Home Politica Pagina 120

Politica

La Camera approva la manovra, è legge

0

Con 200 voti favorevoli, 112 contrari e 3 astenuti – e senza dover ricorrere al voto di fiducia – la Camera ha approvato in seconda lettura la manovra di bilancio da 28 miliardi di euro (la seconda del governo Meloni), senza modifiche rispetto al testo che aveva ricevuto il via libera del Senato prima di Natale. Un esame lampo e “blindato” a Montecitorio, a causa dei tempi ristretti per evitare l’esercizio provvisorio, che sarebbe scattato se la manovra non fosse stata approvata entro il 31 dicembre.

“Approvata dal Parlamento la Legge di Bilancio. Ringrazio a nome mio e del Governo i parlamentari di maggioranza di Senato e Camera per il sostegno e la compattezza dimostrati. Un segnale positivo per una Manovra importante, che mette al centro le famiglie, il lavoro e le imprese. In linea con i principi che guidano la nostra azione e con il programma che gli italiani hanno votato. Questa volta la Manovra viene approvata senza il voto di fiducia. Ringrazio per questo anche le opposizioni che, pur nel forte contrasto sui temi, hanno contribuito allo svolgimento del dibattito. E ora avanti con determinazione, coraggio e responsabilità”. Così su X il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

“Non pensiamo che questa sia stata una legge di bilancio facile, ma è sicuramente una legge di bilancio che segna il ritorno della politica dopo anni di sospensione”, ha ammesso il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, mentre il capogruppo di Forza Italia, Paolo Barelli, ha sottolineato che la scelta del governo “è stata quella di mettere immediatamente più soldi a disposizione dei lavoratori e delle famiglie” e “con la riduzione dell’Irpef ci sarà un ulteriore beneficio economico stimato da Banca d’Italia in circa 600 euro l’anno a famiglia”. “Sappiamo di non essere perfetti e che la legge di bilancio non è perfetta, ma noi non tiferemo mai contro questo Paese per fare un danno al governo pro tempore”, ha riconosciuto poi il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, rivolgendosi all’opposizione: “Voi invece purtroppo lo fate da sempre, lo fate ogni giorno”. La replica non si è fatta attendere, a partire dalla segretaria del Pd Elly Schlein che ha descritto la manovra come “figlia dell’arroganza che avete dimostrato in questi 14 mesi, mortificando questo Parlamento con oltre 50 decreti legge il più delle volte approvati con la fiducia e ora arrivando persino al diktat – imposto ai vostri stessi parlamentari di maggioranza – di non presentare emendamenti. Siamo arrivati fino ad oggi, appena in tempo per evitare l’esercizio provvisorio: altro che forza e solidità della maggioranza”, ha ricordato. Sottolineando poi che il provvedimento “infligge un colpo letale ai servizi pubblici” e distribuisce “una lunga serie di mance e mancette con una logica di scambio al ribasso a dir poco imbarazzante”. Per il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Francesco Silvestri, “dopo una pandemia devastante, il Paese era un treno che aveva ricominciato a correre”, ma il governo “l’ha fermato forzatamente”, facendo scendere “le famiglie e i lavoratori: quella che è scesa definitivamente è la vostra credibilità”. Il testo della manovra consta di 109 articoli. La proroga del taglio del cuneo fiscale per il 2024 (che vale da sola circa 10 miliardi) è la misura principale. Il taglio del cuneo è già in vigore da luglio (6 punti in meno per i redditi fino a 35mila euro e 7 per quelli fino a 25mila). Ma la riduzione non sarà applicata alle tredicesime ed è finanziata solo per il 2024. A rafforzarne l’effetto, contribuisce la riduzione (approvata ieri dal Consiglio dei ministri) da quattro a tre delle aliquote Irpef con l’accorpamento dei primi due scaglioni (l’aliquota del 23% sarà applicata sui redditi fino a 28mila euro): l’effetto abbinato di cuneo ed Irpef, secondo il Tesoro, irrobustirà le buste paga dei dipendenti fino 1.298 euro annui (circa un centinaio di euro al mese). Nella manovra, invece, compare il ritorno a Quota 103 per le pensioni, ma con forti penalizzazioni: l’assegno sarà ricalcolato con il metodo contributivo e avrà un tetto massimo mensile di circa 2.250 euro. Secondo le stime, consentirà la pensione anticipata a 17mila persone nel 2024. Confermata l’Ape sociale ma sale il requisito (63 anni e 5 mesi). Anche Opzione donna subisce una nuova stretta: l’età minima sale da 60 a 61 anni, con uno sconto di un anno per figlio fino a un massimo di due. Arriva la maxi deduzione per le assunzioni a tempo indeterminato, che sale ulteriormente per mamme o donne disoccupate, giovani ed ex beneficiari del Reddito di cittadinanza fino a toccare il 130%. Confermata la detassazione dei premi produttività al 5%, mentre cambia la soglia di esenzione dei fringe benefit, che si potranno usare anche per pagare affitto e mutuo prima casa: sale a 1.000 euro per tutti e scende a 2 mila per i lavoratori con figli. Per le aziende arriva lo sconto del 50% sulle tasse per chi torna a produrre in Italia. Approvata anche la modifica del contestato taglio alle pensioni del personale sanitario, degli enti locali, degli uffici giudiziari e dei maestri. Saranno salvi i diritti acquisiti al 31 dicembre 2023 e non saranno toccate le pensioni di vecchiaia. Penalizzate quelle anticipate. Medici e infermieri potranno rimanere in ospedale fino a 70 anni. Nel capitolo casa, sale la cedolare sugli affitti brevi (al 26%, escluso però il primo immobile in locazione) e le famiglie numerose godranno di priorità per l’accesso al Fondo mutui prima casa. Risorse anche per i rinnovi contrattuali: 8 miliardi in due anni per il rinnovo dei contratti della Pa, e altri 100 milioni per coprire l’accordo sindacale sui contratti delle forze di sicurezza. Previsti il rifinanziamento del Sistema sanitario nazionale (240 milioni di per il 2025 e 340 dal 2026), interventi per il personale della Croce Rossa e un incremento delle risorse per i contratti 2022-2024. Sul fronte dell’istruzione, vengono incrementate, con 36 milioni aggiuntivi, le risorse per l’erogazione delle borse di studio per gli studenti. Via libera anche al Fondo per l’Erasmus italiano con un investimento totale di 10 milioni. (ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

Tajani “Maggioranza coesa, sul Superbonus ha vinto il buonsenso”

ROMA (ITALPRESS) – Sui bonus edilizi “ha vinto il buonsenso e la ragionevolezza. Noi di Forza Italia siamo molto soddisfatti. Avevamo chiesto una sorta di sanatoria per evitare che cittadini perbene e imprese dovessero restituire i soldi e c’è stata. Ma nessuno ha perso”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
“E’ stata una trattativa dura. Ma ci siamo visti in preconsiglio con il ministro Giorgetti e il sottosegretario di Stato Mantovano e c’è stata comprensione. Abbiamo condiviso il principio – sottolinea il segretario di Forza Italia -. Tant’è che in Consiglio dei ministri il provvedimento è arrivato all’unanimità. Io sono contrario alle liti”.
Per Tajani “la maggioranza è coesa. Poi certo si discute. In Consiglio dei ministri ci si vede per questo. Altrimenti ci scambieremmo delle e-mail”.
“Il Superbonus è stato gestito malissimo dal governo Conte. Non si sono fatti i controlli e tanta gente si è presa i soldi senza aver fatto i lavori – sottolinea il vicepremier -. E ha creato un buco nei conti dello Stato. Che c’entra con la misura approvata adesso? Qui parliamo di cittadini perbene e imprese oneste”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

Dal Cdm via libera al Milleproroghe e alla riforma dell’Irpef. Accordo sul Superbonus

0

 

ROMA (ITALPRESS) – Il Consiglio dei ministri si è riunito senza la presidente Meloni ancora indisposta. Sul tavolo alcuni decreti di attuazione della delega fiscale e il Milleproroghe. Ma il tema che ha tenuto banco è quello del Superbonus. Due i punti controversi: la proroga del 110% e l’intervento straordinario per registrare tutti i lavori del 2023 con la massima incentivazione possibile. Al tavolo si sono confrontati i rappresentanti di Forza Italia guidati dal vice-premier Antonio Tajani e dal titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ieri, in audizione in Commissione aveva definito “radioattivo” l’impatto della maxi-agevolazione sui conti pubblici.
L’accordo, raggiunto prima della riunione del Cdm, prevede che il 110% rimanga per le famiglie con Isee basso (15.000 euro per un single), che potranno proseguire e concludere i lavori nel 2024.
I nuclei con Isee più alto potranno proseguire i lavori il prossimo anno ma con lo sgravio fiscale ridotto al 70% (come previsto a legislazione vigente). Viene poi introdotta una sanatoria che mette in sicurezza coloro che non hanno completato i lavori al 31 dicembre 2023: non dovranno restituire le somme già ottenute usufruendo del 110% per i lavori già effettuati ma non conclusi. Niente da fare per il Sal (stato avanzamento lavori) straordinario al 31/21/2023, ipotesi circolata in ambienti della maggioranza che avrebbe consentito di beneficiare del 110% anche per i lavori effettuati entro la fine dell’anno ma non compresi nei Sal precedenti. La misura avrebbe avuto costi giudicati non compatibili con il bilancio dello Stato.
“C’è una tutela importante sulle imprese e sui cittadini meno abbienti – commenta con i giornalisti il vicepremier Antonio Tajani al termine del Cdm -. Ci sarà una sorta di
sanatoria per il 2023, per chi ha superato il 30% dei lavori, se non ha raggiunto la conclusione dei lavori non dovrà pagare nulla per eventuali omissioni. Nè l’azienda si rivarrà sui condomini nè dovrà restituire dei soldi allo Stato. E’ un messaggio molto forte
per le imprese, a tutela delle persone perbene. Per i lavori che non sono stati conclusi al 100% che usufruivano del Superbonus del 110%, per i meno abbienti sarà lo Stato a pagare la differenza tra il 70 e il 110% – aggiunge -. Penso ai condomini di periferia, ad esempio”.
L’altro capitolo qualificante della riunione riguarda i tre decreti di attuazione della delega fiscale. Si tratta dello Statuto del contribuente, della collaborazione cooperativa (ovvero accordo tra Fisco e grandi imprese sulle tasse) e il contenzioso tributario.
C’è poi un quarto decreto che contiene il primo modulo della riforma Irpef con il taglio a tre aliquote. Il testo è sostanzialmente uguale a quello approvato in esame preliminare: riduzione degli scaglioni di reddito dagli attuali quattro a tre con l’accorpamento dei primi due in un unico scaglione fino a 28.000 euro, cui si applica l’aliquota al 23%; oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro rimane l’aliquota del 35%; oltre 50.000 euro confermata l’aliquota è dl 43%. Per i redditi sopra 50.000 euro, però, il beneficio derivante dalla revisione delle aliquote viene neutralizzato prevedendo una franchigia di 260 euro sulle detrazioni al 19%, escluse quelle relative alle spese sanitarie. “Il governo – sottolineano fonti di palazzo Chigi – procede speditamente sull’attuazione della Delega e chiude il 2023 rispettando tutti gli obiettivi che si era prefissato. Nel 2024 verrà completata la rivoluzione fiscale che l’Italia aspetta da più di 50 anni”.
Salta invece l’intervento che prorogava il regime fiscale di vantaggio per gli sportivi, tra cui i calciatori, in arrivo dall’estero, contenuta inizialmente nel decreto Crescita.
Nel Milleproroghe una grossa fetta dei provvedimenti riguarda le assunzioni e il rinvio per la fatturazione elettronica dei medici e operatori sanitari.
Viene prorogata al 2024 la non-applicabilità dell’aggiornamento Istat per affitti della Pa di immobili per finalità istituzionali. Identica proroga riguarda i contratti di locazione stipulati dalle Amministrazioni statali per cui non si applicano le riduzioni del canone di mercato.
Prorogata a tutto il 2024 la possibilità per l’Agenzia delle dogane e dei monopoli di istituire estrazioni del Lotto e del Superenalotto settimanali aggiuntive. Le maggiori entrate vengono destinate al Fondo per le emergenze nazionali.
Il decreto estende per il 2024 sia le misure straordinarie per il conferimento di incarichi semestrali di lavoro autonomo ai medici specializzandi e al personale delle professioni sanitarie degli incarichi già conferiti, sia la validità degli incarichi di lavoro autonomo ai laureati in medicina e chirurgia, abilitati e iscritti agli ordini anche se privi della specializzazione.
Per l’edilizia universitaria Cdp potrà erogare mutui anche il prossimo anno. Slitta a fine 2024 il termine per fissare le modalità di svolgimento degli esami di Stato di abilitazione all’esercizio delle professioni e dei tirocini professionalizzanti e curriculari. Un altro anno ancora per indire le procedure di conferimento degli assegni di ricerca.
Il Governo si concede anche tutto il prossimo anno per la definizione dei “Livelli essenziali delle prestazioni”, gli standard chiamati a misurare il finanziamento minimo da garantire in tutta Italia per tutelare i “diritti civili e sociali” previsti dalla Costituzione prima di trasferire le funzioni aggiuntive alle Regioni che lo richiedono.
Prorogata al 31 dicembre 2024 la possibilità di utilizzo temporaneo del personale in servizio presso il Dipartimento della funzione pubblica al fine di garantire il rafforzamento delle attività di semplificazione delle norme e delle procedure amministrative e di monitoraggio dei servizi resi dalla pubblica amministrazione.

– foto: Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

(ITALPRESS).

Doppio cognome ai figli, Salis “Bene dossier in agenda Governo”

ROMA (ITALPRESS) – Alla luce della riapertura a gennaio 2024 del dossier relativo al doppio cognome da dare ai figli, o anche soltanto il cognome della madre, messo in agenda in commissione giustizia al Senato, con l’ok del presidente Giulia Bongiorno, Silvia Salis, vicepresidente vicario del Coni afferma: “Sono contenta, che la decisione presa due mesi fa con mio marito Fausto Brizzi, alla nascita di nostro figlio Eugenio, a cui abbiamo dato soltanto il mio cognome, sia diventato adesso un argomento di discussione pubblica – afferma Salis -. A oggi la possibilità di dare il cognome della madre o di tutti e due, è stata ottenuta grazie a una sentenza della Corte Costituzionale del 2022, che ha ritenuto incostituzionale dare automaticamente il cognome del padre ai figli. Il fatto che possa diventare una legge è per noi di grande importanza. Essere liberi di attribuire il cognome del padre, o della madre o di tutti e due, è un concetto importante in un momento storico come quello che stiamo vivendo, in cui la figura delle donne è purtroppo troppo spesso al centro della cronaca nera. Questa cultura che pone le donne sempre in una posizione minoritaria e inferiore, deve essere sradicata, anche con questi segnali che sembrano futili, ma in realtà sono molto importanti”.
“Il concetto del cognome del padre che ricade sul figlio e che sia identificativo della famiglia è un qualcosa che oggi è ampiamente superato, e mi fa molto piacere che adesso se ne stia accorgendo anche la politica. Nel nostro piccolo – conclude Salis – credo che con la decisione presa per nostro figlio, di chiamarlo Eugenio Salis, abbiamo piantato un semino, verso il cambiamento di una posizione che non credo abbia più motivo di essere perpetrata”.

– foto ufficio stampa Silvia Salis –
(ITALPRESS).

Fontana “Sulle riforme serve condivisione, invertire tendenza decreti”

ROMA (ITALPRESS) – Riforme e premierato, ruolo del Parlamento e utilizzo dei decreti legge ma anche Mes e l’istituzione del Giurì d’onore, sono solo alcuni dei temi toccati dal presidente della Camera, Lorenzo Fontana, nel corso dello scambio di auguri con la Stampa parlamentare. Sulla riforma del premierato “tendenzialmente la seconda lettura, ovvero quella che sarà la prima alla Camera, potrà essere quella che vedrà le modifiche maggiori, se ci saranno. Sono molto curioso di come si svolgerà il dibattimento. Ritengo che quando si fa una riforma costituzionale il tentativo da fare è quello di avere una maggiore condivisione rispetto a tutte le forze politiche, il che non significa paralizzarsi – spiega – ma avere un ampio dibattito con una importante analisi. Ritengo importante che ci siano i tempi di discussione adeguati dovuti a una riforma così fondamentale per il Paese, spero che venga votata dal maggior numero di parlamentari possibili”. Per Fontana, poi, è necessario “evitare il più possibile i decreti legge. Ne sono stati fatti tanti e mi sono impegnato nel far si che tutto ciò venga ridotto. Abbiamo sempre cercato di dialogare con il Governo da questo punto di vista. Cerchiamo di fare in modo che questa tendenza ai decreti legge non solo si fermi, ma che venga diminuita”.
Sulla richiesta dell’istituzione di un Giurì d’onore formulata dal presidente del M5S, Giuseppe Conte, nei confronti di Giorgia Meloni, per le dichiarazioni del premier in Aula a Montecitorio sul Mes, Fontana annuncia che “si farà e il presidente sarà Giorgio Mulè. Auspico che si possa dirimere questa questione”. E proprio sul Mes evidenzia che “il Parlamento è sovrano, potevano essere prese varie decisioni e la maggioranza ha deciso. Questa è la democrazia. La decisione viene presa dal Parlamento in base alla sensibilità dei parlamentari, io non posso che accettare questo verdetto. E’ essenziale che si trovi un equilibrio per un regolamento che dia la possibilità di snellire e accelerare i lavori. E’ importante una democrazia decidente – prosegue -, è importante che ci siano pesi e contrappesi ma è importante anche arrivare a una decisione”.
In vista delle prossime elezioni europee, ciò che il presidente della Camera auspica per la Lega è che “possa essere parte del processo di cambiamento in Europa, di quei partiti che possano entrare pienamente nel contesto europeo. Non vedo dei veti nei confronti della Lega e non sono preoccupato. Credo che le vere alleanze e le questioni dei numeri si fanno il giorno dopo le elezioni del Parlamento europeo, lo dico perchè è sempre stato così. E’ una questione che a me non preoccupa – assicura -, inoltre, essendo un partito al governo le interlocuzioni ci sono. Da questo punto di vista penso che nessuno abbia paura della Lega in Europa. Sulle candidature decide la Lega. Io non ho letto il libro” di Vannacci, “ma non sono d’accordo sulle sue affermazioni”.
Tra Salvini e Giorgetti “le interlocuzioni ci sono quotidianamente, da quello che so c’è un buon rapporto, tra i due c’è una conoscenza trentennale e credo che prima di avere una divisione dovrebbe davvero succedere qualcosa di personale tra i due”. Infine, uno sguardo oltre Oceano. Se vincesse Trump ci sarebbe un pericolo per la democrazia? “No, quello che però accadde al Congresso fu un atto deplorevole e scandaloso. Ma dipenderà dagli americani, mi sembra poi ci siano delle questioni giudiziarie. Le elezioni del Presidente degli USA influiscono a livello mondiale, ma ci sono asset che vanno indipendente da chi è presidente. La nostra posizione Atlantica è indipendente da chi vince, noi abbiamo una alleanza granitica”, conclude Fontana.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

Lupi “Siamo più deboli ma non rinunciamo alla nostra storia”

0

ROMA (ITALPRESS) – “Non possiamo non riconoscere che negli anni siamo diventati più deboli, oggi come moderati valiamo il 9 per cento, 7 Fi e 2 Noi Moderati, il Pdl nel 2008 aveva il 39. Abbiamo una responsabilità: non disperdere la nostra storia e i nostri valori, accettando le nuove sfide di questo tempo di cambiamenti d’epoca”. Lo dice Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati, in un’intervista a Repubblica. In merito alla possibilità di fare un listone unico con Forza Italia per le prossime elezioni europee Lupi sottolinea che “noi saremo presenti sia alle regionali che alle Europee, ci interessa lavorare alla costruzione di un progetto più ampio, siamo entrambi nel Ppe ma per ora le liste saranno separate”. “A differenza del terzo polo non ci siamo sciolti come neve al sole. Noi con la schiena dritta portiamo le nostre idee nel governo del paese, non ci piangiamo addosso e lavoriamo perché il Ppe sia sempre più fondamentale in Italia e in Europa”, aggiunge.
-foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS)

Salvini “Centrodestra unito anche in Europa, sinistra divisa”

CAGLIARI (ITALPRESS) – “Vedo che c’è un centrosinistra sempre più diviso. Io, anche per motivi sentimentali, sono spesso a Firenze e anche lì, che una volta era la patria del granitico Pci e poi Pd, adesso ci saranno candidature diverse all’interno del centrosinistra. A maggior ragione la scelta unitaria del centrodestra è fondamentale. Aggiungo la riflessione europea: per la prima volta nella storia il parlamento europeo potrà avere una maggioranza senza la sinistra, senza i socialisti. Vuol dire smetterla con le follie come l’auto solo elettrica, le bistecche finte, il formaggio finto e altre sciocchezze. Quindi conto che il centrodestra sia unito in tutte le occasioni possibili, dalla Sardegna all’Europa”. Lo ha dichiarato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini a margine della visita a Cagliari alla caserma dei Carabinieri “Livio Duce”.

Foto: xd4/Italpress

(ITALPRESS).

Papa Francesco “Le guerre sono un male, preghiamo per la fine”

ROMA (ITALPRESS) – “Pregiamo specialmente per la martoriata Ucraina e per le popolazioni di Palestina e Israele”. Così Papa Francesco nei saluti dopo l’udienza generale del mercoledì, torna col pensiero alle vittime dei conflitti. “La guerra è un male, preghiamo per la fine delle guerre” aggiunge il Pontefice che, poi, rivolgendosi ai pellegrini giunti dalla Polonia, rende merito a tutte le persone che hanno operato “a sostegno delle vittime della guerra in Ucraina e altre parti del mondo”. Quindi Francesco chiama alla preghiera perchè si giunga ad una pace vera perchè “nonostante il male sembri sschiacciante, Dio, con la nascita di Suo Figlio, ha dato agli uomini la speranza che la forza dell’amore vincerà il potere del male”.

Foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).