Per un’impresa su 10 peggiorano i livelli sicurezza, il 16,5% degli imprenditori teme il rischio usura e racket e oltre 6 imprese su 10 si sentono penalizzate dall’abusivismo; inoltre, l’illegalità per il commercio e per i pubblici esercizi è costata complessivamente 33,6 miliardi di perdite totali nel 2022. Sono questi alcuni dati emersi nel corso della giornata organizzata da Confcommercio “Legalità ci piace!” che ha visto la presenza, tra gli altri, del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “È preoccupante poi ritrovarci qui anche quest’anno ad osservare che, tra le diverse categorie di criminalità che colpiscono i nostri settori, è l’usura ad essere il fenomeno illegale percepito ancora in maggior aumento dagli imprenditori. È evidente come proprio l’usura sia un fenomeno insidioso e particolarmente doloroso, che – più di altri – rischia di essere circondata da un silenzio assordante, dalla difficoltà di denunciare e dall’incapacità di uscirne con le proprie forze. I fenomeni criminali, in particolare quelli come l’usura, si nutrono delle crisi, personali e sociali. Gli strascichi dell’emergenza pandemica, la crisi dei costi energetici, l’inflazione, il ribaltamento dei mercati finanziari, rappresentano un vero e proprio detonatore dell’usura”, afferma il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli. Anche per questo “quando chiediamo moratorie, fiscali e creditizie, non chiediamo ‘salvagenti’ per le imprese, ma strumenti che possono essere decisivi per non appigliarsi altrove, sulla ‘pinna’ della criminalità organizzata”, aggiunge. È necessario quindi “mettere in campo iniziative concrete in grado di accompagnare gli imprenditori sia in una fase di ‘prevenzione’, sia in una fase di ‘riabilitazione’, sociale, psicologica ed economica delle vittime della criminalità. Questi due passaggi – prevenzione e riabilitazione – sono certamente le due fasi dove organizzazioni come le nostre possono fare il lavoro più incisivo”. Sangalli osserva come questa giornata sia stata fatta “per respingere la solitudine degli imprenditori di fronte a fenomeni che sembrano sempre più grandi di loro: contraffazione, abusivismo, estorsioni, usura e criminalità organizzata. Agli imprenditori di tutta Italia diciamo, da dieci anni a questa parte, ‘non siete soli’. Non siete soli oggi. E non siete soli mai. Noi ci siamo, Confcommercio c’è. Noi l’abbiamo sempre detto e lo ripetiamo oggi: denunciare si deve, si può e conviene. Si deve, perché è un dovere civile. Si può, perché è una scelta di cui ciascuno è responsabile. Ma anche conviene perché il costo complessivo dell’illegalità per commercio e pubblici esercizi è di 24 miliardi sul fatturato. Contrastare questi fenomeni – conclude – significa togliere un freno alle nostre possibilità di crescita come Paese. Crescita economica, evidentemente. Ma anche crescita sociale e morale. Perché combattere l’illegalità significa aprire la porta alla speranza per tanti, tantissimi imprenditori. Legalità e speranza. Speranza e legalità. Due facce della stessa moneta: la moneta con cui ci guadagniamo il futuro. Un futuro davanti, per le nuove generazioni, ma anche per chi ha un grande passato alle spalle, come il nostro Paese”. Anche il titolare del Viminale parla di numeri che fanno registrare una crescita del fenomeno, “ma ci sono anche dei fenomeni sommersi”. L’usura “si alimenta con la criminalità organizzata e quasi sempre le disponibilità finanziarie vengono da fenomeni criminali molto gravi. Questo vuol dire che al di là del dramma e della tragedia si alimenta un circolo vizioso che distrugge l’economia legale. Dobbiamo fare quanto più possibile per rintracciare questi fenomeni e fare in modo che questi vengano portati a soluzione”. I numeri emersi dall’indagine di Confcommercio mostrano che “c’è una fiducia diffusa e crescente nei confronti delle istituzioni, l’elemento di fiducia quindi sembra non mancare e anche gli strumenti ci sono, possono non sempre essere esaustivi ma ci sono”, conclude Piantedosi. Nel dettaglio l’abusivismo commerciale costa 9,1 miliardi, l’abusivismo nella ristorazione 5,4 miliardi, la contraffazione 4,4 miliardi, il taccheggio 4,8 miliardi. I costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) sono pari a 6,4 miliardi, mentre i costi per la cybercriminalità 3,5 miliardi. Infine, le perdite complessive annuali dei settori colpiti ammontano all’8,9% del fatturato e del valore aggiunto (7,2 miliardi), e sono a rischio 268mila posti di lavoro regolari. Un’impresa su dieci del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2022. Il dato è più accentuato al Sud (16%), per gli alberghi (18,1%), i bar (16%) e nel commercio al dettaglio alimentare (14,6%). A Palermo il valore è pari al 13,4%, a Roma è dell’11,9% e a Milano del 6,3. L’usura è il fenomeno illegale percepito in maggior aumento dagli imprenditori (per il 25,9%) seguito da abusivismo (21,3%), estorsioni (20,1%) e furti (19,8%). Il trend è più marcato al Sud e nel commercio al dettaglio non alimentare dove si registrano percentuali più elevate e dove, in particolare, l’usura è indicata in aumento da oltre il 30% delle imprese. A Roma questo fenomeno è segnalato in crescita dal 28,5% degli imprenditori. Più di un imprenditore su cinque ha avuto notizia di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e, in particolare, il 10,3% ne ha conoscenza diretta. Il “sentito dire” è decisamente più elevato al Sud (31,1%), a Palermo (31,9%), tra le imprese dei trasporti (29%) e del commercio al dettaglio non alimentare (26,4%), per i bar (26%). Il 16,5% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Una preoccupazione che è più accentuata al Sud (18,1%), a Palermo (19,8%), nel commercio all’ingrosso (18,4%) e al dettaglio non alimentare (18,3%). Di fronte all’usura e al racket il 59,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe denunciare, il 30,1% dichiara che non saprebbe cosa fare, il 5,3% pensa di non poter far nulla. Questi dati sono significativamente più marcati al Sud. Le forze dell’ordine (37,8%) e le Associazioni di categoria e Organizzazioni antiusura (22,9%) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati. In particolare, il dato sulle forze dell’ordine è più elevato tra le imprese dei trasporti (39,8%), mentre quello sulle associazioni di categoria e organizzazioni antiusura è più alto nella ristorazione (27%). Oltre sei imprese su dieci si sentono penalizzate dall’abusivismo e dalla contraffazione soprattutto per via della concorrenza sleale e della riduzione dei ricavi. Il dato è decisamente più elevato al Sud (68,9%) e al Nord Ovest (68,3%), a Palermo (69%), nei trasporti (68,5%) e nel commercio al dettaglio alimentare (67,2%). Nell’ambito della Giornata di Confcommercio sulla legalità è stato istituito il Premio nazionale “Legalità, ci piace” rivolto a personalità che si sono contraddistinte nella lotta alla criminalità e ai fenomeni illegali che ostacolano la crescita e lo sviluppo del nostro Paese. L’inizio di quest’anno è stato segnato da uno storico risultato nella lotta alle mafie e al malaffare, un risultato importante anche per sperare in una società più prospera. Per questa ragione il riconoscimento di Confcommercio, nella prima edizione del premio, viene conferito al generale Pasquale Angelosanto, comandante del Raggruppamento Operativo Speciale dell’Arma dei Carabinieri, “per la vita interamente dedicata alla tutela della comunità nazionale, conseguendo grandi e prestigiosi risultati e assicurando le libertà e i diritti dei cittadini e delle imprese”.
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-foto ufficio stampa Confcommercio-
Imprenditori preoccupati da usura e racket, denunciare conviene
Polizia Penitenziaria, Mattarella “Il suo ruolo prezioso per la convivenza civile”
ROMA (ITALPRESS) – “La Polizia Penitenziaria è chiamata quotidianamente a svolgere un ruolo prezioso per la tutela della convivenza civile della comunità. Le donne e gli uomini del Corpo si trovano ad affrontare situazioni complesse, in un contesto di sofferenza e, spesso, di tensione. La professionalità, lo spirito di servizio e la dedizione con le quali operano, nelle criticità del sistema carcerario, li vedono contribuire in modo significativo alle finalità definite dalla Costituzione e dalle leggi dello Stato”. E’ quanto ha scritto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio inviato al capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, Giovanni Russo.
“A loro sono affidate delicate funzioni nel garantire sicurezza e condizioni di legalità negli istituti penitenziari, il percorso di reinserimento sociale dei condannati e la stessa vigenza dei diritti dei cittadini detenuti – ha aggiunto Mattarella -. In occasione di questa giornata, 206° anniversario della costituzione del Corpo, desidero formulare la gratitudine e l’apprezzamento della Repubblica per il costante e generoso impegno posto nell’adempimento dei loro doveri. Nel rendere omaggio alla memoria dei caduti della Polizia Penitenziaria, esprimo ai loro familiari la vicinanza del Paese e invio a tutti i componenti sentite espressioni augurali”.
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Milano abbraccia i familiari delle vittime innocenti delle mafie
MILANO (ITALPRESS) – I primi ad arrivare sono i familiari siciliani e calabresi all’Aeroporto di Malpensa e Linate, poi dalla Campania, dal Nord Italia e dalla Puglia con il treno alla Stazione Centrale di Milano. La città di Milano è pronta ad accogliere in un grande abbraccio le centinaia di familiari di vittime innocenti provenienti da tutta Italia in occasione della XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie promossa da Libera e Avviso Pubblico, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e in collaborazione con la Rai, con il patrocinio del Comune di Milano e Regione Lombardia che si svolge il 21 marzo con un corteo che partirà alle ore 9 da Corso Venezia e arriverà a Piazza del Duomo dove verranno letti i nomi della vittime innocenti delle mafie.
I familiari provenienti dalla Calabria, Sicilia, Puglia, Campania e dal Nord Italia, oggi, si sono ritrovati presso l’Aula Magna dell’Università Statale di Milano per la loro assemblea. A seguire veglia ecumenica nella Basilica Santa Chiara, durante la quale saranno letti i nomi delle vittime delle mafie alla presenza dell’Arcivescovo di Milano Mario Delpini. Da ventisette anni Libera ricerca e raccoglie le storie delle vittime innocenti delle mafie, accompagnando i familiari nell’incontrarsi, nel riconoscersi e nel camminare insieme nel percorso di emersione dal dolore.
Grazie alle generose testimonianze dei familiari, in questi anni Libera ha raccolto un patrimonio prezioso di storie, dal valore etico, storico e sociale, inestimabile. Non si tratta solo di storie individuali o familiari: sono le storie dei nostri territori che, riunite insieme, raccontano un pezzo di Storia del nostro Paese.
Dal 1861 a oggi sono 1069 i nomi dell’elenco, 1069 storie che ripercorrono tutta la storia d’Italia, dall’Unità fino all’anno scorso, quando alla periferia di Napoli resta vittima di un agguato di camorra Antimo Imperatore, operaio 56enne, ucciso mentre stava montando una zanzariera a casa del vero obiettivo del killer.
In totale, le donne vittime della violenza mafiosa sono 133. Sono, invece, 115 i nomi di bambini uccisi dalle mafie. La più piccola è Caterina Nencioni, 50 giorni, uccisa dalle bombe di via dei Georgofili, insieme a tutta la sua famiglia e al giovane Dario Capolicchio. In totale, le vittime internazionali sono 49. Tra queste, soprattutto giovani migranti dall’Africa e dall’Europa dell’est, morti per mano del caporalato nelle campagne pugliesi e della provincia di Caserta. Ma anche magistrati, come Pierre Michel, attivisti come Luc Nkulula, e soprattutto giornalisti.
Sono 11 i giornalisti uccisi per mano mafiosa in diverse parti del mondo, dalla Russia alla Somalia, da Malta al Libano. Tra loro, 6 donne.
Martedì 21 marzo un grande corteo colorato aperto dalla bandiera della pace e dai familiari partirà alle ore 9 da Corso Venezia per arrivare a Piazza Duomo dove verranno letti i nomi delle vittime innocenti delle mafie. A concludere intervento conclusivo di Luigi Ciotti.
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Ricordato a Corleone il sindacalista Placido Rizzotto
PALERMO (ITALPRESS) – La Sicilia si conferma la regione con il più alto numero di località e di aree, in tutto 53, in cui si è consolidato in modo sistematico il fenomeno del caporalato. E a Palermo le zone dove il fenomeno del caporalato è più radicato sono in assoluto l’entroterra corleonese e le Madonie. Sono alcuni dati contenuti nel 6^ rapporto “Agromafie e Caporalato” dell’Osservatorio Placido Rizzotto della Flai Cgil nazionale presentato a Corleone in occasione del 75esimo anniversario dell’assassinio di Placido Rizzotto. Un anniversario che è stato ricordato con una deposizione di una corona di fiori al cimitero, sulla tomba del sindacalista ucciso dalla mafia, e poi in piazza Garibaldi con la lettura delle poesie a cura degli alunni delle scuole elementari e medie di Corleone. A seguire, nell’aula consiliare, la presentazione dei dati sul lavoro non regolare in agricoltura.
“Da partigiano e sindacalista, Placido Rizzotto ci ha insegnato a coniugare la lotta per la libertà con la lotta per i diritti sociali. Oggi, a 75 anni dal suo sacrificio – hanno dichiarato il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e Dino Paternostro, del dipartimento Legalità e memoria storica della Cgil Palermo -.
Rizzotto ci parla ancora con l’osservatorio a lui intestato, ricordandoci che lo sfruttamento del lavoro, in agricoltura come in altri settori, purtroppo non è finito. Anzi, bisogna moltiplicare gli sforzi per tutelare le troppe persone ancora senza diritti”.
Il lavoro non regolare, rivela l’Osservatorio Rizzotto, si concentra quasi tutto nel Mezzogiorno, in Puglia, Sicilia, Campania, Calabria e Lazio. Con tassi di irregolarità che superano il 40 per cento. La Sicilia detiene un primato stabile negli anni.
“La Sicilia, con quasi tre quarti del suo territorio destinato all’agricoltura, si qualifica come il territorio con il più alto numero di aree dopo il Veneto, che ne ha 48, distribuite in metà del terreno rispetto alla Sicilia. E sempre la Sicilia è prima anche per numero di lavoratori irregolari, che secondo le nostre stime sono circa 61.791 unità – hanno sottolineato Matteo Bellogni dell’Osservatorio e Jean Renè Bilongo, segretario Flai Cgil nazionale -. In Calabria questo dato ammonta a 22.050, in Veneto siamo a 19.655 unità. Un record negativo che rimane stabile negli anni anche se la Sicilia è ormai prima in quanto a interventi repressivi, sempre più marcati. Anche il nostro operato sta incidendo fortemente: la Flai è capofila in alcuni progetti come ‘Diagramma Sud'”.
“La giornata è stata l’occasione per rilanciare il nostro impegno nel contrasto a questo fenomeno – hanno detto i segretari Flai Cgil Palermo e Sicilia Dario Fazzese e Tonino Russo – Col sindacato di strada, torneremo nel corleonese come abbiamo già fatto qualche anno fa. E ribadiamo il nostro appello alle imprese sane ad aderire alla filiera della rete agricola di qualità, per dare sempre più forza allo strumento”.
foto ufficio stampa Cgil
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Nasce Museo del presente e della memoria della lotta alle mafie
PALERMO (ITALPRESS) – Un luogo che non sia un semplice custode di reliquie, ma di strumenti capaci di incontrare e sollecitare gli studenti, le nuove generazioni e il resto della comunità in un nuovo patto culturale per la legalità. È con questo intento che nasce il progetto del primo museo d’Europa della lotta alle mafie.
Il progetto nazionale “Museo del presente e della memoria della lotta alle mafie / Dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino” parte da Palermo, grazie all’iniziativa della Fondazione Falcone, in collaborazione con il Comune di Palermo e la Città Metropolitana di Palermo, che ha messo a disposizione la sede di Palazzo Jung, a pochi metri dai luoghi di nascita dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Inoltre, sono previste due ulteriori sedi, a Roma e Bolzano. Da qui, il coinvolgimento nel progetto nazionale anche del Comune di Roma e della provincia autonoma di Bolzano.
“Non sarà solo un museo della memoria – spiega il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla – ma uno spazio fluido di incontro e di riflessione per un nuovo patto generazionale a sostegno della legalità. Accogliendo l’idea della presidente della Fondazione, Maria Falcone, abbiamo immaginato questo luogo come un osservatorio privilegiato per raccontare le storie e il sacrificio di chi ha combattuto il crimine organizzato e per testimoniare la reazione culturale e l’impegno civile che, sulla scia del coraggioso esempio di quegli eroi, hanno animato una lunga e proficua stagione di resistenza alla mafia da parte della comunità,fino a rendere oggi Palermo un punto di riferimento per l’affermazione della legalità”.
“Gli studenti e i giovani – aggiunge il primo cittadino – saranno protagonisti attivi di quello che auspichiamo possa divenire un museo interattivo, narrante e itinerante che, oltre a portare la nostra storia in altre città italiane, si proponga come luogo di ospitalità e di riflessione per i turisti, il mondo del lavoro, le imprese e i cittadini. Ringrazio la Fondazione Falcone per questa proposta progettuale ed assicuro la collaborazione del Comune e della Città Metropolitana che metterà a disposizione Palazzo Jung come sede principale del Museo. Sono, infine, sicuro che, sul meritorio impulso della Fondazione Falcone, non mancheranno altre autorevoli collaborazioni istituzionali ed associative, destinate a rafforzare ulteriormente il significativo progetto”.
“A trent’anni dalle stragi mafiose d’Italia abbiamo voluto dare vita ad un museo dedicato alla vita, alla memoria e al presente della lotta alle mafie, dedicato a Giovanni Falcone e a Paolo Borsellino, a tutte le vittime di mafia. Uno spazio culturale speciale che unisca le istituzioni, in testa la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri, privati e altri musei partner. Un museo vitale, spalancato ai giovani, utile speriamo per la comunità studentesca, dove fare incontrare le generazioni di europei e italiani, nelle tre città per noi simbolicamente e realmente più forti”, commenta Maria Falcone, Presidente della Fondazione Falcone, presentando il progetto strategico nel trentesimo anniversario delle stragi mafiose d’Italia.
“Il museo – aggiunge Maria Falcone – sarà aperto dapprima a Palermo, subito di seguito a Roma e a Bolzano, in un nuovo patto culturale per la legalità, un progetto di comunità dove i privati e il pubblico contribuiranno alla realizzazione degli spazi e del programma nel tempo, pensato per essere un bel posto dove trovarsi, prodotto secondo nuovi e innovativi linguaggi, dall’arte di ogni tempo e al design globale, alla fotografia d’autore, con partner d’eccezione che presto presenteremo. È anche per noi il giusto riconoscimento alle città del coraggio, che hanno saputo negli anni trovare la forza di reagire ai ricatti criminali, con grande passione civile, impegno sociale e autonomia culturale”, invita Maria Falcone a seguire la strada intrapresa già negli ultimi anni e in occasione dello scorso anniversario del 23 maggio.
Il progetto, promosso in esclusiva dalla Fondazione Falcone, di cui è consigliere di riferimento Vincenzo Di Fresco, è diretto da Alessandro De Lisi, curatore generale per le attività culturali della Fondazione Falcone, mentre la progettazione degli spazi museali è dell’architetto Chiara De Battista.
Palazzo Jung è una cerniera urbana tra piazza Magione, via Lincoln, l’Orto Botanico, il mare e, a pochi metri, il complesso monumentale dello Spasimo: tutto il piano terra, il giardino coi ficus centenari e gli spazi del verde mediterraneo sono oggetto del progetto straordinario del museo “mutante” sul presente della lotta alle mafie: un laboratorio dove sperimentare nuovi linguaggi e strumenti sociali, culturali e artistici per promuovere una memoria che impegna tutti, giovani e comunità contro i ricatti mafiosi.
Il museo di Palazzo Jung sarà diviso in 5 sezioni e una di queste sarà quella della “Biografia espansa” che racconterà storia e legami sociali di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A Roma, invece, il museo della lotta alle mafie sorgerà all’interno di un appartamento, un bene confiscato alla mafia romana, a pochi passi dai Musei Vaticani. Mentre per la sede di Bolzano si ipotizza uno spazio di coworking civile della comunità, dove arte, design, ricerca per le politiche attive agiscono a difesa dell’ambiente.
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Il Presidente del Consiglio di Stato rende omaggio a Falcone e Borsellino
PALERMO (ITALPRESS) – Il Presidente del Consiglio di Stato, Luigi Maruotti, nella sua prima uscita pubblica e in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tar Palermo, ha voluto rendere omaggio alla memoria dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e degli uomini della loro scorta, simboli dello Stato che ha saputo reagire agli attacchi della mafia.
Il Presidente ha deposto una corona di fiori sul luogo della strage di Capaci e, nel rivolgersi ai presenti, ha evidenziato che “anche la Giustizia amministrativa è consapevole dei propri doveri nella lotta all’infiltrazione criminale nei circuiti economici e nella Pubblica amministrazione”. Ha ricordato in particolare “l’impegno dei Giudici amministrativi nella tutela della legalità, con particolare riferimento alle materie delle interdittive antimafia, della prevenzione della corruzione e della tutela della concorrenza e della legalità nel settore degli appalti”.
foto ufficio stampa Consiglio di Stato
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Firmato un protocollo d’intesa per promuovere il progetto “Onesti nello sport”
ROMA (ITALPRESS) – E’ stato firmato presso la sede del Ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi, il protocollo d’intesa tra il Dipartimento per lo Sport della presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dell’Istruzione e del Merito rappresentato dal ministro Giuseppe Valditara, e la Fondazione Giulio Onesti – Accademia Olimpica Nazionale Italiana presieduta da Franco Carraro. Il protocollo, che ha validità triennale, prevede la promozione di un programma di azioni relative al concorso “Onesti nello Sport” con l’obiettivo di diffondere la cultura sportiva in generale e la legalità nello sport in particolare: fare cioè cultura attraverso lo sport e valorizzarne tutti gli aspetti etici e ludici, senza tralasciare il fair play, prevenendo ogni forma di violenza.
Di concerto le parti firmatarie del protocollo si impegneranno quindi a collaborare al fine di sensibilizzare gli studenti sul tema della cultura sportiva attivandosi con l’individuazione dell’argomento sul quale si intende sensibilizzare le studentesse e gli studenti; promuovendo il Concorso e pubblicando successivamente gli elaborati dei vincitori sui propri canali di comunicazione; partecipando alla commissione valutatrice degli elaborati proposti alle scuole e predisponendo della documentazione di certificazione degli esiti di partecipazione.
Contestualmente è stato firmato dalla Fondazione Onesti e dal Coni, nella persona del presidente Giovanni Malagò, il bando dell’undicesima edizione del concorso che sarà indetto a breve, rivolto a tutti gli studenti degli Istituti secondari di II grado, statali e paritari, su tutto il territorio nazionale. Il tema scelto per questa edizione è “Lo sport è di famiglia”. L’obiettivo è stimolare i giovani studenti a raccontare – con il loro linguaggio e tramite le nuove tecnologie – il binomio sport e famiglia, producendo un elaborato multimediale da sviluppare secondo due categorie: il settore video-musicale, che prevede la produzione di un brano e di un video originale della durata massima di 3 minuti, e il settore stories, con la produzione di un video della durata massima di un minuto. Le due squadre vincitrici saranno premiate con un viaggio per assistere a un evento di rilievo internazionale legato allo sport che si svolgerà nel corso del 2023.
foto ufficio stampa Ministro per lo sport e i giovani
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Caporalato, Piantedosi “Impegnati a contrastare ogni forma di illegalità”
ROMA (ITALPRESS) – “Lo sfruttamento del lavoro e il caporalato sono fenomeni criminali che impongono condizioni di vita degradanti, approfittando dello stato di vulnerabilità e di bisogno dei lavoratori. Dinamiche che non solo ledono la dignità delle persone ma che danneggiano le imprese che scelgono di operare nella legalità e sono spesso funzionali ad alimentare gli interessi economici delle criminalità organizzata che, in alcuni settori, sfrutta senza scrupoli anche manodopera di migranti irregolari. Su questo fronte l’operazione condotta oggi dai Carabinieri e dall’Ispettorato del lavoro di Foggia, in esecuzione di una ordinanza di custodia cautelare del tribunale di Foggia, fa segnare ancora una volta un importante risultato in un territorio in cui la magistratura e le forze di polizia stanno profondendo il massimo sforzo contro i sodalizi criminali che, anche facendo ricorso alla violenza, infiltrano l’economia e il tessuto sociale”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sottolineando come, presenziando a Foggia al Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, ha avuto modo di confrontarsi con il prefetto, il procuratore della Repubblica, i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Bari e i vertici delle forze di polizia provinciale sulle iniziative già assunte e da assumere per contrastare la grave pressione criminale.
“Continueremo a dedicare la massima attenzione a questi fenomeni, facendo rete e creando le condizioni per sviluppare le più efficaci sinergie per contrastare ogni forma di illegalità nel settore del lavoro”, sottolinea il titolare del Viminale.
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