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Cnh Industrial conferma l’impegno per l’Italia, a Torino la sede dell’area Emea

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TORINO (ITALPRESS) – A sei mesi dallo spin-off di Iveco, Cnh Industrial conferma il suo impegno sull’Italia, che diventerà il cuore dell’intera area Emea (Europe-Middle East-Africa). Leader globale nel mercato dei macchinari e dei servizi per i settori dell’agricoltura e delle costruzioni, Cnh Industrial è partecipata al 26,9% dalla holding finanziaria Exor, presieduta da John Elkann, ed è quotata sia a Wall Street che a Milano, con ricavi 2021 pari a 19,5 miliardi di dollari. La sola Europa vale il 37% delle vendite, e in Italia lavorano 4.500 dei 37.700 addetti del gruppo. Nel nostro Paese si trovano quattro stabilimenti del gruppo: a Modena, Jesi, Lecce e San Piero in Bagno, che ospitano anche dei centri di ricerca. “Stiamo investendo per sviluppare tutti gli impianti italiani. L’Italia ospiterà anche la sede dell’area Emea del gruppo: a Torino costruiremo una nuova sede investendo circa 10 milioni di euro, e sarà in lungo Stura Lazio dove dal 2024 lavoreranno 1000 persone. L’Italia è e resterà centrale per Cnh Industrial” ha spiegato Carlo Alberto Sisto, presidente dell’area Emea di Cnh Industrial, sull’impegno del gruppo nel nostro Paese.
Un piano di sviluppo che nemmeno l’aumento del costo dell’energia sta frenando. “Non siano molto energivori, ma ci stiamo muovendo per dare soluzioni alternative, non prevediamo stop produttivi. La principale preoccupazione in questa fase è il reperimento delle componenti per assemblaggi” spiega il manager torinese 48enne. In merito poi a possibili impatti sui listini prezzi, Sisto ha confermato che “li stiamo ritoccando, perché dobbiamo garantire una marginalità per reinvestire anche in R&S”. A livello globale, nemmeno il conflitto russo-ucraino dovrebbe avere grossi effetti sul gruppo: “Il mancato fatturato in Russia e la crisi ucraina per noi non sono influenti a livello globale” ha confermato.
“Russia e Ucraina pesano circa per il 3% globale sui ricavi globali. In Ucraina stiamo operando, vendiamo trattori, macchine per la raccolta grano e ricambi. C’è stata una flessione nei primi due mesi del conflitto ma ora l’export è ripreso, dalla semina abbiamo ripreso le nostre attività” ha sottolineato, aggiungendo che invece “in Russia abbiamo fermato ogni attività, non viene inviato nemmeno un bullone, non c’è nessuno scambio. Abbiamo però un parco macchine importanti, e diamo supporto ai nostri clienti tramite il nostro ufficio. In Russia abbiamo anche un sito produttivo, ma abbiamo fermate le linee e i 200 dipendenti sono a casa” aggiunge. In merito poi alle nuove norme sulle emissioni su cui i ministri dell’Ambiente europei hanno aggiunto un accordo nella notte, spiega: “Il Fit for 55 al momento non ci tocca. Aspettiamo le nuove regolamentazioni, ci stiamo preparando lavorando con nuove motorizzazioni. Monitoriamo quali possano essere le dinamiche, e arriveremo preparati”.
Anche perché il gruppo sul fronte sostenibilità e innovazione investe da tempo, circa il 3% dei ricavi globali, che per l’Europa equivale a 240 milioni di dollari. A Modena ci sono circa 900 persone che lavorano in un centro di ricerca dove a breve sarà operativo un simulatore di guida di ultima generazione per i trattori. Mentre negli altri siti si lavora anche sui combustibili alternativi e l’elettrificazione dei mezzi, sempre più diffusa specie nel settore della movimentazione terra, dove è leader per i mezzi di piccola taglia la Sampierana che fa parte di Cnh Industrial dal 2021. A Lecce e Jesi si lavora rispettivamente sui mezzi movimento terra pesanti, e sui mezzi agricoli. A Torino ci sarà invece il nuovo centro direzionale, che coordinerà l’attività dell’intera area Emea, che comprende oltre 14mila addetti.
– foto ufficio stampa Cnh Industrial –
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Inaugurato il data center di Liguria Digitale

GENOVA (ITALPRESS) – Inaugurato, dopo due anni di ristrutturazione, il data center di Liguria Digitale. Si tratta del luogo che fisicamente custodisce i server in cui sono conservati i dati di tutta la pubblica amministrazione ligure. I lavori svolti negli ultimi due anni hanno permesso di apportare importanti miglioramenti da un punto di vista di aggiornamento tecnologico, di cyber sicurezza e di sostenibilità ambientale consentendo alla struttura di diventare uno dei poli strategici più innovativi e importanti del Paese, oltre che il più grande della Liguria. “Liguria Digitale è una straordinaria eccellenza della Liguria e basta entrare in questo nuovo data center per rendersene conto – afferma il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – e capire che la pubblica amministrazione sta facendo uno sforzo gigantesco a tutti i livelli per migliorare i servizi ai cittadini. Questo nuovo data center è dunque il frutto della rivoluzione digitale iniziata pochi anni fa: uno straordinario passo avanti per la sicurezza informatica dei nostri dati e un punto di partenza per affrontare al meglio le sfide del futuro”. Oggi l’infrastruttura rispetta i più alti standard infrastrutturali, di sicurezza e di sostenibilità grazie a 11 certificazioni internazionali di qualità ottenute e ha puntato sulla dualità, cioè la replica di tutti gli impianti e i sistemi di sicurezza, per garantire il funzionamento anche in caso di guasti, interruzione dell’erogazione di corrente elettrica e isolamento. L’ampia capacità di archiviazione del data center vede i dati distribuiti su più di 4000 server fisici e virtuali, in circa 2000 mq di spazio fisico. L’infrastruttura può così ospitare una ampissima quantità di dati mantenendoli al sicuro da perdite o attacchi esterni. Le attività di backup coinvolgono oltre 120 TB di dati al giorno, raggiungendo picchi di circa 3,5 PB sull’archiviazione a lungo termine. La difesa dell’infrastruttura e dei dati è assicurata grazie al lavoro del SOC, Security Operation Center, che, grazie a tecnologie di ultima generazione, riesce a intercettare e isolare attacchi provenienti da ogni parte del mondo: in un anno sono state bloccate oltre 170 milioni connessioni non sicure, 1,6 milioni di mail malevoli e sono circa 500 gli incidenti di sicurezza gestiti con successo dai tecnici.
– Foto ufficio stampa Regione Liguria –
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Comitato Europeo Regioni, Cirio eletto capo della delegazione italiana

ROMA (ITALPRESS) – E’ Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, il nuovo capo della delegazione italiana al Comitato delle Regioni a Bruxelles.
Il Comitato europeo delle Regioni è un organo consultivo dell’UE composto da rappresentanti eletti a livello locale e regionale provenienti da tutti i 27 Stati membri. Il Comitato è chiamato ad elaborare pareri sulle norme dell’UE che incidono direttamente sulle Regioni e sulle città.
Il presidente Massimiliano Fedriga ha ringraziato Roberto Ciambetti per il lavoro finora svolto al vertice della delegazione italiana del Comitato delle Regioni.
“Al Presidente Cirio vanno i complimenti e gli auguri di buon lavoro della Conferenza delle Regioni – ha poi dichiarato – nella certezza che saprà mettere al servizio di questa istituzione europea le sue doti e la sua esperienza di accorto ed equilibrato amministratore”.
“Onorato dalla responsabilità a cui sono stato chiamato. Il mio primo obiettivo – ha detto Cirio – è quello di mettere questo importante mandato al servizio delle comunità territoriali del nostro Paese, contribuendo a rafforzare a Bruxelles la rete delle Regioni e degli enti locali italiani nella consapevolezza che occorra, oggi più che in passato, rilanciare il loro ruolo in Europa”.

– foto agenziafotogramma.it –

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Piemonte, dopo la siccità allerta per temporali e allagamenti

TORINO (ITALPRESS) – Locali allagamenti, possibile grandine, raffiche di vento, fulmini. Questo lo scenario previsto dall’allerta gialla di Arpa Piemonte, valido per tutta la regione nella giornata di domani. Come noto la siccità in Piemonte è a livelli record, doppi rispetto al 2003 e le precipitazioni nel capoluogo sono ai minimi storici. L’arrivo di una perturbazione è atteso già in serata, da domani le precipitazioni più intense.
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Toti “Grazie ai vaccini guardiamo con serenità all’estate”

GENOVA (ITALPRESS) – “Anche se i Liguria, come in tutta Italia, la curva dei contagi è in risalita, con un’incidenza che è tornata a crescere dalla prima settimana di giugno in modo più marcato nel centro e nel levante della Liguria, i risultati della grande campagna vaccinale messa in atto nell’ultimo anno rendono totalmente diversa la situazione rispetto ad un anno fa, tanto da farci guardare con serenità al proseguimento dell’estate, senza abbassare la guardia, ma in modo tranquillo”. Lo dice il presidente della Regione Giovanni Toti sulla base dei dati diffusi da Alisa. “La situazione è completamente diversa rispetto a un anno fa – dice il presidente – per la grande adesione che abbiamo avuto alla campagna vaccinale ligure. Raccomandiamo comunque prudenza, in vista delle tanto agognate vacanze, dopo anni di restrizioni, ma nella consapevolezza che la popolazione ligure ha risposto in modo massiccio alla campagna vaccinale e che i vaccini continuano a salvare tante vite. Ammontano infatti a 1.282.247 le persone in Liguria che si sono vaccinate con almeno una dose e quasi 1 milione (996.207) coloro che si son o vaccinati con la terza dose, in pratica tre quarti della popolazione”. Al momento il 17% dei residenti over 80 ha ricevuto la quarta dose pari a 31.991, mentre la terza dose è stata somministrata al 72% dei residenti over 12.
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Liguria, raccolta differenziata sale al 55,71%, Genova sfiora il 40%

GENOVA (ITALPRESS) – Raggiunge il 55,71% la raccolta differenziata in Liguria nel 2021, in aumento rispetto al 53,46% dell’anno precedente e con un dato che segna oltre 17 punti percentuali in più rispetto al 38,63% del 2015. La Provincia della Spezia conferma il suo primato con il 75,12% di raccolta differenziata, seguita dalla Provincia di Savona, al 63,55% entrambe in aumento di circa un punto rispetto al 2020. Sale leggermente anche la Provincia di Imperia che arriva al 53,53%, mentre la Città Metropolitana di Genova si attesta al 48,40% con un aumento di 3 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Migliora la prestazione del Comune di Genova, che arriva alla soglia del 40% (39,92%). Al netto del Comune di Genova, la Liguria si assesterebbe ad una percentuale di raccolta differenziata del 64,36%, vicinissima agli obiettivi individuati anche dalla pianificazione regionale, mentre il resto della Città Metropolitana si trova già al 66,34%. E’ quanto emerge dal report approvato dalla Giunta regionale con i risultati di raccolta differenziata ottenuti da ciascun comune ligure nel 2021 e l’accertamento contestuale del contributo che 79 comuni liguri dovranno versare entro il 30 settembre 2022, sulla base del nuovo parametro incentivante legato alle quantità di rifiuto indifferenziato eccedente la percentuale del 35% rispetto al totale del rifiuto prodotto (in peso). “Siamo cresciuti di 20 punti percentuali in sei anni di applicazione dall’entrata in vigore della legge voluta da questa giunta – commenta il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti – con la radicale riforma del sistema. E’ un risultato straordinario. E nonostante anche il 2021 sia stato un anno complesso a causa della pandemia, il trend della raccolta differenziata in Liguria continua a migliorare. Oggi abbiamo messo in campo gli strumenti per fare nei prossimi anni un ulteriore balzo in avanti, grazie al nuovo Piano di gestione dei rifiuti che andrà in aula nelle prossime settimane ed è assolutamente strategico: oggi, con questi livelli di differenziata, è fondamentale svoltare per la parte impiantistica con la chiusura del ciclo dei rifiuti. E’ un tassello fondamentale per massimizzare le opportunità previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e assicurare, in pochi anni, il definitivo passaggio da un sistema basato sulle discariche, ad un sistema moderno basato sull’economia circolare, in cui le discariche diventano del tutto residuali, con la realizzazione di un nuovo impianto terminale di chiusura del ciclo esclusivamente per la componente indifferenziata in uscita dagli impianti di trattamento meccanico biologico”. “Il prossimo Piano che stiamo per varare – conclude – è esattamente su questo tema, ponendo obiettivo 67% di raccolta differenziata entro i prossimi 6 anni”. Sono 132 (due in meno rispetto al 2020) i Comuni che hanno raggiunto e superato il 65% della raccolta differenziata (erano 120 del 2019, 110 del 2018, 100 del 2017, 63 del 2016 e 32 del 2015): avranno diritto, a partire dal mese di luglio, allo sgravio fiscale per il conferimento in discarica della frazione residua, articolato in fasce di risultato, dal 30% al 70% dell’importo base. Tra i comuni più virtuosi vi sono 6 degli 11 comuni con più di 15mila abitanti: La Spezia con 78,52% cede il primato ad Albenga che raggiunge l’81,99%, a seguire Sestri Levante (72,79%), Chiavari (69,54%), Imperia (67,32%) e Rapallo (66,37). Sarzana scende poco sotto la soglia con 64,52%, seguita da Sanremo con 61,75%, mentre si confermano nello stesso ordine dell’anno precedente Savona (41,97%), Genova (39,92%) e Ventimiglia (30,02%). Sono 23 i comuni con percentuali di raccolta differenziata superiore all’80%: nel savonese Bormida (leader con il 87,94%), Vendone, Rialto, Onzo, Ortovero, Villanova d’Albenga, Altare, Albenga, Cairo Montenotte, Garlenda, Zuccarello; nello spezzino Riccò del Golfo, Carrodano, Luni, Ameglia, Santo Stefano Magra, Monterosso e Follo; nel genovese Pieve Ligure, Busalla, Leivi, Campomorone, Sori. Quattro i Comuni che hanno avuto gli incrementi più sensibili rispetto al 2020, superiori al 20%: il massimo incremento è stato quello di Dolcedo (IM), che è passato dal 37,32% al 61,25%, mentre aumenti similari hanno visto protagonisti i vicini comuni di Pietrabruna e Civezza (IM), oltre che Savignone (GE). Per quanto riguarda la produzione di rifiuti pro capite, sono 62 i Comuni con un tasso molto basso, inferiore del 30% rispetto alla media regionale di 540 kg per abitante, e che, pertanto, non si vedranno applicare in ogni caso l’addizionale del 20% sull’ecotassa sui conferimenti in discarica dei rifiuti residui. I Comuni con i valori complessivi di pro-capite annuo più alto, oltre i 1.000 kg/abitante anno sono 7, con il Comune di Portofino che arriva a ben 1.886 kg. Seguono Gorreto (1.117), Diano Marina (1.028), Tiglieto (1.025), Rovegno 1.014, Monterosso al Mare (1.011) e Vernazza (1.003), tutti comuni caratterizzati da flussi turistici particolarmente intensi rispetto ai residenti. Per quanto riguarda invece la sola frazione indifferenziata residua, salgono a 60 i Comuni che hanno un pro capite inferiore ai 100 Kg/abitante anno. Di questi sono 11 quelli che non arrivano a 60 Kg/abitante anno (Vendone il più virtuoso con soli 40 Kg/abitante anno di indifferenziato da smaltire, seguono Balestrino e Ortovero a quota 48 kg). Per assicurare il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata previsti, la normativa vigente dispone che i Comuni concorrano al sistema gestionale di ambito versando alla Regione 5 euro per ogni tonnellata di rifiuto urbano indifferenziato residuo, eccedente il 35% in peso rispetto al totale del rifiuto prodotto per l’annualità di riferimento. Sono 79 i comuni che dovranno versare a Regione entro il 30 settembre gli importi accertati, per un totale di 519.991,04 euro: gran parte del contributo, sensibilmente diminuito rispetto al 2020, è dovuto dal Comune di Genova (362.588 euro, rispetto ai 778.768 euro dell’anno precedente). Seguono i Comuni di Savona (36.815 euro, rispetto ai 63.058 del 2020) e Ventimiglia (che in un anno dimezza il dovuto, scendendo a 28.127 euro). Sono solo 20 i Comuni tenuti ad un versamento superiore ai mille euro, 56 quelli tenuti ad un versamento inferiore ai mille euro. Nel 2020 i Comuni interessati dal versamento erano 87, per oltre 1 milione di euro complessivo. (ITALPRESS).

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Pnrr, 110 milioni per l’innovazione alle università del Nord Ovest

TORINO (ITALPRESS) – E’ stata finanziata dal Ministero dell’Università e della Ricerca la proposta, presentata dal Politecnico di Torino insieme a una rete di 24 partner pubblici e privati, “Nodes-Nord Ovest Digitale e Sostenibile”, progetto selezionato nell’ambito degli investimenti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che porterà 110 milioni di euro sul territorio di Piemonte, Valle d’Aosta e sulle province più occidentali della Lombardia, Como, Varese e Pavia e 15 milioni di euro per attività di ricerca e bandi a cascata a favore delle regioni del Sud del Paese. L’obiettivo è la costituzione di uno degli 11 Ecosistemi dell’Innovazione che il Ministero ha individuato al fine di supportare la crescita sostenibile e inclusiva dei territori di riferimento in quella che viene identificata come la doppia transizione (digitale ed ecologica). I soggetti attuatori (che costituiranno il cosiddetto Hub a cui spetta il coordinamento gestionale) sono tutte università pubbliche: Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Università del Piemonte Orientale, Università degli Studi dell’Insubria, Università degli Studi di Pavia e Università della Valle D’Aosta, tra le quali sarà costituita una Società consortile a responsabilità limitata (Scarl).
Gli stessi atenei, insieme all’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, si potranno avvalere (in qualità di Spoke) della collaborazione di soggetti affiliati per la realizzazione delle attività di ricerca di propria competenza. In totale i soggetti che compongono l’ecosistema sono 24: 8 Atenei, 6 Poli di Innovazione, 5 Centri di ricerca di riferimento, 3 Incubatori e 1 Acceleratore, 1 Competenze Center. Del budget complessivo del progetto, poi, circa 54 milioni di euro saranno impiegati in “bandi a cascata” aperti anche a realtà imprenditoriali, moltiplicando quindi il numero di attori coinvolti e le competenze messe a sistema. Le Regioni di Piemonte, Valle d’Aosta e Lombardia hanno espresso il loro impegno a garantire e promuovere gli indirizzi strategici territoriali. “La commissione di esperti esterni che ha valutato il progetto si è complimentata per l’ottima qualità della proposta, riconoscendo in particolare l’attenzione posta nell’assicurare un ampio impatto dell’iniziativa, sia in termini sociali che di aumento di competitività del territorio dal punto di vista economico, ma anche la sua sostenibilità. Il lavoro del nuovo Ecosistema NODES supporterà l’Innovazione nelle regioni coinvolte a livello nazionale, favorendo al tempo stesso l’attrazione di investimenti e collaborazioni alla scala internazionale”, dichiara Guido Saracco, Rettore del Politecnico di Torino.
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Siccità, nel Verbano stoccati 8.000 metri cubi neve per piste fondo

TORINO (ITALPRESS) – Mentre il Piemonte chiede lo stato di calamità per la siccità, e in molti comuni montani del Verbano l’acqua non c’è perchè le fonti sono a secco, a Formazza in frazione Riale oltre 8.000 metri cubi di neve sono stoccati con l’obiettivo di anticipare già tra fine ottobre e inizio novembre la prossima stagione sciistica di fondo, coprendo quasi 3 km di pista. Per farlo, è stata utilizzata la tecnica dello “snowfarming” da Gianluca Barp, imprenditore piemontese è responsabile del Centro Fondo. Con un quantitativo di neve doppio rispetto al 2020, in questa torrida estate Barp sta programmando la prossima stagione invernale. Per il quarto anno consecutivo, potrà offrire agli atleti e alle nazionali di sci di fondo la possibilità di anticipare gli allenamenti in vista delle competizioni e ai numerosi appassionati della disciplina l’occasione di godersi l’attività sportiva prima del solito. La tecnica innovativa dello snowfarming è diffusa da anni principalmente nel nord Europa, dalla Svezia alla Finlandia, ma anche in Svizzera a Davos e, sul territorio nazionale, a Livigno. Gli 8.000 metri cubi di neve sono stati coperti da tecnologici teli geotermici con fibre di alluminio, intervallati da strati isolanti di ovatta grazie al supporto tecnico di Snow Makers, un’azienda specializzata svizzera. I teli sono poi stati legati uno all’altro con un sistema di velcri e cuciture a filo. Questi speciali materiali di copertura garantiscono il doppio beneficio di proteggere termicamente la massa sottostante e, grazie all’azione riflettente, di non far penetrare i raggi Uva. La neve resterà impacchettata sotto i teli per tutta la stagione estiva e sarà posata in autunno. Rispetto agli scorsi anni Barp ha inoltre deciso di non posare tutta la neve stoccata, ma di tenerne una parte come eventuale riserva per qualsiasi necessità e che quindi continuerà ad essere custodita anche con l’inizio della prossima stagione invernale.
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