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INDUSTRIALI NAPOLI, GRASSI NUOVO PRESIDENTE

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Vito Grassi subentra a Ambrogio Prezioso alla Presidenza dell’Unione Industriali Napoli. Lo ha eletto l’Assemblea dell’Associazione imprenditoriale, riunitasi oggi nella sede di Palazzo Partanna. 59 anni, laureato in Ingegneria Civile Idraulica, Grassi è alla guida di Graded Spa, attiva nella progettazione, sviluppo, costruzione, e gestione di impianti tecnologici e di produzione energia ad alta efficienza, che annovera importanti e prestigiosi clienti sui mercati  locali ed internazionali. Nel 2006 ha inoltre creato, in joint-venture con la Stim Srl di Latina, la Grastim Srl, certificata ESC, “energy service company”, impegnata nella costruzione e la gestione di impianti di cogenerazione ad alta efficienza energetica per il mercato primario dell’ industria manifatturiera, in espansione sui mercati esteri.

Ad affiancare il Presidente Grassi nel Comitato di presidenza saranno i Vice Presidenti: Maurizio Manfellotto Innovazione e competitività nel manifatturiero. Trasformazione digitale;
Armando Brunini Promozione internazionale dell’Impresa napoletana; Francesco Tavassi Economia del mare; Maurizio Capotorto Infrastrutture materiali, Trasporti e Relazioni industriali; Vincenzo Napolitano Energia ed Ambiente.
I Vice Presidenti di diritto sono: la Presidente del Gruppo Piccola Industria Anna Del Sorbo (delegata a “Sviluppo associativo, Reti d’impresa e Responsabilità sociale”) e il Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Vittorio Ciotola (delegato a “Start up, Legalità e Passaggio generazionale”).

“I numeri del turismo a Napoli e in Campania sono negli ultimi anni numeri di successo. In questa fase mi sono riservato una delega proprio sul turismo perchè insieme ai giacimenti culturali vogliamo dedicare una attenzione specifica” ha affermato Vito Grassi durante un incontro con la stampa a Palazzo Partanna.

“E’ il momento in cui tutti gli attori delle forze produttive devono fare quadrato. Cercheremo di far partire i tavoli dove i distinguo sugli obiettivi da raggiungere non esistano”  ha continuato – “Il manifatturiero per noi resta al centro della produzione del Pil regionale”.

Grassi ha ricordato i buoni risultati dell’export campano “aumentato del 7% rispetto ai valori pre-crisi del 2013”, a dimostrazione, ha aggiunto “che il tessuto industriale ha già reagito alla crisi riuscendo, nonostante la prevalenza nel territorio di imprese di servizi rispetto a quelle industriali, ad  intercettare gli strumenti del Piano nazionale impresa 4.0. Con il Digital Information Hub, Confindustria Campania – ha concluso – sta cercando di fare in modo che sempre più aziende aumentino la propria digitalizzazione”. 

 

 

 

CALABRIA, MESSE IN SICUREZZA 141 SCUOLE

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Dando seguito alla volontà espressa dalla Giunta Regionale con D.G.R. numero 427 del 10 novembre 2016, si è concluso un primo importante passo finalizzato alla messa in sicurezza ed all’adeguamento sismico dei primi 141 edifici scolastici della Calabria per un importo complessivo di  218.320.609,63 euro. Infatti, è stata approvata la graduatoria di merito degli Enti Pubblici (Comuni, Province e Città Metropolitana) ammessi (141 interventi per un importo di  218.320.609,636 euro) ed esclusi (186 interventi per un importo di euro 179.119.377,65).

“Il programma Scuole Sicure, che abbiamo posto al centro della nostra azione di Governo, avanza concretamente con il finanziamento di questi nuovi progetti presentati dagli enti locali. La pubblicazione del nuovo bando – dice il presidente della Regione, Mario Oliverio – effettuata, non a caso, contestualmente alla pubblicazione della graduatoria, consentirà ai Comuni i cui progetti non sono stati ammessi per ragioni di vario ordine, di poter partecipare con progetti rispondenti ai requisiti richiesti. Le risorse finanziarie sono disponibili per far fronte alla realizzazione dell’obiettivo che ci siamo posti, che è quello di realizzare scuole sicure. In tal senso, anche sulla base dell’esperienza di questi mesi, gli enti locali possono interfacciarsi con la struttura preposta nell’ambito del dipartimento ‘Lavori Pubblici’ al fine di avere chiarimenti tecnici necessari”.

All’interno degli interventi ammessi nella graduatoria di merito (numero 141 per un importo di 218.320.609,636 euro) trovano immediata copertura finanziaria 91 interventi, aventi un importo complessivo di circa € 117.000.000,00. I restanti 50 interventi ammessi in graduatoria, aventi un importo complessivo pari a circa 100.000.000,00 euro, trovano copertura finanziaria con parte delle risorse pari a circa 119.000.000,00 euro assegnate dalla Legge 11 dicembre 2016, numero 232 (Legge Finanziaria 2017). Gli interventi esclusi (186 interventi per un importo di euro 179.119.377,65) potranno partecipare all’ “Avviso pubblico finalizzato alla redazione del Piano Triennale 2018-2020 di interventi in materia di edilizia scolastica”, pubblicato il 2 maggio 2018 con scadenza il 03 luglio 2018, per il quale l’Amministrazione Regionale ha programmato risorse finanziarie per l’adeguamento sismico degli edifici scolastici.

L’azione sinergica dell’Amministrazione Regionale e delle Amministrazioni locali consentirà l’immediato avvio dei lavori delle prime 173 scuole entro il 2018, cui si aggiungeranno la messa in sicurezza e l’adeguamento sismico di oltre 201 scuole entro il 2019.

EMILIANO INAUGURA “CASA SANKARA” A SAN SEVERO

La Regione Puglia quest’anno festeggia con il presidente Michele Emiliano la nascita della Repubblica Italiana in occasione del 2 Giugno, a Casa Sankara, centro di San Severo esempio di integrazione sociale e di accoglienza per cittadini e lavoratori stranieri. “Stiamo festeggiando – ha detto Emiliano – in un luogo che secondo noi è il simbolo della liberazione dallo sfruttamento del lavoro. È un luogo pubblico che era stato abbandonato come azienda agricola e che è stato rimesso in piedi da una serie di lavoratori della terra che man mano noi abbiamo sottratto ai caporali. Hanno cominciato a produrre, a lavorare e in questo modo hanno potuto restituire la libertà a moltissime persone, a decine e decine di persone. L’idea di far nascere Casa Sankara è stata di un nostro amico, di un nostro collaboratore, di un dirigente molto importante della Regione Puglia che si chiamava Stefano Fumarulo. E quindi noi oggi dedicheremo questa azienda agricola a Stefano che è stato non solo un uomo del fare ma anche un uomo dalle grandi idee e questa è una delle sue grandi idee. La Repubblica italiana e la sua Costituzione oggi quindi vengono festeggiati in un pluralismo di religioni, di razze, nel rispetto della persona umana indipendentemente dal suo orientamento e dalla sua origine, soprattutto garantendo la libertà del lavoro, visto che la Repubblica italiana è una Repubblica fondata sul lavoro”.

“Questo lavoro di sottrazione dei lavoratori sfruttati ai caporali ha avuto molto successo e adesso servono nuovi posti letto – ha proseguito Emiliano – Stiamo attendendo rigorosamente la variante di Piano regolatore che serve a posizionare i moduli che sono tutti pronti in un piazzale a disposizione della Regione Puglia. Appena la variante sarà approvata la foresteria verrà realizzata. Esistono già campi identici a Nardò dall’anno scorso e ne inauguriamo lunedì un altro a Turi per le ciliegie. Queste foresterie dei lavoratori agricoli ospitano nella legalità, mentre in passato questi lavoratori venivano sfruttati dalle mafie, alle quali dovevano pagare soldi per stare accampati in campi senza acqua, senza igiene, esposti allo spaccio di droga e prostituzione, mentre adesso vengono ospitati in luoghi che offrono una dignitosa accoglienza. Ricordo che senza questi lavoratori l’agricoltura pugliese non potrebbe mai funzionare”.

 

PUGLIA, PRESENTATA PDL SU QUOTE ROSA

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In Puglia si torna a parlare di quote rosa. Stamattina in conferenza stampa la consigliera regionale del Partito Democratico, Anita Maurodinoia, ha presentato una proposta di legge che modifica gli articoli 7 e 8 della legge regionale numero 2 (Norme per l’elezione del Consiglio regionale e del Presidente della Giunta regionale) del 28 gennaio 2005, attraverso l’introduzione dell’istituto della “doppia preferenza”. Raccogliendo, infatti la volontà espressa l’8 marzo scorso dal presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, di riportare in aula la legge elettorale bocciata con voto segreto, la consigliera ha dichiarato: “rivolgendomi in modo trasversale ai miei colleghi, auguro al Consiglio di poter nel più breve tempo possibile, invertire la tendenza che vede la Puglia cenerentola per la scarsa presenza di quote rosa, per approvare la proposta di legge che che permette all’elettore di votare uno o più candidati di sesso diverso appartenenti alla stessa lista. La considero una proposta plurale e per questo da subito – ha concluso – la porterò in giro per la Puglia per costruire un’alleanza estesa per la doppia preferenza”.

La proposta che ora passerà al vaglio della VII Commissione regionale, ha avuto il plauso della Commissione regionale Pari Opportunità e della consigliera di Parità. “Porteremo anche in Commissione Pari Opportunità la proposta – ha detto la presidente, Patrizia Del Giudice. Battiti insieme a noi – ha continuato rivolgendosi al presidente Loizzo – perché questa volta il voto sia palese per una questione di civiltà.

“Sono mortificato nel dover constatare – ha detto il presidente Loizzo – che in questa grande regione democratica e civile stiamo ancora discutendo se introdurre o meno la doppia preferenza. Tuttavia constatato questo – ha sottolineato – occorre andare avanti. Cosa succederà non lo so – ha spiegato Loizzo memore della bocciatura della legge nella scorsa legislatura – perché conosco i dubbi e le perplessità. Bisogna lavorare – ha ribadito – per fare un’operazione di convincimento politico culturale. Accompagnerò e favorirò questa vostra iniziativa – ha continuato – per cercare di far capire che è arrivato il momento di dare questa opportunità. Spero – ha aggiunto – che si apra subito la discussione, perché – ha ribadito – quando si arriva alla vigilia della scadenza elettorale, le discussioni diventano abbastanza complicate e sottoposte a numerose strumentalizzazioni. So bene che la discussione non si limiterà alla doppia preferenza, perché – ha sottolineato – conosco già alcune opinioni di chi pensa sia utile abbassare la soglia di sbarramento che oggi è al 4%. Io sono nettamente contrario, perché alimenteremo la nascita di liste e listarelle che in questo momento non aiuta”.

MEDITERRANEO, +500% TRAFFICO CONTAINER”

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Il Mediterraneo aumenta il ruolo di pivot dei traffici commerciali marittimi mondiali, con una crescita, negli ultimi 20 anni, del 500% del traffico container. A dare la spinta, gli investimenti cinesi (4 miliardi) in portualità e logistica; il raddoppio del Canale di Suez (nel 2017 oltre 900 milioni di tonnellate transitate); la presenza di free zone strutturate che stanno concentrando ancora di più l’attenzione sul Mare Nostrum da parte degli operatori marittimi. In questo quadro anche i porti italiani iniziano a mostrare performance molto interessanti. Nel 2017 l’import-export via mare ha sorpassato i 240 miliardi, un aumento del 12,4% sull’anno precedente. Sono alcuni dei dati che emergono dal 5^ Rapporto sull’economia marittima italiana, realizzato da SRM (centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e presentato a Napoli, presso la Sala delle Assemblee del Banco di Napoli.
“Dal Rapporto – dice Massimo Deandreis, direttore generale SRM – emerge che il Mediterraneo rispetto a 10-15 anni fa è più centrale dal punto di vista degli scambi marittimi, grazie alla soprattutto alla Cina. La Via della Seta sta facendo vedere i suoi effetti in termini di crescita dei trasporti marittimi, e tutto ciò ha una influenza anche sulla portualità italiana. Va inoltre osservato che i porti del Nord Europa che sono stati e sono più efficienti di quelli del Sud, stanno leggermente perdendo competitività a favore dei porti del Mediterraneo, grazie anche al raddoppio del Canale di Suez e al consolidamento delle rotte asiatiche che stanno diventando la direttrice mondiale del commercio”.

Una ulteriore opportunità arriva dalle Zone economiche speciali (Zes). “Siamo convinti – prosegue Deandreis – che siano uno strumento assolutamente utile, non tanto e solo per gli incentivi fiscali, ma perchè dietro c’è un nuovo concetto di porto, non soltanto un luogo dove arrivano e partono le merci, ma luogo di sviluppo e attività produttive”. Per lo sviluppo delle vie del mare che attraversano il Mediterraneo è necessario, dice Deandreis “essere consapevoli che se non si gioca una partita anche a livello europeo è difficile per l’Italia, da sola, competere con grandi Paesi come Russia, Cina e Usa. Ci vuole una politica per il Mediterraneo dell’Unione europea, che l’Italia dovrebbe chiedere con più forza”.
Per Maurizio Barracco, presidente del Banco di Napoli, “ogni anno, grazie al raddoppio del Canale di Suez, cresce il traffico marittimo nel Mediterraneo. La Cina è il Paese che investe di più. Naturalmente i nostri porti per essere competitivi e interessanti devono essere efficienti. Il nuovo governo – è l’invito di Barracco – acceleri l’efficientamento con collegamenti ferroviari e autostradali ai nostri porti, e soprattutto aumenti le competenze all’interno dei porti, con nuove professionalità”.

Il vicepresidente di Confindustria, Stefan Pan dice che “il Meridione sta diventando la centralità dell’Europa. E’ in una posizione geopolitica privilegiata che dobbiamo sfruttare. I porti sono la porta aperta al mondo. E quelli di Napoli e del Meridione sono centrali. Senza porti non va da nessuna parte”.

Mentre sul nuovo governo aggiunge: “Confindustria guarda e studia i programmi, e il confronto con il nuovo governo sarà sui programmi. Le infrastrutture sono essenziali. Con il governo avremo un confronto costruttivo ma anche critico sulle necessità del Paese”.

Sull’andamento commerciale dei porti campani è intervenuto Pietro Spirito, presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale. “Nel primo quadrimestre 2018 rispetto all’omologo periodo dell’anno precedente, abbiamo registrato – spiega – una ripresa decisa delle crociere, con un aumento del 20%. Continuano a crescere i container tra Napoli e Salerno: la media è pari a +7,5%, con una crescita più accelerata a Salerno ma robusta anche a Napoli. Tutti i settori della portualità sono positivi con una crescita costante nell’ultimo triennio. E ovvio che dobbiamo lavorare per supportare questa crescita con l’integrazione di un sistema portuale interno, con la prospettiva della Zes, e con la necessità di guardare sempre più all’integrazione dei diversi sistemi di trasporto. Dobbiamo creare quelle strutture di scambio intermodale, penso al porto di Napoli che ha dei binari ferroviari vetusti incompatibili con l’economicità delle operazioni. Stiamo lavorando con Rfi per costruire nell’arco dei prossimi 4 anni un raccordo ferroviario in porto, nella zona orientale, con binari adeguati a garantire l’interconnessione intermodale della logistica dei porti e degli interporti”.

Ritornando ai dati del Rapporto SRM si evince che dal 2012 la presenza di navi container nel Mediterraneo (di dimensione superipore ai 13mila Teu) è aumentata del 37%. L’import-export dell’Italia via mare ha superato i 240 miliardi. Le imprese del Mezzogiorno realizzano il 63% del loro import-export via mare per un totale di 52,5 miliardi. Il Mezzogiorno rappresenta il 47% del traffico oil nazionale.

I porti del Mezzogiorno, si legge ancora nel rapporto, forniscono un valore aggiunto all’economia del Sud pari a 2,5 miliardi. La Cina è tra i maggiori partner, con un interscambio pari quasi a 30 miliardi. In generale gli scambi via mare sono aumentati del 2,6% (10,3 miliardi tonnellate). Le stime nel medio-lungo termine prevedono un incremento medio annuo del 3,2% tra il 2017 e il 2022. Tra gli obiettivi futuri la portualità 5.0, in cui lo scalo deve saper attuare strategie non solo votate all’attrazione di traffico ma all’innovazione ed internazionalizzazione del territorio.

CAMPANIA, AL VIA PROGETTO “DONNE E GIUSTIZIA”

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“Per le donne che hanno subito violenze, abbiamo attivato una serie di servizi. Dai centri di accoglienza che stiamo moltiplicando nelle strutture ospedaliere, come al Cardarelli, alle case di accoglienza, dislocate in tutte le province, destinate a loro e ai loro figli. Ma io sono convinto che accanto a questo lavoro di prevenzione, di educazione, di moltiplicazione dei servizi, dobbiamo cominciare a porre in maniera chiara e non imbarazzata il problema della repressione”.

Questo l’intervento del governatore della Campania, Vincenzo de Luca, alla presentazione, stamattina a Napoli, del progetto “Donne e Giustizia”, promosso dall’Accademia italiana delle Scienze di Polizia investigativa e scientifica per contrastare il fenomeno della violenza di genere. “In Italia siamo di fronte a un’emergenza educativa che coinvolge intere generazioni, il nostro primo campo di impegno in Campania – ha detto De Luca – è un grande progetto educativo per giovani e giovanissimi, Scuola viva, per tenere aperti nel pomeriggio e di sera 500 istituti. Questa attività che noi finanziamo serve a far socializzare i ragazzi, a trasmettere loro i valori della solidarietà, valori educativi, a impegnarli nelle loro serate anche nei quartieri dove non c’è neanche un punto di aggregazione. Fenomeni quali il femminicidio o il bullismo sono accentuati dalla pervasività dei nuovi mezzi di comunicazione, i social, un vero campo di scorribande nei confronti degli individui e in particolare delle donne”.
(ITALPRESS) – (SEGUE).

Il presidente della Regione ha ricordato il caso di Tiziana Cantone, una ragazza che non resse alla campagna di cyber-bullismo cui fu sottoposta e finì con il togliersi la vita. “Un episodio drammatico – ha continuato De Luca – che ci ha spinto ad approvare una norma con la quale la Regione garantisce l’assistenza legale a tutte le donne che reagiscono a forme di cyber-bullismo. Dobbiamo fare di tutto per dare una mano a chi intende ribellarsi, ma poi va fatto anche un lavoro perché le donne imparino a stare attente. Ogni volta che vado a parlare in una scuola media, manco alle superiori, ricordo che una foto, un video è per sempre, non si cancella mai più. Questo elemento va instillato nella testa delle nostre ragazze e ragazzine. Serve anche questa azione un po’ terroristica, ma rendiamole consapevoli dei rischi. E, se capita l’incidente, che ci sia la forza di reagire e di non subire ricatti, di non cadere nell’isolamento”.
Citando lo scrittore Erri De Luca, il governatore ha parlato anche di “uomini di scarto: “Dobbiamo spiegare ai nostri ragazzi che l’essere uomini non è rappresentato dall’uso della violenza, della sopraffazione, questo vale tra gli animali, non nelle società civilizzate”.
Dopo aver ricordato l’impegno della Regione nella prevenzione dei fenomeni di violenza e nei servizi offerti alle vittime, De Luca ha insistito sul tema della repressione.

”Se subisci una violenza – ha detto – c’è anche l’esigenza di avere una risposta a breve, non sui tempi lunghi del recupero dell’emergenza educativa. Oggi  un ragazzo di 16 anni è pienamente in grado di capire quello che è bene e quello che è male. E’ un tema delicatissimo, ma quando parliamo di baby-gang, penso che uno Stato democratico abbia il dovere di offrire sempre un’alternativa, di non spingere un ragazzo nel circuito carcerario, ma quando si è offerta un’alternativa, si deve far pagare la famiglia. I genitori devono essere responsabilizzati fino in fondo. Per un danno, un’aggressione, devono pagare padre e madre perché la responsabilità educativa è in primo luogo dei genitori. Non possiamo immaginare che lo Stato arrivi nelle camere delle case. Quindi cominciamo a far pagare ai genitori per obbligarli ad esercitare un loro dovere, di controllo, di educazione e di responsabilità . E poi apriamo un ragionamento anche sulla età per la imputabilità. Gli episodi che abbiamo di violenza, di cyber-bullismo, di bande giovanili, di aggressioni a ripetizione, di coltellate inferte a ragazzini di 14 anni, sta diventando un grande problema sociale. E dunque, educazione, prevenzione, servizi sociali, aiuto alle famiglie, aiuto ai minori, alla fine, e solo alla fine, occorre ragionare anche su come intervenire su tutti i piani, senza escludere modifiche legislative”.
“Siamo la terza regione d’Italia, dopo Umbria e Calabria, per numero di donne uccise. Siamo, però, anche la regione che ha fatto molte cose per contrastare il fenomeno, a partire dall’istituzione dell’Osservatorio sulla violenza contro le donne” ha detto il presidente del Consiglio della Regione Campania, Rosa D’Amelio.

“Abbiamo fatto leggi importanti in questa legislatura – ha detto nel suo intervento – per reprimere il fenomeno della violenza di genere, puntando soprattutto sulle giovani generazioni. L’osservatorio istituito presso il  regionale regionale, in soli sei mesi, da gennaio a luglio dello scorso anno, ha registrato ben 652 donne che sono state refertate al pronto soccorso. Di queste, 32 erano straniere, 32 minorenni e per il 5 per cento di loro la prognosi superava i 20 giorni”.
“Dobbiamo offrire sempre più servizi alle donne vittime di violenza – ha concluso D’Amelio – ma soprattutto dobbiamo garantire loro l’assistenza legale: ancora troppo spesso le donne non denunciano perché non tutelate dal punto di vista legale”.

CONTRATTO GOVERNO, PITTELLA “SUD DIMENTICATO”

Per il governatore lucano, Marcello Pittella è “inaccettabile che il Contratto Lega-M5stelle non preveda alcuna politica specifica per il Meridione, né faccia cenno a piani di sviluppo e ad investimenti infrastrutturali, relegando ai nostri territori un ruolo subalterno ed esclusivamente passivo”.

Per questo motivo, il presidente della Basilicata ha inviato una lettera ai governatori delle Regioni del Sud, invitandoli “ad un incontro in data da concordare” per intraprendere “un’azione comune”.

“Alla luce del dibattito pubblico di questi giorni – ha evidenziato Pittella – ritengo quanto mai urgente che i governatori del Mezzogiorno, con una voce sola, richiedano politiche specifiche e rivendichino un’attenzione che, allo stato, il futuro Governo non contempla. Le nostre regioni – ha detto ancora il presidente Pittella – hanno dimostrato di saper mettere in campo politiche in grado di intervenire per colmare il divario di sviluppo, ridurre le disuguaglianze Nord-Sud e concorrere alla coesione territoriale ed istituzionale del Paese”.

 

CAMPANIA, DE LUCA “SANITÀ RISANATA”

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“Presentiamo l’immagine di una Regione come casa di vetro che rende conto di quello che ha fatto nel settore sanitario”. Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, parla agli Stati generali della sanità, in corso all’ospedale Cardarelli di Napoli, voluti dal governo regionale per fare un rendiconto di ciò che è stato fatto nel settore nella prima metà di legislatura, e quello che resta da fare. “Siamo tra le prime regioni in Italia nell’organizzazione sanitaria”, dice De Luca, che poi sui risultati raggiunti aggiunge:”Nel 2015 la Campania era l’ultima regione in Italia sui livelli essenziali di assistenza (Lea), mentre ad oggi siamo prossimi al valore soglia di 160 punti”. Sui conti: “Abbiamo approvato tutti i conti consuntivi dal 2012”, e “entro il 2018 ci sarà la fine del commissariamento”. “Abbiamo gestito un sistema sanitario da dopoguerra”, incalza il governatore, “con 13 mila dipendenti in meno. Le aziende ospedaliere hanno ricorso a personale precario, che entro il 2018 saranno tutti stabilizzati, dopo le prime 800 stabilizzazioni già operative, con percorsi amministrativi corretti”. Previste anche ulteriori 4mila nuove assunzioni. De Luca ricorda poi i tagli alla Campania.

“Abbiamo – dice – gestito il sistema sanitario regionale con 1,7 miliardi in meno, di cui 250 milioni l’anno di tagli nazionali, 1,2 miliardi di fondi di accantonamento, risorse che non abbiamo potuto utilizzare per via del contenzioso giudiziario accumulato, e trecento milioni di euro di immobilità passiva”. Sui pagamenti alle imprese De Luca dice “che ad oggi i pagamenti sono a 32 giorni per i farmaci – neanche in Svizzera avviene -, e a 60 giorni per gli altri fornitori”, ed aggiunge che “entro il 2018 risolveremo tutte le partite debitorie della Regione”. Il governatore ricorda poi l’eliminazione del ticket regionale sanitario di 10 euro a prestazione, l’apertura di 64 nuove farmacie nel 2017 e altre 200 di prossima apertura, l’aumento nelle strutture sanitarie regionali di 1637 nuovi posti letto. Ed ancora: il superamento dei target, 95%, nelle vaccinazioni per la esavalente, e oltre il 92% per la tetravalente più morbillo. De Luca sul tema critica “la disinformazione condotta anche da forze politiche che in questo momento si preparano a governare l’Italia. Siamo arrivati – dice – a vedere morire i bambini per il morbillo, e scherzando scherzando rischiamo di far riemergere la poliomelite: è una vergogna nazionale”.

Poi il governatore parla della riduzione dei tempi delle liste d’attesa: per una colonscopia nel 2015 i giorni medi di attesa erano 41, nel 2018 trentanove. Mentre per una visita oculistica i giorni d’attesa sono passati nello stesso arco temporale dal 39 a 20. “La riduzione dei tempi delle liste d’attesa dev’essere la nostra ossessione. Dobbiamo diventare primi in Italia”, dice De Luca, che poi parlando di edilizia sanitaria aggiunge che con la fine del commissariamento saranno investiti 1,6 miliardi, per l’acquisto di tecnologia e la ristrutturazione di “tutti gli ospedali della regione” con l’apertura “di 5 nuovi nosocomi, tra cui Nola, Giugliano, Costiera Sorrentina, Sessa Aurunca”. Tra gli obiettivi futuri De Luca indica la creazione di una rete di medicina territoriale, la riduzione della mobilità sanitaria verso altre regioni, la riorganizzazione del 118, “non smantelleremo le reti provinciali”, una piattaforma unica per la gestione dei farmaci, il miglioramento dei valori Lea, l’eliminazione dei ritardi nella procreazione assistita, dove dice “bisogna accelerare”.

Il governatore parlando poi dei manager della sanità campana dice che “non c’è nessun somaro che in questi anni è stato nominato primario. Abbiamo cacciato la clientela politica dalla sanita”. Plauso al lavoro svolto dalla giunta De Luca è arrivato dal direttore generale programmazione sanitaria del ministero della Salute, Andrea Urbani. “La Campania sta lavorando bene”, ha detto. Aggiungendo che nei prossimi 5 anni arriveranno novità nel sistema sanitario nazionale “che non si vedevano da trecento anni. L’innovazione – ha aggiunto Urbani – cambierà i percorsi di cura. E anche la governance dovrà cambiare tenendo conto del cambiamento che è in atto”.
(ITALPRESS).