Hi-Tech & Innovazione

Da una start up il primo poliambulatorio digitale italiano

Nuove risorse finanziarie per EpiCura, il primo poliambulatorio digitale in Italia. Dopo l’aumento di capitale del valore di 1 milione di euro concluso nell’estate del 2019, la società aggiunge circa 2 milioni di euro di risorse finanziarie. Che serviranno alla start up per continuare a migliorare la propria tecnologia ed esplorare nuove opportunità di business.
1.450.000 euro di finanziamento bancario sono stati messi a disposizione da importanti Istituti: Unicredit, Cassa di Risparmio di Savigliano, Banca di Cherasco e BCC Casalgrasso e Sant’Albano Stura. Ulteriori 500 mila euro provengono dall’aggiudicazione del bando SC-UP di FinPiemonte (interamente a fondo perduto). Dedicato proprio alla realizzazione di progetti di sviluppo di startup tecnologiche che abbiano già raccolto dal mercato capitali di rischio.
“Dopo aver raccolto la fiducia di tanti soci nel nostro primo importante aumento di capitale nell’estate del 2019, vedere sia il sistema bancario che la Regione Piemonte pronti a dare un ulteriore supporto finanziario per i nostri piani di crescita è un segnale incoraggiante. Non solo per noi ma credo per tutte le giovani realtà che si stanno impegnando a crescere. Anche in un contesto tanto complesso come quello che stiamo vivendo”, afferma Alessandro Ambrosio, CEO e co-founder di EpiCura.
“Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti e, soprattutto, del valore che EpiCura ha già potuto esprimere anche in questo periodo di grande difficoltà per il Paese. Portando con i suoi servizi un concreto aiuto alle famiglie nella gestione dell’assistenza agli anziani e risoluzione di dubbi e problemi sanitari grazie al video consulto e teleconsulto. Siamo solo all’inizio di un percorso di crescita dal potenziale vastissimo. E queste nuove risorse ci aiuteranno a coglierlo al massimo supportando ulteriormente lo sviluppo tecnologico. Per rendere il nostro poliambulatorio digitale sempre più accessibile, efficiente e veloce”, ha sottolineato Gianluca Manitto, CEO e co-founder di EpiCura.
Nonostante il periodo di emergenza che ha portato alla contrazione di diversi settori, EpiCura continua a crescere. A conferma della strategicità del proprio ruolo nello scenario sanitario attuale. Nel secondo trimestre 2020 ha erogato circa 6.000 prestazioni. Con una crescita dei volumi pari al 225% rispetto allo stesso periodo del 2019 (+23% vs primo trimestre 2020) e del valore del +157% rispetto al secondo trimestre dello scorso anno (+24% vs primo trimestre 2020).
A crescere in modo sostanziale è la domanda, oltre dei servizi di medicina di base e infermieristici, dei servizi di assistenza domiciliare per anziani. A cui il poliambulatorio digitale risponde con programmi di assistenza di lunga durata tramite l’impiego di figure socio-assistenziali e Family Tutor dedicati, svolto a livello nazionale.
EpiCura, grazie alla propria piattaforma tecnologica e ad un network di 700 professionisti certificati, porta in 10 città italiane (Torino, Milano, Roma, Firenze, Napoli, Bologna, Brescia, Genova, Catania e Verona) servizi sanitari e socio-assistenziali accessibili 7 giorni su 7. “E con un tempo medio di attesa inferiore alle 24 ore”, sottolinea la start up.
Inoltre, EpiCura ha potenziato il proprio servizio di consulenza telefonica e di video-consulto. Sono oltre 100 tra medici, infermieri, veterinari, nutrizionisti e psicologi, i professionisti disponibili che rispondono al bisogno di tutti coloro che necessitano di un confronto. O di un consiglio sulla gestione di una terapia in corso, sull’insorgenza di sintomi che potrebbero destare preoccupazione. Ma anche di dialogo, in questo difficile momento di necessario isolamento sociale, con specialisti certificati. I nutrizionisti, inoltre, possono aiutare a ritrovare un equilibrio alimentare adeguato trasformando il periodo di sosta forzata in un’opportunità. Piuttosto che in una situazione di sbilanciamento alimentare.
(ITALPRESS/TraMe&Tech).

Lenovo e New Realities per le donne, la storia di Aisha

Dieci storie di donne, con la tecnologia come mezzo per diffondere il messaggio. Si chiama New Realities il progetto sposato da Lenovo, con il sostegno di Girl Up, l’iniziativa di uguaglianza di genere della Fondazione delle Nazioni Unite (UNF) e della regista e sceneggiatrice Ava DuVernay. Si tratta insomma presenta di una produzione artistica immersiva che celebra l’impegno di giovani donne che utilizzano le tecnologie intelligenti per portare alla luce e contribuire a risolvere problematiche sociali a livello globale. Generando empatia.
Quest’ultimo obbiettivo è sicuramente raggiunto grazie a Aisha Coulibaly, una giovane imprenditrice nata a Foggia da papà ivoriano che ha lanciato la web-app Mygrants.
In concomitanza dell’International Day of the Girl, che sarà celebrato in tutto il mondo domenica, esce appunto New Realities. Un progetto artistico digitale che raccoglie una serie di esperienze cinematografiche immersive da vivere in prima persona. Con l’obiettivo di dare voce a donne che, in 10 Paesi del mondo, sono impegnate a portare un cambiamento positivo in un momento di emergenza globale causata dalla pandemia COVID-19.
Il progetto viene presentato contestualmente al lancio di una ricerca condotta da Lenovo su come la tecnologia rende le persone maggiormente empatiche nei confronti delle problematiche sociali discusse all’interno della loro comunità. I film di New Realities sono stati realizzati negli ultimi quattro mesi utilizzando tecniche di narrazione a 360°. E raccontano dei percorsi individuali di un gruppo di 10 giovani donne provenienti da diverse esperienze. Che utilizzano la tecnologia per realizzare i propri sogni, sostenere una causa, creare arte e musica d’impegno sociale o fornire alla comunità un servizio di sostegno.
I film aiutano a dare una propria voce a ciascuna delle donne coinvolte. E a puntare i riflettori sul ruolo delle tecnologie intelligenti nel contribuire a generare empatia nei loro progetti di cambiamento positivo della società. Le protagoniste dei film provengono da Brasile, Cina, Francia, Germania, Giappone, India, Italia, Messico, Regno Unito e Stati Uniti.
In Italia il progetto New Realities segue il lavoro di Aisha Coulibaly, una giovane imprenditrice italo-ivoriana che ha co-fondato Mygrants. Una web-app basata sul microlearning sviluppata per fornire ai migranti, attraverso moduli quiz tematici, informazioni, formazione e supporto verso specifiche destinazioni professionali. Come inserimento lavorativo, imprenditorialità, percorsi di istruzione superiore.
Nel corto (che consigliamo davvero di vedere), Aisha descrive come ha raccolto l’eredità del padre (il quale operava come mediatore culturale). E sfruttato le potenzialità delle nuove tecnologie al fine di trasformare l’immigrazione in un’opportunità sia per i migranti che per le comunità ospitanti. E’ possibile accedere a tutti i contenuti da questo sito dedicato.
Oltre a produrre i film che raccontano della missione delle giovani donne, Lenovo – in partnership con Girl Up – ha stanziato 100.000 dollari in sovvenzioni per consentire loro di seguire i percorsi di studio maggiormente in linea con i loro obiettivi. Attraverso il nuovo programma Global Ambassadors, le giovani hanno potuto lavorare con tutori selezionati personalmente dal team di Ava DuVernay presso ARRAY. E accedere a risorse messe a disposizione da Lenovo, ARRAY e Girl Up.
Ciascuna delle giovani donne ha inoltre ricevuto dispositivi da Lenovo e Motorola per sostenere le proprie attività. Come ad esempio laptop professionali ThinkPad X1 Yoga per il coding, Yoga C940 per la musica. E Motorola Edge comunicare e gestire la produttività in mobilità.
La ricerca condotta da Lenovo in parallelo al progetto New Realities rafforza la necessità e il desiderio di empatia nel contesto di una crisi globale. E sottolinea la reale importanza del lavoro svolto dalle 10 protagoniste del progetto. Coerentemente con la propria missione – Smarter Technology for All – Lenovo è convinta che le tecnologie intelligenti siano un veicolo per diffondere empatia nel mondo.
Delle oltre 15.000 persone che hanno partecipato al sondaggio in 10 Paesi del mondo, i due terzi affermano che in tempi di pandemia la tecnologia ha reso le persone maggiormente empatiche nei confronti di altri punti di vista espressi nelle loro comunità. I punti salienti del sondaggio New Realities: Empathy and Technology comprendono:
Maggiore apprezzamento della tecnologia in tempi di nuova normalità. La ricerca evidenzia un cambiamento a livello globale nel rapporto delle persone con la tecnologia. Il 79% del campione ha una maggiore familiarità con la tecnologia dopo l’emergenza COVID-19, mentre un altro 79% afferma di apprezzare maggiormente la tecnologia in generale.
La tecnologia dà voce a chi effettua cambiamenti. La maggioranza del campione (73%) è convinta che gli avanzamenti della tecnologia abbiano un impatto positivo sulla capacità dei giovani di dare un contributo nell’affrontare le più significative problematiche sociali.
La tecnologia aiuta le nuove generazioni a comprendersi meglio. L’ottimismo verso la capacità della tecnologia di agevolare l’empatia è maggiormente espresso dai giovani, infatti il 76% degli appartenenti alla Gen Z e il 71% dei millennial che hanno partecipato alla ricerca concordano sul fatto che durante la pandemia la tecnologia li ha resi maggiormente empatici verso le loro comunità, oltre a consentire loro di calarsi nel i panni di chi conduce vide molto diverse dalle loro.
Il report completo è disponibile all’interno del sito dedicato a New Realities.
(ITALPRESS/TraMe&Tech).

Humans to Humans, quando imprese e scuola si incontrano

Humans to Humans è una startup che mette in contatto aziende e scuola. E lo fa promuovendo idee e progetti con l’obiettivo di valorizzare la missione etica delle imprese. E’ una società che realizza progetti di Edutainment per le scuole a scopo informativo, culturale e di condivisione di buone pratiche aziendali circa i temi etico e sociali. Questa realtà è nata, in particolare, con l’obiettivo di valorizzare la missione etica delle imprese e per mettere in contatto le aziende con la popolazione scolastica: dirigenti, docenti e studenti.
HtoH (Humans to Humans) propone, soprattutto, numerose idee per il rientro a scuola, sia in presenza sia a distanza, con progetti ad alto impatto etico e sociale da portare direttamente nelle aule scolastiche, cuore pulsante della formazione e istruzione dei giovani di oggi.
Ecco due progetti di Edutainment promossi da HtoH.

SOCIAL TO SCHOOL
Social to School è un programma Edutainment con challenge e attività di gamification costruito ad-hoc sulla base dei contenuti di valore che l’azienda intende trasferire ai giovani delle scuole, veicolato da creators e influencer. Che parlano lo stesso linguaggio dei giovanissimi.
In particolare, i manager delle aziende incontrano gli studenti attraverso eventi in presenza o lezioni digitali. Che diventano a loro volta una risorsa educativa messa a disposizione delle scuole. E’ adatto, soprattutto, a Aziende e Istituzioni che hanno l’esigenza di parlare al target studenti 10-19 anni e arrivare alle loro famiglie.
Infine, tra i principali temi trattati: Sostenibilità, Circolarità, Imprenditorialità, Nuovi stili di consumo, Ambiente, Alimentazione, Energia e Consumi, Mobilità e Città del futuro.

33 ORE – L’ EDUCAZIONE CIVICA A SCUOLA
Il Ministero dell’Istruzione ha introdotto nell’anno scolastico 2020/21 un percorso di Educazione Civica di 33 ore incentrato sui temi di sostenibilità, digitalizzazione e conoscenza della costituzione.
Humans to Humans supporta dirigenti e docenti nella realizzazione di questo percorso. Attraverso lezioni digitali e progetti realizzati in sinergia con il mondo delle aziende che hanno contenuti di valore su questi temi da trasferire alle nuove generazioni.
I temi trattati nelle lezioni digitali: uso consapevole dei social media e raggiungimento di un livello ottimale di competenze digitali attraverso l’esperienza di giovani role models; conoscenza delle tematiche ambientali, di Sostenibilità e Circular economy con il contributo di aziende che si distinguono per il loro impegno su questi temi; trasferimento della conoscenza della Costituzione e comprensione degli articoli e della loro applicazione nel contesto sociale attraverso le storie di giovani leader ispirazionali.
(ITALPRESS/TraMe&Tech).

Diabete, sistema Freestyle Libre 3 di Abbott riceve il marchio Ce

Abbott ha annunciato di aver ottenuto il marchio CE (Conformitè Europeenne) per il suo sistema di nuova generazione FreeStyle Libre 3. Approvato per l’uso da parte delle persone con diabete in Europa. La tecnologia FreeStyle Libre 3 fornisce letture continue del glucosio in tempo reale, inviate automaticamente ogni minuto agli smartphone, con un’insuperata accuratezza fino a 14 giorni grazie al più piccolo e sottile sensore al mondo. Con un costo sostenibile come le versioni precedenti.
Indossabile fino a 14 giorni, il sistema FreeStyle Libre 3 comprende il più longevo sensore per il monitoraggio del glucosio auto-applicabile disponibile. Il sensore è semplice da applicare sulla parte posteriore del braccio grazie a un apposito dispositivo. Eliminando la necessità di dolorose punture sui polpastrelli per visualizzare i livelli del glucosio.
Inoltre, per rendere possibile a più persone con diabete di accedere e beneficiare dei significativi progressi della tecnologia, questo sistema avrà un costo sostenibile come tutta la gamma di sensori Abbott.
Oltre al sensore, il sistema include l’app FreeStyle Libre 3, concepita per consentire agli utenti di ricevere e visualizzare in tempo reale i dati del glucosio, lo storico della glicemia e le frecce che mostrano le tendenze dei livelli di glucosio. Direttamente dal proprio smartphone.
Abbott ha progettato questo sistema di nuova generazione per essere più sostenibile anche per l’ambiente con un sensore più piccolo e discreto. Riducendone il volume totale di oltre il 70%. Con una riduzione del 41% nell’uso della plastica e del 43% del cartone, il design del nuovo sensore è allineato al costante impegno dell’azienda per la sostenibilità.
Abbott renderà disponibile il sistema FreeStyle Libre 3 in Europa nel corso dei prossimi mesi. Il portfolio FreeStyle Libre ha dimostrato clinicamente di migliorare il controllo del glucosio, aumentare il tempo nel range glicemico ottimale, ridurre il tempo trascorso in iperglicemia (alti livelli di glucosio) e in ipoglicemia (bassi livelli di glucosio) e ridurre l’HbA1c (livelli medi di glucosio nell’arco di tre mesi). Tutti fattori che contribuiscono a migliori esiti clinici.
I dati dimostrano, infine, anche che l’uso del sistema FreeStyle Libre riduce le ospedalizzazioni correlate al diabete e le assenze dal lavoro.
(ITALPRESS/TraMe&Tech).

Covid-19, le conseguenze per il digitale secondo Ibm

In base a uno studio condotto da IBM, il COVID-19 ha spinto la maggior parte degli Executive C-Suite ad accelerare la trasformazione digitale, ma persone e talenti sono la chiave del progresso.
Lo studio, condotto intervistando i livelli apicali di organizzazioni di tutto il mondo, ha rilevato che, in seguito alla pandemia da COVID-19, quasi sei organizzazioni su dieci hanno accelerato il processo di trasformazione digitale. Barriere tradizionali come l’immaturità tecnologica e l’opposizione dei dipendenti al cambiamento sono state superate. Il 66% dei dirigenti ha affermato, infatti, di essere riuscito a portare a termine le iniziative che in precedenza incontravano resistenza.
Le organizzazioni intervistate mostrano maggiore consapevolezza in merito alle criticità da affrontare nel guidare la trasformazione. Lo studio rileva un significativo scostamento tra le opinioni dei leader e quelle dei dipendenti circa l’efficacia del metodo utilizzato nell’affrontare tali lacune. A livello globale, il 74% dei dirigenti intervistati ritiene di aver aiutato i propri dipendenti ad apprendere le competenze necessarie per lavorare in un modo nuovo. Solo il 38% dei dipendenti però concorda con questa affermazione. Inoltre, l’80% dichiara di sostenere la salute fisica ed emotiva della propria forza lavoro, mentre solo il 46% dei dipendenti ritiene di aver ricevuto tale supporto.
A livello italiano, il 71% degli intervistati ritiene di aver aiutato i propri dipendenti ad apprendere le competenze necessarie per lavorare in modo nuovo. Mentre l’82% afferma di contribuire alla salute psico-fisica della forza lavoro.
Lo studio di IBM Institute for Business Value “COVID-19 and the Future of Business”, evidenzia il proliferare di iniziative dovute alla pandemia e conseguenti difficoltà nel focalizzare le attività. Ciò nonostante, emerge la capacità dirigenziale di indirizzare le priorità interne e strategiche aree cruciali per dare impulso all’innovazione.
Inoltre, alcuni top manager emergenti e particolarmente proattivi, intraprendono azioni volte a restare competitivi e continuare a crescere.
La discontinuità generata dalla pandemia COVID-19 ha dimostrato l’importanza di essere preparati a gestire i cambiamenti. Molti dirigenti sono chiamati a far fronte alle fluttuazioni della domanda, a sostenere i dipendenti nel lavoro a distanza e tenere conto della necessità di ridurre i costi. Lo studio rivela anche che la maggior parte delle organizzazioni sta modificando in modo permanente la propria strategia organizzativa. Ad esempio, il 94% degli Executives prevede di adottare modelli di business platform-based entro il 2022. E molti aumentano la partecipazione agli ecosistemi e alle reti di partner.
Mettere in atto queste nuove strategie potrebbe richiedere un’infrastruttura IT più scalabile e flessibile. Gli Executive si sono già attivati su questo fronte. Secondo la ricerca, la tecnologia cloud registrerà una crescita del 20% nei prossimi due anni. Inoltre, i dirigenti migreranno in cloud un numero sempre maggiore di attività, tra cui il customer engagement e il marketing.
La pandemia COVID-19 ha causato l’interruzione di molti flussi di lavoro e di processi critici che erano al centro delle organizzazioni. Tecnologie come l’intelligenza artificiale, l’automazione e la sicurezza informatica possono rendere i flussi di lavoro più intelligenti, reattivi e sicuri. E hanno sempre maggiore priorità secondo i top manager intervistati. Lo studio rivela inoltre che la tecnologia AI avrà un ruolo sempre più prioritario, e registrerà un incremento del 20%.
Il 60% dei dirigenti intervistati ha già accelerato l’automazione dei processi e nel corso dei prossimi 2 anni questa riguarderà tutte le funzioni aziendali. Gli italiani, in linea con lo scenario globale, prevedono di introdurre l’automazione in tutte le aree aziendali, con particolare riferimento a quella degli acquisti, dei rischi, della supply chain e della R&S.
Il 76% dei dirigenti intervistati prevede di dare la priorità alla sicurezza informatica, che duplicherà il valore rispetto all’attuale.
Si assiste a un incremento degli investimenti in cloud, AI, automazione e altre tecnologie esponenziali. Per questo, secondo IBM, è fondamentale tenere conto delle necessità di chi ne fruisce, come ad esempio i dipendenti. Garantendo un’esperienza positiva a favore di innovazione e produttività.
La sicurezza sul lavoro invece, che fino a 2 anni fa rappresentava una priorità per il 2% dei top manager italiani, è destinata ad accrescere progressivamente la sua importanza. Se oggi è oggetto di particolare attenzione da parte del 18% dei dirigenti italiani, si prevede che nel 2022 possa arrivare al 53%.
Guidare, coinvolgere e abilitare in modo nuovo la forza lavoro
Lo studio rivela anche una rinnovata attenzione verso le persone durante la pandemia, che ha portato i dipendenti a lavorare al di fuori dei contesti tradizionali e affrontare situazioni di stress e incertezza.
Lo studio IBM dimostra come la pandemia abbia modificato le aspettative dei dipendenti nei confronti dei loro datori di lavoro, chiamati ad esercitare un ruolo attivo nel contribuire al benessere fisico e mentale, così come nel fornire la competenza necessaria per imparare a lavorare in modo diverso. Gli Executive collocano il benessere dei dipendenti tra le loro massime priorità.
In questo contesto secondo IBM è fondamentale la presenza di dirigenti che mettano al primo posto il benessere dei dipendenti. I leader empatici sono in grado di incoraggiare la responsabilità personale e stimolare i dipendenti a lavorare in team, applicando metodologie Agile e di Design Thinking e strumenti e tecniche di DevOps. Le organizzazioni dovrebbero, infine, anche considerare l’adozione di un modello olistico e multimodale di sviluppo delle competenze per aiutare i dipendenti a sviluppare le abilità comportamentali e le tecniche necessarie per lavorare nella nuova normalità e promuovere una cultura dell’apprendimento continuo.
Uno degli effetti del Coronavirus è l’aumento dei consumi in bolletta. E’ importante capire i consumi generati nella propria abitazione e gestirli al meglio nelle fasce f1 f2 f3. Importante: il costo dell’energia elettrica gioca un ruolo importante nella spesa totale in bolletta. Il costo kWh non è uguale per tutti i clienti, ma cambia in base all’offerta sottoscritta con il proprio fornitore.
(ITALPRESS/TraMe&Tech).

Droni in campo nella lotta contro la mosca della frutta

Attraverso l’utilizzo dei droni si è concluso il progetto di sperimentazione FEM. Che ha previsto l’analisi di fattibilità dell’applicazione della tecnica del maschio sterile per il controllo della mosca mediterranea della frutta.
Droni in campo contro la mosca mediterranea della frutta, un insetto che crea danni in Trentino soprattutto su pesche e melo. La Fondazione Edmund Mach sta sperimentando la tecnica del maschio sterile, rilasciando gli insetti sterili importati dalla Spagna attraverso l’uso dei droni. Un sistema che riduce le popolazioni di questo insetto consentendo a sua volta la riduzione dell’uso di insetticidi. Come ad esempio in Spagna dove questo metodo è ampiamente utilizzato. Il progetto FEM ha evidenziato che questa tecnica è applicabile anche nel territorio trentino.
Ceratitis capitata Wiedemann, comunemente nota come mosca mediterranea della frutta, è un parassita originario dell’Africa orientale. Diffuso attualmente in tutte aree frutticole della costa mediterranea, che attacca più di 300 diversi ospiti.
C. capitata è storicamente presente nelle regioni meridionali e centrali italiane ma recentemente, a causa dei cambiamenti climatici, ha causato danni alla frutta anche nelle regioni settentrionali. In Trentino, fu segnalata per la prima volta nel 1990 ma questo primo ritrovamento è stato seguito da altri che testimoniano una diffusione lenta e costante nella regione.
Allo stato attuale, la mosca mediterranea della frutta è stabilita nell’area dell’Alto Garda e a macchia di leopardo nella Valle dell’Adige. Dove provoca danni soprattutto su mela. Per mantenere il danno al di sotto della soglia economica, in alcuni anni sono necessari specifici trattamenti con insetticidi ovo-larvicidi. C. capitata attacca le mele mature poco prima della raccolta. Momento in cui non è possibile effettuare trattamenti insetticidi che causano l’aumento dei residui di prodotti fitosanitari sui frutti.
Attualmente le ricerche sono concentrate sullo sviluppo di approcci ecologici per la gestione della mosca, tra cui la tecnica del maschio sterile (Sterile insect technique – SIT). Tecnica che prevede il rilascio nei frutteti di maschi sterili della stessa specie da combattere. Il successo di questa misura di controllo alternativa dipende dalla densità e dalla distribuzione spaziale dell’organismo nocivo bersaglio. Poichè il livello di popolazione di C. capitata in Trentino è ancora basso ed il parassita è diffuso in un’area delimitata da vegetazione non ospite, la regione sembra essere adatta per saggiare la tecnica dell’insetto sterile.
Fondamentale è anche la competitività dei maschi sterili rilasciati, che può essere influenzata da: ceppo, metodo di allevamento, effetto della sterilizzazione con radiazioni, marcatura, stress durante la conservazione, spedizione al sito di rilascio e procedura di rilascio.
Il progetto SIT (FAS – PSR 2014-2020), sviluppato negli anni 2018-2020, ha avuto come obiettivo lo stabilire la fattibilità dell’applicazione della tecnica del maschio sterile per il controllo di C. capitata (Mosca mediterranea della frutta) in Trentino.
Il primo obiettivo raggiunto è stato la definizione di una procedura dinamica per il trasferimento dei maschi sterili dalla biofabbrica alle aree di rilascio, il più veloce possibile, poichè il tempo trascorso dalle pupe in condizioni di ipossia è fondamentale che sia ridotto al minimo. Pena l’influenza dei parametri di qualità degli insetti rilasciati, e di conseguenza della loro efficacia. A questo sono seguite lo studio delle fasi di preparazione in laboratorio e di rilascio, corredate da indagini circa la percentuale di maschi emergenti ad ogni spedizione, la dispersione in campo, la percentuale di ricatture. Nonchè la valutazione della performance di accoppiamento con la popolazione naturale.
(ITALPRESS/TraMe&Tech).

Il tracciamento anti-Covid mette a rischio la privacy?

Alessandro Papini, presidente di Accademia Italiana Privacy, fa il punto sulla tutela della riservatezza delle informazioni personali nella raccolta di dati legata alla pandemia di Covid-19.
L’estate è passata, gli italiani in viaggio sono stati tracciati nei loro percorsi. Ma i dati raccolti che fine faranno nel lungo termine? Tutela della riservatezza delle informazioni personali e gestione dell’emergenza sanitaria sono compatibili? In linea di principio sì. Nell’applicazione pratica, però, quello a cui si è assistito in Italia lascia molti dubbi riguardo il fatto che la privacy dei cittadini abbia ricevuto (e stia ricevendo) un livello di protezione adeguato.
“Per l’implementazione del sistema di contact tracing Immuni, le autorità hanno previsto una serie di garanzie volte ad assicurare l’anonimato e il rispetto della privacy”, spiega Alessandro Papini, Presidente di Accademia Italiana Privacy. “Purtroppo la raccolta dei dati personali in relazione alla pandemia di Covid-19 non si è limitata a Immuni e le zone d’ombra sono numerose”, aggiunge.
Oltre all’app Immuni, introdotta in seguito a un provvedimento legislativo nazionale e a un percorso che coinvolto in via preventiva l’autorità garante, molte regioni hanno predisposto applicazioni diverse. Imponendone in alcuni casi l’utilizzo senza fornire però adeguate informazioni e garanzie sulle modalità di trattamento dei dati.
Il Garante, intervenuto su questo tema ad agosto, è stato chiaro: “L’emergenza COVID-19 non rappresenta automaticamente e di per sè, una base giuridica sufficiente volta a incidere su diritti e libertà costituzionalmente protette, legittimando trattamenti di dati particolarmente invasivi. Quali appunto quelli atti a consentire il tracciamento dei contatti da parte di qualsiasi titolare pubblico o privato”.
Concludendo con la massima chiarezza. “A tal proposito, l’Autorità, precisa che gli unici trattamenti di dati personali che, allo stato, possano vantare un’adeguata base giuridica, sono esclusivamente quelli che trovano il proprio fondamento in una norma di legge nazionale. Ogni altro trattamento finalizzato al contact tracing risulta pertanto privo di un’adeguata fonte giuridica legittimante. E, pertanto, effettuato in violazione della normativa europea e nazionale in materia di protezione dei dati personali”.
La raccolta dei dati “fai da te” in locali e attività commerciali
Le disposizioni del governo inoltre, che nella fase di emergenza hanno imposto la registrazione di nominativi e contatti in ristoranti e attività commerciali di ogni tipo, hanno portato a una raccolta di dati sensibili sui quali i titolari non hanno nessuna forma di controllo.
In particolare, numeri di telefono e indirizzi email sono stati registrati senza fornire alcuna informazione. Soprattutto sulle finalità della raccolta e le modalità di conservazione dei dati. Un fenomeno che, in alcuni casi, ha assunto ancora maggiore gravità quando la raccolta è stata eseguita attraverso strumenti tecnologici che sfruttavano l’uso di applicazioni Web attivabili dagli utenti tramite l’inquadramento di un QR Code. Che, oltre alle informazioni di cui sopra, sono in grado di estrarre anche codici IMEI, IMSI. E identificativi del dispositivo usato per collegarsi alla pagina Web.
“Se nella prima fase d’emergenza poteva anche essere “giustificabile” mettere in secondo piano la privacy in vista di un bene superiore, ad ora c’è stato tutto il tempo per implementare meccanismi di raccolta dati appropriati, conformi e limitati allo scopo”, continua Papini.
Fenomeno completamente diverso è quello legato alla gestione da parte degli organi di stampa delle informazioni riguardanti persone coinvolte in vicende legate alla pandemia.
“Negli ultimi mesi abbiamo registrato numerosi casi di cronaca riportati dai media senza preoccuparsi di tutelare la riservatezza riguardo informazioni sensibili come quelle sanitarie – fa notare Papini -. E’ accettabile che la tutela della salute pubblica possa comportare la caccia all’untore, la gogna mediatica e social contro le singole persone come successo in molteplici casi? Oppure, peggio ancora, che sia messo alla gogna come untore un soggetto vittima di un falso positivo?”.
Dal quadro che emerge, a giudizio dell’Accademia Italiana Privacy, si rende necessario un intervento che possa fornire a tutti i soggetti coinvolti delle linee guida precise. E che permetta così di conservare l’efficacia dei sistemi di contact tracing garantendo, al tempo stesso, la privacy dei cittadini. Un compito che può essere affidato al Garante. E che permetterebbe di mettere ordine in una situazione che, al momento, ha troppe aree grigie regolate da interventi episodici.
(ITALPRESS/TraMe&Tech).