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Liguria, Toti “Oltre mille dosi vaccino somministrate alla open night”

GENOVA (ITALPRESS) – “Continuano senza sosta le vaccinazioni in Liguria. Anche ieri sera nell’Open Night sono stati 1.113 i cittadini che hanno ricevuto una dose di vaccino. Fortunatamente le persone hanno ben compreso l’importanza della vaccinazione e continuano a rispondere alle nostre campagne vaccinali, è questo infatti l’unico modo per tornare a vivere e alla normalità”. Lo dice il presidente di Regione Liguria e assessore alla sanità Giovanni Toti, commentando i dati della passata Open Night che si è svolta in tutte le Asl della Liguria. In particolare nella Asl 1 Imperiese l’Open Night si è svolta al Palafiori di Sanremo dove sono stati somministrati 174 vaccini di cui 144 prime dosi, 30 seconde dosi e 22 nella fascia 12-17; nella Asl 2 Savonese l’Open Night si è svolta al Sunrise di Cairo Montenotte e ad Alassio dove sono state somministrati 106 vaccini di cui 105 prime dosi e 19 nella fascia 12-17.
Nella Asl 3 l’Open Night si è svolta alla Sala Chiamata del Porto e al Teatro della Gioventù dove sono state somministrati in totale 345 vaccini di cui 190 prime dosi e 155 seconde dosi e 22 nella fascia 12-17; nella Asl 4 all’hub San Francesco di Chiavari sono stati somministrati 366 vaccini di cui 119 prime dosi e 247 seconde dosi; nella Asl 5 a Lerici – San Terenzo sono stati somministrati 107 vaccini di cui 91 prime dosi, 16 seconde dosi e 25 nella fascia 12 – 17.
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In Piemonte 250 nuovi casi di Covid e un decesso, scendono ricoveri

TORINO (ITALPRESS) – Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 250 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 33 dopo test antigenico), pari all’1,2 % di 20.891 tamponi eseguiti, di cui 16.596 antigenici. Dei 250 nuovi casi, gli asintomatici sono 118 (47,2%). I restanti 2.637 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. I ricoverati in terapia intensiva sono 13 (-1 rispetto aieri). I ricoverati non in terapia intensiva sono 128 (-11 rispetto a ieri). Le persone in isolamento domiciliare sono 3.380. I tamponi diagnostici finora processati sono 6.237.194(+ 20.891 rispetto a ieri), di cui 1.971.456 risultati negativi.
Un decesso (nessuno oggi) di persona positiva al test del Covid-19 è stato comunicato dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte. Il totale è quindi 11.707 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.567 Alessandria, 713 Asti, 433 Biella, 1.454 Cuneo, 945 Novara, 5.594 Torino, 527 Vercelli, 374 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 100 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte. I pazienti guariti sono complessivamente 358.956 (+ 164 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 28.589 Alessandria, 16.896 Asti, 11.167 Biella, 52.070 Cuneo, 27.887 Novara, 192.291 Torino, 13.328 Vercelli, 12.835 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.451 extraregione e 2.442 in fase di definizione.
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Toti “Hub vaccinale di Taggia imbrattato dai no-vax”

GENOVA (ITALPRESS) – “L’atto di vandalismo da parte dei no vax all’hub vaccinale di Taggia è l’ennesima grave mancanza di rispetto verso i medici e gli operatori sanitari che ogni giorno, feste comprese, lavorano per tutelare la salute di tutti i cittadini. Un’offesa anche ai liguri che hanno scelto di mettersi in sicurezza tutelando se stessi e gli altri. Per questo il gesto di maleducazione e inciviltà che si è verificato a Taggia, il secondo dopo che qualche giorno fa era stato imbrattato il centro vaccinale di Camporosso, non deve passare sotto silenzio e mi auguro che i responsabili paghino per questo atto vile”. Così il presidente di Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti dopo che questa notte l’hub vaccinale di Taggia in provincia di Imperia è stato imbrattato da ignoti che hanno deturpato muri e cartelli della segnaletica con scritte contro i vaccini.
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Covid, 23 nuovi positivi e nessun decesso in Valle d’Aosta

AOSTA (ITALPRESS) – Ventitre nuovi positivi e nessun decesso nelle ultime 24 ore in Valle d’Aosta. Sedicii guariti. Nessun ricoverato in terapia intensiva, 4 all’Ospedale Parini e 148 in isolamento domiciliare.
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Pesca del gambero, Liguria chiede un tavolo di lavoro

GENOVA (ITALPRESS) – “Ho intenzione di chiedere la convocazione di un tavolo nazionale con le regioni coinvolte nella pesca del gambero rosso e viola proponendo il coordinamento della Liguria, visto che siamo quelli maggiormente colpiti dallo stop. L’attività prorogata al 5 settembre è soltanto una soluzione temporanea che accogliamo con favore ma che certamente non basta per salvare le aziende locali e l’economia di questa attività. Siamo certi che possa essere trovata una mediazione per salvaguardare la pesca del gambero di profondità tutelando anche l’ambiente marino, evitando il blocco di un settore che causerebbe il fallimento di molte aziende”. Così il vice presidente di Regione Liguria e assessore con delega alla Pesca Alessandro Piana in merito alla decisione del Ministero delle Politiche Agricole di bloccare la pesca del gambero.
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Piemonte, incentivi da Regione per andare a vivere tra le montagne

TORINO (ITALPRESS) – Voglia di ritmi più lenti e in armonia con la natura? Di luoghi incontaminati in cui respirare a pieni polmoni e far crescere i propri figli in libertà? Di un posto diverso dove continuare il proprio lavoro, sempre più connesso e smart, o in cui iniziare magari una nuova attività? Cambiare vita si può. E la Regione Piemonte ti aiuta a farlo, lanciando una campagna nazionale che offre incentivi a chi sceglie di trasferirsi da una città italiana in uno dei piccoli comuni di montagna incastonati tra le Alpi piemontesi. “La montagna non è e non va vista come una riserva inaccessibile, ma come un grande propulsore di economia, natura, enogastronomia, turismo e di tutto ciò che di meraviglioso ha da offrire – sottolinea il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio -. Penso che, dopo due anni di pandemia, questa idea dell’aria fresca, dell’aria pulita, della possibilità per chi lo desidera di vivere a contatto con la natura, siano valori su cui investire per il nostro futuro e per quello delle nostre straordinarie montagne”.
L’iniziativa punta a sostenere la rivitalizzazione e il ripopolamento delle aree montane, anche a seguito dei bisogni sociali crescenti causati dall’attuale emergenza sanitaria.
Chi risiede in un centro urbano in Italia e intende acquistare o recuperare un immobile in un comune montano del Piemonte con meno di 5.000 abitanti, da rendere prima casa trasferendovi la propria residenza, potrà aderire ad un bando della Regione Piemonte che offre contributi da 10 a 40 mila euro. Il bando stanzia complessivamente 10 milioni di euro.
“Una promessa mantenuta e l’offerta di una scelta di vita nuova – dichiara Fabio Carosso, vicepresidente e assessore alla Montagna della Regione Piemonte -. Conosco le nostre montagne: abbiamo comprensori sciistici di fama mondiale accanto a valli e borghi da riscoprire che pagano lo spopolamento. Durante i primi mesi del mio mandato ho visitato molte delle Unioni montane, incontrato i sindaci di piccoli Comuni e subito ho chiesto al settore Montagna di lavorare alla realizzazione di un’iniziativa che potesse aiutare i giovani a scegliere la montagna per viverci”.
Il bando verrà pubblicato il 1° settembre su https://bandi.regione.piemonte.it e all’inizio di novembre verrà aperta la piattaforma per le domande; per presentarle ci sarà tempo fino a fine di dicembre 2021.
Una misura che non resterà isolata e che si aggancia in modo sinergico ad un altro bando che la Regione Piemonte lancerà in autunno per incentivare la nascita delle “botteghe dei servizi” con specifici contributi per sostenere le attività nei territori montani che offrono servizi alla cittadinanza.
“Insieme al bando residenzialità – afferma ancora il vicepresidente Carosso – stiamo lavorando con le Unioni montane all’individuazione di importanti azioni per le nostre ‘botteghe dei servizì, volte a contrastare la desertificazione commerciale nei paesi montani e, di conseguenza, a garantire agli abitanti di queste zone la fruizione di beni e servizi che ne migliorino la qualità della vita”.
In tutto sono 465 i Comuni montani del Piemonte con meno di 5 mila abitanti protagonisti del bando (48 in provincia di Alessandria, 12 in provincia di Asti, 48 in provincia di Biella, 132 in provincia di Cuneo, 3 in provincia di Novara, 132 in provincia di Torino, 66 nel Verbano-Cusio-Ossola, 24 in provincia di Vercelli). E’ possibile consultarli sul sito della Regione Piemonte. Possono presentare la domanda i nati a partire dal 1955 e, per fare in modo che al bando aderiscano soprattutto i giovani, i nati dopo il 1980 riceveranno un punteggio più alto.
Punteggio premiante anche per gli interventi effettuati in un Comune ad alta marginalità, l’attività lavorativa esercitata in un paese montano oppure in smart-working almeno al 50% nell’abitazione per la quale si chiede il finanziamento, un Isee uguale o inferiore a 20.000 euro, almeno un figlio di età uguale o inferiore a 10 anni che avrà residenza e dimora abituale nell’immobile acquistato.
Punti in più anche per recuperi realizzati con soluzioni architettoniche e paesaggistiche previste dalla Regione Piemonte e per l’utilizzo dei materiali tipici del paesaggio alpino piemontese, ma anche se l’incarico dei lavori viene dato ad imprese con sede legale in un Comune montano piemontese.
Per beneficiare dei contributi occorre essere titolari del diritto di proprietà, oppure impegnarsi ad acquisire un diritto di proprietà, di un’unità immobiliare ad uso residenziale censita catastalmente nel territorio dei 465 Comuni interessati e trasferirvi la propria residenza e dimora abituale per dieci anni. In caso di contributo relativo all’acquisto, l’atto di compravendita dovrà essere stipulato entro 6 mesi dalla data di approvazione della graduatoria, mentre i lavori di recupero del patrimonio esistente dovranno essere ultimati entro 18 mesi. La rendicontazione dovrà essere trasmessa, invece, entro 3 mesi dalla conclusione dei lavori di recupero, ovvero dalla stipula dell’atto di compravendita.
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Covid, 22 nuovi positivi e nessun decesso in Valle d’Aosta

AOSTA (ITALPRESS) – Ventidue nuovi positivi e nessun decesso nelle ultime 24 ore in Valle d’Aosta. Nessun ricoverato in terapia intensiva, 4 all’Ospedale Parini e 121 in isolamento domiciliare.
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Ponte Morandi, dal crollo alla rinascita tra ricordo e rabbia

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GENOVA (ITALPRESS) – “Chi ha gestito incautamente le nostre infrastrutture oggi dovrebbe essere con le spalle al muro”. Le parole di Egle Possetti, portavoce dei familiari delle vittime del ponte Morandi, risuonano nella radura della Memoria all’ombra del nuovo viadotto disegnato da Renzo Piano. A Genova è una caldissima giornata d’estate, tutto il contrario del 14 agosto di tre anni fa quando il gigante di calcestruzzo si sbriciolò durante la tempesta, portando con sé 43 vite. Alle 11.36 la città si è fermata ancora una volta per ricordare, con le campane delle chiese, le sirene delle navi in porto e il silenzio del dolore.
Silenzio che contrasta con la rabbia di chi ha perso qualcuno di caro: “Dal 14 agosto di tre anni fa – ha proseguito Possetti durante la commemorazione ufficiale coi ministri Cartabia e Giovannini – il vaso di Pandora si è aperto su un sistema senza dignità e umanità, ma la sensazione è che man mano c’è chi cerca di richiudere quel vaso, per dimenticare quanto accaduto e crearne nuovi vasi di Pandora”. Perché “non bastano le medaglie dei nostri atleti alle olimpia di per risollevare la dignità della nostra nazione”. Il riferimento è alla vicenda delle concessioni autostradali. Ma anche al processo che partirà il 15 ottobre, su cui aleggiano le preoccupazioni legate alla riforma della giustizia.
A dissipare i dubbi ci ha pensato proprio la guardasigilli Marta Cartabia, che dopo aver ribadito durante la commemorazione che “il processo non è a rischio prescrizione”, ha incontrato i familiari delle vittime per rassicurarli: “Non c’è da temere che processi come ponte Morandi e altri possano svanire. Il lavoro della riforma è portare a tempi brevi, non vanificare i processi”. Una riforma che “bastava guardare con un po’ più di onestà intellettuale per non generare turbamento ha chi ha già un così grande dolore da sopportare”.
L’altro ministro, il titolare delle Infrastrutture Enrico Giovannini, ha puntato senza mezzi termini sugli investimenti per la sicurezza, perché “ci sono tanti posti così in Italia” e “sappiamo che talvolta per qualcuno avviare una nuova opera è elettoralmente più interessante che investire in sicurezza. Il governo chiede a tutti gli operatori che devono prendere decisioni, ma soprattutto alle istituzioni, di rafforzare l’impegno comune per andare tutti insieme verso un’operazione doverosa oltre che utile”.
Non c’era invece il premier Mario Draghi, che però ha fatto arrivare un messaggio forte e chiaro: “A Genova lo Stato ha tradito la fiducia che i cittadini ripongono nei confronti delle istituzioni. Con il Ponte Morandi sono crollate le fondamenta del vivere civile, che è alla base della nostra comunità”.
Questa mattina, oltre alla cerimonia ufficiale, sono partiti anche i lavori per il memoriale che sorgerà sotto il nuovo ponte, un luogo che sarà un museo sulla tragedia ma anche un polmone verde per la Valpolcevera con giardini, serre e orti, al centro del grande parco progettato dall’architetto Stefano Boeri. “Voglio ricordare che è un importante per le famiglie delle vittime, che avranno un posto dove riunirsi ma lo sarà soprattutto per i genovesi e tutti coloro che verranno a visitarlo, che penseranno a quello che è successo, agli errori del passato e a come costruire un futuro migliore per noi e i nostri figli”, ha aggiunto il sindaco Bucci.
Intanto, dopo l’annuncio del Comune, anche la Regione potrebbe costituirsi parte civile nel processo sul crollo: “Stiamo valutando con i nostri avvocati, sicuramente tuteleremo gli interessi di Regione Liguria nel modo più efficace ed efficiente – ha detto il presidente Giovanni Toti -. Credo che la costituzione di parte civile sia uno di questi modi ma non sono un avvocato. Vorrei che la finissimo col dare suggerimenti che hanno il sapore della politica, come quando si diceva che avrebbero buttato fuori a calci da autostrade Atlantia Benetton, promettendo una cosa che era impossibile”.
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