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Come imbiancare casa da soli

Con un minimo di impegno, imbiancare casa da soli è una attività fattibile. In questo articolo vedremo come fare.

La prima cosa da sapere è che prima di imbiancare casa occorre munirsi della giusta attrezzatura  in base al tipo di pareti. In commercio esistono pitture a tempera, pitture acriliche, idropitture e smalti. Ognuna di queste pitture ha prezzi diversi  e richiede attrezzi, supporti, teli e pennelli altrettanto diversi. Inoltre, le pitture, potranno essere usate diluite o già dosate nelle latte in commercio. Prima di iniziare, sarà utile stilare una lista di ciò che serve, tenendo conto che ad ogni tipo di vernice corrispondono  quantità ed accessori diversi.

Imbiancare casa da soli: consigli in pillole

Ecco una serie di consigli da seguire quando si intende imbiancare casa da soli:

  • Le stagioni ideali per imbiancare sono primavera o estate;
  • Svuotare i locali e raggruppare i mobili al centro;
  • In presenza di muffa procedere prima con un trattamento specifico;
  • Nel caso di intonaco nuovo, impiegare del fissativo o aggrappante (prodotto trasparente utilizzato per permettere alla pittura di aderire perfettamente alla parete);
  • Pennello o rullo? Il pennello permette di ottenere una finitura liscia mentre il rullo lascia un effetto a buccia;
  • Partire dal soffitto in modo da coprire eventuali schizzi sulle pareti. Per le pareti si inizia da un lato ad angolo e si procede verso l’altro lato, applicando la pittura dall’alto verso il basso, incrociando se necessario.

Quale pittura usare?

Le pitture a tempera sono quelle più economiche, ma con il tempo tendono a deteriorarsi, specie in quegli ambienti molto secchi o molto umidi. Solitamente vengono utilizzate per zone poco esposte, come rispostigli e cantine. Gli smalti sono invece delle vernici satinate o lucide in formula lavabile o idrorepellente; sono queste le pitture ideali, a base acquosa per il bagno o per la cucina che le rende facili da stendere. Le pitture acriliche sono le più costose perché resistenti e durature. Esse coprono perfettamente macchie e difetti  risultando aderenti alla superficie.

L’idropittura è invece la soluzione più interessante proprio perché lavabile, traspirante e termoisolante; per questa ragione ha un costo leggermente superiore rispetto ad altre pitture. È adatta ad ogni ambiente e aiuta a contrastare la formazione di muffe tipiche degli ambienti umidi. L’idropittura può anche rappresentare una soluzione termoisolante, agendo in maniera preventiva contro le muffe e migliorando la coibentazione dei muri domestici. Per la scelta e l’utilizzo è preferibile affidarsi ad un imbianchino professionista.

Esistono poi vernici studiate appositamente per la prevenzione di muffe che si distinguono in anti-condensa e a largo spettro. Le prime mantengono le pareti calde evitando gli sbalzi termici, mentre le seconde eliminano i batteri responsabili delle muffe.

Accessori utili per pitturare casa

Per poter eseguire un trattamento pulito e preciso, serviranno alcuni teli o cartoni per preservare i pavimenti e l’arredo. È utilissimo anche il nastro carta per rifinire i dettagli come margini, i bordi degli infissi e dei serramenti o i battiscopa. Infine occorreranno rulli, pennelli di qualità, piatti e miscelatori. È buona norma procurarsi questi accessori valutando l’ampiezza del locale, il tipo di esposizione e il quantitativo di vernice per ogni parete.

Quanta vernice occorre?

Il calcolo è semplice e segue un ragionamento per eccesso. Occorre misurare l’area delle pareti di una stanza, escludendo il pavimento. A questo punto basterà calcolare base e altezza di una parete e moltiplicare tra loro le misure ottenute, procedendo poi a sommarle tra loro. Per sapere quanta vernice servirà si dovranno dividere il numero ottenuto per la resa indicata sulla scheda tecnica.

Come scegliere il colore

I colori dipendono dai gusti e dal mood personale. Andrebbero ad ogni modo seguite alcune regole di base per la scelta dei colori che riguardano la posizione dell’edificio, la destinazione d’uso della stanza con lo stile dell’arredo presente al suo interno.

Se l’ambiente è  a nord e non risulta abbastanza luminoso, sarebbe meglio optare per una tonalità calda. Al contrario per stanze molto illuminate vanno bene anche i colori freddi o le tonalità più scure. Il bianco è il colore ideale per gli indecisi perché si abbina a tutti gli arredi e lascia liberi di cambiare spesso colore.

Preparare la parete

Prima di tinteggiare le pareti dovreste assicurarvi che non vi siano crepe o danni all’intonaco che altrimenti andrebbero livellati. Intervenite su ogni imperfezione, rimuovendo chiodi, passando lo stucco o la malta per poi lasciare asciugare a fondo. Se vi è presenza di muffa sulla parete, quest’ultima andrebbe rimossa con della candeggina per poi applicare una soluzione protettiva prima di stendere la vernice finale.

Pittura professionale

Per un effetto rasato ed omogeneo, è consigliabile iniziare dagli angoli della parete e procedere verso l’interno. Stendere la pittura seguendo delle linee orizzontali, dall’alto verso il basso e, lasciare asciugare completamente. I tempi dipendono dal tipo di vernice, ma in ogni caso servirà almeno una seconda mano per un risultato più intenso e coprente.

Quando si inizia il lavoro sulla singola parete, non bisogna fare pause ed ultimare l’operato nel più breve tempo possibile, altrimenti il rischio sarà quello di ottenere colori di diversa intensità. Dopo la prima mano di imbiancatura, occorre attendere la completa asciugatura prima di procedere con la seconda, e solo dopo aver eliminato delicatamente eventuali sbavature con della carta vetrata. Infine, per i ritocchi, usare un pennello con punta arrotondata ed attrezzarsi con del nastro biadesivo per delineare bordi o cornici. Buon lavoro!

Come diventare pianista

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La musica appassiona quasi ognuno di noi, a prescindere dai propri gusti personali. C’è chi predilige lo stile classico, chi il rock, chi il jazz, chi ancora il pop.

Tra gli amanti della musica, ci sono poi delle persone che decidono di seguire dei percorsi dedicati per tramutare la loro passione in un mestiere. Nei prossimi paragrafi di questo articolo, vedremo ad esempio come diventare pianista.

Quando si inizia a suonare il pianoforte

In realtà non esiste un’età giusta o particolare per iniziare a suonare il pianoforte. In molti casi, si inizia piuttosto presto, a partire dai 3 anni. È a questa età, infatti, che i bambini possono iniziare dei brevi corsi di gruppo, dove lavorano sulla musicalità del corpo, sul ritmo, sulla voce. Ma lo si può fare anche durante l’adolescenza. Per ciò che riguarda la tecnica pianistica, in genere, si riesce a impara più velocemente quando si è adolescenti che da bambini.

I passi per diventare pianista

Per ovvi motivi, la prima e più importante componente per abbracciare questa professione consiste nell’accertarsi di possedere la predisposizione per diventare un pianista. La strada migliore consiste quindi nel rivolgersi a un insegnante che potrà testare da subito tali capacità.

Una volta appurato che di fatto la propensione è effettiva, il secondo passo consiste nell’iscriversi a un conservatorio o in alternativa frequentare un istituto pareggiato. Una volta ammessi al conservatorio, si inizia a intraprendere un percorso personalizzato dal proprio insegnante, esercitandosi e studiando nel contempo una serie di materie necessarie per poter acquisire il titolo di pianista professionista.

A fine percorso, superati tutti gli esami previsti, si riesce a ottenere il diploma. A questo punto ha inizio la parte più complessa: farsi conoscere nel mondo della musica. Occorrerà quindi riuscire a creare relazioni, a tessere una rete di contatti, a farsi notare. Per raggiungere l’obiettivo, è possibile mettere in atto svariate strategie simultaneamente, come partecipare ai concorsi musicali o a eventi.

Nel contempo, una buona idea può essere quella di dedicarsi all’insegnamento, dando lezioni private a chi desidera imparare a suonare il pianoforte.

Quanti anni sono necessari per diventare pianista

Suonare uno strumento in maniera professionale non è un’attività come un’altra ma ha una difficoltà decisamente superiore. Il pianoforte, tra l’altro, risulta tra gli strumenti più complessi.

Per di più, c’è necessità di tantissimo impegno, investendo moltissimo tempo: prima di ottenere il diploma di pianoforte, per un percorso completo, ci vogliono infatti almeno dieci-dodici anni.

Sbocchi professionali del pianista professionista

In concreto, per il pianista si aprono diversi sbocchi professionali. Come abbiamo detto poc’anzi, può ad esempio dedicarsi all’insegnamento sia in forma privata sia facendosi assumere in scuole specializzate o comunque in cui si insegna musica.

Un pianista professionista può inoltre lavorare come elemento di una band oppure in un’orchestra sinfonica. Può partecipare a produzioni musicali per progetti discografici ma anche occupare un ruolo di arrangiatore o di produttore.

Tra le prospettive del pianista professionista c’è anche quella di diventare concertista solista, componendo musiche per pianoforte e collaborando in progetti strumentali di vario genere.

Quanto guadagna un pianista

Un pianista può trarre guadagno da fonti diverse, a seconda delle sue scelte professionali. Nel caso in cui si esibisca in teatro o in eventi di vario genere, per un concerto un pianista di musica classica può guadagnare dai 300 ai 3.000 euro, cifra che varia naturalmente anche in base alla sua fama.

Mercati rionali: una scelta conveniente per i nostri acquisti

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Risparmiare é diventata oramai una buona abitudine per tutti. Molte volte lo sforzo è quello di saper conciliare risparmio e qualità, specie in campo alimentare. Ma è davvero possibile acquistare dei buoni prodotti a prezzi convenienti? La risposta viene dai tradizionali mercati rionali. I prodotti presenti sulle bancarelle, infatti, soddisfano anche i palati più esigenti, senza gravare sul budget.

Mercati rionali: le cifre

In base a una statistica del 2004 fatta da Confcommercio, le imprese del commercio ambulante in Italia, risultavano 150.000 e occupavano circa 340.000 persone direttamente e altre 100.000 nell’indotto; un settore in pieno fermento dunque. Si stima che il 14-16% degli acquisti di ogni famiglia italiana avviene attraverso questo canale. Le motivazioni di questa scelta risultano sostanzialmente due: qualità e prezzi ridotti rispetto ai negozi o ai moderni centri commerciali. Il fenomeno non riguarda solo il settore alimentare, anzi il numero maggiore di ambulanti è operativo nel settore dell’abbigliamento (44,6%); per quanto riguarda i generi di prima necessità, frutta e verdura mantengono il 55-60% di quota di mercato, seguite dai prodotti ittici (30-40%).

È inoltre possibile acquistare specialità regionali e “prodotti tipici” spendendo il minimo: dal pane casereccio, ai formaggi DOP, dalle spezie fresche alla frutta fuori stagione. Persino nell’abbigliamento, qualità e risparmio sono assicurati: Cachemire, seta e prodotti di pregio, a prezzi inferiori rispetto a quelli di qualsiasi altro grossista.

Sindaci, amministratori e associazioni di commercianti, hanno dichiarato che i mercati sono parte integrante delle economie locali e in molti si stanno rendendo conto che portano benefici anche a livello sociale: girovagare per le bancarelle offre il vantaggio di mantenere vive le relazioni personali, oltre che di acquistare ottimi prodotti, spesso a chilometro zero.

I benefici dell’acquisto “ambulante”

  1.  Si cammina lentamente e si tende a socializzare;
  2. Si scoprono angoli nascosti della propria città;
  3. Si percepiscono i profumi ed il chiacchiericcio della gente;
  4. Si acquista merce di qualità; in alcuni casi viene offerto un gradito assaggino prima di ogni acquisto;
  5. Si osserva il prezzo scritto a mano che rilancia valori di genuinità e semplicità.

Gli storici mercati rionali insomma, quelli che in ogni quartiere colonizzano strade e giorni in settimana, conservano il monopolio. Nell’era del fast fashion dove comincia a farsi largo un po’ di snobismo insofferente, fare acquisti ai mercati rionali è un modo per estraniarsi dall’omologazione di massa e dalla scarsa qualità.

Al mercato non si va soltanto per comprare cibo o merce dozzinale, ma oggetti e vestiti delle migliori marche e anche un po’ per vagare oziosamente; una vera e propria attività di slow shopping.

Mercati milanesi

Qui di seguito consigliamo tre mercati milanesi che andrebbero visitati anche solo per vivere un’esperienza di tipo culturale, oltre che commerciale:

1. Il “mercato del Cachemirino

A pochi passi dall’Arco della Pace, nella graziosa piazzetta che collega le vie Ariosto, Pagano e Vincenzo Monti. Gli articoli più venduti, come suggerisce il nome sono: lana e cachemire, calzature made in Italy e abbigliamento per l’infanzia che fa’ molto moda in zona Navigli. Se gli altri mercati del centro alternano le bancarelle di lusso a quelle di cineserie e cianfrusaglie, questo mercato si distingue per la sua impronta di sempre: NULLA di conveniente, ma la qualità è granitica.

2. Il mercato San Marco o Mercato di Brera

A pochi passi da due delle istituzioni principali della borghesia milanese, ovvero la sede dello storico quotidiano il Corriere della Sera e il Liceo Parini. Il mercato offre, oltre alla maglieria pregiata, anche calze di ogni tipo, pelletteria e frutta in grandissima varietà. Non visitatelo verso l’ora di pranzo, quando è sovraffollato da studenti e professori.

3. Il mercato Garigliano

Detto anche “il mercato Isola”, ma attenzione a non confonderlo con il mercato comunale al coperto. Questo mercato vanta la presenza di bancarelle retrò quali maggiori punti di attrazione, anche se chi lo frequenta abitualmente afferma che il valore aggiunto è senz’altro il cibo. Si segnalano, per chi ci passa il sabato, il gustosissimo pollo allo spiedo ed una bancarella dei prodotti della terra di Puglia, con una selezione di salumi e formaggi insuperabile! È anche il genere di posto dove si trovano prodotti non facilmente reperibili come il Daikon e la Manioca.

Tennis: l’impatto di Sinner sul movimento e l’economia

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Gli ultimi successi di Jannik Sinner non solo hanno riportato l’Italia ai vertici del tennis mondiale, ma hanno anche generato benefici importanti per l’intero movimento tennistico italiano e l’economia.

Oggi l’effetto Sinner è reale e tangibile, come dimostra l’aumento di tesserati e ricavi della Fitp (Federazione italiana tennis e padel) e l’indotto prodotto dai grandi eventi tennistici in cui Sinner è stato protagonista.

Le ricadute delle vittorie di Sinner sull’economia

La rapida ascesa di Sinner nel tennis internazionale era difficile da prevedere, soprattutto considerando che il campione altoatesino ha appena 22 anni e aveva chiuso la stagione 2022 al 15esimo posto nel ranking mondiale ATP.

In poco più di un anno, Sinner ha raggiunto la quarta posizione, vincendo la Coppa Davis il 26 novembre 2023 e aggiudicandosi gli Australian Open il 28 gennaio 2024, diventando di fatto uno degli sportivi italiani più famosi in patria e nel mondo. Come evidenziato da Stadiosport.it, stanno ovviamente cambiando anche i pronostici di questi bookmakers sui prossimi appuntamenti con cui il neo campione Slam si preparerà a scalare la classifica ATP.

Il successo di Sinner risulta evidente anche analizzando i numeri ottenuti dal tennis in Italia negli ultimi anni. Secondo uno studio di Ernest & Young, soltanto alle Atp Finals di Torino, dove Sinner ha perso in finale contro il numero uno del mondo Novak Djokovic, sono stati venduti 174.402 biglietti e tutte le sessioni sono andate sold out, generando un impatto economico di 306,3 milioni di euro e un gettito fiscale per l’Erario di 65,9 milioni di euro.

L’effetto Sinner si è fatto sentire anche agli Australian Open 2024, il primo Slam vinto dal tennista altoatesino che già ha permesso di puntare seriamente al numero uno del ranking mondiale ATP. Come riportato da Panorama, la finale del prestigioso torneo tennistico ha ottenuto 1.914.000 telespettatori con uno share del 18%, ma sono state ben 2,6 milioni le persone collegate alle 13.31 per assistere al match point di Sinner.

Si tratta di numeri normali solo per gli eventi calcistici, soprattutto considerando l’orario non proprio favorevole e la trasmissione in esclusiva pay. La finale delle Atp Finals di Torino 2023, che invece è stata trasmessa in chiaro sulla Rai, ha registrato uno share del 29,5% con oltre 5 milioni di spettatori.

Naturalmente, è lo stesso Sinner ad aver beneficiato dei suoi meritati successi, vittorie che gli hanno permesso ad esempio di siglare un accordo con la Nike da 150 milioni di euro in dieci anni e chiudere il 2023 con 20 milioni di euro guadagnati dagli sponsor.

Jannik Sinner e la crescita del tennis in Italia

Se le recenti vittorie di Jannik Sinner hanno reso nuovamente popolare questo sport nel nostro Paese, l’effetto Sinner sul tennis in Italia è probabilmente il fenomeno più evidente e significativo. I numeri della Fitp nel 2001, anno in cui nasceva Sinner e prendeva la guida della Federazione l’attuale numero uno Angelo Binaghi, vedevano appena 129mila tesserati, 1,3 milioni di praticanti, 1.700 maestri, 45 dipendenti diretti, 19 collaboratori e un fatturato di 15 milioni di euro.

A fine 2023 la crescita del tennis in Italia ha raggiunto livelli considerevoli, sia grazie ai successi di Sinner che ai risultati di altri tennisti italiani negli ultimi anni come Fabio Fognini, Marco Cecchinato, Matteo Berrettini e Lorenzo Musetti. In poco più di 20 anni la Fitp è arrivata a 660mila tesserati, ma secondo le stime potrebbero superare i 700mila nel 2024. I praticanti hanno raggiunto 4,5 milioni di persone, con 12mila maestri, 198 dipendenti, oltre 1.000 collaboratori e 185 milioni di euro di ricavi.

Se il movimento tennistico italiano sta crescendo da 15 anni, l’effetto Sinner si è fatto sentire soprattutto negli ultimi anni accelerando la crescita e la diffusione di questo sport. Secondo Binaghi, l’esplosione di Sinner ha portato a un aumento del 233% dei biglietti venduti per le ATP Finals di Torino 2024, con 46mila ingressi già acquistati al 28 gennaio 2024. Sono tantissimi anche gli italiani pronti a tifare per il campione altoatesino agli Internazionali d’Italia a Roma generando un indotto importante per l’economia, infatti il 27 gennaio 2024 erano stati già venduti 51mila biglietti.

L’effetto Sinner ha contribuito a rendere il tennis il secondo sport più seguito e praticato in Italia dopo il calcio, un risultato eccezionale che si sta riflettendo anche a livello locale. La febbre del tennis sembra aver contagiato tutto il Paese, con molte scuole di tennis piene e un vero e proprio boom di iscrizioni in città come Torino e Palermo. Naturalmente la Federazione e le associazioni sportive dovranno essere brave a fidelizzare chi oggi si iscrive sulla scia delle vittorie di Sinner e degli altri tennisti azzurri, ma secondo Binaghi l’effetto Sinner continuerà a farsi sentire a lungo.

Kinder Joy of Moving: un progetto Responsabilità Sociale

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La ricerca della felicità per i più piccoli non può prescindere da momenti di condivisione pensati appositamente per loro, che coinvolgono anche e soprattutto la sfera ludica. Proprio per questo, da anni l’impegno di Kinder prende vita tramite un importante progetto, che ha lo scopo di incentivare la naturale predisposizione dei bambini a muoversi e a giocare, per poi incanalarla verso una crescita anche a livello emotivo e cognitivo.

Si tratta di Kinder Joy of Moving, un progetto internazionale che coinvolge 2,6 milioni di bambini in 33 Paesi in tutto il mondo e che promuove programmi di educazione sportiva, eventi dedicati ai bambini e alle loro famiglie, campionati studenteschi, campus multidisciplinari e progetti di ricerca incentrati sui benefici di una vita attiva, con la convinzione che la sedentarietà dei bambini non solo inibisce un’attitudine positiva e gioiosa nei confronti della vita, ma nuoce allo sviluppo delle loro capacità motorie, emozionali e relazionali.

Kinder Joy of Moving si propone di ispirare le generazioni future affinché sempre più persone sposino la cultura dell’esercizio fisico come spinta a condurre una vita ricca di gioia, e lo fa cercando di facilitare l’attività fisica dedicata ai bambini anche in luoghi dove risulta più difficile farlo.

Qualunque sia la sfida, fai vincere la gioia

Il metodo del progetto Kinder JOM ha come slogan principale “Qualunque sia la sfida, fai vincere la gioia” perché è proprio dalla gioia e dalla voglia di giocare insita in tutti i bambini, e anche negli adulti che hanno saputo mantenere un’attitudine sognante e ludica nei confronti del quotidiano, che si basa l’anima più intima del progetto stesso.

Kinder JOM adotta una visione relazionale e sociale e cerca di coinvolgere in modo trasversale tutti gli aspetti della vita di un bambino che si accinge a crescere e a diventare adulto.

Esercitare l’efficienza fisica e farlo in gruppo, insieme ad altri bambini, sviluppa infatti in modo ineccepibile le funzioni cognitive e aiuta a pianificare, a memorizzare e a concepire, di volta in volta, idee e soluzioni brillanti, quelle in grado di cambiare il mondo.

Tutto ciò è fondamentale per sviluppare le abilità di vita della persona e per consolidare l’autonomia, l’autostima e la capacità di affrontare le sfide della vita quotidiana con coerenza, determinazione e razionalità, senza alcuna paura.

Il metodo Joy of Moving

Alla base del Progetto vive un metodo educativo scientificamente validato dall’Università di Roma “Foro Italico” con il CONI e il MIM del Piemonte, e parte dal presupposto – riassumibile dal celebre e sempre attuale motto “Mens sana in corpore sano” – che il gioco sia la base non solo per lo sviluppo motorio dei bambini, ma anche e soprattutto per quello cognitivo ed emozionale.

Il metodo pone l’accento non tanto quindi sulle performance e sull’agonismo dello sport, ma piuttosto sulla gioia che l’attività fisica porta ai bambini stessi e di riflesso, ad insegnanti e famiglie.

Dal gioco al movimento per bambini con un futuro gioioso

Partendo dal presupposto che tutto parte dal gioco e dalla gioia che ogni bambino prova nel giocare, Kinder JOM si impegna nel quotidiano per organizzare e sostenere attivamente programmi di educazione fisica e motoria, progetti di ricerca, eventi sportivi, programmi scolastici ed eventi multidisciplinari che coinvolgono attivamente anche le famiglie dei bambini.

Non solo: JOM ha anche fatto il proprio ingresso nelle scuole, attraverso programmi specifici realizzati in collaborazione con esperti dell’educazione cognitiva. Ad oggi, in Italia il progetto ha già coinvolto più di 10.000 classi di scuole e università, e anche a livello globale, questo approccio è stato adottato da numerosi paesi nel mondo, a dimostrazione del fatto che quello dello sport è un messaggio universale e applicabile in tutti i contesti socio-culturali.

Come pianificare un viaggio a piedi

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In questi ultimi anni si sta assistendo a un vero e proprio boom di viaggi “zaino in spalla”: sempre più persone decidono di mettersi in cammino allontanandosi dalle solite affollate mete turistiche, prediligendo un turismo lento, all’aria aperta e a contatto con la natura.

Chi decide di intraprendere un viaggio a piedi lo fa per i motivi più svariati: per allontanarsi dai ritmi frenetici della vita e godere del vivere con lentezza, per mettersi alla prova e scoprire i propri limiti, per assaporare la libertà e uscire dalla routine di giornate tutte uguali scandite dall’orologio, per esplorare nuovi luoghi che non si sarebbero mai raggiunti con altri mezzi, per rigenerarsi in mezzo alla natura, per motivi religiosi.

Camminare è un’attività fisica molto semplice e tutti dovrebbero, almeno una volta nella vita, intraprendere un viaggio a piedi. È un’esperienza unica ed affascinante, ma non basta mettersi uno zaino in spalla e partire, è opportuno seguire alcuni consigli per rendere questo viaggio straordinario e indimenticabile e affrontarlo in totale sicurezza.

Scegliere la destinazione

Per prima cosa bisogna decidere il periodo e il tipo di cammino da intraprendere. È necessario informarsi sulle condizioni meteorologiche del luogo, la lunghezza delle varie tappe, il dislivello, il tipo di terreno.

Se desideri intraprendere un viaggio perfetto a piedi, verifica che lungo il percorso ci siano dei punti di ristoro o di accoglienza.

Scegli un cammino adatto alla tua preparazione fisica. Non affrontare un itinerario troppo lungo o con molto dislivello se sai già di non esserne all’altezza. Rischi di rovinare il viaggio e interromperlo prima del previsto.

Abbigliamento adatto per un viaggio a piedi

Un altro aspetto molto importante e da non sottovalutare è l’abbigliamento. Scegline uno adatto alla stagione durante la quale si svolgerà il cammino.

Prediligi un abbigliamento comodo, con tessuti tecnici, facili da lavare e che asciugano in fretta.

Per l’estate portati sempre una giacca a vento impermeabile e una felpa per le giornate più fredde. D’inverno invece, vestiti a strati, così riuscirai a regolare la temperatura e non avrai troppo caldo o troppo freddo.

Le scarpe

Le scarpe sono un accessorio importantissimo per il tuo cammino per non dover fare i conti con le temutissime vesciche. Devono essere comode, leggere, traspiranti, ammortizzate e adatte al tipo di terreno che si andrà ad attraversare.

Non partire mai con scarpe nuove e mai usate. Si tratta di una regola essenziale per evitare problematiche mentre sei in cammino.

Anche le calze sono un elemento da non sottovalutare: in commercio esistono calze tecniche rafforzate sulla punta e sul tallone per proteggere le zone maggiormente sollecitate durante la camminata.

Lo zaino

Lo zaino sarà il tuo inseparabile compagno di viaggio. Deve essere essenziale. Non appesantirlo con oggetti inutili. Deve avere una buona struttura e uno schienale non troppo aderente per far respirare la schiena. Deve avere varie cinghie per regolare il carico e una copertura anti-pioggia.

La regola consigliata sul peso massimo dello zaino è fare in modo che non superi mai il 10% del peso corporeo di chi lo indossa.

Nello zaino tieni sempre un piccolo kit di primo soccorso. E non dimenticare l’acqua: l’idratazione durante la camminata è molto importante, soprattutto d’estate quando si perdono molti liquidi con la sudorazione.

Goditi il viaggio

A questo punto sei pronto per partire. Non camminare troppo velocemente. Osserva quello che hai intorno, fermati ad ammirare i panorami e parla con le persone del luogo.

Tutto questo darà un valore aggiunto al tuo viaggio a piedi. In questo modo, tornerai più ricco di quando sei partito, portando con te un bagaglio di ricordi e di esperienze che difficilmente potrai dimenticare.

Trapianto di capelli: crescono gli italiani che scelgono la Turchia

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Il sistema sanitario pubblico continua a manifestare carenze e tempi molto lunghi per consentire l’accesso alle prestazioni sanitarie e sempre più cittadini italiani scelgono di rivolgersi a cliniche e studi privati.

Non tutti però possono far fronte ai costi spesso rilevanti che richiedono le strutture private per cui spesso si cercano alternative all’estero.

La Turchia come destinazione per il trapianto di capelli sta diventando una delle più gettonate in quanto può assicurare tariffe molto più basse e strutture mediche di buona qualità. Negli ultimi anni la Turchia ha investito in tecnologie all’avanguardia e oggi dispone di chirurghi altamente qualificati, generando fiducia nei pazienti riguardo alla possibilità di ottenere ottimi risultati.

Il trapianto di capelli come soluzione all’alopecia androgenetica

Il trapianto di capelli rappresenta una soluzione avanzata e sempre più popolare per coloro che affrontano la sfida dell’alopecia androgenetica, una forma comune di perdita dei capelli che colpisce sia uomini che donne. Questa procedura medica, che si avvale delle più recenti innovazioni tecnologiche, offre un’opportunità di recupero notevole per l’autostima e l’immagine di sé.

Uno dei principali vantaggi del trapianto di capelli è la sua capacità di fornire risultati naturali e duraturi. A differenza di soluzioni temporanee come parrucchini o trattamenti farmacologici, che possono richiedere un uso continuo e presentare effetti collaterali, il trapianto di capelli mira a una soluzione definitiva. Attraverso tecniche raffinate come la FUE (Follicular Unit Extraction) o la FUT (Follicular Unit Transplantation), i capelli vengono prelevati da aree del cuoio capelluto meno soggette alla perdita di capelli e trapiantati nelle zone colpite, promuovendo una ricrescita naturale.

Elevati tassi di soddisfazione

Un altro aspetto significativo è l’alto tasso di soddisfazione dei pazienti. Molte persone che hanno optato per il trapianto di capelli riferiscono di aver riacquistato non solo i capelli ma anche la fiducia in sé stessi, migliorando la qualità della loro vita sociale e professionale. La capacità di poter pettinare nuovamente i capelli come desiderato, senza preoccuparsi di mascherare la perdita di capelli, è un cambiamento profondamente positivo per molti.

Inoltre, il trapianto di capelli si è dimostrato sicuro e affidabile, con un basso rischio di complicazioni quando eseguito da specialisti qualificati. I progressi tecnologici hanno reso la procedura meno invasiva, con tempi di recupero ridotti e minimi disagi post-operatori. Ciò significa che i pazienti possono rapidamente tornare alle loro attività quotidiane, rendendo il trapianto di capelli un’opzione praticabile anche per chi ha uno stile di vita impegnativo.

La personalizzazione del trattamento è un ulteriore punto di forza. Ogni caso di alopecia androgenetica è unico, e i medici specializzati nel trapianto di capelli lavorano attentamente con i pazienti per progettare un piano di trattamento su misura. Questo approccio individualizzato assicura che i risultati siano in armonia con le caratteristiche naturali e le aspettative del paziente, offrendo un aspetto che si sente autentico e armonioso.

Il trapianto di capelli si presenta quindi come una soluzione all’avanguardia per affrontare l’alopecia androgenetica, offrendo una combinazione di risultati naturali, sicurezza, personalizzazione e miglioramento dell’immagine di sé. Con il supporto di un team medico esperto, i pazienti possono guardare al futuro con rinnovata fiducia, sapendo che esiste una soluzione concreta per superare le sfide legate alla perdita dei capelli.

Bijoux per un outfit perfetto

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I gioielli, siano essi anelli, orecchini, collier o spille, devono essere i protagonisti assoluti dell’outfit che si indossa; da portare da soli o mescolati tra loro. La regola è giocare con i bijoux e dare tono anche ai capi più seriosi. Più sono appariscenti e più sono perfetti. E il discorso vale anche per le mollettine per capelli in strass o perle, cerchietti preziosi o coroncine. Per realizzare l’outfit perfetto non basta abbinare i capi più belli che si hanno nell’armadio: occorre studiare ed adottare anche gli accessori. Per completare dunque il look dovrete scegliere e acquistare con cura i gioielli da sfoggiare ed abbinare ai vestiti.

Ma quali sono i bijoux perfetti da indossare per valorizzare la propria immagine, evitando errori e cadute di stile? Come fare ad orientarsi al meglio tra così tanti orecchini e collane?

La scelta dei bijoux

Per scegliere l’accessorio che può valorizzare è bene partire dalla forma del viso. Per chi ha un volto tondo l’ideale è scegliere orecchini pendenti o di forma geometrica, per chi invece ha un viso più triangolare è preferibile sceglierli a goccia. Le donne con un volto quadrato possono infine optare per orecchini a cerchio.

Anche la carnagione può essere un indicatore importante per scegliere i gioielli: a chi ha un viso tendente al rosa donano l’argento, il platino e l’oro bianco, chi ha colori più caldi invece starà meglio con bijoux in oro, ottone o rame. Per scegliere il gioiello giusto non bisogna solamente seguire il dress code, ma bisogna anche dar voce alla propria personalità e al proprio umore. Le sognatrici sceglieranno collane con un ciondolo romantico ed orecchini di perle, al contrario, gli animi più audaci, opteranno per accessori rock e decisamente vistosi.

Abbiamo curiosato tra le passerelle delle sfilate di quest’anno per rubare alle super top le tendenze cool da mostrare in questa particolare vetrina e abbiamo scoperto che alcuni gioielli che renderanno speciali i vostri outfit , si ispirano al mondo dell’infanzia, per farvi tornare un po’ bambine e giocare con i colori pop.

Plastica e toni pastello

bijoux di questa estate rappresentano un vero inno all’allegria e alla spensieratezza. Essi rubano forme, colori e linee al mondo dei più piccoli: i bijoux in plastica colorata sono di grande tendenza, così come le silhouette spesse e arrotondate e con colori pastello tipicamente in stile “baby”.

Riflettori puntati sui bracciali, i veri grandi protagonisti della stagione: i vistosi bangles indossati a strati, i cerchi aperti che adornano i polsi, i bracciali spessi e i set di bracciali da indossare tutti insieme.

Per quanto riguarda le collane, la tendenza di oggi è maxi: spesse, lunghe, esagerate, purché si facciano notare in mezzo a tutti gli altri accessori. I fashion designer, inoltre, invitano alla leggerezza che non è mai superficialità, anche con i colori pop e le nuance accese e brillanti che caratterizzano da sempre gli accessori estivi.

Sensualità dal sapore vintage

bijoux di oggi segnano il ritorno di alcuni capisaldi della storia dei gioielli. Torna in auge il Choker, girocollo aderente al collo che ci riporta direttamente nei mitici anni ’90: di pelle o di strass o ancora rivestito di tessuto, è un must del momento. Tornano protagoniste anche le perle, declinate in ogni forma e dimensioni; dalle collane a uno o più fili, ai bracciali a maglia larga, fino agli orecchini chandelier.

La moda estiva promuove infine il ritorno delle spille che potranno essere usate per adornare, per tenere insieme i lembi di un tessuto o semplicemente per decorare ed illuminare un outfit.

Altri tipi di bijoux

  • Arcobaleno di colori. I bangles realizzati in metallo e strass che si rifanno ai gioielli indiani tempestati di diamanti, aggiungono un tocco etnico e vivace al vostro look;
  • Cascate di ciondoli. Le collane sono lunghissime e si portano a cascata sul decolleté;
  • Come Carrie. Dopo la collanina con il nome dei tempi di Sex and the City, Carrie Bradshaw ha lanciato la nuova moda del pendente con il cuore che lei stessa indossa in And Just like that.