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Napoli, intitolata casa cultura Pianura a Francesco Pio Maimone

NAPOLI (ITALPRESS) – “La casa della cultura e dei giovani” di Pianura porta da oggi il nome di Francesco Pio Maimone. Nel quartiere in cui viveva, la memoria del pizzaiolo 18enne ucciso un anno e mezzo fa davanti ad uno chalet sul lungomare rimarrà viva anche grazie a quello che è un punto di riferimento per tutti i ragazzi della zona. Alla cerimonia con il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, l’assessore alle Politiche giovanili e al Lavoro Chiara Marciani e il prefetto Michele di Bari, erano presenti i genitori del giovane, l’onorevole Francesco Emilio Borrelli, la presidente del Consiglio comunale Enza Amato, i consiglieri comunali Fulvio Fucito, capogruppo di Manfredi Sindaco, e Luigi Musto, presidente della commissione Politiche giovanili e il presidente della nona Municipalità Andrea Saggiomo. Gli alunni dell’Istituto scolastico comprensivo “Rodinò” di Barra hanno eseguito un brano da loro composto in ricordo del giovane colpito mortalmente da un colpo di arma da fuoco durante una lite a cui era estraneo.
“La casa della cultura e dei giovani” è ospitata in un edificio di tre piani in via Grottole e fa parte della Rete dei Centri Giovanili Comunali. Con i suoi ampi spazi è a disposizione dei gruppi giovanili del territorio per le loro attività. L’intitolazione a Francesco Pio Maimone è stata voluta dall’amministrazione comunale che ha fatto propria la proposta contenuta in un ordine del giorno presentato dalla presidente dalla presidente Amato e dal consigliere Fucito. L’iniziativa ha portato, nei mesi scorsi, anche all’intitolazione della sala teatro del centro giovanile “Asterix” di San Giovanni a Teduccio a Giovanbattista Cutolo. La scelta dei luoghi da intitolare è caduta sui centri giovanili perchè le tragedie di cui sono rimasti vittime innocenti Francesco Pio e Giogiò possano essere di monito. Napoli, che si riconosce quale “Città di pace e di giustizia”, vuole fare in modo che la moralità e la rettitudine dei due ragazzi assassinati lo scorso anno possa aiutare i loro coetanei a far propri i valori della non violenza, della legalità, del rispetto della persona umana e della convivenza civile.
“Francesco Pio – ha ricordato il sindaco Manfredi – era un ragazzo che desiderava avere un lavoro che lo gratificasse e un futuro di affermazione. Purtroppo, ha perso la vita per mano di un suo quasi coetaneo che ha fatto una scelta diversa: quella di continuare un percorso di violenza, di camorra e di sopraffazione che gli derivava dai valori negativi che gli sono stati trasmessi. Mai come in questo caso il bene e il male si sono confrontati. Per far sì che il bene vinca, il modo migliore è ricordare Francesco Pio e ricordarlo con i fatti: facendo azioni di formazione e aggregazione, facendo di questo luogo un punto di riferimento sempre aperto e sempre attivo. Dobbiamo fare in modo che la legalità diventi un esercizio quotidiano da parte dei cittadini: solo in questo modo onoreremo Francesco Pio e la sua famiglia che si è impegnata in questa battaglia”. “I simboli sono importanti. Con la targa vogliamo fare in modo che Francesco Pio possa essere ricordato dai suoi coetanei che frequenteranno questo luogo. Ma insieme ai simboli – ha sottolineato l’assessora Marciani – sono importanti le azioni, per questo immaginiamo progetti e attività da svolgere qui richiamando quelle che erano le passioni di Francesco Pio. Per questo abbiamo pensato ad un corso di pizzaiolo, l’attività che questo ragazzo voleva intraprendere. Ci auguriamo che in questo modo si possa dare a qualche giovane del quartiere l’opportunità di trovare la propria strada e magari di non dover andar via, ma rimanere qui e valorizzare il territorio”.
“Il senso della nostra iniziativa – ha spiegato la presidente Amato – era anzitutto quello di affermare il principio della memoria, per non dimenticare due nostri giovani concittadini morti per mano di ragazzi loro coetanei. Nel caso specifico dell’intitolazione di questo luogo, non solo vogliamo coltivare la memoria, ma vogliamo far sì che nel nome di Francesco Pio possa rinascere ogni giorno il seme della cultura, della bellezza e della legalità. Era un nostro dovere nei confronti di questi due ragazzi e delle loro famiglie, e anche nei confronti dei loro amici: l’amministrazione comunale vuole prenderli per mano e accompagnarli nella loro crescita”.(ITALPRESS).

Foto: xc9

Basilicata, 25 milioni di euro per l’agricoltura lucana

POTENZA (ITALPRESS) – La Giunta regionale della Basilicata ha approvato cinque nuove delibere di grande importanza per il settore agricolo lucano, con uno stanziamento complessivo di oltre 25 milioni di euro. Si tratta di interventi mirati a sostenere in maniera concreta le aziende agricole, le strutture agrituristiche e le comunità rurali, puntando su innovazione e sviluppo, per migliorare la competitività del nostro territorio.
“Tra le misure approvate – spiega l’assessore regionale all’Agricoltura, Carmine Cicala – particolare rilevanza è data all’Azione SRD03, con la quale abbiamo destinato 12 milioni di euro per migliorare le strutture agrituristiche. L’obiettivo è quello di sostenere chi valorizza il territorio lucano con un’offerta turistica autentica, legata alla tradizione agricola. Questo intervento non solo rafforza il legame tra agricoltura e turismo, ma promuove anche la diversificazione degli investimenti, spingendo le aziende agricole ad espandersi nel settore ricettivo, fondamentale per lo sviluppo del turismo rurale e per il rilancio economico della nostra regione”.
“Un’altra misura di grande importanza è quella relativa al miglioramento delle aziende agricole, che abbiamo sostenuto con la Misura 4.1 EURI. Grazie a uno stanziamento di 13 milioni di euro, sarà possibile modernizzare le imprese agricole della Basilicata, promuovendo l’innovazione tecnica e strutturale. E’ fondamentale, a mio avviso, supportare i nostri operatori agricoli nell’adozione di tecnologie avanzate, che li aiutino a prendere decisioni strategiche anche in condizioni climatiche avverse. In un periodo storico caratterizzato da incertezze climatiche senza precedenti, le scelte agricole devono essere basate su valutazioni tecnico-scientifiche che consentano di affrontare le sfide del futuro con maggiore sicurezza”.
“Con la Misura 7.4 – prosegue l’assessore – abbiamo deciso di intervenire sulle infrastrutture nelle aree rurali, affinchè nessuna comunità resti indietro. Il nostro obiettivo è migliorare la qualità della vita nelle zone agricole, potenziando le infrastrutture e contribuendo allo sviluppo locale. Questo è un passo essenziale per garantire il benessere e la crescita delle nostre comunità rurali, spesso penalizzate da condizioni strutturali difficili. Non meno importante è il sostegno previsto con la Misura 2.1, che destina 600.000 euro alla consulenza tecnica per le aziende agricole. Ritengo che l’assistenza tecnica – dice Cicala – sia una componente imprescindibile per il futuro delle nostre imprese, accompagnandole verso scelte imprenditoriali innovative e sostenibili, capaci di rispondere alle sfide sempre più complesse del settore agricolo”.
Attenzione anche al comparto zootecnico con azioni specifiche mirate a migliorare la qualità delle produzioni e a garantire il benessere degli animali. “L’assistenza tecnica in questo ambito – sottolinea l’assessore – è cruciale per promuovere la sostenibilità e la competitività, salvaguardando un settore che rappresenta una parte fondamentale della nostra agricoltura. Con questo pacchetto di delibere, ribadiamo il nostro impegno a sostenere e accompagnare gli operatori del settore verso un’agricoltura moderna, sostenibile e competitiva. Vogliamo valorizzare le eccellenze del territorio, creando nuove opportunità per gli agricoltori lucani e contribuendo allo sviluppo socioeconomico delle aree rurali della Basilicata”.

– Foto: Ufficio stampa regione Basilicata –

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A Capri il convegno su “Regole e scelte per il turismo del futuro”

CAPRI (ITALPRESS) – Capri, destinazione turistica tra le più rinomate al mondo, si impegna a trovare una strada per un governo sostenibile e responsabile del turismo cercando di rispondere al problema dell’ “overtourism”, e decide di farsi parte attiva per poter dare risposte concrete, come soluzioni possibili e strumenti normativi adeguati.
Questi temi animeranno la discussione nel convegno “Capri: Regole e Scelte per il Turismo del Futuro” che si terrà sabato 19 ottobre 2024 ore 15.00, a Capri, presso la Fondazione Serena Messanelli. Un momento di riflessione e confronto con le istituzioni e i sindaci di prestigiose località italiane accomunate dal fenomeno che sta affliggendo i centri urbani a più elevata densità turistica.
Dopo i saluti istituzionali del Sindaco di Capri Paolo Falco e del Ministro del Turismo, Daniela Santanchè, si avvicenderanno, moderati da Massimiliano Lenzi, giornalista e autore televisivo, istituzioni ed esponenti del mondo accademico e scientifico: Dario Nardella, Europarlamentare, già Sindaco di Firenze, Claudio Scajola, vicepresidente ANCI e Sindaco di Imperia, Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia, Franco Cerrotta, sindaco di Anacapri, Felice Casucci, Assessore al Turismo della Regione Campania, Giuseppe Guida, Sindaco di Positano, Daniele Milano, Sindaco di Amalfi, Jonathan Sferra, Assessore al Turismo del Comune di Taormina, Melania Esposito, Assessore al Turismo di Capri e Roberto Russo, Consigliere Comunale di Capri.
Ad ispirare il dibattito i risultati dello studio “Overtourism e strategie di contenimento: il caso Capri” a cura di Sociometrica, illustrati da Antonio Preiti, economista, docente all’Università di Firenze, che offriranno gli spunti per individuare in modo condiviso le soluzioni più praticabili e quei principi ispiratori in grado di venire in aiuto a tutti i comuni italiani che soffrono il problema, partendo dalle peculiari necessità di ciascuno.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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In Fiera del Levante Didacta Puglia, tra attività e aree espositive

BARI (ITALPRESS) – Dal podcast in classe all’apprendimento attraverso l’Intelligenza artificiale, dalla cyber security negli Its alla pratica sportiva giovanile, ma anche aule immersive, laboratori per la realtà virtuale e metodologie innovative per le materie Stem. Sono solo alcuni degli argomenti trattati nella seconda giornata di Didacta edizione Puglia, il più importante evento fieristico nazionale dedicato al mondo della scuola, dell’università, della formazione e della ricerca scientifica, in Fiera del Levante sino a venerdì 18 ottobre. Luogo d’incontro per tutti i livelli di istruzione e formazione, Didacta prevede un ricco cartellone di workshop, seminari e incontri che si svolgono in tre giorni, dedicati alla formazione dei docenti di ogni ordine e grado e per l’aggiornamento di tutti i professionisti del comparto scuola con 170 eventi relativi al programma scientifico e oltre mille calendarizzati da parte delle oltre 150 aziende ed enti partecipanti.
“Uno dei percorsi intrapresi da Nuova Fiera del Levante è lavorare, oltre che sulle fiere specializzate che stimolino il commercio, sul creare contenuti formativi e informativi che affianchino l’attività fieristica – ha spiegato il presidente Gaetano Frulli -. Ci siamo dedicati subito con entusiasmo a Didacta Puglia, perchè ritengo che con le adeguate competenze, con le strutture adatte, questo tipo di attività possa avere un grande successo anche nella nostra regione”.
A questa importante manifestazione incentrata sul mondo della didattica, organizzata da Firenze Fiera e fortemente voluta da Nuova Fiera del Levante assieme alla Regione Puglia, sono stati dedicati oltre 12mila metri quadrati di spazi, riaprendo al pubblico alcune aree del quartiere fieristico che, riqualificate dopo l’emergenza covid, sono ritornate in possesso di Nuova Fiera del Levante.
Solo nella giornata di giovedì 17 ottobre si sono tenuti ben 64 eventi, che si vanno a sommare ai 57 del giorno prima e ai 49 di quello seguente, che affrontano diverse tematiche: dai vari utilizzi e aspetti dell’Intelligenza artificiale alle materie Stem, dal metaverso all’insegnamento attraverso la Gamification (e alle ormai celebri Escape Room). Ma non mancano nemmeno le aule immersive con appuntamenti incentrati su arte e musica e diversi laboratori che approfondiscono temi come l’educazione affettiva, le competenze multilinguistiche nell’era digitale, l’uso della realtà virtuale e di quella aumentata per imparare divertendosi e quelli sulle problematiche legate alle difficoltà e ai disturbi dell’apprendimento nell’adolescenza.
Questa mole di attività si inquadra in un periodo intenso per Nuova Fiera del Levante, impegnata su più fronti, tra cui l’evento Megamark di sabato 19 ottobre, l’organizzazione di Luv, la fiera dell’uva da tavola in programma dal 22 al 24 ottobre, la conferenza di presentazione della terza edizione di Smart Building Levante.
«Uno dei principali obiettivi del nostro lavoro è far vivere il quartiere fieristico tutto l’anno. – ha affermato il presidente Frulli – Ci stiamo riuscendo, utilizzando anche gli spazi tornati da poco in nostra gestione da parte della Regione Puglia. La sinergia con l’Ente Fiera, inoltre, ci stimola maggiormente a guardare al futuro pensandoci come un hub moderno che possa ospitare qualsiasi tipo di evento”.

– Foto: ufficio stampa Fiera del Levante –

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Basilicata, Bardi “Rafforzare il sistema culturale regionale”

POTENZA (ITALPRESS) – “Rafforzare il sistema culturale regionale e favorire, in maniera collaborativa, la crescita del nostro territorio e delle nostre comunità”: sono questi gli obiettivi che il governo regionale intende perseguire. Intervenendo oggi a Matera, nel corso della tavola rotonda dal titolo “Matera, 10 anni di Capitale”, promossa dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019 a dieci anni dalla designazione di Matera a capitale europea della cultura per il 2019, il presidente della Regione Vito Bardi ha inteso illustrare “le direttrici di una politica per la cultura” che il governo regionale vuole delineare “per capitalizzare quella esperienza e rilanciare quel ruolo propulsivo della città di Matera, un obiettivo strategico della Regione già enunciato nel Piano strategico regionale, che costituisce uno dei cardini della strategia del nuovo Piano su cui, a breve, ci confronteremo in tutte le sedi”. “In questa prospettiva – ha aggiunto il presidente – sono chiamate ad agire tutte le organizzazioni che si occupano di cultura, di promozione, di audiovisivo, di turismo, a partire dalla Fondazione Matera Basilicata 2019. Un organismo a cui dedicheremo rinnovata cura anche ipotizzando evoluzioni organizzative e formali”.
“I dieci anni trascorsi dalla proclamazione di Matera Capitale europea della cultura – ha scritto in un messaggio il ministro per la Cultura Alessandro Giuli – ci offrono vari insegnamenti. Innanzitutto, ci ricordano che l’Italia possiede il più grande patrimonio culturale del mondo. Si tratta di un patrimonio storico, artistico, monumentale e paesaggistico sostanziato da migliaia di siti tra musei, gallerie, chiese, parchi archeologici, complessi monumentali e dimore storiche. La sua diffusione sul territorio è capillare e innerva quella stratificazione di memorie e simboli che nei secoli hanno formato il genius loci italiano. Il nostro Governo ne è ben consapevole e per questo ha investito e continuerà a investire in politiche culturali che nell’interesse delle future generazioni tutelino e valorizzino il patrimonio storico-artistico e naturale nazionale, trasformando tutti i luoghi di cultura in itinerari sociali vivi, capaci di valorizzare il territorio, di rendere comunicante ciò che è isolato, di espandersi dal centro alle periferie e, anzi, di trasformare le periferie in centri pulsanti di cultura, imprese e servizi”.
La manifestazione si è aperta con la proiezione di un video che ritrae i festeggiamenti della folla in piazza San Giovanni nel momento della proclamazione, il 17 ottobre 2014. “Guardando quelle immagini – ha detto Bardi – non vedo come oggi possa esserci chi pensa a Matera fuori dalla Basilicata”.
A parere del presidente della Regione “non vanno minimizzate le azioni poste in essere in questi ultimi anni con il sostegno crescente che la Regione ha offerto al settore culturale incrementando sensibilmente le risorse destinate alle diverse espressioni della cultura. Siamo ben consapevoli dell’importanza della cultura, del potere della cultura per la coesione sociale e il benessere, della capacità che la cultura ha di mostrare il genio di una comunità ma anche la sua intelligenza e la sua straordinaria umanità, come ricordò David Sassoli nel suo discorso alla cerimonia di chiusura dell’anno di Matera Capitale. Questa consapevolezza appartiene a tutti, al di là delle appartenenze politiche. Grazie alla cultura possiamo tornare a sognare e desiderare, possiamo immaginare un futuro, affrontare le sfide del nostro tempo, riattivare energie sopite, valorizzare quanto di vivo e propositivo emerge nella nostra società per rivitalizzare le nostre città, rigenerare i nostri borghi, ampliare l’offerta delle nostre coste, valorizzare i nostri giacimenti culturali e conseguentemente la reputazione e l’attrattività di territori e comunità”.
“L’esperienza fatta – ha detto il presidente Bardi – ci impone di fare passi in avanti, di delineare una strategia più avanzata, concreta, focalizzata su di un compito da darci per tradurre le due parole chiave innovazione e creatività quali cardini dell’impegno dei prossimi mesi ed anni. Consolidare e rilanciare l’esperienza di Matera Capitale Europea della Cultura significa candidare Matera e la Basilicata a luogo di produzione della cultura prima ancora che di consumo. Una proposta innovativa che vuole posizionare Matera e il territorio lucano a laboratorio nazionale, alla creazione di un modello replicabile per tracciare la linea italiana dell’industria culturale e creativa. Un progetto frutto della capacità visionaria di Raffaello De Ruggeri, fatta propria dal governo regionale, che ha intravisto nella opportunità della ZES l’ambito in cui incardinare una ZES Cultura. Un disegno che vede pienamente coinvolti anche gli strumenti di programmazione regionale al fine di realizzare un disegno volto ad incentivare e rendere luogo di elezione innanzitutto Matera per le 5 industrie culturali e creative, quelle che hanno come oggetto l’ideazione, produzione, promozione, conservazione, ricerca, valorizzazione e gestione di beni, attività e prodotti culturali”.
“Le altre parole chiave – ha aggiunto ancora Bardi – sono valorizzazione e rivitalizzazione con riferimento alla nostra eredità culturale materiale e immateriale. Valorizzazione del patrimonio e rivitalizzazione dei luoghi della cultura sono infatti le traiettorie che seguiremo in coerenza con le politiche pubbliche declinate su più livelli, con interventi di protezione e recupero strutturale, architettonico, energetico, digitale e riuso adattivo del patrimonio culturale da concepire in una nuova ottica di inclusione e innovazione sociale. E’ sempre più forte ed avvertita infatti la correlazione della partecipazione culturale con la qualità della vita in tutte le età. Un approccio questo che è parte integrante dell’Accordo Quadro delle Politiche di Coesione 21-27 dove coesione e benessere costituiscono le altre due parole chiave”.
“Il brand Basilicata Cultura, quale proiezione e prosecuzione del binomio Matera – Cultura, si costruisce con i fatti, dando seguito e piena attuazione – ha concluso Bardi – a quel complesso di iniziative sin qui enunciate. Ma soprattutto sarà il frutto dalla capacità che il sistema regionale pubblico e privato sarà in grado di esprimere. Non mancano fermenti e desiderio di protagonismo, ne abbiamo avuto già prova nel recente passato con le candidature lucane nell’ambito della competizione per la Capitale italiana della Cultura e con quella attuale di Aliano a Capitale Italiana della Cultura per il 2027, che evidentemente sosterremo, ma anche con le partecipazioni alle competizioni legate all’arte contemporanea e alle celebrazioni nazionali o ad altri eventi ed iniziative su specifiche aree tematiche come i giovani a Potenza o il volontariato a Matera. Tutte iniziative nate sulla scia e l’esempio di Matera. Tutto questo lavoro si avvale di una conclusiva parola chiave: lavorare insieme. E lavorare insieme vuol dire co-programmare, co-progettare. Con questo intento daremo vita, a breve, ad un Forum della cultura, che partirà da Matera per poi avere altre tappe in regione, con l’obiettivo di condividere il percorso più adatto in grado di attivare un’azione culturale socialmente e culturalmente sostenibile”.

– Foto: ufficio stampa Regione Basilicata –

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Tutto pronto a Bari per Luv-Fiera dell’uva da tavola 2024

BARI (ITALPRESS) – E’ ormai tutto pronto per l’apertura di LUV – Fiera dell’Uva da Tavola 2024, che dal 22 al 24 ottobre riunirà a Bari i protagonisti del settore agroalimentare in un contesto ideale per fare rete, sviluppare nuove opportunità di business e discutere il futuro del comparto. La manifestazione è stata presentata questa mattina nella sala conferenze del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia alla presenza, tra gli altri, della presidente della Camera di Commercio di Bari Luciana Di Bisceglie.
Alla Nuova Fiera del Levante, il mondo della viticoltura da tavola sarà esplorato in tre intense giornate di incontri, dibattiti e innovazioni. Un evento unico in Europa, a ingresso gratuito, dove l’attenzione sarà rivolta alla sostenibilità e allo sviluppo tecnologico offrendo un’occasione senza pari per tracciare le nuove direttrici del settore.
Cuore pulsante dell’evento sarà la Table Grape Conference, una conferenza che occuperà il padiglione principale della Fiera del Levante e si svolgerà nell’arco delle tre giornate. Più di 100 relatori, tra esperti, accademici, referenti della grande distribuzione e amministratori pubblici, condivideranno le proprie esperienze e competenze su temi cruciali per la filiera viticola, in un contesto altamente specializzato. Con oltre 72 ore di contenuti distribuiti in tre sale (rossa, bianca e verde) i partecipanti avranno l’opportunità di approfondire argomenti come logistica, tecniche di coltivazione, gestione del post-raccolta, innovazione varietale e l’emergente crisi idrica. Saranno organizzati dibattiti, tavole rotonde e workshop, oltre a un panel test dedicato alle varietà di uva da tavola, offrendo ai partecipanti strumenti concreti per affrontare le sfide future. Tra i momenti più attesi, l’intervento dei referenti della Grande Distribuzione Organizzata (GDO) italiana ed estera, figure chiave per l’espansione del comparto sui mercati globali. Inoltre, sarà presentata un’indagine osservativa, realizzata in collaborazione con Regina di Puglia e la rete “Le terre dell’uva”, sulla valorizzazione dell’uva da tavola pugliese nei punti vendita della GDO.
“Nell’agroalimentare”, ha affermato Di Bisceglie, “la Puglia sostiene ormai da tanto tempo e da qualche anno in maniera più significativa dei trend molto positivi. E’ chiaro che in alcuni comparti, come quello dell’uva da tavola, oggi possiamo definire una posizione che vede il 58% della produzione provenire proprio dalla nostra regione. La Puglia oggi identifica i propri prodotti come eccellenze quasi in tutti i settori. Siamo riusciti a ottenere delle produzioni davvero significative dal punto di vista qualitativo. Abbiamo però ancora la necessità di presentare quanto produciamo sotto la giusta veste. Una manifestazione come LUV va proprio in quella direzioni: presentarci e presentare le nostre eccellenze nel modo migliore, attraendo i compratori e i buyer di tutto il mondo nel territorio. Oggi chi frequenta le fiere non lo fa più solo per acquistare il prodotto, ma lo fa per conoscere tutto lo storytelling intorno a esso. Questo tipo di fiere è il primo passo necessario per vendere i nostri prodotti sotto la luce giusta”.

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Autonomia, la Campania presenta le sue proposte emendative

NAPOLI (ITALPRESS) – “Difendere il Sud”, “Unire l’Italia” e “Modernizzare il Paese”: sono i tre slogan della Regione Campania che presenta a Napoli la sua versione dell’autonomia differenziata. Da Palazzo Santa Lucia partono le proposte emendative della legge Calderoli, cinque punti in cui vengono racchiuse e formalizzate le principali criticità evidenziate a più riprese dal governatore Vincenzo De Luca in questi mesi e nel suo tour itinerante per discutere della riforma tra le città del Nord. Uguali risorse per ogni cittadino italiano, dal Piemonte alla Sicilia, la prima richiesta avanzata dalla Campania in relazione al riparto del fondo sanitario nazionale. Rimanendo in tema, si propone di garantire, in tutto lo Stivale, la stessa dotazione di medici per ogni mille abitanti, mentre è esplicitato il divieto di stipulare contratti integrativi regionali per il personale di sanità e scuola pubblica. Infine i due punti che riguardano i Livelli essenziali delle prestazioni: nessuna attribuzione di nuove funzioni può avvenire senza che siano stati determinati e anche finanziati i Lep.
Per l’individuazione di questi, chiede sempre la Regione Campania, non possono essere utilizzati criteri che differenziano i territori sulla base di parametri legati al costo della vita o alle specifiche condizioni economiche e sociali. Accanto alle proposte concrete, da Napoli viene ribadita la necessità di modernizzare l’impalcatura istituzionale e della pubblica amministrazione seguendo la linea “burocrazia zero” per la quale è importante avviare fin da subito la semplificazione dei procedimenti e il decentramento di competenze a livello regionale nell’ambito di materie come trasformazione urbanistica ed edilizia, piani paesaggistici, portualità, insediamenti produttivi e Zes. Dopo l’approvazione in Giunta della proposta legislativa della Campania, adesso la palla passerà al Consiglio regionale per la ratifica del testo che successivamente verrà inviato ai presidenti di Camera e Senato (e ai gruppi parlamentari) per gli atti conseguenti. Nel frattempo, rimane fermo il ricorso presentato alla Corte Costituzionale sui problemi generati dalla violazione del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni.
“Ci aspettiamo che tutte le forze politiche accolgano queste proposte di emendamento e che si modifichi su una linea di ragionevolezza la legge Calderoli – commenta il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca -. Vedremo cosa risponderanno i nostri interlocutori. Noi siamo stati protagonisti della battaglia contro l’autonomia differenziata e, anche per questo motivo, abbiamo avvertito la necessità di offrire a tutti un terreno di confronto e di dialogo civile sulla base dei principi costituzionali. Non è una questione di bandiere o di ideologie – sottolinea il governatore -. Ci pare semplicemente una questione di buon senso e di ragionevolezza. Se non si approveranno queste modifiche si arriverà al referendum. Lì – conclude il governatore – ognuno esprimerà le sue posizioni”.

– Foto: xc9/Italpress –

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Duro colpo alla mafia foggiana con 39 arresti, tre 41 bis

BARI (ITALPRESS) – Duro colpo per la criminalità organizzata foggiana. Nella notte l’esito di un’indagine antimafia della Direzione Distrettuale Antimafia di Bari che ha coinvolto anche la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, i Servizi Centrali e Interprovinciali di Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza e i loro ulteriori organismi territoriali, ha infatti dato vita all’operazione “Mari e Monti”, che ha portato a tre provvedimenti ministeriali applicativi del regime detentivo speciale 41 bis per alcuni indagati, alla custodia in carcere per 37 indagati in tutto (tra cui una donna) e agli arresti domiciliari per altri due (di cui una donna). Alcuni di tali soggetti erano peraltro già detenuti.
Nel dettaglio, gli indagati sono stati contestati 48 diversi capi di imputazione: un’associazione mafiosa (a carico di 25 indagati), due associazioni finalizzate al traffico di stupefacenti (una a carico di 11 indagati, l’altra a carico di 10 indagati), 21 delitti in tema di stupefacenti, 11 delitti estorsivi, cinque delitti in materia di armi, nove delitti vari (rapina, furto aggravato, favoreggiamento, trasferimento fraudolento di valori, ricettazione). Il valore complessivo sottoposto a sequestro patrimoniale è invece di circa 10 milioni di euro.
Il procedimento avrebbe dovuto comprendere altre sette posizioni soggettive di esponenti della consorteria, tutti deceduti per morte violenta a causa di lesioni da colpi d’arma da fuoco. Il gip ha inoltre ritenuto di rigettare la misura nei confronti di ulteriori sette indagati, dei quali due per mancanza di gravità indiziaria e cinque per mancanza di attualità di esigenze cautelari (sebbene ne riconosca la gravità indiziaria).
Nel corso dell’indagine, sono stati resi 33 interrogatori da 18 differenti collaboratori di giustizia, per totali 3580 pagine. Sono state effettuate 75 intercettazioni di differenti utenze telefoniche, resi oggetto di intercettazione tra presenti 53 ambienti e intercettati 16 apparati telefonici. Sono poi stati sottoposti a videosorveglianza 22 siti, intercettati 16 colloqui carcerari (con 43 colloqui utilizzati), acquisite e versate in atti 160 pronunce giudiziarie, collegati e analizzati 26 procedimenti penali, esaminate 14 interdittive antimafia e sciolti tre comuni (Monte S. Angelo, Mattinata e Manfredonia).
Nel tempo, ci sono infine stati un elevato numero di verbali di arresto e di annotazioni di polizia giudiziaria, i sequestri di 11 fucili, nove pistole, tre ordigni esplosivi, dieci chili di materiale esplosivo, 636 munizioni, 1674 chili di marijuana, 1,3 chili di cocaina; un chilo di eroina e tre chili di hashish. Sono stati analizzati 120 soggetti per le misure patrimoniali.
Tutti questi numeri sottolineano l’importanza dell’operazione, anche alla luce del fatto che “lo stato di belligeranza permanente tra le due organizzazioni mafiose ‘Li Bergolis’ e ‘Romito-Ricucci-Lombardì”, si legge in una nota della Procura della Repubblica, “a far data dal 2009 ha originato 21 omicidi e 18 tentati omicidi, talchè è immanente il rischio di pianificazione e consumazione di ulteriori fatti di sangue. Pertanto, non sorprende che il giudice nel provvedimento cautelare definisca lo scenario associativo investigato come ‘la più allarmante criminalità organizzata del territorio pugliesè”.
“Di fronte alla cosiddetta ‘quarta mafià – ha affermato in conferenza stampa il procuratore della Repubblica di Bari Roberto Rossi – abbiamo qui davanti plasticamente la migliore risposta che lo Stato potesse dare. Abbiamo la rappresentanza di una squadra che ha agito in questo caso con una unitarietà e una forza che si sono sviluppate all’interno di un’operazione che, al di là della quantità e dei numeri, ha una qualità derivante proprio dall’aver agito su tutti i piani: su quello delle misure personali, su quello della misura di prevenzione per il recupero dell’illecito profitto, sul piano dell’aggravamento da un punto di vista della sicurezza all’interno delle carceri e poi soprattutto sul piano di una capacità di lavorare insieme tutti quanti, senza gelosie, ma con una capacità di lavoro comune”.
“Questa misura – ha spiegato il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Giovanni Melillo – colpisce una delle organizzazioni più potenti delle mafie foggiane, oltretutto colmando un deficit di intervento repressivo che durava da una quindicina d’anni, perchè l’ultima operazione che riguardava il clan Li Bergolis risale alla fine del primo decennio del secolo. E’ stata un’indagine avviata già da alcuni anni, proseguita e sviluppatasi e via via incrementata di contributi informativi e probatori sempre più significativi. Tutto questo giustifica la raffigurazione datale oggi dal giudice, con un’ordinanza che ha accolto quasi integralmente le richieste del pubblico ministero e fotografa una realtà di straordinaria pericolosità”.
“E’ importante sottolineare – ha aggiunto – la dimostrata necessità di richiedere la sottoposizione al regime detentivo speciale per tre capi di questa organizzazione, che erano già nel regime di alta sicurezza. Le indagini hanno però dimostrato ancora una volta che il circuito penitenziario dell’alta sicurezza è inidoneo a contenere la pericolosità delle principali figure mafiose. Non si cessa di essere mafiosi una volta arrestati, il carcere è un luogo di normale operatività delle organizzazioni criminali. E’ necessario rimuovere la situazione di sostanziale dominio che le associazioni mafiose esercitano anche al loro interno. Questo è un tema di carattere generale”.

– Foto: xa2/Italpress –

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