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Pozzo d’adda, auto finisce contro una cancellata. Due morti

POZZO D’ADDA (MILANO) (ITALPRESS) – Questa mattina, attorno alle 11 e 30 a Pozzo D’Adda in via Roma 42, un’autovettura è finita contro la cancellata di un’abitazione. Le due persone a bordo, un uomo di 66 anni e una donna di 70, sono decedute. Sul posto personale dei Vigili del Fuoco, del 118 e della Polizia Locale.(ITALPRESS).

Photo Credits: Vigili del Fuoco Milano

Cospito, presidio anarchici davanti al Tribunale di Milano

MILANO (ITALPRESS) – Una quarantina di anarchici si sono riuniti davanti al Palazzo di Giustizia di Milano per una manifestazione di solidarietà nei confronti di Alfredo Cospito e, più in generale, contro il regime del 41 bis, proprio mentre all’ospedale San Paolo, dove l’anarchico si trova ricoverato per complicanze dovute allo sciopero della fame, è in corso l’udienza sull’istanza presentata dalla difesa per il differimento della pena ai domiciliari a casa della sorella. Diversi gli striscioni esposti, tra i quali alcuni recitavano: “41 bis tortura di Stato contro carcere/repressione, condizioni di vita e lavoro. Lotta di classe” e “No al 41 bis, Stato assassino”. Il Tribunale è presidiato dalla Polizia in tenuta antisommossa. (ITALPRESS).

Photo credits: gsl

Cospito, da Procura parere negativo su domiciliari. Decisione entro 5 giorni

MILANO (ITALPRESS) – La Procura generale di Milano ha espresso parere negativo alla richiesta di differimento pena ai domiciliari di Alfredo Cospito, l’anarchico in regime di 41 bis e in sciopero della fame dallo scorso ottobre. La richiesta era stata avanzata dal legale di Cospito, Flavio Rossi Albertini, dopo l’aggravarsi delle condizioni di salute dell’anarchico. I giudici si sono riservati di decidere entro 5 giorni. L’udienza si è svolta questa mattina presso l’ospedale San Paolo di Milano. Contemporaneamente è in corso un presidio degli anarchici in solidarietà a Cospito davanti al tribunale.(ITALPRESS).

Photo Credits: xh7

Milano, Nuovo Policlinico sarà operativo nel 2025, apre infopoint

MILANO (ITALPRESS) – Apre oggi al pubblico l’InfoPoint del Nuovo Policlinico, una vera e propria “finestra permanente” sul cantiere del futuro ospedale che sorgerà nel centro di Milano, raccontando origini, storia, retroscena, mostrando in tempo reale l’avanzamento dei lavori e celebrando il ruolo dei tanti benefattori che ne hanno permesso la realizzazione. Presenti all’inaugurazione, questa mattina al cantiere di via Commenda 16, oltre i vertici del nosocomio, il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, Elio Franzini, rettore dell’Università degli Studi di Milano e monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano e parroco all’Ospedale Maggiore Policlinico. “E’ bella l’idea che si costruisca un nuovo ospedale, ma che su quello presente non si rallenti in alcun modo l’attività”, ha commentato il sindaco Sala, auspicando una nuova attuale diffusione della Festa del Perdono, che si celebra ogni due anni dal 1459, per la quale l’InfoPoint inaugurato questa mattina ha un valore simbolico. Per sei secoli l’Ospedale Maggiore Policlinico ha raccolto, infatti, la riconoscenza di migliaia di milanesi (e non solo) e l’ha restituita alla città, facendo assistenza, cura e ricerca ai massimi livelli, scoprendo terapie sempre più efficaci e ora costruendo anche il Nuovo Ospedale, hanno spiegato i vertici del Policlinico. L’apertura dell’ InfoPoint è quindi oggi un modo di dire ‘graziè per il sostegno da parte della cittadinanza e celebrare il futuro del più grande ospedale pubblico nel cuore di Milano. “Tutti i cittadini che vogliono sapere cosa si sta realizzando nel centro storico di Milano hanno il diritto di essere informati e conoscere il progetto, gli obiettivi e i tempi per realizzare quello che è uno degli ospedali più importanti d’Italia”, ha dichiarato Bertolaso, spiegando le ragioni dell’apertura dell’ Info Point di via della Commenda. Il ‘taglio del nastrò per la fine dei lavori del Nuovo Policlinico “accadrà nell’ottobre 2024”, ha aggiunto l’assessore, “quindi tra poco più di un anno, la grande sfida è di rispettare queste tempistiche. I cittadini potranno venire qui ogni giorno a vedere se le stiamo rispettando”. Da parte sua, Marco Giachetti, presidente del Policlinico di Milano ha garantito che “il cantiere sta andando molto bene, secondo i programmi”. Quindi, ha aggiunto, “saremo pronti per ottobre dell’anno prossimo con l’edificio consegnato. Poi andrà collaudato e traslocato, ma penso che l’operatività sarà dai primi mesi del 2025”. La peculiarità, ha detto ancora Giachetti, “grazie alla filantropia dei benefattori lo costruiamo quasi interamente con risorse interne dell’ospedale senza pesare sulle tasche dei cittadini. Avremo un contributo di 33 milioni da parte di Regione, 36 dal ministero e 200 li mette l’ospedale”. Di tutto questo “l’ InfoPoint racconta la storia, a partire dalla prima pietra posata al Duca Francesco Sforza e oltre, nell’arco di quasi 600 anni fa, fino ad arrivare al bellissimo cantiere moderno e altamente tecnologico di oggi”. Quest’anno la Festa del Perdono celebra in particolare sei nuove figure: cinque benefattori, che hanno destinato all’Ospedale Policlinico un’importante donazione o un lascito, e un presidente che si è speso per il Policlinico. Per ciascuno di loro, come da tradizione, è stato realizzato un dipinto che entrerà a far parte della prestigiosa Quadreria ospedaliera, dove sono custoditi ritratti di benefattori realizzati tra gli altri da artisti come Giovanni Segantini, Francesco Hayez, Mosè Bianchi, Carlo Carrà, Emilio Longoni, Mario Sironi. “Sulla prima pietra del Nuovo Ospedale – commenta Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano – c’è incisa una frase: ‘Dal nostro passato le fondamenta per il nostro futurò, ed è proprio questo ciò che celebriamo. Le fondamenta del Policlinico sono quelle che stiamo costruendo oggi, fatte di cemento e in mezzo ai nostri attuali Padiglioni, che nonostante un cantiere di 23mila metri quadrati non hanno interrotto le cure nemmeno per un giorno. Ma le fondamenta sono anche quelle metaforiche, quelle di una storia fatta dalle migliaia di persone che ci hanno sostenuto fin qui”.(ITALPRESS).

Photo Credits: xb5

Milano, a Palazzo Reale da domani apre mostra “Helmut newton. Legacy”

MILANO (ITALPRESS) – Apre domani al pubblico nelle sale di Palazzo Reale l’ampia retrospettiva “Helmut Newton. Legacy”, ideata in occasione del centesimo anniversario della nascita del fotografo (Berlino, 1920 – Los Angeles, 2004) e posticipata a causa della pandemia. La mostra, visitabile fino al 25 giugno, ripercorre attraverso 250 fotografie, riviste, documenti e video l’intera carriera di uno dei fotografi più ammirati e discussi di tutti i tempi. Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, in collaborazione con la Helmut Newton Foundation di Berlino, l’esposizione fa parte di Milano Art Week (11-16 aprile 2023), la manifestazione diffusa coordinata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con miart, che mette in rete le principali istituzioni pubbliche e le fondazioni private della città che si occupano di arte moderna e contemporanea, con una programmazione dedicata di mostre e attività. La mostra è curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e da Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia a Venezia, e vede esposto, accanto alle immagini più celebri, un corpus di scatti presentati per la prima volta in Italia che svela aspetti meno noti dell’opera di Newton, con un focus specifico sui servizi di moda più anticonvenzionali. Polaroid e contact sheet permettono di comprendere il processo creativo che si cela dietro alcuni dei motivi più significativi del lavoro di Newton, mentre pubblicazioni speciali, materiali d’archivio e dichiarazioni del fotografo consentono di ricostruire il contesto nel quale è nata la sua ispirazione. “Questa esposizione, che celebra il centesimo anniversario della nascita di Helmut Newton, offre l’occasione di ripercorrere l’intera carriera di uno dei fotografi più influenti del XX secolo – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Tommaso Sacchi -. Una mostra che Palazzo Reale dedica a un grande maestro della fotografia, proseguendo nell’esplorazione di questo linguaggio artistico e proponendo ai visitatori, anche durante la Milano Art Week, non solo una retrospettiva ampia e affascinante del lavoro di un grande artista, ma anche il ritratto di un’epoca”. Il progetto di allestimento prevede l’impiego di materiali sostenibili – riciclati, riciclabili e riutilizzabili.(ITALPRESS).

Photo Credits: ufficio stampa Comune di Milano

Milano, alla Fondazione Prada le “Cere anatomiche” della Specola

MILANO (ITALPRESS) – Apre al pubblico da domani “Cere anatomiche: La Specola di Firenze | David Cronenberg” alla Fondazione Prada a Milano. Il progetto, in corso fino al 17 luglio 2023, è stato ideato in collaborazione con La Specola, parte del Museo di Storia Naturale e del Sistema Museale di Ateneo dell’Università di Firenze, e il regista e sceneggiatore canadese David Cronenberg. Creata nel 1775 e attualmente chiusa al pubblico per lavori di ristrutturazione della sua sede storica, La Specola è uno dei musei scientifici più antichi d’Europa. Al suo interno ospita più di 3,5 milioni di reperti animali, la raccolta più ampia al mondo di cere anatomiche del XVIII secolo e la collezione del ceroplasta siciliano Gaetano Giulio Zumbo (1656-1701). 1.400 elementi della straordinaria collezione di cere anatomiche sono stati realizzati tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo per ottenere un vero e proprio trattato didattico-scientifico che, senza bisogno di ricorrere all’osservazione diretta di un cadavere, si proponeva di illustrare l’anatomia del corpo umano. “Cere anatomiche” si articola in due parti distinte. Una mostra riunisce tredici ceroplastiche del XVIII secolo provenienti dalla prestigiosa raccolta del museo fiorentino, concentrandosi sul modo in cui il corpo delle donne è stato rappresentato per scopi scientifici, e settantadue copie espositive di disegni anatomici raccolte in nove vetrine. In particolare, sono presentate quattro figure femminili distese, tra le quali una delle opere più importanti della collezione della Specola, la cosiddetta Venere, un raro modello con parti scomponibili conosciuto per la sua bellezza. Un inedito cortometraggio, dal titolo Four Unloved Women, Adrift on a Purposeless Sea, Experience the Ecstasy of Dissection (Quattro donne mai amate, alla deriva su un mare senza scopo, sperimentano l’estasi della dissezione), realizzato da David Cronenberg negli spazi della Specola, introduce queste quattro cere in una dimensione alternativa, esplorando temi come la fascinazione per il corpo umano e le sue possibili mutazioni e contaminazioni. Il film di Cronenberg rivela la dimensione vitale e sorprendente delle ceroplastiche con l’obiettivo di generare una pluralità di nuove risposte emotive, suggestioni intellettuali e intense reazioni. Il progetto si configura come un duplice intervento: la narrazione scientifica e quella artistica prendono forma in due allestimenti indipendenti realizzati dall’agenzia creativa Random Studio. Al primo piano del Podium le cere della Specola sono esposte seguendo un rigoroso approccio museale. Al piano terra, all’interno di una scenografia ispirata ai teatri anatomici, le stesse opere accedono all’immaginario del regista diventando le protagoniste di un enigmatico processo di metamorfosi. “Cere anatomiche” rappresenta la tappa più recente di un percorso di ricerca attraverso il quale Fondazione Prada vuole far conoscere importanti collezioni provenienti da ‘musei ospitì. L’obiettivo è offrire interpretazioni e visioni inattese del patrimonio culturale innescando un dialogo tra una collezione storica e un’istituzione contemporanea. Come sottolinea Miuccia Prada: “Il museo e l’artista propongono al pubblico visioni complementari. Il risultato è nello stesso tempo una mostra d’arte, una lezione di anatomia, un video sul desiderio e un’operazione di sperimentazione didattica con cui intendiamo raccontare il valore di una collezione e della sua storia, rivelare il contributo del pensiero creativo nella conoscenza e promuovere l’interesse per gli studi scientifici”.(ITALPRESS).

Photo Credits: ufficio stampa Fondazione Prada

Sala “Il Milan vuole costruire il nuovo stadio a La Maura”

MILANO (ITALPRESS) – Per il nuovo stadio “il Milan conferma la volontà di procedere su La Maura”. Lo ha detto Giuseppe Sala, sindaco di Milano, a margine dell’inaugurazione dell'”InfoPoint” sui lavori per Nuovo Policlinico, dopo aver incontrato a Palazzo Marino Paolo Scaroni e Giorgio Furlani, rispettivamente presidente e ad della società rossonera, e Gerry Cardinale, fondatore e numero 1 di RedBird. “Quello che ho chiesto è che innanzitutto, siccome abbiamo una discussione aperta e formale sull’ipotesi dello stadio vicino a San Siro, se non intendono procedere me lo devono formalmente confermare – ha detto ancora Sala – Rispetto a La Maura ho ribadito che prendo atto del loro interesse, quello che serve è un progetto. Loro ritengono che in un paio di settimane potranno portarmi un progetto di massima. Per me però è importante che il processo amministrativo avviato sull’ipotesi dello stadio vicino San Siro trovi una definizione. Non possiamo rimanere in sospeso in eterno”. Il primo cittadino di Milano ritiene che il progetto rossonero vada preso in considerazione ma “quando parlo delle condizioni per cui il progetto potrebbe andare avanti ci sono vari temi e tra questi cosa ne pensa il Parco Sud. L’ho spiegato alle squadre, il tema è: se non c’è un passo formale di interesse, io di più non posso fare, non posso avviare discussioni con il Parco Sud sulla base di un interesse manifestato informalmente”. Sull’ipotesi dello stadio all’ex Ippodromo, Sala ha sottolineato la necessità di una discussione in Consiglio comunale. “Questo senz’altro, ma il problema non è solo il Consiglio comunale, è evidentemente nel Parco Sud. Quindi bisogna capire cosa dice il Parco Sud. Lì c’è un’area verde molto importante, quanta ne rimarrà? Ho bisogno di un progetto per avviare il confronto con la politica e con il resto delle istituzioni”. Per quanto riguarda invece l’altro club milanese, “al momento l’Inter non manifesta altre opzioni”, precisa Sala.
– foto Image –
(ITALPRESS).

“Brera in Humanitas”, l’arte diventa cura

ROZZANO (ITALPRESS) – L’Istituto Clinico Humanitas con il progetto “Brera in Humanitas” porta 23 dettagli tratti da 15 capolavori della Pinacoteca di Brera nelle sale d’attesa e nei corridoi dell’ospedale. Ingrandimenti in maxi formato, realizzati a partire da riproduzioni a 680milioni di pixel, per un totale di circa 400 metri quadrati di arte.
Accomodarsi in sala d’attesa prima del ricovero e trovarsi nel giardino di “Un dopo pranzo”, sotto lo sguardo calmo delle donne ritratte dal Lega. Prepararsi alla seduta di Chemioterapia in 40 metri quadri di giardino ricolmo di zucche, in compagnia della “Fruttivendola” del Campi. Riposare tra le pennellate azzurre di Raffaello, all’ombra del tempio dello “Sposalizio della Vergine” su 12 metri di parete nell’area Check Up. Camminare verso gli spogliatoi degli infermieri, al piano interrato dell’ospedale, lungo 23 metri di boschi e i campanili dei panorami lombardi del Bellotto. Perdersi tra le acque placide di un paesaggio che, nell'”Annunciazione” del Francia, costituisce il piccolo sfondo della scena principale e che ora, in ospedale, diventa un’opera d’arte indipendente di 10 metri quadri. Lasciarsi trasportare da “Il Bacio” di Hayez sugli 8 metri di parete all’ingresso. O ancora, sentire la dolcezza del tocco delle mani de “Gli amanti veneziani”, di Bordon, nella sala d’attesa del Fertility Center.
Sono alcune delle esperienze che è possibile fare in ospedale grazie ai capolavori di Bernardo Bellotto, Paris Bordon, Vincenzo Campi, Carlo Crivelli, Piero della Francesca, Filippo De Pisis, Francesco Hayez, Il Francia, Silvestro Lega, Lorenzo Lotto, Giulio Cesare Procaccini, Raffaello e Simon Vouet.
La scelta dei dettagli da ingrandire in scala 1:36 (1 centimetro sul dipinto originale corrisponde ora a 36 centimetri sulla parete) si è focalizzata su gesti di cura, sguardi intensi e paesaggi, in un gioco di parallelismi tra l’arte come cura e la cura come arte. E’ così, ad esempio, che le delicate dita della donna che sorregge il “Vaso di fiori” di Hayez ricordano il gesto di un infermiere che sistema la flebo a un paziente. Questo dipinto, tra l’altro, non è attualmente esposto in Pinacoteca ed è quindi ammirabile esclusivamente nella sala d’attesa della Senologia di Humanitas.
«Siamo grati a Pinacoteca di Brera e ad Amici di Brera per aver partecipato con entusiasmo a questo progetto unico al mondo – racconta Gianfelice Rocca, Presidente di Humanitas -. Un esempio di collaborazione tra due grandi istituzioni, fortemente radicate sul territorio ma con una chiara vocazione internazionale. Un’esperienza innovativa la cui filosofia è condivisa a livello mondiale da centri di ricerca e cura come Cleveland Clinic. Gli ospedali, infatti, sono un crocevia di bisogni, nodo vitale di competenze ed esperienze, dove il linguaggio della cura resta umano e si intreccia con l’innovazione tecnologica: qui l’arte e la bellezza diventano fattore di contatto tra le persone, di benessere e riflessione per pazienti e professionisti. La Bellezza è nel DNA di Humanitas fin dalla nascita a partire dalle scelte architettoniche, dei materiali e dei colori per gli ambienti interni. “Brera in Humanitas” rende ancora più vero il legame tra cura e bellezza per le 11 mila persone, tra professionisti della salute, pazienti e accompagnatori, che ogni giorno vivono il nostro ospedale e il Campus».
«Questa iniziativa – afferma James M. Bradburne direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense – fa la differenza per chi lavora, per chi è in visita a parenti o amici o per chi è in cura, contribuendo a rendere l’esperienza ospedaliera meno preoccupante e più rassicurante, mostrando dettagli di alcuni dei capolavori di Brera. Non tutti possono sempre venire in Museo, ma Brera è con voi quando ne avete più bisogno. Una proposta che si inserisce nel nostro progetto pluriennale Occorre tutta una città, che incoraggia la partecipazione di famiglie, bambini, con un’attenzione particolare a persone con bisogni speciali ribadendo il fondamentale ruolo sociale della cultura, pensando il museo come punto di riferimento per un’intera comunità».
«Il bello, l’arte, la meditazione sono atti e gesti che spesso si presentano come autentica medicina dell’anima – commenta Carlo Orsi, Presidente di Amici di Brera -. Ci aiutano a stare bene. Ci distaccano dal quotidiano e ci proiettano verso una dimensione di pace interiore. Quando ci è stato proposto questo progetto abbiamo subito dato il nostro assenso. Tante volte come Amici di Brera abbiamo potuto contemplare quanto l’arte è autentico beneficio in tanti e diversi contesti. Cito ad esempio il bellissimo progetto promosso con Progetto Itaca che ha permesso di formare come guide museali alcuni dei loro assistiti. Pensare che oggi i pazienti e il personale sanitario, di staff e tutti coloro che frequentano le strutture di Humanitas siano avvolti dal bello ci fa sperare che quelle riproduzioni possano dar loro la forza per affrontare e vivere il quotidiano. Gli Amici di Brera da sempre si pongono come obiettivo una maggiore conoscenza delle straordinarie opere presenti in Pinacoteca. Brera è un grande Museo, sempre più nel cuore di tutti noi».
«Abbiamo selezionato 23 dettagli tratti dai dipinti della collezione di Brera trasformandoli in straordinari ingrandimenti che rivestono le pareti dell’ospedale mostrando gesti, sguardi, paesaggi che con la loro bellezza diventano sostegno per i pazienti e per chi lavora in ospedale. Un percorso avviato a novembre 2021 costruito con cura attraverso incontri, riflessioni, analisi dei dettagli e sopralluoghi nei reparti. Sono molto soddisfatta di questo percorso e del risultato finale e sono certa che queste immagini arriveranno direttamente all’anima di tutti», conclude Alessandra Quarto, direttore del Museo Poldi Pezzoli, che ha dato avvio al progetto nel 2021, quando era vicedirettore della Pinacoteca di Brera.
“Brera in Humanitas” è un nuovo capitolo di “La Cura e la Bellezza”, progetto iniziato nel 2018 con “La Carrara in Humanitas”, che ha portato l’arte del Museo Accademia Carrara negli ospedali Humanitas Gavazzeni e Castelli di Bergamo. Qui le grandi installazioni hanno accompagnato i momenti più difficili della pandemia da Covid-19, diventando un supporto per gli operatori sanitari e i pazienti.
Le immagini ad altissima risoluzione sono state stampate su uno speciale wallfilm che riproduce l’effetto materico delle tele, facendo risaltare pennellate e piccole crepe. Il progetto preserva gli elementi di funzionalità dell’ospedale: luci, regolatori di temperatura, estintori, uscite di sicurezza e monitor sono ora “incastonati” tra le pennellate dei Maestri di Brera.
Ogni parete artistica è accompagnata da una didascalia in italiano e inglese. QR Code rimandano al sito del progetto (brera.in.humanitas.it), con approfondimenti su ogni opera esposta e il video, realizzato con la partecipazione di medici, infermieri, operatori socio sanitari (OSS), personale addetto all’accoglienza e staff di Humanitas.
In Humanitas lavorano più di 900 medici, 400 ricercatori, oltre 1500 infermieri, tecnici, biologi, OSS e circa 600 persone di staff. Per loro, l’ospedale ha organizzato visite in Museo e incontri di storia dell’arte in pausa pranzo con le Guide e i Servizi educativi di Brera, per conoscere in anteprima il progetto e diventare testimonial per gli altri colleghi e i pazienti. Così è nato anche il video del progetto, che ritrae veri professionisti di Humanitas nelle loro attività al servizio delle migliaia di persone che ogni giorno entrano in ospedale.

– foto ufficio stampa Humanitas –

(ITALPRESS).