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Due donne su cinque subiscono contatti fisici indesiderati al lavoro

MILANO (ITALPRESS) – Secondo l’OMS la violenza di genere coinvolge circa un terzo delle persone di sesso femminile in tutto il mondo, indipendentemente dalla loro appartenenza a diverse fasce socio-culturali della popolazione. Si tratta inoltre di un problema che si manifesta in vari contesti sociali, dall’ambiente domestico alla scuola, fino al lavoro, che contribuiscono in maniera importante alla costruzione della propria identità e del proprio benessere. In particolare, il posto di lavoro sembra essere uno dei luoghi elettivi per questo genere d’esperienze: lo confermano i dati shock emersi dalla Survey L.E.I. (Lavoro, Equità, Inclusione) 2024, dal titolo “Ti Tocca” condotta da Fondazione Libellula al fine d’indagare la violenza di genere e le discriminazioni nel mondo del lavoro in Italia. I risultati del sondaggio, che ha coinvolto 11.201 donne, sono stati presentati presso la sede milanese della naturetech company italiana 3Bee, partner ospitante e co-organizzatore dell’evento, delineando un quadro allarmante: circa 7 donne su 10 infatti si sono dichiarate vittime di molestie, avendo ricevuto complimenti, allusioni e osservazioni sul proprio corpo che le hanno messe a disagio. Inoltre, sempre circa il 70% del campione ha dichiarato di aver ascoltato battute sessiste o volgari, rivolte a loro stesse o ad altre donne, sul posto di lavoro: quest’esperienza è stata sperimentata soprattutto dalle lavoratrici che non hanno un partner stabile o che lavorano in aziende con meno di 49 dipendenti. Ma non è tutto: il 40% ha subito contatti fisici indesiderati, un dato in netto aumento rispetto al 2022 (+81% circa), mentre il 43% ha ricevuto avance esplicite indesiderate e il 27% ha segnalato richieste e comportamenti di natura sessuale non graditi o non sollecitati. “Questi dati evidenziano una situazione preoccupante e inaccettabile all’interno delle aziende italiane, sottolineando la necessità di una seria riflessione. Il luogo di lavoro rappresenta il contesto principale della vita quotidiana, dove le persone si incontrano e interagiscono in modo più profondo e continuo nel tempo. Pertanto questi episodi impattano in maniera significativa sul benessere di chi li subisce e anche di chi vi assiste”, ha commentato Debora Moretti di Fondazione Libellula.
Se poi prendiamo in considerazione dati analoghi riferiti alle donne che occupano posizioni manageriali, si riscontrano degli aumenti importanti rispetto alla media: ad esempio, il 77% delle manager e il 75% delle dirigenti ha sentito spesso o a volte commenti sul proprio corpo che le hanno messe a disagio. Ugualmente, il 79% delle dirigenti e il 76% delle manager è stata oggetto o ha ascoltato delle battute sessiste o volgari verso altre donne, rispetto alla media di circa il 70%. E se parliamo poi dei contatti fisici indesiderati, la percentuale media del campione (40%) cresce fino al 47% per le dirigenti e al 54% per le imprenditrici. Ma forse l’aumento più significativo si riscontra sui dati riguardanti le avance esplicite indesiderate (43%), di cui sono state vittime il 64% delle imprenditrici e il 54% delle dirigenti, e le richieste di natura sessuale non gradite o non sollecitate (27%), che hanno riguardato il 45% delle imprenditrici e il 35% delle dirigenti. Ci sono due ipotesi che potrebbero spiegare perchè i dati riguardanti le donne con ruoli di potere sono peggiori della media: la prima ipotesi suggerisce che queste donne siano più consapevoli della situazione; l’alternativa ipotizza che, occupando posizioni storicamente riservate agli uomini, siano soggette a comportamenti che le depotenziano, le sminuiscono o le “oggettificano”, come se venissero “rimesse al loro posto di donna”. Quest’ultima troverebbe conferma in un altro dato significativo emerso dal report, secondo cui l’88% delle dirigenti e delle manager vede gli uomini crescere professionalmente più velocemente delle donne. La persistente discriminazione e molestia sul posto di lavoro nei confronti delle donne con ruoli di potere evidenzia un grave problema culturale e strutturale: l’Italia si attesta stabilmente all’ultimo posto in Europa da oltre un decennio per quanto riguarda la parità di genere, in relazione ad esempio alla segregazione lavorativa o alla partecipazione ai processi decisionali. “E’ dunque urgente un intervento deciso per contrastare questa realtà, promuovendo politiche aziendali rigorose contro la violenza di genere e creando una cultura organizzativa che favorisca il rispetto e l’inclusione. Per questo motivo abbiamo deciso di chiamare questa Survey “Ti tocca”, perchè è giunto il momento che ognuno s’assuma la responsabilità di queste situazioni e inizi, nel proprio piccolo, ad agire per il cambiamento”, ha concluso Moretti.
Anche le istituzioni scendono in campo a sostegno della causa. “Questi dati – ha dichiarato durante la presentazione l’Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano, Lamberto Bertolè – ci confermano ancora una volta, se fosse necessario, che il patriarcato è ancora dominante nella società e, soprattutto, nei luoghi di lavoro. E se è vero che le mobilitazioni di questi mesi ci raccontano che qualcosa sta cambiando e che una nuova sensibilità si sta facendo lentamente strada, è altrettanto vero che siamo ancora lontani da una piena assunzione di responsabilità da parte degli uomini. Le molestie, gli abusi, la violenza di genere sono prima di tutto una questione maschile e da questa premessa non si può prescindere se si vuole affrontare veramente il tema”. Parole cui fanno eco quelle di Elena Lattuada, Delegata del Sindaco di Milano alle Pari Opportunità: “La libertà femminile non può più attendere: allusioni, contatti indesiderati di qualsiasi tipo non possono più essere tollerati, nè nello spazio pubblico, nè nei luoghi di lavoro, nè tra le mura domestiche. Fondamentale il lavoro che Fondazione Libellula ha fatto nella ricognizione di quanto accade nei luoghi di lavoro, come è importante il lavoro di sostegno e ascolto delle donne che nella città di Milano viene fatto dall’Associazione e dalle tante che hanno a cuore la dignità femminile, sempre”.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Fondazione Libellula

Monza, individuata organizzazione dedita alle truffe ad anziani

MONZA (ITALPRESS) – Nelle province di Milano e Napoli, il Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Monza Brianza, supportato dai Comandi dell’Arma competenti per territorio, ha arrestato 4 persone, tutte di nazionalità italiana e di età compresa tra i 30 e i 61 anni, in esecuzione di un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Monza. Nel corso dell’operazione, su delega del pubblico ministero, sono state eseguite perquisizioni personali e locali a carico degli indagati. Il provvedimento si basa sui gravi indizi di colpevolezza acquisiti nell’ambito di un’articolata indagine che ha portato alla luce, secondo l’impianto accusatorio ritenuto valido dal Giudice cautelare, l’esistenza di un sodalizio organizzato, avente basi operative individuate a Napoli e Milano, dedito alla consumazione di una serie indeterminata di truffe nelle regioni del Nord Italia, inclusa la provincia di Monza e della Brianza, ai danni di persone anziane o comunque particolarmente vulnerabili. Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza che ha richiesto l’emissione della misura cautelare, sono state avviate a seguito di due denunce sporte presso le Stazioni Carabinieri competenti da altrettante vittime residenti rispettivamente a Vimercate e a Seregno, e si sono successivamente sviluppate per alcuni mesi attraverso l’analisi dei tabulati telefonici, l’intercettazione delle utenze telefoniche in uso agli indagati, servizi di osservazione e pedinamento, acquisizione di registrazione video, accertamenti patrimoniali e analisi dei dati acquisiti.
Significativo rilievo indiziario hanno assunto le attività di riscontro effettuate sul territorio mediante appositi servizi di osservazione e pedinamento, grazie ai quali, in svariati casi, con il supporto delle Compagnie Carabinieri competenti, è stato possibile intervenire nell’immediatezza, controllare e perquisire gli indagati e recuperare il provento (contanti e oggetti preziosi), rinvenuto nella loro disponibilità, di truffe appena consumate, restituendolo quindi alle vittime. Gli episodi oggetto di indagine si sono verificati, oltre che nel territorio brianzolo, in altre località lombarde (Cantù, Voghera e Crema) e Piemonte (Alessandria e Novara). Il collaudato modus operandi accertato in sede di indagine prevedeva un primo contatto telefonico con la vittima da parte di un sedicente carabiniere o avvocato, il quale le riferiva di aver ricevuto, da parte di un prossimo congiunto, la richiesta di chiamarla e di rappresentarle l’impellente necessità di somme di denaro (comprese di massima tra i 3.000 e i 12.000 euro) per rimediare a una disavventura (arresto a seguito di un sinistro stradale o guida senza assicurazione) in realtà mai avvenuta. Nel corso della conversazione fraudolenta, l’autore sfruttava l’età della vittima e la sua predisposizione affettiva, facendo leva, in particolare, sulla prospettazione dell’esposizione a pericolo del congiunto e dell’urgenza dell’intervento, in modo da destabilizzarla emotivamente e non concederle tempo per consultarsi o riflettere sulla situazione. Una volta carpita la fiducia dell’interlocutore, questi veniva raggiunto da un emissario (che si fingeva in genere dipendente dello studio legale) al quale consegnava la somma richiesta. Le risultanze investigative raccolte hanno consentito la formulazione di 8 distinti capi di imputazione inerenti ai reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa e di concorso in truffa aggravata. Secondo la prospettazione accusatoria, infatti, gli autori agivano in una forma stabile ed organizzata che contemplava, tra l’altro, la ripartizione di compiti e ruoli, l’esistenza di basi operative (una delle quali individuata in un appartamento sito nei pressi della Stazione Centrale di Milano) e la predisposizione di risorse materiali (veicoli a noleggio, utenze telefoniche, etc.) per gli spostamenti e per l’esecuzione delle azioni fraudolente. Il capo, un 41enne residente a Napoli (il cosiddetto “centralinista”), pianificava il compimento delle azioni delittuose, organizzava il lavoro nei minimi particolari, procacciava le schede telefoniche con intestatari fittizi e i telefoni “usa e getta”, selezionava e contattava le vittime, coordinava e dirigeva l’azione dei complici che si presentavano a casa delle stesse per ritirare il profitto del reato, procurava i mezzi per gli spostamenti in loco e per il trasporto della refurtiva dal luogo del reato a Napoli, copriva le spese e remunerava i partecipanti all’associazione. L’uomo di fiducia del capo, un trentenne anch’egli residente a Napoli, era incaricato di tenere i contatti con i sodali che si recavano dalla vittima per la commissione delle truffe, consegnando agli stessi telefoni “usa e getta” ed i veicoli per gli spostamenti, tutti provenienti da società di noleggio per ostacolare l’identificazione degli utilizzatori dei mezzi, ai quali lo stesso forniva indicazioni per la commissione dei reati. I due cosiddetti “operativi”, un 47enne e un 61enne, entrambi domiciliati nel milanese che sulla base di quanto emerso dalle attività investigative, sono risultati essere gli associati dediti alla commissione dei reati-fine, in quanto incaricati di recarsi dalla vittima presentandosi sotto la falsa identità e qualità per la riscossione del profitto delle truffe. Gli arrestati sono stati tradotti presso le rispettive Case circondariali di riferimento, a disposizione dell’Autorità giudiziaria che ha emesso il provvedimento.
Ulteriori approfondimenti investigativi saranno effettuati per verificare il coinvolgimento del presunto sodalizio in altri episodi verificatisi nell’area di operatività del gruppo.(ITALPRESS).

Foto: Carabinieri Monza

Milano, il 24 marzo torna la “Stramilano”. La corsa dei 60mila

MILANO (ITALPRESS) – Domenica 24 marzo torna l’appuntamento podistico più atteso dell’anno a Milano e non solo, la Stramilano 2024, giunta alla 51° edizione. Piazza Duomo e Piazza Castello, sono pronte ad accogliere le migliaia di atleti e appassionati che dal 1972 invadono la città meneghina in una giornata di festa e sport. Lo scorso anno, il 50esimo della competizione, sono state ben 60.000 le persone che si sono riversate tra le vie milanesi. L’evento è stato presentato a Palazzo Marino, alla presenza di diverse figure del mondo dello sport e delle istituzioni, tra i quali Lara Magoni, ex sciatrice alpina e ora sottosegretario con delega allo sport e giovani per la regione Lombardia, Martina Riva, assessore allo Sport, Turismo e Politiche giovanili del comune di Milano, Marco Riva, presidente del Coni Lombardia, Giacomo Leone, vincitore della maratona di New York nel 1996 e Marco Marchei, ex maratoneta e mezzofondista. “La Stramilano è una corsa che non teme il passare degli anni. Il valore della Stramilano va oltre l’evento di per sè e ha una grande valore per accrescere l’importanza dello sport nella città” ha dichiarato l’assessore Riva. Altro intervento significativo è quello di Laura Magoni: “La Stramilano rappresenta uno degli eventi sportivi più importanti per la città. Milano per un giorno diventa una corsa”. “La trasmissione dei valori dei Giochi Olimpici passa da eventi di questo tipo” ha aggiunto Marco Riva, presidente del Coni Regionale della Lombardia. L’evento si svilupperà in tre grandi corse: Stramilano 10 Km, Stramilanina 5 Km e Stramilano Half Marathon. L’Half Marathon parte da Piazza Castello alle 8.30 e, dopo un percorso di 21,097 km, si concluderà sempre ai piedi della dimora degli Sforza. L’anno scorso hanno alla mezza maratona hanno partecipato il numero record di ben 5.500 corridori. Alle 9.30 partiranno da Piazza Duomo i partecipanti alla Stramilano 10 Km. Alle 10.00, sempre in Piazza Duomo partirà la Stramilanina, dove i protagonisti saranno i piccoli corridori che insieme ai loro accompagnatori attraverseranno il centro storico di Milano per 5km. Per entrambe le corse l’arrivo sarà l’iconico Arco della Pace dove tutti i partecipanti riceveranno la propria medaglia.(ITALPRESS).

Foto: ufficio stampa Stramilano

Lombardia, scontro su fondi per disabili. Protesta Pd con cartelli

MILANO (ITALPRESS) – Questa mattina, durante il consiglio regionale in corso a Palazzo Pirelli, i consiglieri regionali del Partito Democratico hanno mostrato dei cartelli per protestare contro “i tagli dei fondi effettuati dalla giunta per le disabilità gravi e gravissime”, supportate con risorse statali del Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza (FNA) e con risorse regionali. “Per voi la disabilità vale meno dello 0.03 per cento” è la frase scritta sui cartelli. Secondo il capogruppo, Pierfrancesco Majorino, si tratta della “cifra che non si sta trovando e che incide sulla vita delle persone e questa giunta non trova lo 0.03 percento delle risorse per i disabili”. L’assessore alla Famiglia, disabilità e pari opportunità di Regione Lombardia, Elena Lucchini, ha invece evidenziato che “con il lungo e proficuo confronto con il ministero del lavoro salvaguardiamo il più possibile i contributi dei caregiver e ci impegniamo per implementare i servizi. La nuova rimodulazione dei fondi incide per 65 euro, calcolando gli 85 euro del fondo careviger che abbiamo deciso di introdurre. Le disabilità piu gravi non saranno interessate da rimodulazioni”. (ITALPRESS).

Foto: xp2

Lombardia, su Palazzo Pirelli la scritta “Stop Hpv”

MILANO (ITALPRESS) – La facciata di Palazzo Pirelli è stata illuminata questa sera con la scritta “Stop Hpv”. L’iniziativa della Regione Lombardia si inserisce nell’ambito delle molteplici attività promosse per oggi, 4 marzo, in occasione della Giornata mondiale di sensibilizzazione per il contrasto al Papilloma virus.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Regione Lombardia

Affitti brevi, Sala “Da Santanchè regolamentazione inutile”

MILANO (ITALPRESS) – Sugli affitti brevi, “siamo fermi. La ministra Santanchè continua a dire che siamo il primo governo ad aver fatto una regolamentazione. Certo, una regolamentazione inutile che non aiuta a convertire una parte significativa degli affitti brevi in affitti a lungo termine, che invece è quello che noi sindaci vogliamo”. Lo ha detto il sindaco di Milano Giuseppe Sala a margine di un evento all’Università Bocconi per i 40 anni di Affari & Finanza. Si tratta di “una regolamentazione fuffa. Vediamo se la ministra Daniela Santanchè pensa che cambierà qualcosa. Lo dirà la storia: se tra due anni tre anni è cambiato qualcosa sugli affitti brevi avrà ragione Santanchè: Io credo di no, purtroppo”.
(ITALPRESS).

Foto: xh7

Scoperti nel Varesotto 600 “furbetti” del reddito di cittadinanza

VARESE (ITALPRESS) – Denunciate dalla Guardia di Finanza di Varese più di 600 persone che avevano percepito illecitamente circa 3 milioni di euro di reddito di cittadinanza. Bloccata l’erogazione indebita di ulteriori 2 milioni di euro.
L’operazione di polizia economico-finanziaria è stata avviata sulla scorta di una analisi di rischio svolta dai finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese, sui soggetti extracomunitari residenti nella provincia percettori del sussidio nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2023.
I dati in questione sono stati elaborati tramite l’utilizzo delle Banche dati in uso al Corpo e incrociati con quelli dei fruitori di reddito di cittadinanza al fine di individuare i soggetti che, nonostante avessero autocertificato il possesso dei requisiti per accedere al sussidio, erano privi del permesso di soggiorno di lungo periodo oppure risultavano essere sul terrirorio italiano per un periodo inferiore a 10 anni, elementi necessari per poter richiedere l’accesso al reddito di cittadinanza.
In seguito all’analisi dei dati ottenuti, le Fiamme Gialle hanno denunciato alla Procura rispettivamente di Varese e di Busto Arsizio 346 percettori illeciti, che non avevano il requisito del possesso del permesso di soggiorno di lungo periodo. In una fase successiva dell’indagine è stato verificato, in particolare, il requisito minimo di permanenza necessario per l’accesso al reddito di cittadinanza dei soggetti extracomunitari presenti sul territorio dello Stato il quale, così come stabilito dal legislatore, risulta essere pari a 10 anni. Le analisi info-investigative, in questione, hanno portato alla denuncia di ulteriori 300 soggetti.
Nonostante la legge di Bilancio 2023 abbia disposto, a decorrere dal primo gennaio 2024, l’abolizione del sussidio del reddito di cittadinanza, un successivo Decreto Legge ha stabilito che resta in vigore la responsabilità penale dei soggetti che indebitamente abbiano percepito il sussidio fino al 31 dicembre 2023.
Le Autorità giudiziarie interessate, concordando con l’operato dei finanzieri, hanno concluso le indagini preliminari e, in numerosi casi, hanno già rinviato a giudizio gli indagati. Gli investigatori hanno quantificato le somme indebitamente percepite in quasi 3 milioni di euro. Inoltre, per impedire che il danno alle risorse pubbliche fosse portato a ulteriori conseguenze, i Finanzieri hanno segnalato le irregolarità emerse anche all’Inps che ha così bloccato l’erogazione di circa 2 milioni di euro ed ha avviato le procedure per la restituzione delle somme indebitamente percepite.
Le posizioni controllate hanno fatto emergere come i richiedenti avessero presentato delle Dichiarazioni Sostitutive Uniche non veritiere nell’ambito delle quali attestavano falsamente il possesso di tutti i requisiti anagrafici, soggettivi, reddituali e patrimoniali previsti per l’accesso e l’ottenimento del reddito di cittadinanza o, come, avessero omesso di comunicare intervenute variazioni rilevanti ai fini della cessazione dell’elargizione.
– foto ufficio stampa Guardia di Finanza –
(ITALPRESS).

Stadio San Siro, Sala “Inter interessata, se Milan no è lo dica”

MILANO (ITALPRESS) – “In Steven Zhang io vedo un interesse” per il progetto di riqualificazione dello stadio di San Siro. “Da una telefonata con Zhang ho ricavato alcune cose. La prima è che lui ha intenzione di continuare ad essere presidente dell’Inter e a conservare il controllo della società. Questa credo che sia una buona cosa per tutti. La seconda è che ha interesse a verificare, e questo lo farà con lo studio di fattibilità di WeBuild, se si possono fare i lavori senza bloccare lo stadio, perchè se non si può mi hanno già detto che non gli interessa. E hanno ragione”. Lo ha detto il sindaco Giuseppe Sala, a margine del convegno RespiraMi. “Quello che noi vogliamo e di cui abbiamo bisogno è chiarezza. L’1 febbraio abbiamo mandato una lettera al Milan dicendo che prendiamo atto del fatto che il Comune di San Donato ha avviato un procedimento, quindi se non interessa più San Siro lo dicano”, ha aggiunto poi commentando quanto dichiarato da Gerry Cardinale, proprietario del Milan, in una recente intervista sulla volontà di proseguire nel progetto di uno stadio di proprietà nell’area di San Donato. “Loro ci hanno risposto tre settimane abbondanti dopo, con una risposta interlocutoria – ha spiegato il primo cittadino – . Posto che ognuno fa i conti in casa sua e io non mi permetto di giudicare quello che intende fare il Milan, ma se veramente non sono interessati a San Siro, piuttosto che dirlo ad una intervista a un quotidiano inglese prendano carta e penna e scrivano al Comune. E io ne prendo atto e capisco cosa fare. Non è un giudizio il mio, ma devo fare il mio lavoro e ho bisogno prima di tutto di chiarezza”. Sala ha poi precisato che, in ogni caso, “spero che non abbiano rinunciato all’idea di San Siro ma, se così fosse, me lo scrivano su carta intestata e io ne prendo atto” e che con Cardinale non ha avuto confronti. “Stamattina ho sentito il sindaco di San Donato con cui i rapporti sono molto positivi”, ha concluso.

Foto: trl