“Con la cancellazione del comma 1 dell’articolo 81 si legittima il lavoro nero nei cantieri edili”. Lo hanno detto i segretari messinesi di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, Pasquale De Vardo, Giuseppe Famiano e Mario Mancini dopo la decisione, avvenuta in Commissione Bilancio, di cancellare la norma prevista nel Decreto Rilancio. “Quella parte dell’articolo – hanno aggiunto – serviva a garantire diritti e tutele a vantaggio di lavoratori ed aziende che chiedono di poter lavorare al riparo da raggiri, minacce e ricatti. Una decisione, stavolta, dovuta alla esplicita volonta’ dei rappresentanti dei 5Stelle, componenti della commissione. Quindi, una scelta politica”. Con questa modifica, per i rappresentanti sindacali “un’impresa edile risultera’ regolare fino alla fine dell’anno, anche senza pagare contributi Inps, Inail e gli accantonamenti Cassa Edile dovuti ai lavoratori, quasi a volere legittimare il lavoro nero nei cantieri. Si determinano, inoltre – hanno aggiunto – disparita’ di condizione per la partecipazione alle gare pubbliche che stanno per essere avviate in maniera massiccia a cui potrebbero partecipare, indistintamente, le imprese regolari, ossia che hanno versato contributi ed oneri regolarmente, che quelle irregolari. Chi ha scientemente fatto saltare la norma abbia almeno il pudore di non andare in pubblico a parlare di diritti, legalita’ e lotta all’evasione”.
Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil non hanno condiviso la decisione di cancellare il comma 1. “Si tratta di un “via libera” alle illegalita’, a svantaggio di chi ha lavorato e fatto impresa in maniera pulita ed onesta. Un regalo a chi opera fuori dalle regole e spesso contro le regole stesse. Soprattutto nella provincia di Messina cio’ comporterebbe un incremento esponenziale del lavoro irregolare che, gia’, incide in maniera pesante nel comparto edile della nostra realta’ che ha visto negli ultimi anni un incremento del lavoro nero che ha interessato ben oltre il 70% dei lavoratori”. Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil sono pronte a lottare per evitare questa decisione possa “favorire il malaffare ne’, tantomeno, che a pagarne le conseguenze siano sempre i lavoratori”.
(ITALPRESS).
Sindacati edili “La cancellazione del Durc favorisce il lavoro nero”
Convenzione tra Banca Mediolanum e Fondazione antiusura Moscati
È stata firmata la convenzione tra Banca Mediolanum, Fondazione Mediolanum Onlus e la Fondazione San Giuseppe Moscati di Napoli, Fondo di solidarietà antiusura Onlus, per facilitare l’erogazione di finanziamenti a favore di persone con difficoltà di accesso al credito e in condizioni di indigenza residenti in tutta la regione Campania.
“Il rischio che la pandemia si sposti sul piano sociale è alto – dice Giovanni Pirovano, vicepresidente di Banca Mediolanum e membro del Comitato di presidenza ABI – e sono molte le famiglie che si stanno rivolgendo agli usurai per ottenere denaro contante per far fronte a spese primarie. Il ruolo sociale delle banche è quello di prevenire il ricorso all’usura e facilitare l’inclusione finanziaria ai soggetti definiti non bancabili. E l’erogazione del microcredito ha assunto per Banca Mediolanum un impegno centrale riconoscendo l’importanza di farsi carico delle necessità della comunità. Lo definiamo un processo di indebitamento responsabile che può aiutare il soggetto a rientrare a pieno titolo nel circolo virtuoso della vita, restituendogli la dignità civica e sociale”.
Nell’attuale contesto economico in cui sono sempre più vaste le aree di vulnerabilità e con l’obiettivo di prevenire il ricorso all’usura e facilitare l’inclusione finanziaria, Banca Mediolanum e Fondazione Mediolanum Onlus confermano l’impegno sottoscritto dal 2009 a fianco di Fondazioni e Associazioni antiusura attive sul territorio nazionale con progetti sociali orientati al sostegno finanziario delle fasce più deboli della popolazione.
Grazie al lavoro dei volontari delle Fondazioni sul territorio vengono individuate le famiglie e vengono segnalati i relativi casi sui quali la banca interviene in media con un prestito intorno a 8000 euro ciascuno.
In 10 anni la banca ha permesso a 150 persone di età compresa tra 20 e 80 anni, con una percentuale di oltre il 60% nella fascia 40-60 anni, di superare il momento di difficoltà economica, non solo per la possibilità di accedere al credito, ma insieme alle fondazioni locali, aiutando le famiglie a gestire in modo consapevole le entrate e le uscite.
“Banca Mediolanum – aggiunge Amedeo Scaramella, presidente della Fondazione Antiusura San Giuseppe Moscati di Napoli – è l’unica Banca che si fa carico, nel suo DNA, di aiutare concretamente le famiglie in difficoltà. Ne va dato atto. Il problema serio e tragico per le famiglie è proprio questo, specie dopo la pandemia che al danno sanitario ha aggiunto quello economico. Manca il lavoro, tutto è fermo, tante attività sono chiuse e non possono riaprire, tante famiglie hanno perso, le sia pur modeste, fonti di reddito. In questa situazione le banche chiudono le loro porte perchè i soggetti richiedenti non sono bancabili, non hanno merito creditizio, non offrono certe fonti di rimborso. La famiglia disperata trova aiuto in ‘amici buoni’ ma particolari e pericolosi: gli usurai. Con Banca Mediolanum, che si è voluta assumere parte del rischio, noi invece vorremmo incrementare al massimo prestiti di microcredito sociale da 1.000 euro a 10.000 euro rimborsabili in cinque anni con interesse minimo (1,25%) e questo perchè la banca stessa si è impegnata ad istruire velocemente le pratiche da noi avviate ed a erogarle in tempi brevissimi (anche 5-7 giorni)”.
“E’ questo – sottolinea – un risultato essenziale che insieme ci prefiggiamo di conseguire visto che il problema dei problemi e’ la tempestività di fornire l’aiuto economico richiesto. L’uomo deve recuperare la propria dignità e ciò si può realizzare attuando i principi di Sant’Ignazio e di San Giuseppe Moscati della solidarietà, della carità e della condivisione”.
Con la convenzione Banca Mediolanum metterà a disposizione della Fondazione San Giuseppe Moscati una linea di credito rotativa con plafond di 200.000 euro che verrà utilizzata per accordare prestiti con rimborso rateale a soggetti in difficoltà, individuati grazie all’attento lavoro della Fondazione in stretta collaborazione con i Centri di ascolto parrocchiali e l’ausilio di volontari qualificati nel settore finanziario.
(ITALPRESS).
Piano Lamorgese contro mafie “risorse a imprese e famiglie”
“Bisogna distribuire in fretta le risorse a famiglie e imprese, prima che la crisi di liquidità favorisca l’usura e attiri le cosche”. Lo ha detto, in un’intervista a Famiglia Cristiana, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese.
“Magistratura e forze di polizia stanno monitorando con molta attenzione i segnali che indicano i cambiamenti di strategia, talvolta molto veloci, operati dalla criminalità organizzata, non solo mafiosa. In questo momento, infatti, c’è un rischio di infiltrazione nei settori dell’economia legale più colpiti e quindi caratterizzati da una mancanza di liquidità senza precedenti”.
Per il ministro dell’Interno: “È fondamentale la rapida erogazione delle ingenti risorse destinate a famiglie e imprese in difficoltà per evitare che la situazione di sofferenza economica e sociale si trasformi in occasione di illeciti e facili guadagni per la criminalità. Eventuali ritardi rischiano di favorire i sodalizi criminali che possono mettere a disposizione, anche con prestiti usurari, i loro aiuti per fare fronte alla crisi. Ma non per questo lo Stato può rinunciare ai controlli antimafia per scongiurare che soldi pubblici finiscano in mani sbagliate. In questa direzione il protocollo con la Sace ha introdotto modalità spedite per i controlli antimafia, coniugando così velocità dell’accesso alle misure di sostegno e rigoroso accertamento della sussistenza di infiltrazioni criminali, con la revoca dell’erogazione nel caso di adozione di una interdittiva antimafia”.
Il ministro si è soffermato anche sulla lotta al lavoro nero. “Il processo di emersione del lavoro nero andrà avanti fino al 15 luglio – ha detto – i primi dati che arrivano ci indicano una consistente linea di tendenza crescente ed evidenziano picchi di circa 2.500 domande registrate ogni giorno, con un peso maggiore del lavoro domestico e dell’assistenza alla persona”.
E alle critiche di quanti giudicano insufficiente e troppo circoscritto il provvedimento adottato, il ministro Lamorgese ha sottolineato: “Sulla circostanza che la regolarizzazione è stata limitata all’agricoltura e al lavoro domestico, ricordiamoci che un provvedimento di emersione non veniva fatto dal 2012 e quindi io rimango dell’idea di vedere in positivo anche un passo che altri giudicano parziale. Tutto è migliorabile, ma è un fatto importante che il Governo sia riuscito a trovare un accordo su un tema molto sensibile per la maggioranza”.
Nell’intervista, il ministro ha fornito anche i dati dei controlli fatti durante il lockdown e ha parlato di migranti, frontiere aperte e rapporti con la Chiesa. “Dall’11 marzo al 7 giugno – ha concluso – sono stati controllati quasi 17 milioni di cittadini: i denunciati sono stati poco più di 450 mila. E anche i dati sugli esercizi commerciali rispecchiano questa tendenza: 10 mila sanzioni su 6,5 milioni di controlli; gli italiani hanno offerto una grande prova di maturità”.
(ITALPRESS).
15 Associazioni di imprese contro pizzo, usura e mafia
No all’usura, al pizzo, alla mafia. Un Manifesto corale con cui gli imprenditori di 15 associazioni ripudiano e si impegnano a denunciare ogni rischio di infiltrazione. Una massa critica di circa 90.000 imprese che scelgono di fare fronte comune contro la minaccia criminale e di rivolgersi alla platea di tutte le imprese oggi in Sicilia, associate e non. Un impegno forte in un momento – quello post Covid – in cui la fragilità del tessuto economico espone le imprese a una minaccia della criminalità ancora più pressante.
Il manifesto della resistenza dell’impresa: dieci punti vincolanti per tutte le associazioni che hanno aderito e che hanno scelto di andare avanti insieme, dagli industriali alle cooperative, dagli artigiani ai commercianti, dalla piccola industria ai costruttori. Il Manifesto #iononpagoilpizzo – no al racket, no all’usura, sì alla libertà, è stato firmato da Sicindustria, Legacoop Sicilia; Confcommercio Sicilia; Confesercenti Sicilia; Confcooperative Sicilia; Unci Sicilia; Agci Sicilia; Unicoop Sicilia; Confapi Sicilia; Cna Sicilia; Casartigiani Sicilia; Conflavoro PMI Sicilia; Ance Sicilia, Confartigianato Sicilia; Confimpresesicilia.
Le associazioni firmatarie, si legge nel Manifesto, “ripudiano la mafia, in tutte le sue manifestazioni e articolazioni” e si impegnano a “rifiutare, respingere e denunciare ogni tentativo di infiltrazione criminale; collaborare in costante raccordo con le forze dell’ordine e con le autorità preposte al controllo del territorio; operare in linea con l’obiettivo di prevenzione e contrasto del fenomeno mafioso e/o criminale; associare al proprio interno solo aziende che dichiarano di non pagare il pizzo; avvalersi solo di fornitori che non pagano il pizzo, di soggetti cioè che dichiarano di essere liberi da ogni forma di giogo mafioso o altro condizionamento criminale; diffondere la conoscenza del Manifesto tra le imprese; promuovere l’adesione al Manifesto; monitorare il livello di partecipazione; vigilare sul rispetto degli impegni assunti dalle imprese aderenti; favorire la collaborazione tra quest’ultime e le autorità ispettive e di controllo”.
(ITALPRESS).
Protocollo Dna-Eurispes, De Raho “stretta collaborazione”
Siglato, a Roma, il nuovo Protocollo d’intesa e di collaborazione istituzionale tra la Dna – Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo, guidata dal procuratore Federico Cafiero De Raho, e l’istituto ‘Eurispes’, presieduto da Gian Maria Fara.
L’accordo rinnova il piano triennale, già attivo a partire dal 2017, per l’analisi e l’approfondimento di dati e informazioni con i quali l’Eurispes potrà supportare le attività della Dna e, nello stesso tempo, ricavare indicazioni attraverso le quali indirizzare la propria attività di ricerca su fenomeni emergenti e di grande rilevanza sul fronte dell’evoluzione della criminalità organizzata e del terrorismo, in un’ottica di monitoraggio e analisi anche internazionale.
“Il protocollo – ha sottolineato il procuratore Federico Cafiero De Raho – aggiunge un ulteriore e importante tassello ad un lungo percorso di vicinanza e collaborazione con l’Istituto, sempre in prima linea nell’osservazione puntuale delle dinamiche criminali interne e internazionali del nostro Paese. Con il lavoro dell’Osservatorio avremo l’opportunità di approfondire le tendenze in atto e anticipare scenari e avviare azioni mirate di contrasto al crimine organizzato”.
Per il presidente Eurispes Gian Maria Fara “si conferma il riconoscimento dell’importanza del lavoro svolto, in spirito di servizio, dall’Eurispes dal 1982 a oggi, sui temi della sicurezza e della lotta alle mafie, e si avvia un potenziamento delle attività di ricerca e di studio innovativo che saranno anche di ausilio alla Dna nell’esercizio delle sue funzioni istituzionali”.
(ITALPRESS).
Fico “mai abbassare l’attenzione sulla mafia”
“Nella notte tra il 26 e il 27 maggio 1993, un terribile boato provocato dall’esplosione di una bomba, squarciò il silenzio della città di Firenze, provocando morti, feriti e gravissimi danni alle strutture abitative e al patrimonio artistico della città. Le vittime furono i coniugi Fabrizio Nencioni e Angela Fiume, rispettivamente ispettore dei vigili urbani e custode dell’Accademia dei Georgofili, le loro figlie Nadia e Caterina, di nove anni e di due mesi, e il giovane Dario Capolicchio, studente universitario fuori sede. Il lungo iter processuale definì la matrice mafiosa di una strage che ha spezzato affetti e distrutto progetti e percorsi di vita”. Lo ha ricordato il presidente della Camera, Roberto Fico, in occasione dell’anniversario della strage dei Georgofili.
“La città di Firenze serba vivo il ricordo di tanto ingiustificato orrore – ha aggiunto -. Un ricordo che non può essere disgiunto, soprattutto nei familiari delle vittime e in coloro che quella tragedia l’hanno personalmente vissuta, dalla legittima aspettativa di una piena verità su tutte le responsabilità, anche storiche e politiche, legate a quell’evento”.
“È necessario non abbassare mai il livello di attenzione rispetto alla mafia: la democrazia, la nostra vita di comunità – ha sottolineato Fico -, vanno costantemente difese ed alimentate. Siamo sempre chiamati a confrontarci con nuove sfide, ma ciò che deve sostenerci, anche nei momenti più difficili, è la consapevolezza di essere figli di una straordinaria storia di resistenza e resilienza rispetto ad avversari temibili e a pericolose minacce: la dittatura, i terrorismi, le mafie; una storia che ci ha lasciato in eredità la Carta Costituzionale, con inestimabili valori di libertà e di democrazia, e di cui sono stati protagonisti, nelle pagine sulla lotta alla criminalità organizzata, uomini speciali come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino”.
“È questa consapevolezza, soprattutto, che deve aiutarci a guardare con fiducia al nostro futuro mantenendo sempre salde, e non negoziabili, le nostre ambizioni di giustizia e solidarietà”, ha concluso il presidente della Camera.
(ITALPRESS).
Mattarella “esempio di Falcone e Borsellino radicato in coscienze”
“A 28 anni dalla strage di Capaci invio un saluto caloroso a tutti i giovani delle scuole coinvolti nel progetto la Nave della Legalità che ricorda Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e con loro Francesca Morvillo e tutti gli agenti della scorta. I due attentati del 1992 segnarono il punto più alto dell’assillo della mafia nei confronti dello Stato e colpirono magistrati di grande prestigio e professionalità che con coraggio le avevano inferto colpi durissimi”. È quanto ha sottolineato, in un videomessaggio, nel giorno del ricordo della strage di Capaci, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
“I mafiosi, nel progettare l’assassinio dei due magistrati – ha aggiunto il Capo dello Stato – non avevano previsto un aspetto decisivo: quello che avrebbe provocato nella società. Nella loro mentalità criminale non avevano previsto che l’insegnamento di Falcone e Borsellino, il loro esempio, i valori da loro manifestati sarebbero sopravvissuti rafforzandosi oltre la loro morte, diffondendosi, trasmettendo aspirazione di libertà dal crimine, radicandosi nella coscienza e nell’affetto delle tante persone oneste”.
(ITALPRESS).
Strage Capaci, Università siciliane in campo contro le mafie
La Conferenza dei Rettori delle Università Siciliane (Crus) di concerto con la Rappresentanza degli Studenti dei quattro Atenei siciliani e la Crui, convoca per sabato prossimo, alle 10.30, una seduta telematica aperta della sua assemblea in occasione della ricorrenza dell’anniversario della strage di Capaci, nella quale sono stati uccisi Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della loro scorta. L’evento sarà trasmesso in streaming.
“Per la prima volta – si legge in una nota – l’assemblea istituzionale delle quattro università della Sicilia, pienamente rappresentate da studenti e docenti, si apre non solo ai territori di riferimento, alle famiglie, al mondo del lavoro, alla società civile, alla magistratura, alle forze dell’ordine, alle autorità, ai siciliani, ma al Paese intero. Ciò per testimoniare loro la ferma volontà del sistema universitario di ribadire una convinzione: ogni processo educativo e formativo deve puntare allo sviluppo di una coscienza critica delle giovani generazioni, determinata a sostenere ogni azione volta a combattere e sconfiggere qualunque attività o organizzazione mafiosa, senza riserve e senza tentennamenti”.
“Se la mafia, come sosteneva Falcone, è un’organizzazione criminale che, come qualunque altra, avrà prima o poi una fine – dichiara Giovanni Puglisi, presidente della Conferenza dei Rettori Siciliani e rettore di Enna – allora l’impegno dell’università siciliana, di tutta l’università italiana, è fare in modo che la sua fine sia quanto più vicina possibile, favorendo la crescita sempre più ampia e convinta della coscienza civile contro ogni forma di criminalità mafiosa”.
Per aiutare studenti e docenti universitari a fare sentire alta e forte la loro voce interverranno alla seduta e daranno una loro testimonianza molte personalità del mondo delle istituzioni.
Interverranno durante l’evento: Gaetano Manfredi (Ministro dell’Università e della Ricerca), Pietro Grasso (ex Presidente del Senato), Nello Musumeci (Presidente della Regione Siciliana), Giovanni Grasso (Portavoce del Presidente della Repubblica), Salvatore Gristina (Presidente della Conferenza Episcopale siciliana e Arcivescovo di Catania), Salvatore Di Vitale (Presidente del Tribunale di Palermo), Franco Lo Voi (Procuratore Capo di Palermo), Giusi Scaduto (Prefetto di Siracusa), Teo Luzi (Capo di Stato Maggiore dell’Arma dei Carabinieri), Massimo Bray (Direttore generale della Treccani ed ex Ministro dei Beni culturali), Renato Cortese (Questore di Palermo), Salvatore Cardinale (Presidente emerito della Corte di Appello di Caltanissetta), Ferruccio Resta (Presidente della CRUI e Rettore del Politecnico di Milano), Domenico Surdi (Sindaco di Alcamo), Maria Falcone (Presidente della Fondazione Giovanni Falcone), Marcello Sorgi (Editorialista La Stampa).
A loro si aggiungeranno esponenti della società civile che, insieme ai rettori Salvatore Cuzzocrea, Fabrizio Micari e Francesco Priolo, e ai rappresentanti degli studenti, daranno “una esemplare dimostrazione della forza della coralità delle donne e degli uomini liberi e onesti contro ogni organizzazione mafiosa”. Il dibattito partirà dal ricordo di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, e di tutti gli eroi che hanno dato la vita per tutelare e garantire le libertà fondamentali dei cittadini.
(ITALPRESS).









