Home Mezzogiorno Pagina 489

Mezzogiorno

ILVA, CALENDA “NESSUN LAVORATORE ANDRÀ A CASA”

0

“Non e’ che i 4.000 lavoratori vengono licenziati, rimangono nell’amministrazione straordinaria e nessuno va a casa, ma si tratta di capire questo numero quanto puo’ crescere. Oggi in Ilva lavorano 11 mila persone perche’ le altre sono in cassa integrazione. Bisogna trovare un equilibrio giusto, ma nessuno va a casa”.

Cosi’ il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ospite di Circo Massimo su Radio Capital.

(ITALPRESS).

EMILIANO “AGRICOLTURA CUORE NOSTRA ECONOMIA”

0

Al via oggi a Bari il primo ‘Open day dell’agricoltura italiana’, organizzato da Coldiretti. L’inaugurazione, in mattinata con il presidente di Coldiretti, Roberto Moncalvo e con le autorità locali, tra cui il sindaco di Bari, Antonio Decaro e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

“L’agricoltura – ha detto Emiliano – è il cuore della nostra economia, non solo in Puglia, ma nel resto d’Italia. Ovviamente – ha continuato – è un mondo complesso, difficile, ma che tiene insieme il cuore del nostro Paese. Dall’agricoltura – ha sottolineato il governatore pugliese – parte la manutenzione del nostro paesaggio, la tutela dal dissesto idrogeologico e serve soprattutto a mantenere la qualità della vita attraverso produzioni di beni alimentari che producano salute. Un motore fondamentale – ha ribadito – del nostro stile di vita. E naturalmente la fatica di stare dietro questa complessità è notevole. E’ un settore – ha spiegato Emiliano – dove bisogna distribuire una quantità impressionante di fondi pubblici e naturalmente questa distribuzione è strategica, perché deve essere fatta in modo tale da spingere le leve giuste, in modo da consentire a questo mondo non solo di sopravvivere, che è il minimo, ma – ha concluso – di continuare a essere il traino dell’economia italiana”.

Su palco, il presidente Moncalvo, ha parlato di unna vera e propria rivoluzione in agricoltura grazie ai giovani. “Stiamo davanti a un ritorno alla terra – ha detto – che non si vedeva dai tempi della rivoluzione industriale. Per la prima volta – ha continuato – nel 2017 sono tornati ad aumentare gli agricoltori in Italia e i giovani sono i protagonisti”. Sono 30mila infatti, secondo lo studio ‘Ritorno alla Terra’, presentato oggi da Coldiretti, i giovani che tra il 2016 e il 2017 hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura. Il 61% è concentrato al Sud e nelle Isole, il 19% al Centro e il resto al Nord.

“La Puglia (con 4.540 domande presentate), come la Calabria (2.110) e la Sicilia (con 4.700 domande) secondo i dati regionali dei Piani di Sviluppo rurale – ha detto Moncalvo – sono le regioni in cui, in questi due anni sono state presentate più domande di primo insediamento in agricoltura, superando il 44% del totale previsto per l’intera programmazione europea fino al 2020. I giovani – ha concluso – hanno tantissime speranze e noi abbiamo il dovere di non tarpargli le ali”. “Il nostro lungomare – ha detto il sindaco Decaro – in questi giorni sarà chiuso alle auto e aperto all’agricoltura. Finalmente – ha concluso riportando le parole dette da una signora incontrata lungo il percorso – la campagna arriva sul mare”.

PUGLIA, LEO “OK DDL AGENZIA POLITICHE LAVORO”

0

“La Giunta regionale della Puglia di oggi, su mia proposta, ha approvato il Disegno di Legge funzionale alla costituzione della nuova Agenzia Regionale per le Politiche attive del Lavoro (ARPAL)”. Lo rende noto Sebastiano Leo, assessore all’istruzione, alla formazione e al lavoro della Regione Puglia.

“Il Disegno di Legge – continua l’assessore – ridefinisce il sistema regionale delle politiche per il lavoro in cui la Regione Puglia mantiene le funzioni di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio dei servizi e delle politiche per l’occupazione, sviluppando un innovativo modello di sinergie tra ARPAL, centri per l’impiego e soggetti privati e pubblici accreditati ai servizi per il lavoro”.

“Stiamo riscrivendo il modello organizzativo delle politiche per il lavoro, innovandolo dal basso: i centri per l’impiego, affiancati dai soggetti pubblici e privati accreditati, saranno articolazioni operative e funzionali della costituenda Agenzia, risulterà così semplificata e coordinata la loro gestione: i CPI e i soggetti accreditati diventano punti attivi di una rete di servizi di cui l’Agenzia è il nodo centrale, anche dal punto di vista informatico.

“Tutto questo – ha concluso Leo – ha un solo obiettivo: promuovere le opportunità di lavoro, formazione e crescita professionale migliorando il raccordo tra i fabbisogni di competenze espressi dai datori di lavoro e le necessità di inserimento, reinserimento e sviluppo professionale, dichiarate dai soggetti in  cerca di nuova o diversa occupazione. In riferimento alla dotazione organica dell’Agenzia, come previsto dalle normative vigenti, il personale a tempo indeterminato della Città Metropolitana di Bari e delle Province pugliesi, con rapporto di lavoro a tempo indeterminato in servizio presso i Centri per l’Impiego e già collocato in soprannumero è personale della Regione, trasferito direttamente alle dipendenze dell’ARPAL, in deroga al regime delle assunzioni”.

MOLISE, VINCE CENTRODESTRA CON TOMA

0

Il centrodestra ha vinto in Molise. Donato Toma, candidato alla presidenza della Regione sostenuto dalla coalizione di centrodestra, è al 43,45% delle preferenze dopo che sono state scrutinate tutte le sezioni, Andrea Greco del Movimento 5 stelle al 38,50%, Carlo Veneziale (centrosinistra) al 17,11% e Agostino Di Giacomo (Casapound) allo 0,42%.

 

 

OLIVERIO “PD HA BISOGNO DI RIFLESSIONE A 360 GRADI”

Dopo aver analizzato approfonditamente le ragioni della grave sconfitta registrata il 4 marzo scorso, il presidente della Giunta regionale della Calabria, Mario Oliverio, intervenuto all’Assemblea regionale del Pd, ha rimarcato il fatto che lo “tsunami” che si è abbattuto sul Pd alle ultime elezioni è il frutto di diversi fattori internazionali, nazionali e regionali. “E meschino – ha detto Oliverio – ridurre la devastante sconfitta ad un problema solo calabrese solo per operazioni e calcoli meramente interni. Certo che in Calabria ci sono stati problemi ed io sono il primo ad assumermene le responsabilità. C’è bisogno di etica anche nella lettura dei fatti analizzando le ragioni della sconfitta con responsabilità, guardandosi dentro fino in fondo e leggendo con oggettività e onestà quanto e accaduto”.

“C’è stato e continua ad esserci nel Paese -ha proseguito- un grave problema economico e sociale, esistono forti diseguaglianze sociali, egoismi, disoccupazione. La fascia della povertà si è allargata. Tutto ciò ha generato paura del futuro e insicurezza. Di fronte a problemi enormi come questi, non possiamo andare avanti con polemiche speciose che non portano da nessuna parte. Non offre un contributo serio e onesto chi continua a porre in questi termini l’analisi della realtà”.

Oliverio, dopo aver auspicato che il Pd dedichi all’interno del suo congresso regionale un momento di riflessione sull’attuale esperienza di governo alla Regione,  ha ricordato di aver messo in campo in questi anni una seria programmazione che si sta dispiegando, di aver avviato un’opera di riordino e di riforma del sistema di potere consolidatosi nel corso di un lungo periodo di tempo, di aver liquidato molte fondazioni ed enti inutili che hanno prodotto solo guasti, sprechi, malaffare e distorsione nella utilizzazione delle risorse pubbliche.

“Abbiamo – ha aggiunto Oliverio – avviato una profonda opera di bonifica della macchina regionale, abbiamo chiuso gli sportelli degli sprechi e della clientela e non ci siamo sostituiti, nel perpetrare metodi e azioni, a chi ci ha preceduto. Abbiamo approvato strumenti importanti come il Piano dei Trasporti, il Piano dei rifiuti, la ZES. Abbiamo messo in campo strumenti e investimenti attesi e promessi da anni e li abbiamo predisposti a costo zero, senza ricorrere a consulenze milionarie da affidare agli amici e ai clienti. Abbiamo assunto la linea dell’automatismo, dello sportello a domanda, eliminando qualsiasi intermediazione. E’ un processo in atto, a cui stiamo dedicando energie e fatica. Nessuno può pensare di essere in presenza di un Re Mida che tutto ciò che tocca diventa oro. Sono processi che hanno bisogno dei tempi giusti per dipanarsi e noi questo processo lo stiamo portando avanti. Siamo partiti con i piedi nel fango, tra le macerie e, piano piano, ne stiamo venendo fuori. Certamente ci sono ancora problemi enormi da affrontare”.

“Su tutti quello della Sanità, che rappresenta un capitolo doloroso perché noi, che abbiamo avuto una funzione di governo nazionale, non possiamo non assumerci le nostre responsabilità. Siamo in presenza di un Commissariamento che permane nell’unica regione d’Italia. Bisogna capire perché ciò avviene. Forse c’è un peccato originale che, forse, sta tutto in quelle primarie che mi hanno portato alla guida della Regione. Può darsi che ci sia anche questa componente nella permanenza del Commissario nel sistema sanitario calabrese. Il sospetto ce l’ho, ma non ne ho la certezza. C’è però, un dato di fatto che permane, che il Commissario nominato dal governo e che ci portiamo dietro dal 2010, ha prodotto in Calabria una situazione gravissima. Le interlocuzioni e le denunce non sono servite a nulla. Nonostante ciò ripropongo anche qui questa situazione che rappresenta una vera e propria vergogna per la nostra regione”, ha detto Oliverio.

“Il Pd – ha sottolineato Oliverio – ha bisogno di fare una riflessione a 360 gradi, senza strumentalismi e demagogia. Dobbiamo guardare in faccia i problemi, vedere quali sono i limiti e le insufficienze e dobbiamo affrontarli, ma soprattutto abbiamo bisogno di recuperare una soggettività politica. Non c’è progetto di cambiamento che non sia e non debba essere sostenuto da una soggettività politica nei territori. Dobbiamo fare rivivere i nostri circoli, molti dei quali, quando esistono e quando funzionano, sono diventati dei veri e propri simulacri. Dobbiamo rivitalizzarli, dedicandoci meno alle iniziative di corrente e più alla discussione vera, profonda sui problemi che abbiamo davanti. Dobbiamo guardare di più alla rete delle organizzazioni sociali. L’intermediazione ed i soggetti dell’intermediazione devono essere spinti a partecipare alle nostre discussioni e, per questo, devono essere adeguatamente considerati”.

“Ritengo, infine, che è necessario riconquistare una forte etica della militanza, ma anche un recupero dell’appartenenza. Se si appartiene ad un campo occorre avere l’orgoglio di appartenere a quel campo. Non si può essere indifferentemente, anche nella iniziativa politica, da una parte e dall’altra. E non è nemmeno possibile che ad alimentare la confusione ci possa essere una componente che, andando oltre ogni limite tollerabile, supplisce a ciò che non fanno le forze di opposizione in Consiglio regionale. Siccome il sottoscritto, sostenuto dal Pd, che è e rimane il mio partito, si è presentato agli elettori calabresi dopo aver vinto le primarie, ritengo sia giusto che nella maggioranza ci stia chi assume una dimensione etica e rispetta le regole. Una maggioranza indistinta, nella quale ognuno si può alzare e gettare fango su di essa e su chi la rappresenta, non va bene”.

“Fa più male – ha concluso il presidente della Regione Calabria – il fango lanciato da chi ti è amico che dai tuoi avversari. Quella dell’appartenenza è una bussola a cui nessuno può e deve abdicare, perché se questo accade c’è il ‘rompete le righe’ e quando ciò si verifica non c’è prospettiva per nessuno. Io continuerò a stare in campo perché i cittadini calabresi mi hanno dato questa responsabilità che eserciterò fino in fondo, in piena autonomia e libertà e nel rispetto, naturalmente, delle istituzione che rappresento e del mio partito, che è e rimane il Partito Democratico”.

 

PUGLIA, INTESA CONTRO SPRECO ALIMENTARE

0

“Il progetto che parte oggi lancia un segnale forte e importante, che dimostra che la politica non si occupa solo dei massimi sistemi ma favorisce la solidarietà e lo sviluppo del senso di comunità”.

Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano commenta la firma del “Protocollo di intesa in materia di recupero e riutilizzo di eccedenze e sprechi alimentari e di prodotti farmaceutici”, approvato dalla Giunta regionale nella seduta del 27 marzo scorso, e che rende adesso attiva la rete per la lotta agli sprechi alimentare e farmaceutico. Il Protocollo è stato firmato dal presidente Emiliano, dall’assessore al Welfare Salvatore Ruggeri, dal consigliere regionale Ruggiero Mennea, dal presidente di Anci Puglia Domenico Vitto e dai rappresentanti di diverse Associazioni pugliesi tra cui FederFarma Puglia, Banco Farmaceutico, Banco Alimentare, Comunità Emmanuel di Lecce, Caritas Puglia, Croce Rossa Italiana e Incontra Onlus.

“Questo lavoro – ha proseguito Emiliano – serve a far capire che gli altri non si sono dimenticati di te. È un lavoro che è cominciato dodici anni fa e che nel frattempo ha compiuto diversi passi avanti. Cominciò allora la costruzione di una cultura che aveva bisogno di essere indirizzata e coordinata. La puglia produce 360mila tonnellate di eccedenze alimentari e questo protocollo può essere efficace per ridurre lo spreco e distribuire queste eccedenze a chi ne ha bisogno. Come la lotta allo spreco alimentare, altrettanto importante è la lotta allo spreco farmaceutico perché sprechiamo 300 milioni di euro in spese farmaceutiche. Una spesa che pian piano stiamo recuperando. Ma se si ha una linea logistica raffinata, queste spese possono essere abbattute”.

Il piano prevede un finanziamento immediato di seicentomila euro per l’attivazione delle reti locali, per la logistica, la promozione sul territorio delle buone pratiche e per sostenere le associazioni coinvolte nel lavoro: “Tutto questo – ha concluso Emiliano – non ha solo un valore intrinseco ma serve affinché che la rete della solidarietà venga alimentata sempre per sviluppare il senso della comunità. Vorrei che la gente impari a capire che donare è importante, siamo fortunati e dare agli altri un qualcosa è un piccolo sacrificio che possiamo fare e che ci fa stare sicuramente bene”.

SICILIA, UN ALUNNO SU 4 ABBANDONA LA SCUOLA

0

Un alunno su quattro, in Sicilia, abbandona anzitempo la scuola. Un vero e proprio record in Italia. E nell’Isola appena un istituto su quattro è costruito con criteri antisismici, gli altri sono a rischio. Mentre, soltanto il 39% degli edifici scolastici è utilizzato per attività didattiche. Per contro, ben il 61% è, di fatto, fuori uso.

Sono i temi dibattuti in occasione dell’incontro organizzato dalla Cisl, a Palermo, dal titolo “Scuola del territorio, scuola della comunità”. Erano presenti l’assessore regionale dell’Istruzione, Roberto Lagalla, il presidente dell’Anci Sicilia, Leoluca Orlando, il direttore dell’ufficio scolastico regionale, Maria Luisa Altomonte, ed i vertici regionali e nazionali della Cisl, come la leader nazionale Fsur, Maddalena Gissi, il numero uno della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, e la segretaria generale regionale Cisl Scuola, Francesca Bellia.

Il segretario regionale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo, ha evidenziato i problemi delle scuole siciliane sia per quanto riguarda i temi urgenti come l’edilizia scolastica, ma anche per l’avvio dei doppi turni e del tempo pieno, la creazione di mense scolastiche, biblioteche e ludoteche: “E’ un momento di fare un’analisi approfondita rispetto ad un tema delicato come quello dell’edilizia scolastica – ha sottolineato -. Il nostro sistema educativo è datato nei tempi e bisogna ammodernarlo”.

“In questa direzione penso che sia i fondi nazionali che quelli regionali vadano spesi nella giusta direzione – ha spiegato il segretario regionale della Cisl Sicilia, Mimmo Milazzo -. E’ necessario rimettere a norma il 60% degli edifici scolastici regionali. Bisogna però essere aperti alla comunità di famiglie e studenti siciliani e ai bisogni dei quartieri a rischio. Qui ci sono esigenze di creare una comunità e un civismo ordinario. Oggi è indispensabile più che mai. Tra le urgenze da attuare nelle scuole siciliane c’è la necessità di avviare i doppi turni, avere le mense scolastiche, creare spazi dove i ragazzi dei vari quartieri possano stare, biblioteche e ludoteche. Si deve creare un vero e proprio sistema integrato che deve porre la Sicilia in linea con le altre regioni italiane”.

Il segretario regionale della Cisl scuola, Francesca Bellia, ha sottolineato che: “L’edilizia scolastica è una priorità in Sicilia. I ragazzi hanno bisogno di laboratori e sale mense e riscaldamenti nelle aule.

E l’assessore regionale alla Formazione, Roberto Lagalla, ha evidenziato la necessità di presentare al Ministero dell’Istruzione una proposta unica condivisa tra sindacati, governo regionale, Enti locali, Anci: “Per la scuola è necessaria una terapia efficace e sostenibile – ha dichiarato -. Credo che il governo regionale siciliano si è troppo poco interessato dei problemi della scuola. E’ mancata la concertazione e la pianificazione comune tra Regione, Sindacati e Anci”. “Da parte nostra – ha aggiunto – c’è la volontà di avviare un percorso sull’edilizia scolastica. Nei giorni scorsi c’è stato un incontro con Anci, Enti locali e sindacati sulla sicurezza delle scuole. E stiamo pensando anche di potenziare le mense scolastiche. Vogliamo avviare il processo del tempo pieno per la scuola primaria e secondaria di primo livello, almeno con progetti pilota. Per quanto riguarda i docenti esodati che lavorano al Nord, che attendono di tornare, possiamo risolvere la questione con l’innalzamento del tempo pieno e con una intesa sulla copertura dei posti di sostegno”.

Il presidente regionale dell’Anci, Leoluca Orlando, si è detto rammaricato del fatto che “in Sicilia ci sia uno scarto così grande con le altre regioni. Non è possibile parlare di lotta all’evasione scolastica se non si aumentano le scuole e le ore a tempo prolungato. La scuola è importante per formare la comunità cittadina”.

Il direttore dell’Usr Maria Luisa Altomonte ha lanciato un allarme sullo spopolamento delle scuole siciliane: “Abbiamo perso 28 mila alunni negli ultimi tre anni in Sicilia, 10 mila alunni all’anno. La Sicilia si sta spopolando delle giovani generazioni. Dobbiamo preoccuparci di tenere i nostri ragazzi qui in Sicilia. Nelle nostre classi ci sono meno alunni che nelle altre regioni d’Italia”. “In Sicilia – ha aggiunto – il tempo pieno non è stato realizzato perché non c’è domanda né da parte delle mamme né degli insegnanti. Le donne in Sicilia sono meno occupate che al Nord. A me piacerebbe che la scuola siciliana si facesse promotrice di modelli nuovi adatti alla regione, e non di modelli stereotipati come quelli del tempo pieno”.

All’appuntamento hanno partecipato i delegati della Cisl Scuola impegnati in questi giorni nella campagna per il rinnovo delle Rsu – Rappresentanze sindacali unitarie. La competizione coinvolge, in Sicilia, 102.190 dipendenti delle scuole di ogni ordine e grado. La Cisl è in corsa con 1.762 candidati di cui 912, il 52%, donne.

FURLAN: “PER IL SUD SERVONO MENO PAROLE E PIÙ FATTI”

0

“Per il Sud bisogna fare un pò meno parole e un po’ più fatti. In tanti anni per il Mezzogiorno le parole sono si sono sprecate, i fatti invece si sono realizzati in maniera del tutto insufficiente”. Lo ha detto Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl, intervenendo a margine del seminario “Problemi di frontiera. La sfida educativa”, in corso a Napoli alla Stazione marittima. “L’Italia – ha aggiunto il numero uno del sindacato di ispirazione cattolica – non esce dalla crisi se non riparte il Sud. Ogni anno migliaia e migliaia di giovani del Mezzogiorno, dopo i sacrifici delle loro famiglie per riuscire a realizzare percorsi di studio, sono costretti a fare la valigia e portare la loro intelligenza e la loro voglia di costruire un futuro in altri Paesi. Questo è inaccettabile”.

“Quello che manca nel nostro Paese – ha proseguito – è innanzitutto il lavoro per i giovani e quindi bisogna iniziare dalla formazione, con un dialogo molto forte tra scuola, territorio e imprese. Un buon percorso formativo è già un passo avanti per un futuro lavoro. Servono gli investimenti per la formazione, l’innovazione, la ricerca. Tanti investimenti per creare un futuro per questo Paese”.