Home Legalità Pagina 17

Legalità

A Roma la mostra fotografica “La mafia uccide, il silenzio pure”

0

ROMA (ITALPRESS) – È stata inaugurata in Campidoglio, a Roma, la mostra fotografica “La mafia uccide, il silenzio pure. Gli Invisibili ammazzati dalla mafia e dall’indifferenza”, a cura della fotografa Lavinia Caminiti, in collaborazione con il Procuratore della Repubblica Fernando Asaro.
Si tratta di percorso fotografico volto a mostrare quei luoghi della mafia, tra Sicilia, Roma, Milano, Firenze e Napoli, dal punto di vista della quotidianità. Strade, piazze, dove giornalmente la gente passa senza sapere cosa è successo in passato. Allo stesso tempo luoghi abbandonati all’immondizia, all’oblio e anche ad atti di vandalismo: targhe cancellate e lapidi divelte. Alla presentazione sono intervenuti: oltre all’autrice, il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, il Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia e il giornalista Antonio Calabrò.
“La mafia uccide l’amore per la vita. Uccide i sogni dei ragazzi”, parole della Caminiti che rivolgendosi ai giovani delle scuole presenti, li ha invitati ad averne consapevolezza.
Questo il messaggio della mostra: ricordare, tramite foto e prime pagine dei giornali, gli episodi di violenza che hanno coinvolto persone, uomini, donne, bambini, magistrati, giornalisti, poliziotti e tanti altri, ma soprattutto i luoghi di queste stragi, per combattere l’indifferenza, smuovere la memoria collettiva e l’opinione pubblica.
Lo stesso Gualtieri ha puntato sull’importanza del “Parlare dei luoghi fisici che spesso sono la chiave per dare concretezza ai ricordi”.
Ricordando che il principale alleato della mafia “Oggi è l’oblio” ha detto Gualtieri “coltivare la memoria è una componente fondamentale di quella unità che deve vedere tutte le forze della Repubblica unite nel contrasto alle mafie, alla criminalità e alla violenza contro le istituzioni. Come amministrazione stiamo cercando di fare il massimo per rafforzare i presidi e l’attenzione, soprattutto rispetto alla stagione di investimenti senza precedenti, legata al PNRR e a tante altre opportunità che ha la nostra città”.
A fare da eco anche Santalucia, che ha parlato della necessità di: “Rinnovare la memoria. Richiamare tutti ai doveri della cittadinanza. Ai valori della legalità. Essere un pungolo per le coscienze e impegnarsi sul terreno dell’informazione sui valori della legalità”.
L’ultima sezione della mostra Le Rose Spezzate, voluta dall’ANM, ritrae rose spezzate con accanto i nomi dei 28 magistrati assassinati dalla mafia e dal terrorismo.
La mostra, promossa da Roma Capitale in occasione del trentennale degli omicidi dei magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura, sarà visibile fino al 30 novembre in Piazza del Campidoglio, a Roma.

– foto: xl5/Italpress

(ITALPRESS).

Don Luigi Ciotti “La lotta alla mafia ha bisogno di una politica sana”

0

PALERMO (ITALPRESS) – “Oggi c’è un divorzio tra politica ed etica. Una politica senza etica diventa puro esercizio di potere. Nella lotta alle mafie e corruzione abbiamo bisogno di una politica sana, di una politica vera”. Con un intervento sulla politica Luigi Ciotti ha concluso, a Palermo, la due giorni di Libera ad oltre 20 anni dalla Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale, che ha visto la presenza di oltre 50 relatori italiani e stranieri per fare il punto sullo stato della lotta alle mafie e alla corruzione a livello locale, nazionale e internazionale.
“La politica nasce per governare le città, per garantire la giustizia sociale e la pacifica convivenza – ha dichiarato il fondatore di Libera -. La politica, nasce dall’etica, la politica è l’etica della comunità e il servizio del bene comune. Come Libera abbiamo sempre difeso la sacralità delle Istituzioni. Le istituzioni sono sacre ma dobbiamo distinguere le istituzioni da chi le governa, da chi le gestisce. Senza voler generalizzare da troppo tempo se da un alto vediamo uomini e donne oneste impegnate nelle istituzioni e che vivono la politica come un sincero servizio per il bene comune, dall’altro troviamo nelle istituzioni chi non è degno”.
“Nel 2000 qui a Palermo – ha aggiunto don Ciotti – nel discorso conclusivo come Libera in uno dei passaggi dicevo ‘Basta con ambiguità di molti partiti, che hanno a loro interno persone che sono espressione di illegalità. I partiti devono darsi un codice di autoregolamentazione. Basta con quei politici più preoccupati dell’estetica che dell’etica del loro agire, più interessati alle poltrone,al potere, al prestigio. Non si può parlare di contrasto alle mafie se dentro alcune realtà ci sono persone che hanno calpestato la legalità nel nostro Paese’. E’ la storia di ieri, è la storia di oggi. Dopo 22 anni alcuni elementi ritornano e ci pongono domande. Oggi c’è un divorzio tra politica ed etica. Una politica senza etica diventa puro esercizio di potere. Se la politica è lontana dalla strada e dagli ultimi, la politica tradisce la sua essenza. Abbiamo visto che in campagna elettorale, tranne poche eccezioni, nessuno ha parlato di mafia, adesso subito qualcuno inizia a parlarne. Prima non se ne parlava perché non si doveva disturbare le coscienze della gente. E’ una vergogna. Oggi nella lotta alle mafie e corruzione nel nostro Paese abbiamo bisogno di una politica sana, di una politica vera”.
Luigi Ciotti nel suo intervento finale ha fatto riferimento alla guerra: “La guerra – ha sottolineato – non si fa solo in modo diretto, non si fa solo con le armi ma si fa anche con un sistema economico ingiusto alla radice che seleziona e allarga le distanze economiche e sociali in nome del profitto che toglie la libertà e la dignità a milioni di persone su questa terra. L’economia dei grandi monopoli e delle grandi ricchezze, senza mai generalizzare, non è mai innocente. Chi minimizza questa dimensione del problema è complice. Sono 59 le guerre in atto sulla faccia del pianeta, con milioni di persone che fuggono. Si muore di fame. E chi minimizza tutto questo è complice. E che senza il filtro della giustizia l’errore è sempre lo stesso. Si considerano come minacce del bene comune non le ingiustizie che creano miseria, povertà ed emarginazione ma si considerano minacce gli effetti delle ingiustizie, si considerano minacce i poveri, i migranti, i diversi. Davanti a tutto questo troppi hanno taciuto. Io la chiamo inerzia omicida. Io la chiamo inerzia omicida perché troppi sono stati in silenzio di fronte ai soprusi di quel sistema economico che con alleanze e compiacenza, anche qui senza mai generalizzare, di importanti segmenti del potere politico del mondo”, ha concluso don Luigi Ciotti.
credit photo agenziafotogramma.it
(ITALPRESS).

Metsola “La battaglia contro mafie e corruzione non ha confini”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “La settimana scorsa ho ricordato al Parlamento Europeo Daphne Caruana Galizia. E’ stata uccisa in pieno giorno, da un’enorme autobomba fuori dalla casa a Malta. Daphne era una donna, una madre , una figlia e un’amica che ha osato denunciare la corruzione. Proprio come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Daphne Caruana Galizia aveva anteposto alla sua vita la difesa della giustizia e della verità”. Questo il messaggio del presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola inviato a Libera in occasione dell’incontro organizzato a oltre vent’anni dalla Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale, che si svolge a Palermo.
“Sono passati poco più di vent’anni dalla firma della Convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale, siglata proprio nella vostra Palermo per riaffermare che questa è una battaglia di tutti e che non ha confini territoriali – afferma Metsola -. Possiamo contare gli uni sugli altri, condividendo le competenze e le esperienze nazionali. Dobbiamo vincere questa battaglia e possiamo farlo insieme. La corruzione, il crimine organizzato e la mafia sono l’antitesi della giustizia. E non dobbiamo mai distogliere lo sguardo. Non ci sono risposte semplici. Ma sono certa che qualsiasi sfida si presenti possiamo affrontarla meglio se siamo uniti. Il Parlamento Europeo è pronto a far fronte comune con le altre istituzioni e con gli Stati membri per raccogliere questa sfida. Quando lo avete interpellato, il Parlamento era pronto ed è stato in grado di agire e di farlo rapidamente. Noi ci saremo e saremo disponibili per tutto il tempo necessario”.

– foto Agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).

Dedicato all’ambiente il calendario storico dei Carabinieri 2023

0

ROMA (ITALPRESS) – Presentato a Roma il Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri del 2023, quest’anno dedicato alla tutela dell’Ambiente. Il Comandante Generale, Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi, nella mattinata odierna, ha voluto svelare al grande pubblico l’ormai atteso prodotto editoriale. A presentare l’opera, realizzata dall’Armando Testa Group, all’Auditorium Parco della Musica, era presente il conduttore televisivo Amadeus. La protagonista del Calendario Storico 2023 è la natura, da sempre tra le priorità assolute dell’Arma. Impegnata ogni giorno nella difesa delle persone, del pianeta e della prosperità, l’Arma compie quotidianamente un’opera di prevenzione e repressione degli illeciti in materia ambientale e forestale, tutelando il paesaggio, i boschi, la flora e la fauna e contrastando i crimini in materia di rifiuti. L’impegno dei Carabinieri non si ferma alla prevenzione e alla repressione di reati e di illegalità ad impatto ambientale, ma ritiene altrettanto fondamentale il dialogo continuo con le nuove generazioni. A questa incessante opera di protezione del territorio è inspirato l’insight creativo del Calendario Storico 2023. Ciascuna delle tavole artistiche del calendario parte da un elemento appartenente all’universo visivo dei Carabinieri, rivisitato e interpretato in una chiave iconica. L’obiettivo è raccontare i temi legati al quotidiano lavoro dell’Arma con un’impronta di eleganza, pulizia formale e sintesi visiva che ne accentua la componente istituzionale.

Nascono così le dodici tappe di un percorso che svela l’importante azione dei Carabinieri a difesa dell’ambiente e del territorio del Paese, a protezione del patrimonio faunistico e vegetale nostrano, a salvaguardia di una civiltà agroalimentare che il mondo ci invidia. Le tavole artistiche sono accompagnate da 12 storie di impegno e tutela ambientale firmate da uno storyteller d’eccezione: il giornalista e scrittore Mario Tozzi. Primo Ricercatore del Cnr, geologo e divulgatore scientifico, il celebre conduttore radiotelevisivo ha raccontato gli eventi, le attività e i progetti dell’Arma dei Carabinieri in modo rigoroso e coinvolgente. Per la prima volta nella storia del Calendario Storico dell’Arma dei Carabinieri, l’edizione 2023 evolve in un progetto artistico integrato con un completo ecosistema digitale che comprende un sito web dedicato e un’opera d’arte Nft. Il sito consente di fruire online i contenuti del Calendario 2023 in maniera interattiva, con un livello esperienziale molto intuitivo che, attraverso lo scroll infinito, riprende il gesto fisico della sfogliabilità, adattandola in maniera nativa al linguaggio digitale. A completare il progetto, per la prima volta nella storia dell’Arma, la copertina del Calendario diventa un Nft, una contemporanea opera di cryptoarte estrapolata dal Calendario fisico e resa digitale, animata, certificata.

L’Nft trasforma la copertina in un’opera hi-tech disponibile in 10 esemplari autenticati, che saranno poi venduti in coppia con una stampa speciale della copertina in edizione limitata. Il ricavato delle vendite verrà devoluto alla struttura complessa di pediatria oncologica dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Il notevole interesse da parte del cittadino verso il Calendario Storico dell’Arma, oggi giunto a una tiratura di quasi 1.200.000 copie, di cui oltre 16.000 in nove altre lingue (inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese, giapponese, cinese e arabo, nonché in lingua sarda), è indice sia dell’affetto e della vicinanza di cui gode la Benemerita, sia della profondità di significato dei suoi contenuti, che ne fanno un oggetto apprezzato, ambito e presente tanto nelle abitazioni quanto nei luoghi di lavoro, quasi a testimonianza del fatto che “in ogni famiglia c’è un Carabiniere”. Iniziata nel 1928, la pubblicazione del Calendario, giunta alla sua 90^ edizione, dopo l’interruzione post-bellica dal 1945 al 1949 venne ripresa regolarmente nel 1950 e da allora è stata puntuale interprete, con le sue tavole, delle vicende dell’Arma e, attraverso di essa, della Storia d’Italia. Oltre al Calendario, è stata pubblicata anche l’edizione 2023 dell’Agenda. Anche in questo caso, la protagonista è la Natura.

L’Arma non poteva non percepire lo stato di emergenza in cui versa l’habitat terrestre, affidandosi quest’anno agli scrittori “in house” per mettere in risalto la bellezza delle stagioni, come dono della Natura, ovvero: il generale Roberto Riccardi (Comandante della Legione Carabinieri “Trentino Alto Adige”), il Magg. riserva selezionata Margherita Lamesta (Ufficiale Cerimoniale), il Magg. riserva selezionata Annalisa Gaudenzi (autrice Rai, già in servizio presso l’Ufficio Stampa) e il Mar. Ca. Emilio Limone (Ufficio Stampa), autori di svariate pubblicazioni. I quattro scrittori hanno colorato le stagioni con gli stessi colori da esse indossati durante il loro naturale avvicendarsi, sin dalla notte dei tempi. Modellati dalla fantasia degli autori, quattro marescialli diversissimi fra loro, ognuno a suo modo, rievocano “I Racconti del maresciallo” di Mario Soldati e trasformano l’Agenda dell’Arma 2023 in una sorta di “diario del maresciallo”. Altre due opere completano l’offerta editoriale: il Calendario da tavolo, dedicato al tema “Borghi più Belli d’Italia”. Mese per mese, immagini con Carabinieri ritratti in uno dei tanti borghi che ricamano l’Italia, restituiscono un quadro d’autore fatto di geografia, architetture preziose e uniforme. L’intero ricavato della vendita di questo calendarietto da tavolo è devoluto all’Opera Nazionale di Assistenza per gli Orfani dei Militari dell’Arma dei Carabinieri.

Vi è poi il Planning da tavolo – anche questo incentrato sulla Natura – è dedicato alle molteplici attività svolte dal Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari, per il ripristino e l’uso sostenibile delle risorse pre senti nell’ecosistema terrestre. Protagoniste le attività di contrasto e prevenzione del Cufa, che punta anche alla tutela di beni paesaggistici, della filiera alimentare e soprattutto al contrasto di tutte le forme di eco e agromafie, un fenomeno sempre più in crescita. Come è accaduto per i precedenti Planning Arma, anche stavolta, il ricavato sarà devoluto ad un nosocomio pediatrico e quest’anno il beneficiario è l’Ospedale dei bambini “Vittore Buzzi” di Milano. Inoltre, proseguendo su una linea già sperimentata con la scorsa edizione, il Planning 2023 ripropone, in apertura, una fiaba dedicata proprio al mondo dei più piccoli a firma del Magg. ris. Sel. Margherita Lamesta, l’autrice già scelta dall’Arma per il Planning 2022. Anche quest’anno la scrittrice ha ideato in esclusiva un piccolo racconto, stavolta ispirandosi liberamente a due originali fatti di cronaca, che hanno visto protagonisti due bimbi accumunati nel medesimo destino evocato dallo stesso nome.

– foto ufficio stampa Carabinieri –

(ITALPRESS).

Polizia e Aspi rinnovano l’accordo contro i crimini informatici

0

ROMA (ITALPRESS) – E’ stato rinnovato a Roma l’accordo tra Polizia di Stato e Autostrade per l’Italia per il potenziamento della sicurezza e alla migliore gestione dei servizi pubblici e di interesse pubblico, nonché di quelli strumentali, effettuati dalla Società Autostrade per l’Italia.
La convenzione, firmata dal Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Lamberto Giannini e dall’Amministratore Delegato per Autostrade per l’Italia Roberto Tomasi, rientra nell’ambito delle direttive impartite dal Ministro dell’Interno per il potenziamento dell’attività di prevenzione alla criminalità informatica, attraverso la stipula di accordi con gli operatori che forniscono prestazioni essenziali.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni è infatti quotidianamente impegnata a garantire l’integrità e la funzionalità della rete informatica delle strutture di livello strategico per il Paese attraverso il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche.
Autostrade per l’Italia, e società controllate, ha il compito di gestione in regime di concessione di reti autostradali (oltre 3 mila km. di rete in gestione, pari a circa la metà della rete nazionale a pedaggio); i sistemi informatici e le reti telematiche di supporto alle funzioni istituzionali di Autostrade per l’Italia S.p.A. sono da considerare infrastrutture critiche di interesse nazionale. Risulta, pertanto, necessario prevenire e contrastare ogni forma di accesso illecito, anche tentato, con finalità di: a) interruzione dei servizi di pubblica utilità; b) indebita sottrazione di informazioni; c) attacchi cibernetici su vasta scala volti a compromettere la sicurezza del “Sistema Paese”; d) porre in essere qualsiasi ulteriore attività illecita.
L’accordo sottoscritto intende realizzare una cooperazione tra il Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e Autostrade per l’Italia S.p.A. e società controllate, volta alla prevenzione e alla repressione dei crimini informatici, ispirata al principio di sicurezza partecipata, nell’intento di assicurare in via sinergica ed efficiente le risorse del Sistema Paese a vantaggio dell’intera collettività, contribuisce al contenimento dei costi operativi derivanti da interruzioni dei servizi erogati attraverso sistemi informatici e di telecomunicazioni.
La convenzione prevede, tra le varie iniziative, anche lo sviluppo di tecnologie innovative utili a incrementare i livelli di prevenzione e contrasto alla criminalità informatica.
Alla firma della convenzione erano altresì presenti per il Dipartimento della Pubblica Sicurezza, il Prefetto Daniela Stradiotto, Direttore Centrale per la Polizia Stradale, Ferroviaria, delle Comunicazioni e per i Reparti Speciali della Polizia di Stato Antonio Borrelli, Dirigente Generale di Pubblica Sicurezza e Ivano Gabrielli, Direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, per Autostrade per l’Italia, Gian Luca Orefice, Direttore Human Capital and Organization, Amedeo Gagliardi, Direttore Centrale Legale, Roberto Masotti, Responsabile Group Security.

– foto ufficio stampa Polizia di Stato –

(ITALPRESS).

Premio Giorgio Ambrosoli, assegnati riconoscimenti

0

MILANO (ITALPRESS) – Al Piccolo Teatro Studio Melato di Milano ha avuto luogo la cerimonia del Premio Giorgio Ambrosoli, giunto alla sua decima edizione.
Il Premio Giorgio Ambrosoli promuove gli “esempi invisibili” di persone che nell’ambito della loro attività professionale si siano contraddistinte per la difesa dello stato di diritto tramite la pratica dell’integrità, della responsabilità e della professionalità, pur in condizioni avverse a causa di “contesti ambientali” o di improprie pressioni contro la legalità nel contesto in cui hanno operato.
I Premi Giorgio Ambrosoli sono stati assegnati alla rumena Roman Roxana che denunciò i clan a Roma, ai funzionari di Banca d’Italia Claudio Clemente e Giovanni Castaldi, alla testimone di giustizia Lea Garofalo, al poliziotto Giorgio Boris Giuliano assassinato da Cosa nostra nel 1979 a Palermo. Menzioni Speciali al commissario straordinario Maurizio Bortoletti, al sindacalista sardo Antonello Congiu, alla consigliera comunale Rossella Pera e all’imprenditore palermitano Giuseppe Piraino.
“Questa edizione – si legge in una nota – ancora una volta ha messo in luce la peculiarissima forza e presenza della società civile in Italia sui temi della tutela della legge, del concreto operato dei cittadini che con le loro singole azioni generano una sorte di ‘voce unica’, composta da molteplici ‘esempi invisibili’, impegnata nel rafforzamento dello stato di diritto”.
Il tema affrontato nel dibattito di questa edizione è stata la prospettiva internazionale del ruolo della società civile, dalle imprese al mondo delle professioni, al Terzo Settore, alle autorità indipendenti e alla ricerca sociale, nella prevenzione e contrasto al malaffare e alle distorsioni del mercato.
Sono intervenuti Maria Assunta Accili, già Ambasciatrice italiana alle Nazioni Unite a Vienna, Giovanni Tartaglia Polcini, Coordinatore Tavolo Anticorruzione del Ministero degli Affari Esteri, Brigitte Stroble Shaw e Giovanni Gallo dell’UNODC, Agenzia Anticrimine dell’ONU a Vienna, Drago Kos, dell’OECD Working Group on Bribery, Helen Darbshire della UNCAC Coalition e Ian Tennant, GI-TOC Global Initiative, due primarie organizzazioni internazionali della società civile, Patrizia Di Dio, Vicepresidente di Confcommercio – Imprese per l’Italia, Gianna Fracassi, Vicepresidente CNEL.
foto ufficio stampa Premio Giorgio Ambrosoli
(ITALPRESS).

Corte dei Conti presidio di democrazia, da 160 anni al servizio del Paese

0

TORINO (ITALPRESS) – “Una più attenta considerazione della politica verso le funzioni giurisdizionali esercitate dalla Corte dei conti”. E’ questo l’auspicio, o meglio l’allarme, che ha lanciato il procuratore generale della Corte dei conti, Angelo Canale, nel suo intervento in occasione del 160esimo anniversario dell’organismo cui compete “in buona sostanza – ha spiegato – il controllo per conto del cittadino contribuente, sull’utilizzazione dei beni e delle risorse appartenenti alla comunità”.
Istituita nel 1862, la Corte è tornata al suo luogo fondativo, Torino, per una due giorni di dibattito intenso, da un lato per fare un punto della situazione, ma anche interrogandosi sulla tenuta del proprio ruolo. Perché al di là degli elogi, “potremmo fare di più e fare meglio – ha chiarito ancora Canale – se con interventi isolati, decontestualizzati e disorganici non si fossero messi in discussione o addirittura limitati, com’è avvenuto, i poteri d’intervento delle procure contabili e non si fossero introdotte riduzioni o modifiche afferenti al perimetro della responsabilità amministrativa, sia sotto il profilo sostanziale che processuale”.
Parole cristalline, nonostante un lessico formalmente ineccepibile, che puntano il dito contro i legislatori. Tanto che Canale non si nasconde, e si interroga: c’è ancora bisogno di una tale giustizia, di un giudice speciale e specializzato nelle materie della contabilità pubblica, o si può pensare di condurre questa materia nell’alveo della giustizia ordinaria? Secondo Canale sì, perché “è un presidio di legalità e di democrazia che da 160 anni al servizio del Paese ha una missione fondamentale: garantire ai cittadini il corretto impiego delle risorse nazionali, delle risorse che appartengono a tutti noi”.
Anche perché è evidente come ciò non sempre avvenga. Gli sprechi di risorse pubbliche sono palesi e compongono un corposo capitolo, volenti o nolenti, delle cronache giudiziarie e della storia d’Italia. Tangentopoli fu la punta dell’iceberg, i recentissimi arresti legati alla gestione della sanità pubblica in Basilicata, sono invece l’ultimo capitolo di un dramma senza fine. Ecco perché è la stessa Corte dei conti a voler fare di più. “Oggi la Corte, più che censurare e sanzionare a posteriori le amministrazioni pubbliche, si deve porre nei confronti delle amministrazioni con uno spirito diverso” ha spiegato Tommaso Miele, presidente aggiunto della Corte dei conti. “Deve assisterle ed accompagnarle nello svolgimento delle funzioni ad esse intestate e nella gestione della spesa pubblica, aiutandole” ha aggiunto Miele. Una funzione cruciale anche nella gestione delle risorse del Pnrr, ma per riuscirci “occorre migliorare e semplificare la legislazione e, in particolare, il Codice degli appalti” spiega ancora il presidente aggiunto. E’ necessario quindi, secondo Miele, che “il Parlamento che si insedia proprio questa settimana e il nuovo governo intervengano in maniera decisa e radicale sulla qualità della regolazione e della normazione”. Tutto questo eviterebbe poi “il frequente contenzioso e i ricorsi al giudice amministrativo, e le possibili ipotesi di responsabilità per danno erariale, con la paura della firma, che assai spesso bloccano i cantieri”, ha proseguito, indicando responsabilità ben precise in tal senso.
“Le scelte fatte dal Governo Conte nel 2020 con il decreto semplificazione di limitare la responsabilità per danno erariale al solo dolo, eliminando la colpa grave, non aiutano certamente a superare la paura della firma. La ‘paura della firma’ esiste, è inutile negarlo” chiarisce Miele, indicano come soluzione un superamento di quel decreto con nuove regole chiare. Miele arriva infatti a definire l’articolo 21 del decreto semplificazioni 2020 “un vero e proprio vulnus nella sana e corretta gestione delle risorse pubbliche” perché “ai fini dell’accertamento dell’elemento soggettivo nella colpa grave, non può non tenere nella dovuta considerazione la complessità e la farraginosità della normativa. Anche nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali, da parte della Corte occorre grande equilibrio”.
credit photo agenziafotogramma.it
(ITALPRESS).

Draghi in visita alla Direzione Nazionale Antimafia “Presidio imprescindibile”

0

ROMA (ITALPRESS) – Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha visitato la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Ad accoglierlo il Procuratore Nazionale, Giovanni Melillo. Presente il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli.
“È davvero un grande onore per me – ha affermato – essere alla Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Voglio ringraziarvi per il lavoro che svolgete ogni giorno con serietà, dedizione, coraggio. Siete un presidio imprescindibile di sicurezza e legalità, contro chi cerca di sovvertire le basi della nostra economia, della nostra società, del nostro vivere civile. Avete a cuore l’interesse di tutti i cittadini, da Nord a Sud. Grazie a voi, l’Italia è più prospera, più libera, più giusta. Trent’anni fa, morivano Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due grandi italiani che la nostra Repubblica non ha saputo proteggere”.
“La loro eredità, l’eredità degli uomini e delle donne delle loro scorte – ha aggiunto – è nelle vostre indagini e in quelle dei vostri colleghi. Grazie al vostro ruolo di coordinamento, fortemente voluto proprio da Falcone, avete permesso alla giustizia italiana di muoversi con più rapidità ed efficacia nella lotta alle mafie e al terrorismo. Avete consentito alle procure e alle forze di pubblica sicurezza di agire con maggiore sintonia e autonomia. Avete dimostrato che lo Stato c’è, vuole esserci ed è determinato a estirpare per sempre la criminalità organizzata dal nostro Paese. Nessuno meglio di voi sa cosa occorre fare contro le mafie, in Italia e all’estero. Il ruolo del Governo – di qualunque colore esso sia – è mettervi in condizione di farlo al meglio. Contro le mafie, non possono esserci né esitazioni né divisioni. La politica deve essere unita nella condanna delle mafie, coesa nel contrasto a qualsiasi forma di connivenza nelle istituzioni, decisa nel sostegno a chi si oppone al disegno eversivo delle cosche”.
“Aiutare le procure e le forze di pubblica sicurezza – ha sottolineato Draghi – è essenziale, ma non basta. Dobbiamo continuare a rafforzare la cultura della legalità e ad agire contro le cause profonde che favoriscono la criminalità.
Questo sforzo condiviso deve essere particolarmente intenso nei momenti di incertezza economica, come quello in cui viviamo.
Le mafie si incuneano nel tessuto economico e finanziario del Paese e sfruttano le difficoltà dei cittadini e degli imprenditori onesti per espandersi, eliminare la concorrenza, riciclare fondi illeciti. Dobbiamo assicurare a cittadini e imprese una rete robusta di protezione economica e sociale, insieme a prospettive serie di sviluppo. C’è bisogno di assistenza, ma soprattutto di lavoro, di crescita. E c’è bisogno di una gestione oculata delle risorse, che respinga i tentativi della criminalità organizzata di appropriarsi dei soldi pubblici come troppo spesso è accaduto in passato”.
“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha proseguito – rappresenta una straordinaria opportunità per sostenere l’economia in un momento di rallentamento; per rilanciare il Paese dopo due decenni di crescita lenta e diseguale; per dimostrare ai cittadini e ai nostri partner europei che l’Italia sa investire bene e con onestà. Grazie al PNRR, investiamo quasi 20 miliardi per misure di inclusione sociale e introduciamo riforme e interventi per ridurre i divari generazionali, regionali, di genere. Penso al reimpiego dei beni confiscati alla criminalità organizzata da parte delle amministrazioni comunali, una misura importante nel contrasto patrimoniale alle mafie.
Sono progetti che portano nuova vita e orgoglio nelle comunità locali – e che necessitano della collaborazione dei Comuni, ad esempio con il rispetto dell’obbligo di pubblicità. Per tutelare gli investimenti, abbiamo ampliato i poteri dei Prefetti, intensificato i controlli, rafforzato l’Organismo centrale di monitoraggio, raccolta e analisi di informazioni sul rischio di infiltrazione. Abbiamo previsto l’assunzione di 700 persone da parte dei ministeri competenti, anche per potenziare le attività di controllo e sostenere gli enti locali. Il PNRR non è il Piano di un governo, ma di tutta l’Italia, e ha bisogno dell’impegno di tutti per garantirne la riuscita nei tempi e con gli obiettivi previsti”.
“La politica italiana sa ottenere grandi risultati quando collabora – tra forze politiche di colori diversi, tra Governo centrale ed enti territoriali. La confisca dei beni sottratti alla mafia è frutto di una legge del 1982, che porta i nomi di Pio La Torre, ex segretario del Partito comunista siciliano, e di Virginio Rognoni, allora ministro democristiano dell’Interno, scomparso il 20 settembre scorso. È stata parte delle fondamenta su cui i giudici Falcone e Borsellino hanno costruito il maxiprocesso contro Cosa Nostra; ha fornito la base legale per successive inchieste che hanno inferto ulteriori, durissimi colpi alle mafie; e ha contribuito a rendere il recupero e la confisca dei beni alle mafie in Italia un modello a livello europeo, uno strumento di cooperazione tra Stati membri. Dobbiamo essere orgogliosi di ciò che l’Italia ha fatto nella lotta alla mafia – di ciò che voi e i vostri colleghi avete fatto. Al tempo stesso, dobbiamo essere consapevoli che questo impegno deve continuare, senza esitazioni, anche nei prossimi anni. L’antimafia è patrimonio di tutti, da custodire e rafforzare. Siete la nostra certezza che le mafie hanno una fine oltre che un inizio; che ogni attacco ai valori della nostra Repubblica sarà contrastato; che continueremo a batterci per rimuovere ogni ostacolo alla nostra democrazia, alla nostra libertà”, ha concluso Draghi.
credit photo agenziafotogramma.it
(ITALPRESS).