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Difesa, Crosetto “Se c’è pericolo servono i riservisti”

ROMA (ITALPRESS) – “Abbiamo trasformato le forze armate con l’idea che non ci fosse più bisogno di difendere il nostro territorio e che la pace fosse una conquista di fatto irreversibile. Le forze armate, in questo quadro, al massimo partecipano a missioni di pace, senza arrivare a scontri veri e propri. Ora i recinti sono stati abbattuti, non ci sono più regole”. Lo dice in un’intervista al quotidiano La Stampa il ministro della Difesa Guido Crosetto, in merito alla sua proposta sui riservisti. “Non servono per fare la guerra, ma per difendersi, in supporto alle forze armate regolari, e solo nel caso, poco probabile, di un attacco diretto – aggiunge -. Non c’è una visione ideologica, ma pragmatica. Come in Svizzera che non partecipa a conflitti da secoli ma è pronta a difendersi”. Il ministro si riferisce a “volontari che, in caso di necessità, possono essere attivati per affiancare le forze armate. I militari dovranno specializzarsi sempre di più, ma poi serve un bacino più ampio”.
In merito alla missione nel Mar Rosso, “l’Italia manderà una nave che si aggiunge alle altre già presenti in zona per le altre missioni”. “Per andare più rapidi abbiamo trovato un accordo con Francia e Germania. Poi, però, per dei puri dettagli, si perdono settimane e ora non ce lo possiamo permettere”, sottolinea Crosetto, per il quale “quella del governo spagnolo è una diffidenza ideologica. Sànchez ha fatto prevalere l’interesse dei suoi accordi politici su quelli della sicurezza internazionale”.
“C’è una guerra commerciale in atto che vuole alterare le regole globali – spiega il ministro -. Le navi russe e cinesi non vengono attaccate e la cosa viene annunciata apertamente. Questo crea un disallineamento commerciale, perchè le loro merci hanno costi di trasporto e di assicurazioni inferiori, cosa che si riflette sui prezzi. E’ una guerra che si innesca su un’altra guerra”

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Vertice Italia-Africa, Mattarella “Rafforzare i rapporti”

ROMA (ITALPRESS) – “L’intendimento e l’auspicio sono quelli di poter realizzare, dopo il dialogo intenso avviato negli anni scorsi con le conferenze ministeriali Italia-Africa, un rapporto ancora più forte e strutturato tra il continente africano e il nostro Paese. Negli anni del mio mandato ho avuto modo di apprezzare costantemente la realtà di un continente dinamico e intraprendente, dalle molteplici e profonde caratteristiche culturali, abitato da giovani donne e uomini che guardano con fiducia al futuro”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso del brindisi, al Quirinale, in occasione del pranzo in onore dei Capi di Stato e di Governo partecipanti al vertice Italia – Africa.
“La vostra presenza qui stasera – numerosa e qualificata – conferisce espressione concreta all’amicizia, salda e sincera, che unisce i nostri popoli: la Repubblica Italiana ve ne è riconoscente. Si tratta di legami alimentati anche dalla presenza in Italia di numerose comunità di origine africana, che sono parte attiva e vitale della nostra società e che, con il loro prezioso lavoro, contribuiscono alla crescita economica e culturale del nostro Paese”. “E’ una delle manifestazioni di quella globalizzazione – aggiunge – che unisce i destini dei due nostri continenti, fortemente interconnessi fra loro.
Ci sfidano cause comuni che vedono a rischio il valore della pace e, quindi, del destino dell’umanità.
Esplorare lo straordinario potenziale di sviluppo delle relazioni tra Africa ed Europa sul terreno politico, per spegnere i focolai di tensione e di conflitto, sul terreno economico, per realizzare una produzione sostenibile e un’equa distribuzione delle risorse, per accrescere il patrimonio delle nostre rispettive culture, è il compito che sta dinanzi a noi.
In un mondo segnato da vecchie e nuove fratture e instabilità, l’Africa detiene chiavi essenziali per definire la qualità e l’efficacia delle risposte che la comunità internazionale è chiamata ad offrire, sulla base del percorso che si è data la stessa Unione Africana con l’Agenda 2063.
E’ dunque necessario che la voce dei Paesi Africani trovi sempre più spazio nei consessi internazionali: un obiettivo su cui Italia e Unione Europea sono convintamente impegnate e che ha segnato un primo, importante traguardo con l’ingresso a pieno titolo dell’Unione Africana nel G20″.
“Un proverbio africano di grande saggezza – aggiunge – recita: “Se vuoi andare veloce corri da solo. Se vuoi andare lontano, vai insieme a qualcuno”. Affinchè il nostro sia un cammino comune, verso gli obiettivi del benessere e della pace in Africa, in Europa e nel mondo, occorre mettere in campo congiuntamente le nostre rispettive volontà. Con questi auspici, rinnovo il mio più caloroso e sentito benvenuto in Italia, augurando salute e prosperità a tutti voi ed agli amici popoli africani”.
-foto ufficio stampa Quirinale –
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Meloni “Attacco a Chiesa in Turchia atto ignobile, ferma condanna”

ROMA (ITALPRESS) – “Il Governo italiano, tramite la Farnesina, segue gli aggiornamenti su quanto accaduto questa mattina nella Chiesa di Santa Maria a Istanbul. Esprimiamo profondo cordoglio e la più ferma condanna per l’ignobile atto”. Così su X il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Papa Francesco “La guerra è un disastro, si ascolti grido delle vittime”

ROMA (ITALPRESS) – “Ormai da tre anni il pianto del dolore e il rumore delle armi hanno preso il posto del sorriso che caratterizza la popolazione del Myanmar. Mi unisco perciò alla voce di alcuni Vescovi birmani, ‘affinchè le armi della distruzione si trasformino in strumenti per crescere in umanità e giustizià. La pace è un cammino e invito tutte le parti coinvolte a muovere passi di dialogo e a rivestirsi di comprensione, perchè la terra del Myanmar raggiunga la meta della riconciliazione fraterna. Sia consentito il transito di aiuti umanitari per garantire il necessario ad ogni persona”. Lo ha detto, Papa Francesco, dopo l’Angelus, a piazza San Pietro.
“E lo stesso avvenga in Medio Oriente, Palestina e Israele, e ovunque si combatte: si rispettino le popolazioni! Penso sempre in modo accorato a tutte le vittime, specialmente civili, causate dalla guerra in Ucraina – ha aggiunto -. Per favore, si ascolti il loro grido di pace: il grido della gente, che è stanca della violenza e vuole che si fermi la guerra, che è un disastro per i popoli e disfatta per l’umanità!”.
“Ho appreso con sollievo – ha proseguito il Pontefice – della liberazione delle Religiose e delle altre persone rapite con loro ad Haiti la scorsa settimana. Chiedo che siano messi in libertà quanti sono ancora sequestrati e che finisca ogni forma di violenza; tutti offrano il proprio contributo per lo sviluppo pacifico del Paese, per il quale occorre un rinnovato sostegno della Comunità internazionale”.
“Esprimo la mia vicinanza alla comunità della chiesa di Santa Maria Draperis a Istanbul, che durante la Messa ha subito un attacco armato che ha provocato un morto e diversi feriti”, ha poi sottolineato il Santo Padre, ricordando che “si celebra oggi la Giornata mondiale dei malati di lebbra. Incoraggio quanti sono impegnati nel soccorso e nel reinserimento sociale di persone colpite da questa malattia che, pur essendo in regresso, è ancora tra le più temute e colpisce i più poveri ed emarginati”.
“Saluto tutti voi che siete venuti da Roma, dall’Italia e da tante parti del mondo. In particolare gli alunni dell’Istituto ‘Puente Ajudà, di Olivenza (Spagna), e quelli dell’Istituto ‘Sir Michelangelo Refalò di Gozo – ha poi concluso -. Mi rivolgo ora a voi, ragazzi e ragazze dell’Azione Cattolica, delle parrocchie e delle scuole cattoliche di Roma. Siete venuti al termine della ‘Carovana della Pacè, durante la quale avete riflettuto sulla chiamata ad essere custodi del creato, dono di Dio. Grazie per la vostra presenza! E grazie per il vostro impegno di costruire una società migliore”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Tajani “Ferma condanna per vile attacco alla chiesa di Istanbul”

ROMA (ITALPRESS) – “Esprimo cordoglio e ferma condanna per il vile attacco nella chiesa di Santa Maria a Istanbul. La Farnesina segue la situazione con l’Ambasciata ad Ankara e il Consolato a Istanbul, sono certo che le aurtorità turche arresteranno i responsabili”. Così su X il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Noemi Di Segni “Torna la paura ad essere ebrei”

ROMA (ITALPRESS) – “Vivo con gravissima preoccupazione il Giorno della Memoria dopo il 7 ottobre. Non è come gli altri anni”. Così Noemi Di Segni, presidente dell’Unione comunità ebraiche, in un’intervista al Messaggero.
“Riemerge acuto e dilagante l’odio antisemita. Allora vuol dire che forse 20 anni di lavoro sulla memoria non è stato sufficiente”, sottolinea Di Segni, aggiungendo che torna la paura: “C’è un grande pericolo a girare con i nostri simboli”.
Secondo la presidente dell’Unione comunità ebraiche le parole di condanna del nazifascismo delle Istituzioni “sono molto importanti, ma occorre ripensare le leggi nate dopo la guerra”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Zaia “Chi critica l’Autonomia vuole restare nel Medioevo”

ROMA (ITALPRESS) – “Non conosco i tempi parlamentari, ma spero in breve tempo in un passaggio con l’approvazione definitiva alla Camera. Il 2024 sarà certamente l’anno dell’autonomia, una pietra miliare”. Così, in un’intervista a la Stampa, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, secondo cui chi critica l’autonomia differenziata vuole restare nel “Medioevo, in un’Italia immorale a due velocità”. “Non ho mai negato che la gradualità possa essere la soluzione: prima alcune materie e dopo tutto il resto. Il nostro obiettivo a regime sono tutte e 23 le materie”, sottolinea Zaia, aggiungendo: “Il centralismo ha creato un Paese, quello odierno, a due velocità. Tante critiche rasentano il ridicolo perchè dalle stesse bocche escono parole contraddittorie. La definiscono ‘spacca Italià, ‘secessione dei ricchì, ma anche ‘scatola vuotà. E’ una riforma che farà crescere il Paese, chi la critica dovrebbe rileggere con attenzione la Costituzione e la storia economica e sociale di altri grandi Paesi federalisti, come la Germania, che ebbe nel dopoguerra una costituzione autonomista”.
Poi, in merito alla possibilità di un altro suo mandato in Veneto, commenta: “Non ne ho idea, non è una discussione che sto seguendo. Resto della mia opinione storica: questo è un Paese che deve decidere se vuole il cittadino protagonista della scelta della classe dirigente e allora deve togliere il blocco dei mandati. Dire che si creano dei centri di potere è come dare degli idioti ai cittadini, perchè è pieno di casi in cui dopo un primo mandato gli elettori non hanno rinnovato la fiducia”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Giustizia, Nordio rassicura sugli organici “Copertura entro il 2026”

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Il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ha affrontato diversi temi nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario alla Corte d’Appello di Brescia. A cominciare dalle criticità delle carceri: “il carcere è una ferita che, come scriveva Calamandrei, bisogna avere visto”, ha detto il guardasigilli. “Sono stati assunti 236 educatori, e anche questa è una cosa che va detta insieme alla gratitudine che tutti vogliamo esprimere alla polizia penitenziaria che lavora in condizioni disagiate e di cui stiamo cercando di aumentare organico e colmare vuoti”, essendo previsto l’approdo di circa duemila agenti. In tema di efficienza e di carenza di organici della magistratura, Nordio ha sottolineato come “dobbiamo riuscire entro il 2026 a colmare gli organici. Sono entrato in magistratura parecchi decenni fa e la percentuale di carenza dell’organico era più o meno uguale a quella di adesso. Ho vissuto tutta la mia carriera di magistrato con un organico al di sotto del 15%, ma riusciremo a colmare questo gap entro il 2026 che attualmente è di circa 1.300 unità”. Un passaggio dell’intervento è stato incentrato anche sul Pnrr, che “per noi è una linfa vitale, estremamente vincolante, ma anche estremamente positiva e utile. Uno degli sforzi del Governo e del nostro ministero è stato di rimodulare quelli che erano i vincoli inizialmente abbastanza ristretti, che erano stati non dico imposti, ma concordati forse per una valutazione fatta a causa dei tempi stretti con cui questi accordi sono stati stipulati”. Secondo Nordio, sul fronte del funzionamento della Giustizia, “ci sono segnali rassicuranti: quando la Giustizia funziona è sull’intero contesto che si diffonde il benessere e questo è indice di civiltà e di progresso”.
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– Foto: Agenzia Fotogramma –