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Libera lancia campagna su trasparenza nelle Università

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ROMA (ITALPRESS) – Concorsi pilotati, scambi di favori, “bandi sartoriali”, abusi di discrezionalità tecnica nelle commissioni di concorso, titoli e pubblicazioni che non corrispondono a quelle richieste dal bando, elusione da parte degli atenei delle disposizioni del Piano anticorruzione in materia di sorteggio dei commissari. Un caleidoscopio di illegalità, irregolarità e opacità che colorano le università italiane penalizzando spesso il merito a favore di una gestione familistica e personale. In occasione della Giornata Internazionale contro la Corruzione, Libera lancia una campagna nazionale per monitorare le università italiane dal titolo “Esame da superare: la trasparenza”.
“L’Università costituisce parte integrante del patrimonio culturale del nostro Paese, dove si coltiva la ricerca, si forma la classe dirigente e si trasmettono i saperi e i valori per far crescere il futuro. Ma l’università è anche un contesto sensibile, in cui sono ravvisabili condotte opache e mancanza di integrità. E’ quindi importante promuovere azioni che conducano verso la trasparenza e la denuncia delle condotte illecite, valorizzando normative già esistenti. Per questa ragione – commenta Libera – abbiamo pensato di attivare un’azione di monitoraggio civico da parte degli studenti, per chiedere quanto alcuni strumenti utili a superare l’ ‘esame trasparenza’ siano presenti, diffusi e conosciuti all’interno degli atenei. Verrà chiesto di compilare un questionario attraverso il quale gli studenti potranno valutare quanto la propria università utilizzi pienamente gli strumenti predisposti dalla legge 190/2012 e seguenti, che guardano alla trasparenza non come semplice adempimento burocratico, ma come presupposto per generare attenzione, monitoraggio e quindi prevenzione di abusi e corruzione. Le domande riguarderanno tre ambiti selezionati( piano anticorruzione, codice etico, Whistleblowing) che permetteranno di scattare una fotografia del ‘lato oscuro’ degli atenei italiani”.
Dal report dell’Anac “Monitoraggio conoscitivo sull’esperienza della trasparenza” emerge come il rispetto della trasparenza da parte dell’accademia sia considerato necessario da parte da chi l’università la vive dall’interno e come fruitore. Non a caso, tra tutte le amministrazioni, l’ università risulta al primo posto in questa speciale classifica di “utilità percepita” della trasparenza ( la messa a disposizione di dati aperti utilizzabili e riutilizzabili da tutti). Ciò che ancora funziona poco, collocando l’università all’ultimo posto è l’aggiornamento automatico dei dati, ossia la “standardizzazione dei flussi informativi”. Significa che, soprattutto se parliamo di performance, pagamenti, informazioni su chi governa l’ente e enti controllati, l’università è il fanalino di coda tra tutte le Amministrazioni Un quadro oggettivo e generale della percezione del fenomeno corruzione tra gli studenti universitari ed i neolaureati di ambito sanitario è stato fotografato da Small Working Group del SISM – Segretariato Italiano Studenti in Medicina – APS in collaborazione con Libera.
L’inchiesta ha coinvolto studenti e neolaureati in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Professioni Sanitarie delle diverse università italiane. Al questionario hanno risposto 1498 studenti. Nonostante la maggior parte dei partecipanti all’indagine ritenga la corruzione un problema di entità grave (71,8%), il 10% del campione crede altresì che la corruzione sia accettabile quando non crea danno o quando è finalizzata al raggiungimento di un obiettivo. Nell’indagine è stato chiesto agli intervistati quanto ritenessero diffusa la corruzione in ambito sanitario e in ambito universitario, in una scala da 1 (per niente) a 10 (completamente). Rispetto al primo, se si sommano le risposte da 6 a 10 totalizzano il 91% delle risposte. Rispetto alla diffusione in ambito universitario, se si sommano le risposte da 6 a 10 totalizzano l’80,7% del campione. È interessante anche notare come nella corruzione in ambito universitario – per la quale presumibilmente le esperienze personali possono avere un peso maggiore rispetto alle aspettative nel formarsi delle opinioni – la somma dei due valori più pessimistici (9 e 10) sia pari al 31%, contro il 25% delle credenze di altissima diffusione della corruzione nel settore sanitario. Agli studenti è stato altresì chiesto come valutassero l’impegno del proprio ateneo nella promozione della cultura della legalità, in una scala da 1 a 5.
Sommando i primi due livelli (quindi 1 e 2) si arriva al 62,3%, pari a 933 studenti, segno che non si ritiene sufficiente l’azione proattiva dell’università in questo campo: un segnale forte e chiaro di una richiesta di maggior impegno da parte delle istituzioni universitarie sui temi della lotta alla corruzione e alle altre forme di illegalità e criminalità organizzata. Viceversa nel domandare quanto si ritenga importante parlare di corruzione all’interno del proprio corso di studi, l’81,3% lo ritiene fondamentale. Lo sviluppo di percorsi formativi specifici sui temi della lotta alla corruzione e per la cultura della legalità – oggi assenti – nei diversi ambiti universitari potrebbe rappresentare infatti uno strumento potente per costruire efficaci presidi di legalità nel mondo delle professioni e nella futura classe dirigente. L’esito del sondaggio dimostra l’incoraggiante sussistenza di una “domanda” di conoscenza da parte dei possibili destinatari.
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Carabinieri ed Enel più vicini per la tutela del Paese

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ROMA (ITALPRESS) – L’Arma dei Carabinieri ed Enel ancora più vicine per la prevenzione e il contrasto all’illegalità, la tutela dell’ambiente e del territorio. Un impegno sottoscritto dal Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Teo Luzi, e dal Presidente di Enel Italia, Carlo Tamburi, focalizzato sulla protezione dell’ambiente e delle risorse naturali, la lotta ai cambiamenti climatici e il contributo per uno sviluppo economico sostenibile. Particolare attenzione sarà dedicata alla tutela alla sicurezza e continuità operativa delle reti e delle infrastrutture elettriche, alla protezione del personale preposto alla loro gestione e al patrimonio aziendale.
L’intesa punta alla valorizzazione della presenza capillare dell’Arma e dell’Enel in tutta Italia come punto di partenza per azioni congiunte. Il nuovo modello di sicurezza partecipata, che insieme intendono perseguire, permetterà di affrontare congiuntamente le complesse problematiche connesse alla salvaguardia del territorio.
L’Arma coinvolgerà i Reparti delle Organizzazioni Speciale e Forestale, con particolare riferimento ai Comandi Carabinieri per Tutela Ambientale e la Transizione Ecologica, nonché per la Tutela della Biodiversità e dei Parchi.
Enel, attraverso le proprie articolazioni territoriali, garantirà un tempestivo scambio informativo sulle situazioni di interesse per i Carabinieri, segnalando altresì eventuali criticità ambientali, con particolare attenzione alla prevenzione degli incendi boschivi. L’intesa prevede inoltre progetti di efficientamento energetico delle strutture di proprietà dell’Arma sul territorio nazionale e per lo sviluppo della mobilità sostenibile.
“Lo sviluppo di una nuova forma di collaborazione con una prestigiosa istituzione come l’Arma dei Carabinieri – ha commentato il Presidente di Enel Italia, Carlo Tamburi – è in linea con il nostro impegno per la sostenibilità e ci permetterà di garantire maggiore sicurezza alle donne e agli uomini che lavorano in Enel e alle infrastrutture aziendali che garantiscono un servizio essenziale per l’intera Comunità”.
“L’Arma dei Carabinieri e l’Enel rafforzano oggi la loro collaborazione, con il comune intento di promuovere la legalità e proteggere l’ambiente – ha sottolineato il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale di Corpo d’Armata Teo Luzi – due realtà, l’Enel e l’Arma, entrambe capillari sul territorio nazionale e a servizio dei cittadini, che chiedono, a gran voce e con una rinnovata coscienza ambientale, di proteggere il nostro pianeta e contrastare i cambiamenti climatici. I Carabinieri, come prima forza di polizia ambientale in Europa, hanno tra le loro priorità assolute la tutela dell’ambiente e della legalità, priorità oggi condivise formalmente anche con Enel”.
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Ministero dell’Istruzione e Anm firmano protocollo d’intesa

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ROMA (ITALPRESS) – Un percorso attivo di conoscenza e di approfondimento per accompagnare studentesse e studenti nello studio e nell’acquisizione dei concetti di cittadinanza, legalità e democrazia. Coerentemente con gli obiettivi e le finalità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Presso il ministero dell’Istruzione, il ministro Patrizio Bianchi e il presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati Giuseppe Santalucia hanno sottoscritto il Protocollo d’intesa “Educare e formare alla legalità e ai valori della giustizia allo scopo di promuovere il pieno sviluppo della persona e i diritti di cittadinanza”.
“La scuola deve essere soprattutto scuola di legalità. Ringrazio l’ANM per questa collaborazione che coglie uno degli aspetti fondamentali del modello d’istruzione che stiamo costruendo, coerentemente con gli obiettivi fissati dal PNRR – ha dichiarato il ministro Patrizio Bianchi -. La cultura delle regole e il rispetto dei diritti altrui e propri sono principi ai quali la nostra Costituzione attribuisce importanza fondamentale e che sono alla base di una vera crescita, materiale e morale, della società”.
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Fico visita Villa La Gloriette a Napoli

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NAPOLI (ITALPRESS) – Mattinata di sole all’insegna di legalità e sociale per il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico che ha fatto visita nei giorni scorsi, nella sua Napoli, a Villa La Gloriette, un bene confiscato alle mafie che oggi è diventato un simbolo della lotta alla criminalità organizzata. Nella struttura di via Petrarca a Posillipo, da dodici anni ormai, la Cooperativa L’Orsa Maggiore ha avviato progetti personalizzati di integrazione sociale con coloro che vivono una condizione di vulnerabilità per condizioni organiche o esperienze traumatiche pregresse. “Casa Glo” è un servizio rivolto soprattutto ai giovani con fragilità che hanno la possibilità di iniziare un percorso di sviluppo delle proprie autonomie e di inserimento sociale. La cosiddetta “Officina dei Sogni” in cui i ragazzi sperimentano i ritmi, le mansioni e l’organizzazione del lavoro attraverso simulazioni in modo tale da, una volta rafforzati rispetto alla fiducia in sé stessi e alla motivazione, essere poi inseriti nel processo produttivo.
“Questo è uno di quei tanti appuntamenti che reputo importanti e fondamentali – ha dichiarato Roberto Fico a margine dell’appuntamento -. Le cooperative che riutilizzano i beni in questo modo, dando opportunità ai giovani che hanno difficoltà nell’inserimento sociale e lavorativo, danno un senso a tutta la fatica dello Stato che fa una prima parte di repressione e confisca dei beni. Associazioni come L’Orsa Maggiore completano il lavoro. Sono un tassello assolutamente fondamentale per poi riuscire a mettere a terra progetti meravigliosi”, ha spiegato il Presidente della Camera che poi è andato a passeggio sulla bella terrazza con vista sul Golfo di Napoli ammirando le varie bancarelle gestite dai ragazzi della struttura in compagnia anche del sindaco partenopeo Gaetano Manfredi. “E’ molto importante promuovere le iniziative che riescono a dare sostegno ai tanti bisogni di welfare che la nostra città ha e che spesso non vengono soddisfatti dall’azione del pubblico – ha sottolineato l’inquilino di Palazzo San Giacomo -. Determinante quindi parlare di questa visita in un luogo confiscato alle mafie che rappresenta come si possa passare dal male al bene. Ha un valore simbolico per una Napoli che deve mettere al centro i temi della legalità e della solidarietà come fattori di riscatto”.
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Centinaia di Alberi Falcone donati alle scuole

PALERMO (ITALPRESS) – Entra nel vivo il progetto nazionale di educazione alla legalità ambientale “Un albero per il futuro”, promosso in collaborazione con il Ministero della Transizione Ecologica e voluto dalla Fondazione Falcone e dall’Arma dei Carabinieri, che prevede la donazione e messa a dimora nelle scuole italiane di circa 50 mila piantine nel triennio 2020-2022.
Oggi, a Palermo, nell’aula bunker dell’Ucciardone che fu teatro del primo maxiprocesso alla mafia istruito dai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sono state consegnate le prime 100 “piantine di Falcone” agli istituti scolastici che hanno aderito all’iniziativa.
La distribuzione è stata effettuata nel corso della manifestazione organizzata in accordo con la Fondazione Falcone, alla quale sono stati invitati a partecipare, oltre ad autorità locali e nazionali, alcuni istituti scolastici siciliani in rappresentanza di tutti gli aderenti al progetto, ai quali sono state simbolicamente donate le piantine.
All’evento hanno partecipato, tra gli altri, Ilaria Fontana, sottosegretario al Ministero della Transizione Ecologica, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, il generale Pietro Antonio Marzo, comandante delle Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari Carabinieri, Maria Falcone, Presidente della Fondazione Falcone, e Don Luigi Ciotti, Presidente Libera.
Lo scorso 15 aprile, nell’ambito dell’iniziativa “Un Albero per il futuro”, il Raggruppamento Carabinieri Biodiversità e la Fondazione Falcone, in accordo con il Comune e la Soprintendenza ai Beni Ambientali di Palermo, hanno avviato le procedure per la duplicazione e la distribuzione dell’Albero Falcone, il ficus che si trova davanti all’abitazione del magistrato e della moglie Francesca Morvillo, divenuto simbolo di riscatto civile.
Le talee prelevate dal famoso “Ficus macrophilla columnaris magnoleides” sono state curate presso il moderno Centro Nazionale Carabinieri per la Biodiversità Forestale (CNBF) di Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, dove, dopo complesse procedure di laboratorio, è stato finora possibile portarne a radicazione circa 1000 con lo stesso genoma della pianta madre.
L’offerta di specie vegetali autoctone da consegnare agli studenti si arricchisce pertanto di un albero simbolo dell’impegno delle Istituzioni per l’affermazione della legalità, da donare alle scuole o agli Enti che ne faranno richiesta.
Al momento sono oltre 300 gli istituti italiani che hanno chiesto di avere l’Albero di Falcone e di queste, oltre 200 sono in Sicilia.
A tutt’oggi sono quasi 1000 gli Istituti scolastici che hanno aderito e intrapreso questo percorso verso la consapevolezza dell’importanza degli alberi per il contenimento dei cambiamenti climatici e la conservazione ambientale con il supporto dei Carabinieri della Biodiversità e oltre 5.000 le piante già messe a dimora.
Le piante messe a dimora vengono automaticamente geolocalizzate sul sito www.unalberoperilfuturo.it dove un algoritmo calcola in tempo reale il quantitativo di CO2 che ogni pianta assorbe.
Per esaltare il connotato di inclusività del progetto, i Comandi Regione Carabinieri Forestale hanno inoltre messo a dimora oggi un Albero Falcone da geolocalizzare e inserire nel portale www.unalberoperilfuturo.it in un’area verde adiacente al carcere dell’Ucciardone. Con la riflessione che suscita l’Albero Falcone come simbolo di legalità e di lotta alla criminalità si intende contribuire ad incrementare la consapevolezza delle nuove generazioni sull’indispensabilità dell’impegno sociale e della salvaguardia ambientale.
Domani, Giornata Nazionale degli Alberi, le attività continueranno in tutta Italia con una campagna diffusa di messa a dimora di piante forestali da effettuare coinvolgendo in tutte le località le comunità cittadine, le autorità, le associazioni ambientaliste e in particolare gli studenti e i rappresentanti del mondo della Scuola con il quale i Carabinieri forestali hanno da tempo un solido e proficuo rapporto di collaborazione nel campo dell’educazione ambientale.
Tutte le piante saranno fornite dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità e saranno corredate di fascetta con QR CODE necessario per la loro geolocalizzazione ed il conseguente inserimento nel portale www.unalberoperilfuturo.it . L’obiettivo è quello di superare le 1000 piante messe a dimora contemporaneamente in altrettante località del territorio nazionale.
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Poste e Arma dei Carabinieri siglano protocollo d’intesa

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ROMA (ITALPRESS) – Poste Italiane e l’Arma dei Carabinieri rafforzano la collaborazione istituzionale a servizio dei cittadini, con la firma di un protocollo d’intesa centrato sulla legalità, la sicurezza sul lavoro e la formazione. L’intesa è stata siglata dall’Ad di Poste Italiane, Matteo Del Fante, e dal comandante generale dell’Arma, generale Teo Luzi.
In base al protocollo Poste potrà avvalersi anche della competenza dell’Arma nel garantire il massimo rispetto delle normative in materia di collocamento di manodopera, previdenza e sicurezza sul lavoro nei cantieri aperti per interventi di edilizia nelle sedi.
L’ambito dell’accordo si estende anche ad attività di controllo sulla filiera logistico-postale per la verifica della regolarità dei rapporti di lavoro e il rispetto della normativa di settore.
Il protocollo include infine la realizzazione di progetti condivisi di alta formazione rivolti al personale dirigente di Poste.
Tutte le attività previste dal protocollo saranno svolte dal comando Carabinieri per la tutela del lavoro a cui Poste Italiane si rivolgerà per le diverse esigenze operative.
“La legalità e la sicurezza dei lavoratori sono priorità assolute dell’Arma dei Carabinieri”, ha affermato Luzi, definendo Poste Italiane “un partner d’eccezione, con una struttura capillare sul territorio nazionale, per molti aspetti simile a quella dell’Arma.
La condivisione di intenti, insieme alla fattiva collaborazione dei Carabinieri del Comando per la tutela del lavoro, contribuirà a rendere la filiera logistico-postale sempre più sicura e rispettosa delle normative di settore, anche con riferimento ai piccoli uffici postali che, analogamente alle nostre stazioni Carabinieri, operano in remote realtà di provincia”.
“Poste Italiane e l’Arma dei Carabinieri proseguono nello storico percorso di collaborazione e ribadiscono la volontà comune di realizzare iniziative nell’interesse di tutta la collettività. – ha commentato Del Fante – Poste Italiane è il più grande datore di lavoro del Paese e la rinnovata cooperazione con l’Arma ci garantisce strumenti ancora più efficaci per affermare i principi di etica e legalità nelle nostre politiche del lavoro e di sicurezza a tutela di tutti i nostri stakeholder”.
“La firma del Protocollo di intesa – ha osservato il condirettore generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco – contribuisce a rendere sempre più forte la cultura della legalità all’interno del Gruppo, che insieme alla garanzia della sicurezza sul lavoro è tra i principali pilastri delle nostre politiche di sostenibilità. Il tema della sicurezza è particolarmente sentito dall’Azienda, come dimostra anche la certificazione internazionale UNI ISO 45001 ottenuta da Poste Italiane per il sistema di gestione salute e sicurezza sul lavoro”.
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Gestione del credito, al gruppo Fire il rating di legalità

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MILANO (ITALPRESS) – Il Gruppo messinese Fire, prima realtà indipendente in Italia nella gestione del credito, ha ottenuto il il Rating di legalità, il riconoscimento rilasciato dall’Autorità Garante delle Concorrenza e del Mercato indicativo del rispetto di elevati standard di legalità da parte delle imprese e del grado di attenzione riposto nella corretta gestione del proprio business.
Con le 3 stelle ottenute, il Gruppo Fire si è aggiudicato il punteggio più alto, che testimonia l’impegno nel porsi nei confronti dei propri clienti come partner affidabile e attento al continuo miglioramento della qualità dei servizi offerti. La società ha conseguito il massimo riconoscimento previsto, si legge in una nota, dopo aver “soddisfatto – oltre ai requisiti previsti dall’art. 2 che permettono all’impresa richiedente di ottenere il punteggio base di una stella – i requisiti aggiuntivi previsti dall’art. 3 del Regolamento in vigore da novembre 2012”.
Tra i requisiti rispettati e oggetto di “bonus” da parte dell’Autorità, “vi sono le azioni e misure volte a contrastare comportamenti illegali da parte delle imprese e le infiltrazioni della criminalità organizzata, ma anche l’adozione di funzioni dedicate ai controlli di conformità e l’attuazione di protocolli e comportamenti che rispondono a determinati codici etici, così come modelli organizzativi di contrasto alla corruzione”, sottolinea la nota.
Secondo Sergio Bommarito, Executive Chairman e CEO del Gruppo, si tratta del riconoscimento al “costante impegno per la piena e completa adesione dei principi etici e di legalità. Grazie all’attenzione prestata ai criteri di valutazione stabiliti dall’Autority e all’impegno nell’attuazione del complesso dei requisiti ritenuti privilegiati dalla stessa – dall’adesione al Global Compact, passando per le procedure di compliance antitrust, finendo con il sistema di compliance e anticorruzione – non solo siamo stati valutati positivamente ma ci è stata attribuita la valutazione massima, con le 3 stelle ottenute sin dalla prima richiesta. Questo rappresenta per noi un punto di partenza”.
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Patrizia Di Dio responsabile nazionale per la sicurezza di Confcommercio

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PALERMO (ITALPRESS) – Patrizia Di Dio, vice presidente nazionale, ha ricevuto dal presidente Carlo Sangalli l’incarico per la legalità e la sicurezza di Confcommercio Imprese per l’Italia, l’associazione di imprese del commercio, del turismo, dei servizi e delle attività professionali che conta 700 mila imprese associate.
Da sei anni al vertice di Confcommercio Palermo, Patrizia Di Dio assume un nuovo incarico a livello nazionale dopo essere stata per due mandati alla guida del gruppo del Terziario Donna, la rappresentanza delle imprenditrici aderenti a Confcommercio.
“Una responsabilità importante in un ambito delicato – dice Patrizia Di Dio – nella consapevolezza che non ci può essere sviluppo e imprenditoria sana se non c’è legalità e sicurezza.
La criminalità e l’illegalità di ogni genere sono un grave costo per le aziende sane, tanto più in un momento di grande fragilità acuita dalla pandemia”.
“Corruzione, malaffare, ma anche indifferenza, inefficienza e inerzia, contraffazione e abusivismo – aggiunge -, sono un vero attentato contro l’economia legale e la libera concorrenza e diventano terreno fertile per la criminalità che tenta di infiltrarsi nella nostra economia diventando una delle principali cause del mancato sviluppo. Fenomeni come racket, usura o corruzione hanno ancora una pesante incidenza e rischiano adesso, in questo drammatico momento di emergenza, di essere ancora più devastanti per la vita delle imprese, in molti casi piegate dalla mancanza di liquidità e dalla difficoltà ad accedere al credito e purtroppo sempre più a rischio di pressioni della criminalita’”. “E’ sotto gli occhi di tutti – sottolinea Di Dio – l’impegno di Confcommercio nel promuovere, concretamente e da anni, la cultura della legalità perchè non può bastare, da sola, la preziosa attività svolta sul territorio dalla magistratura e dalle forze dell’Ordine a cui va il nostro sentito ringraziamento. Un’attività incisiva, quella dello Stato, che ha alimentato un clima di fiducia indispensabile per ottenere altri importanti successi. Nel nostro mondo, fatto di micro, piccole e medie imprese, la legalità siamo abituati a praticarla con i fatti e non a parole ed è importante che ognuno faccia la propria parte: siamo consapevoli di quanto sia importante quella di un’associazione di categoria per il rafforzamento di un sano tessuto economico e di un concreto cambiamento dal basso”.
“Tanti passi avanti sono stati fatti – aggiunge Di Dio – ma tanto ancora c’è da fare, come evidenziato ad esempio dall’ultimo report del Centro Studi di Confcommercio sul fenomeno dell’usura, secondo cui circa 35.000 piccole aziende del commercio sono a rischio e secondo cui aumenta sensibilmente la percezione del pericolo e dell’insicurezza”.
“La garanzia di legalità in un Paese civile – evidenzia – è strettamente legato al diritto di libera impresa e per esercitarlo è indispensabile pretendere non solo sicurezza ma anche standard elevati di efficienza, con tempi rapidi e certi, nei servizi alle imprese da parte della pubblica amministrazione, leggi chiare ed efficaci, una politica del credito più adeguata alle esigenze e una minore pervasività della burocrazia: anche questi sono fattori importanti per combattere la corruzione e favorire lo sviluppo e le attività imprenditoriali”.
“Legalità e sviluppo è il binomio da considerare tanto più fondamentale in un momento in cui l’economia del Paese si avvia a ripartire dopo anni di crisi e una emergenza sanitaria, economica e sociale senza precedenti e con la prospettiva di importanti investimenti, come anche quelli del Pnrr, che dovranno garantire un salto qualitativo e quantitativo delle attività imprenditoriali”, conclude Patrizia Di Dio.
(ITALPRESS).