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Il Lazio in zona arancione da domenica

ROMA (ITALPRESS) – Il Lazio passa in zona arancione. Da quanto si
apprende, il ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base
dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia, firmerà nelle prossime ore una nuova ordinanza che andrà in vigore a partire da domenica 17 gennaio. Oltre al Lazio, in arancione passano le regioni Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Marche, Piemonte, Puglia, Umbria e Valle D’Aosta. Restano in area arancione Calabria, Emilia-Romagna e Veneto.
Nel Lazio, anche se in zona arancione, le scuole superiori potranno tornare in classe, al 50%, a partire da lunedì 18. E’ quanto precisa la stessa Regione. “In queste ore sta circolando un finto comunicato della Regione Lazio in merito ad un ipotetico posticipo dell’apertura in presenza degli Istituti secondari della Regione. Si tratta di una fake news, per la quale – si legge – verranno informate le autorità competenti. La Regione Lazio, come più volte ribadito in questi giorni, da lunedì 18 gennaio sull’apertura delle scuole secondarie si atterrà alla normativa nazionale”.
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Covid, D’Amato “Nel Lazio Rt sopra 1, ci aspettiamo la zona arancione”

ROMA (ITALPRESS) – “Oggi su oltre 14 mila tamponi nel Lazio (+327) si registrano 1.816 casi positivi (+204), 47 i decessi (+6) e +2.012 i guariti. Diminuiscono i ricoveri e le terapie intensive, mentre aumentano i casi e i decessi. Il rapporto tra positivi e tamponi è a 12% ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende a 5%. I casi a Roma città tornano a quota 900. Ci attendiamo il Lazio in zona arancione con un valore rt di poco sopra 1”. A dirlo l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, al termine della videoconferenza della task-force regionale per il COVID-19 con i direttori generali delle Asl e Aziende ospedaliere, Policlinici universitari e l’ospedale Pediatrico Bambino Gesù.
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Nel Lazio 97 casi di Covid tra i detenuti, Garante “Urgono risposte”

ROMA (ITALPRESS) – “Ha ragione il ministro Speranza: non bisogna abbassare la guardia contro il Covid. La sua diffusione è ancora intensa, in modo particolare negli ambienti e tra le persone con maggiore vulnerabilità, come nelle Rsa e nelle carceri. A Roma, dopo quello di Regina Coeli, che va finalmente chiudendosi, è attivo dall’inizio dell’anno un focolaio a Rebibbia Nuovo complesso. Questa mattina erano 23 i detenuti positivi al virus, ma lo screening è ancora in corso e potrebbero aumentare”. Così il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, in merito ai dati sulla diffusione dei dati sul Covid-19 nelle carceri, del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) del ministero della Giustizia.
Secondo il dati del Dap aggiornati alle 20 dell’11 gennaio scorso, sono 624 i detenuti negli istituti penitenziari d’Italia positivi al Coronavirus, 587 dei quali asintomatici, 26 i ricoverati. Gli agenti della polizia penitenziaria contagiati sono 647, 64 dei quali sintomatici. Sessantuno i positivi fra il personale amministrativo e dirigenziale penitenziario. Secondo lo stesso report, i detenuti contagiati nelle carceri del Lazio sono 97.
“Gli operatori sanitari e gli operatori penitenziari – prosegue Anastasìa – stanno affrontando queste sfide con grande senso di responsabilità e spirito di sacrificio, ma questa situazione e il continuo rischio dell’accendersi di nuovi focolai, anche con il coinvolgimento degli stessi operatori è difficile da sostenere”. “Per questo, rinnovo l’appello alla riduzione del numero dei detenuti e alla tempestiva vaccinazione di detenuti e operatori. Nonostante le autorevoli indicazioni del procuratore generale Salvi, in carcere sono ancora numerose le persone in attesa di giudizio, anche per reati non violenti, di cui sarebbe auspicabile la immediata scarcerazione”, aggiunge Anastasia.
“Ci aspettiamo che governo e parlamento rinnovino i permessi e le licenze straordinarie a semiliberi, lavoranti e permessanti fino al nuovo termine della emergenza Covid, che il ministro ha anticipato sarà portato al 30 aprile. Infine, – conclude Anastasìa – aspettiamo risposte dal ministro, dal commissario Arcuri e dalle regioni sulla necessaria anticipazione della campagna vaccinale nelle carceri, a partire dagli anziani e dai portatori di patologie a rischio”.
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La maternità dopo un tumore, inaugurato percorso clinico al Gemelli

ROMA (ITALPRESS) – Diventare madre dopo un tumore è possibile. Il Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, ha inaugurato, nel corso di un webinar, un Percorso clinico assistenziale dedicato alle giovani pazienti oncologiche che intendono perseguire un progetto di maternità. Ad aprire l’incontro, Antonio Giulio de Belvis, direttore UOC Percorsi e Valutazione Outcome Clinici della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCSS che ha presentato il “modello di gestione per Percorsi Clinico Assistenziali” della Fondazione, focalizzandosi sugli aspetti organizzativi del PCA dedicato alla donna con patologia oncologica che intenda preservare la propria fertilità.
Dall’attivazione nel 2018 dell’Ambulatorio di Oncofertilità sono 150 le donne visitate di cui 60 inviate alla BTO della Regione Lazio presso IFO – IRCCS, di cui 35 hanno crioconservato il proprio tessuto. Alla tavola rotonda sono intervenuti anche gli specialisti della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS come il coordinatore del percorso Giacomo Corrado, PhD, MD UOC Ginecologia Oncologica; Lorenzo Nanni, direttore UOC Chirurgia Pediatrica; Antonio Ruggiero, direttore UOC Oncologia Pediatrica; Anna Fagotti, direttore UOC Carcinoma Ovarico; Paola Villa, UOC Ginecologia Oncologica, Enrico Vizza, responsabile Banca Tessuto Ovarico Regione Lazio, Andrea Cambieri, direttore sanitario Fondazione Policlinico Gemelli, e Giovanni Scambia, direttore scientifico e della UOC di Ginecologia Oncologica della Fondazione.
Scambia ha sottolineato l’importanza di questa iniziativa, volta a sensibilizzare la comunità medica sull’esistenza di questi percorsi e a favorire un approccio multidisciplinare nella gestione di queste giovani pazienti oncologiche.
Intervenuta ance una paziente che ha sottolineato la rapidità dei tempi e ha spiegato che “l’operazione non è stata traumatica, in pochi giorni mi sono rimessa subito in piedi, come nuova”.
“Questi soggetti hanno una lunga prospettiva di vita e quindi è chiaro che la qualità della cura ha il suo impatto, perchè dobbiamo guarire queste ragazze ma dobbiamo anche assicurargli un futuro”, ha spiegato Antonio Ruggiero, Direttore UOC Oncologia Pediatrica.
Ogni giorno 30 giovani donne italiane si ammalano di tumore; si tratta per lo più di tumori della mammella, della tiroide, di carcinomi del colon retto della cervice uterina, di melanomi. Patologie molto diverse tra loro, che hanno però un tratto comune: il loro trattamento, spesso salva-vita, può precludere per sempre la possibilità di una maternità. Preservare la capacità di riprodursi diventa dunque un obiettivo prioritario per la qualità di vita di queste giovani pazienti. Anche l’American Society of Clinical Oncology (ASCO) nelle sue raccomandazioni si è occupata di questo argomento, sottolineando l’importanza di discutere con le pazienti in età fertile il rischio di infertilità secondaria indotto da alcune terapie oncologiche e di indirizzarle ad uno specialista per valutare le possibilità di preservare la loro fertilità.
E’ questo il campo di cui si occupa l’Oncofertilità, una nuova branca della medicina che si muove a cavallo tra oncologia e fisiopatologia della riproduzione. La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS ha deciso di organizzare un percorso dedicato alle giovani pazienti oncologiche che intendano
perseguire un progetto di maternità dopo il completamento delle cure oncologiche, grazie alla crioconservazione del tessuto ovarico. A partire dall’accesso attraverso lo Sportello Gemelli Oncofertilità, le donne vengono accompagnate attraverso una valutazione multidisciplinare (realizzata da un team di ginecologi, psicologi, oncologi, senologi, ematologi, radioterapisti e pediatri) che fornisce un counselling ad hoc e individua le possibili candidate.
L’ambulatorio di Oncofertilità, afferente alla UOC di Ginecologia Oncologica del Dipartimento di Scienze della salute della donna, del bambino e di sanità pubblica, è attivo da marzo 2018 e ha finora preso in carico circa 150 pazienti. Sessanta di loro, grazie alla convenzione tra Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Istituti Fisioterapici Ospitalieri (IFO), sono state inviate alla Banca del Tessuto Ovarico (BTO) della Regione Lazio presso IFO – IRCCS di Roma per la valutazione della crioconservazione del tessuto ovarico e 35 hanno crioconservato il proprio tessuto. Le finalità di questa collaborazione rispondono ai requisiti indicati dal documento del Ministero della Salute approvato il 21 febbraio 2019 dalla Conferenza Stato Regioni e riguardante la “Tutela della fertilità nei pazienti oncologici per la definizione di un percorso diagnostico assistenziale (PDTA) per pazienti oncologici che desiderano preservare la fertilità”.
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Bambino Gesù, Mariella Enoc confermata presidente fino al 2023

ROMA (ITALPRESS) – Il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, “in base ai poteri conferitegli da Sua Santità Papa Francesco”, ha nominato Mariella Enoc presidente del Consiglio di amministrazione dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù per i prossimi 3 anni.
La conferma del rinnovo è giunta dalla Santa Sede con una comunicazione ufficiale della Segreteria di Stato, datata 2 gennaio 2021. La decisione era stata comunicata personalmente alla presidente Enoc – e tramite lei alla comunità dell’Ospedale – già lo scorso novembre 2020, direttamente dal cardinale Parolin in accordo con Papa Francesco. Il mandato era già stato rinnovato una prima volta nel 2017. La presidente è in carica da febbraio 2015.
“La decisione della Santa Sede – dichiara Mariella Enoc – è un attestato di stima per il lavoro che l’Ospedale ha fatto in questi anni. Questo ci conforta e personalmente mi rende molto lieta. Stiamo vivendo tutti un grande momento di difficoltà legato alla pandemia, ma sono certa che riusciremo a superare anche questa sfida, inimmaginabile fino a qualche tempo fa. Lavoreremo nei prossimi mesi per costruire un progetto strategico che possa guardare al futuro dell’ospedale, per continuare a garantire l’eccellenza delle cure e della ricerca scientifica”.
Mariella Enoc è nata a Novara nel 1944. Dopo gli studi classici e in medicina si è occupata con continuità dell’amministrazione e della gestione di strutture sanitarie. Dal 2012 è Procuratore Speciale dell’Ospedale Valduce di Como e lo è stata per 10 anni dell’Ospedale Cottolengo di Torino. E’ stata presidente di Confindustria Piemonte dal 2008 al 2012. Da sempre attiva nel settore filantropico, è stata vice presidente della Fondazione Cariplo dal 2004 fino al maggio 2019 e vice presidente della Fondazione Cini dal 2008 al 2020. Attualmente è membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Don Gnocchi e Presidente della Fondazione ISMU.
L’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, nato nel 1869 per iniziativa dei duchi Salviati, è stato donato alla Santa Sede nel 1924, diventando a tutti gli effetti l’Ospedale del Papa. Con 607 posti letto, 5 sedi (Gianicolo, San Paolo e Baldelli, a Roma; Palidoro e Santa Marinella sul litorale laziale) e la presenza di tutte le specialità pediatriche, con particolare attenzione all’alta complessità, oggi è il più grande Policlinico e Centro di ricerca pediatrico in Europa, punto di riferimento per la salute di bambini e ragazzi provenienti da tutta Italia e dall’estero.
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Coronavirus, nel Lazio 1.543 casi positivi e 54 decessi

ROMA (ITALPRESS) – “Su quasi 12 mila tamponi nel Lazio (-632) si registrano 1.543 casi positivi (-70), 54 i decessi (+9) e +1.175 i guariti. Diminuiscono i casi e i ricoveri, mentre aumentano i decessi e le terapie intensive. Il rapporto tra positivi e tamponi è a 12% ma se consideriamo anche gli antigenici la percentuale scende a 4,9%. I casi a roma città sono stabili a quota 700”. Lo dichiara l’assessore alla Sanità e l’Integrazione Sociosanitaria della Regione Lazio Alessio D’Amato. “Nella Asl Roma 1 sono 309 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Ventiquattro sono ricoveri. Si registrano nove decessi con patologie. Nella Asl Roma 2 sono 319 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Centoquattordici sono i casi su segnalazione del medico di medicina generale. Si registrano quattordici decessi con patologie. Nella Asl Roma 3 sono 158 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Nove sono ricoveri. Si registrano sette decessi con patologie”.
“Nella Asl Roma 4 sono 69 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registrano tre decessi con patologie. Nella Asl Roma 5 sono 110 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registrano sei decessi con patologie. Nella Asl Roma 6 sono 188 i casi nelle ultime 24h e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registrano sette decessi con patologie. Nelle province si registrano 390 casi e sono otto i decessi nelle ultime 24h. Nella Asl di Latina sono 147 i nuovi casi e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registrano tre decessi di 69, 86 e 91 anni con patologie. Nella Asl di Frosinone si registrano 124 nuovi casi e si tratta di casi isolati a domicilio, contatti di un caso già noto o con link familiare. Si registrano due decessi di 70 e 73 anni con patologie”.
“Nella Asl di Viterbo si registrano 48 nuovi casi e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registra un decesso di 72 anni con patologie. Nella Asl di Rieti si registrano 71 casi e si tratta di casi isolati a domicilio o con link familiare o contatto di un caso già noto. Si registrano due decessi di 78 e 86 anni con patologie” conclude D’Amato.
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Nel Lazio posticipata al 18/1 la riapertura delle scuole superiori

ROMA (ITALPRESS) – Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, visto l’incremento della curva dei contagi da Coronavirus, firmerà oggi un’ordinanza per posticipare al 18 gennaio l’apertura in presenza delle scuole superiori. Fino a quella data continuerà ad essere attiva la didattica a distanza per gli studenti delle scuole secondarie. Nel frattempo prosegue la campagna “Scuolasicura” che offre gratuitamente a ragazzi dai 14 ai 18 anni senza prescrizione medica e al personale scolastico munito di prescrizione la possibilità di effettuare un tampone rapido. Le università proseguiranno con la didattica a distanza come previsto dal Dpcm nazionale.
“Il nostro obiettivo – spiega il vicepresidente della Giunta regionale Daniele Leodori – è quello di riaprire in sicurezza le scuole ma è doveroso farlo garantendo il massimo livello di attenzione. La Regione Lazio dopo aver potenziato il sistema dei trasporti è pronta a far ritornare gli studenti in presenza ma la curva dei contagi di questi ultimi giorni ci costringe a scegliere la prudenza”. “Dal 18 gennaio – conclude Leodori – seguiremo le indicazioni nazionali in merito alla riapertura in presenza delle scuole”.
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Falferi nuovo comandante provinciale dei carabinieri di Roma

ROMA (ITALPRESS) – Il Generale di Brigata Lorenzo Falferi, proveniente dal Comando Generale dell’Arma, dove ricopriva l’incarico di Capo Ufficio del Comandante Generale, è il nuovo Comandante provinciale dei Carabinieri di Roma. Subentra al Generale di Brigata Francesco Gargaro destinato al superiore incarico di Comandante della Legione Carabinieri “Sardegna”, dopo essere stato al Comando dei Carabinieri della Provincia di Roma dal 3 settembre 2018.
Per il Generale Falferi, 54 anni, coniugato, con un figlio, è un ritorno nella Capitale dove, tra il 2001 e il 2005, ha comandato la Compagnia dei Carabinieri Roma Eur. In precedenza aveva già retto le Compagnie di Caltagirone e di Venezia.
Dopo aver lasciato la Compagnia Roma Eur ha prestato servizio all’Ufficio Pubblica Informazione dello Stato Maggiore della Difesa e successivamente ha comandato il Reparto Operativo di Milano, tra il 2008 e il 2011.
Non è il primo Comando provinciale, quello di Roma, affidato al Generale Falferi avendo già retto il Comando provinciale di Reggio Calabria, dal 30 luglio 2012 al 2 ottobre 2016. Dopo Reggio Calabria è stato destinato a capo dell’Ufficio Criminalità organizzata del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri.
Il Generale Falferi ha iniziato la carriera militare nel 1986, frequentando i corsi dell’Accademia Militare di Modena e della Scuola di Applicazione Carabinieri di Roma e, infine, il Corso di “Istituto Superiore Stato Maggiore Interforze” presso il Centro Alti Studi della Difesa in Roma; è laureato in “Giurisprudenza” e in “Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna”, ha conseguito altresì il “Master di formazione in Esperti in problemi di Cooperazione e sicurezza internazionale”, il “Master in Studi Internazionali Strategico Militari” e il “Master in Strategia Globale e Sicurezza”; è stato insignito delle seguenti onorificenze: Croce d’Oro per anzianità di Servizio Militare; Medaglia Mauriziana al Merito Militare di 10 Lustri; Medaglia d’oro al Merito di Lungo Comando; Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.
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