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Pensione anticipata, requisiti 2015

Riforma pensioni 2015, ecco le ultime notizie su chi intende andare in pensione anticipata: requisiti, flessibilità in uscita e possibili penalizzazioni.

La riforma delle pensioni di Renzi fa discutere molto e al centro del dibattito ci sono tematiche quali flessibilità in uscita e nuovi requisiti previsti per la pensione anticipata. I requisiti definitivi per la pensione anticipata saranno contenuti nella Legge di Stabilità 2016 prevista per il prossimo settembre.

A chiarire il problema della flesisbilità in uscita e delle penalizzazioni previste per chi va in pensione anticipata, sarà la legge 854 sulle pensioni flessibili, disegno di legge voluto dal presidente della Commissione Lavoro Cesare Daminao.

Per ora, ad appoggiare la flessibilità in uscita proposta da Cesare Damiano sono la Lega Nord, una buona parte dei sindacati e la minoranza del PD. Ricordiamo che la flessibilità in uscita prevista dalla riforma pensioni 2015 introduce la possibilità di andare in pensione in anticipo ma penalizzando, in modo più o meno cospicuo, l’assegno previdenziale percepito.

A non appoggiare il disegno di legge proposto dal presidente Commissione Lavoro è il movimento Cinque Stelle e anche l’Inps. Stando al Movimento Cinque Stelle, la nuova riforma sulle pensioni celerebbe un tacito ricatto per i pensionati che si ritroverebbero costretti ad accettare un assegno previdenziale ridotto pur di poter lasciare il lavoro.

Sul fronte Inps, Tito Boeri, ha sottolineato quanto la flessibilità in uscita prevista da Cesare Damiano andrebbe a incidere sugli assegni previdenziali di chi desidera andare in pensione in anticipo. Le penalizzazioni, stando all’Inps, andrebbero a richiamare alcuni aspetti della vecchia riforma pensioni della Fornero. Purtroppo la proposta di Tito Boeri non è molto florida per i pensionati perché potrebbe introdurre un taglio pensioni al 34%.

Anche se nel web si continua a parlare di riforma pensione di Renzi, il governo del Premier si è espresso molto poco al riguardo, non ci sono state prese di posizione concrete se non qualche vaga speranza per i pensionati che intendono avvalersi della pensione anticipata. Con molte probabilità a potersi avvalere della pensione anticipata senza grosse penalizzazioni sarebbero i lavoratori precoci.

Il Governo Renzi ha lasciato intendere che, con la Legge di Stabilità 2016 e la prossima riforma pensioni, vorrà diminuire la rigidità così da favorire il pensionamento, tuttavia, considerato che nei discorsi del Premier si è parlato soprattutto dei lavoratori precoci, potrebbero passare nel disegno legge i provvedimenti cosiddetti Quota 41 o Quota 100 (101 se si tratta di liberi professionisti).

I requisiti per andare in pensione oggi, vedono la necessità di un’anzianità contributiva di 41 anni e 6 mesi per le donne e di 42 anni e 6 mesi per gli uomini. Per chi intende andare in pensione anticipata sono previste delle penalizzazioni descritte nel nostro articolo dedicato alla flessibilità in uscita: Riforma pensioni, più flessibilità in uscita.

 

Per gli aggiornamenti: pensione anticipata, novità 2018

Qualificazioni Europei 2016: calendario delle partite da giocare

Qualificazioni Europei 2016, calendario. Ecco le partite ancora da giocare. Tempo di verdetti: i primi potrebbero arrivare già dopo la prima tornata di gare, tra il 3 e il 5 settembre 2015. Gli Europei 2016 sono in programma in Francia dal 10 giugno al 10 luglio dell’anno prossimo.

 

Qualificazioni Europei 2016, calendario: due scontri diretti 

Per le qualificazioni agli Europei 2016 in calendario due scontri diretti nei gironi C e D. A contendersi il primato nei rispettivi raggruppamenti Spagna e Slovacchia, che si affronteranno il 5 settembre a Oviedo, e Germania-Polonia, in programma il giorno prima a Francoforte. Vincere significherebbe ipotecare la qualificazione, evitando la roulette degli spareggi.

 

Altre cinque gare potrebbero spostare gli equilibri. Sfide delicate, in alcuni casi decisive. Si inizia il 3 settembre con Olanda-Islanda: ad Amsterdam, Sneijder e compagni dovranno vincere per riavvicinare il secondo posto nel girone A, per ora distante 3 punti. L’Islanda, dal canto suo, con un pareggio e con sole tre partite ancora da giocare manterebbe inalterato il vantaggio sugli ‘orange’ (5 punti). Il 4 settembre, a Budapest, si gioca Ungheria-Romania, valida per il gruppo F, con le prime tre  racchiuse in altrettanti punti.

Serve una vittoria ai magiari per agganciare a 14 punti la Romania. Occasione ghiotta per l’Irlanda del Nord, seconda nel girone, che farà visita alle non irresistibili Isole Faroe. A Copenaghen, Danimarca-Albania (girone I) vale il primo posto, solo provvisorio, perché il Portogallo, capolista, riposa. Nel gruppo E, infine, la Slovenia proverà ad espugnare Basilea per raggiungere la Svizzera al secondo posto. 

 

Qualificazioni Europei 2016, calendario: a novembre gli spareggi

6-8 settembre, 8-10-11-13 ottobre le date in cui si disputeranno le ultime tre giornate di qualificazione. Agli spareggi, fissati per novembre e dai quali dovranno uscire i nomi delle ultime 4 squadre qualificate, parteciperanno otto delle nove terze dei gironi.

Dal 10 giugno il torneo entrerà nel vivo. Lo Stade de France di Saint-Denis, nell’hinterland parigino, ospiterà la gara inaugurale.

 

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Europei 2016, gironi: ecco la situazione quando mancano ancora quattro giornate per conoscere le squadre che parteciperanno all’appuntamento che si terrà in Francia dal 10 giugno al 10 luglio 2016. Settembre e ottobre i mesi decisivi. 

 

Europei 2016, gironi: situazione ancora incerta

Situazione incerta nei nove gironi di qualificazione agli Europei 2016, almeno per il primato. Dopo sei partite, hanno un piede e mezzo in Francia la Slovacchia e l’Inghilterra, entrambe a punteggio pieno, ma anche Austria, Galles e Islanda sono vicine ad una sorprendente qualificazione. La  rivincita delle ‘cenerentole’, capaci di mettersi alle spalle Nazionali più quotate come Germania e Spagna, è incarnata proprio dalla piccola isola tutta montagne e ghiacciai, miglior attacco e miglior difesa in un girone di ferro con Repubblica Ceca, Olanda e Turchia. Guidata dall’ex Pescara Bjarnason, sta incantando gli addetti ai lavori. Se supererà indenne la trasferta in Olanda, il 3 settembre, avrà confezionato un capolavoro. 

 

Europei 2016, gironi: prova d’appello per gli Orange

Per gli ‘Orange’ sarà invece la prova d’appello: terzi con 10 punti, proveranno a scavalcare la Repubblica Ceca, distante 3 lunghezze. Complicato anche il cammino della Russia nel girone G: il 5 settembre sfiderà la Svezia, seconda con 4 punti di vantaggio, in una sfida da dentro o fuori. 

 

Europei 2016, gironi: Italia dietro alla Croazia

Nel girone dell’Italia, gli azzurri inseguono ad un punto di distanza la Croazia e dovranno verosimilmente vincerle tutte per assicurarsi il primo posto. Nel girone D, si sfideranno per il primato Germania e Polonia, che si affronteranno il 4 settembre a Francoforte. A qualificarsi per le fasi finali saranno le vincitrici dei nove gironi, le seconde classificate e la migliore terza. Le otto rimanenti terze classificate si sfideranno negli spareggi, in programma a novembre, per determinare le ultime quattro squadre che staccheranno il biglietto per Parigi.

Il 10 giugno 2016 sarà lo Stade de France di Saint-Denis, nei pressi di Parigi, ad ospitare la gara inaugurale. Il 10 luglio nello stesso impianto si terrà la finale.

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Stipendio netto dal lordo: come calcolarlo

E’ possibile eseguire il calcolo dello stipendio netto partendo dalla cifra lorda? Certo, ecco tutti i calcoli da fare per risalire allo stipendio netto di ogni regime lavorativo (collaboratori, con partita iva o lavoratori dipendenti).

E’ capitato a tutti: ci presentiamo a un colloquio di lavoro e dopo tante chiacchiere non riusciamo a capire quale è l’effettiva remunerazione netta. E’ in questo contesto che conviene capire come calcolare il netto dal lordo, ciò significa individuare gli importi delle tasse da versare a fronte dello stipendio lordo mensile

Non è semplice calcolare lo stipendio netto dal lordo, le variabili sono tante e cambiano in base alla configurazione del lavoro. I fattori che possono incidere sull’importo netto dello stipendio sono tantissimi, in più, non sempre il reddito lavorativo è l’unica entrata danarosa di cui disponiamo, quindi le tasse dovute annualmente possono aumentare non solo in corrispondenza alle trattenute sulla busta paga. 

I fattori che influenzano il calcolo del netto dal lordo

  • Il reddito 


Il reddito ha un ruolo cruciale nel calcolare lo stipendio netto dal lordo: in base al reddito cambia l’aliquota IRPEF, quindi se avete una seconda casa in affitto, un terreno che vi fa reddito o qualsiasi attività secondaria, l’aliquota IPEF sale perché si tratta di un imposta progressiva. 

  • Il tipo di lavoro e l’età 


La detrazione IRPEF varia in base a lavoro dipendente o autonomo, inoltre alcuni regimi agevolati vedono una detrazione IRPEF differente per i lavoratori con età inferiore ai 30 anni. Ancora diversa è la detrazione IRPEF per lavoratori autonomi con partita IVA ordinaria o con partita IVA configurata nel regime dei minimi (per coloro che non fatturano oltre i 30 mila euro all’anno). Ancora diverso è il calcolo se il lavoro dipendente è a tempo determinato o indeterminato.

  • La residenza 


Le aliquote regionali, provinciali e comunali sono relative al luogo in cui si vive. 

Tra le manovre salvaitalia di Renzi, è stato introdotto il cosiddetto bonus di 80 euro che spetta ai lavoratori dipendenti con contratto part time in formula ridotta o per interno per chi lavora tutto l’anno. 

  • Spese deducibili


Per i lavoratori autonomi e per i liberi professionisti sono molte le spese deducibili correlate all’attività lavorativa.

  • Detrazioni fiscali 


Lavoratori autonomi o dipendenti hanno la facoltà di avvalersi alle detrazioni fiscali introdotte con la legge di stabilità di Renzi. Questo sgravio fiscale si fa sentire molto, soprattutto quando le spese da detrarre sono legate alla ristrutturazione di un immobile, all’acquisto di un impianto solare, di arredamento e elettrodomestico o per il miglioramento dell’efficienza energetica del proprio edificio.

  • Coniuge, familiari o Figli a carico 


Altra incidenza è dettata dal numero di familiari a carico, dalla loro età e dalla loro condizione fisica (si applicano criteri diversi se i figli a carico sono portatori di handicap), varia ancora in caso di separazione dei coniugi con alimenti da versare.

Come è chiaro, i fattori che influenzano il calcolo dello stipendio netto dal lordo sono moltissimi e difficili da interpretare tutti insieme, tuttavia è possibile avvalersi di regole generali che possono dare un’idea indicativa di quale sarà lo stipendio netto a partire dal lordo pattuito.

 

Stipendio netto dal lordo: come calcolarlo

La “formula” più veloce per calcolare lo stipendio netto dal lordo è molto approssimativa e consiste nel sottrarre al lordo tra il 25% e il 40%, cioè, nel complesso, l’espressione delle ritenute di legge a carico del lavoratore da versare per l’Irpef, l’Inps, il trattamento di fine rapporto e altre voci. 

Per quanto approssimativo, questo calcolo può essere molto utile nel darci indicazioni orientative sulla cifra netta che possiamo intascare a fine mese. 

Molto più semplice è calcolare lo stipendio netto dal lordo quando si tratta di una collaborazione occasionale, in questo caso bisognerà togliere dalla cifra lorda solo il 20% così da ricavare il netto. 

 

Rimborso pensioni, a chi spetta

Nel 2012 e 2013, il governo Monti ordinò il blocco degli assegni previdenziali ma lo scorso 30 aprile la Corte Costituzionale ha riaperto i conti e per i pensionati italiani ci sono rimborsi in vista. 

A specificare come si calcolano i rimborsi degli arretrati sulle pensioni è stata una circolare dell’Inps già ripresa nel nostro articolo “Pensioni, come calcolare il rimborso.

 

Rimborso pensioni, a chi spetta 


Il governo Renzi ha subito precisato chi può avere il rimborso pensioni: solo coloro che guadagnano tra 3 e 6 volte il trattamento minimo, cioè tra 1.500 e 3 mila euro lordi al mese, vale a dire tra circa i 1.200 e 2.400 euro netti. Chi percepisce una pensione superiore ai 3mila euro lordi non avrà diritto ad alcun rimborso, così come chi incassa un assegno previdenziale inferiore ai 1.500 euro.

 

Chi non ha diritto al rimborso pensioni


Non hanno diritto al rimborso pensioni coloro che percepiscono un assegno previdenziale inferiore ai 1.500 euro lordi o superiore ai 3.000 euro lordi.

Perché a questi pensionati non spetta il rimborso?
Non hanno diritto ad alcuna restituzione perché nel biennio 2012 – 2013, non subirono alcun blocco da parte del Governo Monti. 

 

Come si calcola il rimborso pensioni 

Il calcolo degli arretrati sulla pensione è piuttosto complesso perché tiene conto dell’importo dell’assegno previdenziale percepito, di un aumento che dipende dall’inflazione (dal carovita) e dal proprio reddito. Per semplificare, nell’articolo “Pensioni, come calcolare il rimborso“, vi abbiamo proposto delle tabelle. Qui vi riporteremo la logica del calcolo del rimborso.

Chi percepisce assegni previdenziali compresi tra i 1.500 e i 2.000 euro lordi ha diritto a un arretrato pari al 40% dell’inflazione registrata nel 2012 e nel 2013. Chi percepisce un assegno tra i 2.000 e i 2.500 euro, potrà calcolare il rimborso stimando il 20% dell’inflazione registrata negli anni 2012 e 2013. I pensionati con un assegno previdenziale compreso tra i 2.500 e i 3.000 euro lordi hanno diritto a un rimborso pari al 10% dell’inflazione registrata nel biennio 2012 – 2013.

L’inflazione registrata nel 2012 è pari al 2,7% mentre per il 2013 l’inflazione sale al 3%. 

Se questo calcolo del rimborso pensioni vi sembra complicato, sappiate che dall’anno 2014 la trama si infittisce perché per erogare rimborsi meno cospicui il meccanismo riduce il legame tra gli aumenti e il carovita. 

Esempio di come si calcola il rimborso pensioni 

Al fine di farvi comprendere come calcolare il rimborso delle pensioni, vi riportiamo un esempio pratico. 

Carla è una pensionata che percepisce un assegno previdenziale di 1.500 euro lordi al mese. A causa del blocco pensioni del governo Monti, Carla ha maturato arretrati nel 2012, 2013, 2014 e i pochi mesi del 2015 (prima della riforma pensioni di Renzi).

A causa del blocco istituito dal Governo Monti (riforma Fornero), Carla avrà diritto a un rimborso complessivo pari a 796,27 euro, di questi:

  • 
- 210,6 euro per i mancati aumenti del 2012

  • – 447,2 euro per i mancati aumenti del 2013
  • 
- 89,96 euro per le ripercussioni del blocco pensioni nel 2014

  • – 48,51 euro per i mancati aumenti del 2015

Attenzione però! I 796,27 euro sono lordi e sono soggetti a tassazione separata e imposte che dipendono dall’aliquota media dell’irpef degli ultimi anni. Ecco perché nella premessa vi abbiamo detto che l’entità del rimborso pensioni varia anche in relazione al reddito: per un pensionato che percepisce 1.500 euro lordi al mese, l’aliquota media è di circa 15 -18%, quindi dei 796,27 euro lordi, il reale rimborso (al netto delle imposte) ammonterà a circa 659 – 700 euro.

 

Debiti Equitalia: come rateizzarli

Se vi state chiedendo come pagare a rate i debiti con Equitalia, sappiate che un apposito decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze stabilisce condizioni di rateizzo per ogni portafoglio. Chi non può pagare le cartelle esattoriali di Equitalia in un’unica soluzione potrà accedere a piani di rateizzazione fino a spalmare la restituzione del debito in un arco di 10 anni. 

 

Debiti Equitalia, come rateizzarli 

 

Il meccanismo di rateizzo è proporzionale a due fattori:

  • – la condizione economica del debitore
  • – l’ammontare del debito con Equitalia

 

Debiti Equitalia fino a 50 mila euro

 

Chi ha un debito con Equitalia di un importo inferiore a 50 mila euro, potrà fare richiesta di rateizzo senza dover presentare alcuna documentazione. Con cifre inferiori ai 50 mila euro si può accedere direttamente al piano ordinario che prevede l’estinzione del debito con un massimo di 72 rate mensili.

Il piano ordinario consente di estinguere i debiti Equitalia in 72 rate mensili (cioè nell’arco di 6 anni). Per richiedere il pagamento a rate dei debiti Equitalia inferiori a 50 mila euro è possibile procedere direttamente online, dall’area riservata messa a disposizione dal portale ufficiale del Gruppo Equitalia. Per vedere come pagare a rate i debiti Equitalia e come pagare online le cartelle esattoriali, è disponibile l’articolo dedicato all’Estratto conto Equitalia.

 

Debiti Equitalia superiori ai 50 mila euro

 

Chi dispone di debiti Equitalia superiori ai 50 mila euro non può fare richiesta di rateizzazione online ma dovrà necessariamente presentare alcuni documenti che attestino lo stato di difficoltà economica e la situazione della famiglia. In base alle difficoltà economico del debitore sarà stilato un piano di restituzione del debito fino a un massimo di 120 rate mensili (cioè restituite nell’arco di 10 anni).

“Il piano straordinario può essere concesso in caso di comprovata e grave situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica, per ragioni estranee alla propria responsabilità e l’importo della singola rata è superiore al 20% del reddito mensile, risultante dall’Indicatore della Situazione Reddituale (ISR) indicato nel modello Isee.”

Le rate Equitalia dovranno avere un importo minimo pari a 100 euro, salvo situazioni di particolare difficoltà. 

 

Rate Equitalia non pagate / Cosa succede se non pago la rata Equitalia?

Chi è in regola con i pagamenti equitalia non potrà subire alcun fermo o ipoteca, ma cosa succede se il debitore, per difficoltà economiche, è stato costretto a saltare una o più rate? Chi ha saltato solo una rata Equitalia può stare tranquillo, purtroppo chi è recidivo dovrà dire addio al piano di rateizzo: la rateizzazione deo debiti equitalia decade in caso di mancato pagamento di otto rate anche non consecutive.

 

Potrebbe anche interessarti: Equitalia, a luglio 2014 record di rateizzazioni

 

Come assumere una badante

Come assumere una badante: i diritti di badanti e colf, oneri e diritti del datore di lavoro e tutte le informazioni sull’assunzione di una badante o di una colf.

La normativa che disciplina l’assunzione di una badante è la stessa prevista per assumere una colf, così, questa guida può tornare utile sia per chi intende assumere una badante, sia per chi vuole assumere una colf.

Assumere una badante o una colf nel rispetto delle regole significa tutelare se stessi e il lavoratore. Il Datore di lavoro domestico può assumere una badante straniera, extra-comunitaria o neo-comunitaria. In caso si assunzione di una colf o badante extra-comunitaria il Datore di lavoro assolve ai suoi obblighi semplicemente eseguendo la comunicazione all’INPS, sarà poi questo istituto di previdenza a eseguire le dovute comunicazioni al ministero del Lavoro, all’Inail e alla Prefettura. 

Per essere a norma di legge, il datore di lavoro deve fare la comunicazione all’INPS entro 24 ore del giorno antecedente l’instaurazione del rapporto di lavoro. I moduli da utilizzare per fare questa comunicazione sono il MOD.COLD-ASS da scaricare direttamente dal sito ufficiale dell’INPS.

Per assumere una badante il titolare può servirsi del Conctat Center (al numero 803 164) , dell’apposita pagina web del portale www.inps.it o del modulo cartaceo da presentare in sede.  

Quando la badante vive in casa…

Se in concomitanza con l’assunzione della badante il datore di lavoro fornirà ospitalità al lavoratore, sarà necessario effettuare la comunicazione di convivenza alla Questura e all’Autorità di Pubblica Sicurezza entro 48 ore. Tale comunicazione può avvenire tramite Raccomandata A/R. Il modulo in questione può essere scaricato dal portale questure.poliziadistato.it

 

Come assumere una badante: i documenti necessari

Per assumere una badante il datore di lavoro dovrà farsi rilasciare una fotocopia dei seguenti documenti:

  • -in caso di assunzione di badante straniera occorre la fotocopia del permesso di soggiorno
  • -tessera sanitaria
  • -posizione INPS se c’è un rapporto di lavoro pre-esistente
  • -documento di identità in corso di validità (carta d’identità o passaporto)
  • -codice fiscale (se l’assunzione riguarda una badante italiana)
  • -attestato di frequenza di università (se l’assunzione riguarda una badante o colf studente)

Assunzione della badante e gestione delle ferie

Se la retribuzione avviene in contanti, per tutelarsi, il datore di lavoro dovrebbe farsi rilasciare una ricevuta della somma erogata. La badante, così come la colf, ha diritto alle ferie con il periodo di durata di un mese all’anno. Le ferie sono un diritto del lavoratore. Le ferie devono essere godute e retribuite, in caso di ferie non godute la badante potrà chiedere un indennizzo come risarcimento al mancato diritto alle ferie. 

Giorni di festa che aspettano di diritto a badanti e colf 

La badante non deve lavorare durante le festività previste dal CCNL, vale a dire: 

  • 1° gennaio
  • 6 gennaio
  • Lunedì di Pasqua
  • 25 Aprile
  • 1° maggio
  • 2 giugno
  • 15 agosto
  • 1° novembre
  • 8 dicembre
  • 25 dicembre
  • 26 dicembre
  • Giorno di festa legato al Santo Patrono della città
    Per esempio, una badante che è stata assunta a Napoli non dovrà lavorare il 19 settembre, giornata di San Gennaro, Santo Patrono Partenopeo. 

In caso di contratto di lavoro full time, la badante avrà diritto al riposo della domenica (l’intera giornata, giorno e notte) in aggiunta a un’altra mezza giornata del riposo settimanale (12 ore). Se il datore di lavoro richiede di lavorare alla domenica e di rinunciare al riposo infrasettimanale, le ore di lavoro prestate dovranno essere remunerate con retribuzione di straordinario così come previsto dal contratto di lavoro. Remunerazioni maggiorate del 60% sono previste per le badanti che lavorano durante le festività citate in precedenza. Se le festività cadono di domenica, dovranno essere remunerate in aggiunta alla retribuzione ordinaria del mese (come extra).

Bonus per badanti e colf e agevolazioni per l’assunzione

Nella pagina intitolata Bonus di 80 euro per colf e badanti: come ottenere l’agevolazione è spiegato chi ha diritto al bonus di 80 euro e come fare richiesta. Non mancano cenni su eventuali agevolazioni per l’assunzione di colf e badanti, nonché dati sulle retribuzioni minime e sui versamenti INPS.

Curiosità: tra i mestieri più richiesti in Italia il ruolo di colf e di badanti e di notevole rilevanza ed è anche in crescitaPer approfondimenti: Professioni più ricercate in Italia.

Affitto con riscatto, come funziona

Affitto con riscatto, come funziona. Supponiamo che vorreste acquistare un appartamento ma che non abbiate ancora un contratto di lavoro o un reddito mensile che vi consenta di ottenere un mutuo da una banca. O ancora, ipotizziamo che abbiate già un appartamento, che la vostra famiglia abbia la necessità di acquistarne uno più grande e che magari lo abbiate già trovato. Ma che abbiate anche la necessità di vendere prima il vostro immobile, magari aspettando che il mercato esca dalla crisi, per riuscire a ottenere una quantità di liquidità maggiore.

In entrambi i casi può venirvi incontro il contratto d’affitto con riscatto. Come funziona non tutti ancora lo sanno, visto che si tratta di una novità regolamentata solo in tempi relativamente recenti nel nostro Paese, con lo Sblocca Italia del Governo Renzi.

Nel primo esempio che citavamo, il contratto di affitto con riscatto potrebbe consentirvi di bypassare in tutto o in parte il ricorso al mutuo bancario. Nel secondo, il periodo d’affitto permetterebbe invece di vendere con più tranquillità il proprio appartamento, ottenendo proprio quella liquidità necessaria per acquistare quello nuovo.

 

Affitto con riscatto, cos’è?

Senza entrare in tecnicismi esasperati, si può dire dunque che l’affitto con riscatto è un contratto che prevede la possibilità per il proprietario di vendere l’immobile al conduttore, che si impegna a sua volta a versare un canone mensile, in genere superiore a quello di un normale canone di affitto, per un periodo di tempo concordato dalle parti, al termine del quale appunto avverrà la compravendita, che resta comunque non obbligatoria

 

Affitto con riscatto a Roma, affitto con riscatto a Milano

In questi mesi l’affitto con riscatto si è particolarmente diffuso nelle grandi città. E’ stato così per l’affitto con riscatto a Roma. Idem per l’affitto con riscatto a Milano. Effetto di questa tendenza è anche l’affermarsi di società ad hoc che si occupano proprio di questo tipo di contratto.

Un gradimento che sale, quello nei confronti dell’affitto con riscatto, perché oltre ad agevolare il potenziale acquirente, la formula consente ai proprietari, soprattutto quelli che hanno un numero elevato di immobili inutilizzati, di alienarli, dilazionando tempi e pagamenti, è vero, ma quantomeno liberandosi subito delle spese e di oneri vari.  

 

Affitto con riscatto, come funziona secondo Confedilizia.

 

 

Per l’associazione che tutela l’interesse dei proprietari di appartamento l’affitto con riscatto però è ancora un “cantiere” aperto. Per questo Confedilizia ha proposto un gruppo di lavoro “per approfondire ogni aspetto del contratto” e “per permettere così allo stesso di funzionare correttamente”. 

“Va risolto in primis – ha detto il presidente del Centro studi di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani – il problema del rilascio dell’immobile, in difetto l’istituto non funzionerà mai”.

“Il vero motivo per cui quest’istituto di nuova generazione non ha quello sviluppo che si sperava dipende da una difficoltà di carattere tecnico che noi come Confedilizia avevamo segnalato e torniamo a riproporre in Parlamento e nelle audizioni – ha spiegato Corrado Sforza Fogliani -. Questo istituto non ha nessun meccanismo che assicuri al concedente della disponibilità dell’immobile che esso venga restituito in caso di mancanza di pagamento adeguato secondo termini contrattuali. In più si aggiunge il problema che una volta trascritto, l’atto del rent to buy può essere cancellato solo con la partecipazione di entrambi i soggetti. E’ chiaro che il soggetto inadempiente non si farà trovare, così si ritarderà il rilascio dell’immobile. Noi chiediamo che per la fase del rilascio sia inserito il richiamo alla normativa del rilascio a seguito di locazione. Questo consentirebbe di liberare l’immobile in tempi brevi rispetto a quelli di una causa di detenzione senza titolo lunga anche decenni”.