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FERROVIA BARI-LECCE, PROTOCOLLO CONTRO INFILTRAZIONI

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Firmato un Protocollo di legalità tra la Prefettura di Bari e Rete Ferroviaria Italiana per la variante di tracciato della linea ferroviaria Bari – Lecce, nel tratto compreso tra Bari Centrale e Bari Torre a Mare per prevenire e contrastare le infiltrazioni della criminalità organizzata in materia di appalti, servizi e forniture pubbliche.

“Il documento, siglato anche dall’appaltatore e dalle organizzazioni sindacali di categoria – si legge in una nota – riguarderà tutta la filiera delle imprese affidatarie dei lavori che a qualunque titolo saranno impegnate nella realizzazione dell’opera. Il Protocollo prevede la collaborazione tra le Prefetture e il Gestore dell’infrastruttura per vigilare sul pieno rispetto della legalità nei contratti pubblici, sviluppando, in aggiunta agli standard richiesti dalla normativa, ulteriori forme di controllo, scambio di informazioni e procedure che ne garantiscano la trasparenza”.

L’attività rientra fra le iniziative intraprese dal Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, con il coordinamento della Direzione Centrale Protezione Aziendale per tutelare la realizzazione di opere e la prestazione di servizi di interesse pubblico da ogni tentativo di infiltrazione da parte della criminalità organizzata. 

La variante della linea ferroviaria consentirà di liberare il centro di Bari e tutta la città dalla presenza di una linea che la divide in due parti e di migliorare l’interoperabilità tra la rete RFI e le altre ferrovie concesse. L’attivazione è prevista nel 2023.

 

 

 

 

 

 

REGIONE LAZIO, PATTO CONTRO USURA

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Un vertice si è tenuto alla Regione Lazio con associazioni, fondazioni e i Confidi impegnati nel contrasto all’usura “per condividere un piano di azione comune contro con un fenomeno criminale tra i più odiosi”.

La Regione, rappresentata dal Capo di Gabinetto Albino Ruberti, dal Direttore Affari Istituzionali-personale e sicurezza Alessandro Bacci e dal Presidente dell’Osservatorio per la Sicurezza e la Legalità Gianpiero Cioffredi, ha annunciato un nuovo bando di 2,5 milioni che verrà pubblicato ad ottobre per la concessione dei contributi ai Confidi, alle associazioni e alle fondazioni iscritte all’elenco regionale antiusura.

“Attraverso il bando precedente, dello stesso importo – sottolinea una nota -, gli enti finanziati dalla Regione sono stati in grado di prendere in carico 2399 vittime di usura o sovraindebitamento e di fornire assistenza a 1180 tra imprese ed esercizi commerciali. Un risultato straordinario frutto di un’azione della Giunta Zingaretti mirata e di una forte sinergia con le realtà che operano quotidianamente sul territorio per aiutare le vittime di usura”.

“Le ultime inchieste giudiziarie nel territorio della regione Lazio sulla criminalità organizzata delineano uno scenario davvero preoccupante dal punto di vista della diffusione del fenomeno dell’usura diventata ormai una delle attività illecite caratterizzanti i clan mafiosi – aggiunge la nota della Regione -. Si ravvisa una nuova frontiera dell’usura, quella gestita dalla criminalità organizzata, che utilizza il prestito usurario per riciclare il denaro ed estendere il proprio controllo sul tessuto economico. È sotto questo duplice aspetto che l’usura entra nell’interesse mafioso: offrire un servizio funzionale, per accrescere il consenso sociale e per continuare ad affermare un criterio di sovranità nei luoghi in cui agisce; svolgere una funzione alternativa al riciclaggio, consentendo di costruire legami stabili con settori dell’economia legale. La maggior parte dei casi di usura continua a rimanere sommersa perché le caratteristiche di questa pratica sono la solitudine, l’isolamento, la riservatezza, la non condivisione del problema vissuti da chi ne cade vittima. Sperare di uscire dall’usura continuando a pagare le rate del prestito è uno sbaglio. Dall’usura si esce solo con una denuncia, e non bisogna aver paura di denunciare, perché lo Stato è dalla parte delle vittime e offre tutela e assistenza alle vittime”.

POTENZIATA L’AGENZIA DEI BENI CONFISCATI

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Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell’interno Matteo Salvini, ha approvato il regolamento con il quale si adegua la disciplina sull’organizzazione e la dotazione delle risorse umane dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) alle disposizioni introdotte dalla legge di modifica del Codice delle leggi antimafia e per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate (legge 17 ottobre del 2017, n. 161). 

La normativa potenzia la struttura dell’Agenzia, in particolare con l’incremento della pianta organica che passa da 30 a 200 unita’. 

“Questa nuova strutturazione consentirà una migliore e più efficace gestione del patrimonio di beni àconfiscati alla mafia”, assicura Palazzo Chigi.

 

CALTAGIRONE DEDICA LA “SCALA ILLUMINATA” A DON PUGLISI

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La città di Caltagirone in occasione del Ferragosto e delle festività della Patrona, Maria Santissima del Ponte, ha deciso di dedicare la scala monumentale, simbolo della città a Don Pino Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia a Palermo nel 1993.

Proprio in occasione della festa di metà agosto si rinnova a Caltagirone lo spettacolo di luci e colori della “Scala illuminata”, che vedrà ancora una volta la monumentale Scala di Santa Maria del Monte, 142 gradini tutti decorati con splendide maioliche, trasformarsi in un fantasmagorico arazzo di fuoco. 

Oltre tremila “coppi” dei colori bianco, verde e rosso – ai quali quest’anno si aggiunge il blu cobalto – dentro i quali ardono lumi alimentati da olio d’oliva, verranno disposti in modo da formare un disegno diverso per ogni serata. 

Il Santuario di Maria Santissima del Ponte, sempre la sera del 15 agosto, riceverà, dall’arcivescovo metropolita di Palermo, Corrado Lorefice, una reliquia di don Puglisi. 

“La Scala illuminata – sottolinea il sindaco Gino Ioppolo -, come dimostrato dal grande afflusso avutosi il 24 e 25 luglio, è un evento di grande richiamo per i turisti ma è anche un elemento che connota indissolubilmente l’identità dei caltagironesi. Siamo fiduciosi che pure gli appuntamenti del 14 e 15 agosto, nel costituire un omaggio alla compatrona della città e quest’anno, nella ricorrenza dell’anniversario del sacrificio del beato padre Pino Puglisi, a tutte le vittime della criminalita’ mafiosa, confermino questa eccezionale capacita’ attrattiva, con le ricadute positive che cio’ puo’ determinare per la nostra comunità”.

 

RITA BORSELLINO, UNA VITA CONTRO LA MAFIA

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Si è spenta a Palermo all’età di 73 anni, dopo una lunga malattia, Rita Borsellino. Farmacista, sorella del magistrato Paolo, è stata europarlamentare del Partito democratico dal 2009 al 2014, ed ha tenuto viva la memoria del fratello ucciso dalla mafia. Una vita spesa nella ricerca della verità e per l’affermazione della legalità.

Numerosi i messaggi di cordoglio giunti da tutta Italia, tra questi anche quello del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: “Ho appreso con grande tristezza la notizia della scomparsa di Rita Borsellino, alla quale mi legavano sentimenti di vera amicizia e di condivisione – ha dichiarato il Capo dello Stato -. Con coraggio e determinazione, ha raccolto l’insegnamento del fratello Paolo, diventando testimone autorevole e autentica dell’antimafia e punto di riferimento per legalità e impegno per migliaia di giovani. Ai suoi familiari esprimo la mia vicinanza e la più grande solidarietà”.

MATTARELLA “DALLA CHIESA ESEMPIO FEDELTÀ A DEMOCRAZIA”

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“Nella ricorrenza del trentaseiesimo anniversario del vile agguato di via Isidoro Carini, rendo commosso omaggio alla memoria del prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, della signora Emanuela Setti Carraro e dell’agente di scorta Domenico Russo. Nella lotta alle organizzazioni terroristiche e mafiose, condotta con inflessibile vigore e nella consapevolezza del rischio estremo cui essa lo esponeva, il generale Dalla Chiesa ha dato esempio eccezionale di fedeltà ai valori della democrazia, di difesa della legalità e dello stato di diritto, sino al prezzo della vita”. Lo afferma in una nota il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Il suo impegno generoso e intelligente ha fatto sì che strumenti e metodi innovativi rendessero più incisiva l’azione della Repubblica contro le più pericolose forme di criminalità – aggiunge -. Vivo è il ricordo della carica di umanità e del rigore morale che hanno accompagnato l’azione di Carlo Alberto Dalla Chiesa nei diversi territori ed incarichi nei quali ha servito il Paese, anteponendo il bene comune ad ogni altro interesse”.

“Dal sacrificio suo e delle altre vittime della barbara violenza mafiosa, che susciteranno sempre dolore e indignazione profondi, le istituzioni e la società traggono tutt’oggi energia e determinazione per riaffermare i valori della convivenza democratica, nell’assoluto ed irrinunciabile rifiuto della cultura della violenza, della prevaricazione e della sopraffazione, tipiche di ogni azione criminale – conclude Mattarella -. Nell’impegno di quanti agiscono quotidianamente a difesa della libertà, della giustizia e della civile convivenza, vive la memoria della loro testimonianza. Con questo spirito, rinnovo alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo la solidale vicinanza mia e dell’intera comunità nazionale”.

 

LOTTA A CORRUZIONE, CDM APPROVA DISEGNO DI LEGGE

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Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della giustizia Alfonso Bonafede, ha approvato un disegno di legge che introduce nuove misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione.

La prima parte del testo, in particolare, apporta modifiche alle norme che disciplinano la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica, ed è finalizzato a potenziare l’attività di prevenzione, accertamento e repressione dei reati contro la pubblica amministrazione.

In sintonia con alcune raccomandazioni provenienti dal Gruppo di Stati contro la corruzione (GRECO) e dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), il disegno di legge prevede: l’innalzamento delle pene per i reati di corruzione per l’esercizio della funzione, con il minimo della pena che passa da uno a tre anni e il massimo da sei a otto anni di reclusione;
l’introduzione del divieto, per i condannati per reati di corruzione di contrattare con la pubblica amministrazione (cosiddetto ‘Daspo per i corrotti’) da un minimo di 5 fino a una interdizione a vita, non revocabile per almeno 12 anni neppure in caso di riabilitazione; la possibilità di utilizzare anche per i reati di corruzione la figura dell’Agente sotto copertura; l’introduzione di sconti di pena e di una speciale clausola di non punibilità per chi denuncia volontariamente e fornisce indicazioni utili per assicurare la prova del reato e individuare eventuali responsabili; la confisca dei beni anche nel caso di amnistia o prescrizione intervenuta in gradi successivi al primo.

Il testo prevede, inoltre, l’assorbimento nella fattispecie del ‘traffico di influenze illecite’ anche della ipotesi di ‘millantato credito’.

Vi è poi una seconda parte del testo che reca nuove norme in materia di trasparenza e controllo dei partiti e movimenti politici, volte a rendere in ogni caso palese al pubblico e sempre tracciabile la provenienza di tutti i finanziamenti ai partiti politici e altresì alle associazioni e fondazioni politiche nonchè ad analoghi comitati e organismi pluripersonali privati di qualsiasi natura e qualificazione.

MAFIA, CONTE “CONTRASTO PARTA DA SCUOLA”

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“Oggi la mafia è una mafia finanziaria, meno percepibile. Qualche giorno fa abbiamo adottato misure contro la corruzione e questo significa anche contrastare la criminalità organizzata”. Lo ha dichiarato il premier Giuseppe Conte durante la visita all’Istituto Comprensivo “Padre Pino Puglisi” di Brancaccio, a Palermo.

“Il contrasto più efficace contro la mafia è affidato alla scuola”, ha poi detto Conte. E rivolgendosi agli alunni: “Oggi c’è un clima diffuso che porta a non accettare i rimproveri degli insegnanti. Accettate questi rimproveri”.

“Il più grande rivoluzionario della storia, Gesù, ha detto: se il chicco di grano non muore, non dà frutto. Così è stato per il sacrificio di Don Puglisi. Voi dovete uscire da questo edificio sapendo che conviene più percorrere i sentieri di legalità”, ha sottolineato il premier Conte, rivolgendosi agli alunni dell’Istituto di Brancaccio dedicato al prete ucciso dalla mafia 25 anni fa.