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Privacy web, fiducia in autorità pubbliche analizzata da reboot

In un mondo guidato dalla tecnologia, i nostri dati personali online e il modo in cui vengono utilizzati sono fonte di grande preoccupazione per molti di noi. Interessato alla privacy delle informazioni, Reboot Online ha analizzato gli ultimi dati della Commissione Europea e ha scoperto che i cittadini spagnoli (78%) si fidano meno delle autorità pubbliche per quanto riguarda i loro dati personali.
In seconda posizione si trova l’Irlanda, dove il 73% delle persone è scettico sul modo in cui le autorità pubbliche del paese gestiscono i propri dati personali.
Il Belgio, la Francia e il Regno Unito sono al terzo posto insieme. Poichè il 68% dei cittadini di ogni paese non ha fiducia nella capacità delle autorità pubbliche di controllare i propri dati personali in modo sicuro e diligente.
Al quarto posto si trova la Bulgaria. Dove il 67% dei cittadini non ha piena fiducia nella gestione dei propri dati personali da parte delle autorità pubbliche.
Malta, Italia e Croazia sono tra i Paesi europei dove il 63% dei cittadini diffida del modo in cui le autorità pubbliche conservano e utilizzano i propri dati personali, rispettivamente all’ottavo posto.
Dall’altro lato, al 19° posto, sembra che in Finlandia gli individui siano più sicuri del controllo dei loro dati personali da parte delle autorità pubbliche. Con solo il 29% dei finlandesi che mettono in dubbio la sicurezza dei loro dati personali presso le autorità pubbliche.
Poco più in alto della Finlandia si trova l’Estonia al 18° posto. Dove 2 cittadini su 5 non sono del tutto convinti se le autorità pubbliche del paese si occupano con competenza dei loro dati personali.
In media, da tutti i paesi valutati, il 61% degli europei non si fida delle autorità pubbliche per quanto riguarda i propri dati personali.
Infine, ecco i principali consigli di Reboot per proteggere la propria privacy online.
1) Leggi l’informativa sulla privacy
Un recente studio di Addictivetips.com ha rilevato che un sorprendente 87% delle persone accetta le politiche sulla privacy senza leggerle. Per quanto possa sembrare faticoso e noioso, prendi l’abitudine di leggere le politiche sulla privacy dei siti web. Leggerle può aiutare a capire come un sito web utilizza le vostre informazioni personali e se queste informazioni personali vengono condivise con terzi. Evitate i siti che non hanno un’informativa sulla privacy, o dove non è spiegata in modo chiaro o dettagliato.
2) Non condividere in maniera eccessiva sui social media
Per molti di noi i social media sono una parte fondamentale della nostra vita quotidiana. Ma per quanto ci piacciano le diverse piattaforme online, stiamo attenti a non esagerare nella condivisione. Evitate di pubblicare informazioni personali come nome, cognome, indirizzo, e-mail, numero di telefono e coordinate bancarie sui social media per la vostra protezione, altrimenti potreste essere suscettibili di furto d’identità.

3) Pensaci due volte al Wi-Fi pubblico
Se utilizzate la connessione Wi-Fi pubblica in luoghi come caffè, biblioteche, hotel e aeroporti, fate molta attenzione. Le connessioni Wi-Fi in tali luoghi potrebbero non essere criptate. Il che significa che qualsiasi informazione inviata attraverso la loro rete potrebbe non essere protetta e, pertanto, si potrebbe essere vulnerabili ad attacchi malware dannosi.

4) Essere consapevoli dei falsari
In ogni circostanza, non condividete le vostre informazioni personali via e-mail o via internet a meno che non sappiate esattamente con chi avete a che fare. Se un’azienda con cui non avete rapporti di solito vi chiede le vostre informazioni personali attraverso questi mezzi, andate sul loro sito web e contattate il loro servizio clienti per verificarne l’autenticità.
(ITALPRESS/TraMe&Tech)

5G, un laboratorio per sviluppare le innovazioni

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – OPPO ha annunciato la creazione di un laboratorio di innovazione 5G presso il suo centro di ricerca e sviluppo di Hyderabad (India). Per sviluppare ulteriormente le tecnologie di base dei prodotti per gli ecosistemi collegati al 5G. Questo lancio si ricollega alla strategia 3+N+X recentemente annunciata dal marchio. Dove N rappresenta il numero di capacità essenziali che OPPO ha guidato, tra cui 5G, AI e connettività. Il laboratorio contribuirà a far progredire l’evoluzione tecnologica in questi campi.
Per accelerare la commercializzazione di 5G nei mercati globali, OPPO sta lavorando a stretto contatto con partner leader del settore come Ericsson e Qualcomm. Quest’anno l’azienda ha completato con successo le chiamate voce e dati su una rete commerciale standalone 5G in Svizzera. Inoltre, OPPO ha anche condotto la prima chiamata 5G WhatsApp dall’India. A oggi, OPPO ha collaborato con più di 50 organizzazioni in tutto il mondo per fornire servizi 5G.
(ITALPRESS/TraMe&Tech)

Covid, un’app per orientarsi tra Dpcm e restrizioni

Asusual Lab, un collettivo di giovani esperti del web, ha lanciato www.Covidzone.info, la web app per tenere traccia dei dpcm e delle restrizioni adottate in Italia.
Cambiano con molta frequenza le regole e le indicazioni su come muoversi per evitare per quanto possibile la diffusione del virus. Proprio per fornire uno strumento utile in questo momento critico Asusual Lab ha ideato e creato in pochissimi giorni la web app Covidzone.info.
Per chi non riesce più a tenere il filo tra restrizioni, divieti, coprifuoco o altro e ha voglia di avere tutto a portata di mano può monitorare la situazione con pochi semplici click da pc o smartphone.
Covidzone.info permette di ottenere tutte le informazioni relative agli ultimi DPCM e le restrizioni adottate. Basta collegarsi e la mappa dell’Italia presenta le diverse regioni con il relativo colore. Cliccando sulla regione poi in un attimo si hanno a portata di mano tutte le regole di riferimento senza lunghe e faticose ricerche online.
Il progetto nasce senza fini di lucro, è gratuito e accessibile a tutti. Come scritto sopra, l’idea è di Asusual Lab un gruppo di sviluppatori e professionisti del digitale. Che con l’inevitabile tempo concesso in questo periodo di quarantena ha pensato di mettere a frutto le proprie competenze per creare qualcosa di utile alla collettività.
(ITALPRESS/TraMe&Tech)

Un anno di Esports secondo Iidea

Iidea ha presentato il primo Esports Outlook. Un resoconto dell’ultimo anno di esports in Italia realizzato attraverso le voci dei soci che operano nel settore, come tournament organizer e team esports. Iidea per la prima volta in Italia mira ad accomunare i risultati ottenuti dagli operatori esports e nel 2021 questa iniziativa continuerà con cadenza trimestrale.
Secondo l’ultimo Rapporto sugli esports in Italia nel 2020 gli esports hanno iniziato a consolidarsi in Italia con una fan base di circa 1.400.000 persone (+20% rispetto alla rilevazione precedente) che seguono eventi esports più volte a settimana. E un bacino di avid fan di 466 mila persone (+33%) che seguono eventi esports quotidianamente.
I risultati ottenuti dagli operatori del settore nel 2020 crescono di pari passo con la crescita della fanbase, sempre più interessata alle dinamiche emergenti e alle collaborazioni nazionali, le quali hanno sicuramente contribuito al progressivo aumento di sostenitori.
PG Esports ha festeggiato per il PG Nationals di League of Legends più seguito di sempre (con una audience totale di 2.5 milioni di spettatori e 275.000 ore guardate), diventando il torneo italiano più visto di sempre su Twitch. Inoltre, il gruppo Amodei, editore del Corriere dello Sport-Stadio e Tuttosport, ha recentemente annunciato l’acquisizione del 51% di PG Esports, operazione che sancisce l’entrata nel mondo del gaming del leader dell’editoria sportiva.
Grazie alla partnership di ProGaming Italia con FIGC, invece, si è voluta porre al centro la propria fanbase, la quale conta più di 30 milioni di tifosi. E’ quindi stato possibile avviare una vera e propria start up, la quale ha portato alla creazione di una realtà innovativa ed unica nel mondo degli esport: la eNazionale Timvision di Fifa e Pes. Che a tutti gli effetti si è aggiunta alle altre Nazionali di calcio e creando, inoltre, una piattaforma digitale fatta di diversi touch points, contenuti ed eventi per l’ampia audience e comunità degli esport con l’obiettivo di entrare in contatto con le nuove generazioni ed allo stesso tempo fare in modo che i valori sportivi e culturali riescano a permeare questi target.
In corso d’anno sono stati inoltre siglati alcuni accordi strategici con importanti club calcistici. QLASH ha stretto una partnership con l’AC Milan.
Per collaborare a livello di brand e di sviluppo commerciale e creare sinergie per coinvolgere le due fanbase e aumentare le opportunità di business per entrambe le realtà. Outplayed Gaming continuerà invece a supportare l’Hellas Verona per il secondo anno consecutivo, sulla scia dell’ottima stagione d’esordio e dei risultati positivi raggiunti dai gialloblu virtuali, dalla vittoria di un ‘Waiting for eSerie A’ su eFootball PES 2020, agli ottimi risultati del Verona Pro Club e fino ai diversi piazzamenti di rilievo nei numerosi tornei nazionali e internazionali.
Il 2020 è stato un anno di successi a livello competitivo per la scena esports del nostro paese. MCES Italia è stato l’unico team italiano a qualificarsi per le finali mondiali di PUGB Mobile – RED BULL M.E.O season 3. Che si terranno in Turchia a febbraio 2021. I Samsung Morning Stars hanno invece chiuso una stagione ricchissima di successi a livello italiano vincendo il PG Nationals sia su Rainbow Six Siege che su League of Legends. Impresa mai riuscita a nessuno da quando esistono le due competizioni esistono, e guadagnando l’accesso all’European Masters.
Sempre sul fronte delle partnership, NLE ha iniziato a collaborare con Lenovo per un supporto a 360° gradi. Che prevede l’utilizzo dei prodotti Lenovo Legion da parte dei player del team e l’allestimento della Gaming House con prodotti e grafiche Lenovo. Nel 2021 i prodotti verranno utilizzati in tutti gli eventi.
Il 2020 è stato un anno molto importante anche per il programma esports dell’Associazione. Che ha organizzato in partnership con ProGaming Italia la prima edizione di Round One. Il primo evento business internazionale dedicato agli operatori del settore esports. Con l’obiettivo di favorire lo sviluppo del business, promuovere la professionalizzazione degli operatori e dare visibilità al settore verso media e istituzioni. La prima edizione digitale, prodotta all’interno della magnifica location del Centro Congressi di Riva del Garda, ha visto la partecipazione di 15 aziende nazionali e internazionali. Del calibro di Riot Games, Fnatic, Team Vitality, Astralis, ESL, FIGC, F.C. Internazionale e tanti altri.
L’evento ha inoltre ospitato la cerimonia degli Italian Esports Awards (IEA). Il premio promosso da IIDEA per celebrare i protagonisti del mondo degli esports che quest’anno ha assegnato cinque statuette a Team QLASH. Come Best Italian Team, a Riccardo “Reynor” Romiti come Best Italian Player, a Giorgio “POW3R” Calandrelli come Best Italian Content Creator, a Simone “Akira” Trimarchi come Best Italian Caster e infine a League of Legends Esports Game of the Year.
L’Associazione ha infine lanciato Play for Kids. Un’iniziativa speciale di sensibilizzazione e raccolta fondi a favore di Gold for Kids, un progetto di Fondazione Umberto Veronesi a supporto della ricerca sui tumori pediatrici. Una 8 in giorni in collaborazione con Milan Games Week, QLASH, Exeed e Samsung Morning Stars, attraverso la quale diversi streamer e influencer hanno sensibilizzato il loro pubblico sull’importanza della causa e di effettuare delle donazioni.
(ITALPRESS/TraMe&Tech)

Mi Campus, da Xiaomi un progetto per le università

Xiaomi ha dato vita a Mi Campus. Un progetto volto a integrare la formazione universitaria con un percorso in cui si parlerà di tecnologia e innovazione, ma non solo.
Grazie a questa iniziativa, chiunque stia pensando di scrivere una tesi o di proporre un progetto ispirato a Xiaomi all’interno del proprio ateneo, avrà la possibilità di mettersi direttamente in contatto con Davide Lunardelli, Head of Marketing di Xiaomi Italia, e di ricevere preziosi insight. Ottenendo così un mix vincente di informazioni, contributi dedicati, materiali esclusivi e, soprattutto, un confronto diretto su temi e progetti concreti.
Per mettersi in contatto con Xiaomi sarà sufficiente essere parte della Mi Community, accedere alla nuova sezione Campus, lasciare una breve presentazione del proprio percorso di studi e l’idea che si ha intenzione di sviluppare, Xiaomi si occuperà dei passi successivi.
Una volta a settimana Davide Lunardelli sarà a disposizione degli studenti per fornire il proprio supporto su progetti o idee specifiche. L’argomento trattato verrà inoltre condiviso anche con tutta Mi Community. Così che ogni Mi Fan potrà partecipare attivamente alla conversazione, offrendo il proprio contributo e arricchendo il dibattito.
Non appena la situazione lo consentirà, Xiaomi si impegnerà ad incontrare gli studenti all’interno degli atenei, attraverso l’organizzazione di vere e proprie masterclass e a creare dei veri e propri Mi Fan Club universitari, con cui sviluppare speciali iniziative online e offline.
“Il 2020 è stato un anno sfidante per tutti, che ha stravolto nel profondo la nostra quotidianità e le nostre abitudini, anche quelle legate alla didattica. Abbiamo ricevuto centinaia di domande, commenti ed e-mail da Mi Fan che stanno realizzando tesi e progetti importanti su di noi. Ecco, vogliamo aiutarli in maniera concreta, offrendo loro tutto il nostro supporto”, ha dichiarato Davide Lunardelli, Head of Marketing di Xiaomi Italia.
Inoltre, a partire da marzo 2021 Xiaomi intraprenderà insieme a Luca Abete, volto noto della tv, il Tour Universitario #NonCiFermaNessuno. Giunto alla settima edizione e che nel corso degli anni ha ricevuto numerosi riconoscimenti. Nel corso di 10 tappe lungo tutto il territorio nazionale, migliaia di studenti saranno invitati, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza, a parlare di coraggio, passione, ma anche di incidenti di percorso, capaci di diventare opportunità.
(ITALPRESS/TraMe&Tech)

Con lo Smart Working sempre più importante la cybersecurity

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ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – In questa fase emergenziale la tecnologia si è dimostrata indispensabile per la continuità aziendale. E proprio nel momento in cui tante aziende sono più dipendenti dal loro buon funzionamento si sono moltiplicati gli attacchi informatici. Mettendo a nudo la fragilità di sistemi e reti non adeguatamente protetti.
E’ di qualche giorno fa la notizia eclatante dell’attacco hacker all’EMA, ma solo negli scorsi giorni molte sono state le aziende, anche italiane, che hanno subito delle violazioni. E il dato è in significativa crescita. Una recente indagine ha infatti osservato che in Italia negli ultimi mesi, che coincidono con il lockdown e relativo ‘lavoro a casa’, gli attacchi informatici sono aumentati del 250%.
Inoltre, secondo le ultime stime del Clusit, l’Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, nel primo semestre del 2020 ci sono stati 850 attacchi informatici gravi su scala globale (quasi 5 al giorno!). Secondo il rapporto la maggior parte degli attacchi, il 61% riguarda campagne di phishing. Ovvero truffe informatiche via email, in associazione a malware (21%), cioè software dannosi. Il 64% delle vittime rientra nella categoria “target multipli”, si tratta di attacchi strutturati per danneggiare il maggior numero possibile di persone ed organizzazioni. Emerge anche che l’11% degli attacchi è legato al mondo sanitario e un 12% ha preso di mira bersagli governativi.
“Ma i rischi non provengono solo dall’esterno – spiega Rita Santaniello, partner di Rödl & Partner, avvocato esperto in diritto del lavoro e data protection – bensì, molto spesso, dall’interno, da un uso degli strumenti, quali laptop e smartphone, non adeguatamente consapevole e informato da parte dei lavoratori. Di queste fragilità approfittano non solo gli hacker ma anche i concorrenti sleali. Per impossessarsi di informazioni e know-how aziendale, mettendo a rischio entrambe le parti del rapporto di lavoro. Il datore di lavoro ed il suo patrimonio, da un lato, i lavoratori, la loro sfera personale e i loro dati personali, dall’altro”.
Occorre quindi apprestare idonee misure di tutela, adeguate alle nuove forme e al mutato contesto di svolgimento dell’attività di lavoro. Considerando non solo i rischi prettamente informatici ma anche i rischi fisici, in particolare quando si tratta di una abitazione privata, spesso inadeguata e priva delle più elementari misure di sicurezza.
“In questo scenario la formazione riveste un ruolo fondamentale nella prevenzione di incidenti – chiarisce Santaniello -. Occorre innanzitutto formare e responsabilizzare i lavoratori sull’uso degli strumenti informatici, sui rischi e sulle misure di prevenzione. Di sicuro il modo migliore per prevenire questi rischi consiste innanzitutto nel dotare i lavoratori di strumenti che già contengano garanzie di sicurezza superiori rispetto a quelli “privati” del dipendente. Infatti, la politica del cosiddetto BYOD (Bring Your Own Device) espone l’azienda a rischi maggiori”.
Per rendere più sicuro l’utilizzo dello strumento personale è possibile utilizzare strumenti tecnologici di controllo e di intervento da remoto. Poiché, tuttavia, si tratta di strumenti personali del lavoratore, l’installazione e l’uso di tali strumenti presuppone, per essere lecito, un’idonea informativa ai sensi della legge privacy.
“Soprattutto per talune mansioni critiche, perché a contatto con dati e informazioni particolarmente preziose, riservate o sensibili, è opportuno privilegiare la messa a disposizione di strumenti aziendali, già adeguatamente protetti – conclude l’avvocato Rita Santaniello di Rödl & Partner -. Da questo punto di vista molte aziende italiane hanno ancora del lavoro da fare nella digitalizzazione e nella messa in sicurezza degli strumenti, nella formazione e nella adeguata regolamentazione del lavoro in modalità smart”.
(ITALPRESS).

Smartphone, come difendersi dagli attacchi informatici

ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Non solo computer, perché anche i nostri smartphone oramai sono perennemente sottoposti al rischio di attacchi informatici. Gli hacker infatti hanno iniziato a prendere di mira i dispositivi mobile sempre più spesso, dato che oramai ben il 93% degli italiani possiede uno smartphone e ne facciamo un uso massiccio ed intensivo.
Salviamo sul nostro telefono una enorme mole di dati e di informazioni sensibili, e quindi metterli al sicuro non è un’opzione, ma un vero e proprio obbligo. Lo è per proteggere noi stessi e ovviamente la nostra privacy, come nel caso dei dati dei conti, delle foto e dei video. Vediamo quindi di capire come proteggere il cellulare Android, e se è stato hackerato.
Spesso le azioni di hacking avvengono individuando una falla nel sistema operativo, e utilizzandola come via di ingresso per installare programmi malevoli sul telefono. Questi malware agiscono silenziosamente, in background, ed è quindi molto difficile scovarli. Ci sono comunque dei segnali che possono rappresentare dei campanelli d’allarme. Come ad esempio l’improvvisa lentezza del telefono, le app che vanno in crash, e la navigazione lenta su Internet.
In quei casi, è possibile che sia presente un malware che occupa le risorse dello smartphone e che invia dati tramite la connessione. Un altro segnale importante è il rapido consumo della batteria. Dovuto appunto ad una app malware continuamente attiva, insieme alla presenza di chiamate e di SMS strani nei registri. Questi ultimi potrebbero ad esempio essere la prova della presenza di una spy app sul nostro telefono, che sfrutta questi mezzi per essere attivata in remoto e per inviare informazioni a chi la comanda.
Il primo consiglio è di evitare di installare app che non conosciamo. E di non installare mai le applicazioni prese dal web o non presenti sugli store ufficiali dei sistemi operativi. Il rischio è molto elevato, dato che spesso queste applicazioni gratuite altro non sono che un cavallo di Troia contenente un malware. Inoltre, è opportuno cancellare dal telefono tutte le app che non conosciamo, che non utilizziamo e che non aggiorniamo.
Il secondo suggerimento riguarda la navigazione su Internet, che deve avvenire sempre in maniera sicura. In questo caso, il consiglio è quello di utilizzare una VPN pensata appositamente per Android che permetta quindi di navigare liberamente per il web, senza lasciare quindi alcuna traccia appetibile per gli hacker. Queste reti VPN, infatti, mascherano l’IP dell’utente rendendolo irrintracciabile. E permettendo di navigare in rete proteggendo i propri dati sensibili.
L’ultimo consiglio riguarda gli aggiornamenti. Per prima cosa, il sistema operativo dev’essere sempre aggiornato, ogni qualvolta compare l’avviso di un nuovo update disponibile. Anche se può diventare un fastidio, è meglio perdere 5 minuti piuttosto che rischiare che una falla possa spianare la strada agli hacker. Riuscire a difendere il proprio telefono dagli attacchi informatici non è semplice, ma con i consigli visti oggi sarà comunque possibile sentirsi protetti in ogni momento.
(ITALPRESS).

Un robot che disinfetta le superfici con i raggi UV

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ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Combinando le proprie competenze in robotica, intelligenza artificiale e veicoli autonomi con la profonda conoscenza delle esigenze dei consumatori, LG Electronics ha annunciato lo sviluppo di un robot autonomo che utilizzerà la luce ultravioletta C (UV-C) per disinfettare le superfici toccate più frequentemente. LG prevede di mettere il robot UV a disposizione di hotel, ristoranti, negozi, aziende e scuole negli Stati Uniti già dall’inizio del 2021.
“Questo robot UV autonomo arriva in un momento in cui l’igiene è la massima priorità per gli ospiti degli hotel, per gli studenti e per i clienti dei ristoranti – ha affermato il vicepresidente Roh Kyu-chan, capo della divisione aziendale di robotica nella Business Solutions Company di LG -. Le persone potranno vivere più tranquillamente grazie al robot LG UV che aiuterà a ridurre la loro esposizione a germi potenzialmente dannosi”.
Il nuovo robot di LG, che sarà ufficialmente presentato al Digital CES 2021 aiuta a disinfettare le aree particolarmente trafficate e in cui avvengono più frequentemente dei contatti. Grazie a una totale autonomia, il robot potrà muoversi facilmente attorno a tavoli, sedie e altri mobili. Irradiando quelle superfici che vengono toccate più frequentemente all’interno di una stanza in 15-30 minuti, disinfettando più aree con una singola carica della batteria.
Il robot LG può essere integrato nella routine delle pulizie ordinarie senza che sia necessaria una formazione specifica del personale sul suo funzionamento. Il personale potrà monitorare i progressi tramite aggiornamenti da remoto su smartphone o tablet. L’esposizione ai raggi UV sarà ridotta al minimo. Grazie a un blocco di sicurezza integrato che viene attivato da sensori di rilevamento del movimento umano o premendo un pulsante di arresto di emergenza o tramite l’app.
“All’interno di un ecosistema come quello attuale che sempre più richiede un’assenza di contatti, le persone si aspettano un livello di igiene maggiore – ha affermato Roh -. LG si impegna a sfruttare la propria vasta esperienza in robotica, intelligenza artificiale e guida autonoma. Per sviluppare soluzioni creative in grado di affrontare le sfide di domani”.
(ITALPRESS).