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GRASSO “ITALIA E USA SEMPRE PIÙ UNITI CONTRO LA MAFIA”

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“Non dobbiamo mai smettere di cercare la verità. Oggi la mafia è cambiata, in Italia così come in America, ma non bisogna mai arrendersi”. Lo ha detto all’Italpress, a New York, il senatore Pietro Grasso (Leu), membro della Commissione Parlamentare Antimafia, già a capo della Direzione Nazionale Antimafia dal 2005 al 2012 ed ex presidente del Senato.
Grasso ha partecipato, con i membri della commissione guidata da Nicola Morra (M5S), a una settimana di missione negli Stati Uniti, tra New York e Washington, per approfondire il fenomeno mafioso in America.
Una missione che si è conclusa con un ricevimento al Consolato Generale d’Italia a Manhattan. I membri sono stati accolti dal console Francesco Genuardi e dalla comunità italiana di New York.

Senatore Grasso, qual è stato l’obiettivo di questa missione?

“Abbiamo avuto parecchi incontri e l’obiettivo era di rinsaldare il rapporto di cooperazione giudiziaria tra i due Paesi, tracciata da Giovanni Falcone. Rapporti che sono rimasti integri e immutati: noi abbiamo cercato di rivitalizzarli per incrementare la cooperazione tra Italia e Stati Uniti”.

È soddisfatto dello scambio di conoscenze nell’ambito della lotta alle mafie, tra i due Paesi?

“Sì, siamo orgogliosi di riscontrare che il lavoro fatto in Italia nel contrastare la criminalità organizzata è stato ed è apprezzato negli USA, il che rafforza il profilo di cooperazione dei due Paesi”.

La criminalità organizzata in Italia agisce ormai, sempre di più, infiltrandosi nell’economia legale. E negli Stati Uniti?

“È simile, perché anche la mafia in America agisce nel campo degli affari: dopo generazioni, ha deciso di pulire il suo volto violento e oggi non si riconosce più in quella di un tempo”.

Dove un tempo c’erano i mobster, oggi che cosa c’è?

“Non c’è dubbio che ci siano settori in cui continua l’opera di inserimento della mafia, come negli appalti pubblici ad esempio, anche in America. Noi stiamo cercando di capire ora se c’è un collegamento tra Cosa Nostra USA e Cosa Nostra siciliana, perché alcuni dei vecchi mafiosi sono tornati in Sicilia ora, dopo che erano fuggiti in America dalla guerra di mafia degli anni ‘80. Dobbiamo capire se sono tornati per motivi personali o per altro”.

In Italia, l’operazione Rinascita-Scott coordinata dal procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri ha riaperto con decisione il tema, ma l’opinione pubblica sembra disinteressata. Perché?

“Si vuole allontanare il discorso delle mafie perché dà fastidio, per questo si cerca di minimizzarlo”.

Gratteri ha chiesto alla società civile di occupare gli spazi che l’operazione di dicembre ha aperto. Lei cosa suggerisce?

“Di continuare, sempre, a cercare la verità. Noi sappiamo che c’è un sistema di potere economico-mafioso che entra in contatto anche con parti dell’amministrazione pubblica e con parti della politica. Non è facile provarlo, ma deve essere l’obiettivo. Dobbiamo continuare a provarlo”.

Un messaggio ai procuratori capo?

“Ribadisco, non si deve mai smettere di cercare la verità, anche su fatti che sono vecchi nel tempo. Ce ne sono tanti di irrisolti, in Italia. Mai arrendersi”.

(ITALPRESS).

21 COMUNI SCIOLTI PER MAFIA NEL 2019, TUTTI AL SUD

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Nel 2019 gli Enti locali sciolti per mafia sono stati 21: 8 in Calabria, 7 in Sicilia, 3 in Puglia, 2 in Campania e 1 in Basilicata. Considerando anche le proroghe di precedenti scioglimenti – 26 nel 2019 – si ottiene la cifra più rilevante di questi 29 anni. Lo rende noto Avviso Pubblico, rete di Enti locali che si impegnano per promuovere la cultura della legalità e della cittadinanza responsabile.

“Nel corso di quest’anno – si legge in una nota dell’Associazione – sono stati 21 gli Enti locali interessati; 26, invece, i decreti di proroga di precedenti scioglimenti. Dal 1991, anno di entrata in vigore della legge che disciplina tale istituto, è la settima volta che viene superata la soglia dei 20 scioglimenti. Considerando anche le proroghe, si ottiene la cifra più rilevante di questi 29 anni. Nel complesso sono stati emanati 545 decreti ex articolo 143 del testo unico sugli enti locali, dei quali 205 di proroga; su 340 decreti di scioglimento, 23 sono stati annullati dai giudici amministrativi”.

Gli enti la cui gestione amministrativa, durante il 2019, è stata affidata ad una commissione straordinaria sono quelli di Careri (Reggio Calabria; sciolto una prima volta nel 2012), Pachino (Siracusa), San Cataldo (Caltanissetta), Mistretta (Messina), Palizzi (Reggio Calabria), Stilo (Reggio Calabria), Arzano (Napoli; al terzo scioglimento, dopo quelli del 2008 e del 2015), San Cipirello (Palermo), Sinopoli (Reggio Calabria; già sciolto nel 1997), Torretta (Palermo; sottoposto a scioglimento nel 2005; archiviato nel 2014), Misterbianco (Catania; già tra i primi enti sciolti nel 1991), Cerignola (Foggia), Manfredonia (Foggia), Orta di Atella (Caserta; al secondo scioglimento, dopo quello del 2008), Africo (Reggio Calabria; giunto al terzo provvedimento dissolutorio, dopo quelli del 2003, successivamente annullato, e del 2014), Carmiano (Lecce), Mezzojuso (Palermo), San Giorgio Morgeto (Reggio Calabria), Scanzano Jonico (Matera), dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria (sciolta anche nel 2008) e dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro.

“Come si può notare – fa osservare Avviso Pubblico -, sono tutte Amministrazioni collocate nel Meridione del Paese; per la precisione: 8 in Calabria, 7 in Sicilia, 3 in Puglia, 2 in Campania e 1 in Basilicata”.
(ITALPRESS).

IN 5 ANNI SOTTRATTI ALLE MAFIE 18 MILIARDI

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Diciotto miliardi di euro, pari a oltre l’1% del Pil nazionale. A tanto corrisponde il valore dei sequestri di beni mobili e immobili (quasi 11 miliardi di euro) e delle confische (circa 7 miliardi di euro) eseguiti, nell’ultimo quinquennio, dalla guardia di finanza nei confronti della criminalità economico-finanziaria. “A risaltare – evidenziano le fiamme gialle -, soprattutto, è il dato delle confische: dire che 7 miliardi di euro sono stati confiscati alla criminalità economico-finanziaria equivale, infatti, ad affermare che i beni sono stati sottratti in maniera definitiva alle ‘mafie’ e acquisiti, altrettanto definitivamente, dallo Stato”. Risultati, questi, che sono il prodotto di oltre 10.000 accertamenti (5,5 in media al giorno) e di investigazioni patrimoniali nei confronti di 55 mila soggetti, tanti quanti gli abitanti, ad esempio, di cittadine italiane come Avellino, Sanremo o Anzio.
(ITALPRESS).

MINACCE A SINDACI, LAMORGESE “NON SARANNO LASCIATI SOLI”

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Al Viminale si è riunito l’Osservatorio Nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, presieduto dal ministro Luciana Lamorgese. La riunione, a cui hanno partecipato il sottosegretario all’Interno, Achille Variati, i vertici del Viminale, i rappresentanti dei Ministeri della Giustizia e dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dell’Upi e dell’Anci, “è stata l’occasione – sottolinea una nota – per fare un punto di situazione sull’andamento del fenomeno che, nell’ultimo trimestre del 2019, ha registrato una lieve flessione rispetto al primo e al secondo”.

La titolare del Viminale ha ribadito, prosegue la nota, “l’impegno del Ministero e più in generale dell’Osservatorio a lavorare a fianco degli amministratori locali”.

Tutti i partecipanti al tavolo, evidenzia la nota del Viminale, “hanno riconosciuto l’importanza di investire in formazione e cultura della legalità anche attraverso il pieno coinvolgimento del sistema scolastico nazionale, con particolare attenzione all’insegnamento della educazione civica”.

“I primi cittadini non saranno lasciati soli – ha affermato il Ministro dell’Interno, Lamorgese -. Convocherò periodicamente questo importante tavolo per condividere ed elaborare insieme strategie efficaci di prevenzione e contrasto degli atti intimidatori”.

“Il Viminale è la casa dei diritti e delle libertà – ha sottolineato il Ministro -. Il nostro compito è garantire il libero e democratico esercizio delle funzioni da parte degli amministratori locali. Un ruolo di primo piano è quindi affidato agli Osservatori regionali, che rappresentano le sedi propositive di dialogo ed ascolto fra rappresentati degli enti locali, Forze di polizia, magistratura e amministrazione scolastica”.
(ITALPRESS).

ROMA, UNO SPORTELLO ANTIUSURA NEL XIII MUNICIPIO

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Il XIII Municipio di Roma apre il primo Sportello dedicato alle vittime di usura o di sovraindebitamento. L’iniziativa è stata attivata grazie ai fondi regionali ricevuti a seguito della partecipazione dell’amministrazione municipale ad un Avviso Pubblico con un progetto che ha ottenuto il massimo del finanziamento.

L’obiettivo è offrire un primo punto di accoglienza e contatto con le istituzioni a cittadini che si trovano in condizioni di difficoltà economiche a causa di troppi debiti e dipendenza da usurai. Lo sportello – che offre assistenza legale e psicologica gratuita – si occuperà anche delle attività informative per prevenire il fenomeno del sovraindebitamento delle famiglie.

“Apriremo altri sportelli in diversi Municipi della Capitale per garantire sul territorio una rete coordinata di ascolto e intercettare persone in difficoltà, che potranno chiedere aiuto ed essere indirizzate alle strutture istituzionali preposte ad offrire loro l’assistenza necessaria. Spesso dietro un sovraindebitamento si nascondono storie drammatiche di usura, interessi criminali, o di dipendenza e azzardopatia. Contiamo di divulgare al più presto la nascita degli Sportelli Antiusura anche attraverso una campagna radio nelle metropolitane di Roma”, dichiara la Vicepresidente Vicaria dell’Assemblea Capitolina Sara Seccia.

“Purtroppo le vittime, reali e potenziali, di indebitamento e usura continuano a essere numerose, e il primo passo per affrontare queste situazioni è fare prevenzione. Con il progetto dello Sportello Antiusura vogliamo mettere a disposizione di tutti i cittadini un luogo di ascolto, reperimento e divulgazione di informazioni per spezzare la spirale perversa in cui cadono cittadini, famiglie, pensionati o imprenditori che si indebitano oltre misura o cadono nella rete di usurai senza scrupoli”, dichiarano la presidente del Municipio XIII Giuseppina Castagnetta e l’Assessora alle Politiche Sociali, Sanitarie e Pari Opportunità del Municipio XIII Serena Maria Candigliota.

CASELLATI “IL GIORNALISMO È PRESIDIO DI DEMOCRAZIA”

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“Il giornalismo, quando è svolto con rigore e con coraggio, costituisce un presidio irrinunciabile della democrazia stessa e un incredibile strumento di tutela della legalità e di lotta al degrado sociale, politico ed economico”. Lo ha scritto il presidente del Senato, Elisabetta Casellati, in un messaggio inviato all’incontro “Querele intimidatorie, minacce e intimidazioni” in occasione della giornata mondiale Onu per mettere fine alle impunità per i crimini contro i giornalisti.
“Desidero inviare il mio saluto e congratularmi con Ossigeno per l’Informazione e l’Ordine dei Giornalisti del Lazio per l’impegno profuso nell’organizzazione di questa iniziativa che sono felice si svolga proprio qui in Senato – ha sottolineato -. Al di là degli aspetti formativi e divulgativi, ritengo che essa rappresenti soprattutto un prezioso momento di condivisione e di confronto su tematiche di sempre più allarmante attualità, a cui anche le Istituzioni hanno il dovere di prestare attenzione nell’interesse di un diritto fondamentale quale è quello ad un’informazione libera da ogni forma di condizionamento o di violenza”. “Perchè – ha aggiunto -, se è dovere del giornalista perseguire con scrupolo e responsabilità la ricerca della verità, è altrettanto sua prerogativa poter svolgere la propria professione in modo pieno e senza limitazione o pregiudizio alcuno”.
“Consentitemi infine di rivolgere un sentito pensiero di vicinanza agli orfani e ai familiari dei tanti, troppi, operatori dell’informazione che, nel mondo, hanno pagato con la vita il prezzo della loro vocazione – ha concluso Casellati -. Una vicinanza che voglio estendere a tutti i vostri colleghi che, a causa del loro lavoro, sono vittime di inaccettabili coercizioni, soprusi o ritorsioni fisiche e morali. Sono certa che anche questo seminario saprà essere occasione per riconoscere il valore del loro contributo e per stimolare idee e progetti efficaci per meglio tutelarne il coraggio e il loro essere irrinunciabili ‘sentinelle di verità'”.
(ITALPRESS).

TRASPARENZA NELLE UNIVERSITÀ, PATTO MIUR-ANAC

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Un nuovo ufficio che vigilerà sulla trasparenza e la regolarità del reclutamento accademico e un tavolo tecnico che elaborerà le nuove Linee guida dell’azione del Miur, dell’Anac e della Crui in materia di concorsi universitari.
Questi i principali strumenti che garantiranno il raggiungimento degli obiettivi del protocollo d’intesa firmato presso il Salone dei Ministri del Miur dal ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti, e dal presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, alla presenza del presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, Gaetano Manfredi.

“Circa un anno fa – ha spiegato Fioramonti – ho posto questo tema all’attenzione del dibattito politico italiano: la necessità di fare un passo avanti per garantire e rafforzare la trasparenza e la meritocrazia nel processo di reclutamento del sistema universitario italiano. Difendendo le buone pratiche assolutamente maggioritarie nel contesto accademico del nostro Paese. Università e Ricerca sono il fiore all’occhiello del nostro sistema economico e di sviluppo. E lo straordinario lavoro svolto dall’assoluta maggioranza dei nostri docenti e ricercatori non puo’ essere infangato da pochi casi che riempiono i giornali”.

“Accanto all’importante lavoro che stiamo svolgendo per semplificare il reclutamento – ha aggiunto il Ministro -, è necessario che il Ministero abbia un nuovo ufficio che sia punto di riferimento per l’intera comunità accademica e aiuti le università a elaborare dei bandi che siano il meno possibile impugnabili. Questo ‘Osservatorio per il reclutamento universitario’ assisterà gli Atenei e accoglierà segnalazioni e osservazioni, anche per evitare la nascita di continui contenziosi che rischiano di bloccare anche molti concorsi regolari e il lavoro dell’intera macchina amministrativa. L’Anac aiuterà il Ministero nella formazione del personale di questa nuova struttura. Con il Protocollo sottoscritto oggi rinnoviamo e rafforziamo una collaborazione fondamentale”, ha concluso Fioramonti.

“È importantissimo preservare la cultura della trasparenza, della legalità e della correttezza dei comportamenti nell’università, il luogo in cui si svolgono l’educazione e la formazione dei giovani. L’Accordo di oggi nasce da un dialogo avviato con il Ministro Fioramonti da diversi mesi, quando, già nella sua precedente funzione di Viceministro, ha dato fin dall’inizio grande importanza al confronto con l’Autorita’ Nazionale Anticorruzione, favorendo l’emanazione di vari provvedimenti del Miur”, ha sottolineato Cantone.

“Con la firma di questo Protocollo, l’Anac sarà al fianco del Miur sia nella fase di lavoro del tavolo tecnico, sia come supporto del nuovo ufficio che verrà costituito presso il Ministero, nel pieno rispetto dell’autonomia e dell’indipendenza di entrambi. Desidero ringraziare in modo particolare il Ministro anche per aver reso possibile oggi la firma dell’Accordo, permettendomi così di annoverarlo tra gli ultimi atti della mia gestione”, ha aggiunto il presidente dell’Anac.
“Per l’Università italiana è un interesse primario poter svolgere concorsi trasparenti e meritocratici – ha dichiarato Manfredi -. Un ufficio che, nel rispetto dell’autonomia universitaria, sia guida e punto di riferimento nell’azione di reclutamento è per noi un’innovazione estremamente positiva. Dobbiamo estirpare i rari casi individuali di comportamento non corretto e valorizzare e tutelare i tantissimi colleghi che operano negli atenei nell’interesse degli studenti”.
(ITALPRESS).

A PALERMO UNA STRADA INTITOLATA AL QUOTIDIANO L’ORA

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Nel segno della legalità, a Palermo una strada è stata intitolata al quotidiano L’Ora. Una cerimonia si è tenuta in occasione del decennale della scomparsa di Vittorio Nisticò, storico direttore della testata. Scoperta una targa commemorativa che ricorda i tre cronisti dell’Ora uccisi dalla mafia: Mauro De Mauro, Cosimo Cristina e Giovanni Spampinato, e l’attentato mafioso che nel 1958 colpì la tipografia.
“La città – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando – esprime
gratitudine e fa memoria per un giornale che per oltre novanta
anni ha accompagnato la vita di Palermo”.
Di “giornata da ricordare, giornata storica”, ha parlato il vicepresidente nazionale dell’Unci, Leone Zingales, presente alla cerimonia: “Un giornale, il L’Ora – ha sottolineato – che ha segnato la storia dell’informazione non solo in Sicilia ma nell’intero Paese. Un giornale che si è contraddistinto per le sue battaglie nel nome della legalità e della lotta alla mafia e nel quale sono cresciuti giornalisti che hanno poi ricoperto incarichi di valore in numerose testate nazionali e internazionali”.