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Come masterizzare un DVD

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Ti sarà sicuramente capitato di avere la necessità di copiare dei dati come immagini, video o musica dal tuo computer ad un supporto esterno.

Se non vuoi usare una pennetta USB oppure un hard disk esterno, la soluzione ottimale è quella di masterizzare un DVD: costa poco, hai fino a 4,7 GB di spazio a disposizione e l’operazione è molto semplice e richiede solo pochi minuti.

Che cosa significa masterizzare

In informatica, con il termine masterizzazione ci si riferisce all’operazione di copiare dei dati su un supporto ottico come CD, DVD o Blu Ray Disc.

Per eseguire una masterizzazione il computer deve essere dotato di una unità ottica interna o esterna.

Utilizzando appositi software di masterizzazione i dati vengono scritti su CD, DVD o BD attraverso un raggio laser.

Con la masterizzazione puoi quindi creare delle copie di file da conservare e utilizzare in un secondo momento, puoi salvare dei file musicali da ascoltare nella tua auto, puoi salvare una copia delle foto del tuo ultimo viaggio, puoi masterizzare un film per poterlo vedere a casa di un amico/a e puoi anche creare delle utilissime copie di backup del tuo computer.

Che cos’è un DVD

Un DVD, in inglese Digital Versatile Disc, è un disco ottico per l’archiviazione di file, immagini, video e suoni.

È stato inventato e sviluppato da Philips, Sony, Panasonic e Toshiba nel 1995 e piano piano ha sostituito le cassette VHS, oggi scomparse dal mercato.

Esistono vari tipi di DVD, quelli più utilizzati sono:

  • DVD –R e +R: sono dischi con una capacità di 4,7 GB che possono registrare i dati solo una volta, non possono essere cancellati per essere riscritti.
  • DVD –RW e +RW: sono dischi con una capienza di 4,7 GB che possono essere cancellati e riscritti a più riprese.

La principale differenza tra DVD e CD è la quantità di dati memorizzabili: un CD ha una capienza di 700MB mentre il DVD ha una capienza di 4,7 GB.

I notebook di ultima generazione sono sprovvisti di unità ottica e per ovviare al problema è possibile acquistare un’unità ottica esterna e collegarla al PC tramite USB.

Come masterizzare un DVD con sistema operativo Windows

Per masterizzare un DVD con un computer con sistema Windows non è necessario utilizzare software di terze parti ma semplicemente basta utilizzare la funzione già presente nel sistema operativo.

  • Inserisci un DVD vergine nel lettore ottico del tuo PC.
  • Clicca su “esplora file” e dal menu laterale scegli l’unità del DVD
  • Si aprirà una finestra nella quale scegliere come utilizzare il disco: come “unità memoria flash USB” oppure come “lettore CD/DVD”. Scegli questa ultima voce e clicca su “avanti”
  • Sempre da “esplora file” accedi al disco ed esegui il copia incolla dei file che vuoi masterizzare.
  • Durante il copia e incolla noterai che l’icona dei file è trasparente, vuol dire che sono pronti per la masterizzazione ma ancora non sono stati scritti sul disco in maniera definitiva.
  • Una volta scelti tutti i file, dal menu “gestisci” seleziona “completa masterizzazione”. Si aprirà una finestra dalla quale scegliere il titolo del disco e la velocità di masterizzazione.
  • Ultimate queste impostazioni premi su avanti per dare inizio alla masterizzazione
  • Quando l’operazione sarà terminata il DVD verrà espulso automaticamente dall’unità e ti verrà chiesto se vuoi masterizzare gli stessi file su un altro disco.
  • Se non vuoi eseguire altre masterizzazioni clicca su “fine”.
  • A questo punto il tuo DVD è pronto all’uso.

Se invece sei interessato a creare un DVD audio che contenga file musicali con estensione MP3, puoi utilizzare Windows Media Player presente nel sistema operativo del tuo computer.

Si tratta del lettore multimediale presente sui sistemi operativi Windows che oltre a permettere di riprodurre brani musicali consente la masterizzazione di DVD audio.

Il suo utilizzo è molto semplice, basta cliccare sulla voce “masterizza” e trascinare i file musicali che vuoi inserire nel DVD nella barra laterale di destra e poi cliccare sulla voce “avvia masterizzazione”.

Anche se negli ultimi anni vengono utilizzati altri sistemi di archiviazione come le pennette USB, gli hard disk esterni o i cloud, i DVD non sono ancora passati di moda e possono risultare ancora molto utili.

Come si ricaricano le auto elettriche

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Complici gli incentivi proposti negli ultimi anni, le auto elettriche sono divenuta una realtà sempre più presente e, certamente, costituiscono il futuro della mobilità tanto cittadina quanto extraurbana. La loro rapida diffusione si deve anche alle politiche ambientali messe in atto a livello internazionale nell’ambito della lotta contro il surriscaldamento globale, fenomeno che, come ben sappiamo ormai, rappresenta una delle emergenze più pressanti che la società attuale sta vivendo.

Nel tempo, l’uso su vasta scala delle auto elettriche contribuirà infatti ad abbattere le emissioni di CO2, i cui eccessi in atmosfera sono il primo fattore scatenante alla base del surriscaldamento globale. Grazie alla diffusione contemporanea delle energie pulite, viaggiare con una vettura elettrica costituirà in crescente misura una delle strategie più efficaci per tutelare il nostro Pianeta. Un vero passo in avanti, insomma. Ma come si ricaricano le auto elettriche? Scopriamolo insieme.

Soluzioni per ricaricare l’auto elettrica

Oggi come oggi la ricarica delle auto elettriche avviene principalmente attraverso apposite colonnine designate a tale scopo. La ricarica può essere effettuata nei punti dotati di tali dispositivi disseminati nel territorio ma esiste anche la possibilità di procedere con la ricarica domestica.

Ricarica domestica

L’elemento importante da tenere in considerazione per chi decide di equipaggiare il proprio box auto con un punto di ricarica per le auto elettriche riguarda la potenza dei contatori. La potenza di quelli domestici proposti nei tipici contratti di fornitura a uso residenziale si attesta generalmente intorno ai 3,3 kilowatt. Per velocizzare i tempi di ricarica della vettura elettrica, vale tuttavia la pena valutare la modifica del contratto con il proprio fornitore in modo tale da poter usufruire di una potenza superiore.

Se si opta per questa scelta, è preferibile ipotizzare l’acquisto di una wall box, un dispositivo che viene installato per ricaricare l’auto in piena sicurezza.

Colonnine di ricarica gratuite e a pagamento

Nei casi in cui non si ha molto tempo a disposizione, il metodo più rapido per ricaricare una vettura elettrica consiste nell’usare le apposite colonnine ospitate in vari punti delle città o lungo le tratte autostradali. Nel caso delle colonnine che erogano energia elettrica in corrente alternata, la potenza massima raggiunge i 22 kW. Per velocizzare ulteriormente la ricarica, è tuttavia preferibile puntare sulle colonnine a corrente continua. Questa tipologia di colonnine permette infatti di ricaricare l’auto in pochi minuti.

Molte delle colonnine disseminate lungo la nostra Penisola sono a pagamento ma esistono anche dei servizi gratuiti proposti in aree come i centri commerciali o i parcheggi dei punti vendita.

Quanto costa ricaricare un’auto elettrica

Dare una quantificazione esatta del costo di ricarica di un’auto elettrica non è un compito semplice. Ci sono diverse variabili da tenere in considerazione. Per le colonnine a pagamento, alcuni operatori prevedono una spesa a consumo, che varia mediamente dai 45 ai 50 centesimi a kilowattora. Nelle colonnine a ricarica rapida continua, il costo può invece arrivare a 80 centesimi a kilowattora e oltre. A disposizione dei proprietari delle vetture elettriche esistono inoltre specifici abbonamenti che per un prezzo fisso mensile garantiscono un numero illimitato di ricariche.

Noleggiare un’auto elettrica: l’alternativa all’acquisto

Chi sceglie di guidare un’auto elettrica nei propri spostamenti quotidiani, non deve per forza di cose acquistarla. Sia che si usi la vettura nella vita privata sia che la si utilizzi per motivi professionali, a disposizione di tutti i conducenti esiste una valida alternativa. Ci riferiamo al noleggio auto elettriche.

Questa modalità sta offrendo un’ulteriore spinta alla diffusione delle vetture elettriche nel nostro Paese, poiché offre una serie di vantaggi rispetto all’acquisto, soprattutto nei casi in cui si adottano formule di noleggio a lungo termine. Ma vediamo insieme alcuni di questi vantaggi.

Vantaggi del noleggio di un’auto elettrica

Il primo vantaggio che si riscontra nel noleggiare una vettura elettrica è certamente di tipo economico. La ricarica di una vettura elettrica ha infatti costi decisamente inferiori rispetto al pieno fatto con carburante, a prescindere che sia gasolio o benzina.

Naturalmente, i vantaggi sono anche rivolti all’ambiente, a fronte di contesti urbani che possono diventare più verdi e maggiormente vivibili. Inoltre, chi opta per l’uso di una vettura elettrica ha in genere la possibilità di parcheggiare gratuitamente nelle aree urbane.

Ecco infine una serie di ulteriori buoni motivi per scegliere il noleggio come soluzione per poter fruire di un’auto elettrica:

  • la spesa è fissa, senza imprevisti, perché legata al versamento di un canone mensile;
  • le auto noleggiate possono essere nuove e possono essere equipaggiate personalizzandole a partire delle specifiche necessità del cliente;
  • i possessori di partita IVA e le aziende hanno la possibilità di godere di vantaggi fiscali registrando il mezzo prescelto come spesa e quindi risparmiando;
  • la pratica di noleggio è interamente seguita da un team di esperti che mettono le proprie competenze a servizio delle esigenze di ciascun cliente.

Decidere di noleggiare un’auto elettrica si rivela quindi una scelta ottimale, che va indubbiamente tenuta in dovuta considerazione.

Come fare trekking in sicurezza

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La montagna è una passione che accomuna milioni di persone a ogni latitudine del nostro meraviglioso Pianeta. I motivi che spingono ad amarla sono molteplici. Stare a stretto contatto con la natura aiuta a rilassarsi, garantendo benessere all’intero organismo. Ma si va ben oltre. La montagna, e in generale qualsiasi spazio verde consente di socializzare con facilità. Inoltre, le camminate ad alta quota favoriscono l’appetito e sono quindi utili come terapia per le persone che soggette a problematiche alimentari provocate da stress o da altre cause di carattere medico.

Nonostante il benessere sia al centro del contatto con gli ambienti naturali, per poterne fruire con intelligenza occorre conoscerli in maniera approfondita e frequentarli con un’attrezzatura idonea che permette di restare al riparo da imprevisti. Una fruizione errata può persino portare a tragedie come la morte.

Per potervi aiutare a godere di tutti i benefici offerti dalla montagna o da altri contesti verdi, in questo articolo vi daremo alcune indicazioni su come fare trekking in sicurezza. Forniremo concetti che potrebbero sembrare semplicistici ma che in concreto si rivelano fondamentali per proteggersi e per far risparmiare denaro ad altri cittadini. Ricordiamo infatti che i soccorsi garantiti per Legge anche a chi si comporta in maniera spericolata sono a carico di tutta la comunità e pesano sulle casse del nostro Stato, già duramente messo alla prova.

Consigli per trekker alle prime armi

Attenzione a pianificare i percorsi con la dovuta cura

Alla base di una escursione sicura troviamo una pianificazione puntuale. Sapere come e dove muoversi tra le bellezze della natura, siano esse montane o di altri contesti, permette di scoprire angoli incontaminati senza correre rischi.

Per fare trekking in sicurezza è poi necessario saper scegliere la giornata ideale in cui mettersi in marcia.  D’estate ad esempio, incamminarsi nelle ore troppo calde può provocare malori. Per questo. L’ideale è partire nelle prime ore del mattino.

Suggeriamo anche di prestare la massima attenzione alle previsioni del tempo. In luoghi come la montagna, le condizioni atmosferiche variano con estrema rapidità e ci si può ritrovare all’improvviso nel bel mezzo di un temporale o tra la nebbia, con il rischio di perdersi o di cadere in dirupi con tutte le conseguenze del caso.

Cercare di non effettuare escursioni in solitaria

Camminare tra i boschi o su sentieri montani comporta la possibilità di essere soggetti a una serie di pericoli come fratture, distorsioni ma anche di possibili incontri con fauna selvatica. Per questo motivo, consigliamo di svolgere le attività di trekking in compagnia o perlomeno di informare i propri amici o cari dell’itinerario che si è deciso di intraprendere.

Dotarsi di strumenti per orientarsi senza troppe difficoltà

Quando si è immersi nella natura, la tecnologia può risultare di grande aiuto per orientarsi o per lanciare allarmi. Chi utilizza abitualmente dispositivi come lo smartphone o il tablet, può fruire di App appositamente pensate per il trekking o per muoversi senza troppi rischi ad alta quota. Occorre però tener presente che in assenza di copertura, la rete cellulare diventa irraggiungibile.

Se questa opzione tecnologica non funziona come dovrebbe, non bisogna perdersi d’animo. In commercio, esistono strumenti che, mediante il GPS, consentono di conoscere le coordinate del percorso che si sta effettuando, geolocalizzandosi in buona parte delle posizioni. Ai lettori che non amano la tecnologia, raccomandiamo l’uso di mappe cartacee. Per imparare a leggerle in maniera corretta, si possono frequentare corsi di cartografia che vengono generalmente tenuti in aula o su canali web dedicati.

Scegliere un equipaggiamento di qualità

Chi decide di fare un’escursione in sicurezza deve equipaggiarsi con tutta la attrezzatura necessaria. Partendo dalla nostra esperienza personale, consigliamo di indossare abiti tecnici e scarponcini adatti al percorso da intraprendere. Per vivere l’uscita serenamente, raccomandiamo anche di dotarsi di un kit di pronto soccorso. Per un elenco completo del materiale da portare con sé, suggeriamo di consultare le pagine del sito Idealo.

Per i tragitti più impegnativi, rivolgersi a escursionisti esperti

Fare trekking ad alta quota non dà spazio ad alcun tipo di improvvisazione. Come anticipato nell’incipit del nostro articolo, infatti, in gioco c’è la nostra sopravvivenza. Nei casi in cui non si ha la dovuta esperienza e si intraprendono percorsi impegnativi come ferrate o scalate, diviene perciò essenziale rivolgersi a guide abilitate. In alternativa, suggeriamo di incamminarsi con persone davvero esperte e a conoscenza di tutti i pericoli che possono presentarsi in montagna.

Proteggere pelle e occhi

Quando si fa trekking è importante applicare prodotti a elevata protezione su tutte le porzioni di cute scoperte. Ci riferiamo a creme che recano la dicitura SPF +50. Le labbra vanno invece protette con specifici stick. Non si devono infine dimenticare gli occhi che vanno tutelati con lenti tecniche. Per una protezione ottimale, suggeriamo di indossare degli occhiali a fascia perché sono pienamente coprenti e fungono da schermo contro le radiazioni dannose, gli UVA e gli UVB.

Bonus 200 euro liberi professionisti: come funziona e tutte le novità

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Tra le novità introdotte dal governo uscente, il bonus 200 è certamente una di quelle che ha mosso più interesse e critiche. Il recente decreto aiuti ha confermato l’erogazione del bonus di 200 euro a beneficio di lavoratori, pensionati e disoccupati. I beneficiari potranno riceverlo direttamente tramite retribuzione, dall’ Inps, oppure presentando apposita domanda.

Bonus 200, facciamo chiarezza

Dopo lunghi mesi di andirivieni informativo, è stato finalmente decretato che il bonus una tantum di 200 euro sarà corrisposto anche ai professionisti e ai lavoratori autonomi con partita IVA. Tuttavia non è ancora chiaro come, o in quale misura, il sostegno sarà erogato.

Mentre altre categorie iniziano a ricevere bonus per bilanciare il recente aumento dei prezzi, rimane sconosciuto l’iter che gli autonomi dovranno seguire per ottenere il supporto. Cerchiamo di fare chiarezza e organizzare le notizie certe giunte finora riguardo a questo sostegno. Puoi rimanere aggiornato su novità e modifiche installando la app Beprof sul tuo smartphone.

Il Decreto Aiuti, emanato a maggio 2022, prevede un fondo di sostegno con un bonus una tantum di € 200 per tutti i cittadini lavoratori, autonomi e dipendenti, pensionati, disoccupati NASpI o percettori di Reddito di Cittadinanza. Il Decreto avrebbe dovuto fornire indicazioni precise e complete per ottenere il bonus entro il 17 giugno.

Nonostante la data ultima, i lavoratori autonomi e le ditte individuali rimangono in attesa di indicazioni. Il decreto prevede la creazione di un fondo speciale di 500 milioni di euro a garanzia dei bonus per le partita IVA, ma l’importo del singolo bonus non è stato ancora determinato.

In arrivo un nuovo Click Day

Attualmente, per l’erogazione del contributo agli autonomi, gli organi competenti stanno ipotizzando di organizzare uno specifico click day dedicato alle partite IVA. Probabilmente sarà implementata una piattaforma online alla quale i professionisti dovranno accedere per richiedere il bonus, entro una soglia temporale piuttosto limitata.

Al momento, non sembra che questo finanziamento sia sufficiente a coprire tutti i lavoratori autonomi del Paese. Secondo le prime indiscrezioni, i fondi disponibili saranno distribuiti come segue:

  • 80,7 milioni di euro per gli autonomi iscritti a fondi pensione privati;
  • 419,3 milioni di euro per chi ha sottoscritto la contabilità separata Inps.

Per quanto riguarda i requisiti, il limite di reddito annuo di 35.000 euro per ricevere il bonus si applica ai dipendenti e agli altri soggetti, ma non è chiaro se tale soglia sia prevista anche per le partite IVA.

Fondi limitati

Prendendo in considerazione l’ipotesi del click day, molti sostengono che si tratti di una vera e propria discriminazione per chi utilizza la partita IVA, insieme alla disponibilità di fondi limitati. L’Istituto Nazionale dei Ragionieri ha messo in evidenza il rischio reale che molti professionisti possano essere esclusi dai bonus.

Nonostante le indiscrezioni sulle disponibilità di finanziamenti per i lavoratori autonomi, si attende la conferma ufficiale degli organi competenti.

Come preparare un matrimonio in stile

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Preparare un matrimonio? Non è di certo nostra intenzione spegnere gli entusiasmi e generare il panico, tuttavia non si può negare che l’organizzazione di un matrimonio risulti essere un momento davvero impegnativo, di conseguenza sarà bene sforzarsi a mantenere la calma e a stilare una lista delle priorità e, per ciascuna, individuare i tempi giusti per portarla a termine. A parte le fasi previste dai riti civile o religioso, il matrimonio non dovrà seguire un copione imposto e prestabilito.

Non date ascolto a chi dice che dovrete per forza fare il lancio del bouquet o della giarrettiera, che la sposa dovrà vestirsi di bianco assoluto e che non si dovrebbe incontrare il partner la notte prima delle nozze. Molti sposi già conviventi, infatti, scelgono di intraprendere questo passo decisi a non seguire regole e consuetudini. Mano nella mano, arrivano insieme all’altare in modo spontaneo: lui con magari un bel paio di tennis ai piedi e lei con un abito multicolore.

Attenzione agli imprevisti

Mettete poi in conto gli imprevisti! Gli imprevisti fanno parte della vita e, inevitabilmente anche dell’organizzazione di un matrimonio. Situazioni o circostanze non prevedibili, potrebbero influire non poco sul vostro budget; pertanto valutate almeno un 10% di costi in più, cosa che vi permetterà di affrontare con lucidità e calma qualsiasi fatto spiacevole.

A questo punto, scegliete uno stile preciso per conferire armonia ed equilibrio a questa giornata speciale che verrà adottato per tutti gli altri elementi di design, partecipazioni e coordinati, allestimenti, ma anche per il classico cadeau-mariage, (bomboniere o segnaposti). Valutate dapprima la scelta della location e degli abiti che dovrebbero rispecchiare caratteristiche uniche e darvi la possibilità di rifletterle in ogni sfumatura. Nulla vi vieta di scegliere una villa d’epoca o un castello e allo stesso tempo allestire uno scenario ricco di elementi di modernità e di contrasto.

Lo stile nuziale

Quando si parla di stile nuziale, risaltano da subito i classici ed intramontabili shabby-chic, country, chippy, boho chic, romantico, etc. Ne esistono davvero moltissimi e sono tutti degni d’essere presi in esame ed interpretati al meglio; tuttavia, a prescindere dagli stili, dalle mode e dalle tendenze del momento, un matrimonio deve soprattutto celebrare la coppia. Per scegliere il tema del vostro matrimonio partite da un piccolo frammento di ricordo, un passaggio importante della vostra storia d’amore; da un dettaglio in comune con la vostra dolce metà… oppure individuate il vostro colore preferito da una combinazione di nuance che richiamino alla mente immagini e momenti da custodire. Ricordatevi che uno stile di nozze dovrà essere armonioso, elegante e riconoscibile.

Ogni elemento di questo giorno, dall’auto, alla torta, alle composizioni floreali, dovranno essere uniti tra loro in modo coerente e comprensibile. Se siete appassionati di letteratura, ad esempio, un’idea per rendere originali i segnaposto, potrebbe essere quella di stampare dei biglietti che riportino al loro interno brevi aforismi o romantiche poesie; i vostri invitati, resteranno ben impressionati e gradiranno di certo il pensiero. Last but not least, ricordatevi che siete voi sposi ad essere i protagonisti assoluti di questa data; è dunque importante che il vostro matrimonio rifletta la vostra personalità, il vostro gusto e le vostre indimenticabili pagine d’amore.

Preparare un matrimonio: affidatevi a una wedding planner

Se avete poco tempo libero per via del lavoro o, in generale, sentite il bisogno di avere una guida per l’organizzazione di un giorno così importante, potreste prendere in considerazione l’idea di assumere un/a wedding planner, ovvero una persona che vi aiuti a scegliere cosa è meglio per voi, proponendovi, per esempio, delle idee bomboniere matrimonio che si addicano al fil rouge prescelto per l’evento oppure dandovi dei consigli sulla scelta del bouquet di fiori in base al vostro abito nuziale. Auguri! 

Cosa sono i prodotti CBD e cosa prevede la legge

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I prodotti CBD, disponibili ormai sotto diverse forme, dalle capsule all’olio fino al liquido per le sigarette elettroniche, sono composti a base di cannabidiolo, principio attivo che si trova sia nella cannabis che nelle piante di canapa. Oggi i prodotti CBD sono molto richiesti da diverse tipologie di target e le loro proprietà benefiche ne incentivano l’acquisto. Esistono in commercio prodotti a base di canapa assolutamente naturali perché ottenuti da canapa coltivata senza fertilizzanti o componenti chimici ed è verso questa tipologia di prodotti CBD che molte persone indirizzano la propria scelta. Ma cosa sono esattamente i prodotti CBD e quali sono le loro proprietà benefiche?

Cosa sono i prodotti CBD: differenza tra THC e CBD

I prodotti CBD utilizzano delle molecole estratte dalla canapa chiamate fitocannabinoidi e i più conosciuti sono il THC e, appunto, il CBD ma, mentre il THC è conosciuto soprattutto per gli effetti psicoattivi o da “sballo”, il CBD, cannabidiolo, non ha effetti psicoattivi, ma soprattutto possiede proprietà benefiche sia a livello farmacologico che a livello cosmetico. I prodotti CBD utilizzano il cannabidiolo estratto principalmente dai fiori e dalle foglie delle piante di canapa e sono prodotti autorizzati anche a livello normativo dal Reg. (CE) n. 1223/2009 come ingrediente cosmetico sia di produzione sintetica che di origine naturale.

Vantaggi e proprietà benefiche dei prodotti CBD

Sono moltissimi i vantaggi dell’utilizzo dei prodotti CBD e le loro proprietà benefiche per il nostro organismo e per la nostra mente: indipendentemente dal tipo di composto, tra olio e capsule, i benefici vengono comunque avvertiti in poco tempo e sono davvero notevoli.

Innanzitutto il cannabidiolo, contenuto nella canapa e quindi nei prodotti CBD, è efficace per migliorare i disturbi del sonno e per ridurre l’ansia e, se assunto a basse dosi, può intervenire anche sulla sonnolenza diurna.

Il cannabidiolo è anche efficace in alcune forme gravi di epilessia e diversi test ne hanno dimostrato la riduzione delle crisi di una buona percentuale. È considerato utile anche per migliorare i sintomi della schizofrenia e per prevenire le malattie neurovegetative.

I prodotti CBD sono inoltre utilizzati per alleviare la nausea, per ridurre l’incidenza del diabete, per mantenere in buono stato la salute cardiovascolare, per alleviare l’artrite reumatoide, per aiutare le manifestazioni di acne e psoriasi e per ridurre gli stati depressivi.

Come agisce il principio attivo contenuto nei prodotti CBD?

Abbiamo appurato le varie proprietà benefiche dei prodotti CBD ma non sappiamo ancora come agisce concretamente il CBD in modo benefico sul nostro organismo. Vediamolo insieme.

Il sistema biologico che regola il nostro sistema immunitario, il sistema nervoso e tutte le funzioni espletate dai nostri organi oltre ad appetito, umore, dolore e metabolismo, si chiama sistema endcoannabinoide (ECS) ed è formato da diversi recettori cannabinoidi che possono legarsi o alle molecole di THC o a quelle di CBD.

Quando un trauma o una patologia altera il nostro sistema endocannabinoide o biologico, si verifica uno squilibrio interno ed è allora che l’assunzione di CBD diventa indispensabile per trasmettere le informazioni utili al nostro sistema endocannabinoide (ECS) (o sistema biologico) a ripristinare l’equilibrio e la stabilità interna del nostro organismo.

Proprietà cosmetiche dell’olio CBD

 Tra le varie formulazioni proposte, l’olio a base di CBD è un ottimo prodotto per la salute della pelle, per contrastare i segni dell’ossidazione cellulare e per mantenere la pelle idratata e nutrita. L’utilizzo cosmetico dell’olio CBD è essenziale anche per ridurre i fenomeni di irritazione, soprattutto per le pelli più sensibili e delicate. L’olio puro a base di CBD, assunto quotidianamente sotto forma di poche gocce, produce effetti visibili in breve tempo e, oltre alla cosmesi, è utile anche per contrastare i dolori reumatici, muscolari e articolari.

Prodotti CBD in Italia: cosa prevede la legge

La richiesta esponenziale di prodotti CBD ne ha reso necessaria una normativa da rispettare. In Italia la normativa in materia di CBD è la 242/2016 ed è entrata in vigore nel 2017: la legge regola in particolare le fasi di coltivazione, lavorazione e vendita della canapa. È stato proprio in seguito all’entrata in vigore di questa legge che molti punti vendita dedicati alla commercializzazione di prodotti inerenti il mondo della cannabis hanno aperto i battenti, ma si tratta di negozi che vendono prodotti a base di cannabis legale e la differenza sostanziale con la cannabis illegale consiste nella concentrazione del principio attivo psicotropo: il THC.

I prodotti a base di cannabis che possono essere considerati adatti alla vendita, secondo la normativa vigente, non devono contenere un livello di tetraidrocannabinolo superiore allo 0.2%, in modo da privare la canapa delle sue proprietà psicotrope.

Il livello di CBD, invece, non ha un limite di concentrazione nei prodotti in vendita proprio perché è considerato assolutamente legale.

La legge prevede inoltre la possibilità di richiedere, all’azienda che commercializza prodotti CBD, tutta la documentazione relativa alla provenienza della cannabis, oltre che verifiche sui singoli prodotti per attestarne i requisiti di legalità.

Prodotti disponibili presso una farmacia online con le promozioni

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Il nostro modo di intendere la farmacia è cambiato negli ultimi anni, in modo particolare da quando, con la digitalizzazione sono state introdotte le farmacie online.

Si tratta di un fenomeno sempre più diffuso e che risulta, potremmo dire, non concorrenziale a quello delle realtà in presenza. Si inserisce, piuttosto, all’interno della cosiddetta multicanalità, la quale ha segnato un approccio diverso.

Se per l’acquisto dei farmaci gli individui preferiscono recarsi di persona presso le farmacie, al contempo l’impiego degli strumenti digitali, e la fruizione degli e-commerce online, è aumentato in maniera esponenziale.

Merito di un servizio sempre più evoluto, con un’assistenza clienti a disposizione per trovare consiglio nonché la possibilità di accedere a quelle che sono le promozioni del mese della farmacia online. Queste riguardano un po’ tutti i prodotti che può vendere questo tipo di realtà, ovvero cosmetici, dispositivi medicali, medicinali senza obbligo di ricetta e integratori.

Soluzioni che sono per molte persone di consumo quotidiano in quanto efficaci a livello preventivo così come per il mantenimento della salute dei diversi organi, a cominciare da quello più esteso: la pelle.

In questo articolo vi raccontiamo qualcosa di più sui prodotti che si possono trovare presso una farmacia online in occasione delle promozioni, le quali sono costanti e frequenti. Soluzioni capaci di far risparmiare non poco sul portafoglio a fronte di articoli sicuri e di qualità.

Alcuni dati

Secondo le statistiche, sono oltre 16 milioni gli italiani che acquistano prodotti farmaceutici sul web, per un fatturato pari a circa 794 milioni di euro.

L’opzione preferenziale per l’acquisto è rappresentata dalle farmacie online, per una fetta di mercato pari a quasi il 50%. Questi dati sono stati resi pubblici dall’IQVIA: un provider specializzato nella raccolta e nell’utilizzo dei dati di tipo scientifico.

Risalgono al 2019, momento in cui hanno visto registrare nel Belpaese una crescita superiore al 60% rispetto all’anno precedente.

Sempre per il 2019, in Europa le vendite online dei medicinali hanno visto sfiorare i 6,5 miliardi di euro, contro i 2,5 miliardi del 2018. L’Italia si inserisce, quindi, in un trend generale che ha visto un miglioramento a livello europeo.

Con la pandemia i numeri sono aumentati ulteriormente, complice una maggiore dimestichezza (dovuta al periodo di chiusura) acquisita dalle persone con la nuova tecnologia.

Sempre stando ai dati IQVIA, nel primo trimestre del 2022 è stato registrato un +24,8% rispetto al medesimo arco di tempo del 2021.

Se si tiene presente il numero limitato che si possono acquistare presso le farmacie online rispetto a quelle fisiche, i prodotti commerciali disponibili presso gli e-commerce hanno raggiunto una percentuale del 5% di tale mercato.

Numeri degni di nota e che sembrano destinati a non conoscere battuta d’arresto, complice da un lato l’aumento dei servizi declinati già nel breve periodo all’interno delle soluzioni e-commerce online, dall’altro la presenza costante presso ogni farmacia online delle promozioni.

Cosa si può acquistare presso le farmacie online

Partiamo dal definire quali sono i prodotti che si possono acquistare, stando alle disposizioni della normativa italiana, presso le farmacie online. Si tratta, nel dettaglio, di:

  • Cosmetici
  • Integratori
  • Dispositivi medicali e medicinali che non presentano obbligo di ricetta: OTC, SOP, medicinali omeopatici che non hanno obbligo di prescrizione.

La possibilità di vendita online per i prodotti che non necessariamente vogliono ricetta medica è stata introdotta in Italia nel 2014, anno in cui è entrato in vigore il Decreto Legislativo n.17.

Pertanto, in altri Paesi europei quali quelli del Nord Europa, Regno Unito e Germania è possibile accedere, sul web, anche ai farmaci che richiedono prescrizione da parte del medico. L’Italia presenta, pertanto, delle sue specificità particolari.

I prodotti più venduti

I prodotti più acquistati da parte degli utenti online sono i seguenti, ovvero:

  • Integratori, vitamine, articoli che fanno da potenziatori e coadiuvanti per l’attività sportiva. Ammontano a circa il 45%.
  • Farmaci che non necessitano di prescrizione medica. Ammontano a circa il 40%.
  • Articoli di origine naturale da utilizzare per la salute e il benessere della persona. Ammontano a circa il 40%.
  • Cosmetici, creme per la pelle e soluzioni per i trattamenti muscolari. Ammontano a circa il 35%.
  • Accessori di tipo medico e ortopedico. Ammontano a circa il 30%.
  • Prodotti dedicati alla medicazione. Ammontano a circa il 30%.
  • Articoli dedicati all’oculistica. Ammontano a circa il 25%.
  • Prodotti di tipo omeopatico. Ammontano a circa il 22%.

Questo tipo di prodotti si trovano soggetti a promozioni di tipo mensile e con un’alternanza tale da soddisfare le esigenze delle persone in maniera duratura nel tempo.

Un fattore che rappresenta un valore aggiunto per i consumatori, dal momento che si tratta di dispositivi che possono avere a prezzo pieno importi anche importanti.

Vista la qualità insita agli articoli di tipo farmaceutico, avere la possibilità di accedere a condizioni di tipo promozionale rappresenta un beneficio di non poco conto. Un aspetto indubbiamente tra quelli che hanno portato al successo questo tipo di attività.

Come aprire un panificio

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Assumere i panni di un imprenditore, avviando un’attività propria, è una scelta che vale la pena abbracciare, indipendentemente dal settore. Tra le tante possibilità percorribili, c’è ad esempio quella di aprire un panificio. Nei prossimi paragrafi vedremo come fare.

La scelta del negozio

Non è necessario possedere un titolo di studio particolare per svolgere una professione come quella del panettiere. Chi intende intraprendere questa strada deve però frequentare un corso di panificazione o svolgere un periodo di apprendistato presso panifici o imprese alimentari del settore.

Oltre a essere panettiere per mestiere, per ovvi motivi, nel momento in cui si decide di aprire un panificio, una delle prime cose a cui prestare attenzione è la scelta del negozio. È bene sapere che il panificio deve essere preferibilmente ubicato in un luogo in cui c’è un buon viavai di persone, così da poter attirare la clientela con una certa facilità.

Aprire un panificio: l’iter burocratico

Come accade con quasi ogni altra attività di tipo imprenditoriale, anche per aprire un panificio è necessario seguire un preciso iter burocratico. Tra le cose indispensabili da fare rientrano:

  • l’apertura della Partita IVA;
  • l’iscrizione al Registro delle Imprese della propria provincia
  • l’invio della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune in cui si svolge l’attività entro 30 giorni almeno dall’inizio dell’attività
  • la richiesta Comune per l’esposizione dell’insegna
  • l’apertura delle posizioni INPS e INAIL;
  • la frequenza di un corso HACCP, così da ottenere la certificazione indispensabile per poter lavorare con gli alimenti;
  • la richiesta dei vari permessi Asl.

Quale attrezzatura serve per aprire un panificio

Anche l’acquisto dell’attrezzatura è un altro punto essenziale quando si vuole aprire un panificio. Per ovvi motivi, il primo strumento di cui equipaggiarsi è il forno con cui poter preparare il pane e gli altri prodotti che si proporranno alla clientela. I forni che vengono abitualmente utilizzati in un panificio possono essere alimentati in due modalità diverse.

Esistono forni ad alimentazione elettrica ma anche forni ad alimentazione a legna. Entrambe le tipologie sono adatte al tipo di cottura che si andrà a realizzare. Per maggiore comodità, quando si decide di aprire un panificio, si tende ad acquistare un forno ad alimentazione elettrica. Ma chi punta più su un tipo di cottura tradizionale sceglie di sovente un forno alimentato con l’uso di legna.

Accanto al forno, un altro strumento certamente indispensabile quando si decide di aprire un’attività come quella di un panificio è rappresentato dall’impastatrice. Si tratta infatti di un tipo di attrezzatura che facilita di molto il lavoro, accorciando i tempi di produzione.

Esistono inoltre strumenti che aiutano appositamente ideati per realizzare pezzi di impasto della stessa forma e dimensione. Con questo genere macchinari i vari panino prodotti e le diverse pagnotte presenteranno tutti il medesimo peso.

Quanto guadagna il proprietario di un panificio

Una volta aperto il panificio e in possesso di tutta la regolare documentazione, è bene sapere che fatturato e ricavi effettivi medi variano ovviamente a partire da alcuni fattori, primo tra tutti la capacità di fare impresa. Mediamente, a ogni modo, i ricavi minimi di un tipo di attività come un panificio sono compresi in un ventaglio tra i 40 e i 60 mila euro all’anno.

Quanto costa produrre un chilo di pane

Un altro dato interessante da conoscere per chi decide di cimentarsi nell’apertura di un panificio riguarda il costo di produzione del pane. A oggi, secondo le elaborazioni di Coldiretti, il costo per produrre il pane è in media di 3,1 euro al chilo. Tuttavia, gli addetti ai lavori stimano che si assisterà a un rincaro compreso tra i 50 centesimi o l’euro al chilo nei mesi a venire.