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Europee, Meloni “Sulla candidatura non ho ancora deciso”

ROMA (ITALPRESS) – “Se mi candido alle Europee? Vediamo, non ho deciso e penso che lo farò all’ultimo quando si formano le liste. I cittadini se dovessero decidere di votare per una Meloni che si candida sanno che in Europa non ci va, ciò non toglie che se vogliono confermare un consenso o non confermarlo anche quella è democrazia, per me che governo da un anno e mezzo, potrebbe essere importante verificare se ho ancora quel consenso che è l’unica cosa che mi interessa. Non prendo ancora questa decisione perchè devo capire se una eventuale candidatura toglierebbe tempo al mio lavoro”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a Quarta Repubblica su Retequattro.
“Una mia candidatura potrebbe trasformare l’elezione in un test che mobiliterebbe qualcosa di più ed è un’altra valutazione che va fatta. Ma le elezioni sono sempre un test – ha aggiunto -. Secondo me le elezioni europee però vanno viste e pensate in ragione di cosa vogliamo costruire in Europa, è quello il vero tema che vedo ancora mancare nel dibattito ma che ci deve coinvolgere. Spero che questo sia il dibattito dei prossimi mesi perchè dalle maggioranze che si creeranno vedremo anche che Europa c’è”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Cerno “Il confronto tra Meloni e Schlein vada oltre la Tv”

PALERMO (ITALPRESS) – Quello tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein rischia di essere un confronto “solo televisivo”. A dirlo in un’intervista all’agenzia Italpress il direttore del quotidiano L’Identità, Tommaso Cerno.
“Il premier, anche se non ha ancora deciso di candidarsi alle Europee, dà l’impressione di non avere paura del voto e di tenere ben distinti i ruoli di presidente del Consiglio e di capo di un partito in grado di dimostrare all’Occidente che la destra può allearsi con altri partiti e non essere affatto un pericolo – spiega Cerno -. Dall’altra parte un segretario che deve andare a Gubbio per chiedere per favore se si può candidare. La candidatura di Elly Schlein alle primarie non è piaciuta ai dirigenti del Pd. Il partito viene da una situazione difficile in cui perdeva le elezioni politiche ma almeno vinceva le primarie. Adesso perde anche quelle. Il segretario decida cosa vuole fare, faccia diventare questa sfida televisiva una sfida politica e crei questo bipolarismo di cui parliamo nella realtà, non solo in televisione. Lo renda concreto e dica alla sinistra: noi siamo l’alternativa”.
Dalle Europee di giugno ma anche dalle Regionali può venire fuori anche un nuovo equilibrio interno al centrodestra, ora alle prese con trattative non semplici sulle candidature dei governatori. “Ci sono in corso delle mutazioni molto grandi – afferma il direttore dell’Identità -. Il centrodestra ha avuto una lunga fase a traino berlusconiano, anche nel Nord-Est. Poi quell’area è diventata della Lega, molto prima che Salvini diventasse il leader, perchè Berlusconi aveva capito che stavano cambiando gli equilibri e quindi aveva dato alla Lega la possibilità di strutturare il suo ruolo nel governo. E’ evidente che ci sarà un nuovo centrodestra, se uscirà dalle Europee con una vittoria della Meloni. Ci sarà anche una mutazione di Fratelli d’Italia, che diventa più il contenitore sperimentale dei conservatori italiani che non la modernizzazione di una destra come la conoscevamo. Questo porta il tema di chi governa i territori, perchè mentre la politica romana è aleatoria, cambia continuamente, i territori durano e soprattutto dura il nord-est. Quindi la vera questione è cosa dovrà cedere Salvini per tenersi il Nord-Est”, e se andrà in porto il tema del terzo mandato. “Giorgia Meloni – evidenzia Cerno – non sta solo discutendo di caselle, sta discutendo di evoluzione di questo centrodestra perchè lì si gioca la durata del suo governo”.
L’opposizione invece è ancora lontana da un quadro unitario “perchè non ha deciso ancora chi è il capo. Quando la sinistra si riconosce in un federatore è competitiva. Ma adesso non c’è questa possibilità, perchè Schlein e Conte vogliono entrambi questo ruolo”, prosegue Cerno, che spiega: “Le Europee rischiano di diventare delle Primarie sulla leadership della sinistra”.

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Mar Rosso, Tajani “Serve nuova missione Ue, nessuna azione di guerra”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “Non possiamo permettere che, a causa delle aggressioni dei ribelli Houthi, sia minacciata una parte importante della nostra economia. La nostra Marina Militare sta già operando per difendere le nostre navi mercantili, ma serve una nuova missione europea. Mi auguro che si possa già approvare definitivamente nel prossimo Consiglio Affari esteri, dopo un sostanziale via libera nella riunione di oggi, per dare poi il tempo ai tecnici della Difesa di individuare i confini, anche militari, dell’operazione, così come le regole d’ingaggio”.
Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un punto stampa al Consiglio Ue Affari esteri di Bruxelles. “Pensiamo che questa operazione possa comprendere anche la missione che è oggi nello stretto di Hormuz, ma con regole d’ingaggio diverse, più forti da un punto di vista militare, per tutelare il traffico marittimo. Nella nostra proposta rimarrebbe anche la missione Atalanta, che la Spagna non vuole abbia altri compiti. Quindi da Hormuz al Mar Rosso ci sarebbe una tutela dei mercantili con un sistema di difesa che dev’essere forte, in grado di abbattere droni e missili lanciati dagli Houthi”, ha aggiunto.
Sulla missione nel Mar Rosso “informeremo il Parlamento, per come sono le cose non è obbligatorio ma naturalmente lo informeremo. E’ giusto che il Parlamento sia informato ma la missione militare è già stata autorizzata, si tratta di quella dello stretto di Hormuz”, ha spiegato. “Non andiamo a fare la guerra a nessuno, ma non possiamo certamente accettare che mercantili italiani che non hanno nulla a che vedere con la situazione a Gaza o nel Medio Oriente, possano essere colpiti da organizzazioni terroristiche quali sono i ribelli Houthi e non possono lanciare missili o droni contro navi mercantili. Faremo di tutto anche con la nostra Marina Militare per proteggere il traffico mercantile. Quindi nessuna azione di guerra, ma soltanto difesa del diritto internazionalmente riconosciuto di poter navigare”, ha concluso Tajani.
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Regionali, Fedriga “Sbagliato fare una battaglia di bandierine”

ROMA (ITALPRESS) – “In una coalizione il dibattito è fisiologico. L’importante è il risultato finale. Non mi pare che dall’altra parte ci sia unità: basti guardare alla stessa Sardegna e al Piemonte. In una coalizione è fortemente sbagliato fare una battaglia di bandierine. Noi dobbiamo solo pensare a come possiamo presentarci in modo unitario e credibile agli elettori. E questo vale nelle Regioni come nelle città. Nei territori le candidature non possono essere decise con il manuale Cencelli”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia.
“Io faccio un appello all’unità del centrodestra, vale per tutte le cinque Regioni che quest’anno saranno chiamate al voto”, insiste il governatore che, quanto a possibili “compensazioni”, aggiunge: “si possono trovare nella composizione delle giunte che, quelle sì, devono essere rappresentative di tutta la coalizione. Dopodichè, se la Lega in una Regione ha un buon candidato lo mette sul tavolo. Lo stesso vale per gli altri partiti, senza escludere che la soluzione migliore possa essere un candidato civico”. Per Fedriga, sul tema del terzo mandato, è “singolare che dove c’è l’elezione diretta del presidente o del sindaco ci sia un limite, mentre tutti gli altri incarichi anche quelli che non sono scelti dai cittadini possono essere a vita”. Quindi a suo giudizio, il tetto dei mandati va tolto “perchè penso che debbano scegliere gli elettori, anche perchè il governatore uscente non è detto che si candidi e se lo fa saranno comunque cittadini a decidere. Auspico che venga tolto il limite, ma quanto a me non non è detto che ne approfitterò. E’ una scelta molto soggettiva. Diciamo che quando arriverò al decimo anno ve lo farò sapere”.
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Mattarella “Le guerre ci riguardano, l’Europa è rinata con la pace”

ROMA (ITALPRESS) – “Attraversiamo una stagione difficile, per molti aspetti drammatica, in cui l’uomo sembra, ostinatamente, proteso a distruggere quel che ha costruito, a vilipendere la propria stessa dignità. Le guerre che si combattono ai confini dell’Europa ci riguardano”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione di Pesaro capitale italiana della cultura 2024.
“Non soltanto perchè il vento delle morti, delle distruzioni, degli odi percorre le distanze ancora più rapidamente di quanto non facciano le armi e incide sulle nostre esistenze, sulle nostre economie e soprattutto sulle nostre coscienze – ha proseguito Mattarella -. Ci riguardano perchè l’Europa, rinata nel dopoguerra, ha iscritto la parola pace nella sua identità.
L’Europa è tornata a vivere con la pace e nella pace.
La straordinaria stagione di creatività culturale della seconda metà del Novecento è figlia di quella scelta. Quella promessa di pace ha generato libertà e uguaglianza, consentendo anche di rianimare la parola “fraternità” – che la Rivoluzione francese aveva issato sui pennoni, e poi oscurata nell’evolvere dei conflitti sociali, dagli insorgenti nazionalismi, dalla pretesa di ridurre “ad unum” il volere dei popoli, dalle volontà di potenza. Questioni cruciali, queste, che chiamano alla responsabilità i governanti. Responsabilità che coinvolge le comunità e le persone, non meno degli Stati”.
“La pace è anche un grande tema che riguarda la cultura. La cultura è un lievito che può rigenerare la pace. E con essa i valori umani che le guerre tendono a cancellare, annegandoli nell’odio, nel rancore, nella vendetta, indotti dagli estremismi nazionalistici. In questo momento parlare di cultura, pensare la cultura, trasmettere cultura vuol dire alzare lo sguardo, per un compito di grande portata – ha detto ancora Mattarella -. Perchè la cultura è paziente semina, specialmente nelle nuove generazioni. Perchè la cultura è beneficamente contagiosa e permette di riflettere sulla storia per non ricadere negli errori del passato. Permette di ammirare l’arte, la bellezza, l’ingegno, consapevoli che l’estetica non può separarsi da un’etica di rispetto per la persona”.
“Pesaro si è assunta questo compito, proponendo come tema per il suo anno da capitale: “La natura della cultura” – ha proseguito il presidente della Repubblica -. La natura, il suo equilibrio da ricostituire, la riconciliazione con l’ambiente, gravemente violato e sfruttato, sono anch’essi obiettivi urgenti di civiltà e di pace. La distruzione di risorse non può essere gabbellata come sviluppo ma va indicata come regressione. La sostenibilità è un nome della pace. Cultura è conoscenza. Ma anche coscienza. Ci vogliono intelligenza e coraggio per battere strade nuove. Pesaro si propone quest’anno di far interagire arte, natura e tecnologia”, ha aggiunto.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

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Regionali, Tajani “Nessuna alternativa a Cirio e Bardi”

TORINO (ITALPRESS) – “Per quanto ci riguarda non esiste ipotesi alternativa. Cirio e Bardi sono i migliori candidati per vincere perchè hanno governato bene. Non abbiamo mai fatto alcuna polemica con candidati di altre forze politiche”. Così Antonio Tajani, segretario di Forza Italia, arrivando al congresso provinciale di Forza Italia a Torino, in merito alle ricandidature dei governatori di Piemonte e Basilicata. “Alberto Cirio è stato un eccezionale presidente della Regione Piemonte. Apprezzato da tutti, ha ottenuto ottimi risultati. Lo conosco, ho lavorato fianco a fianco con lui quando era parlamentare europeo, abbiamo lavorato insieme anche per tutelare gli interessi della Regione Piemonte. So quello che ha fatto per la regione, quindi ha un ampio riconoscimento, lo si vede nei consensi” spiega. “Lo stesso discorso vale per Vito Bardi che è un eccellente presidente di Regione che è stato il primo presidente di Regione a utilizzare i vantaggi che provengono dall’estrazione del petrolio per non fare pagare il gas e l’acqua. Mi pare che basterebbero queste due cose, ma se andiamo a vedere le classifiche dei governatori d’Italia, Vito Bardi sta in alta classifica così come Alberto Ciri Cirio” conclude.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Bongiorno “Non sono la regista di Nordio e Pinelli”

ROMA (ITALPRESS) – “L’ipotesi che io sia la regista del presidente Pinelli o del ministro Nordio è surreale. Ho letto le polemiche su Pinelli, ma dopo il suo chiarimento ogni equivoco è fugato». Lo afferma in una intervista a La Repubblica, Giulia Bongiorno, presidente della commissione Giustizia del Senato.
“Sbaglia chi chiede genericamente di eliminare il correntismo. Esiste un associazionismo sano, basato su un’attività di confronto culturale tra magistrati, e uno patologico, da eliminare. E’ da recidere solo quello che si fa potere, finalizzato a occupare e spartire gli incarichi.
Sono i magistrati che ci chiedono di essere liberati da questo cattivo correntismo” continua Bongiorno che su Nordio dice: “Tra me e il ministro c’è un dialogo sempre aperto. Apprezzo la sua lealtà e il grande rispetto che dimostra per la commissione Giustizia che presiedo». Sulla corruzione: “tutti lo consideriamo
un fenomeno odiosissimo e un reato su cui non intendiamo arretrare. E vogliamo combattere pure le moderne forme di corruzione usando i nuovi strumenti telematici”.
Sulle intercettazioni Bongiorno spiega: L’ho detto e lo ripeto, le intercettazioni sono uno strumento investigativo irrinunciabile. Nessuno può ignorare quanto siano decisive in alcune indagini sia per reati di mafia che di corruzione. La commissione ha fatto un’approfondita indagine conoscitiva e sono emerse alcune significative criticità, e su queste si cerca di intervenire senza stravolgere o depotenziare lo strumento».
In merito alla stretta sulla libertà di stampa. “Quando presiedevo la commissione Giustizia della Camera, anni fa, mi sono opposta, e con vigore, ad alcune norme che avrebbero creato un vero blackout informativo. La mia posizione rimane identica. Ma allo stato, non vedo proposte che presentino rischi di questo genere”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Mattarella riceve Bill Gates, non diminuire impegno per l’Africa

ROMA (ITALPRESS) – Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa mattina al Quirinale Bill Gates, co-presidente e fondatore della Fondazione Bill & Melinda Gates, accompagnato da Beatrice Nere, vice direttrice Europa Fondazione Bill & Melinda Gates e da Julia Renaud, rappresentante della Fondazione Breakthrough Energy.
Tra i temi trattati, secondo quanto si apprende, soprattutto Africa, sviluppo, sanità e l’impatto della tecnologia sullo sviluppo. “Non bisogna diminuire l’impegno finanziario malgrado le crisi internazionali”, ha detto il capo dello Stato con riferimento al Continente africano. Marginalmente si è parlato anche di potenzialità e rischi dell’intelligenza artificiale.
(ITALPRESS).
– Foto: frame video fonte Quirinale –