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Defibrillatori in montagna, finanziamento della Regione Piemonte

TORINO (ITALPRESS) – La Regione Piemonte, assessorato alle Politiche per la Montagna, lancia un avviso esplorativo, rivolto alle Unioni Montane, per la raccolta di manifestazioni d’interesse per l’installazione di defibrillatori nei rifugi gestiti e negli edifici pubblici del territorio montano.
L’iniziativa rientra nell’ambito del Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (FOSMIT) ed è conforme alle indicazioni del decreto del Ministero della Salute del 16 marzo 2023 che stabilisce che gli enti territoriali possano incentivare l’installazione dei DAE nelle strutture aperte al pubblico.
“Il contributo per l’acquisto e l’installazione dei DAE e la formazione del personale addetto è un ulteriore segnale di attenzione della Regione nei confronti del territorio montano che negli anni si è concretizzato con i bandi per la residenzialità, le botteghe dei servizi, le green communities: siamo convinti che sia necessario sostenere ed aiutare con interventi mirati che siano utili alla popolazione e a coloro che frequentano la montagna”- sottolinea il vice presidente Fabio Carosso.
“L’Assessorato alla Sanità ed Azienda Zero hanno collaborato attivamente alla predisposizione del bando nella convinzione che si tratti di un’iniziativa davvero utile ed interessante: i defibrillatori sono uno strumento che può contribuire a salvare vite umane e la loro capillare diffusione sul territorio è un obiettivo per il quale abbiamo lavorato con grande impegno in questi anni”- afferma l’assessore alla Sanità Luigi Icardi.
La morte cardiaca improvvisa (M.C.I.) rappresenta circa il 10% dei decessi totali in Italia e più del 60% delle morti improvvise nella popolazione sotto ai 40 anni. I defibrillatori semiautomatici e automatici esterni (DAE) sono dispositivi medici che possono essere utilizzati in strutture sanitarie ed in qualsiasi altro tipo di strutture, fisse o mobili, stabili o temporanee, per favorire la defibrillazione prima dell’intervento dei mezzi di soccorso sanitari.
Le zone montane, anche se a bassa densità di popolazione, in quanto aree isolate o disagiate rientrano tra le “aree di particolare specificità” per le quali il decreto prevede sia necessario valutare, in considerazione dell’afflusso di utenti, l’opportunità di dotarle di DAE.
I DAE potranno essere installati nei rifugi alpini e nei rifugi escursionistici gestiti, nelle sedi delle pubbliche amministrazioni ed in altri locali aperti al pubblico.
L’avviso sarà pubblicato sul prossimo Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte e diffuso attraverso i canali informativi istituzionali. La manifestazione di interesse dovrà essere inviata all’indirizzo: [email protected]

– Foto: ufficio stampa Regione Piemonte –

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Liguria, sviluppo economico, Piana “52 milioni in arrivo”

SAVONA (ITALPRESS) – L’assessore allo Sviluppo economico di Regione Liguria Alessio Piana, con la collaborazione del Sistema Camerale e delle associazioni di categoria, ha presentato a Savona, presso la Camera di Commercio Riviere di Liguria, le opportunità regionali per le micro, piccole e medie imprese liguri. Una dotazione economica che raggiunge complessivamente i 52 milioni di euro, a valere sulle risorse Fesr 2021-2027, e che mira a sostenere la competitività delle attività liguri. A partire dai 39 milioni di “Garanzia Artigianato Liguria” e “Cassa Commercio Liguria”, strumenti dedicati all’accesso al credito agevolato delle imprese dell’artigianato e del commercio, che, dal prossimo 1° marzo 2024, consentiranno a tutti gli interessati del settore di richiedere finanziamenti a tassi agevolati e garantiti da Regione Liguria. Con l’ulteriore possibilità per alcune tipologie di imprese (quelle di qualità, giovani, femminili, storiche, neo costituite e dell’entroterra) di richiedere un contributo a fondo perduto (fino a 30 mila euro a domanda) a copertura del 50% degli investimenti effettuati. Già attive, invece, le misure presentate in favore degli investimenti in efficientamento energetico (10 milioni, scadenza: 29 febbraio), economia circolare (1 milione, scadenza: 17 marzo), competenze aziendali (1 milione, scadenza: 15 marzo) e innovazione e digitalizzazione delle imprese logistiche (1 milione, scadenza: 29 febbraio).
“Opportunità importanti che vanno nella direzione del supporto e della crescita economica delle imprese – sottolinea l’assessore regionale allo Sviluppo economico Alessio Piana – Da una parte con strumenti di accesso al credito agevolato come ‘Garanzia Artigianatò e ‘Cassa Commerciò, che nelle precedenti edizioni hanno coinvolto nel savonese 398 imprese per un importo complessivo erogato di circa 7,3 milioni di euro, e dall’altra con bandi – dedicati all’efficientamento energetico, alla digitalizzazione della logistica, all’economia circolare e alle competenze aziendali – a sostegno della competitività delle attività nell’ottica di uno sviluppo ambientalmente, economicamente e socialmente sostenibile”. “Strumenti che, grazie alla velocità di attuazione dei bandi messa in campo da Regione e al fruttuoso dialogo con il Sistema camerale e le associazioni di categoria, potranno da subito esser rispondenti alle necessità delle imprese liguri”.
“Momento importante per le imprese, soprattutto quelle del commercio e dell’artigianato che rivestono l’ossatura economica della nostra regione – spiega il presidente di Camera di Commercio delle Riviere di Liguria Enrico Lupi – Regione Liguria ha fatto uno sforzo finanziario importante e confidiamo che, questa sinergia produttiva con il Sistema camerale e con le associazioni di categoria, porti importanti risultati sul territorio”. Le domande sono presentabili, per quanto riguarda i bandi attualmente attivi, sul portale ‘Bandi On Linè di Filse.

foto: ufficio stampa regione Liguria

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Liguria, via libera al Piano Sociale Integrato Regionale

GENOVA (ITALPRESS) – Via libera definitivo da parte del Consiglio regionale al nuovo Piano Sociale Integrato Regionale (Psir) 2024-2026. Il documento era stato approvato dalla Giunta il 29 settembre scorso. Lo Psir è il risultato di un lungo percorso di dialogo e confronto con i Comuni, il Terzo Settore, le parti sociali e diversi stakeholders, ed è frutto della collaborazione con Anci Liguria e Università di Genova.
Scopo del documento è delineare la cornice strumentale e tematica all’interno della quale gli Ambiti Territoriali Sociali dovranno definire la propria strategia riguardo i servizi sociali sulla base dei bisogni rilevati all’interno delle rispettive aree di riferimento. Tra le principali novità, la nuova geografia degli Ambiti Territoriali Sociali che, in armonia con la normativa nazionale, coincidono con i Distretti Sanitari, e l’individuazione di nuove professionalità ritenute idonee a gestire e svolgere le attività.
“Siamo molto soddisfatti di questo risultato, che è frutto di un approfondito lavoro – affermano il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore alle Politiche sociali Giacomo Giampedrone – in condivisione con Anci, con i componenti della II Commissione che ringrazio e con tutti gli auditi che hanno portato un contributo importante durante tutto il percorso dell’ultimo anno. Questo Piano, assolutamente positivo sia nel metodo che nel merito, riorganizza le risposte territoriali garantite dai Servizi sociali, guarda ai nuovi bisogni emersi via via dopo la pandemia e tende a distribuire le risorse in modo più capillare ed efficace, puntando anche a una razionalizzazione delle risposte che bisogna dare per essere sempre più vicini ai bisogni dei cittadini”.
“Anche sotto il profilo delle risorse, sono stanziati almeno 157 milioni di euro, con un aumento delle disponibilità nell’ultimo anno e mezzo – aggiunge Giampedrone -. Senza contare, ad esempio, gli oltre 10 milioni del Fse per il bonus per gli asili nido gratuiti, una misura assolutamente sociale finanziata però con altre risorse rispetto a quelle del Piano approvato oggi. Questo documento traguarda al triennio ma – spiega – imposta fin d’ora le politiche sociali dei prossimi anni, nell’ottica di una sempre maggiore integrazione con diverse materie, ad esempio le politiche abitative o l’agricoltura sociale, oltre che, ovviamente, con le politiche sociosanitarie, coerentemente con l’impostazione del Pnrr e le Case di Comunità, elemento chiave del dialogo tra il Piano sociosanitario approvato poche settimana fa e il Piano Sociale Integrato”.
Il piano definisce criteri organizzativi e di riparto delle risorse finanziarie, oltre a delineare interventi che mirano al raggiungimento del benessere dei cittadini della regione e dedica specifica attenzione ai territori più fragili sotto il profilo socio-economico e ambientale e vuole garantire equità di accesso ai cittadini, favorendo la riorganizzazione degli Ambiti Territoriali secondo la logica della prossimità: la dotazione prevista a livello complessivo è di oltre 157 milioni di euro ed è composta dal Fondo annuale politiche sociali regionale (8 milioni di euro), Fondo triennale politiche sociali nazionali (oltre 35,5 milioni di euro), Fondo triennale non autosufficienza (quasi 80 milioni di euro) e Fondo povertà triennale (circa 33,5 milioni di euro).
Le aree tematiche affrontate dal Piano riguardano infanzia, minori, giovani, famiglia, disabili, welfare di comunità, povertà, conciliazione vita/lavoro, pari opportunità, violenza di genere, carcerati, cittadini di paesi terzi, non autosufficienza e anziani.
Il ruolo del Direttore sociale, in seguito alla riorganizzazione degli assetti prevista dal Piano si rafforza nell’interlocuzione costante con il Direttore sanitario del distretto. Il Direttore sociale sarà preposto alla direzione tecnica dell’ATS, al coordinamento, alla programmazione, al management dei servizi nonchè alla riorganizzazione amministrativa, finanziaria e del personale del settore. Sarà per tanto sia il punto di riferimento per le figure istituzionali e sociali dell’Ambito sia per tutti i settori trasversalmente coinvolti negli interventi e nelle politiche a favore dei cittadini. Sarà supportato da figure specifiche per ciascuna area di attività: i coordinatori di area (minori e famiglie, anziani e disabilità, adulti e povertà, welfare di comunità), lo psicologo, l’educatore professionale e il mediatore di rete e di comunità. Quest’ultima figura rappresenta una novità che, in particolare nell’entroterra, avrà il compito di sostenere processi di partecipazione attiva dei cittadini e di stimolare un nuovo senso di appartenenza alla comunità e al territorio, contribuendo allo sviluppo di un welfare generativo che mira a coinvolgere l’intera comunità locale con le sue risorse e competenze rendendola attiva nei processi d’aiuto e rigenerando il tessuto sociale.
Le Case di comunità previste dal Pnrr saranno il luogo fisico dove sarà realizzata l’integrazione sociosanitaria. I PUA, Punti unici di accesso, sono pensati come luoghi fisici o virtuali che consentiranno la presa in carico dei cittadini in quali, a seconda del bisogno specifico, saranno seguiti da equipe integrate sociosanitarie con progetti personalizzati.

Nell’ambito delle diverse aree tematiche, sono previsti l’istituzione di nuovi centri famiglia, il potenziamento delle attività di inclusione e supporto rivolte alla disabilità o alla non autosufficienza, nuovi servizi (stazioni di posta, iscrizione anagrafica e ‘housing first’) rivolti alle persone in stato di povertà ed estrema povertà, oltre alla prosecuzione dei progetti di supporto agli anziani (per esempio custodi sociali, maggiordomo di quartiere) con una particolare attenzione alle politiche in favore dell’invecchiamento attivo e alle politiche rivolte ai più giovani nella doppia ottica di prevenzione e di promozione del loro ruolo di cittadini attivi e consapevoli.
Alle critiche della minoranza, l’assessore Giampedrone risponde: “Sembra che alcuni consiglieri di opposizione abbiano cercato alibi per non votare un buon Piano, su cui tutti gli stakeholders hanno espresso un grande apprezzamento”.

foto: Agenzia Fotogramma

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Piemonte, 490.000 euro per corsi di guida sicura rivolti ai neopatentati

TORINO (ITALPRESS) – Sono aperte le iscrizioni per la partecipazione di 2.500 neopatentati piemontesi ai corsi di guida sicura finanziati dalla Regione con 490 mila euro per diffondere e promuovere la cultura della sicurezza stradale. Per accedere ai corsi occorre avere tra i 18 ed i 29 anni, essere residenti in Piemonte, aver conseguito la patente di tipo B dopo il 1° gennaio 2019 e compilare la domanda pubblicata su
https://regionepiemonte-moon.csi.it/moonfobl/accesso/gasp_regione/?amb=CGS
Ad ogni partecipante viene richiesto il pagamento di un contributo di 48,72 euro, mentre i restanti 146,16 euro saranno a carico della Regione. “La formazione alla cultura della sicurezza stradale, con priorità per i neopatentati, è obiettivo prioritario per la nostra amministrazione regionale” hanno affermato il presidente Alberto Cirio e l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi nel corso della presentazione dell’iniziativa, tenutasi questa mattina nel Grattacielo Piemonte.
“Abbiamo voluto istituire questi corsi che mancavano da oltre dieci anni per ridurre i fattori di rischio, trasmettere ai giovani conducenti le giuste tecniche ed impostazioni di guida, educarli al rispetto della sicurezza stradale, far loro acquisire una maggiore consapevolezza dei pericoli che comporta essere un automobilista, prevenire gli errori che possono compromettere la propria incolumità e quella degli altri, assumere il comportamento più appropriato in situazioni rischiose. Ai partecipanti saranno anche forniti elementi di pronto soccorso sanitario, da prestare in caso di incidenti stradali” concludono Cirio e Gabusi. Il “Rapporto sull’incidentalità stradale in Piemonte”, elaborato dalla Regione, evidenzia che nel 2022 il numero dei morti per incidente stradale è diminuito del 57,2% rispetto al 2001 e del 26,3% rispetto al 2010. Si evidenzia però che in 2.255 incidenti, pari al 22% degli oltre 10.000 che si sono registrati nel 2022, ci sono stati feriti o vittime con età tra i 15 e i 29 anni e che questa stessa fascia di età rappresenta purtroppo anche il 10% degli incidenti mortali.
L’amministratore unico della Consepi Elvi Rossi ha spiegato che “con quest’iniziativa la Regione Piemonte sta avviando un ambizioso programma di formazione sulla sicurezza stradale, rivolto ai neopatentati del Piemonte, al fine di contrastare il grave fenomeno dell’incidentalità con una forte azione di prevenzione. La sicurezza stradale e l’incolumità del neopatentato sono di vitale importanza e i corsi di guida sicura che verranno organizzati dal Centro MotorOasi Piemonte, unico sul territorio piemontese specializzato nella sicurezza stradale con una struttura all’avanguardia nel settore della formazione dei conducenti, forniranno al giovane guidatore gli strumenti utili per un efficace controllo del mezzo e della strada, soprattutto in situazioni di pericolo. Le prove pratiche a cui i neopatentati verranno sottoposti, essendo vissute in prima persona, produrranno effetti concreti e riscontrabili che certamente contribuiranno a diminuire un’incidentalità sempre più elevata”.
Alla presentazione è intervenuto anche Dindo Capello, pilota tre volte vincitore della 24 Ore di Le Mans e testimonial dell’iniziativa: “E’ un onore contribuire a un’iniziativa così importante. E’ fondamentale lanciare ai ragazzi il messaggio della sicurezza stradale. Ho anche avuto modo di fare l’istruttore e so quanto sia importante rispettare le regole sulla strada per proteggere noi stessi e gli altri. Per questo, bisogna partire dalla sensibilizzazione dei più giovani. Rispettare le regole sulla strada significa difendere la propria vita e quella degli altri. Questo è vero sempre ma ancora di più oggi, con la diffusione delle auto elettriche che sono in grado di raggiungere velocità elevate e accelerazioni molto rapide e richiedono uno stile di guida particolarmente attento”.
La sede dei corsi sono le piste del Centro di Guida sicura MotoOasi Piemonte a Susa, in provincia di Torino.
Ogni corso ha una durata di 8 ore in un’unica giornata (una sessione mattutina dalle 9 alle 13, una pomeridiana dalle 14 alle 18) riservata ad un massimo di 12 persone, suddivisa in una parte teorica, una pratica e una riunione finale. Nella lezione teorica si tratta di incidentalità, comportamenti a rischio durante la guida, dinamica del veicolo, posizione di guida, comportamenti e condizioni psico-fisiche alla guida, dispositivi di sicurezza attiva e passiva, manutenzione ordinaria veicoli. Nella lezione pratica si effettuano esercizi per simulare le possibili situazioni critiche e di emergenza che si possono riscontrare alla guida: slalom, frenata di emergenza, frenare ed evitare un ostacolo improvviso, comportamento in curva con sottosterzo, principio di sovrasterzo. Gli esercizi sono svolti direttamente dal neopatentato in aree delimitate e chiuse al traffico con auto fornite dal Centro MotorOasi Piemonte o, su richiesta, con un mezzo proprio. Previste prove con simulatori (crash test/impatto a bassa velocità e ribaltamento auto) utili a dimostrare l’efficacia di utilizzo delle cinture di sicurezza. Il corso è svolto da istruttori-docenti e, al termine, ogni partecipante riceverà un attestato personalizzato.

foto: ufficio stampa regione Piemonte

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Piemonte, Edison, taglio emissioni CO2 e risparmi con 3 mld investimenti

TORINO (ITALPRESS) – Il settore industriale piemontese può contribuire agli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 del PNIEC evitando l’emissione di 1700 kton di CO2 all’anno con un risparmio di 830 milioni di euro annui in bolletta grazie a un investimento complessivo di 3 miliardi di euro. Lo dice lo studio “Energia, competitività e decarbonizzazione delle imprese piemontesi” di Fondazione Edison, Politecnico di Milano e Politecnico di Torino. Il settore industriale piemontese è più «energivoro» della media nazionale con quasi il 23% dei consumi finali assorbito dal segmento manifatturiero a fronte di una media nazionale del 21%. “Con questa iniziativa di divulgazione e di sensibilizzazione sul territorio, Edison intende favorire il percorso di decarbonizzazione delle imprese perchè siano protagoniste della transizione energetica. Attraverso nuove modalità di produzione e utilizzo della risorsa energetica, l’industria può dare un contributo concreto agli obiettivi di riduzione dei consumi e delle emissioni climalteranti” dichiara Nicola Monti, Amministratore Delegato di Edison.
“Obiettivi chiari e condivisi di riduzione delle emissioni ed efficientamento energetico rappresentano una delle principali sfide, ma anche opportunità, che Confindustria Piemonte condivide con le oltre 5.500 imprese che rappresenta. Visione questa rafforzata dalla nostra adesione di due anni fa al Global Compact delle Nazioni Unite”. Dichiara Marco Gay, Presidente Confindustria Piemonte. “E’ un impegno concreto che passa da webinar, formazione interna ma anche dal lavoro svolto da un gruppo di lavoro con la Regione Piemonte per la riduzione delle polveri sottili per raggiungere gli obiettivi al 2025 fissati negli accordi di programma del Bacino Padano insieme a Veneto, Lombardia ed Emilia-Romagna. La transizione ambientale approcciata con neutralità tecnologica è la base per gestire non solo il tema energetico, ma anche l’attrattività e la sostenibilità dell’industria piemontese”.
Nel 2019 i consumi dell’industria piemontese sono stati pari a 2.255 ktep, di cui il 28% assorbito da chimica e petrolchimica, seguito da metallurgia, alimentari e cartaria. Considerando un andamento tendenziale di tali consumi, si stima che nel 2030 il settore industriale li avrà ridotti solo del 13% rispetto al 2019. Un risultato insufficiente a raggiungere il target di 1797 ktep introdotto dal PEAR (Piano Energetico Ambientale Regionale). Strumenti come il PNRR possono rappresentare un driver importante della transizione energetica di questa regione, così come azioni per il risparmio energetico (relamping a LED, installazione di pompe di calore, autoproduzione, teleriscaldamento, comunità energetiche e tecnologie innovative come biometano e idrogeno), insieme a strategie di energy procurement (PPA), sistemi avanzati di gestione dell’energia (Intelligenza Artificiale e IoT) ed efficienza comportamentale, oltre che modelli di business innovativi ancora non sufficientemente utilizzati (Energy Performance Contract e PPP).

foto: xb2/Italpress

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Regione Liguria e Rai firmano protocollo “No Women No Panel”

GENOVA (ITALPRESS) – “No Women No Panel – Senza donne non se ne parla”, la campagna europea introdotta in Italia dalla Rai per promuovere spazio e ruolo per le donne anche nel dibattito pubblico, si arricchisce di un nuovo importante tassello.
Oggi a Genova, nella sede della Regione Liguria, la Presidente della Rai, Marinella Soldi, ha siglato il nuovo protocollo con il Presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, con il Sindaco di Genova, Marco Bucci, con la Consigliera della Città Metropolitana di Genova, Laura Repetto, con il Prorettore dell’Università degli Studi di Genova, Fabrizio Benente, per delega del Rettore Federico Delfino, con il Direttore Scientifico dell’ Istituto Italiano di Tecnologia, Giorgio Metta, con la Vicepresidente di Confindustria Genova, Sonia Sandei.
Il protocollo ha l’obiettivo di valorizzare competenze, esperienze e talenti femminili per una più compiuta attuazione dei principi di democrazia paritaria e pluralismo, garantendo l’adeguata rappresentanza delle donne in convegni, appuntamenti istituzionali e talk show.
“La discriminazione verso le donne non può avere spazio nel nostro Paese -dice la Presidente della Rai, Marinella Soldi – firmiamo questo protocollo con i territori perchè così si può misurare concretamente questa battaglia. ‘No Women No Panel’ è un progetto serio e semplice: chi aderisce si impegna a contare le presenze femminili e maschili negli eventi e ad elaborare i dati raccolti. Contarsi aiuta ad essere consapevoli e migliorare dove necessario, come dimostrano i dati di chi sta usando questo protocollo”. Per il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti: “La firma del Protocollo d’intesa No women No Panel con un partner rilevante come la Rai è un momento importante all’interno del percorso che Regione Liguria sta portando avanti sul fronte, delicato e di grande attualità, della parità di genere. Parità che in Regione Liguria non è semplicemente un obiettivo, ma è già realtà: infatti è donna il 58 % dei direttori, il 47 % dei dirigenti e il 61% dei funzionari regionali. Allo stesso tempo, il nostro impegno è forte per quello che riteniamo essere una priorità per la nostra società: per questo mettiamo in atto, allo stesso tempo, sia iniziative di sensibilizzazione e culturali sia azioni concretè.
‘Ad esempio, è stato siglato un protocollo d’intesa per il rispetto delle pari opportunità tra l’Ufficio scolastico regionale e la Consigliera di Parità, che mira a coinvolgere studentesse, studenti e docenti per dare vita a progetti di sensibilizzazione. Oltre a questo – aggiunge Toti – Regione Liguria si è fatta promotrice di un ulteriore accordo, in questo caso tra l’Ispettorato Interregionale del Lavoro per il Nord Ovest e la consigliera di Parità, per garantire una comunicazione tempestiva di eventuali situazioni discriminatorie, anche collettive, sul posto di lavoro. Non si può non menzionare poi l’iniziativa, avviata quest’anno e che vogliamo replicare anche nel prossimo, che ha visto lo stanziamento di oltre otto milioni di euro per garantire gli asili nido gratuiti, non solo pubblici ma anche privati, a migliaia di famiglie in rapporto all’Isee sociale: un’iniziativa concreta che permetterà, tra le altre cose, un maggiore accesso delle madri al mondo del lavoro”.
“La firma di questo protocollo rappresenta un importante passo per la parità di genere – dice il Sindaco di Genova, Marco Bucci. Come civica amministrazione siamo orgogliosi che al nostro interno sia presente una forte componente femminile sia in Consiglio Comunale che nella Giunta, dove alcune deleghe importantissime sono riservate alle donne. Da questo punto di vista il Comune di Genova rappresenta un esempio virtuoso: i dipendenti comunali sono formati da oltre il 60% di personale femminile, contro il 40% di uomini. Probabilmente uno dei pochi casi in Italia. All’interno di un’azienda, di un’amministrazione e anche nella nostra società ciò che contano sono le capacità. La valutazione di una persona deve basarsi solo su questo concetto, la parità di genere deve essere uno dei pilastri di qualsiasi realtà. La firma di questo protocollo rappresenta un importante passo avanti per il raggiungimento di questo obiettivo”.
Aggiunge Laura Repetto, Consigliera Delegata alle Pari Opportunità della Città Metropolitana di Genova: “Sono lieta e onorata di poter sottoscrivere per Città metropolitana di Genova ‘No women no panel – Senza donne non se ne parlà. C’è, oggi, una adeguata rappresentanza delle donne negli eventi, nelle manifestazioni, nei convegni, negli incontri da parte di chi li organizza e di chi vi assiste? Quante volte ci troviamo in presenza di panel con relatori uomini? Quanti nel pubblico lo notano, lo osservano, si indignano? Ciò è frutto di tradizioni e abitudini che contribuiscono alla diffusione dello stereotipo della superiorità del genere maschile su quello femminile. E’ segno di una sensibilità ancora parziale su questo tema, ma è una questione di civiltà, che riguarda tutti. Bisogna usare tutta la potenza di comunicazione della Rai, tutta l’autorevolezza delle Istituzioni pubbliche per contribuire a un radicale cambiamento culturale, che trasmetta ai giovani un sistema valoriate diverso e chiaro”.
Per il Rettore dell’Università di Genova, professor Federico Delfino: “Una realtà di formazione, ricerca e divulgazione come l’Università non può che essere in prima linea in iniziative a supporto della parità di genere. Del resto, l’Ateneo genovese ha inserito proprio questo obiettivo nella mission del suo piano strategico e intende perseguirlo, coinvolgendo attivamente le sue docenti e ricercatrici che tanto contribuiscono all’avanzamento e alla trasmissione del sapere e della cultura”.
“L’Istituto Italiano di Tecnologia, in accordo con le linee guida europee, è già attivo sul tema della riduzione del divario di genere attraverso la proposta di iniziative interne – dice il Direttore Scientifico Giorgio Metta – La sottoscrizione del Protocollo No Women No Panel rafforza i principi ed i valori che la Fondazione già promuove. – dichiara il Direttore Scientifico di IIT Giorgio Metta – Impegnarsi per una maggior equità di genere nel mondo della Ricerca, aderendo ad iniziative come quella di oggi, significa contribuire a fornire una nuova narrazione alle generazioni future”.
Aggiunge infine la Vicepresidente di Confindustria Genova Sonia Sandei, che firma il protocollo per Confindustria Genova: “Confindustria Genova conferma l’impegno e la determinazione a supportare la parità di genere. La collaborazione tra le imprese e le istituzioni del territorio è fondamentale per costruire una società più giusta e inclusiva, in cui le competenze e il talento delle donne vengano valorizzate come leve competitive indispensabili per lo sviluppo del Paese. Un ringraziamento alla Rai e alla Presidente Marinella Soldi che ha promosso in questi anni il progetto “No Women No Panel.”
La Rai, nel suo ruolo educativo di servizio pubblico, ha voluto tradurre la forza del principio ‘No Women No Panel”, lanciato dalla Commissione europea nel 2018, siglando, a gennaio 2022, il Memorandum of Understanding (MoU) tra Rai (promotrice) e le istituzioni pubbliche coinvolte: Presidenza del Consiglio, Rappresentanza in Italia della Commissione europea, Conferenza delle regioni, Unione province d’Italia, Associazione dei comuni italiani, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Conferenza dei rettori delle università italiane (CRUI), Accademia Nazionale dei Lincei, Unione per il Mediterraneo.
Ai primi firmatari, si è aggiunta a ottobre 2023 l’adesione di Confindustria nazionale, aprendo così il MoU anche al settore privato, con la più grande organizzazione di imprese in Italia.
L’iniziativa ha inoltre ricevuto la medaglia di rappresentanza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.
A firmare sono stati, sinora, Regione Puglia (regione-pilota), Comune e Università di Bari “Aldo Moro”, Città Metropolitana e Università di Firenze, Comune di Milano, Regione Umbria, Comuni e Province di Perugia e Terni, Università degli Studi di Perugia, Regione Emilia-Romagna, Città Metropolitana e Comune di Bologna, Alma Mater Studiorum Università di Bologna; Regione Sardegna, con i Comuni e le Università degli Studi di Cagliari e Sassari, e l’ultima in ordine di tempo, Regione Toscana, Regione Piemonte, Comune e Città Metropolitana di Torino, Politecnico di Torino e Università del studi di Torino.

foto: ufficio stampa Regione Liguria

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Al via appalto nuova palazzina emergenza e urgenza ospedale di Vercelli

TORINO (ITALPRESS) – E’ stata aggiudicata ieri pomeriggio la gara per la redazione del progetto di fattibilità tecnico-economica del nuovo blocco di emergenza e urgenza dell’ospedale di Vercelli. La gara è stata assegnata al raggruppamento composto da Atiproject Srl, Ambiente Spa, P’Arcnouveau, Proter e Sama Scavi Archeologici per un valore complessivo di 2 milioni di euro. Il raggruppamento avrà ora 4 mesi di tempo per la progettazione dell’opera finanziata con 53,5 milioni di euro, di cui 50,9 a carico dello Stato e 2,6 a carico della Regione, già previsti dall’accordo di programma tra Regione Piemonte, Comune e Asl di Vercelli. Proprio nei giorni scorsi, l’iter amministrativo ha segnato un ulteriore passo avanti con l’approvazione da parte della Conferenza Stato Regioni, dell’accordo già sottoscritto tra Regione e ministero per l’assegnazione delle risorse.
“Il Covid ci ha insegnato l’importanza di investire in sanità e soprattutto in nell’edilizia sanitaria” spiega il presidente del Piemonte Alberto Cirio, che questa mattina ha incontrato la direzione dell’Asl e svolto un sopralluogo nei locali rinnovati dell’unità di terapia intensiva coronarica, dell’ospedale Sant’Andrea di Vercelli, che afferisce alla SC Cardiologia diretta dal dottor Francesco Rametta. “In Piemonte abbiamo ospedali che hanno anche 100 e per anni nessuna amministrazione ha investito nella costruzione di nuovi ospedali. Noi lo stiamo facendo: abbiamo un piano che vale complessivamente 4,3 miliardi di euro che sarà in grado di rinnovare e ammodernare la rete ospedaliera e territoriale della nostra sanità. Vercelli ne è un esempio: abbiamo le risorse per il nuovo blocco di emergenza-urgenza e con l’affidamento della progettazione in autunno potrà partire la gara per i lavori. L’obiettivo – conclude il presidente – è garantire ai nostri pazienti e operatori strutture più moderne e in grado di rispondere sempre meglio ai bisogni di cura delle nostre comunità”.
“In questi anni abbiamo lavorato molto sulla programmazione, riuscendo a portare a casa nei tempi previsti risultati importanti – aggiunge il Direttore generale dell’Asl Vercelli, Eva Colombo – sia per quanto riguarda il nuovo blocco dell’ospedale di Vercelli, atteso da anni, sia per quanto concerne gli interventi strutturali e le innovazioni tecnologiche finanziate dal PNRR. Risultati frutto di un lavoro di squadra per i quali è doveroso ringraziare il personale sanitario e amministrativo dell’Azienda e le istituzioni che non fanno mai mancare il proprio supporto”. “Tutte le realtà del territorio collaborano in sinergia e i risultati sono evidenti – afferma il sindaco di Vercelli Andrea Corsaro – l’Azienda Sanitaria di Vercelli si è guadagnata l’attenzione delle istituzioni, grazie al grande impegno su molti fronti, sia nel rinnovo dei reparti esistenti sia nella progettazione edilizia che prevede una nuova struttura che risponderà in maniera sempre più esaustiva alle esigenze sanitarie del nostro territorio. Nel gennaio 2023 è stato siglato un accordo che vede un nutrito programma di azioni e lavori che permetteranno di mettere a segno numerose azioni, esempio la recente istallazione dell’acceleratore lineare e quest’oggi l’inaugurazione ufficiale della terapia intensiva coronarica, dotata di nuova strumentazione”.
Il reparto di terapia intensiva coronarica dell’ospedale Sant’Andrea è stato recentemente oggetto di un intervento di ammodernamento finanziato con oltre 930 mila euro e si configura oggi con una dotazione di 6 posti letto, un nuovo sistema di monitoraggio dei pazienti, nuovi arredi per offrire ai pazienti e operatori maggiore comfort, innovazione e sicurezza. L’intervento si inserisce all’interno del piano di intervento avviato dall’Asl grazie a risorse regionali, dei fondi Fsc e del Pnrr. In particolare per quando riguarda l’ospedale Sant’Andrea, partiranno a breve i lavori di sistemazione delle facciate, finanziati con 3 milioni di fondi Fsc e per sostituzione e riqualificazione degli impianti di illuminazione e efficientamento energetico per 1 milione di euro. Sono poi in corso lavori per le Casa della salute di Santhià, Varallo e Vercelli (via Crosa), con un investimento di 1,6 milioni di euro ciascuna, l’ospedale di comunità di Gattinara (2,7 milioni) e la Centrale operativa territoriale (Cot) di Vercelli (173 mila euro) che è tuttavia già attiva in fase provvisoria da maggio dello scorso anno.
A questo si aggiungono l’attivazione della centrale operativa territoriale (Cot) di Serravalle lo scorso ottobre (173 mila euro) e l’acquisto di nuove attrezzature, finanziate con fondi Pnrr, che sono già state installate e sono operative.
Si tratta della nuova risonanza magnetica dell’ospedale di Vercelli, installata a giugno dell’anno scorso, del valore di oltre 900 mila euro, del mammografo attivo da ottobre all’ospedale di Borgosesia, per 313 mila euro. A metà gennaio è poi stato installato l’acceleratore lineare all’ospedale di Vercelli, che è il riferimento per tutto il quadrante del Piemonte nord orientale per le cure oncologiche (2,6 milioni di euro).

foto: ufficio stampa regione Piemonte

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Liguria, riaperta via Gazzo a Leivi, oltre 2 milioni i fondi Regione

GENOVA (ITALPRESS) – Dopo 10 anni è stata riaperta via Gazzo, nel comune di Leivi, interdetta al traffico a seguito degli eventi alluvionali del 2014. Tra il 10 e l’11 novembre di quell’anno un vasto smottamento, composto da diversi fronti franosi, si staccò dalla collina compresa tra le frazioni di Case Selaschi e Buggigo; decine di metri cubi di materiale invasero la sottostante via Gazzo e alcune case, causando la morte di due persone. Per permettere la riapertura della strada è stato necessario un ampio intervento di messa in sicurezza dell’intera area, per un investimento complessivo di oltre due milioni di euro. Alla cerimonia di inaugurazione, oltre all’assessore alla Difesa del suolo Giacomo Giampedrone e al sindaco di Leivi Vittorio Centanaro, erano presenti i consiglieri regionali Claudio Muzio e Giovanni Boitano e il sindaco di Carasco Massimo Casaretto, insieme ad altri primi cittadini e rappresentanti del territorio.
“Abbiamo finalmente riconsegnato a Leivi e a tutto il territorio una via Gazzo completamente rinnovata e sicura – commenta l’assessore alla Difesa del suolo Giacomo Giampedrone – L’intervento è stato molto complesso dal punto di vista tecnico e ha richiesto un grande sforzo ingegneristico: il punto cruciale, infatti, non era tanto liberare la strada dai detriti, quanto il mettere in sicurezza il versante collinare sovrastante, in modo da prevenire altri smottamenti come quello, tragico, che ha interessato via Gazzo nel 2014. Ora Leivi e i comuni vicini possono contare su una strada sicura per chi la percorre e su una zona completamente riqualificata, anche dal punto di vista dell’illuminazione e degli arredi urbani. Anche se si tratta di una strada solitamente poco trafficata, via Gazzo è fondamentale per garantire una viabilità alternativa alla statale 225, garantendo il collegamento tra la costa e la Fontanabuona in caso di necessità. Per questo – conclude l’assessore – Regione Liguria ha voluto investire sulla sua riapertura e sulla messa in sicurezza dell’intera collina: è stato un atto dovuto per tutelare gli utenti della strada e chi abita nei dintorni, anche per onorare la memoria dei coniugi che nel 2014 hanno perso la vita a causa della frana”.
“Oggi raggiungiamo un grande traguardo – commenta il sindaco di Leivi Vittorio Centanaro – Dopo il grave evento alluvionale del novembre 2014, l’intero versante compreso tra Case Selaschi e Buggigo proprio sopra via Gazzo; nel 2017, grazie all’interessamento dell’assessore Giampedrone e del consigliere regionale Muzio, la regione ha stanziato i fondi necessari alla messa in sicurezza dell’area. Dopo aver conseguito tutte le autorizzazioni necessarie, i lavori sono stati eseguiti dalla Ecogrid di Borghetto Santo Spirito e, grazie alle migliorie proposte in sede di gara dall’impresa, il nostro Comune ha potuto portare a termine vari interventi complementari, come il potenziamento della canalizzazione delle acque lungo la strada comunale. Inoltre – continua il sindaco – abbiamo eseguito le asfaltature e riqualificato l’intera zona, ad esempio con una nuova illuminazione stradale”.
L’intervento finanziato da Regione Liguria ha puntato alla messa in sicurezza del versante collinare per prevenire altri distacchi di materiale. In un primo tempo sono state effettuate la risagomatura ed il consolidamento delle nicchie di distacco delle prime due frane, nella porzione meridionale del versante, tramite la posa in opera di reti aderenti armate e di alcuni gradoni prefabbricati in acciaio. E’ stata, inoltre, installata una barriera anti-colata e sono stati adeguati e ripristinati i canali di deflusso dei rivi che scorrono lungo la collina, con il rifacimento dei canali di scolo nel vicino fiume. Infine, di fianco al tratto di via Gazzo interessato dalla frana è stato realizzato un terrapieno, formato dal materiale franato rimosso durante le fasi di riapertura della strada. Prossimamente prenderà il via una nuova parte di intervento, finanziata con circa 600mila euro, per la messa in sicurezza del versante collinare della frazione di Buggigo.

– Foto: ufficio stampa Regione Liguria –

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