ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Leggiamo spesso come la guida autonoma sia considerata una delle applicazioni dell’intelligenza artificiale che riceve più finanziamenti. Notizie come quella di questi giorni non fanno che confermare il trend. Visto che Cruise, l’azienda di guida autonoma di General Motors, ha appena ricevuto un finanziamento da Microsoft della bellezza di due miliardi di dollari.
Gli investimenti di Microsoft nella guida autonoma
Miliardi che si aggiungono a quelli già messi da altri investitori, che portano la valutazione della società di guida autonoma, Cruise, alla ragguardevole cifra di 30 miliardi di dollari. In un precedente investimento nel 2019, al quale avevano partecipato GM, SoftBank, Honda e T. Rowe Price Group, l’azienda era stata valutata 19 miliardi di dollari.
Il comunicato non dice se questi due miliardi saranno cash o servizi (o un misto fra i due). Ma se ricordiamo il precedente investimento di Microsoft in un’altra azienda di intelligenza artificiale – OpenAI – che ricevette un miliardo di dollari soprattutto sotto forma di risorse cloud su Azure, e se guardiamo bene il comunicato attuale che fa spesso riferimento a come Cruise userà i servizi di Azure, è lecito pensare che anche in questo caso una parte consistente dell’investimento avverrà sotto forma di servizi cloud.
Il che non è necessariamente un male. L’intelligenza artificiale richiede risorse computazionali sempre crescenti. Aumentando la dipendenza delle aziende che sviluppano modelli di deep learning dalle infrastrutture dei grandi provider di cloud, Amazon, Microsoft, Google e IBM in testa. Per chi addestra modelli AI può essere una buona idea firmare una partnership con un provider di servizi cloud per evitare bollette stratosferiche. Mentre per i grandi fornitori di risorse cloud questo è un modo facile e cash-free per entrare in quei progetti di intelligenza artificiale che più li interessano.
Finora Microsoft non si era spesa molto nel settore della guida autonoma, ma per stessa ammissione del colosso di Redmond questa collaborazione con Cruise (che viene definita “a lungo termine”) sarà un’occasione per espandersi maggiormente nel settore dei trasporti e della smart mobility.
(ITALPRESS).
Microsoft investe due miliardi di dollari nella guida autonoma
Junior Achievement e il talk sul futuro prossimo della scuola
Un nuovo format di talk per mettere al centro della narrazione i nuovi temi dell’education. Questa è l’idea di Junior Achievement, che ha messo online giovedì 28 gennaio la prima puntata di Futuro Prossimo – dialoghi sull’educazione della nuova era. un ciclo di appuntamenti con scadenza mensile che vede partecipare i protagonisti del settore, per definire opportunità e scenari per il nuovo mondo della scuola.
Il programma della prima puntata e gli argomenti delle successive, trasmesse su tutti i social di Junior Achievement, lo trovate a questo link. JA è la più vasta organizzazione non profit al mondo dedicata all’educazione economico-imprenditoriale nella scuola. Nata nel 2002, ha la finalità di assumere un ruolo attivo per rinnovare l’istruzione. E diffondere nelle scuole iniziative didattiche per orientare i giovani nelle loro scelte future.
Il presidente è Antonio Perdichizzi, mentre l’Ad è Miriam Cresta. Ogni anno, la rete di oltre 1000 volontari serve più di 60 mila studenti in tutta Italia. Con la missione di preparare i giovani sostenendoli già dalla scuola nello sviluppo di competenze adeguate. Per affrontare con successo e intraprendenza l’ingresso nel mondo del lavoro e il futuro dell’economia globale.
Junior Achievement vuole essere il partner strategico di educatori, imprenditori, manager e policy maker. Questo per promuovere nuovi approcci all’istruzione e alla formazione dei giovani, contribuendo allo sviluppo socio economico delle comunità locali. Nello stesso grandi aziende e istituzioni sono entrate nella rete di JA per contribuire al successo delle iniziative.
Dal 2002 a oggi sono stati coinvolti più di 400mila studenti. Nel contempo JA ha formato oltre 7000 insegnati, ingaggiato più di 7000 volontari d’azienda ed entrata in 3500 scuole con una nuova didattica. Ora ecco il talk Futuro Prossimo, che vuole preparare la rinascita educativa dopo l’emergenza.
(ITALPRESS).
Expected Goal e dintorni, nuovi strumenti per analizzare il calcio
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Complice il crescere e il proliferare delle analisi calcistiche su social network e siti di ogni sorta, negli ultimi anni le discussioni e gli elementi per comprendere gli avvenimenti all’interno di una partita di calcio sono aumentati in maniera complessa. Fornendo nuovi strumenti di analisi assai accurati.
Questi elementi hanno fatto fatica a fare breccia in trasmissioni televisive e in programmi assai in vista, essendo strumenti di difficile accesso e comprensione. Ma nell’ultimo periodo si sta arrivando a una lenta rivoluzione anche da questo punto di vista.
Ormai anche un sito di scommesse come bet365 o altre piattaforme generaliste sul calcio non possono esimersi da un dato sempre più in voga: quello degli expected goal. Cosa sono gli expected goal, per dirla all’italiana l’aspettativa di tiri? Il dato misura la pericolosità delle conclusioni effettuate da una squadra all’interno di un determinato lasso di tempo.
Sempre più in voga negli ultimi anni, è un dato assai più preciso del banale conteggio dei tiri effettuati. Perchè non va a comparare in egual modo ogni conclusione effettuata dalla squadra, ma va a misurare proprio l’indice di pericolosità con cui una determinata squadra riesce ad andare al tiro.
A ogni tiro viene quindi a corrispondere un dato relativo (per esempio: o,79) alla percentuale di volte da cui da quel tiro è scaturita una rete. Gli xG (questa la sigla con cui vengono comunemente rappresentati) sono spesso utili anche per un’analisi complessiva su una squadra non limitata a una partita. Bensì prendendo in esame il grado di pericolosità di una squadra all’interno dell’intera stagione calcistica.
Legate al concetto di expected goal si sono sviluppate le nozioni di overperforming e underperforming, che prendono in esame il rapporto tra gli expected goal e l’effettiva conversione in rete da parte di una squadra. Si parla di overperforming quando la squadra realizza più reti di quelle teoricamente previste dal grado di pericolosità dei propri tiri.
Mentre la nozione di underperforming si riferisce a una squadra meno prolifica sotto porta rispetto a quello che indicherebbe il proprio indice di pericolosità preso in esame, come per esempio sta accadendo quest’anno all’Udinese di Gotti.
Gli xG stanno man mano facendo breccia non solo su canali e siti di accurata analisi calcistica. Ma anche in programmi tv e online più generalisti, meno avvezzi a studi di questo tipo ma ormai consapevoli dell’importanza e dell’accuratezza di un elemento come quello degli expected goal. Per andare a chiacchierare circa il calcio giocato.
Da un lato questo dato permette a giornalisti ed esperti di analizzare non solo la quantità di expected goal creati da una squadra, e quindi il suo potenziale offensivo. Ma anche la quantità di expected goal concessi, e quindi la stabilità o instabilità difensiva.
Dall’altro invece è un elemento utilizzato anche dagli stessi allenatori per orientare in maniera più specifica le sessioni di allenamento individuali e collettive, migliorando l’efficienza della propria compagine in entrambe le fasi di gioco. Gli xG sono ormai una certezza per chi si vuole approcciare al mondo del calcio.
(ITALPRESS).
Da Microsoft un hub per l’intelligenza artificiale
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Arriva Microsoft AI Hub, un’iniziativa di ecosistema volta a mettere a fattor comune l’expertise di partner nazionali qualificati per aiutare le realtà italiane a cogliere i vantaggi dell’Intelligenza Artificiale. E per accelerare lo sviluppo di progetti sperimentali in risposta alle esigenze di diversi settori industriali. Parte di Ambizione Italia #DigitalRestart, il più ampio piano quinquennale di Microsoft da 1,5 miliardi di dollari di investimento in tecnologie e formazione. A supporto della trasformazione digitale del Paese e della creazione della prima Region Datacenter. Il nuovo centro virtuale di competenze ha l’obiettivo di fare sistema tra player della filiera ICT e aziende italiane. Promuovendo uno stimolante scambio con startup, università, centri di ricerca e istituzioni sul fronte AI.
Due le vocazioni primarie: da un lato la rapida prototipazione di progetti di AI in grado di supportare la competitività delle aziende per la ripresa e dall’altro la formazione di professionisti per diffondere le competenze digitali necessarie all’innovazione in Italia. L’AI può infatti contribuire concretamente alla crescita del Paese nell’immediato e in un orizzonte di lungo periodo. L’aumento del fatturato delle aziende che adotteranno tecnologie di AI sarà di quasi 3 punti percentuali più alto rispetto alla media delle aziende del settore e l’impatto dell’AI sarà pari a 570 miliardi di euro di fatturato al 2030.
Il Microsoft AI Hub avrà un focus su 6 settori chiave: Made in Italy (retail, moda e design), manifatturiero, servizi finanziari, sanità, energia e infrastrutture.
Microsoft agirà da abilitatore mettendo a disposizione la propria expertise e la propria piattaforma Cloud per sviluppare scenari applicativi di Data & AI e per identificare le realtà a più alto potenziale attraverso un Data & AI Maturity Check-Up.
In una logica di Open Innovation, le aziende stesse dei comparti strategici dell’economia italiana saranno infatti protagoniste. Condividendo la propria conoscenza del settore per realizzare use case avanguardistici e progetti pilota, grazie alla stretta collaborazione con gli esperti Microsoft e una task-force di partner. In grado offrire consulenza e di mettere le proprie risorse al servizio dello sviluppo, dell’implementazione e dello scale-up di applicazioni di Intelligenza Artificiale.
I primi partner Microsoft a bordo dell’iniziativa sono già oltre venti, tra cui: Accenture, Alterna, Altitudo, beanTech, Capgemini, DataSkills, Factory Software, Hevolus Innovation, Iconsulting, Integris, NTT DATA, Porini, Sopra Steria, 4ward.
L’iniziativa è aperta ad accogliere altri player per contribuire sempre più alla diffusione dell’AI in Italia e nei prossimi mesi si svilupperà sia in virtuale sia in presenza. Andando ad arricchire il Microsoft Technology Center, presso la Microsoft House a Milano. Progettato per far vivere scenari d’innovazione ad aziende, startup e professionisti e per promuovere proprio l’Open Innovation.
“Positivo che in Italia si stia diffondendo crescente consapevolezza del valore strategico dell’AI. Che non solo è tra le priorità del Governo come emerge dalla definizione di una Strategia per l’Intelligenza Artificiale, ma che è anche sempre più presente nelle scelte di investimento delle imprese. Secondo l’indagine Microsoft-KRC Research il 28,2% delle aziende ha già integrato l’Intelligenza Artificiale nella propria strategia aziendale o è in fase di implementazione. Mentre il 38,8% sta valutando o sperimentando l’adozione di tecnologie intelligenti. E il 96,5% dei dirigenti delle imprese più mature sull’utilizzo dell’AI dichiara di averne già tratto un valore per il proprio business”, ha commentato Sergio Romoli, Direttore Cloud & Enterprise di Microsoft Italia.
(ITALPRESS).
Edilizia del futuro, come acquisire le giuste competenze
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Prefabbricazione, circolarità e riduzione dei consumi sono i trend dell’edilizia del futuro. Raggiungibili grazie a una svolta digitale nei processi professionali e a una forte spinta all’innovazione. Per far questo bisogna acquisire nuove competenze, grazie a corsi di specializzazione mirati. Ecco come poter accedervi.
Entro il 2030 è prevista una rilevante crescita del volume di produzione di edifici. Anche grazie alle misure messe in atto dal governo che stanno spingendo verso una ripresa che sta già impattando sul versante occupazionale. Basti pensare a tutte le figure professionali e alle imprese ora letteralmente sommerse di richieste per il superbonus.
Il settore delle costruzioni si trova davanti a una sfida: come soddisfare una domanda in crescita con la necessità di accogliere le nuove esigenze di una società in evoluzione. L’obiettivo è ridurre l’impatto ambientale del costruito, andando progressivamente in un’ottica di green building. E molto probabilmente saranno la tecnologia e le innovazioni che sono state sviluppate negli ultimi anni a trasformare il settore in chiave smart e sostenibile.
L’edilizia è uno dei settori più energivori al mondo. Per questo viene richiesta una particolare attenzione all’impatto ambientale riducendo l’approccio consumistico (di materie, spazi, energia) verso un nuovo modello basato sull’abbattimento degli sprechi e sul no-waste. Quantificare i risparmi energetici e di materiali sta diventando un imperativo: in questo processo i nuovi strumenti digitali sono un alleato indispensabile per muoversi in questa direzione.
“Per un futuro che è già presente la prospettiva è che Big Data, Artificial Intelligence e Machine Learning saranno alla base di strumenti in grado di indicare le scelte più performanti per ottenere un risultato realizzativo ottimale in termini di costi, materiali, consumi energici, idrici ed inquinanti”, dice Marina Perego Direttore della Fondazione Green.
“E’ per questo motivo che che con la Fondazione Green (di cui la società ETAss è membro fondatore ndr) abbiamo fortemente voluto proporre un corso gratuito IFTS dedicato alla Bioedilizia e alle tecnologie Digital Green – aggiunge -. Le iscrizioni sono ancora aperte: è una grande sommessa aperta con i futuri allievi, le associazioni di settore e le aziende che ci accompagneranno per tutto il percorso didattico e di stage”.
Quando la flessione di assunzioni ha toccato tutti i settori, uno degli ambiti con diminuzioni più contenute è stato proprio quello delle costruzioni: si attesta al 30% la difficoltà di reperimento dei profili ricercati (contro il 26% del 2019) soprattutto a causa di una preparazione inadeguata e skill non attuali.
Gli effetti della grave crisi pandemica, a cui le imprese hanno risposto introducendo cambiamenti irreversibili e innescando un’accelerazione digitale, sono un aumento della ricerca di figure per un settore che chiede nuove competenze, da subito. E saranno le competenze digitali, richieste al 60,4% dei profili ricercati nel 2020, uno dei principali driver su cui faranno leva le imprese per gestire la fase di recupero che si aprirà nei prossimi mesi.
Nel nuovo scenario, le competenze digitali e trasversali devono essere possedute dalla quasi totalità di questi profili. Per quelle “green” la domanda si attesta all’82% e quella di competenze digitali è al 93%. Un dato estremamente significativo è che per 8 posizioni di lavoro su 10 sono state richieste competenze green. Che costituiscono un altro fattore strategico di competitività a livello trasversale.
Per questi profili è in rapido cambiamento il contenuto di mansioni da svolgere. Sia per la crescente domanda di competenze green (richieste nell’80% dei casi) che per la diffusione dell’automazione nei processi produttivi. Nella ricomposizione della struttura professionale cresce in particolare la quota dei Tecnici Specializzati (che arrivano a coprire 3 ingressi programmati su 10), impiegati nell’edilizia e in alcuni comparti manifatturieri meno penalizzati dalla crisi.
Se si vuole acquisire le competenze necessarie per entrare nel settore dell’Edilizia Green e Digitale, ci si può iscriverti al corso IFTS della Fondazione Green. Le iscrizioni chiuderanno il prossimo 22 gennaio con accesso ad esaurimento posti. Il corso è gratuito grazie al finanziamento di Unione Europea, Regione Lombardia, Ministero del Lavoro.
(ITALPRESS).
Galaxy S21, ecco i tre 5G di Samsung
-Notiziario Hi-Tech-
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Come ampiamente annunciato sono arrivati i nuovi tre modelli della linea Galaxy S21 di Samsung. Un lancio anticipato quest’anno (di solo la presentazione avveniva verso fine febbraio), per dispositivi tutti 5G e con grandi prestazioni. Ce lo racconta Nicolò Bellorini, Head of Sales&Marketing in Italia dell’azienda coreana.
Il Galaxy S21 5G, è progettato per chi desidera un design sottile e un display compatto da 6,2”. Mentre Galaxy S21+ 5G, con il display più ampio da 6,7” e una batteria più capiente, è studiato per gli amanti del gaming e dello streaming.
Tutta la serie S21 presenta un rinnovato alloggiamento per il comparto fotografico, che si fonde senza soluzione di continuità con la cornice metallica del dispositivo. Galaxy S21 5G e Galaxy S21+ 5G sono disponibili in un’ampia gamma di colorazioni, incluso il nuovo colore Phantom Violet. E vantano una finitura opaca. Sono Dual Sim con la possibilità anche di attivare un’e-Sim (in ogni caso massimo due utenze).
Davanti il display intelligente Infinity-O Dynamic AMOLED 2X arriva fino a 120Hz di refresh rate. Modifica automaticamente la frequenza di aggiornamento in base al contenuto visualizzato così da limitare il consumo di batteria. Inoltre, per ridurre l’affaticamento oculare, il nuovo sistema di protezione degli occhi adatta il filtro per la luce blu a seconda dell’orario e del contenuto visualizzato.
Galaxy S21 offre miglioramenti di livello professionale e innovazioni per i video. La funzione Fermo Immagine 8K permette di ottenere immagini nitide dai video in 8K, mentre Super Stabilizzatore garantisce la massima fluidità dei video. Indipendentemente dalla velocità o dalle condizioni di ripresa, ottimizzando automaticamente tra i 30fps e i 60fps registrando in risoluzione FHD.
Con la nuova funzionalità Vista da Regista, invece, è possibile cambiare facilmente inquadratura mentre si sta registrando, sfruttando le diverse angolazioni delle fotocamere posteriori. L’utente può anche utilizzare contemporaneamente la fotocamera anteriore e quella posteriore, catturando la sua reazione a quello che sta accadendo di fronte a lui. Così come con Doppia Registrazione è possibile registrare i video contemporaneamente fornte/retro.
Con Live Thumbnails si può vedere l’anteprima, cambiare angolazione e zoomare senza perdere alcun dettaglio dell’azione. E abbinando lo smartphone con le nuove Galaxy Buds Pro, sarà inoltre possibile registrare allo stesso tempo i suoni ambientali e la propria voce. Infine Scatto Singolo, che grazie all’intelligenza artificiale permette di ottenere contemporaneamente un’ampia gamma di immagini e video, è stata migliorata con nuove impostazioni di livello professionale. Come Video in Evidenza e Slow-Mo Dinamico.
La tripla fotocamera con IA integrata ha un sistema di lenti professionali in grado di analizzare e adattarsi automaticamente alla scena per garantire il miglior scatto possibile in ogni ambiente. In Modalità Ritratto, disponibile anche per i selfie, la fotocamera sfrutta un’analisi 3D avanzata per distinguere in modo più accurato il soggetto dallo sfondo. E introduce funzionalità per gestire l’illuminazione e gli effetti di background basati sull’IA.
Galaxy S21 include un processore per smartphone più avanzato per maggiore velocità, efficienza energetica e capacità computazionali avanzate. Questo per supportare la connessione 5G e l’intelligenza artificiale. La gamma è protetta da Knox Vault, la piattaforma di sicurezza proprietaria integrata a livello di processore. Con l’aggiunta di una memoria sicura a prova di manomissione, Knox Vault permette un nuovo livello di protezione.
(ITALPRESS).
Caricatori & C., quel che Apple toglie gli altri levano
La stagione degli smartphone 2021 sarà quella in cui vedremo scomparire progressivamente i caricatori. Ma la prima azienda a farlo è stata Apple, criticata per la scelta di snellire la confezione degli iPhone 12. Per poi scoprire che Xiaomi e Samsung faranno lo stesso, e chissà quale altro produttore. Ecco una breve storia di quando Cupertino decise di snellire i suoi dispositivi, cambiando il mercato.Nel 1998 Apple mise sul mercato il suo primo iMac tutto in uno: aveva la porta Usb ma non più il lettore di floppy disc. Che fino allora, e ancora per qualche anno, era stato ritenuto indispensabile da tutti i produttori. Lo “scandalo” durò comunque poco: i Mac eliminarono per sempre quel particolare e qualche anno più tardi introdussero i lettori di Cd e Dvd. Il floppy disc aveva fatto storia nel 1984, quando Steve Jobs presentò al mondo il MacIntosh. Celebre è la presentazione in cui introdiceva il floppy disc nel lettore per far “parlare” il computer. Già nel 2008 venne presentato un sottilissimo MacBook Air privo di lettore CD/DVD. Nel 2009 poi Apple iniziò ad abbandonare il supporto con i Mac mini server. In questo caso il drive ottico fu sostituito da un secondo hard disk. Il resto venne a cascata: nel 2010 si cominciò da tutte le versioni di Mac mini, ai quali fuaggiunta la porta Thunderbolt. Altra essclusiva della Mela. Il vicepresidente Phil Schiller spiegò la scelta con la necessità di rendere i computer più sottili e leggeri, nonché meno dispendiosi in termini di energia consumata. Aggiungendo ovviamente che chi avesse necessità del lettore poteva comprarselo a parte… Apple decise subito di non includerlo in iOS su iPhone, e tutti predissero il fallimento del Melafonino. Qualche anno dopo, nel 2011, la stessa Adobe giudicò Flash troppo pesante e poco sicuro sicuro per gli smartphone. Tanto da abbandonarne lei stessa il supporto per smartphone e tablet. Il tutto è stato sostituito da HTML che è molto più leggero e completo. E la stessa cosa sta succedendo adesso sui computer: dal 31 dicembre Flash non è più supportato sui Pc dall’azienda che l’ha creato. E il motivo è sempre quello: troppo pesante e attaccabile dagli hacker. Gli smartphone senza jack audio. Questa scelta è ancora oggetto di marketing da parte di chi ancora inserisce l’ingresso audio nei suoi dispositivi. Ma Apple ha puntato prima a utilizzare la sua presa Lightning come porta di trasmissione audio, e poi ha lanciato sul mercato auricolari wireless sempre più performanti. Il primo modello senza questo ingresso fu l’iPhone 7. E la scelta fu determinata dalla necessità di creare più spazio all’interno del dispositivo. Inoltre tra trasformazione del suono da digitale ad analogico fa perdere ovviamente qualità. L’arrivo delle Air Pods hanno cambiato il mercato dell’audio. E oggi tutte le grandi case hanno introdotto nel loro portafoglio cuffie wireless. Nonché smartphone flagship senza jack audio. Ora tocca ai caricatori. La novità introdotta con iPhone 12 è già realtà per lo Xiaomi Mi 11 (uscito in Cina e presto anche qui da noi) e il prossimo Samsung Galaxy S21. Di più: Apple ha tolto anche gli auricolari. Lei Jun, numero uno di Xiaomi, in un post pubblicato sul social cinese Weibo ha spiegato che la decisione è stata presa “in risposta alla chiamata ecologica”. E per risparmiare nella produzione permettendo di non alzare i prezzi. D’altronde si può anche dire che di accessori ormai sono pieni i nostri armadi. E dunque – con modelli sempre più dotati di batteria con ricarica wireless – presto dei caricatori fisici non se ne sentirà la mancanza. Anche se per un po’ diventeranno oggetto di business. Apple dunque ha fatto scuola, anche in questo particolare. Ma non si può certo dire che non abbia sempre visto in anticipo dove andasse la tecnologia. Come in questo caso.
(ITALPRESS/TraMe&Tech).
Nuovo record Bitcoin, ci si può fidare delle criptovalute?
L’inizio dell’anno è coinciso con un nuovo record del Bitcoin. In Asia la moneta virtuale ha raggiunto un record di 34.800 dollari. E gli investitori continuano a scommettere che la valuta digitale è sulla strada giusta per diventare un asset definitivo della finanza mondiale. Ecco perché. E, soprattutto, qualche informazione di base sulle criptovalute. Per chi ancora non le conoscesse. Secondo l’analista di Singapore Moh Siong Sim, il repentino aumento di valore “riflette l’attuale deboezza del dollaro. In questi casi i consumatori utilizzano di solito come bene rifugio l’oro. Ma l’arrivo di nuovo tecnologie ha introdotto la criptovaluta come investimento in momenti di crisi. E questo è il caso che si sta verificando”.
Un’altra considerazione è che il Bitcoin tra passando da moneta (molto) virtuale e valuta riconosciuta ufficialmente. La possibilità per esempio di poter pagare con questo mezzo introdotta da PayPal ha fatto aumentare la considerazione al di fuori dei mercati su internet. Da qui il boom nel listino. La Consob ha scritto un vademecum per spiegare cosa sia una moneta costruita su internet. Cerchiamo di semplificare. Innanzitutto partendo dal termine, composto da cripto e valuta. In pratica di una valuta “nascosta” che diventa riconoscibile solo se si conosce un codice informatico, la chiave di accesso per renderla visibile. Quindi la criptovaluta non esiste in forma fisica (non ci sono insomma banconote o monete di Bitcoin), ma si genera e si scambia esclusivamente per via telematica. Creandosi un portafoglio elettronico, ossia l’e-wallet. Chi genera una criptovaluta (il “minatore”) generalmente decide di produrne in quantità limitata. E con l’attuale offerta limitata a 21 milioni, alcuni la vedono come una copertura contro il rischio di inflazione. Mentre i governi e le banche centrali aprono i rubinetti di stimolo in risposta alla pandemia COVID-19. Altri come un rifugio sicuro durante la pandemia. La criptovaluta si puà basare sul consenso tra i partecipanti di una transazione. Può essere insomma scambiata in modalità peer-to-peer, ovvero tra due dispositivi direttamente, senza necessità di intermediari. Come se fosse una moneta tradizionale. Un’altra classificazione in uso prevede la suddivisione tra moneta virtuale “chiusa”, “unidirezionale” e “bidirezionale”. La differenza risiede nella possibilità o meno di poter scambiare la criptovaluta con moneta a corso legale e nella tipologia di beni/servizi acquistabili. Il bitcoin, ad esempio, è una moneta virtuale biridezionale in quanto può essere facilmente convertita con le principali valute ufficiali e viceversa. Le criptovalute hanno caratteristiche che le contraddistinguono: il protocollo, cioè un codice informatico che specifica il modo in cui i partecipanti possono effettuare le transazioni; un libro mastro (avete presente la blockchain?) che conserva immodificabilmente la storia della transazioni; una rete decentralizzata di partecipanti che aggiornano, conservano e consultano questo libro delle transazioni, secondo le regole del protocollo.
Principalmente le criptovalute offrono una maggiore velocità ed efficienza nei pagamenti e nelle rimesse estere, promuovendo l’inclusione finanziaria. E si sottraggono all’azione degli incentivi, potenzialmente controproducenti, tradizionalmente legati alle banche e ai governi. Non avendo ancora una regolamentazione certa, permettono insomma guadagni non colpiti dalle tassazioni tradizionali. Consentendo spesso rapidi arricchimenti. La deregolamentazione comporta notevoli rischi. Compreso quello di veder perdere in un batter d’occhio il proprio capitale, visto che salita e discesa del valore della moneta dipendono da fattori spesso aleatori. Come spiega la Consob le monete virtuali non hanno corso legale in quasi nessun angolo del pianeta e dunque l’accettazione come mezzo di pagamento è su base volontaria. Non sono regolate da enti centrali governativi, ma sono generalmente emesse e controllate dall’ente emittente secondo regole proprie. L’adozione già avvenuta o in arrivo da parte di alcuni Stati (Uruguay, Venezuela, Estonia, Svezia) non ha ancora prodotto dati certi. Tutto ciò comporta, come detto, un certo numero di rischi. Innanzitutto il consumatore non ha ancora una tutela legale certa, non essendoci un quadro giuridico che lo difenda da frodi, truffe o furti di valuta. E poi la natura relativamente anonima delle valute digitali le ha rese attraenti per i criminali. Molto attivi infatti sul dark web in attività di riciclaggio di denaro sporco e altre attività illegali. La situazione in pratica ricorda molto quella di inizio millennio, quando tutti eravamo diventati trader online all’inseguimento del boom delle azioni tecnologica. Quando esplose la bolla molte persone persere un sacco di denaro, semplicemente perché in finanza – e in tecnologia – nulla si improvvisa. Il consiglio insomma è di studiare bene la materia. E solo dopo provare a cimentarsi con prudenza. C’è di sicuro chi ha quadagnato tantissimo dal boom del Bitcoin. Ma di certo sono molto, molto di più, coloro che l’hanno preso troppo sotto gamba.
(ITALPRESS/TraMe&Tech).









