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PIEMONTE: 2018 ANNO RECORD DI PIOGGE E CALDO

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Temperature più alte, inquinamento dell’aria ai massimi, più radiazioni dovute a smarthphone e device mobili. Non sono quasi mai positivi i numeri presentati stamane da Arpa e Regione Piemonte e contenuti nella Relazione sullo Stato dell’Ambiente. Il 2018 in Piemonte è stato il secondo anno più caldo degli ultimi 61 anni, con un’anomalia termica media di circa +1,6 °C rispetto alla climatologia del periodo 1971-2000. Tutto questo nonostante l’anno passato sia stato anche, con circa 1.400 mm medi sulla regione, il quinto anno più piovoso degli ultimi 61, con un surplus pluviometrico del 32% rispetto alla norma 1971-2000. Per quanto riguarda le polveri sottili, quasi il 32% delle stazioni ha superato il limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10 per più di 35 giorni nell’anno scorso, che è stato il primo anno in cui il valore limite della media annuale, pari a 40 microgrammi per metro cubo è stato rispettato in tutto il Piemonte. Per quanto riguarda il biossido di azoto, tipico residuo dei motori diesel, la percentuale di stazioni della rete regionale che hanno superato il valore limite annuo per la protezione della salute umana (40 μg/m3) è pari al 5,77%: 3 stazioni superanti: Torino – Consolata, Collegno – Francia, Torino – Rebaudengo, mentre nel periodo compreso tra gennaio e maggio 2019 nessuna stazione ha superato il limite per questo valore, mentre per le Pm10 il limite giornaliero è stato superato da poco più del 19% delle centraline nel medesimo periodo. La vera emergenze è altrove, e riguarda l’ozono: il 75% delle stazioni presenti sulla rete regionale ha superato il valore obiettivo di 120µg/mc da non superarsi per più di 25 giorni all’anno. Passando dall’aria all’acqua, Arpa segnala dati più incoraggianti. Dal 32% dei fiumi che avevano uno stato ecologico buono nel triennio 2014-2016, si è saliti al 72% nel 2018. Per tutti i corsi d’acqua analizzati la portata media mensile del 2018 è sempre stata al di sopra della media storica, e le analisi effettuate per i laghi rilevano che il 100% delle acque è balneabile. Per quanto attiene alle acque sotterranee il 73% delle falde superficiali ha uno stato buono, mentre il restante 27% ha uno stato scarso. Leggermente migliore la situazione delle falde profonde dove l’80% ha uno stato buono e il restante 20% uno stato scarso. Non migliora invece la situazione del consumo di suolo, con oltre il 68% dei comuni a rischio frane, pari a 801 comuni che però interessano appena 23 mila abitanti (0,5% della popolazione). Per il rischio alluvioni è invece il 90% dei comuni ad essere coinvolto, ovvero 1073 comuni dove vivono oltre 156 mila abitanti (3,6% della popolazione). I siti contaminati censiti sull’intero territorio regionale, sono 1.777, di cui 839 con procedimento attivo e 938 conclusi. La provincia di Torino possiede da sola quasi la metà dei siti presenti in banca dati. Capitolo energia. Il 18,6% dell’energia consumata deriva da fonti rinnovabili. Ciò significa che è già stato superato l’obiettivo del 15% fissato al 2020 dal sistema burden sharing nazionale, ovvero la suddivisione delle quote nazionali fissata dalle Strategie europee. Infine per quanto attiene alle radiazioni non ionizzanti, si riscontra un aumento del 2% della densità media per gli impianti di telefonia nelle province di Alessandria, Cuneo, Novara e Torino, mentre per le altre province si è registrata una tendenza alla stabilizzazione o lieve diminuzione. In generale è stata rilevato un aumento della dose alla popolazione nella fascia compresa tra 0.5-3 V/M. Per quanto riguarda le radiazioni ionizzanti la dose annuale alla popolazione, rispetto al limite di 1 mSv/anno è di 2,743 mSv/anno di cui solo lo 0,099 mSv/anno è dovuto alla radioattività artificiale.

 

FCA CONFERMA IL PIANO DA 5 MILIARDI IN ITALIA

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Pietro Gorlier, responsbile per l’area Emea Di Fca, ha confermato gli investimenti sull’Italia fino al 2021 per un importo di 5 miliardi. È quanto emerge al termine dell’incontro con la sindaca Chiara Appendino, che si è svolto in Comune a Torino, cui ha preso parte anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Confermato anche lo sviluppo di nuove soluzioni per la mobilità elettrica.

L’incontro di è stato l’occasione per Pietro Gorlier di approfondire in particolare investimenti produttivi e partnership con aziende di servizio per la mobilità elettrica. È stato illustrato il piano industriale e strategico relativo all’Italia per il periodo 2019-2021, già confermato dall’amministratore delegato di Fca, Mike Manley. In Italia, Fca, nonostante il contesto macro-economico piuttosto difficile, negli stabilimenti sono già da tempo in corso le attività di installazione delle nuove piattaforme standard per motorizzazioni elettriche e ibride, elemento fondamentale della sua strategia: non solo i singoli veicoli, quindi, ma la predisposizione degli stabilimenti a produrre anche i successivi modelli.

“Siamo soddisfatti delle risultanze dell’incontro, compreso l’investimento della 500 elettrica, poiche’ pone le basi per altri investimenti”, ha detto Cirio. “La situazione Renault ci è stata illustrata nei dettagli, ad oggi non ci sono le condizioni per procedere”, ha aggiunto.

“E’ stato un incontro positivo, sono stati garantiti gli investimenti, e la piena occupazione entro il 2022. Dovremo continuare a confrontarci per verificare che tutto cio’ avvenga”, ha spiegato Chiara Appendino. “La nostra priorità è il mantenimento dell’occupazione, poi c’è un coinvolgimento sul polo dell’elettrico, che ci interessa, perché si va a inserire nelle politiche che stiamo attuando, come le colonnine di ricarica, gli incentivi per sostituire le auto più inquinanti, fino alla guida autonoma”, ha aggiunto la sindaca. “Su Renault abbiamo chiesto aggiornamenti, e ci è stato confermato che non ci sono orizzonti, e se mai succederà qualcosa verremo informati”, ha concluso.

 

 

SALONE LIBRO, APPENDINO “NON SAPEVO DELLA CONSULENZA”

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“Questa mattina sono stata sentita dai pubblici ministeri che mi hanno chiesto spiegazioni in merito alla consulenza affidata nel 2017 dal Salone del libro al mio ex capo ufficio stampa per l’importo di 5 mila euro (poi dal medesimo restituiti). Non sono entrata ovviamente nelle questioni di legittimità della consulenza ma ho potuto dimostrare agli inquirenti, richiamando il mio intervento in Consiglio del febbraio 2017 dove avevo chiaramente espresso la mia contrarietà a qualunque tipo di assegnazione di incarico consulenziale con retribuzione economica, di non essere stata a conoscenza del successivo sviluppo”. Lo afferma in una nota la sindaca di Torino, Chiara Appendino.

“Ero convinta che tutti avessero preso atto di tale mia ferma posizione e quando invece il 4 maggio del 2018 e cioè un anno dopo la fine dell’incarico venni a sapere da una testata giornalistica che la consulenza era stata assegnata – aggiunge Appendino -, immediatamente reagii lamentando l’assegnazione dell’incarico contro la mia volontà e a mia insaputa. A tal fine ho prodotto ai pubblici ministeri materiale attestante quanto da me riferito”.

 

MERCATONE UNO, PIEMONTE CERCA INTESA CON BANCHE

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Il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore al Lavoro Elena Chiorino hanno preso parte, questa mattina a Roma al Ministero per lo Sviluppo economico, al tavolo di crisi nazionale sul caso del Mercatone Uno. Presente all’incontro anche Alberto Anselmo del Settore Politiche del Lavoro della Regione Piemonte. Il tavolo, in cui è stata affrontata la situazione in generale a livello italiano, è stato preceduto da un incontro riservato con il sottosegretario del Ministero dello Sviluppo economico, Davide Crippa, e il presidente del tavolo di crisi, Giorgio Girgis Sorial, chiesto dal presidente Cirio per affrontare in particolare alcuni aspetti che riguardano la situazione dei lavoratori piemontesi. “Abbiamo riscontrato grande disponibilità, anche nel poter incontrare i rappresentanti del Ministero prima del tavolo sulle tematiche nazionali, in modo da discutere della specifica situazione dei lavoratori del Mercatone Uno in Piemonte – sottolinea il presidente della Regione Cirio – Abbiamo parlato di cosa è possibile fare in concreto per i 250 lavoratori piemontesi. Così come richiesto anche da noi dopo l’incontro con sindacati e dipendenti, ci è stata comunicata la decisione del Tribunale di Bologna di annullare il contratto di vendita alla Shernon, in modo da retrocedere alla situazione precedente di amministrazione straordinaria e consentire l’attivazione della cassa integrazione, impossibile da avviare con un’azienda fallita. Sono stati nominati i nuovi amministratori straordinari che, adesso, avranno il compito di creare le condizioni per trovare un nuovo, e soprattutto affidabile, acquirente”. “La cosa importante – evidenzia il presidente – è anche che la richiesta di attivazione della cassa verrà retrodatata a maggio, in modo da non produrre ulteriore danno ai lavoratori. Da risolvere c’è ancora la criticità del valore da attribuire a questi ammortizzatori. I lavoratori infatti, per venire incontro alle richieste di Shernon, hanno accettato una riduzione di stipendio e orario di lavoro e se la cassa dovesse tener conto di questa nuova configurazione contrattuale avrebbe un importo molto esiguo. Abbiamo quindi chiesto al Ministero di poterla calcolare sulla base dei contratti precedenti alla vendita alla holding. Inoltre, ho dato mandato all’assessore Chiorino di predisporre in pochi giorni con la struttura regionale delle convenzioni con le banche disponibili ad anticipare ai lavoratori il valore dell’assegno. Da quando la cassa viene autorizzata a quando viene effettivamente erogata passano infatti mediamente tre mesi e noi non possiamo lasciare i lavoratori in sospeso per altre settimane. È necessaria una soluzione ponte e la metteremo in atto, già nei prossimi giorni, con gli istituti di credito di cui gli uffici regionali hanno raccolto la disponibilità. I lavoratori potranno aprire un conto sul quale verrà loro anticipato il valore degli ammortizzatori, in attesa che vengano resi disponibili dallo Stato. Il primo obiettivo, però, rimane la continuità lavorativa per tutti. E su questo il mio impegno personale e quello di tutta la Regione sarà forte e costante”.
 

RISTORANTE E LOUNGE BAR PER IL GRATTACIELO INTESA SANPAOLO

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Prende il via un nuovo capitolo nella vita del grattacielo di Intesa Sanpaolo a Torino, con la riapertura al pubblico di tutti gli spazi della serra bioclimatica. L’istituto di credito ha infatti affidato allo Chef Marco Sacco, due stelle Michelin, patron del “Piccolo Lago” di Verbania, e già chef di Piano35 lo scorso anno, la gestione diretta dei piani alti del grattacielo secondo un progetto imprenditoriale che lo vedrà a tutti gli effetti titolare. L’accordo prevede, oltre a ristorante e lounge bar, che riapriranno al pubblico il prossimo 3 settembre, la gestione del suggestivo spazio al 36esimo piano disponibile in affitto per eventi privati.

Qui, dove l’attività non si è mai interrotta, la banca organizza mostre e iniziative culturali che registrano regolarmente il tutto esaurito, sotto la guida di Michele Coppola, Executive Director Arte Cultura e Beni Storici, nominato tra i consiglieri esecutivi di Intesa Sanpaolo Highline, la società che amministra gli spazi pubblici del grattacielo, tra cui l’Auditorium e i locali della serra bioclimatica.

 

Dalla sua apertura nella primavera 2015, il grattacielo è a poco a poco entrato nel cuore dei cittadini come simbolo della città, come ha voluto testimoniare anche il presidente di Intesa Sanpaolo Gian Maria Gros-Pietro intervenendo alla presentazione tenutasi questa mattina. “Il grattacielo Intesa Sanpaolo è un luogo aperto, centro propulsore di idee e attività ed elemento identitario di Torino. Esso racchiude tante anime di Intesa Sanpaolo. Qui lavorano tutti i giorni oltre 2000 persone – dei circa 8200 occupati in Piemonte – dando il loro contributo quotidiano alla crescita della Banca e del Paese, qui sono in forze la Banca dei Territori, cuore dell’attività creditizia del Gruppo, l’Innovation Center, fiore all’occhiello in tema di innovazione fintech, e il centro di formazione al settimo piano che accoglie a Torino ogni anno 1800 dipendenti da ogni parte d’Italia. Grazie alla visione di Enrico Salza, le tecnologie di avanguardia per il risparmio energetico si sono rivelate felicemente anticipatorie rispetto alla strada intrapresa dal Gruppo e le numerose attività culturali, sia nostre, sia da noi promosse nell’ambito dei grandi eventi cittadini, sono espressione del ruolo assegnato alla cultura dalla nostra Banca. Prima di tutto, però, il grattacielo rappresenta il legame imprescindibile con Torino, la città che ci vede sempre al suo fianco. Proprio qui abbiamo stabilito la sede del nostro polo assicurativo che sta avviando la sua attività con 1300 dipendenti di cui 500 nuovi assunti, la metà a Torino. L’annuncio di oggi, che prelude all’apertura ai torinesi e ai loro ospiti dei piani alti del grattacielo, conferma e ravviva ulteriormente questo legame”.

 

Sono 30 mila le persone che nel 2018 hanno risposto alle proposte culturali offerte da Intesa Sanpaolo, come l’esposizione dell’Adorazione dei Pastori di Juan Bautista Maíno dall’Hermitage di San Pietroburgo, le letture su Fruttero & Lucentini e Italo Calvino, il ciclo la Storia passa da Torino di Alessandro Barbero, le conferenze Immaginare il futuro con il premio Nobel per la pace Mohammad Yunus, il sociologo Sennett, il fisico Tonelli, oltre agli appuntamenti all’interno della programmazione dei grandi eventi cittadini tra cui Biennale Democrazia, Salone del Libro, MITO SettembreMusica, Torino Jazz Festival, Open House Torino.

“La prima volta che sono salito fin quassù – racconta Marco Sacco -, istintivamente ho guardato il panorama e ho cercato le montagne che vedo ogni giorno dal mio Piccolo Lago, i miei punti di riferimento. Poi mi sono accorto di essere in un giardino e ho capito che c’è un filo invisibile che lega questo luogo a quello dove vivo, una specie di radice che si espande nel sottosuolo e che arriva fino a qui. Piano35 per me è proprio questo: un albero che affonda le sue radici nella medesima terra che calpesto ogni giorno da cinquant’anni”.

Al lounge bar, al 37esimo e ultimo piano, Marco Sacco ha chiamato la Barlady Cinzia Ferro, nome di prestigio nel mondo della miscelazione, la cui creatività è da sempre ispirata dalla sua passione per l’arte. 

Alla presentazione è intervenuto anche Paolo Cuccia, presidente di Gambero Rosso, partner di Intesa Sanpaolo in Imprese Vincenti, iniziativa dedicata alle migliori realtà imprenditoriali italiane, che ha sottolineato: “Gambero Rosso è da sempre concentrata nella ricerca e nel supporto alle eccellenze enogastronomiche del nostro Paese con attività in Italia e nei cinque continenti dove la cucina italiana è cresciuta, ma può ambire a ulteriori successi. La partnership con Intesa Sanpaolo nel programma Imprese Vincenti ci onora e ci motiva a raggiungere nuovi obiettivi ed essere presenti in questa importante iniziativa nella sede torinese della Banca ne è la prova”.

 

LIGURIA: 2,5 MLN PER MESSA IN SICUREZZA IMPIANTI SPORTIVI

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Regione Liguria, Comune di Genova e FIGC Lega Nazionale Dilettanti comitato Ligure, hanno sottoscritto un Accordo di Programma finalizzato alla manutenzione straordinaria ed alla messa in sicurezza degli impianti sportivi. L’idea di stipulare questo accordo è nata a seguito di uno studio rilasciato dalla FIGC Lega Nazionale Dilettanti relativo agli impianti sportivi di calcio che versano nelle condizioni di peggior dissesto e ha visto Regione ricoprire il ruolo di capofila del progetto. Gli interventi sui campi hanno un importo di 310mila euro ciascuno e riguarderanno principalmente il rifacimento del manto in erba sintetica di sei campi sportivi. 
Regione Liguria, volano dell’accordo, ha stanziato, per l’anno in corso, a valere sul Fondo Strategico Regionale, un importo pari ad 1 milione di euro vincolati a interventi di manutenzione straordinaria e messa in sicurezza degli impianti sportivi segnalati dal Comune di Genova (impianto polisportivo Felice Ceravolo; impianto sportivo Piazza delle Erbe; complesso sportivo di via Cagliari; impianto polisportivo Ca’ de Rissi). Conseguentemente il Comune di Genova ha potuto liberare risorse sul proprio bilancio per 1 milione di euro, a cui ha aggiunto ulteriori 500mila euro, per il rifacimento dei manti erbosi dei campi sportivi indicati dalla FIGC.
Le società sportive concessionarie degli impianti dove verranno effettuati gli interventi si sono rese partecipi a cofinanziare i lavori con una quota minima di 60mila euro. La Lega Nazionale Dilettanti Comitato regionale ligure si è resa, altresì, disponibile ad assumere un ruolo di raccordo tecnico tra le parti in causa. L’accordo è da considerarsi quale progetto sperimentale e da estendere eventualmente ad analoghi interventi su scala regionale, dopo un attento monitoraggio.
“Con questa operazione diamo una risposta concreta, di grande impatto e molto attesa dal mondo calcistico dilettante genovese. – afferma Ilaria Cavo, assessore allo Sport di Regione Liguria – Erano anni che non si interveniva sui campi, dal punto di vista del rifacimento degli impianti e dei manti erbosi artificiali, che sono ancora quelli originali. Dopo vent’anni l’erba sintetica ha una sua scadenza naturale e si è reso indispensabile un intervento che le società ci hanno segnalato con urgenza e, visto che le istanze provenienti dal territorio sono fondamentali, abbiamo deciso di fare sistema con il Comune di Genova e la FIGC per rispondere con prontezza a queste richieste. Questo finanziamento è coerente con l’attenzione per lo sport e per l’impiantistica di questa giunta che ha già destinato 500mila euro di fondi regionali per le Asd (per interventi fino a 40 mila euro) e che ha emanato un bando per l’impiantistica di un altro milione e mezzo di euro, gestito da Filse, facendosi garante per i mutui, fino a 400mila euro, attivati dalle società, ad ampio raggio, di tutti gli sport (aperto fino al 30 settembre). Crediamo nello sport e crediamo nelle società dilettantistiche che lo vogliono praticare sul territorio: questa giunta ha sempre operato nel loro interesse e continuerà a farlo anche in futuro”.
In provincia di Genova sono presenti 38 campi sportivi a disposizione di 117 società, della Lega Nazionale Dilettanti, per un rapporto società/campo di 3.07, ben al di sopra della media regionale che si attesta a 1.91. Analizzando il solo territorio del Comune di Genova, all’interno del quale i campi sono 20 e al 100% in erba sintetica, è emerso che questo utilizzo intensivo degli impianti ha reso assolutamente necessario un intervento che contrasti gli evidenti segni di degrado e usura. I campi, nel capoluogo, sono per metà costruiti tra il 2003 e il 2004 e le attuali condizioni ne compromettono la fruibilità in piena sicurezza; pertanto si è deciso di sostituire il manto erboso in erba sintetica artificiale con un altro materiale innovativo e di ultima generazione.
“Sono particolarmente lieto dell’accordo che oggi sigliamo con Regione e FIGC – sostiene l’assessore a Bilancio e Patrimonio del Comune di Genova, Pietro Piciocchi -. È stato il frutto di un lavoro sinergico tra istituzioni e società sportive che sottolinea la grande valenza che la nostra Amministrazione vuole attribuire allo sport e all’impiantistica sportiva. La collaborazione tra il pubblico e il privato è il metodo che sempre di più dobbiamo imprimere per la valorizzazione del patrimonio del Comune. L’intesa di oggi ne costituisce un esempio luminoso”.
“Un grandissimo risultato per il mondo calcistico genovese, – asserisce il consigliere delegato allo sport del Comune di Genova Stefano Anzalone – un momento storico di vitale importanza per le nostre società sportive che compiono enormi sacrifici per consentire a moltissimi ragazzi e ragazze di fare sport nella nostra città, con questi investimenti si conferma l’ennesima testimonianza di un amministrazione del fare e vicina al territorio”.
La FIGC ha, dunque, allegato un elenco di campi di calcio che necessitano di interventi in ordine di urgenza e priorità: il campo sportivo “Ligorna”; il campo sportivo “F.M. Boero – Ca’ de Rissi” in via di Pino 35; il campo sportivo “25 aprile” in via Gualco 4; il campo sportivo “Monsignor Sanguineti” in via dei Ciclamini 512; il campo sportivo “G. Strinati” in via Mogadiscio 40; il campo sportivo “G.B. Ferrando – Baciccia” in via Prà; l’impianto polisportivo “Felice Ceravolo” al Lagaccio; Il campo sportivo Grondona, a Pontedecimo e il campo sportivo Vallebona-Piani di Ferretto a Bavari. Le risorse disponibili garantiscono, a oggi, il rifacimento dei primi sei campi di questo elenco, senza escludere la possibilità che con nuove risorse reperite dal privato si possa scalare la graduatoria, come prevede l’accordo stesso.
“Per tutti noi che amiamo il calcio dilettantistico, dirigenti della Federazioni e delle società, allenatori, giocatori, ragazzi e bambini dei settori giovanili e delle Scuole Calcio questo è un giorno importantissimo. – dichiara Giulio Ivaldi, Presidente della Lega Nazionale Dilettanti Comitato Ligure – Questa è una data fondamentale per il nostro movimento che viviamo con una grandissima emozione. Dopo tanti anni parte infatti il processo di riqualificazione degli impianti per il calcio nell’ambito del comune di Genova. Un intervento radicale su ben sei impianti ormai obsoleti, la speranza è addirittura che questo numero possa a breve crescere con l’aiuto ed il sostegno di Aziende private. Questa operazione è stata resa possibile solo grazie al fattivo intervento delle istituzioni ed è per questo che il nostro ringraziamento va al Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e all’assessore allo Sport Ilaria Cavo, al sindaco di Genova Marco Bucci all’assessore al Bilancio Pietro Piciocchi e al consigliere delegato allo Sport Stefano Anzalone. Come Federazione mettere i nostri ragazzi e le nostre ragazze nelle condizioni di giocare a calcio in ambienti sicuri e puliti era una priorità. Avere strutture adeguate permetterà alle nostre società di poter continuare a svolgere quella funzione sociale che stanno portando avanti tra tante difficoltà. Ma proprio campi nuovi, sicuri e funzionali potrebbero dare la spinta a tutto il movimento per tornare a crescere dopo che in questi anni alcune società, qualcuna anche storica, ha dovuto alzare bandiera bianca. E in un momento così particolare e complicato per la nostra città, questi sono segnali importanti: Genova non si piega e rialza la testa”.

LIGURIA: A LUGLIO BANDO DA 12,5 MLN PER AREA CRISI SAVONA

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“Da Invitalia abbiamo avuto le rassicurazioni per l’approvazione entro fine luglio delle tre aziende attualmente in istruttoria nel bando nazionale”. A dirlo è l’assessore regionale allo Sviluppo economico Andrea Benveduti al termine dell’incontro tenutosi presso la sede Unione Industriali di Savona, a cui hanno preso parte Paolo Praticò, responsabile area grandi investimenti e sviluppo imprese di Invitalia, e il senatore Paolo Ripamonti. “Intanto nei prossimi giorni – continua l’assessore – verrà deliberato, per partire poi a metà luglio, il bando regionale da 12,5 milioni di euro per gli investimenti produttivi dell’area di crisi industriale complessa di Savona”. Una misura tempestiva rivolta alle piccole e medie imprese, che vuole rispondere alle esigenze del territorio. “L’agevolazione sarà un mix tra fondi a prestito rimborsabile più accompagnamento a fondo perduto. Il criterio che verrà preso in considerazione è quello della ricaduta occupazionale. Ricordo inoltre che attualmente è aperta la seconda finestra del bando da 3,5 milioni di euro rivolto alla ricerca e allo sviluppo delle piccole e medie imprese, per il quale le domande possono essere presentate fino 29 giugno” conclude Benveduti. 

PONTE GENOVA, MINAMBIENTE “NESSUNA LUNGAGGINE”

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“Stupisce sentir parlare di lungaggini in riferimento ai procedimenti autorizzativi per quanto riguarda la demolizione e rimozione delle macerie del ponte di Genova. Ricordiamo che proprio per velocizzare, è stata predisposta una VIA, valutazione di impatto ambientale, accelerata, che ha portato da circa 6-9 mesi a 30 giorni il periodo del rilascio. Uno staff dedicato presso il ministero dell’Ambiente ha incessantemente dialogato con le istituzioni locali, dialogo mai cessato”. Lo chiarisce in una nota il ministero dell’Ambiente.

“Lo staff ha ripetutamente incontrato la Struttura Commissariale, e lo stesso Bucci, lavorando in sinergia per coniugare la velocità del processo di demolizione e ricostruzione con la massima tutela ambientale – aggiunge il ministero -. I risultati sinora raggiunti sono il frutto di questa sinergia, e anche della necessaria interlocuzione con le istituzioni comunitarie curata proprio dallo staff del Ministero dell’Ambiente. Chiaramente nel momento in cui nelle macerie è stato trovato amianto, è stato necessario chiedere un parere a Ispra e predisporre il percorso più sicuro, per gli operai e per i cittadini. Non si confondano i tempi dilazionati, che assolutamente non corrispondono a questo caso, con le necessarie precauzioni per la salute pubblica”.