagire a questi attacchi, devono imparare a tutelarsi. Una necessità concreta per tutto il Paese, visto che le Pmi sono il tessuto connettivo dell’economia italiana, e un incidente informatico può avere ripercussioni su tutta la filiera del valore della Manifattura e dell’Industria nazionali.
“Costruire la consapevolezza del crescente pericolo dei cyber-attacchi – ha sottolineato Barachini – è uno dei target principali di questa campagna istituzionale. Con il nostro Dipartimento siamo impegnati a fornire a cittadini e imprese le informazioni fondamentali per la tutela della loro vita, sociale ed economica, e della loro produttività. Per questa ragione cerchiamo sempre di realizzare una coerenza di fondo fra tutte le campagne in modo che il Governo possa parlare con un tono di voce comunicativo omogeneo. Il Dipartimento ha lavorato insieme all’Agenzia per la Cybersicurezza alla realizzazione dello spot per mettere a punto un messaggio chiaro, semplice nel quale la creatività sia al servizio del bene comune e della sicurezza del nostro Paese. Questa è solo la prima delle misure contenute nella più ampia Strategia Nazionale per la Cybersicurezza 2022 – 2026 che ci vedrà al fianco dell’Acn. Un’alleanza fondamentale grazie alla quale porteremo avanti anche una missione specifica contro la disinformazione e a tutela dell’integrità del sistema informativo nazionale”. Come ha dichiarato il Direttore dell’ACN, Bruno Frattasi “In vista dell’imminente recepimento della Direttiva NIS 2 che amplierà notevolmente i settori coinvolti, è essenziale che le PMI aumentino il loro presidio di sicurezza riducendo l’esposizione alle minacce informatiche e mitigando gli impatti di eventuali attacchi cyber, al fine di salvaguardare la produttività e gli investimenti fatti”. Dalle analisi effettuate da ACN attraverso il Computer Security Incident Reponse Team, Csirt – Italia, nonchè dalle statistiche ufficiali e dai principali report di settore, gli attacchi informatici ai danni delle PMI, (circa 4,2 milioni di imprese secondo il rapporto Istat 2022) sono in aumento, sia in termini di numerosità che di impatti. In particolare, tra le principali minacce figurano la diffusione di malware e ransomware e l’utilizzo di tecniche di social engineering quali il phishing, che evidenziano il ruolo centrale svolto dal fattore umano. La campagna di comunicazione “Accendiamo la cybersicurezza, proteggiamo le nostre imprese”, sarà veicolata attraverso vari canali, radio, tv, stampa, web, per diffondere una cultura della cybersicurezza a tutti i livelli dell’organizzazione: dirigenti e capi d’azienda, professionisti ICT e dipendenti. La campagna attua la misura #71 della Strategia Nazionale sulla “Promozione della cultura della sicurezza cibernetica”.La campagna si divide in tre step. Tra il 4 e il 18 luglio, la campagna prevede 10 passaggi al giorno dello spot TV sulle reti RAI e diffusione dello spot sui social media DIE e ACN. Prevede, inoltre, la pubblicazione sul sito ACN della pagina promozionale con consigli sulla cybersicurezza delle Pmi distinti per dirigenti, dipendenti, professionisti e fornitori IT.
Dal 15 settembre al 15 gennaio diffusione della campagna social con diversi contenuti nativi. Dal 15 settembre al 30 ottobre ci sarà, invece, una programmazione pubblicitaria dello spot sulle reti televisive commerciali, le radio nazionali e locali, contenuti social di approfondimento con alcuni consigli di cyber hygiene come la protezione dal Phishing, il backup sicuro dei dati aziendali, fino alla gestione sicura delle password.
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eSim sempre più diffuse, per il marketplace Airalo 10 mln di utenti
ROMA (ITALPRESS) – Oggi le eSIM stanno rivoluzionando il modo di connettersi: non solo perchè molto più economiche, ma anche perchè le proposte di pacchetti sono estremamente flessibili e permettono di selezionare la disponibilità di giga e il periodo di validità, anche se per molti rappresentano ancora una tecnologia relativamente nuova. Si può pensare a una eSIM come a una classica scheda SIM ma in formato digitale che consente di scaricare i dati mentre si è in movimento, rendendo la connettività accessibile e anche più rispettosa verso l’ambiente, perchè limita il consumo di plastica per la produzione e l’imballaggio. A differenza della SIM fisica, l’eSIM è integrata nel dispositivo e può essere disattivata in qualsiasi momento, è indipendente dall’operatore abituale – perchè il pacchetto eSIM può essere attivato direttamente una volta atterrato all’estero – e funziona totalmente in modo digitale.
Per tale motivo è nato Airalo, il primo marketplace al mondo di eSIM che ha già conquistato oltre 10 milioni di utenti a livello globale. Airalo consente di scaricare e installare eSIM (schede SIM digitali) integrate sul proprio smartphone che forniscono accesso a pacchetti prepagati di dati, sms e chiamate in oltre 200 destinazioni, per connettersi ovunque nel mondo.
Gli utenti di Airalo durante i propri viaggi all’estero possono accedere al servizio in 53 lingue e connettersi senza limiti di roaming. Si stima che fino ad oggi grazie ad Airalo sono state risparmiate più di 110 tonnellate di plastica – come PVC e altri polimeri – materiali utilizzati per la produzione e l’imballaggio delle SIM tradizionali, l’equivalente approssimativo di una balenottera azzurra o 2 Boeing 737-800 senza passeggeri. Un ulteriore modo per essere più consapevole dell’ambiente circostante e di come salvaguardarlo.
Per ottenere una eSIM di Airalo è possibile visitare il sito o scaricare l’app, selezionare il paese o la regione che si visiterà e scegliere un piano specifico con il giusto limite di dati e il periodo di validità in base alla durata del viaggio. Per attivarla non ci sarà bisogno di aggiungere o cambiare schede SIM fisiche, ma solo un telefono sbloccato e compatibile con eSIM. Esistono tre modi per installare una eSIM Airalo sul dispositivo: installazione diretta tramite app, installazione con codice QR e installazione manuale.
A seconda del pacchetto dati selezionato, e dopo aver installato la eSIM scelta, l’eSIM Airalo si attiverà immediatamente dopo l’installazione o non appena ci si connette a una rete locale a destinazione. Una volta atterrato, sarà necessario selezionare l’eSIM dalle impostazioni dello smartphone e iniziare a navigare. Per disattivare l’eSIM basterà accedere alle impostazioni, selezionare Cellulare o Mobile e cliccare sull’opzione per attivare e disattivare la linea. Per eliminarla basterà selezionare Rimuovi piano dati mobile.
In più con Airalo è anche possibile connettere più dispositivi allo stesso pacchetto eSIM configurando un hotspot mobile e condividendo i dati della eSIM con un altro dispositivo nelle vicinanze.
Oltre alla crescita esponenziale di utenti, la startup ha anche raccolto la fiducia di oltre 5.000 partner.
“Siamo felici di vedere che milioni di viaggiatori hanno trovato in Airalo la risposta alle loro esigenze e siamo grati di scrivere con loro questo nuovo capitolo della connettività di viaggio”, affermano i co-fondatori Abraham Burak e Ahmet Bahadir Ozde
– foto ufficio stampa UtopiaLab –
(ITALPRESS).









