TORINO (ITALPRESS) – È stato sottoscritto dal prefetto di Torino Donato Cafagna un protocollo di legalità per la realizzazione dell’opera “Adeguamento linea storica Torino-Modane tratta Bussoleno Avigliana”, infrastruttura strategica di interesse nazionale, che assolve al compito di adduzione al tunnel ferroviario di base transfrontaliero della nuova Linea “Torino-Lione”. Uno strumento in più con cui l’attività di prevenzione antimafia viene estesa a tutti i soggetti riconducibili alla filiera imprenditoriale correlata ai lavori: l’istituzione di un’apposita banca dati è finalizzata al monitoraggio dei soggetti che, a qualsiasi titolo, rientrano nel ciclo lavorativo di realizzazione dell’infrastruttura. Al contempo, è previsto anche il costante monitoraggio dei flussi di manodopera. All’intesa hanno aderito il commissario straordinario per la Nuova Linea Torino Lione-Tratta Nazionale Calogero Mauceri, Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS) e, limitatamente alla parte di interesse, il direttore dell’Ispettorato Area Metropolitana Torino-Aosta, Angelo Serina e le organizzazioni sindacali.
“L’accordo rappresenta un passo ulteriore nella direzione della prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata negli appalti pubblici collegati alla realizzazione dell’opera e individua misure efficaci di protezione e tutela dell’economia legale e della sicurezza dei lavoratori” ha spiegato il prefetto Cafagna.
– foto: xn3/Italpress –
(ITALPRESS).
Firmato un protocollo antimafia per i cantieri della Torino-Modane
Rinnovato il protocollo d’intesa tra ministero dell’Istruzione e carabinieri
ROMA (ITALPRESS) – Nel segno di una collaborazione già solida e proficua, è stato aggiunto un ulteriore tassello al mosaico istituzionale che collega l’Arma dei Carabinieri ai giovani. Nella sede del Ministero dell’Istruzione e del Merito, alla presenza del Ministro, Giuseppe Valditara, e del Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, generale di Corpo d’armata Teo Luzi, è stato firmato il nuovo protocollo d’intesa “Accrescere nei giovani la cultura della legalità e la consapevolezza dell’importanza della sicurezza, favorendo la conoscenza e il rispetto delle regole”.
Il documento, al terzo rinnovo, integra gli accordi già sottoscritti in passato sin dal 2019. L’Arma ritiene che la tutela della sicurezza non prescinda dalla realizzazione di interventi educativi, finalizzati ad accrescere nelle nuove generazioni la più ampia e approfondita cultura della legalità e dei temi ambientali. In tale ottica, ci si impegna alla diffusione nel mondo scolastico delle iniziative e dei progetti educativi, mettendo a disposizione esperienze e competenze professionali dei militari della Benemerita. Tra gli obiettivi c’è la sensibilizzazione degli studenti al rispetto dei valori e dei princìpi della Costituzione Italiana, per l’esercizio di una cittadinanza attiva a ogni livello del sistema sociale.
D’intesa con gli Uffici Scolastici Regionali e i relativi ambiti territoriali, saranno numerose le iniziative adottate per mostrare una concreta e costruttiva vicinanza agli studenti da parte dell’Arma dei Carabinieri. Presso le scuole del territorio nazionale, proseguirà il ciclo di conferenze sulla legalità. Al fine di ispirare la creatività personale e associarla al tema promosso, saranno indetti concorsi che riguarderanno i campi della letteratura, dell’arte e del cortometraggio. Per comprendere “sul campo” la peculiarità del servizio quotidiano svolto da migliaia di donne e uomini in uniforme, gli alunni faranno visita ai Comandi territoriali e di specialità dell’Arma, partecipando anche a giornate didattico-culturali presso le riserve naturali e le aree demaniali gestite dal Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari.
– Foto ufficio stampa carabinieri –
(ITALPRESS).
Si è insediato a Roma il nuovo Questore Roberto Massucci
ROMA (ITALPRESS) – Cerimonia di insediamento del nuovo Questore della provincia di Roma, Roberto Massucci. Presente, tra gli altri, il Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Vittorio Pisani.
“Oggi si realizza un sogno professionale che è cresciuto giorno dopo giorno e che passa attraverso la storia di moltissimi di voi”, ha affermato Massucci, che ha aggiunto: “Qui alla Questura di Roma abbiamo condiviso le criticità del momento e quello che stiamo vivendo ce ne sta proponendo altre, ma l’abbiamo fatto con la logica dell’insieme e del fare squadra”, ha aggiunto.
Il nuovo Questore lascia Verona, dove ha svolto servizio negli ultimi tempi e che ha salutato con una emozione che ha ricordato anche nel giorno del suo insediamento facendo riferimento alle “sensazioni uniche e al momento del distacco dai miei poliziotti della Questura della provincia di Verona con i quali abbiamo vissuto un periodo non semplice, dovendo riparare una ferita che ci ha riguardato direttamente ed è stato possibile grazie all’impegno di ciascun poliziotto. Il distacco è stato commovente”.
Massucci ha poi parlato del lavoro che svolgerà da adesso in poi nella Capitale: “Ora si apre la stagione dell’impegno e non vedo l’ora di iniziare lasciando da parte il distacco e le emozioni”. Un impegno ha spiegato per “portare avanti un’azione corale, secondo gli indirizzi operativi del Direttore Generale della Pubblica Sicurezza e le prerogative che la norma ci attribuisce, gelosi custodi del ruolo della figura del questore perché è determinante del nostro essere la prima Forza di Polizia che svolge attività di pubblica sicurezza. Di questo sarò il primo geloso garante mettendoci la faccia ogni volta che ce ne sarà bisogno”. Tante le sensazioni nel discorso del nuovo Questore che ha citato e ricordato Antonio Manganelli, Capo della Polizia, affermando poi la necessità di “incollare il Dipartimento al territorio che significa andare tutti nella stessa direzione, essere consapevoli del ruolo e dell’alto ufficio che ci è stato affidato”. Massucci ha fatto un’altra affettuosa menzione: “Quando si aprirà la Porta Santa della Basilica di San Giovanni, è un pensiero che mi rincorre da qualche tempo, non potremo sentire dalla Sala Operativa Nicola Nanni con la sua voce allegra chiamare San Giovanni 01 e sentire Antonino Amendolia rispondere avanti da San Giovanni 01”. E sulla scia di questo ricordo ha dichiarato: “Questi colleghi che non possono farci sentire la loro voce, possono essere portati sulle nostre gambe, ascoltati attraverso le nostre voci, onorati attraverso la capacità di stare insieme ed essere una sola squadra. Onorare i nostri caduti, ricordare i nostri defunti, è la cifra del valore dell’essere appartenenti alla Polizia di Stato”.
“Sono state fatte delle scelte che l’amministrazione ha preso nel pieno della meritocrazia”, ha affermato il Capo della Polizia Pisani, in riferimento al nuovo Questore “Il merito per i sacrifici lavorativi sono giustamente premiati”. Pisani ha inoltre ringraziato Carmine Belfiore, il precedente Questore, che ha ispirato “un progetto di ristrutturazione della questura di Roma, che, per la sua configurazione logistica, non è più rispondente alle dimensioni urbanistiche della città. Abbiamo necessità di riposizionarci perché la città è cambiata e continua ad espandersi quotidianiamente, quindi dobbiamo rimodulare la nostra presenza sul territorio”. Il Capo della Polizia ha infine rivelato “Stiamo cercando di risolvere il problema di questo palazzo. Siamo in trattativa per l’acquisto del palazzo di via Genova, speriamo di chiudere entro l’anno la trattativa e di poter iniziare i lavori di ristrutturazione”.
In conferenza stampa, dopo la cerimonia, tra i tanti temi affrontati, Massucci, con l’avvicinamento del Giubileo, ha spiegato quale tipo di legame vuole instaurare con la città di Roma e i suoi cittadini: “Vorrei intercettare la collaborazione delle persone di buona volontà, mettendoci in campo insieme per avviare un percorso di miglioramento continuo. Credo sia importante sviluppare un dialogo forte con i giovani” a partire dal “contesto della scuola dove mi impegnerò per portare messaggi di dialogo, disponibilità e di valore nel far comprendere ai ragazzi quanto sia importante la paura delle conseguenze”. Cosa che ha affermato “non è un disvalore ma un valore. Molti ragazzi fanno cose non rendendosi conto che quello che stanno facendo abbia un prezzo che prima o poi si paga. Questa percezione dell’assenza delle conseguenze diventa spesso foriera di comportamenti, anche drammatici”. E in più per Massucci è altrettanto fondamentale “aprire delle porte di dialogo con le comunità straniere, sperando di avere un ritorno positivo, perché credo che ci sia da lavorare sui comportamenti nel quotidiano di tutte le persone che arrivano nel nostro paese. Quando uno non si sente sicuro bisogna analizzare le cause, ambientali, strutturali, criminali. A seconda di quello che emerge è necessario intervenire su di esse”.
– foto xl5 Italpress –
(ITALPRESS).
Gratteri a imprenditori della Cna “Le scorciatoie non convengono”
ROMA (ITALPRESS) – “Questo incontro ribadisce con forza la scelta di campo della legalità da parte della nostra CNA”. Così il segretario generale della Confederazione, Otello Gregorini, ha concluso il convegno su “Legalità e impresa diffusa – un binomio indissolubile per la coesione sociale e lo sviluppo economico” al quale sono intervenuti il procuratore della Repubblica di Napoli, Nicola Gratteri, e il saggista Antonio Nicaso.
A introdurre l’iniziativa il presidente nazionale della CNA, Dario Costantini, che, dopo aver dato le enormi dimensioni dell’illegalità in Italia, dal controvalore di 200 miliardi di euro l’anno, ha sottolineato come “oggi incontriamo un grande magistrato italiano per avere istruzioni e indicazioni, per capire come le imprese devono fare attenzione. La legalità è uno dei valori fondanti della nostra Confederazione, è il presupposto per l’ordinato svolgimento della vita sociale e per la crescita economica di ogni territorio”.
Il procuratore Gratteri ha esordito esaltando il ruolo e la storia dell’artigianato e della piccola impresa nel nostro Paese. Ha poi raccontato, con Nicaso, l’evoluzione delle mafie, e in particolare della ‘Ndrangheta, sempre più tecnologiche e internazionalizzate.
Ha quindi lanciato un appello agli imprenditori: “Lavorate nella legalità, le scorciatoie non convengono e dalle scorciatoie non si esce”. Se voi “parlate con le mafie – ha proseguito – le mafie trovano l’humus per radicarsi. Perfino far entrare un socio di minoranza può essere l’inizio della vostra fine. Nel lungo periodo perdete l’azienda e la libertà”. Anche dall’usura – ha ricordato – non si esce: “Meglio fallire. E in ogni caso denunciare”. Gratteri, infine, ha suggerito agli imprenditori di confidarsi di più: con le forze dell’ordine, la magistratura, le associazioni d’impresa come la CNA, che possono svolgere un importante ruolo nella loro tutela.
In conclusione, Gregorini ha accolto l’appello del procuratore. “Siamo pronti ad ascoltare artigiani e imprenditori in difficoltà. Lo facciamo già – ha ricordato – ma ancor di più lo faremo. Forti dello stimolo del procuratore Gratteri a insistere su questa strada. E confortati dalla sua valutazione dell’artigianato e della piccola impresa, fattori positivi in sé, perché non ragionano solo in termini di business ma – ha evidenziato – pensano anche al contesto umano e territoriale nel quale operano. Su queste basi si può rilanciare il Paese”.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).
Napoli ricorda Giancarlo Siani, Manfredi “Il suo messaggio resti vivo”
NAPOLI (ITALPRESS) – Con una corona di fiori deposta ai piedi della lapide che ricorda Giancarlo Siani, il sindaco Gaetano Manfredi ha voluto ricordare il giovane cronista del Mattino ucciso 39 anni fa dalla camorra a poche centinaia di metri dai gradoni che oggi, nel quartiere Arenella di Napoli, portano il suo nome.
“Il fatto che ancora oggi ci sia una così grande partecipazione in occasione di questo anniversario – ha osservato il sindaco Manfredi – testimonia come sia ancora molto forte il messaggio di Giancarlo Siani sulla libertà di informazione, sull’impegno della società civile per combattere il malaffare, per una politica più trasparente e contro tutte le forme di illegalità. Questa è una battaglia continua, che non può avere soste. E’ molto importante che questo messaggio resti vivo nella coscienza delle persone perchè l’impegno della società civile è fondamentale”.
“Se la mafia cominciassimo a raccontarla dalla parte delle vittime, i ragazzi capirebbero ancora di più quanto fa schifo e quanto sia inutile seguire modelli sbagliati: quelli che sembrano eroi invincibili e forti, sono solo degli assassini. L’impegno che abbiamo portato avanti in questi 39 anni e che porteremo ancora avanti in futuro, è ricordare le vittime. Questa è la nostra risposta non violenta alla violenza della morte. Guai se ci fermassimo, la daremmo vinta alla malavita”, ha affermato Paolo Siani, fratello del giornalista assassinato e coordinatore del Tavolo per l’Infanzia e l’Adolescenza promosso dal sindaco Manfredi.
Erano presenti, tra gli altri, la Presidente della quinta Municipalità, Clementina Cozzolino, ed i Consiglieri Comunali Walter Savarese e Maria Grazia Vitelli.
– foto ufficio stampa Comune di Napoli –
(ITALPRESS).
Ricordato a Palermo padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia 31 anni fa
PALERMO (ITALPRESS) – Ricordato a Palermo, nel 31esimo anniversario della morte, padre Pino Puglisi, ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993 nel capoluogo siciliano.
Parroco presso la Chiesa di San Gaetano nel quartiere palermitano di Brancaccio, Don Pino Puglisi, oggi Beato, venne assassinato la sera del 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno, dal killer di Cosa nostra Salvatore Grigoli che nel 1997, dopo il suo arresto, confessò 46 omicidi, tra cui quello del parroco.
La causa di beatificazione di don Puglisi venne introdotta nel 1999 dall’allora arcivescovo di Palermo il Cardinale Salvatore De Giorgi. Il 28 giugno 2012 Papa Benedetto XVI promulgò il decreto di beatificazione “Super martyrio in odium fidei”. Il 25 maggio del 2013 don Pino Puglisi è stato proclamato Beato.
Le spoglie del Beato Puglisi riposano in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano ai piedi dell’altare della cappella dell’Immacolata Concezione nella Chiesa Cattedrale di Palermo.
(ITALPRESS).
App commemorativa per vittime di mafia diventa a Corleone installazione interattiva
PALERMO (ITALPRESS) – Dare valore alla responsabilità di memoria è l’obiettivo dell’installazione interattiva e immersiva realizzata da “Plesh”, realtà specializzata nel settore della “Live Communication & Entertainment” e nello sviluppo di app e software per eventi interattivi e partecipativi – nel centro di Corleone (Palermo), luogo simbolico per la lotta alla mafia. Il tema della memoria rappresenta il fil rouge del progetto che si ispira e sviluppa a travel app “NOma – Luoghi e storie NOmafia”, ideata dall’associazione “Sulle Nostre Gambe” per mantenere vivo il ricordo di chi ha dato la vita lottando contro l’omertà.
L’installazione realizzata da “Plesh”, inaugurata a Corleone, nella Casa del Popolo, in via Bernardino Verro – il primo sindaco socialista di Corleone assassinato dalla mafia nel 1915 per la sua attività di ridistribuzione equa del latifondo, che proprio in questo immobile fondò la cooperativa “Unione Agricola” -, è l’evoluzione interattiva dell’app NOma: una raccolta di storie e testimonianze sulle stragi di mafia che hanno coinvolto innocenti, bambini, sopravvissuti e le famiglie delle vittime. Presenti Maurizio Murciato, ceo e founder di Plesh. Tiziano Di Cara (tra i fondatori dell’associazione ‘Sulle nostre gambe’, insieme con Pif, Emanuela Giuliano, figlia di Boris, e Roberta Iannì, figlia di Carmelo), Lucenzo Tambuzzo, ideatore e direttore artistico e generale del progetto iArt Fivas e direttore di iWorld, Pif e Walter Rà, sindaco di Corleone.
L’obiettivo del progetto è duplice: da un lato mira a riportare alla memoria i caduti con l’uso di tecnologie avanzate e innovative in grado di raggiungere anche le generazioni più giovani di Corleone, dall’altro a riappropriarsi del territorio affermando la presenza di una comunità solida e di una realtà antimafia decisa a opporsi ai comportamenti subdoli della criminalità organizzata.
L’opera permanente rappresenta un valore aggiunto per l’universo narrativo dell’applicazione “NOma – Luoghi e storie NOmafia”, originariamente sviluppata sui punti nodali del territorio palermitano: è la concretizzazione immersiva dell’app in una grande stanza buia.
Appena vi si accede, si è circondati da tre grandi pareti interattive su cui vengono proiettati i volti, i luoghi e le vicende delle storie di mafia, selezionati attraverso uno schermo touch da 32 pollici dai visitatori che possono così interagire direttamente con l’opera.
All’interno di quella che era la sede della cooperativa fondata da Verro, Plesh e NOma hanno creato anche una sala museale dedicata ai “Picciriddi”. Qui sono esposte sia un’opera in loro memoria firmata dall’artista Domenico Pellegrino, sia una galleria di 18 illustrazioni originali realizzate dall’artista Martina Ponente e accompagnate dai testi del giornalista Bruno Palermo – tratti dal suo libro “Al Posto Sbagliato” ed. Rubbettino – che narrano le storie dei bambini uccisi dalla mafia.
Dal 14 settembre, per 3 week end consecutivi, sarà possibile visitare NOma nell’ambito delle Vie dei Tesori. È una delle novità della seconda edizione del festival a Corleone, che l’anno scorso ha fatto registrare oltre 2000 visitatori.
“Per tenere vivo il ricordo delle vittime – dice Maurizio Murciato, ceo e founder di Plesh – abbiamo scelto di dar vita a un’esperienza immersiva e interattiva capace di trasmettere a ciascun utente emozioni ingaggianti e toccanti che vanno a risvegliare la ‘Responsabilità di Memoria’. Portare la nostra tecnologia avanzata e complessa a Corleone – aggiunge – è stata un’opportunità per incontrare e coinvolgere i cittadini più giovani”.
“Grazie a contributi audio, video, fumetti e ad un sistema di animazioni digitali – spiega l’architetto e creativo Tiziano Di Cara, tra i fondatori dell’associazione ‘Sulle nostre gambe’, insieme con Pif, Emanuela Giuliano, figlia di Boris, e Roberta Iannì, figlia di Carmelo, imprenditore alberghiero ucciso da Cosa nostra per aver collaborato con la polizia a far arrestare fiancheggiatori e boss mafiosi – gli utenti, ovunque si trovino, possono informarsi e consultare le vicende biografiche delle vittime”.
“Un modo non convenzionale per conoscere e diffondere lo straordinario esempio di coloro che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla mafia – sottolinea -. Alla luce dell’enorme successo dell’app, abbiamo voluto realizzare la “videoinstallazione” immersiva, interattiva e multimediale affinché possa essere consultata, ma anche vissuta dai visitatori stessi, in modo diretto e partecipato”.
“iArt NOma rappresenta un momento davvero importante del progetto iART Fivas, perché pone l’accento sulla memoria e sulla necessità di legalità come momenti fondanti di un processo di rigenerazione urbana, sociale, economica e culturale dell’intero territorio di Ficuzza e della Valle del Sosio”, dice Lucenzo Tambuzzo, di iWorld, ideatore e direttore artistico e generale del progetto iArt Fivas.
“L’installazione multimediale immersiva e interattiva di Plesh – sottolinea – capitalizza il grande lavoro svolto nel corso degli anni dall’Associazione “Sulle Nostre Gambe”, anche grazie all’app Noma, e ci coinvolge attivamente ed emotivamente in una nuova narrazione di fatti, suggerendoci il bisogno di maturare una nuova consapevolezza collettiva. iART Fivas punta a contribuire alla definizione di nuovi percorsi di rigenerazione, identificando, scoprendo e rivelando, con l’arte e la cultura, nuove risorse e possibilità di un territorio ricchissimo di storie, ma anche di luoghi e personaggi, alcuni dei quali hanno segnato la storia del cinema internazionale. Su questo tema sono stati creati molti dei 32 murales realizzati da artisti provenienti dall’Europa e da altre parti del mondo. Da qui potrebbe partire una nuova narrazione di questo territorio, già noto in tutto il mondo”, conclude.
“Per troppo tempo il nome di Corleone è stato associato alla mafia, con un’accezione negativa che ha segnato in modo indelebile l’immagine di questa città. Uno dei nostri doveri, come amministratori e come cittadini, è quello di cercare di cancellare questo stereotipo così ingiusto. Questo però non significa non parlare di mafia. Paolo Borsellino diceva che bisogna parlarne, sempre e con qualsiasi mezzo”, osserva Walter Rà, sindaco di Corleone. “L’arte unita alla tecnologia – continua – diventa un mezzo potentissimo. L’installazione ‘iArt NOma – Luoghi e storie NOmafia’ che abbiamo appena inaugurato alla Casa del Popolo va esattamente in questa direzione perché consente di fare luce, ancora una volta e in modo innovativo, moderno ed efficace, sulle storie di chi ha perso la vita per mano mafiosa, dei loro familiari e di chi l’ha combattuta ogni giorno. La memoria è una grandissima responsabilità, che noi ci assumiamo per dare un nuovo volto e nuova fama alla nostra Corleone”.
L’iniziativa dell’installazione ‘iArt NOma – Luoghi e storie NOmafia’ si inserisce, come detto, nell’ambito del grande progetto iArt Fivas che ha coinvolto tra maggio e giugno scorsi 32 artisti muralisti, tra i più interessanti del panorama internazionale della street art, provenienti da 9 Paesi, tra cui: Italia, Uruguay, Portogallo, Argentina, Serbia, Spagna, Canada, Germania e Stati Uniti. Insieme hanno dato vita all’intervento centrale del progetto ‘iArt: il polo diffuso per la riqualificazione urbana delle periferie dei comuni dell’area interna di Ficuzza e della valle del Sosio”.
Foto ufficio stampa iART Fivas, da sinistra Tommaso Di Giorgio, Lucenzo Tambuzzo, Pif, Walter Rà, Tiziano Di Cara e Maurizio Murciato –
(ITALPRESS).
Ricordato a Palermo Libero Grassi, l’imprenditore che disse di no al racket
PALERMO (ITALPRESS) – La sua morte ha segnato l’avvio di una nuova stagione di lotta alla mafia, colpendo al cuore quella società civile che fino ad allora non era ancora riuscita a fare concretamente i conti con le estorsioni: il ricordo di Libero Grassi è ancora vivo nel cuore e nella mente di Palermo, il suo testimone è stato raccolto da tantissime associazioni e trasmesso alle generazioni successive dall’attività incessante della moglie Pina e dei figli Alice e Davide.
A celebrarne la memoria in via Alfieri, nel luogo e nell’orario esatto (7:45) in cui 32 anni fa il proprietario dell’azienda tessile Sigma venne assassinato, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto Maria Teresa Cucinotta, l’assessore regionale ai Beni culturali Francesco Paolo Scarpinato, il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia e il presidente della commissione regionale antimafia Antonello Cracolici; con loro i figli di Grassi e i rappresentanti delle forze dell’Ordine.
La mattina del 29 agosto 1991 l’imprenditore venne raggiunto da quattro colpi di pistola poco dopo essere uscito di casa: a sparare fu Salvino Madonia, killer di Cosa nostra poi condannato all’ergastolo. La ribellione e la conseguente denuncia di Grassi, pagate con la vita, furono determinanti per convincere tanti imprenditori a ribellarsi al giogo del pizzo e denunciare i tentativi di estorsione.
Dopo l’affissione del manifesto commemorativo, è stata spruzzata nel punto in cui venne colpito della vernice rossa per simboleggiare il sangue versato dal proprietario di Sigma; in seguito sopra la macchia sono state deposte una serie di piantine per rendere omaggio alla sua figura.
“Libero Grassi è testimone di coerenza e distinzione da comportamenti conformisti. Mi auguro, se la famiglia lo vorrà, che si possa collocare qui una targa che renda duraturo e perenne il suo ricordo”, sottolinea Lagalla. Davide Grassi evidenzia invece come “il sacrificio di mio padre e l’attività delle associazioni hanno dato un’opportunità al mondo imprenditoriale: purtroppo in tanti ancora non ne approfittano. Dobbiamo trasmettere questi avvenimenti a tutti coloro che non hanno vissuto quell’epoca”.
“I progressi nella lotta al ‘pizzo’ sono la prova che il sangue di Libero Grassi, che aveva osato sfidare un sistema fatto di omertà e accettazione dell’illegalità, non è stato versato invano, 32 anni fa”, ha sottolineato il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che ha aggiunto: “Il suo insegnamento e il suo esempio continuano a vivere in tutti coloro che lottano ogni giorno, forti del sostegno delle istituzioni, per un’economia libera dalle intollerabili pressioni di organizzazioni criminali che non hanno, e mai potranno avere, alcun diritto sul frutto del lavoro onesto degli imprenditori”.
“I risultati raggiunti negli ultimi vent’anni, grazie al lavoro di magistrati e forze dell’ordine e con il contributo delle associazioni antiracket che operano sul territorio, dimostrano che a Palermo e non solo, sono tanti gli operatori economici che si sono opposti con coraggio ai soprusi di Cosa nostra e che, dopo avere scelto la strada della denuncia, sono andati avanti con la loro attività – ha concluso Schifani -. Il governo siciliano sarà sempre al loro fianco per sostenere l’economia sana anche attraverso aiuti e misure per lo sviluppo e la crescita imprenditoriale”.
“Nella storia di ogni Paese ci sono persone destinate a lasciare un’impronta profonda, indelebile, nella vita di singoli cittadini e di intere comunità. Libero Grassi è uno di loro. Uomo di straordinario coraggio e integrità, sfidò la mafia pagando con la vita il suo rifiuto di piegarsi al ricatto del ‘pizzo’. La sua ferma opposizione alla criminalità organizzata lo ha reso simbolo di resistenza e di eroismo civile. Sono trascorsi 32 anni da quel vile omicidio ma il ricordo del suo valore, del suo non sottomettersi alla minaccia mafiosa, è più che mai vivo. E ancora oggi Libero Grassi è fonte di ispirazione per le nuove generazioni e per quanti credono e lottano per un Paese più giusto e più sicuro. Per questo è nostro dovere rinnovare la memoria di quanto accaduto quel 29 agosto del 1991. Perché il seme della ribellione morale e culturale, nato dal rifiuto senza riserve che l’imprenditore siciliano oppose alla violenza e alla prevaricazione, continui a germogliare. Una eredità che potrà sempre contare sul sostegno di tutte le Istituzioni, ogni giorno al fianco di coloro che scelgono di essere dalla parte della giustizia e della legalità”, ha dichiarato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in occasione del 32esimo anniversario dell’assassinio di Libero Grassi, sottolineando in questo ambito, fra le molte azioni di contrasto alle mafie, anche il fondamentale ruolo svolto dall’ufficio del Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, diretto dal Prefetto Nicolò, e dalla rete di associazioni che ne sostiene l’impegno sui territori.
foto xd8 Italpress
(ITALPRESS).









