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CALABRIA COME UN SET “A CIELO APERTO”

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Considerare la Calabria come un “set a cielo aperto”, dove le produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali possano ambientare i loro lavori: è la proposta della Fondazione Calabria Film Commission che proprio per realizzare questo obiettivo ha creato lo slogan “Calabria, terra da girare”.

La Film Commission, che si occupa di stimolare lo sviluppo dell’industria cinematografica in Calabria, ha avviato un’azione di rilancio del territorio calabrese e di crescita del settore cinematografico e audiovisivo, perché diventi un elemento centrale dello sviluppo economico e sociale della regione. Per coniugare cinema e altri settori, come quello del turismo, lo scorso anno è stato pubblicato un avviso per l’attrazione di produzioni audiovisive e cinematografiche nazionali ed internazionali. Sono state cosi’ finanziate 14 produzioni che nei prossimi mesi saranno ambientate sul territorio calabrese. Di queste, sette sono lungometraggi, cinque documentari e due webseries. Inoltre, nel 2018, si prevedono altri avvisi pubblici per la concessione di ulteriori contributi. Lo scopo è far conoscere le location calabresi a imprese cinematografiche nazionali ed internazionali, che in Calabria potrebbero creare i loro set e avvicinare il pubblico che potrebbe restare affascinato dalle sceneggiature e dagli ambienti della regione, divenendone visitatore e turista.

La direzione intrapresa dal cinema calabrese è testimoniata dai successi ottenuti ai David di Donatello da “Bismillah” del catanzarese Alessandro Grande, che ha vinto nella sezione cortometraggi, e “A Ciambra” del giovane Jonas Carpignano, la cui casa di produzione ha anche aperto una sede in Calabria, dopo aver vinto due David come miglior regia e migliore montaggio.

“A Ciambra”, premiato anche con L’Europa Cinemas Label alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, è frutto della collaborazione tra Calabria Film Commission e Lucana Film Commission che insieme hanno avviato il progetto “LuCa”, con l’obiettivo di sfruttare le potenzialità delle due regioni, Calabria e Basilicata, e cogliere insieme le opportunità offerte dai mercati internazionali.
“L’azione – evidenzia il direttore di Calabria Film Commission Francesco Loreto – non si limita a dare supporto alle produzioni cinematografiche che intendono localizzare in Calabria i nuovi lavori, ma mira anche alla valorizzazione degli operatori locali, rafforzando e consolidando il comparto audiovisivo regionale anche attraverso l’offerta di percorsi di formazione e professionalizzazione, e tende a creare un ambiente in cui il cinema possa implementare la propria operatività in connessione con altri settori, dal turismo a quello agroalimentare. In quest’ottica si sta lavorando alla legge regionale sull’audiovisivo, che affiderà – spiega il direttore della Fondazione – a questo settore e a Calabria Film Commission un ruolo di primaria importanza nelle politiche di sviluppo regionale per gli anni a venire”.

Diverse produzioni che hanno scelto la Calabria come location sono destinate al piccolo schermo e alcune di esse sono già inserite nelle programmazioni Rai e Sky. Tra queste, lo sceneggiato “Tutto il mondo è paese”, dedicato alle innovative politiche di accoglienza del sindaco di Riace, la serie televisiva “Miracle”, il docu-film “Cacciatori di Calabria”, il format “4 ristoranti” con lo chef Alessandro Borghese e la serie televisiva internazionale “Trust”, diretta dal premio Oscar Danny Boile. Tutte le produzioni hanno impiegato artisti, attori e maestranze locali, offrendo opportunità ai giovani calabresi e valorizzando paesaggi e cultura della regione.

 

LOIZZO “SUD DERUBATO DA RISORSE CULTURA”

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“Anche nelle cultura e nelle biblioteche, come negli altri settori, il Mezzogiorno è letteralmente derubato: nella spesa pubblica ordinaria il Sud è ridotto al 5-6%. Sono scelte nazionali che gridano vendetta, la Puglia si ribella”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale, Mario Loizzo, aprendo a Bari i lavori del diciannovesimo Workshop della “Teca del Mediterraneo”, la biblioteca multimediale consiliare.

In una fase di difficoltà che le comunità sociali stanno vivendo, in Italia e in Europa, “fatta di paure per il futuro, di egoismi e di tanta solitudine – ha detto Loizzo – il progressivo impoverimento generale, specie nelle realtà nostre del Mezzogiorno, può trovare un argine nella diffusione delle biblioteche, come spazi di inclusione sociale oltre che di aggregazione civile”.

Per arginare le inquietudini di oggi c’è bisogno innanzitutto di un salto culturale. In attesa delle risposte politiche e di provvedimenti economici, che speriamo arrivino presto, la cultura può essere la prima diga”, secondo il presidente del Consiglio pugliese. Da qui il rilievo dell’appuntamento annuale della Teca, un’intera giornata dedicata al sistema delle biblioteche e alla bellezza, che riassume le tante attività che si possono fare un questi luoghi, leggere, stare insieme, creare cultura.

“Per tanti piccoli comuni, avere una biblioteca o non averla può fare la differenza può garantire quel salto culturale di cui abbiamo bisogno”, ha osservato il presidente Loizzo, che ha sottolineato l’importanza della decisione del governo regionale di destinare risorse consistenti alla ristrutturazione delle biblioteche esistenti e alla costruzione di altre, col recupero di immobili di demanio pubblico abbandonati da anni. “Si tratta di oltre 120milioni di euro: fondi europei, gli unici di cui che le Regioni dispongono con certezza”.

La spesa comunitaria, che doveva essere aggiuntiva, “non solo è diventata totalmente sostitutiva dei fondi ordinari che ci dovevano toccare, ma anche sui fondi di coesione c’è stata una rapina da parte delle regioni del Nord e dei ministeri, che non sono affatto macchine burocratiche efficienti e nei quali si annidano lobby invisibili”.

Così, ancora una volta, in Puglia “una comunità si ribella per i tanti bisogni ed esigenze che non trovano risposte perchè le risorse sono limitate. Se alle comunitarie – ha aggiunto Loizzo – potessimo aggiungere quelle che ci toccavano nella famosa legge che destina al Sud l’80% delle risorse e che non viene mai rispettata, se ci fossero assegnati anche stanziamenti dei bilanci statali ordinari e dei fondi di coesione, l’impostazione estremante positiva del governo regionale di intervenire sulle grandi criticità ci metterebbe in grado di offrire ulteriori risposte utili alla nostra Comunità. Ma ho sempre fiducia che prima o poi al medioevo di oggi subentrerà un rinascimento di carattere culturale e politico. È arrivato allora e arriverà di nuovo, sebbene i segnali ultimi non siano incoraggianti. Anche per questo è possibile che un salto culturale possa accompagnare verso una rinascita i cittadini indignati, impauriti e isolati. Intanto in Puglia e poi spero nel resto del Paese”
(ITALPRESS).

AL VIA DA CATANIA IL ROAD SHOW DI “RESTO AL SUD”

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Cinquanta micro aziende catanesi hanno aderito all’iniziativa ‘Resto al Sud’ il progetto destinato ai giovani che vogliono fare impresa, istituito con il Decreto Legge ‘Mezzogiorno’. Parte dal capoluogo etneo il road show sull’iniziativa a sostegno della nascita di nuove imprese avviate da giovani nelle regioni del Mezzogiorno, con fondi che possono coprire fino al 100% dell’investimento.

L’obiettivo è quello di avviare iniziative imprenditoriali per la produzione di beni nei settori industria, artigianato, trasformazione di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura, fornire servizi alle imprese e alle persone, investire sul turismo. Sono 97 gli enti accreditati da Invitalia e 206 le banche per offrire assistenza ai giovani meridionali. L’iniziativa è stata presentata dal sindaco Enzo Bianco e dall’ad di Invitalia Domenico Arcuri.

“Negli ultimi anni le imprese sono tornate ad investire a Catania – ha detto il sindaco Enzo Bianco – c’è la St Microelectronics che è tornata ad assumere e a investire 280 milioni di euro. La stessa cosa sta facendo Enel con 3Sun con un altro investimento da 80 milioni di euro. A tutto questo si aggiungono gli investimenti pubblici per creare infrastrutture e aiutarci a sviluppare attività imprenditoriali. Ho creduto molto in ‘Resto al Sud’ che significa aiutare i ragazzi siciliani e del Sud in generale a diventare imprenditori. Un aiuto concreto che da’ la possibilità di avere l’80% di quello che loro investono. Abbiamo creato uno sportello è una task force che cinque giorni alla settimana è pronta a ricevere le domande con il supporto di Invitalia. Gia’ 50 micro imprese catanesi sono state valutate assai positivamente”.

Per l’ad di Invitalia Domenico Arcuri: “Resto al Sud è un’opportunità concreta per inventarsi un lavoro come oggi e’ sempre più necessario fare, per inventarselo vicino casa propria senza dovere dare retta alle chimere o doversi spostare ed essere costretti a prendere un treno per andare via. C’è una dotazione finanziaria importante: nei primi tre mesi ci sono già 7.600 proposte e sono già nate 240 imprese e ogni giorno un giovane meridionale o un gruppo di giovani meridionali vede realizzato il sogno di fare impresa nella propria terra”.
Possono presentare domanda i candidati dai 18 ai 35 anni residenti (o che si stanno per trasferire) in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia. Altro requisito richiesto e’ quello di non essere titolari di attività di impresa in esercizio, né beneficiari nell’ultimo triennio di misure a favore dell’autoimprenditorialità. Sono ammesse ai finanziamenti sia le imprese individuali che le società (anche in forma cooperativa), mentre sono esclusi i liberi professionisti e le attività commerciali. La misura ‘Resto al Sud’ conta su uno uno stanziamento di fondi di oltre 1,12 miliardi di euro fino al 2025, di cui 36 milioni annui fino al 2019, ma non si esclude che intervengano aggiustamenti in corsa. Il candidato può percepire fino a un massimo di 50mila euro, che arrivano fino a 200mila in caso di progetti imprenditoriali presentati da società costituite da più persone.

Una parte delle agevolazioni andrà a fondo perduto (35%), mentre il resto (65%), consisterà in un finanziamento bancario con istituti convenzionati e garanzia coperta dal Fondo per le Pmi. I progetti finanziabili riguardano: la produzione di beni nell’artigianato, industria, pesca, acqua cultura, ma anche fornitura di servizi compresi quelli turistici. Le spese connesse ai progetti (dalle materie prime ai macchinari e programmi informatici, passando per le utenze) possono essere coperte fino al 100%. Altra peculiarità della misura è la possibilità di fruire di consulenze gratuite per la progettazione imprenditoriale.

 

E-DISTRIBUZIONE, POTENZIA RETE IN BASILICATA

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E-Distribuzione, la società del gruppo Enel che gestisce le reti elettriche di Media e Bassa tensione, ha da poco completato alcuni importanti interventi che consentono di potenziare e migliorare la qualità della rete elettrica nella provincia di Potenza.

A beneficiare di tali interventi saranno nello specifico circa 1.000 forniture di energia elettrica presenti nei Comuni di Avigliano, Ruoti e Bella S. Cataldo. Durante gli interventi dei tecnici di E-Distribuzione, sono stati sostituiti 3,7 chilometri di linee aeree di conduttore nudo di vecchia generazione con conduttore rivestito “elicord”, ossia un tipo di cavo meno sensibile alle intemperie. Si è inoltre provveduto a sostituire 4 chilometri di vecchi conduttori con altrettanti di nuova generazione in alluminio-acciaio. Inoltre, due nuove apparecchiature di manovra con telecontrollo automatizzate permetteranno di ridurre i tempi di ripristino del servizio in caso di interruzioni.

L’investimento si inserisce nell’ambito del “Progetto Resilienza” che ha lo scopo di aumentare la reattività e la resistenza della rete in occasione di eventi atmosferici particolarmente rilevanti. Il “Progetto Resilienza” di E-Distribuzione prevede un importante piano di interventi che, riducendo il numero dei guasti e l’eventuale durata dell’interruzione, consente di offrire un servizio elettrico più affidabile e continuo a cittadini e imprese del territorio. Gli investimenti proseguiranno anche in altre zone della regione con la sostituzione dei conduttori nudi in media tensione con conduttori isolato o nudi di nuova generazione più resilienti ad eventi atmosferici particolarmente rilevanti; saranno installati dispositivi di ultima generazione per aumentare il livello di automazione e garantire il controllo da remoto spingendo verso un alto grado di innovazione tecnologica della rete; saranno attivati nuovi tratti di rete elettrica che, collegati a quelli già esistenti, permettono di avere più punti di alimentazione di riserva in caso di guasto.

SUD, 10 PROGETTI CONTRO SFRUTTAMENTO IMMIGRATI

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Sono 10 i progetti selezionati dalla Fondazione CON IL SUD attraverso la seconda edizione del “Bando Immigrazione”, promosso nei mesi scorsi per favorire l’inclusione lavorativa e il contrasto alla tratta e allo sfruttamento sessuale degli immigrati presenti nelle regioni meridionali (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia).

Le iniziative, sostenute complessivamente con 3,5 milioni di euro (una media di 350 mila euro a progetto), coinvolgono 109 organizzazioni tra associazioni, cooperative sociali, consorzi, enti pubblici ed ecclesiastici, organizzazioni di volontariato, fondazioni.

Dei progetti selezionati, 2 saranno dedicati al contrasto della tratta – per favorire l’emersione del fenomeno e offrire sostegno a 500 vittime – e gli altri 8 all’inserimento socio-lavorativo degli immigrati, favorendo l’occupazione di circa 200 persone in realtà già costituite o in nuove imprese sociali. Oltre 1.000 immigrati parteciperanno ad attività di orientamento al lavoro, e alcuni avranno l’opportunità di svolgere tirocini formativi in azienda.

Con la prima edizione dell’Iniziativa Immigrazione, promossa nel 2014, la Fondazione CON IL SUD ha sostenuto 13 progetti assegnando complessivamente 3,7 milioni di euro.
(ITALPRESS).

RIFIUTI, AL VIA PROGETTO “BARI FA LA DIFFERENZA”

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Si chiama “Bari fa la differenza”, il progetto di sensibilizzazione capillare che coinvolgerà l’area metropolitana di Bari, con l’obiettivo di incentivare e promuovere fra i cittadini le buone pratiche di separazione, recupero e riciclo degli imballaggi. Presentato questa mattina nella sala Giunta del Comune di Bari, il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra Conai, i consorzi nazionali Corepla (per il riciclo di plastica), Comieco (per il riciclo di carta e cartone), Ricrea (per il riciclo di acciaio), Cial (per il riciclo di alluminio) e Coreve (per il riciclo di vetro) e Amiu Puglia.

“Il contributo di Conai e dei consorzi in questa fase – ha detto il presidente di Conai, Giorgio Quagliuolo – è un contributo a questa campagna di comunicazione che ha lo scopo di sensibilizzare i cittadini sui benefici della raccolta differenziata e per cui – ha continuato – di consolidare quello che già stiamo facendo e di preparare il terreno alle successive aree che verranno interessate dalle operazioni di raccolta differenziata. Bari è una città – ha sottolineato – che si presenta molto bene. L’impressione è quella di arrivare in una città del Nord, perché – ha spiegato – è una città pulita, ordinata. Io penso – ha continuato – che ci sia anche un atteggiamento culturale dei cittadini che sono sicuramente propensi a mantenere pulita la loro città. Per cui – ha ribadito – noi dobbiamo solo aiutarli a esplicitare questa loro tendenza che già hanno dentro di loro”.

“E’ importantissimo – ha sottolineato Quagliuolo – fare la raccolta differenziata e farla bene. Confermo l’impegno di Conai e dei consorzi – ha aggiunto – per la città di Bari. Siamo felici di questa collaborazione che sta portando a degli ottimi frutti e – ha concluso – siamo sicuri porterà Bari ad essere modello da esportare anche nelle altre città del Meridione che non ha nulla da invidiare al Settentrione”.

“Un sistema virtuoso”, come l’ha definito l’assessore comunale all’Ambiente, Pietro Petruzzelli, grazie al quale è possibile sensibilizzare i cittadini, grandi e piccoli che siano. Per i più piccoli, che sono gli agenti del cambiamento infatti è stata prevista la campagna di sensibilizzazione e comunicazione che dal 14 maggio prossimo partirà nelle scuole. I grandi, invece, saranno coinvolti soprattutto durante le grandi manifestazioni. Banco di prova sarà la festa di San Nicola, patrono di Bari, in programma nei primi giorni di maggio che vedrà migliaia di baresi e visitatori affollare la città. In quella occasione, 10 ecoanimatori under 30 selezionati e formati in un percorso durato due mesi, avranno il compito di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della differenziazione dei rifiuti in modo coinvolgente e propositivo.

“I cittadini – ha detto il sindaco Antonio Decaro – vanno abituati alla raccolta differenziata, soprattutto in una città – ha aggiunto – dove abbiamo già una comunità di circa 50mila abitanti che fa la raccolta differenziata porta a porta con un risultato in quei quartieri importante: siamo all’81% di raccolta differenziata con il sistema del porta a porta. E’ un vantaggio – ha sottolineato Decaro – dal punto di vista ambientale, però è un vantaggio anche per la percezione di pulizia di quei quartieri, perché non ci sono più i cassonetti che sono ricettacolo di rifiuti, di buste, presenza di percolato, che soprattutto nel periodo estivo porta un odore nauseabondo attorno ai cassonetti. E’ un duplice vantaggio – ha ribadito il primo cittadino – e di questo i cittadini sono contenti. Motivo per il quale – ha concluso – la percentuale di raccolta differenziata tende ad aumentare proprio nei quartieri in cui siamo partiti con il porta a porta”.

La condivisione, secondo i Consorzi, è stata una delle chiavi del successo in questa campagna, che ha fatto sì che il tutto si trasformasse in un sistema. “Dietro ogni campagna di raccolta differenziata, infatti c’è un ritorno economico ed occupazionale per il territorio sulla quale si opera – ha spiegato Massimo Di Molfetta di Corepla. La raccolta differenziata – ha concluso – è un momento di amore per il territorio”.
(ITALPRESS).

CALABRIA, TURISMO E SPIRITUALITÀ “ARBËRESHË”

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Lungro, Civita, Spezzano Albanese, San Demetrio Corone, Caraffa di Catanzaro, San Nicola dell’Alto sono solo alcuni dei tanti comuni calabresi dove ancora oggi vive la cultura arbëreshë. In Calabria, i centri di minoranza albanese si concentrano per la maggior parte in provincia di Cosenza, ai piedi del Pollino, ma diversi sono i borghi italo-albanesi che ricadono nelle province di Catanzaro e Crotone.

Il turismo in questi luoghi è legato soprattutto alla cultura e alla religione. Le comunità arbëreshë non si distinguono solo per la lingua, tramandata dagli antenati provenienti dall’Albania e stanziatisi in Calabria nel XV secolo per fuggire dai Turchi; in esse spiccano cultura, tradizioni e riti che rendono la quotidianità un’attrazione turistica. Lungro (CS) è il cuore della religiosità arbëreshë, dal momento che da circa un secolo è riconosciuta dalla Chiesa quale sede dell’Eparchia dove le funzioni sono celebrate con il rito greco-bizantino.

Le diverse manifestazioni della tradizione religiosa e pagana sono vestite di una spiritualità che fonda le sue radici in comunità coese. Questi paesi si prestano ad essere meta per il turismo religioso e culturale: gli eventi organizzati nei diversi periodi dell’anno sono connessi a cerimonie e festività religiose ma anche a riti civili, come le suggestive rievocazioni storiche in ricordo dell’eroe albanese Scanderbeg che si svolgono ogni anno a Lungro e a Civita.

“Da un po’ di tempo assistiamo alla riscoperta di Lungro e degli altri borghi”, dichiara Anna Stratigò, ambasciatrice della musica arbëreshë e fondatrice della “Casamuseo del Risorgimento” di Lungro, un palazzo dove i ricordi di diciassette generazioni di italo-albanesi accolgono turisti e visitatori e in cui ha sede anche “La casa del mate”, dedicata ad un infuso simile al tè originario dell’America del sud, entrato nella quotidianità della comunità locale.

“A Lungro si beve il mate ogni pomeriggio da più di cento anni. La nascita della tradizione non è chiara – spiega Anna Stratigò – forse deriva dai legami della città con Garibaldi durante il Risorgimento oppure potrebbe essere stata portata dagli emigranti in Argentina, di ritorno a Lungro. Il rito del mate è tra le più importanti tradizioni del paese perché tiene viva la cultura arbëreshë, serve per stare insieme, socializzare e mantenere unita la comunità. È un rito speciale presente solo a Lungro, che per questo è detta Capitale del mate. Gli abitanti del luogo, con la loro celebre ospitalità, accolgono i turisti offrendo questa bevanda, simbolo della pace”.

A Civita (CS), il borgo delle case antropomorfe e dell’antico “Ponte del diavolo” sospeso nel vuoto, le “vallje” sono considerate elemento fondante dell’identità locale e un’importante attrazione turistica. Si tratta di una danza appartenente al patrimonio coreografico albanese che viene riproposta ogni anno dai civitesi, soprattutto nel periodo di Pasqua. Molti turisti sono attirati dalle vallje perché presentano un’atmosfera magica e simbolica. Sono danze che ricordano la vittoria albanese contro i turchi e sono spesso accompagnate da canti intonati da donne e uomini vestiti con abiti tradizionali e spesso originali. I turisti, oltre ad assistere alle rappresentazioni, vi prendono parte. ,,Secondo la ProLoco di Civita, infatti, “la manifestazione ha una vasta partecipazione, il popolo non assiste alla vallja ma la forma, è attore e vi partecipa in prima persona. Non si tratta di una variante della tarantella calabrese ma di una danza dal colorito originale che ci richiama i ritmi sostenuti e fieri che ancora oggi trovano riscontro nelle danze dei montanari dell’Albania. Con le Vallje, la popolazione arbëreshë rimane così collegata idealmente al suo passato epico”.

Le comunità dell’Arberia calabrese permettono ai turisti di vivere esperienze uniche: i viaggiatori sperimentano un’altra dimensione, alla ricerca di spiritualità e cultura.

SUD, MINNITI “POCHE COSE A MOMENTO E POSTO GIUSTO”

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“Nel Sud poche cose avvengono al momento giusto e al posto giusto. Facciamo tante cose importanti, ma a volte sbagliamo il posto o il momento giusto. Abbiamo un approccio critico e autocritico, che ci accompagna nelle cose che facciamo. C’è una sorta di ‘impermeabilità’ al tempo che passa. Qui nel Mezzogiorno è difficile vedere la fine o l’inizio di quello che viene annunciato”.

E’ il j’accuse del ministro dell’Interno, Marco Minniti, a Napoli per un convegno sul tema della legalità promosso da SRM, il centro studi del Banco di Napoli.

“Se già riuscissimo a mettere le cose al posto e nel momento giusto – dice Minniti – avremmo fatto sicuramente un pezzo di grande innovazione nel Mezzogiorno”.