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ZINGARETTI INCONTRA COMMISSARIO UE CRETU

“Lazio, regione d’Italia e d’Europa. Oggi una visita speciale: la Commissaria europea per la politica regionale, Corina Cretu. Un’occasione utile per parlare del futuro della nostra Europa e per fare il punto sui progetti regionali realizzati grazie ai fondi europei”. Lo scrive su Twitter il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti.

“Con Zingaretti abbiamo discusso dell’uso dei fondi Ue da parte del Lazio. La strategia della regione è concentrarsi sulla ricerca e l’innovazione, il che è positivo; tuttavia, ho sottolineato che il tasso di attuazione dei progetti finanziati dall’UE deve accelerare”, ha detto Cretu.

“I fondi strutturali sono la grande opportunità per la nostra regione. Tra il 2014 e il 2020 sono più di 3 miliardi di euro che possono cambiare molto concretamente le prospettive di imprese e cittadini del Lazio. Per questo una delle priorità del mio lavoro come assessore allo Sviluppo Economico è utilizzare al meglio queste risorse, aggredendo lentezze e semplificando il più possibile l’accesso ai fondi. Non basta però”, ha detto Gian Paolo Manzella, assessore regionale allo Sviluppo Economico.

“Altrettanto importante è comunicare nel modo più efficace ai nostri cittadini quello che l’Europa è nei fatti. Troppo spesso, troppo pochi sanno, infatti, cosa fa l’Europa per loro, in che modo cambia le loro vite, quali possibilità apre. Spendere bene e in fretta le risorse europee e comunicarlo in maniera sempre più innovativa: questo il compito delle Regioni in questo passaggio storico, sul quale tutta la Giunta Zingaretti sta ponendo il massimo impegno. Un compito essenziale per la nostra competitività e, non può sfuggire, altrettanto essenziale per riavvicinare la cittadinanza alla costruzione europea, per contrastare il disincanto con cui si guarda da qualche tempo a Bruxelles”, aggiunge Manzella.

 

BCL, CRESCONO RACCOLTA E RISPARMIO GESTITO

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“Il 2017 è stato un anno in cui abbiamo rilanciato la nostra banca, e ora siamo preparati a sostenere le sfide di un mercato finanziario sempre più globalizzato e ricco di offerte”. Lo ha affermato Amelio Lulli, Presidente della Banca Centro Lazio, in occasione dell’Assemblea dei Soci. 

Lulli, nella relazione, ha sottolineato che “quanto fatto finora ha conferito solidità all’istituto, consentendogli di affrontare al meglio il futuro e resistere, così, alle spinte della concorrenza, con l’obiettivo di essere banca aggregante del territorio in cui opera. In tal senso – ha proseguito Lulli – una delle novità più importanti è la scelta di dotarci di una nuova sede, idonea a supportare i nostri ambiziosi progetti di crescita, la cui realizzazione rappresenta anche un volano di sviluppo per l’economia del territorio al quale siamo saldamente radicati, conservando la nostra vocazione mutualistica”. 

Il direttore generale, Luigi Mastrapasqua, nel corso del suo intervento, ha ricordato che “la Banca Centro Lazio è attenta alle eccellenze e, per tale ragione, ha deciso di investire fortemente sulla formazione del personale, attuando, in tal modo, una vera e propria ‘rivoluzione culturale’ che attesta la banca su livelli di eccellenza, adeguando così le competenze della struttura ai mutamenti dei bisogni del mercato. Si tratta di una nuova strategia, fondata sulla centralità dei soci, che già sta conseguendo i primi risultati. Infatti, dall’inizio dell’anno, rispetto al 2017, abbiamo avuto un incremento della raccolta di oltre il 2%, è cresciuto del 15% il risparmio gestito e, sugli impieghi, abbiamo registrato un tasso di crescita oltre 2 punti percentuali”.

 

D’AMATO “SUPERARE STAGIONE PROROGHE GRADUATORIE”

“Su segnalazione delle criticità riscontrate nei Pronto soccorso della provincia è stato immediatamente richiesto alla Asl di effettuare dei sopralluoghi nelle strutture ospedaliere interessate per verificare lo stato dell’arte ed abbiamo ricevuto piena disponibilità da parte del Direttore generale dell’Azienda sanitaria locale Mostarda”. Lo dice in una nota l’assessore alla Sanità e Integrazione Socio-sanitaria della Regione Lazio, Alessio D’Amato in merito alla segnalazione del senatore del Pd, Bruno Astorre sulla situazione riscontrata in alcuni Pronto soccorso.

“In riferimento al tema del personale la vera novità è rappresentata dal fatto che le aziende avranno, in base alle loro esigenze e ai parametri del D.M. 70, la possibilità di procedere alle assunzioni attraverso il rispetto del budget assunzionale in via di concordamento. E’ intenzione di questa Giunta regionale inoltre – spiega D’Amato – presentare al Consiglio una proposta di Legge per fare in modo che si superi il meccanismo delle proroghe delle graduatorie che va avanti ormai da anni creando tutta una serie di problematiche alle Asl per il reclutamento del personale stesso”.

“Attingere da graduatorie ultra decennali infatti – conclude – non garantisce la disponibilità dei professionisti. Abbiamo bisogno di energie nuove da immettere nel sistema sanitario da reclutare attraverso una nuova stagione di concorsi pubblici”.

 

INAUGURATO OSTELLO CASTELLO SANTA SEVERA

Un ostello per ospitare 42 persone all’interno di un luogo storico e riqualificato grazie ai fondi della regione Lazio, all’artbonus e alla sinergia con la Volkswagen Italia, così rinasce, 365 giorni all’anno, il Castello di Santa. Inaugurato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e dall’assessore al patrimonio, Alessandra Sartore, insieme ai nuovi allestimenti museali e all’Innovation lab, chiude il percorso, iniziato la scorsa legislatura, e giunge a compimento la seconda fase del progetto che punta a consolidare il ruolo del Castello quale polo culturale di riferimento per cittadini e turisti di tutte le età.

Riaperto in maniera permanente esattamente un anno fa dalla Regione Lazio, anche grazie all’intesa con MIBACT e Comune di Santa Marinella, il Castello, la cui gestione è stata affidata alla società regionale LAZIOcrea, è stato mèta, in 12 mesi, di oltre 50mila visitatori, e ha ospitato mostre, spettacoli, eventi, concerti. La struttura ricettiva è stata realizzata al primo piano, nell’edificio che delimita la corte interna ove si affaccia la Rocca, mentre al piano terra ci sono la Sala della Legnaia e la reception.

La struttura può accogliere, a prezzi contenuti, 42 ospiti in 14 camere. Si tratta, dunque, della soluzione ideale per i giovani turisti e le famiglie che intendono coniugare la vacanza culturale con la possibilità di divertirsi e praticare sport acquatici, tra i quali il surf, di cui la spiaggia di S. Severa è uno dei “paradisi” italiani.

L’Innovation lab, il cui sviluppo tecnologico è stato affidato a LAZIOcrea, con il contributo di Volkswagen Group Italia, consente ai visitatori delle nuove aree museali di godere degli effetti della realtà aumentata, o di quelli della realtà virtuale. Attraverso la tecnologia, accompagnata dalla voce narrante di Mario Tozzi, noto geologo e divulgatore scientifico, è possibile effettuare un tour virtuale. I contenuti sono stati accoppiati a monitor multitouch oppure a sistemi video immersivi, anche interattivi, basati su pellicole trasparenti e/o vetro.

Le soluzioni tecnologiche adottate, innovative e multimediali, sono state applicate all’interno di alcune strutture del Castello, come la Rocca, la Torre Saracena, la Sala Nostromo, posta al piano terra dell’edificio che delimita la corte interna. I visitatori potranno scaricare una App mobile con realtà virtuale e realtà aumentata. Una APP per IOS e Android, sviluppata da LAZIOcrea, offrirà tutte le informazioni. Gli spazi destinati a questo genere di eventi, l’utilizzo dei quali sarà disciplinato da un regolamento e da un tariffario, sono: una parte del primo piano dell’edificio denominato “Manica Lunga” e i locali posti al piano primo dell’edificio denominato “Manica Corta”.

All’interno del Castello potranno essere concessi in affitto gli spazi anche ad aziende e a privati per la realizzazione di convegni, conferenze, dibattiti, corsi, seminari, video-proiezioni, spettacoli, manifestazioni culturali, mostre ed attività espositive a carattere temporaneo; eventi, banchetti e ricevimenti come celebrazioni di matrimoni religiosi e civili; servizi fotografici e riprese televisive, cinematografiche o altro genere di audiovisivi.

 

25 APRILE, RAGGI “AUSPICIO PER CORTEO UNITARIO”

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“#25aprile. Grazie a chi ci ha ridato la liberta’!”. Lo scrive su twitter il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti dopo le manifestazioni per la festa della Liberazione a Roma.

La comunità ebraica non ha partecipato al corteo: “l’Anpi non ha voluto prendere una posizione definitiva in merito a presenze organizzate di associazioni palestinesi e filopalestinesi con simboli estranei allo spirito del 25 aprile”.

Per il presidente dell’Anpi di Roma Fabrizio De Sanctis si tratta di “una divisione molto dolorosa”, ma si è detto sorpreso che “ci si sfili il 24 aprile”.

Per la sindaca di Roma Virginia Raggi “l’auspicio e’ che l’anno prossimo si riesca ad avere un unico 25 aprile. “Abbiamo lavorato tutti uniti per cercare di costituire un corteo unitario”.

Il Vicepresidente della Regione Lazio ha partecipato alla celebrazione per il 73 esimo anniversario della Liberazione promossa da ANPI Latina, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Latina, presso il Monumento ai Caduti al centro del parco cittadino Falcone e Borsellino.

 

 

e-MOBILITY, 4 CITROEN PER IL CAMPIDOGLIO

“Sono bellissime e importanti per la città, sono perfette come city car. Noi stiamo rinnovando la nostra flotta e progressivamente la trasformeremo”. Lo ha detto il sindaco di Roma Virginia Raggi, che in piazza del Campidoglio, ha ricevuto dal direttore generale di Groupe PSA, Massimo Roserba, 4 auto elettriche, due Citroen C Zero e due Citroen Berlingo, date in comodato d’uso, che saranno in uso per esigenze istituzionali.

“Il futuro della mobilità è elettrico – ha aggiunto -, ai nostri partner si aggiunge anche Citroen che ci aiuta a rinnovare la flotta dei veicoli di Roma Capitale. Stiamo lavorando sullo sharing elettrico e siamo fiduciosi di installare, entro il 2020, almeno 700 colonnine per la ricarica elettrica o anche di più. Vogliamo incentivare la modifica del parco auto che circola in città, questo è il futuro e i cittadini devono sapere che c’è un’amministrazione vicina e che vuole aiutarli da questo punto di vista. L’auto è automatica, dovrò fare un pò di scuola guida – ha concluso Raggi sorridendo -, ma mi dicono sia facilissima da guidare”.

“Groupe PSA Italia rafforza la vicinanza all’Amministrazione della Capitale e al suo impegno a favore di una mobilità sempre più sostenibile. Siamo consapevoli, infatti, che solo la collaborazione stretta tra pubblico e privato sarà in grado di far sviluppare la mobilità elettrica, consentendo ai cittadini di percepirne i vantaggi. Groupe PSA sarà protagonista della transizione energetica con sette modelli elettrici di nuova generazione entro il 2021 insieme a 8 modelli Ibridi plug-in ricaricabili e l”elettrificazione’ dell’intera gamma nel 2025″, ha spiegato Massimo Roserba, Direttore Generale di Groupe PSA Italia.

 

INAUGURATO AL “GEMELLI” MASTER SEPSI IN CHIRURGIA

Con una lectio magistralis tenuta dal professor Walter Ricciardi, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, dal titolo “30 anni di Igiene Ospedaliera al Policlinico Gemelli”, si è inaugurata, nell’Aula Brasca della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, la XIV edizione del Master universitario di II livello “Sepsi in Chirurgia” promosso dall’Università Cattolica.

Prima della lectio, ad aprire i lavori, il preside della facoltà di medicina e chirurgia, Rocco Bellantone: “Oggi la moderna chirurgia ha capito che se non si fa grande attenzione a come si arriva all’intervento, per non vedere tutto capovolto per una infezione e pagare un prezzo troppo alto, bisogna controllare bene le eventuali infezioni e evitare che la sepsi possa farla franca”.

La parola è poi passata responsabile della sanità nazionale, Walter Ricciardi, che in poco meno di mezz’ora ha messo a nudo, nel corso della sua lectio, le debolezze del sistema Italia in termini di prevenzioni delle infezioni partendo dagli ospedali, nonostante i passi in avanti negli ultimi 30 anni.

“Non potevo dire di no alla mia università a una tematica così importante e strategica. 30 anni sono tanti e molto spesso si perde la memoria”, ha ricordato mostrando diverse slide sui cambiamenti di costumi, usi, trasmissioni televisive per poi arrivare all’igiene sanitario, cominciando con un esempio negativo del passato: “40 anni fa c’è stata una delle più grandi cappellate della sanità italiana, di quelle che portano sfiga, quando si disse che nei Paesi ad alto sviluppo economico le malattie infettive non rappresentavano più un problema, da quel momento in poi esplodono le malattie infettive” questo perché, come prosegue nella sua spiegazione i batteri sono nati prima dell’uomo.

La sua critica sulla lotta contro le infezioni nel nostro Paese ha mostrato, attraverso alcune slide, come: “In italia siamo messi veramente male nelle infezioni sanitarie. Siamo tra i peggiori perché l’Italia è l’unico paese dove c’è un problema con l’uso degli antibiotici”. Da questi dati di fatto ha ripercorso la storia, anche normativa, della prevenzione partendo dalle indicazioni date dall’Oms che: “ha detto che ci sono delle strategie: sorveglianza, uso migliore dei antibiotici, prevenzione e controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie”.

Da questa lectio critica Ricciardi esclude il Gemelli, primo ad applicare la legge del 1985 in cui Ministero della Sanità ha deciso di far isitiuire un comitato responsabile di lotta contro le infezioni ospedaliere e la circolare del 1988 sulla sorveglianza attiva di rilevazione delle infezioni: “Al Gemelli c’è un sistema di sicurezza proattivo dal 2013 e nel 2014 sono state identificate 4 grandi categorie su cui intervenire: acqua, alimenti, ambienti a carica microbica controllata; matrici obbligatoriamente sterili. Sono state messe a punto anche delle procedure di sicurezza”.

“Perché è importante la prevenzione sulle infezioni ospedaliere? – si è domandato Ricciardi – perché si tratta di decine di migliaia di soldi sprecati. Mentre con una buona prevenzione c’è risparmio del 30%”.

Al termine della lectio si è svolta una tavola rotonda con le testimonianze di esperti dei Gemelli e Cattolica: gli intensivisti Massimo Antonelli e Mariano Pennisi, l’ematologo Andrea Bacigalupo, l’infettivologo Roberto Cauda, il chirurgo d’urgenza, Daniele Gui e il microbiologo Maurizio Sanguinetti che illustreranno come a volte le malattie infettive possono cambiare il corso degli eventi e come gli eventi epidemici abbiano modificato l’assetto geo-politico dell’Europa.

Quella di quest’anno sarà la XII edizione del master come ha ricordato Gabriele Sganga, direttore del master e docente dell’Istituto di Clinica Chirurgica dell’Università Cattolica e chirurgo della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma: “Sono le nozze di corda in termini matrimoniali. Nel 2007 eravamo 19 iscritti tutti provenienti dalla nostra regione, nel 2009 57 di cui 8 provenienti da fuori il Lazio e si è capito che serviva maggior spazio alla discussione. Nel tempo abbiamo coperto tutte le regioni d’Italia, e nel 2017 mancava solo la Val d’Aosta, con 214 iscritti. Anche per le finanze abbiamo raggiunto un budget di circa 700mila euro”.

 

 

RAPPORTO MAFIE NEL LAZIO, ATTIVI 93 CLAN, 50 A ROMA

Presentata al Wegil, la terza edizione del rapporto sulle mafie nel Lazio, il resoconto, rigoroso e documentato, delle principali inchieste giudiziarie sulle organizzazioni criminali nel Lazio, dei documenti istituzionali e degli interventi pubblici sul fenomeno mafioso nel periodo da luglio 2016 a dicembre 2017. Alla presentazione hanno partecipato Nicola Zingaretti, Presidente della Regione Lazio, Paola Basilone, Prefetto di Roma, Don Luigi Ciotti, Presidente Associazione Libera, Guido Marino, Questore di Roma, il Generale Antonio De Vita, Comandante Provinciale Carabinieri di Roma, il Colonnello Gerardo Mastrodomenico, Comandante G.I.C.O. della G.d.F., il Colonnello Francesco Gosciu, Capo Centro Operativo DIA di Roma, Gianpiero Cioffredi, Presidente Osservatorio Sicurezza e Legalità della Regione Lazio.

Il rapporto preparato in collaborazione con LazioCrea, dà conto dei fatti giudiziari e degli atti istituzionali degli ultimi diciotto mesi presi in esame dall’Osservatorio e – al contempo – restituisce la sintesi di questi primi tre anni di monitoraggio del fenomeno mafioso nella regione. Al suo interno, attraverso una mappatura del fenomeno a livello provinciale: le principali inchieste, i processi e le audizioni istituzionali che consentono di ricostruire, attraverso documenti pubblici, l’evolversi del fenomeno mafioso e il progressivo avanzamento della straordinaria attività di contrasto coordinata in questi anni dal Procuratore della Repubblica di Roma Giuseppe Pignatone e dal Procuratore Aggiunto Michele Prestipino.

Nel 2017 sono 6 i procedimenti con 29 indagati per associazione di stampo mafioso, 58 i procedimenti con 412 indagati per reati con l’aggravante del metodo mafioso,102 procedimenti con 1010 indagati per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, 21 procedimenti con 164 indagati per traffico di rifiuti e 9 procedimenti con 40 indagati per usura.

Secondo i dati del Servizio Centrale per i Servizi Antidroga della Polizia di Stato nel Lazio sempre nel 2017 son ben 7883 Kg di droga sequestrati nel Lazio. Per quel che riguarda il numero delle Operazioni Finanziarie Sospette segnalate alla UIF della Banca d’Italia nel 2017 arrivano a 9769 mentre il numero dei bonifici bancari in entrata dai Paesi cosiddetti Paradisi Fiscali sono 5706 e quelli in uscita 4372. Nel Lazio infine sono 512 le aziende confiscate e 1.732 i beni confiscati. II monitoraggio quantitativo dei clan nella regione e in provincia di Roma viene elaborato a partire dalle fonti giudiziarie e istituzionali.

In questa terza edizione si è provveduto a dettagliare la presenza criminale dei boss nella regione, cercando di identificare i numeri e i tempi d’ingresso e permanenza dei clan nella regione. Alla luce di questo approfondimento, il numero complessivo dei gruppi criminali storicamente presenti nella regione dagli anni Settanta ad oggi è complessivamente pari a 154. Di questi, 62 clan sono stati tracciati da indagini e processi per molti anni ma – dalla documentazione consultata – non sono più citati in indagini giudiziarie o rapporti istituzionali da almeno 4 anni.

Il fatto che queste consorterie criminali non siano state interessate negli ultimi 4 anni da attività repressiva non significa automaticamente che gli stessi non siano più operativi, in alcuni casi, in base ad elementi scaturiti da indagini e sentenze, gruppi criminali pesantemente colpiti dalla repressione giudiziaria, hanno continuato ad operare appoggiandosi a personaggi della criminalità di secondo piano.

I clan che, invece, sono stati evidenziati nel Rapporto come “attivi”, al dicembre 2017, corrispondono a 93, fra gruppi, clan, famiglie, tradizionali, autoctone e narcotrafficanti che usano il metodo mafioso. Dei 93 clan attivi nel Lazio, circa 50 clan, operano, nel solo territorio della Capitale. Questa terza edizione, infine, dedica gran parte della sua analisi alle indagini che hanno interessato proprio la Capitale e il territorio provinciale, provando ad identificare i contorni di questo “sistema multilivello”, attraverso la descrizione dei clan che qui operano e tentando di rappresentare, anche graficamente, le modalità di interazione di questi fenomeni criminali, non solo mafiosi.

A Roma sono presenti clan di mafia tradizionale, come Cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra, gruppi di derivazione mafiosa che son diventati “autonomi” sul territorio romano, clan autoctoni ovvero generati dal tessuto socio-economico romano che nel tempo hanno “mutuato” per effetto contagio “il metodo mafioso” che oggi esercitano sul territorio, come già confermato in alcune sentenze. Il sistema criminale complesso romano vede anche l’azione di gruppi flessibili e autonomi che entrano in azione con i gruppi già menzionati e con i narcotrafficanti che a Roma commerciano droga e controllano alcuni quartieri, sempre attraverso l’uso del metodo mafioso, non ultimi sono presenti i boss delle mafie straniere.

La gestione delle piazze di spaccio a Roma desta maggiori preoccupazioni perché esse rappresentano il luogo in cui maggiore è il contagio delle mafie tradizionali con i gruppi della criminalità romana che fatalmente evolvono nell’assunzione del metodo mafioso. A Roma funzionano contemporaneamente un centinaio di piazze di spaccio, operative h24 e caratterizzate dall’uso di sentinelle, ostacoli mobili e fissi (come inferriate), l’utilizzo di telecamere e l’esistenza di edifici che – da un punto di vista urbanistico – garantiscono un controllo delle aree di spaccio.

I gruppi organizzati, in gran parte romani, gestiscono le piazze di spaccio con una rigidissima suddivisione del territorio, spesso nella stessa strada, e hanno rapporti e relazioni con soggetti componenti appartenenti ai casalesi, gruppi di camorra e soprattutto calabresi, che sono i grandi fornitori delle piazze di stupefacenti. E’ comunque la ‘ndrangheta che può essere considerata l’organizzazione leader nel settore del narcotraffico romano e non solo. Queste organizzazioni oltre alla gestione del traffico degli stupefacenti i occupano di fatti criminali, come usura, estorsione, eccetera. Queste organizzazioni originariamente non sono mafiose ovviamente, non hanno una derivazione una matrice mafiosa, non sono organizzate in termini mafiosi, di mafioso non avevano nulla eppure stanno cominciando ad acquisire tutti i connotati gli ingredienti tipici dell’esercizio del metodo mafioso.

I quartieri più interessati allo spaccio sono Romanina, Borghesiana, Pigneto, Montespaccato, Ostia, Primavalle, San Basilio. Ma è senza dubbio Tor Bella Monaca a registrare la zona di maggiore concentrazione di piazze di spaccio dove a spartirsi il territorio sono 11 clan,alcuni dei quali evidenziano con inquietante nettezza l’evoluzione verso il metodo mafioso. Lo ricordiamo anche quest’anno: nei quartieri di Ostia, Tor Bella Monaca, Romanina e San Basilio, l’Osservatorio, sempre a partire dalle carte giudiziarie consultate, evidenzia la presenza del cosiddetto ‘controllo del territorio’ da parte delle ‘mafie di Roma’.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

Sono proprio queste porzioni di territorio romano che configurano una vera e propria emergenza che richiede interventi non solo repressivi ma sociali, educativi e culturali. Nella Capitale e nel territorio provinciale i diversi gruppi operano immersi in un contesto criminale ampio, fatto di killer di professione, pusher, mala romana e pezzi di ex appartenenti alla Banda della Magliana.

Gianpiero Cioffredi, Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità della Regione Lazio afferma: “In queste pagine è documentato uno scenario criminale complesso che evidenzia un sistema multilivello che è tenuto in equilibrio da tre fattori individuati nella pax mafiosa siglata dai diversi boss storici che hanno interesse a salvaguardare questo mercato privilegiato di investimenti e di accordi fra le diverse mafie, nelle reti di corruzione che rendono permeabili e convenienti i contesti in cui operano i boss e – infine – come dimostrato da alcune operazioni dell’ultimo anno, dai “facilitatori” soggetti in grado di facilitare, appunto, l’incontro fra la domanda e l’offerta in questo mercato criminale complesso e non sempre stabile”.

“Lo Stato in prima fila vuole avere coscienza di questo processo per non arrendersi mai e dare fiducia e per quanto ci riguarda non delegare agli altri la lotta alla mafia. Ci sono i giudici, le procure, Le forze dell’ordine ma poi in realtà tutti possono fare qualcosa”. Lo ha detto il presidente della della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, presentando oggi la terza edizione del Rapporto sulle mafie nel Lazio.

“Non c’è dubbio – ha aggiunto – che le mafie e la criminalità si rafforzano dove c’è un brodo economico e culturale che gli permette di espandersi. Quindi lotta alla mafia e repressione ma è anche lavoro, politiche per lo sviluppo e il salvare e dare una concretezza assoluta alla parola diritti che si devono ricevere, non per favore di qualcuno, magari del mafioso, ma perché un diritto va garantito dallo Stato. Per questo, su questo palco c’era la regione ma anche le forze dell’ordine, il prefetto, don Ciotti, perché se pensiamo che la lotta alla mafia significa solo reprimere non abbiamo capito niente di quello che sta succedendo”.

“Credo che il primo elemento di discontinuità di questo testo sia non solo nel contenuto ma anche nel titolo e nella firma: Mafie nel Lazio senza avere paura di dirlo – ha proseguito Zingaretti -. Si produce una fotografia aggiornata non solo di presenza mafiosa ma anche di contrasto alle mafie. Forse nella quarta edizione dovremmo cambiare il titolo è scrivere liberiamo il Lazio dalle mafie”.