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FORTE SCOSSA DI TERREMOTO AVVERTITA A ROMA

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Una forte scossa di terremoto di magnitudo 3.6 e’ stata avvertita nella zona di Roma. Non sono segnalati danni, ma la scossa e’ stata sentita fino alla zona dei Castelli romani. L’epicentro,  secondo l’Ingv che inizialmente aveva segnalato magnitudo 3.7, e’ stato localizzato a 3 km dal comune di Colonna ed altri comuni interessati sono San Cesareo, Gallicano nel Lazio e Zagarolo. In seguito alla scossa, l’Atac ha sospeso la circolazione della metro C per verifiche,  per poi ripristinarla dopo circa un’ora.

“Dalle prime verifiche effettuate, non risultano danni significativi a strutture o danni a persone. Le verifiche proseguono, la scossa è stata avvertita anche a Roma, ma neppure nella Capitale sono segnalati danni a cose o persone” ha rassicurato la Protezione civile attraverso il suo portavoce Pierfrancesco Demilito, intervenuto a Sky Tg 24. “La scossa seppure di magnitudo medio basso è stata avvertita e c’è stata paura tra la popolazione, ma la situazione al momento è sotto controllo. Le verifiche proseguiranno nelle prossime ore, ma la situazione non ha registrato problematiche”.

(ITALPRESS).

SONDAGGIO, 72% ROMANI BOCCIA SINDACA RAGGI

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Il 60,8% di chi ha votato tre anni fa la sindaca di Roma, Virginia Raggi, non lo rifarebbe. E oltre il 68% la considera “incapace”. Solo il 5% non trova aspetti negativi nel suo operato, il 57% non riscontra nulla di positivo. Sono i numeri della “rilevazione scientifico-statistica” di Euromedia Research, un sondaggio pubblicato dal Messaggero e nato con l’obiettivo di “raccogliere gli umori degli elettori di Roma, dai 18 anni in su, rilevando la percezione in merito all’operato della sindaca dopo tre anni di governo della città”. Risultato: il 72,6% boccia quanto fatto dalla prima cittadina e solo il 17,5% lo promuove.

E se si ricandidasse? I romani intervistati da Euromedia, non hanno dubbi: se si ripresentasse, il 76,5% non la voterebbe, solo il 15,6% sì. Il dato forse più interessante arriva restringendo il campione sulle risposte di “coloro che hanno votato Virginia Raggi nel 2016”. Domanda: “Se Raggi si presentasse alle prossime elezioni comunali, lei la voterebbe?”. Il 60,8% ha risposto no, soltanto il 28,9% le darebbe fiducia di nuovo.

Insomma, per due romani su tre che l’hanno scelta nella scalata trionfale al Campidoglio del 2016, basta così. Niente bis. Anzi: il 70,7% è convinto che Raggi debba dimettersi (“deve andare via”, è la risposta al sondaggio), solo il 18,5% si augura che resti lì dov’è a Palazzo Senatorio fino al termine del mandato, a metà 2021.

Il motivo? Il 68,6% dei romani intervistati la considera “incapace come sindaca di Roma”, meno di un romano su cinque (il 19,8%) la giudica al contrario “capace” di governare la città. Il resto, l’11,6%, non si esprime.

Comparando il suo operato con quello delle “precedenti amministrazioni”, per il 47,3% degli intervistati “Raggi è peggio dei predecessori”. Appena il 21,3% è convinto che abbia fatto meglio, il 26,3% “non vede differenze” con chi l’ha preceduta sul Colle capitolino.

Una bocciatura così marcata nasce proprio sul tema dei servizi, il più sentito dai cittadini in questi tre anni, su tutti i fronti. Il 57,4% pensa che l’aspetto negativo che ha pesato di più sia “la gestione dei rifiuti”, il 44,6% ha indicato “la manutenzione di strade e marciapiedi”, il 35,5% “la sporcizia e l’inquinamento”, il 25,8% “la gestione dei mezzi pubblici e della metropolitana”.

Seguono il “decoro urbano”, la “sicurezza”, la “gestione delle periferie”. Sull’immondizia è scontento anche il 35,1% di chi ancora oggi si professa elettore del M5S; sempre tra i grillini, uno su cinque ha bocciato la giunta per le buche. Solo il 5,1% dei romani intervistati non ha trovato “alcun aspetto negativo” nei tre anni di Raggi in Comune.

Al contrario, il 57,1% non ha trovato “alcun aspetto positivo” nel mandato della sindaca. Mentre l’11,8% come positività ha indicato le strade e il 10% la lotta alla corruzione. Al di là della politica, un dato che da speranza c’è: solo il 24,6% pensa che Roma sia destinata a un declino irreversibile, mentre il 72,7% è convinto che l’Urbe sia “una città che può rinascere”.

ESPLOSIONE A ROCCA DI PAPA, MORTO IL SINDACO

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E’ morto il sindaco di Rocca di Papa, Emanuele Crestini. Il primo cittadino, rimasto gravemente ferito nell’esplosione del palazzo del Comune vicino Roma avvenuta alcuni giorni fa, è scomparso la scorsa notte all’ospedale Sant’Eugenio di Roma dove era ricoverato presso il Centro Grandi ustionati. Crestini – le cui condizioni si erano aggravate ieri a causa di una crisi respiratoria e delle infezioni delle lesioni riportate vista la lunga permanenza nel luogo dell’incendio – è la seconda vittima dell’esplosione: domenica infatti era morto il delegato del primo cittadino, Vincenzo Eleuteri.

Unanime il cordoglio del mondo politico. “La morte del sindaco di Rocca di Papa Emanuele Crestini è una tragedia – commenta il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti -. Il senso del dovere che lo ha sempre contraddistinto, l’attaccamento profondo alla comunità di cui è stato primo cittadino e la sua fedeltà alle istituzioni non saranno dimenticati. Crestini è un esempio di umanità. Alla famiglia e alla cittadinanza di Rocca di papa vanno le mie più sentite condoglianze”.

“Una notizia davvero triste. Roma abbraccia la sua famiglia e i suoi cittadini in questo momento di dolore”, scrive su Twitter il sindaco di Roma, Virginia Raggi.

Anci Lazio “si stringe e abbraccia la famiglia di Emanuele e tutta la comunità di Rocca di Papa in questo grave momento di lutto”.

NASCE LA PRIMA BIOBANCA NAZIONALE SULLA SLA

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Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha inaugurato al Policlinico Gemelli la prima Biobanca nazionale sulla Sla, la Sclerosi Laterale Amiotrofica. L’apertura della biobanca è stata possibile grazie all’impegno della Fondazione Gemelli e di Aisla, l’associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, e di XBiogem, affiancati dal sostegno economico del gruppo Selex, che ha contribuito con una donazione di 300.000 euro. Per la prima volta in Italia, spiegano Gemelli e Aisla, i ricercatori impegnati nella lotta alla Sclerosi Laterale Amiotrofica, patologia oggi inguaribile per oltre 6000 italiani, potranno contare sulla prima biobanca per la conservazione dei tessuti biologici necessari alla ricerca.
“È un progetto che irradia anche un modo nuovo di affrontare la cura di questi pazienti. Il paziente è al centro, non è abbandonato a se stesso”, ha detto Conte. La Biobanca è una struttura situata all’interno del Gemelli di Roma e sarà gestita da XBiogem, (Biorep Gemelli Biobank), società nata dalla collaborazione tra Policlinico Gemelli e BioRep, il centro di risorse biologiche del Gruppo Sapio. Comprende 10 contenitori per la crioconservazione a vapore d’azoto a temperature comprese tra -20°C e i -190°C. I contenitori possono conservare fino a 380.000 campioni biologici di persone con SLA, tra tessuti e campioni di sangue.
“La Biobanca è un nuovo importante tassello di questo mosaico di struttura d’avanguardia, la cui realizzazione è un esempio di fruttuosa sinergia tra industria, strutture ospedaliere e associazionismo per il raggiungimento di risultati nella ricerca di cure contro la SLA”, ha detto Giovanni Raimondi, presidente di Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs.

NUOVA AGGRESSIONE A TRASTEVERE

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Un’altra aggressione a Trastevere, un’altra aggressione vicino al Cinema America.

La scorsa notte ignoti hanno aggredito, nelle zone adiacenti all’Arena estiva del cinema, l’ex
fidanzata del presidente dell’associazione “Piccolo America” Valerio Carocci.

A renderlo noto la Questura di Roma che fa sapere di avere attivato adeguate misure di vigilanza in tutta l’area interessata dagli eventi dell’associazione “Piccolo America”, tese ad assicurare che le attività culturali e ricreative si svolgano in assoluta serenità.

Intanto La Digos della Questura di Roma ha denunciato quattro giovani, ritenuti gli autori dell’aggressione del 16 giugno scorso a Trastevere ai danni di ragazzi dell’associazione Cinema America.

I loro volti sono stati immortalati dalle telecamere di videosorveglianza. Si tratterebbe secondo gli
investigatori di militanti dei gruppi di destra Blocco Studentesco e Casapound.

Il piu’ anziano, B.S., classe ’81, quella sera era a Trastevere per festeggiare il suo addio al celibato, ma secondo gli investigatori sarebbe stato il fomentatore dell’aggressione. C.M.,
del ’96, militante di Blocco Studentesco, avrebbe sferrato una testata a una delle vittime. V.M., anche lui 23enne, già sottoposto a Daspo, avrebbe colpito con una bottigliata un altro
giovane.

Tra i quattro indagati anche un militante di Casapound, un 23enne con precedenti per lesioni e violenza privata.

 

 

LA PRIMA ZECCA D’ITALIA DIVENTERA’ POLO CULTURALE

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Lo storico edificio della prima Zecca d’Italia da oggi inizia il suo percorso di riqualificazione e recupero: merito del progetto di valorizzazione presentato questa mattina  dal sindaco di Roma, Virginia Raggi, dall’amministratore delegato del Poligrafico e Zecca dello Stato, Paolo Aielli, e dal gruppo guidato dallo Studio Atelier(S) Alfonso Femia che si è aggiudicato il primo premio del concorso internazionale bandito dal Poligrafico e Zecca dello Stato nel marzo 2018. Il progetto di riqualificazione prevede la nascita di un polo culturale, unico nel suo genere, a vocazione museale, per custodire al meglio le risorse artistiche del patrimonio nazionale numismatico e la sezione di archeologia industriale. Ma sarà al contempo un luogo di formazione e promozione peri “mestieri d’arte”, più accogliente per la preziosa tradizione della Scuola dell’Arte della Medaglia, attiva nell’edificio sin dall’inaugurazione, nel 1911.
Il primo obiettivo è quello di riqualificare e ristrutturare l’edificio esistente, nel pieno rispetto dei criteri di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica, tutelandone i caratteri originari risalenti alla prima metà del ‘900. Le funzioni del nuovo complesso edilizio prevedono uno spazio museale per mostre temporanee, un centro Convegni, un centro di artigianato di qualità, un centro servizi culturali, una biblioteca con archivio storico, i nuovi laboratori per i giovani talenti della Scuola dell’Arte della Medaglia (Sam), un bookshop con caffetteria e una foresteria. “La combinazione dell’attività industriale con quella della produzione artistica – afferma Aielli – è effettivamente l’elemento che ha ispirato la nascita della prima ‘Zecca d’Italia’ agli inizi del ‘900 e che caratterizza ancora oggi il nostro lavoro. L’edificio è particolarmente importante per la collettività cittadina e per la nostra cultura in generale, perché rappresenta uno degli elementi fondanti ed unificanti dell’identità del nostro Paese”.
“Oggi, come avevamo promesso non più di un anno fa, siamo riusciti a rendere concreto un progetto di recupero e valorizzazione che restituisce ai cittadini, alle associazioni di quartiere e a tutta la città un patrimonio di inestimabile valore storico e culturale. E siamo particolarmente orgogliosi di questo perché – prosegue – si tratta di un progetto pubblico, finanziato interamente da un’Azienda pubblica, un aspetto che attribuisce, a nostro avviso, un valore aggiunto all’intera operazione immobiliare”. Aielli si è anche soffermato sui tempi di ristrutturazione facendo un appello alle istituzioni: “Ci vorranno 12 mesi per la conferenza dei servizi, almeno 9 mesi per la gara dei lavori. Avviare i lavori tra due anni da oggi genera un po’ di frustrazione e per questo chiederemo agli enti di cercare di limitare la tempistica. Il nostro impegno e determinazione ci sono tutti non soltanto a parole, mettere un progetto così strutturato penso sia condizione necessarie per fare una operazione di questo rilievo”.

“La sfida più grande che abbiamo a Roma è recuperare gli spazi urbani, palazzi, edifici completamente abbandonati nel corso degli anni per la perdita della loro funzione – ha detto Raggi -. C’è stata una incapacità di recupero di questi spazi”.

 

TOTTI LASCIA LA ROMA

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“Oggi potevo anche morire, era meglio”. Oltre un’ora di conferenza stampa al Salone d’Onore del Coni per comunicare una decisione già annunciata: Francesco Totti lascia la Roma.

Lo ha fatto comunicando le sue dimissioni in “una lettera dove scrivo poche parole, alcune frasi per me impensabili, inimmaginabili. E’ arrivato questo fatidico giorno, per me molto brutto, molto pesante, ma viste le condizioni penso sia stato doveroso e giusto prendere questa brusca decisione anche perchè non ho la possibilità operativa di lavorare con l’area tecnica della Roma”.

Parla senza peli sulla lingua l’ex capitano giallorosso, quasi costretto a fare questa scelta, “e non per colpa mia ma non sono mai stato coinvolto nel progetto tecnico. Sono stato un peso per la società, un personaggio troppo ingombrante, sia da calciatore che da dirigente. Il pensiero fisso di alcune persone era levare i romani dalla Roma e alla fine sono riuscite a ottenere quello che volevano. Da otto anni a questa parte, da quando sono arrivati, gli americani hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte, hanno voluto questo e ci sono riusciti”.

Nel mirino di Totti c’è soprattutto Franco Baldini, braccio destro del presidente James Pallotta. “Con Baldini un rapporto non c’è mai stato e mai ci sarà. Se ho preso questa decisione è perchè penso che alla Roma ci siano degli equivoci, dei problemi interni della società. Uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io. Troppi galli a cantare non servono. Quando canti da Trigoria il suono non si sente perchè l’ultima parola spettava a chi era a Londra. Era inutile dire quello che pensavi, era tempo perso. Non mi hanno mai reso partecipe, mi chiamavano quando erano in difficoltà: in due anni avrò fatto 10 riunioni, mi chiamavano sempre all’ultimo, come se mi volessero accantonare da tutto e dopo un po’ il cerchio si stringe e subentra il rispetto verso la persona”.

Totti, che rivela di essersi speso per provare a portare Antonio Conte sulla panchina giallorossa, esclude di tornare con la proprietà attuale e annuncia che “questo mese valuterò tutte le offerte che ci sono sul piatto e quella che mi fa stare meglio la prenderò con tutto il cuore. Ho ricevuto anche un’offerta da una squadra italiana, stamattina”. Ma il suo cuore sarà sempre giallorosso. “Se tornerò allo stadio? In alcune partite sì, magari vado in curva Sud con Daniele De Rossi”.

TOTTI LASCIA LA ROMA “PER LA SOCIETÀ ERO UN PESO”

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“Oggi potevo anche morire, era meglio”. Oltre un’ora di conferenza stampa al Salone d’Onore del Coni per comunicare una decisione già annunciata: Francesco Totti lascia la Roma. Lo ha fatto comunicando le sue dimissioni in “una lettera dove scrivo poche parole, alcune frasi per me impensabili, inimmaginabili. E’ arrivato questo fatidico giorno, per me molto brutto, molto pesante, ma viste le condizioni penso sia stato doveroso e giusto prendere questa brusca decisione anche perchè non ho la possibilità operativa di lavorare con l’area tecnica della Roma”. Parla senza peli sulla lingua l’ex capitano giallorosso, quasi costretto a fare questa scelta, “e non per colpa mia ma non sono mai stato coinvolto nel progetto tecnico. Sono stato un peso per la società, un personaggio troppo ingombrante, sia da calciatore che da dirigente. Il pensiero fisso di alcune persone era levare i romani dalla Roma e alla fine sono riuscite a ottenere quello che volevano. Da otto anni a questa parte, da quando sono arrivati, gli americani hanno cercato in tutti i modi di metterci da parte, hanno voluto questo e ci sono riusciti”. Nel mirino di Totti c’è soprattutto Franco Baldini, braccio destro del presidente James Pallotta. “Con Baldini un rapporto non c’è mai stato e mai ci sarà. Se ho preso questa decisione è perchè penso che alla Roma ci siano degli equivoci, dei problemi interni della società. Uno dei due doveva uscire e mi sono fatto da parte io. Troppi galli a cantare non servono. Quando canti da Trigoria il suono non si sente perchè l’ultima parola spettava a chi era a Londra. Era inutile dire quello che pensavi, era tempo perso. Non mi hanno mai reso partecipe, mi chiamavano quando erano in difficoltà: in due anni avrò fatto 10 riunioni, mi chiamavano sempre all’ultimo, come se mi volessero accantonare da tutto e dopo un po’ il cerchio si stringe e subentra il rispetto verso la persona”. Totti, che rivela di essersi speso per provare a portare Antonio Conte sulla panchina giallorossa, esclude di tornare con la proprietà attuale e annuncia che “questo mese valuterò tutte le offerte che ci sono sul piatto e quella che mi fa stare meglio la prenderò con tutto il cuore. Ho ricevuto anche un’offerta da una squadra italiana, stamattina”. Ma il suo cuore sarà sempre giallorosso. “Se tornerò allo stadio? In alcune partite sì, magari vado in curva Sud con Daniele De Rossi”.

Non si è fatta attendere la risposta della club giallorosso che si è detto “estremamente amareggiato nell’apprendere che Francesco Totti ha annunciato di lasciare la Società e di non assumere la posizione di Direttore Tecnico dell’AS Roma. Gli avevamo proposto questo ruolo dopo la partenza di Monchi ed eravamo ancora in attesa di una risposta. Riteniamo che il ruolo offerto a Francesco sia uno dei più alti nei nostri quadri dirigenziali: una posizione che ovviamente richiede dedizione e impegno totali, come ci si aspetta da tutti i dirigenti all’interno del Club” si legge nella nota pubblicata in serata. “Eravamo pronti a essere pazienti con Francesco e ad aiutarlo a mettere in pratica questa trasformazione da grande calciatore a grande dirigente. Il ruolo di Direttore Tecnico è la carica in cui credevamo potesse crescere e in cui ci siamo proposti di supportarlo durante la fase di adattamento”. Quindi totale smentita di quanto dichiarato dall’ex capitano giallorosso: “Nonostante comprendiamo quanto sia stato difficile per lui decidere di lasciare l’AS Roma dopo trent’anni, non possiamo che rilevare come la sua percezione dei fatti e delle scelte adottate dal Club sia fantasiosa e lontana dalla realtà. Riguardo ai ripetuti riferimenti al suo possibile ritorno con l’insediamento di una nuova proprietà, in aggiunta alle informazioni raccolte da lui stesso in tutto il mondo circa soggetti interessati al Club, ci auguriamo che questa non sia un’anticipazione inopportuna di un tentativo di acquisizione: scenario che potrebbe essere molto delicato in considerazione del fatto che l’AS Roma è una società quotata in borsa”. Quindi la nota si conclude in maniera perentoria: “La proprietà non ha alcuna intenzione di mettere la Roma in vendita adesso o in futuro. Auguriamo a Francesco buona fortuna per quello che deciderà di fare”.