ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Lezioni riprese con la massima sicurezza per studenti, professori e personale non docente. A Rivoli, in provincia di Torino, c’è una scuola “a prova di Covid”. Si tratta dell’istituto Giulio Natta, dove in tutte le 27 aule sono stati installati 112 Air Panel, i dispositivi per la sanificazione quotidiana e continua dell’aria, che utilizzano la tecnologia WIVActive. Che, attraverso la fotocatalisi con luce visibile a LED, impiega il biossido di Titanio dopato (TiO2).
Il risultato è che grazie al trattamento biologico dell’aria e la sanificazione complessiva di 176m3/h, studenti e professori sono al sicura da tutti i batteri e i virus, Covid-19 compreso.
Un intervento realizzato grazie a un’attenta attività di ricerca svolta dalla dirigenza dell’Istituto: “Abbiamo immediatamente cominciato a informarci sulle soluzioni disponibili in commercio, in Italia e all’estero, contattando anche aziende svizzere e tedesche – racconta Rita Esposito, Preside dell’Istituto Natta -. Abbiamo studiato soluzioni basate sull’utilizzo dell’ozono e del perossido, fisse e mobili, visionato robottini mobili da utilizzare nelle aree comuni. Al termine di un articolato e a tratti acceso confronto confrontandoci ognuno per quelle che erano le proprie competenze abbiamo scelto la soluzione più adeguata alle nostre esigenze. E, soprattutto, quella che anche a una attenta analisi aveva mostrato aspetti di criticità marginali”.
“Il tema della sanificazione degli ambienti chiusi per prevenire il contagio da Coronavirus è stato finora un po’ sottovalutato, perché la trasmissione del virus avviene principalmente attraverso due modalità di contatto diretto – afferma Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano -. Il rischio di contagio in un ambiente chiuso è però reale ed è opportuno adottare qualche accortezza: uno starnuto libera nell’aria circa 2 milioni di goccioline, un colpo di tosse oltre 1 milione e il parlare a voce alta migliaia al secondo. Si tratta di particelle virali molto piccole (inferiori a 0.1 micron) che possono permanere nell’ambiente come aerosol secondario. E come tale può essere introdotto con l’inspirazione nelle vie respiratorie. Diversi studi hanno dimostrato che la trasmissione aerosolica può essere egemone all’interno delle abitazioni nelle epidemie influenzali”.
WIvactive è la tecnologia sviluppata dal TechLab, il centro di ricerca creato da WIVA Group. L’azienda di illuminazione di Firenze che dal 2007 progetta e produce sorgenti luminose e apparecchi di illuminazione.
La funzionalità dei prodotti è stata certificata tramite laboratori accreditati analizzando la funzionalità del sistema di filtrazione GearBox per i VOC, batteri e virus. Proprio per quest’ultima è stato utilizzato un Betacoronavirus per verificare l’effettiva efficacia del sistema di filtrazione anche contro l’attuale virus. La certificazione antivirale ottenuta dalla tecnologia WIVactive attesta la capacità antivirale di agire sulla disgregazione e abbattimento del Betacoronavirus. Grazie ai radicali liberi generati dal sistema fotocatalitico attivato con luce visibile a spettro calibrato.
(ITALPRESS).
Nuove tecnologie per sanificare le scuole
Arriva il primo motore navale hydro-jet fuoribordo elettrico
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – È partita su CrowdFundMe la seconda campagna di equity crowdfunding di DeepSpeed. Il primo motore navale hydro-jet fuoribordo elettrico, che consente di spendere meno per arrivare prima (con l’acqua che sarà l’unica impronta lasciata alle spalle, dopo il passaggio in mare) e che sarà venduto al grande pubblico a partire dal 2022.
La raccolta fondi rappresenta una parte dell’aumento di capitale complessivo di 7 milioni di euro che saranno reperiti anche offline. La società è già in trattativa avanzata con alcuni fondi italiani ed esteri, che vogliono partecipare al round tramite la campagna su CrowdFundMe.
DeepSpeed, che conta di quotarsi in Borsa nei prossimi tre anni, nell’occasione del nuovo turno di finanziamenti si è trasformata in S.p.A. (Sealence S.p.A.) e per questo attraverso la sottoscrizione in crowdfunding si acquisteranno delle azioni: la quota minima d’investimento è pari a 2.820 euro, cifra che corrisponde a un lotto di 1000 azioni, e si potrà investire, al rialzo, con multipli di 100 azioni per volta (es. 2.820 – 1.000 azioni, 3.102 – 1.100 azioni, etc.).
La campagna di equity crowdfunding su CrowdFundMe avrà la tradizionale durata di due mesi, con una prima finestra di 20 giorni per consentire l’ingresso degli investimenti e il deposito della lista soci presso la Camera di Commercio entro la fine dell’anno e cercare con queste tempistiche, di favorire gli investitori ad accedere alle detrazioni fiscali relative al 2020. Inoltre, chi sottoscriverà i primi 300.000 euro della raccolta online avrà diritto a ricevere dei Warrant. Grazie ai quali sarà possibile acquistare azioni a sconto nei round successivi.
DeepSpeed è un motore fuoribordo con propulsione a JET che include sia motore che propulsore; funziona direttamente in acqua (idrogetto) ed è alimentato da energia elettrica. Rappresenta la propulsione navale più efficiente finora concepita (quella che costa e inquina meno). E si propone come alternativa ai propulsori a elica e a idrogetto entrobordo, perché, nei primi, sopra i 30 nodi, l’energia propulsiva si riduce drasticamente rispetto a quella fornita dal motore e nei secondi, all’aumentare della velocità, c’è un limite alla portata d’acqua che la pompa può elaborare.
Inoltre, entrambi necessitano di motore e serbatoio. Che occupano molto spazio all’interno dello scafo e scaricano inquinanti in aria e acqua.
La tecnologia che sarà commercializzata al grande pubblico a partire dal 2022, dopo un intenso programma di stress test di affidabilità, ha ottenuto il brevetto europeo. A livello internazionale, è già stato riconosciuto in Australia ed è attualmente in fase di estensione in Canada e Nuova Zelanda, prossimamente lo sarà in USA, Cina e nel resto del mondo. Molti cantieri navali europei hanno manifestato interesse verso il prodotto e recentemente il CNR ha siglato un accordo con Sealence per partecipare allo sviluppo dei jet. Mettendo a disposizione le proprie strutture per l’esecuzione di test strumentali che si caratterizzano per l’elevata sofisticazione delle tecnologie disponibili.
In seguito della precedente campagna di equity crowdfunding, dell’ottobre 2019, su CrowdFundMe, che ha portato a una raccolta di 450mila euro, la startup ha accelerato la fase di ingegnerizzazione e ha avviato un dottorato di ricerca presso l’Università di Padova (una delle tre Università partner dei jet). Inoltre, ha assunto dieci nuove risorse. Soprattutto progettisti e ingegneri tra cui: Marco Cassinelli, ex Direttore Tecnico in MV Agusta, con un passato di progettista ai massimi livelli in Alfa Romeo, Lamborghini, Audi, Maserati, che sarà investito del ruolo di CTO, a fianco del responsabile scientifico del progetto, Ernesto Benini.
Lo sviluppo della tecnologia ha segnato una importante prima accelerazione nei primi sei mesi dell’anno (con una pausa intermedia dovuta al lockdown), con un impegnativo programma di test in acqua sulla barca laboratorio Deep-ONE.
L’Academy per i futuri imprenditori digitali
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Una commerciante di mezza età che reinventa la sua attività di abbigliamento grazie al web ed un giovane di 18 anni, che ancora prima di terminare la scuola, supporta le imprese nella fase di trasformazione digitale. Lavorare nel digitale non necessita di un’età, un luogo ed un tempo stabilito. E lo sanno bene Pietro Gangemi e Mirko Delfino due giovani imprenditori 31enni di Reggio Calabria che hanno deciso di formare i nomadi digitali del futuro attraverso corsi e lezioni di digital marketing. Pietro e Mirko, dopo aver lavorato per diversi anni con imprese ed esercizi pubblici del loro territorio, supportandoli anche, in alcuni casi, in percorsi di internazionalizzazione, hanno creato Build your Brand (https://buildybrand.com/). Una realtà digitale nata a Reggio Calabria, ma con clienti che arrivano da tutta Italia ed anche Europa.
Le imprese sono chiamate ad affrontare la trasformazione dei modelli di business nell’economia italiana e così tradizione e progresso devono collaborare dando origine a una vera e propria terza rivoluzione industriale. In che modo? Rimettendosi in gioco e sperimentando le tecnologie di ultima generazione per riprogettare le attività e puntare alla personalizzazione del prodotto. Prestando grande attenzione al cliente e alla cura per i dettagli.
La web agency calabra ha dato vita a un’academy, Build Your Brand University che consente a imprenditori, studenti e professionisti alle prime armi con il web di acquisire le competenze necessarie per creare il proprio marchio o promuovere la propria impresa online. Attraverso corsi, webinar e lezioni di digital marketing. Al tempo stesso l’academy si propone di formare da zero social media manager, digital analyst e web marketing manager. Che sono tra i professionisti del Web più richiesti dalle aziende.
“La scelta di puntare sul web marketing nasce dal fatto che abbiamo sempre pensato che la digitalizzazione rappresenti uno strumento fondamentale per far crescere le imprese oltreconfine. Un’idea che ha trovato conferma nella situazione delicata che molte imprese stanno vivendo in questo momento, costrette a dover fronteggiare l’emergenza, a reinventarsi e riadattarsi – affermano Pietro Gangemi e Mirko Delfino -. La migliore risposta è arrivata dalla tecnologia e dall’innovazione, che si sono rivelate delle risorse preziose in molti ambiti, per la gestione della crisi. Aziende e imprese hanno dovuto adattarsi al nuovo scenario, sfruttando la grande opportunità offerta dalla digitalizzazione. Che rappresenta il futuro per creare nuove attività, realtà aziendali e professioni”.
Gli argomenti del corso, che insegna come digitalizzare la propria impresa o costruire da zero il proprio business online, sono molto variegati. Si spazia dalle tecniche per divenire copywriter a come utilizzare Facebook Ads o creare un e-commerce, da come utilizzare al meglio whatsapp per promuovere la propria azienda a come usufruire dell’Affiliate Marketing o come creare un e-shop su Shopify.
Build Your Brand ha formato più di 7mila studenti. Al termine dei corsi, agli utenti verrà rilasciato un certificato di partecipazione che permetterà loro di lavorare con Build your Brand o con aziende partner.
(ITALPRESS).
L’app che fa risparmiare tempo ai property manager
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Mai come ora, velocizzare l’accoglienza all’interno della propria struttura, oltre a far risparmiare tempo prezioso, offre all’host la possibilità di presentarsi al cliente al massimo della propria efficienza e di rimanere competitivi in un periodo di grosse difficoltà. Sbrigate velocemente le pratiche di registrazione grazie all’uso della tecnologia, ci si può dedicare alla parte più importante e apprezzata: quella di relazione.
Fornire consigli sui locali da visitare, le attrazioni del posto e magari segnalare un’area cani o un parco giochi nelle vicinanze se gli ospiti hanno un amico a quattro zampe o dei bimbi, permette di instaurare un rapporto di fiducia che può trasformarsi in una recensione positiva in grado di portare altri clienti.
A tale scopo è nata Welcomeasy, la soluzione per fare check-in acquisendo i documenti degli ospiti attraverso un’app da installare su qualunque smartphone. Perché l’esperienza di un ospite inizia prima ancora di entrare in camera. Fondata nel 2019, Welcomeasy è un brand di Kumò srl società a responsabilità limitata con sede legale a Mira (VE).
Welcomeasy è la prima App nel panorama italiano, progettata per i professionisti dell’accoglienza per una gestione facile e veloce dei check-in e l’invio in sicurezza delle schede alloggiati alla questura, nel pieno rispetto della normativa GDPR.
“Il customer journey che un cliente compie quando arriva in un appartamento o in un B&B è ormai completamente digitale. L’ospite cerca la struttura su Internet, legge recensioni, prenota su portali online, paga con carta di credito. Poi arriva a destinazione e spesso si ritrova un host che gli chiede di fare una fotocopia al documento di identità per effettuare il check-in”, ha spiegato Paolo Zennaro, co-founder e Ceo di Welcomeasy, durante il suo intervento a YOUnite, la conferenza digitale dell’extra alberghiero.
“Dobbiamo sempre ricordarci che l’ospitalità non si riferisce solo alla permanenza in struttura, ma comprende tutta una serie di fasi importantissime: prenotazione, check-in, soggiorno, check-out, fino a quando l’ospite riparte. Il nostro lavoro è perfetto soltanto se siamo in grado di gestire al meglio ognuno di questi momenti, nessuno escluso”, ha continuato Zennaro.
Chi si approccia per la prima volta al mondo dell’ospitalità, che sia un proprietario che decide di mettere a reddito la seconda casa o un property manager che gestisce più appartamenti, la tendenza a sottovalutare alcuni passaggi, primo fra tutti il check-in, porta con sé uno spreco di risorse importante per la salute del business. Dotarsi di strumenti digitali, in grado di ottimizzare il proprio lavoro oggi non è più un’opzione, ma fa parte di un percorso di professionalizzazione fondamentale per risultare competitivi e quindi, sopravvivere.
“Mediamente, il check-in manuale di una famiglia composta da tre persone porta via al gestore dell’appartamento quasi un’ora di tempo, 55 minuti per la precisione. Oltre a questo, la possibilità di commettere errori durante la trascrizione dei dati di un ospite straniero può trasformarsi in una comunicazione errata al portale della Questura e di conseguenza far scattare sanzioni amministrative e addirittura penali”, ha spiegato Zennaro. “Digitalizzando il check-in, il tempo necessario viene dimezzato, ma si azzerano anche i rischi di sanzioni perché un’acquisizione digitale dei dati (tramite OCR o scansione del codice MRZ dei documenti) riduce al minimo le possibilità di errore. Tutto questo può fare una differenza immensa per un piccolo proprietario o un property manager. Proviamo a immaginare quanto tempo si risparmia su 10 check-in per 100 giorni: ben 500 ore”, ha proseguito.
5G: Tim, Ericsson e Qualcomm, record velocità su lunga distanza
TIM, Ericsson e Qualcomm Technologies, Inc. ancora una volta protagoniste con un nuovo record mondiale di velocità a lunga distanza in banda ultralarga con la tecnologia 5G applicata al Fixed Wireless Access (FWA). Sulla rete live di TIM è stata raggiunta la velocità di 1 Gigabit al secondo su frequenze millimetriche (mmWave) a 26 GigaHertz (GHz), a 6,5 chilometri di distanza dal sito (1Gbps con protocollo UDP, 700Mbps Speedtest Ookla TCP).
Il primato, che conferma l’utilizzabilità del 5G su spettro a onde millimetriche, non solo per l’impiego urbano, ad alta velocità o ad alta densità, ma anche per una più ampia copertura FWA 5G. Il primato si aggiunge ai successi già conseguiti sulle onde millimetriche lo scorso settembre quando la connessione della rete TIM ha superato stabilmente la velocità di 4 Gigabits al secondo in downlink su rete live 5G.
“Il risultato – si legge in una nota – apre la strada ad assicurare ai clienti TIM sempre maggiori e migliori connessioni ultrabroadband, in particolare anche in quelle aree oggi non ancora coperte dalla fibra ottica e assicura, tramite queste nuove soluzioni 5G Fixed Wireless Access, chiamate Fiber To The Air, una sempre più capillare ed efficiente copertura a larga banda dell’intero Paese. La soluzione innovativa, sperimentata su rete live, è stata possibile grazie alla nuova antenna radio integrata Ericsson 5G mmWave ad alta potenza AIR 5322, installata nel sito mobile di Roma in via Oriolo Romano dotata del software extended range di Ericsson.
(ITALPRESS).
Microsoft lancia nuovo processore Pluton
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Microsoft in collaborazione con i principali partner AMD, Intel e Qualcomm Technologies ha annunciato il lancio del processore di sicurezza Microsoft Pluton. Questa tecnologia per la sicurezza da chip a cloud è introdotta per la prima volta in Xbox e Azure Sphere.
Il design di Pluton ridefinisce la sicurezza di Windows nella CPU Oggi, il cuore della sicurezza del sistema operativo sulla maggior parte dei PC risiede in un chip separato dalla CPU, chiamato Trusted Platform Module (TPM). Il TPM è un componente hardware utilizzato per memorizzare in modo sicuro chiavi e misurazioni che verificano l’integrità del sistema. I TPM sono supportati in Windows da più di 10 anni. E alimentano molte tecnologie critiche come Windows Hello e BitLocker.
Data l’efficacia del TPM nell’esecuzione di attività di sicurezza critiche, gli aggressori hanno iniziato a innovare modi per attaccarlo. In particolare nelle situazioni in cui un utente malintenzionato può rubare o ottenere temporaneamente l’accesso fisico a un PC. Queste sofisticate tecniche di attacco prendono di mira il canale di comunicazione tra la CPU e il TPM, che in genere è un’interfaccia bus. Il design Pluton, in particolare, elimina la possibilità che quel canale di comunicazione venga attaccato costruendo la sicurezza direttamente nella CPU. I PC Windows che utilizzano l’architettura Pluton emuleranno prima un TPM che funziona con le specifiche e le API TPM esistenti, il che consentirà ai clienti di beneficiare immediatamente di una maggiore sicurezza per le funzionalità di Windows che si basano su TPM come BitLocker e System Guard. Pluton fornisce anche l’esclusiva tecnologia SHACK (Secure Hardware Cryptography Key). Che aiuta a garantire che le chiavi non siano mai esposte al di fuori dell’hardware protetto, nemmeno al firmware Pluton stesso.
Fornendo così un livello di sicurezza senza precedenti per i clienti Windows. Uno degli altri principali problemi di sicurezza risolti da Pluton è mantenere aggiornato il firmware di sistema nell’intero ecosistema del PC. Oggi i clienti ricevono aggiornamenti al loro firmware di sicurezza da una varietà di fonti diverse che possono essere difficili da gestire, con conseguenti problemi di patching diffusi. Pluton fornisce una piattaforma flessibile e aggiornabile per l’esecuzione del firmware che implementa funzionalità di sicurezza end-to-end create, gestite e aggiornate da Microsoft. I computer Pluton per Windows verranno integrati con il processo di Windows Update nello stesso modo in cui il servizio di sicurezza di Azure Sphere si connette ai dispositivi IoT.
(ITALPRESS).
Oled, Qled o Nanocell, come cambia lo schermo tv
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – Qual è la scelta giusta per cambiare televisore? Il problema nasce dalla tecnologia di cui è dotato lo schermo, e spesso ormai andando in un megastore ci si ritrova a dover interpretare alcune sigle chiave. In questo caso Oled, Qled e Nanocell. Ecco come tradurre quelle sigle.
OLED
Gli Oled sono il top della visione. Ed è la scelta che ha fatto subito LG per sviluppare un’immagine sempre più precisa. Questo vuol dire che sono anche i Tv più costosi del mercato, ma grazie anche ad altri brand come Sony e (soprattutto) Philips, stando attenti alle occasioni si riesce ad acquistare un ottimo prodotto intorno ai mille euro. Stando attenti alle funzioni smart, che si differuenziano secondo brand: LG e Samsung hanno un sistema proprietario, gli altri usano Android Tv.
La particolarità della televisione Oled è che ogni pixel emette luce propria. Questo vuol dire che attenuandosi o addirittura spegnendosi, si crea un nero assoluto che porta a un migliore rapporto di contrasto con i pixel accesi.
E quindi eccellenti angoli di visione e grande qualità dei colori.
I televisori OLED consumano un pò più energia rispetto agli altri modelli, ma la visione è davvero superlativa. Se piacciono i colori reali, insomma, è la scelta da percorrere.
NANOCELL
Per abbassare un pò il costo di ingresso a un Tv di grandi dimensioni LG ha mantenuto anche una gamma LCD con modelli Nanocell. In questo caso si parla di pannelli IPS che arrivano ormai anche a 8K, refresh rate a 120 Hz e con tutte le funzionalità di local dimming, Dolby Vision e Hdr che permettono un’altissima risoluzione dell’immagine.
Il televisore Nanocell lavora con un pannello retroilluminato aiutato di nano-particelle microscopiche che misurano solo 1 nanometro e sono integrate all’interno del display frontale. In pratica: i pannelli Lcd normali hanno una distorsione di colore che non lo rende puro.
I Nanocell vanno ad assorbire le lunghezze d’onda non desiderate, per esempio quelle che mischiano rosso e verde. Finendo per coprire meglio gli spazi colore più ampi utilizzati ad esempio da molti film in HDR.
In definitiva: viene migliorato l’angolo di visione e l’immagine è più realistica. Inoltre la tecnologia è meno costosa degli Oled.
Per fare un paragone: l’LG 8K 65 pollici costa 1999 euro, la versione 8K Oled ha un prezzo di 5499 euro nel modello 75 pollici.
QLED
La tecnologia scelta da Samsung (e non solo) per il suo televisore si traduce in Quantum Dot Led, insomma in quelli che sono stati definiti “punti quantici”. Lo schermo è sempre led, ma sul retro questi punti di una grandezza che varia da 2 a 10 nanometri, filtrano la luce per ottimizzare i colori. Il risultato è che se il nero è abbastanza simile da quello degli Oled, i display Qled sono più luminosi con tonalità più intense.
In più, essendo inorganico (mentre l’Oled può portare nel tempo a un problema che si era avuto con i Tv al plasma), il pannello garantisce lunga durata.
Anche in questo caso insomma è una questione di gusto: chi ama i colori più vivaci e un’immagine più luminosa può scegliere questa tecnologia, chi invece preferisce una visione più realistica e con un immagine meno lucente può avvicinarsi all’Oled. Il Nanocell sta un pò nel mezzo, avvicinandosi però di più ai Quantum Dot. Ma in ogni caso, se si cerca un televisore top, non si sbaglia mai.
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I servizi di Tim sui dispositivi smart di Google
ROMA (ITALPRESS/TraMe&Tech) – TIM, prima telco in Europa ad aver integrato il servizio voce mobile in uscita con l’intelligenza dei dispositivi Google Nest, estende il servizio TIM Voce Smart con Google con la nuova funzionalità. Che permette di ricevere e effettuare chiamate anche dalla linea fissa di casa. A questo si aggiunge l’arrivo su dispositivi smart di Google di TIMMUSIC, la piattaforma dedicata alla musica in streaming.
Queste soluzioni, in particolare, si inseriscono nella più ampia collaborazione avviata con Google, allargando così il portafoglio con prodotti e servizi innovativi, soprattutto per la casa intelligente. Il servizio gratuito “TIM Voce Smart con Google”, in esclusiva per i clienti con una connessione fibra, consente inoltre di effettuare e ricevere chiamate attraverso gli smart speaker e display di Google. Utilizzando il numero della linea fissa TIM. Basterà associare al Google Nest Mini o Nest Hub la linea di casa e con un semplice comando vocale effettuare e ricevere chiamate da e verso qualsiasi numero fisso o mobile.
Per avviare la chiamata sarà sufficiente dire ‘Hey Google, chiama mammà oppure ‘Hey Google, rispondi alla chiamatà.
Grazie all’assistente Google si potranno effettuare chiamate a numeri puntuali, a contatti della propria rubrica Gmail e ad attività commerciali utilizzando la ricerca Google. ‘TIM Voce Smart con Googlè rappresenta l’evoluzione del servizio di chiamata tradizionale su linea fissa con l’intelligenza dei dispositivi Google Nest senza la necessità di un cordless.
I clienti TIM consumer con linea fissa fibra potranno utilizzare, infatti, gratuitamente il servizio dopo averlo configurato dall’App Google Home. E associato al numero della propria linea.
Dagli smart speaker e display di Google si potranno ascoltare le canzoni preferite con un semplice comando vocale. Il catalogo TIMMUSIC, con 40 milioni di brani musicali e tutte le novità discografiche italiane e internazionali sempre aggiornate con brani, album, discografie complete, playlist sarà ora a portata di voce.
(ITALPRESS).









