Da oggi al 22 settembre a Roma, al Tempio di Adriano, si tiene la 22esima edizione del workshop turistico internazionale Buy Lazio. All’edizione di quest’anno parteciperanno 70 buyer, provenienti dai mercati europei e dalla Cina e 166 seller del Lazio. Saranno 21 i mercati esteri presenti tra europei ed extraeuropei, Cina, Usa e Canada. Le città d’arte rappresentano il prodotto maggiormente richiesto, seguito dal mare, da enogastronomia, ambiente e natura, wellness. Roma è la città che presenterà la maggior parte del seller, seguita da Viterbo. Tour operator, hotel 4 stelle e servizi turistici sono le categorie di imprese laziali maggiormente interessate a partecipare a questa edizione.
L’iniziativa è promossa e organizzata da Unioncamere Lazio, in collaborazione con l’Enit, l’Agenzia Regionale del Turismo, le Camere di Commercio del Lazio e le associazioni di categoria del turismo. “Il 2018 è stato un anno straordinario, con 429milioni di presenze, il 2019 è partito con qualche difficoltà in più quindi bisogna essere più forti e aggressivi per continuare a farci scegliere sia dai Paesi che già ci conoscono, che dai nuovi Paesi in crescita”, ha detto il presidente dell’Enit, Giorgio Palmucci, aggiungendo che “nel 2019 ci saranno 1,4 miliardi di turisti nel mondo quindi ci sono altre occasioni di crescita – ha spiegato -. La stagione estiva è stata positiva per quanto riguarda gli arrivi dall’estero, nonostante un mese di maggio non bellissimo, mentre gli italiani in parte sono andati all’estero, in particolare Turchia, Tunisia ed Egitto. Per gli stranieri, in estate, il trend di vendita è stato in aumento del 48,5% e ha indicato una tendenza alla crescita che continuerà anche nel prossimo autunno”. “Buy Lazio è una grande opportunità per i nostri territori, parliamo di turismo, una delle più importanti industrie del mondo globalizzato”, ha osservato il presidente di Unioncamere Lazio, Lorenzo Tagliavanti.
TURISMO, AL VIA LA 22^ EDIZIONE DI BUY LAZIO
IN ARRIVO PIU’ DI 500 KM DI PISTE CICLABILI
Sedici progetti, quasi sedici milioni di euro, più di 500 km di nuove piste ciclabili: questi i numeri della graduatoria con cui la Regione finanzia nel triennio 2019-2021 gli enti locali del Lazio per realizzare infrastrutture ciclabili, a seguito della manifestazione di interesse pubblicata alla fine dello scorso anno. “Il nostro obiettivo – spiega il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – è favorire lo sviluppo di una mobilità sostenibile e di consentire ai cittadini di spostarsi più agevolmente e con un impatto ambientale ridotto. Dobbiamo agevolare la mobilità nella Capitale come in tutte le province del Lazio, senza dimenticare che territorio e ambiente vanno tutelati e non aggrediti con infrastrutture ad alto impatto”.
“Il bando lanciato lo scorso anno ha avuto un grande successo: oltre 130 progetti da tutta la regione, segno che il bando era molto atteso e che il territorio ci ha creduto”, commenta Mauro Alessandri, assessore ai Lavori pubblici e Tutela del territorio, Mobilità della Regione Lazio.
“È stato necessario un lungo lavoro di istruttoria dei progetti, e per una felice combinazione possiamo annunciare il finanziamento proprio nella Settimana Europea della Mobilità Sostenibile. Ma – continua Alessandri – non ci fermeremo qui: proseguiremo per strutturare meglio l’intera rete ciclabile regionale, per utilizzare circa 4 milioni di ulteriori risorse ministeriali per la Ciclovia Tirrenica e per valorizzare i progetti di maggior respiro territoriale, che il bando regionale ha messo in evidenza”.
I progetti finanziati (10 milioni Fondi CIPE e 5,6 Regione Lazio) sono i seguenti. Provincia di Latina: Comuni di Sperlonga, Minturno, Monte San Biagio; Provincia di Frosinone: Comuni di Falvaterra, Fiuggi, Comunità Montana Monti Ernici, Parco Regionale Monti Simbruini; Provincia di Viterbo: Comuni di Montalto di Castro, Civitella d’Agliano, Gradoli; Provincia di Rieti: Riserva naturale Monti Navegna e Cervia; Città Metropolitana Roma Capitale: Campagnano di Roma, Municipio Roma III, Mentana, Colleferro, Trevignano.
“Le dichiarazioni rilasciate dagli enti locali – conclude la nota della Regione – verranno ora verificate per procedere agli atti conseguenti, per cui saranno ancora possibili variazioni e scorrimenti nella graduatoria finale; Astral SpA affiancherà gli enti stessi e fungerà da attuatore, semplificando e accelerando le procedure”.
AUTISTA BUS PICCHIATO DAL BRANCO A ROMA
La polizia ha identificato i componenti del branco che ieri sera, a Roma, era sull’autobus con un 17enne denunciato per l’aggressione a un autista dell’Atac preso a calci e pugni e finito in ospedale. Si tratta di sette giovani, tutti italiani, in buona parte coetanei dell’indagato. La loro posizione adesso è al vaglio degli inquirenti.
Sembra, secondo una ricostruzione degli investigatori, che a sferrare i colpi contro l’autista sia stato solo il 17enne, che avrebbe ammesso la circostanza. Il ragazzo dovrà rispondere di lesioni e interruzione di pubblico servizio.
“Atac esprime ferma condanna per l’aggressione avvenuta stanotte ai danni di un proprio conducente, al quale l’azienda esprime la massima solidarieta’”, si legge in una nota della societa’, che aggiunge: “Certi comportamenti sono assolutamente inaccettabili”.
“Esprimo solidarietà all’autista del bus della linea 46 aggredito di ieri sera in via Boccea da un gruppo di otto ragazzi. Sono episodi inaccettabili e vergognosi, Roma non tollera la violenza”, ha scritto in un tweet il sindaco di Roma, Virginia Raggi.
CASA, VALERIANI “STOP SGOMBERI A ROMA”
“Ora stop agli sgomberi, a cominciare da viale del Caravaggio”. Cosi’ sulla sua pagina Facebook, l’assessore alle Politiche abitative della Regione Lazio, Massimiliano Valeriani, che chiede il blocco della linea del Viminale sulle occupazioni.
“Dopo un anno in cui ha prevalso la linea di esclusivo rigore sulle occupazioni, penso sia necessario cambiare registro – spiega ValerianI, in un’intervista al Corriere della Sera -. Noi abbiamo dato sempre disponibilità a ripristinare la legalità, ma le persone sono egualmente importanti. La legalità non può essere scissa da umanità e solidarietà. Quindi diciamo ‘stop’ a questa stagione di sgomberi perché così, senza un piano straordinario, Roma non ce la può fare”.
“Ottima la richiesta dell’assessore regionale Massimiliano Valeriani relativa allo stop degli sgomberi – dichiara il vicesegretario del Pd Lazio, Enzo Foschi – I più deboli, e tra loro tantissimi bambini, non possono essere trattati come un problema di ordine pubblico. Fino a oggi il Ministero dell’Interno si è rifiutato di mettere in campo un’azione di aiuto e coordinamento tra le diverse istituzioni, lasciando spesso la Regione Lazio a trovare quelle risposte civili e di buon senso che, però, da sola non riesce a garantire. Fermare gli sgomberi inumani è una richiesta giusta. Basta con la propaganda fatta sulla pelle dei più deboli”.
ARRIVANO COMPENSI ELETTORALI EUROPEE
Gli uffici della Ragioneria di Roma Capitale hanno emesso e inviato circa 17mila mandati di pagamento alla tesoreria comunale per la successiva liquidazione a coloro che hanno prestato servizio nelle elezioni europee del 26 maggio. Le operazioni si sono concluse nell’ultima settimana di luglio, con congruo anticipo rispetto al 7 agosto, data di inizio fissata per
il ritiro dell’onorario.
“In base ad accertamenti effettuati, in particolare fino al 13 agosto – si legge nella nota del Campidoglio – piu’ di 10mila sono state le persone che si sono presentate agli sportelli delle
filiali Unicredit per riscuotere il compenso. Il buon esito dell’operazione e’ stato possibile grazie all’impegno del personale di Roma Capitale e al supporto dei consulenti di JRoma,
il nuovo sistema informatico della Ragioneria”.
TRATTAMENTO RIFIUTI ROMA, SÌ DA REGIONE MARCHE
La Regione Marche ha dato la disponibilità ad aiutare la città di Roma nel trattamento dei rifiuti indifferenziati. La condizione è che i rifiuti lavorati nell’impianto vengano poi immediatamente riportati fuori dalle Marche per l’abbancamento.
Una decisione presa al termine del confronto sul piano deciso martedì scorso dalla cabina di regia tecnica della quale fanno parte dirigenti del ministero dell’Ambiente, della Regione e di Roma Capitale, alla quale ha partecipato anche il ministro Costa.
«La scelta della Regione – spiega il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – rappresenta il risultato di un positivo dialogo tra le istituzioni: tra il Comune e la Regione Lazio in primis e poi tra le Regioni e quindi con il ministero. In questo senso si sta lavorando con la Regione Abruzzo. Una sinergia istituzionale che dimostra come risolvere anche i problemi più difficili. Il dialogo e la leale collaborazione tra le istituzioni, oltre ogni appartenenza politica, è l’unica arma intelligente nella ‘guerra’ verso chi non vuole tutelare l’ambiente ma difendere interessi lobbistici”.
“Ringrazio il presidente Luca Ceriscioli e l’Amministrazione regionale delle Marche per la disponibilità ad aiutare la città di Roma nel trattamento dei rifiuti indifferenziati. Nei prossimi giorni porteremo in Giunta la delibera per formalizzare l’intesa con la Regione Marche, che consentirà il conferimento e il trattamento di circa 5.000 tonnellate al mese di rifiuto talquale negli impianti marchigiani individuati e contrattualizzati dall’Ama, mentre lo smaltimento avverrà poi negli impianti del Lazio” dichiara Massimiliano Valeriani, assessore al Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio.
“Voglio ringraziare la Regione Marche e il suo presidente, Luca Ceriscioli, per la decisione di offrire disponibilità al trattamento di una parte dei rifiuti indifferenziati prodotti nella città di Roma” è il commento del sindaco di Roma Virginia Raggi. “La collaborazione tra le istituzioni – aggiunge – si dimostra ancora una volta fondamentale per affrontare questioni complesse come quella relativa alla gestione dei rifiuti, nell’ambito di un dialogo costruttivo nell’interesse dei cittadini”.
LAVORO, IL 39,2% GIOVANI ROMANI DIPENDE DA FAMIGLIA
Il 39,2% dei giovani romani dipende totalmente dal punto di vista economico dalla famiglia di origine, solo il 22,6% è completamente indipendente, mentre il 38,2% si dichiara solo parzialmente indipendente. Entrando più nello specifico si evidenzia che tra gli occupati full-time solo il 46,3% afferma di essere economicamente autonomo, mentre la condizione di semi-dipendenza riguarda ben il 42,8% dei giovani che lavorano. Ovviamente l’indipendenza economica è una condizione maggiormente frequente tra gli over 30 (42,4%). In questa fascia d’età si trova anche un 40% di giovani non ancora emancipatisi dal supporto economico della famiglia. In una grande metropoli come Roma una condizione piuttosto comune è quella degli studenti lavoratori che riguarda il 16% del campione, invece i diplomati che non studiano e non lavorano, gruppo riconducibile alla condizione di Neet, sono il 7,7%.
È quanto emerge dalla ricerca statistica “lavORO…nonostante tutto, indagine sui giovani romani tra aspirazioni e realtà” realizzata dalle ACLI Provinciali di Roma con la collaborazione dell’Iref, l’ente di ricerca delle ACLI nazionali, nell’ambito di “Generare Futuro”, un progetto promosso dalla ATS, costituita dal Forum delle Associazioni Familiari e dalle ACLI Provinciali di Roma, e sostenuto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.
Il focus, realizzato su un campione di 1058 ragazzi, tra i 18 anni e i 35 anni, accende inoltre i riflettori su due temi che di solito finiscono in secondo piano quando si analizza il rapporto delle nuove generazioni con il lavoro. Il primo riguarda la contrapposizione tra mestieri e professioni, domandandosi se lavoro manuale e lavoro intellettuale siano davvero in antitesi agli occhi dei giovani. Il secondo è la dimensione psico – sociale del lavoro, la percezione che hanno i giovani delle loro capacità di affrontare le difficoltà che incontrano durante la fase del primo inserimento lavorativo.
Dato molto interessante è che viene meno l’opposizione tra lavoro intellettuale e lavoro manuale. Il 78,5% degli intervistati si è dichiarato molto o abbastanza d’accordo con l’affermazione “tutti i lavori hanno la stessa dignità” e quasi il 40% del campione afferma come oggi fare il contadino sia un lavoro come un altro e non un lavoro per chi non ha potuto studiare (10,6%) o un modo per evitare la disoccupazione (10%). Coerentemente, poi, il 50,2% del campione si dichiara disponibile ad imparare un lavoro manuale. I dati presentati infine offrono anche un altro spunto, oltre all’equivalenza tra lavoro manuale e intellettuale: il 39,6% degli intervistati è convinto che fare il contadino sia un modo per curare la natura e l’ambiente. La consistenza numerica di questa opinione suggerisce un legame con la già richiamata richiesta di senso che i giovani associano al lavoro.
Dal campione emerge che il 30,3% dei giovani romani, tra i 18 e i 35 anni, risulta essere inoccupato, il 28,6% lavora saltuariamente, il 41,2% dichiara di essere un lavoratore full-time.
La stabilità, data dalla continuità economica, risulta di gran lunga il bisogno principale per i giovani intervistati con il 46,1%. In seconda battuta si trova la gratificazione personale con il 37% delle preferenze; il dato in questo caso subisce l’influenza del genere (tra i giovani di sesso maschile è nettamente più basso: 25,8%) e dell’età (passa dal 23,7% tra gli under 20 al 44,1% tra i trentenni). Il successo invece è un bisogno espresso più dagli uomini (20,4% Vs. 10,7% sul totale del campione), soprattutto se molto giovani (28,4% nella classe di età 18-19 anni).
L’atteggiamento dei giovani nei confronti del lavoro in deroga è di sostanziale accettazione: la consapevolezza che nella propria carriera lavorativa si sarà costretti ad accettare condizioni di impiego penalizzanti rispetto agli altri lavoratori è quasi data per scontata. In tale contesto rispetto al mantenimento dell’occupazione, 6 intervistati su 10 sarebbero disposti a derogare sui tempi e sugli spazi, lavorando fuori orario, da casa, nei week-end. Tale percentuale è simile anche rispetto alla dimensione del perseguimento del proprio progetto professionale (58,2%).
In quest’ area il genere marca una differenza significativa: considerando il livello alto dell’indice sulla disponibilità alla sotto-occupazione, tra donne (58,8%) e uomini (48,8%) ci sono 10 punti percentuali di differenza. L’analisi mostra che la disponibilità delle donne alla sotto-occupazione è un atteggiamento che si sviluppa a seguito dell’esperienza con il mercato del lavoro e interessa maggiormente quelle in possesso di un titolo di studio superiore.
Il confronto per classi di età evidenzia invece che i giovani-adulti sono maggiormente disposti a forme di sotto-occupazione: tra gli under20 (41,3%) e gli over30 (63,9%) ci sono oltre 20 punti percentuali di differenza (sempre considerando la modalità alta dell’indice). Il titolo di studio conseguito non evidenzia correlazioni significative. Al contrario, la condizione lavorativa evidenzia una maggiore disponibilità da parte degli occupati (60,7%) rispetto ai disoccupati (50,2%).
Dalla Ricerca emerge che le pressioni provenienti dal mercato del lavoro possono essere sopportate facendo ricorso alle proprie capacità di gestire dal punto di vista emotivo, cognitivo e comportamentale le diverse situazioni che si è costretti a fronteggiare durante il percorso di inserimento lavorativo.
I risultati mettono in evidenza che, in generale, gli intervistati esprimono una auto-percezione fortemente positiva poiché tutti e dieci gli item hanno percentuali superiori al 75%, con punte del 96%. Più nel dettaglio, le percezioni maggiormente positive riguardano la sotto-dimensione relazionale (chiedere consigli a chi ha più esperienza e lavorare con persone nuove: rispettivamente 96% e 93% di risposte positive); dati elevati si riscontrano anche rispetto alla componente cognitiva (comprendere le informazioni trovate e cercare le informazioni che servono: 95% e 93%). Meno omogenee seppure ampiamente positive sono le percezioni riguardanti la capacità di gestire gli insuccessi (affrontare i normali fallimenti e considerare i fallimenti come una sfida): 89,8% e 80,6%.
«Il quadro che emerge da questa ricerca – dichiara Lidia Borzì, presidente delle ACLI di Roma e provincia – elaborata in collaborazione con l’IREF, Istituto di Ricerca delle ACLI, è molto preoccupante, ma allo stesso tempo ci lascia semi di speranza. Perché, malgrado le grandi difficoltà che incontrano, i giovani sono i primi a non arrendersi, a volersi rimboccare le maniche e a credere fortemente in loro stessi, e quindi tutta la comunità educante, Istituzioni, Scuola, Chiesa e Società Civile, non si può esimere dal mettersi in rete e lavorare in maniera corresponsabile, affinché si possa garantire un futuro certo e stabile».
«Sappiamo – continua Borzì – che non è facile muoversi in una grande metropoli come Roma, dove il costo della vita è elevato, soprattutto per quanto riguarda i prezzi delle case e degli affitti. Ma sapere che 4 ragazzi su 5, alcuni anche lavorando full-time, non riescono ad affrancarsi dalla famiglia, deve far nascere una profonda riflessione e impegnare la politica a mettere il binomio giovani e lavoro in cima alle priorità di tutto il Paese. Come ACLI di Roma ci stiamo muovendo su questa direttrice, raccogliendo non solo dati ma soprattutto storie, per fornire risposte, partendo dall’ascolto dei loro bisogni, e portare poi speranza attraverso i nostri progetti. Come il Cantiere Generiamo Lavoro, che mette in rete significative organizzazioni che si riconoscono nei valori della Dottrina Sociale della Chiesa, per avvicinare i giovani al mondo del lavoro, offrendogli strumenti concreti. Il prossimo passo che faremo sarà coinvolgere anche agli imprenditori, per capire quali sono le loro esigenze e creare un vero punto di contatto fra chi il lavoro lo cerca e chi lo offre».
SALUTE E BENESSERE, 7 MILA ATTIVITÀ A ROMA
Non solo per i milanesi ma anche per i turisti. Sono oltre 15 mila le attività, tra sedi di impresa, sedi secondarie e unità locali, attive nel settore del benessere e fitness in Lombardia nel 2019 secondo l’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi su dati registro imprese. Si tratta di palestre e centri legati le terme, manicure, erboristerie, istituti di bellezza, profumerie. Crescono del 2,5% in un anno e del 28% in dieci anni e pesano circa un quinto di tutte le attività presenti in Italia nel comparto (circa 90 mila, +1,4% in un anno e +19,7% in dieci) dando lavoro a circa 48 mila addetti su 168 mila in Italia (quasi 4 mila in più in un anno, +8% mentre in dieci anni crescono del 30% in regione e del 15% in Italia).
Per Valeria Gerli membro di giunta della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi: “Si tratta di settori che completano la capacità di accoglienza del nostro territorio e l’attrattività anche turistica. Cresce l’attenzione alla qualità della vita e questi comparti sono in grado di offrire anche a turisti e visitatori un’esperienza di visita integrata con la possibilità di momenti di relax”.
Il fitness e il benessere fanno impresa in tutta Italia. Sono 90 mila le attività specializzate nel settore occupando 168 mila addetti. Si tratta soprattutto di istituti di bellezza (circa 40 mila attività), profumerie (circa 20 mila attività) e commercio al dettaglio di articoli sportivi e per il tempo libero (oltre 10 mila). Ci sono poi circa 5 mila erboristerie e palestre.
Prima per numero di attività è Roma dove si concentra quasi un decimo delle attività italiane legate al fitness e benessere (7.155) seguita da Milano (seconda con 5.357 attività ma prima in Italia per addetti), Napoli (3.881 attività), Torino (3.389) e Bari (2.275). Tra le prime dieci in Italia anche Brescia, Bergamo, Salerno, Firenze, Bologna e Verona, tutte con quasi 2 mila imprese e unità locali.









