TORINO (ITALPRESS) – Tradizione e innovazione per far rinascere la grande bellezza di Palazzo Madama e metterla in sicurezza per i prossimi decenni. Prende il via il grande progetto di restauro e consolidamento dell’avancorpo centrale della facciata juvarriana, capolavoro architettonico del Settecento europeo: una spettacolare, complessa e delicata operazione ‘chirurgicà, capace di ‘mixarè antiche tecniche artigianali e metodologie all’avanguardia, recuperando i marmi originali accanto all’impiego di materiali contemporanei, come fibre di carbonio, resina e acciaio inox nelle parti nascoste dell’edificio. L’intervento, promosso dalla Fondazione Torino Musei, da sempre impegnata nella tutela, conservazione e valorizzazione dei beni museali, sarà interamente finanziato con 2,4 milioni di euro da Fondazione CRT, storico e principale sostenitore privato di Palazzo Madama (16,6 i milioni stanziati complessivamente).
Il progetto di restauro e consolidamento strutturale – approvato dal MIBACT e dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino e ‘firmatò dall’architetto Gianfranco Gritella – è il risultato della prima indagine a 360 gradi delle problematiche della facciata, anche attraverso l’ispezione di ‘camere nascostè nel cornicione.
Il progetto prende le mosse dagli esiti del cantiere studio, già finanziato da Fondazione CRT nel 2018 e realizzato dalla Fondazione Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, per valutare lo stato di conservazione della facciata, progettata tra il 1718 e il 1722 dall’architetto Filippo Juvarra. Con il coinvolgimento anche del Politecnico e dell’Università degli Studi di Torino, sono state condotte indagini scientifiche sui materiali e sulle alterazioni intervenute nel tempo. Le caratteristiche costruttive di Palazzo Madama e il marmo di Foresto utilizzato – di semplice lavorazione, ma affetto da ‘un male anticò legato alla propria friabilità – hanno fin da subito innescato problemi di conservazione e cedimenti strutturali, tanto che i primi tentativi per risolverli risalgono già alla fine del XVIII secolo.
In dettaglio, le opere per riportare la facciata al suo antico splendore prevedono il restauro dell’apparato architettonico e decorativo; il consolidamento strutturale dei soffitti e degli architravi lapidei dei tre intercolumni del pronao centrale; il sollevamento, il trasporto e il restauro delle quattro monumentali statue allegoriche di coronamento del pronao, che saranno musealizzate e sostituite da copie identiche sulla sommità dell’edificio; il restauro, la revisione e il consolidamento strutturale dei serramenti lignei; la revisione e l’adeguamento dei sistemi di smaltimento delle acque meteoriche della copertura e, infine, il recupero dei sotterranei circostanti il palazzo.
Entro la primavera, la Fondazione Torino Musei pubblicherà il bando di gara per l’affidamento dei lavori sull’avancorpo centrale, che inizieranno prima dell’estate e dureranno circa un anno e mezzo, per concludersi a fine 2022.
‘Il restauro di Palazzo Madama è il primo dono che la Fondazione CRT fa alla città e alla regione nel proprio trentennale, rafforzando la lunga tradizione di solidarietà verso il patrimonio storico-artistico, a partire dalle Residenze Sabaude – afferma il Presidente di Fondazione CRT Giovanni Quaglia -. Ci prendiamo cura di un bene di rilevanza nazionale che appartiene a tutti, con l’impegno di collaborare con le istituzioni per un nuovo Rinascimento culturale, continuando a far risplendere nel tempo la ‘grande bellezzà diffusa sul territorio che rafforza il senso di comunità’.
‘Il grande cantiere di Palazzo Madama attiverà un doppio circolo virtuoso per la ripresa: sosterrà l’attività e l’occupazione nelle imprese del Nord Ovest coinvolte nei lavori, e consentirà a Fondazione CRT di mettere a disposizione del recupero del patrimonio artistico ulteriori risorse per 1,5 milioni di euro grazie all’Art bonus – dichiara il Segretario Generale di Fondazione CRT Massimo Lapucci -. E’ un investimento strategico in ottica ‘recovery plan culturalè, con l’obiettivo di tutelare e valorizzare l’arte nel presente e di trasmetterla in eredità alle prossime generazionì.
Il Presidente della Fondazione Torino Musei Maurizio Cibrario spiega: ‘Non credo esista in Torino un altro monumento le cui pietre racchiudano 2000 anni di storia, al pari di Palazzo Madama. Dall’insediamento romano agli Acaia, i Duchi di Savoia, le Madame Reali, sino al Senato del Regno di Italia, una carrellata ineguagliabile di gestione del potere civico e statale. A trecento anni dalla trasformazione da fortezza a capolavoro dell’arte barocca, si rende necessario un grandioso lavoro di restauro, consentito dal senso civico e dalla sensibilità storica e artistica della Fondazione CRT, a cui va la profonda riconoscenza nostra e dell’intera Città. Si preannuncia anche un intervento del Ministero per i beni e le attività culturali che, se dovesse realizzarsi, completerebbe in modo mirabile il piano dei lavori. Anche per tale ragione la nostra gratitudine va alla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la Citta Metropolitana di Torino, per i consigli, la guida e il sostegno offerti in questa essenziale fase introduttivà.
‘Il progetto è frutto di un percorso esemplare, costruito su di uno studio approfondito e maturato nella piena conoscenza e nel rispetto della eccezionalità della facciata juvarriana. In questo periodo così difficile, l’avvio di un cantiere tanto complesso dà speranza e offre una nuova conferma della capacità e attenzione che le istituzioni cittadine sanno riservare al patrimonio monumentalè, commenta Luisa Papotti, Soprintendente Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Torino, che prosegue: ‘Ottima custode, la Fondazione Torino Musei ha cercato e coinvolto le migliori competenze per individuare una soluzione progettuale risolutiva e armoniosa; la Fondazione CRT, la cui liberalità consente la prima e più impegnativa fase dell’intervento, si rivela ancora una volta capace non soltanto di sostenere, ma di stimolare e promuovere iniziative essenziali alla messa a valore delle residenze reali. L’auspicio è che a questa fase, anche grazie all’impegno del Ministero, ne seguano altre, fino a restituire a Palazzo Madama piena funzionalità ed un ruolo centrale all’interno del distretto dei musei torinesì.
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Torino, la grande bellezza di Palazzo Madama rinasce con Fondazione CRT
Liguria regione più anziana d’Italia, residenti in calo
GENOVA (ITALPRESS) – Con un’età media di 48,7 anni contro i 45,2 dell’Italia la Liguria si conferma regione più anziana d’Italia. E’ quanto emerge dal rapporto Istat sui dati definitivi dei censimenti permanenti della popolazione svolti nel 2018 e 2019.
La popolazione censita in Liguria al 31 dicembre 2019 ammonta a 1.524.826 unità, con una riduzione di 8.154 abitanti (-5,3 per mille) rispetto all’anno precedente e di 45.868 abitanti (-3,7 per mille in media annua) rispetto al censimento 2011. In otto anni la regione ha perso il 3% dei propri abitanti. In Liguria i residenti diminuiscono, rispetto al 2011, in tutte le province ma maggiormente a Genova e Savona (-4,4 e -4,2 per mille in media annua). Più della metà sono concentrati nella provincia di Genova. Il comune più popoloso è Genova con 566 mila abitanti, quello più piccolo è Rondanina (Genova), con 61 abitanti.
Il confronto con i dati precedenti, evidenzia un progressivo invecchiamento della popolazione con ritmi inferiori alla media nazionale. Tutte le classi di età sotto i 50 anni vedono diminuire il proprio peso relativo rispetto al 2011.
In particolare il 28,7% dei liguri ha più di 64 anni (il valore più alto fra le regioni italiane; 23,2% la media nazionale) e il 33,8% ne ha meno di 40 (il valore più basso fra le regioni italiane con una media nazionale del 39,5%). La provincia di Savona, si legge ancora nel rapporto, presenta la struttura demografica più anziana, con valori degli indicatori decisamente superiori alla media regionale, seguita dalla provincia di Genova. Per le restanti due province i valori degli indicatori di struttura demografica sono meno elevati della media regionale.
Nel 2019 il comune più giovane della regione è Ortovero, in provincia di Savona, con un’età media di 43,3 anni, mentre il più vecchio è Fascia, in provincia di Genova, dove l’età media si attesta a 66,1 anni, la più elevata d’Italia. Fascia è anche il comune con il maggior decremento della popolazione (-35%) e dei residenti italiani (-34,3%). L’altro dato rilevante è che la crescita della popolazione straniera non riesce più a compensare il saldo naturale negativo. “Se ci si limita ad osservare le tendenze demografiche dell’ultimo anno – si legge nel rapporto Istat – la componente straniera perde quasi del tutto la caratteristica anti-declino che l’ha connotata in passato: cresce di sole 1.703 unità (+1,2%), mentre la popolazione di nazionalità italiana perde 9.857 residenti.
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Cirio “Danno enorme per sci in Piemonte, ora si passi dalle parole ai fatti”
ROMA (ITALPRESS) – La notizia è arrivata “ieri sera alle ore 19.00. Vuol dire a 12 ore dall’apertura degli impianti di sci. E’ questo il tema reale di questa situazione. Siamo consapevoli che la tutela della vita viene prima di ogni interesse, ma la decisione del ministro Speranza è basata su dati tecnici e numeri di contagio che Roma aveva da mercoledì. Si è aspettato fino a domenica a bloccare la riapertura degli impianti, senza considerare che fuori dai palazzi romani c’è un mondo reale, fatto di persone reali che hanno assunto dipendenti e venduto skipass, famiglie che hanno organizzato le ferie, una serie di situazioni di cui il ministro ha dimostrato di non avere consapevolezza e rispetto”. Lo ha detto a Buongiorno, su Sky TG24 il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, parlando del provvedimento che ha prorogato la riapertura degli impianti sciistici, arrivato ieri a poche ore dalla data prevista per la ripartenza.
“Non ci sono state- ha spiegato – interlocuzioni formali, se non scambi di messaggi, ma non è stata convocata, come di solito accadeva, una Conferenza Stato Regioni, un incontro quantomeno con le regioni del nord che hanno il sistema sciistico nei loro territori. Siamo stati bersagliati da comunicati stampa di tecnici, il Cts, consulenti, che annunciavano chiusure creando un panico culminato in questa ordinanza surreale. Surreale perchè mondo della neve ha ricevuto dallo stesso Cts il 4 febbraio, dieci giorni fa, il via libera ad aprire il 15. Il Cts gli ha detto anche con quali regole, quali costi assumere, in che modo aprire”.
“Venerdì – prosegue- il Cts ha espresso questi dubbi e i dubbi sono legittimi. Ma mi chiedo, se aveva questi dati da mercoledì, perchè non farlo prima? Non è questione di contestare il merito, la vita viene prima, ma il metodo. Non si può accettare che qualcuno pensi che lo sci sia un gioco, uno sport. E’ un’azienda, la prima azienda turistica della nostra regione, come di altre regioni d’Italia”.
“Questo ci dimostra – ha aggiunto poi – come il meccanismo dei colori, che è un meccanismo giusto che difendo, è qualcosa che non può essere fatto il venerdì sera, deve essere anticipato. I dati si conoscono già dal mercoledì: è necessario che si anticipi la decisione e la si comunichi alle persone”.
Sulla possibilità di chiedere un incontro a Draghi come Regioni dice: “Lo faremo, il presidente Bonaccini è stato molto chiaro come presidente della Conferenza delle Regioni. Per organizzarci al meglio ho convocato una giunta straordinaria questa mattina, per muovere i primi passi formali verso il presidente Draghi”.
“Il danno – ha detto – è enorme. Le stazioni sciistiche, che non lavorano da un anno, se avevano altri quattro soldi li hanno spesi per prepararsi all’apertura di oggi, nel rispetto delle regole che Roma aveva dato. Siamo allibiti e mi rivolgo al presidente Draghi: voglio vedere l’ordinanza di Speranza come l’ultimo atto del Governo Conte, non posso e non voglio vederlo come primo atto del suo Governo. A lui chiedo che la tutela reale di queste imprese passi dalle parole dei mesi passati ai fatti di oggi”.
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Al via vaccinazione agli over 80 in Liguria, prima dose a Renzo Piano
GENOVA (ITALPRESS) – Ha preso il via alla Casa della Salute di Asl3 a Genova-Quarto e in tutte le aziende sanitarie liguri il Silver Vaccine Day, per la vaccinazione dei primi 450 cittadini liguri con più di 80 anni individuati casualmente dall’anagrafe sanitaria, per avviare in modo simbolico le prossime tappe del piano vaccinale della Liguria, che fino ad oggi ha interessato il personale sanitario e le Rsa in fase di completamento entro la prima settimana di marzo.
Testimonial dell’iniziativa in Asl3, l’architetto Renzo Piano, il primo ad essere vaccinato contro il Covid-19: “Mi sono vaccinato, miei cari coetanei, è il nostro turno. Fatelo anche voi, senza esitazione. Ricordatevi di quando eravamo bambini, e aspettavamo il giorno del vaccino come un dono prezioso. E ha funzionato: se siamo qui è perchè ci ha protetti. Così come ci ha protetti per tutta la vita la scienza medica. Ci siamo sempre fidati, fidiamoci ancora. Vaccinatevi, e fatelo anche con riconoscenza”.
Oltre all’architetto Piano, presso l’ambulatorio della Casa della Salute di Genova Quarto di Asl3 vengono vaccinate 9 persone, di cui 7 donne e 2 uomini: la più giovane è del 1940, il più anziano è del 1927. I primi ad essere vaccinati dopo l’architetto Piano sono stati: Silvana Fiorentini, del 1938; Annamaria Macchiavello del 1937 e Rosa Ardini del 1938, tutti genovesi.
“Ogni azienda sanitaria – afferma il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti – ha tutte le sue modalità che come sapete sono ampie, variegate e complesse per evitare che vi siano motivi che interrompano questo momento che è molto complicato. Usciamo dagli ospedali, usciamo dalle Rsa e cominciamo a vaccinare sul territorio e cominciamo a farlo dai soggetti più fragili – prosegue – cioè i nostri concittadini che hanno più di 80 anni e che sono, con tutta evidenza statistica e clinica, le prime vittime di questa pandemia: quasi il 50% dei letti occupati nei nostri ospedali e purtroppo quasi l’80% dei cittadini deceduti hanno un’età superiore agli 80 anni. Mettere in sicurezza questa fascia di persone non vuol dire solo salvare delle vite, ma ridurre drasticamente la pressione sul sistema sanitario, vuol dire fortunatamente evitare la lunga lista di decessi che abbiamo purtroppo dolorosamente contato in questi mesi. C’è da fare in fretta e mi auguro che le forniture di vaccino, così come promesso e programmato dalla struttura commissariale di Arcuri, arrivino. In questo caso riusciremo, attraverso numerose modalità e canali a vaccinare tutti i cittadini con più di 80anni nel corso dei prossimi due mesi circa, nei mesi di marzo e aprile. Nel frattempo – aggiunge il governatore – con i vaccini Astrazeneca cercheremo di coprire le categorie lavorative: sapete che sono destinati alle persone fino ai 55 anni più esposte al contagio del virus. Lo stiamo facendo, come sapete, in provincia di Imperia con i frontalieri, che cominceranno a vaccinarsi lunedì secondo un piano straordinario per evitare che dalla Francia, territorio assai più colpito il virus possa colpire anche il territorio dell’estremo ponente ligure. Incrociamo le dita e soprattutto impegniamoci tutti”, conclude Toti.
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Bando da 10 milioni per la ricerca contro il Covid in Piemonte
TORINO (ITALPRESS) – Dieci milioni di euro messi in campo dalla Regione Piemonte per potenziare la ricerca nella lotta contro il Covid 19: il bando, articolato su due linee, una per potenziare i laboratori pubblici, l’altra per sviluppare progetti di ricerca, aprirà il 9 marzo e si chiuderà il 15 giugno. Gli obiettivi della misura sono quelli di sostenere il sistema della ricerca pubblica e la rete dei laboratori e delle strutture di ricerca già esistenti, per il sostegno agli investimenti in attrezzature, impianti o tecnologie connessi al Covid 19 e, quella per progetti di ricerca industriale e di sviluppo sperimentale, in collaborazione con enti che abbiano un ruolo riconosciuto nell’ambito del sistema sanitario regionale. Beneficiari gli organismi di ricerca pubblici, anche in collaborazione tra loro, e anche in collaborazione con Asl, aziende ospedaliere, enti pubblici o privati, comprese le strutture sanitarie private accreditate, e imprese.
“Il mondo occidentale non si è trovato pronto ad affrontare una pandemia di questa portata – commenta l’assessore regionale alla Ricerca applicata Covid, Matteo Marnati – Investire sulla ricerca è l’unica soluzione per poter sconfiggere il virus ed affrontare l’emergenza. Questi fondi serviranno per strutturare la rete di ricerca piemontese ed avere un ritorno immediato nell’applicazione delle scoperte contro il Covid”. Potranno essere ammessi al bando, per entrambe le linee, progetti che prevedano una rapida realizzazione, visto il carattere emergenziale della misura, e investimenti compresi tra 300mila euro e un milione di euro, per i quali sono previsti contributi, a fondo perduto, fino al 75% delle spese ammissibili, per il potenziamento dei laboratori pubblici, e fino all’80% per la ricerca.
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Coronavirus, nessun decesso e 7 nuovi positivi in Valle d’Aosta
AOSTA (ITALPRESS) – In Valle d’Aosta 7 nuovi positivi che portano il totale a 7.877 da inizio pandemia, secondo i dati del bollettino regionale. I positivi attuali sono in calo a 147, di cui 15 ricoverati. Tra questi 3 in terapia intensiva e 129 invece sono le persone attualmente in isolamento domiciliare. Il totale dei decessi è stabile a quota 411.
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Agricoltura, ad azienda di Asti borsa di studio intitolata a Gianotti
TORINO (ITALPRESS) – Il premio “Coltiviamo agricoltura sociale”, indetto da Confagricoltura e Onlus Senior – L’Età della Saggezza con Reale Foundation non si è fermato nemmeno con la pandemia. Giunto alla sua quinta edizione continua ad essere molto seguito, a dimostrazione dell’interesse per un comparto in continua e forte espansione. Ad aggiudicarsi l’assegno di 40.000 euro ciascuno sono state tre aziende agricole di Bolzano, Asti e Catanzaro che, oltre al premio in denaro, hanno ricevuto una borsa di studio ciascuna, per partecipare al ‘Master di Agricoltura Sociale’, presso l’Università di Roma Tor Vergata.
Quest’anno la borsa di studio assegnata all’impresa di Asti sarà intitolata al Barone Romano Gianotti, già consigliere di Reale Mutua e revisore della federazione regionale agricoltori piemontesi di Confagricoltura.
Confagricoltura e la Onlus Senior – L’Età della Saggezza, insieme agli sponsor partner di progetto, in questi cinque anni, hanno finanziato con oltre 670 mila euro a fondo perduto i progetti di 15 fattorie sociali che, secondo il regolamento del bando, hanno realizzato il loro programma entro l’anno. I piani presentati, dopo la votazione on-line del pubblico, che ne ha selezionati 30, hanno passato il vaglio della giuria, che ne ha scelti tre.
3.000 aziende agricole, 35.000 addetti, 250 milioni di fatturato sono i numeri di questo fenomeno, diventato oggi un vero e proprio welfare verde che offre supporto, riabilitazione e reinserimento sociale alle persone più deboli e fragili.
“Siamo stati antesignani ancora una volta. Prima di altri abbiamo capito che l’innovazione, per noi fondamentale in tutte le sue declinazioni, passa anche da questo nuovo modello di assistenza, di offerta di servizi sociali, per la salute, il benessere e il reinserimento. Abbiamo risposto in questo modo alle necessità della società, addirittura prevedendone i cambiamenti. Sono orgoglioso di premiare, anche in questa edizione, iniziative così interessanti, che creano opportunità, rimettono al centro l’individuo, sviluppano occupazione, senza perdere di vista il prodotto di qualità e il business. E’ la migliore conferma che abbiamo percorso la strada giusta”, commenta Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura all’annuncio dei tre progetti vincitori, tra i tanti presentati, che provenivano da tutto il territorio italiano.
Per Angelo Santori, segretario generale della Onlus Senior – L’Età della Saggezza, “sostenere economicamente ancora le migliori proposte nel campo dell’agricoltura sociale vuol dire arricchire i prodotti e i servizi offerti dall’agricoltura di ulteriori e importanti valori, che vanno dalla difesa della salute al miglioramento della qualità della vita e della persona; dalla creazione di beni comuni per la collettività al mantenimento di un tessuto sociale vitale nelle aree interne del Paese, meno servite”.
“Siamo profondamente convinti del contributo dell’agricoltura alla ripresa e alla crescita sostenibile del Paese. Non a caso vantiamo una storica partnership con Confagricoltura, che ci permette di valorizzare lo spirito mutualistico che guida il nostro modo di fare impresa. Sostenere questo bando, infatti, significa per Reale Mutua e Reale Foundation contribuire a generare impatti misurabili e intenzionali per la generazione di un bene comune”, ha detto Virginia Antonini Direttore Comunicazione Istituzionale, sostenibilità e Fondazione di Reale Group.
Il progetto “Ceste di Rapa 2.0” dell’azienda agricola ‘Il Cortile di Simone Artesi’ (AT), con la cooperativa ‘Esserci’ e le associazioni di volontariato ‘Aladino’ e ‘Danish Refugee Council’ (DRC), offrono un percorso esperienziale attraverso i laboratori vivaistici terapeutici, la pratica colturale biologica, la produzione orticola di Ceste di Rapa e la produzione floreale, fino ad arrivare alla vendita diretta. Premiata per l’impegno per l’integrazione e la realizzazione di buone pratiche ripetibili che valorizzano le diversità (minori, giovani in situazione di disagio sociale e disabili) in un circuito produttivo e di consumo, per creare una Community stabile e interattiva sulla filiera del cibo.
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Da Philip Morris la nuova sigaretta elettronica Veev, lancio pilota a Torino e Genova
Philip Morris International ha presentato in Italia la sigaretta elettronica VEEV, ultima novità del suo portafoglio di prodotti senza combustione. Con VEEV, si legge in una nota, “l’azienda conferma il proprio impegno per la costruzione di un futuro senza fumo, offrendo prodotti senza combustione tecnologicamente avanzati ai fumatori adulti che altrimenti continuerebbero a fumare, con l’obiettivo di eliminare le sigarette. Perseguendo la visione di un futuro senza fumo, PMI si è impegnata affinché almeno 40 milioni dei propri fumatori adulti passino ai prodotti senza combustione entro il 2025”. Per questo, l’azienda ha investito negli ultimi 15 anni oltre 7 miliardi di dollari con un team di 400 esperti in ricerca e sviluppo, inclusi 300 scienziati, per offrire alternative tecnologiche senza combustione supportate da solide evidenze scientifiche, ed eliminare le sigarette nel più breve tempo possibile.
“VEEV rappresenta una nuova idea di sigaretta elettronica – si legge nella nota -, grazie all’innovativa tecnologia di riscaldamento VEEV MESH, concepita in Svizzera e frutto di oltre sei anni di ricerca e sviluppo. Il dispositivo è un sistema chiuso che utilizza VEEV pod appositamente progettati e prodotti nell’Unione Europea secondo elevati standard di qualità. VEEV offre agli utenti, inoltre, la possibilità di bloccare e sbloccare il proprio dispositivo per motivi di sicurezza”.
“Siamo orgogliosi di presentare in Italia l’ultima novità nel nostro portafoglio di prodotti senza combustione. Da tempo stiamo guidando il settore verso la più grande trasformazione della sua storia, favorendo la transizione dei fumatori che non smettono verso alternative tecnologiche senza combustione – ha commentato Gianluca Iannelli, Head of Marketing & Digital di Philip Morris Italia, che ha aggiunto – Entriamo nel mondo del vaping con VEEV, un prodotto innovativo dotato di una tecnologia all’avanguardia. Crediamo che si tratti di un passo importante per fornire ai fumatori adulti valide alternative, con l’obiettivo ultimo di rendere le sigarette un ricordo del passato nel più breve tempo possibile”.
A differenza di IQOS – il sistema a tabacco riscaldato di PMI introdotto in Italia nel 2014, che oggi ha convinto più di un milione di fumatori italiani a dire addio alle sigarette – VEEV non utilizza tabacco, ma scalda liquidi contenenti nicotina. Nella fase pilota, VEEV sarà disponibile nelle città test di Milano, Torino e Genova, in tabaccheria e nei PUFF Store, oltre che sui canali e-commerce veev-vape.com e puffcigarette.com, dove sarà possibile acquistare anche i VEEV pod. Il solo dispositivo sarà disponibile anche nei negozi IQOS delle tre città.









