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Ciriani “Settimane di fuoco, ma la manovra sarà approvata in tempo”

ROMA (ITALPRESS) – “Sono settimane di fuoco”, ma “ce la faremo sicuramente. La manovra sarà approvata nei tempi dovuti e senza stravolgimenti”. Lo assicura il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, in un’intervista al “Corriere della Sera”. “Questa manovra nasceva blindata per garantire ai mercati e ai cittadini che avremmo agito con responsabilità e serietà. Le risposte delle borse, dello spread e delle agenzie di rating dimostrano che la strada è quella giusta”, sottolinea Ciriani, che alle accuse delle opposizioni di “calpestare le prerogative del Parlamento”, replica così: “Non abbiamo calpestato proprio nulla. Vogliamo fare un dibattito ordinato, senza muro contro muro. Ho acconsentito alla richiesta delle opposizioni di poterne discutere ancora e così faremo. Il tempo ci sarà, la disponibilità al confronto c’è sempre stata, prova ne siano le audizioni e il lavoro in Commissione”. Sulle pensioni “abbiamo già depositato un emendamento, l’articolo 33 è stato riscritto e non toccheremo le pensioni di anzianità. E’ uno dei quattro argomenti su cui interveniamo, assieme a enti locali, sicurezza e infrastrutture”.
Per Ciriani “non è affatto vero che stiamo stravolgendo la manovra. Sono correttivi importanti su cui anche le opposizioni ci hanno chiesto di intervenire, ma non tocchiamo i saldi”. Schlein? “Per lei sbagliamo tutto, ma è una opposizione ideologica. Non ne imbrocca una. Sto ancora aspettando di capire la contromanovra del Pd e con quali soldi pensa di farla. Lo stesso vale per Conte. Come avrebbe pagato reddito e Superbonus? L’opposizione non è unita su nulla”. Il Ponte di Messina “rimane centrale, non c’è discussione. E l’emendamento arriva. Il tema – conclude Ciriani – è come rimodulare il contributo di Sicilia e Calabria”.

– foto: Agenzia Fotogramma –
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Ue, Meloni “Spiragli sulla riforma del Patto di Stabilità”

ROMA (ITALPRESS) – “La riforma del Patto di stabilità è uno dei temi che ci sta impegnando di più, è una trattativa molto serrata e penso che la posizione italiana sia chiara, compresa e rispettata: l’Italia chiede che gli investimenti che vengono fatti e incentivati dall’Unione Europea su alcune materie considerate strategiche vengano riconosciuti nelle regole della governance”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, alla presentazione di PhotoAnsa 2023. “Non so fino a dove si riuscirà ad arrivare nel tentativo di trovare una sintesi tra le posizioni che in partenza sono molto distanti” ma “vedo degli spiragli: siamo al lavoro per una soluzione seria che tenga conto del contesto nel quale operiamo, perchè l’Europa deve essere all’altezza della situazione nella quale si trova”, ha aggiunto.
Sul Mes “vedo un dibattito molto italiano e molto ideologico”, che “testimonia la strumentalità di certe posizioni. Non si può parlare di Mes se non si conosce il contesto – ha detto ancora Meloni -. Leggo dichiarazioni che fanno anche abbastanza sorridere: la segretaria del PD Elly Schlein diceva ‘non possiamo tenere ferma tutta l’Europà: forse non sa che il Mes è uno strumento che esiste e che si può tranquillamente attivare – ha aggiunto -. Semmai ci si dovrebbe interrogare sulla ragione per la quale, in un momento nel quale tutti quanti facciamo i salti mortali per reperire risorse, nessuno voglia attivarlo. I partiti dell’opposizione sono stati al governo quattro anni: perchè non l’hanno ratificato se era così fondamentale?”.

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Tajani “La maggioranza è unita e resiste”

BRUXELLES (BELGIO) (ITALPRESS) – “La maggioranza resisterà fino alle prossime elezioni politiche, governeremo l’Italia bene come stiamo facendo e mi auguro anche per la legislatura successiva, visto anche il consenso che c’è. Che poi nel centrodestra ci siano forse politiche diverse non è un segreto per nessuno”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del Consiglio Ue Affari Esteri, a Bruxelles.
“Il centrodestra è una coalizione di forze che hanno identità diverse, altrimenti sarebbe un partito unico, ma che hanno un programma comune basato su un minimo comune denominatore, che è la battaglia per la libertà, la battaglia per la giustizia giusta e l’introduzione del premierato – ha aggiunto Tajani -. Siamo uniti su queste scelte, lavoreremo insieme, poi ci possono essere idee diverse su alcuni temi. Ma io lavoro benissimo con Giorgia Meloni, Matteo Salvini e tutta la maggioranza e tutti i ministri, in perfetta sintonia”.

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Conte “Meloni salvaguardi onore e prestigio delle Istituzioni”

ROMA (ITALPRESS) – “Per noi la politica non è un gioco delle parti. Il nostro primo obiettivo è salvaguardare l’istituzione di governo. Una istituzione che non è sua oggi, come non era mia quando ero a Chigi e ho scelto di revocare l’incarico di un sottosegretario, oltre che di accettare le dimissioni di un viceministro per salvaguardare i valori dell’etica pubblica e per tutelare la trasparenza e la credibilità dello Stato. Auguriamo ai membri del suo governo coinvolti in procedimenti penali di potersi difendere efficacemente in giudizio, con tutte le garanzie del giusto processo. Il compito del presidente del Consiglio è però quello di assicurare che gli esponenti di governo svolgano le proprie funzioni con ‘onore e disciplinà, come prescrive la nostra Costituzione. Al di là delle vicende giudiziarie, che poi si risolvono nei tribunali, esistono ragioni di opportunità politica”. Così il leader del M5S Giuseppe Conte, in una lettera aperta pubblicata su la Repubblica, in cui chiede al premier Giorgia Meloni di assumere “finalmente decisioni chiare sulle condotte” di Andrea Delmastro, Daniela Santanchè, Vittorio Sgarbi. “Le lanciamo dunque un ultimo appello, presidente Meloni. Spetta a lei il compito di salvaguardare l’onore e il prestigio delle istituzioni. Se compirà la scelta giusta, anche la mia forza di opposizione riconoscerà la serietà di questo suo gesto di responsabilità politica. Non abbracci la logica corporativa di difesa, assoluta e intransigente, dei membri di governo, dei suoi compagni di partito o dei suoi sodali di coalizione. La sua inerzia contribuirebbe a far perdere a tanti cittadini la speranza che qualcosa possa cambiare. Una speranza che è ridotta al lumicino: sempre più italiani si allontanano dalla politica, si astengono, non partecipano più alla vita democratica perchè non ritengono più credibile la classe politica. Non possiamo permettere che quella luce si spenga del tutto con una sorta di ‘restaurazionè fatta di privilegi e di una classe politica occupata a proteggere se stessa, ma sempre più distratta rispetto alle attese dei cittadini, ai loro diritti, ai loro sogni”, conclude Conte.
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Mes, Tajani “Non basta l’intesa sul Patto di stabilità”

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“Un mese in più o in meno non credo cambi le cose. Non dobbiamo pensare che il Mes sia una questione di calendario ma di politica macroeconomica. E in questo senso la necessità europea è sostenere l’economia reale”. Così, in una intervista a Il Messaggero, il vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani. “Anche se noi come FI siamo favorevoli al Mes – osserva – bisogna essere consapevoli che non basta, dobbiamo completare l’architettura composta anche dal Patto di Stabilità, dall’unione bancaria e dall’armonizzazione fiscale. Altrimenti – avverte – saremmo davanti a una scelta monca che servirebbe probabilmente solo alle banche tedesche dato che le nostre siamo gia riusciti a rinforzarle anche con un buon testo sugli extraprofitti”. Tajani dice di aspettarsi “aperture dagli altri Paesi Ue, è un tema che l’Italia pone già con grande forza. Io ad esempio l’ho fatto quando siamo stati a Berlino, il discorso complessivo è esattamente quello che ho fatto al loro ministro delle Finanze. Non è che Roma per fare una cortesia ai tedeschi poi non fa il proprio bene. Ma è un ragionamento che estendo anche ai partiti italiani: chiedo a tutti coloro che sono favorevoli cosa intendono fare su unione bancaria e fiscalità”, spiega. Quanto all’intesa sul Patto di stabilità, “non accetteremo proposte lesive per noi. I frugali non sono Paesi industriali ma devono tenere conto del fatto che noi siamo la seconda manifattura d’Europa e che altri Paesi, come la Francia, hanno le nostre stesse posizioni critiche. Ricordo loro che il Patto è di stabilità ma è anche di crescita. Non è che possono tagliare quest’ultima o si fa la fine delle vecchie regole recessive che nel 2008 hanno provocato guai enormi. Ribadisco: io mi auguro si possa trovare un accordo entro Natale ma non vogliamo sia penalizzante per noi”, conclude Tajani.
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Pnrr, Fitto “Per la quinta rata raggiungeremo obiettivi entro fine anno”

ROMA (ITALPRESS) – “Sulla quinta rata stiamo lavorando e siamo convinti che entro il 31 dicembre di quest’anno raggiungeremo gli obiettivi e presenteremo la richiesta di pagamento”. Così il ministro per gli Affari europei, Politiche di Coesione e Pnrr Raffaele Fitto, ospite a “In mezz’ora”, su Rai3, a proposito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
“Spesso abbiamo un dibattito che ci racconta che siamo gli ultimi, ma siamo l’unico Paese che ha presentato e ha avuto il pagamento della quarta rata e saremo, nei prossimi giorni, l’unico Paese addirittura a presentare gli obiettivi della quinta. Mi sembra che sia un risultato molto rilevante”, ha aggiunto.
“Il Pnrr prevedeva 59 riforme che noi abbiamo ridiscusso nella fase di attuazione, con le tempistiche e le modalità, d’intesa con la Commissione Europea – ha spiegato il ministro -. Queste sono rimaste lì ma ne abbiamo aggiunto altre 7. Il Pnrr che abbiamo revisionato prevede 66 riforme in tutto. Una è collegata alla riforma degli incentivi un’altra alle politiche di coesione e 5 molto rilevanti nell’ambito del Repower. Dopo il 2026 il nostro obiettivo è che l’attuazione delle riforme, per le quali manterremo gli impegni che sono stati assunti, ci debba consentire di camminare autonomamente”.
Secondo Fitto “se il Pnrr viene visto come un una tantum per spendere queste risorse siamo sulla strada sbagliata. La revisione – ha aggiunto – è fatta per il contrario, rafforziamo il profilo riformista e mettiamo in campo un’azione che punta non solo a spendere le risorse ma a farlo bene”.
“Dobbiamo mettere in campo un’azione concreta e coerente per attuare il più grande piano di investimenti e riforme che il nostro Paese abbia mai avuto, e farlo in modo efficace”, ha sottolineato Fitto.

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Mattarella “Irrinunciabile la tutela dei diritti umani”

ROMA (ITALPRESS) – “Ricorre oggi il 75° anniversario dell’approvazione da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Oggi come allora l’importanza di quel documento consiste nell’anteporre all’esercizio del potere l’inalienabile dignità inerente alla persona. Ciò ha consentito di costruire un’architettura internazionale improntata al rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali di ogni essere umano”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani. “L’Italia aderisce con sentita partecipazione alla campagna di celebrazione promossa dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, nella consapevolezza che tale importante anniversario si inserisce in una congiuntura caratterizzata da violazioni gravi e sistematiche dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario che offendono la coscienza delle donne e degli uomini del Pianeta”, aggiunge il capo dello Stato. Il riconoscimento e la tutela dei valori supremi della dignità umana, iscritti nella Costituzione, costituiscono per la Repubblica un’esigenza irrinunciabile, ovunque e in ogni circostanza. Senza diritti umani – universali e interdipendenti – non esistono nè libertà nè giustizia, nè pace duratura nè sviluppo sostenibile. Alla luce delle sfide che caratterizzano il nostro tempo, abbiamo il dovere di ribadire con rinnovata determinazione principi che – indipendentemente dai contesti politici, economici o culturali – rappresentano per tutti un obbligo morale e un presidio di civiltà”, conclude Mattarella.
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Commissione Ue, Tajani “Draghi? Vanno seguite le regole”

ROMA (ITALPRESS) – “Draghi è una persona che stimo moltissimo e può svolgere qualsiasi ruolo. Lo dissi io stesso che poteva fare tutto. Ma non lo si tiri per la giacca e non si usi il suo nome per altri scopi. Non si possono lanciare idee che non ci sono, perchè non mi risulta neanche che ci sia una proposta francese”. Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in un’intervista a QN, in merito alla possibilità che l’ex premier Draghi possa essere candidatro alla guida della Commissione europea secondo una proposta avanzata dal presidente francese Macron.
“Nessuna preclusione, ma ci sono regole che vanno seguite. Ci sono i Trattati. I commissari li nomina il governo di ciascuno Stato e il presidente deve essere scelto dal consiglio tenendo conto dei risultati elettorali. Come è facile immaginare credo proprio che dal risultato del voto verranno confermate tutte le possibilità di un candidato del Ppe”, conclude Tajani.
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