Home Politica Pagina 24

Politica

Valditara “Alle elementari si torna ai giudizi sintetici”

ROMA (ITALPRESS) – L’anno scolastico 2024/25 è al via e “Parte con numerose novità. Penso ad esempio alla riforma del 4+2, che si avvia in forma sperimentale, per offrire una formazione tecnico-professionale più moderna ai giovani. Oppure all’ingresso a pieno regime del docente tutor e del docente orientatore. A settembre lanceremo anche un grande piano per l’orientamento. Ci sono poi il divieto all’uso dei cellulari, il ritorno al diario cartaceo e le norme contro i diplomifici”. Lo afferma il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara in una intervista a “La Stampa” per poi parlare del ddl sul voto in condotta approvato un anno fa dal govermo, ma ancora fermo alla Camera: “La riforma della condotta è stata approvata in Senato e in commissione Cultura alla Camera ed è stata incardinata per il voto finale in aula previsto per settembre. Sono fiducioso quindi che entro questo mese diventi legge. Si tratta innanzitutto di un cambio culturale, con la condotta che torna a contare nel percorso scolastico dello studente, l’introduzione obbligatoria delle attività di cittadinanza sociale e la trasformazione radicale dell’istituto della sospensione, con più scuola e non meno scuola” dice Valditara che poi aggiunge: “Comporterà anche l’introduzione di giudizi sintetici alle elementari, facilmente comprensibili. I genitori non troveranno più frasi come ‘in via di prima acquisizionè o ‘valutazione intermedià ma parole chiare come: ottimo, buono, sufficiente e insufficiente. Accogliendo il parere dei pedagogisti che abbiamo consultato, non ci sarà il gravemente insufficiente”.

foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

Mattarella “Nessun Paese può risolvere da solo questioni globali”

ROMA (ITALPRESS) – “Oggi i Parlamenti nazionali legiferano sulla base di scelte che hanno unito gli Stati in forme sempre più avanzate di cooperazione. Nessun Paese può pensare di risolvere da solo le questioni globali connesse alla crescita economica, alle sfide delle migrazioni o a quelle sempre più complesse dell’intelligenza artificiale e della sicurezza cibernetica”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso dell’inaugurazione del G7 Parlamenti.

– Foto screenshot video ufficio stampa Quirinale –

(ITALPRESS).

Grillo “Eserciterò i diritti che lo statuto del M5S mi riconosce”

ROMA (ITALPRESS) – “Ormai è chiaro come il sole: a ottobre vi troverete davanti a un bivio, costretti a scegliere tra due visioni opposte di cosa debba essere il Movimento 5 Stelle. La prima è di una politica che nasce dal basso, e non da politici di professione, la seconda è quella di Giuseppe Conte”. Lo scrive sul suo blog Beppe Grillo fondatore del Movimento 5Stelle. “Il MoVimento, come sapete, è nato dall’idea che Gianroberto ed io abbiamo avuto di creare una forza politica diversa, un’alternativa ai partiti tradizionali, ormai incrostati da decenni di politici zombie, più attenti ai propri interessi che a quelli dei cittadini che dovrebbero rappresentare. Sapevamo fin dall’inizio che il pericolo di cadere nello stesso tranello incombe su ogni forza politica, perchè ogni rappresentante tende inevitabilmente a mettere se stesso al centro, sacrificando l’interesse collettivo. E’ una storia vecchia quanto il mondo: da secoli le comunità si ingegnano per trovare regole che possano arginare questa deriva”. “Non esistono regole perfette, ma è evidente che i conflitti d’interesse si acuiscono quando i rappresentanti si chiudono nei loro privilegi e si rifiutano di lasciare lo spazio agli altri. E’ un comportamento dettato dal naturale egoismo umano, radicato e difficile da sradicare. Proprio per questo, Gianroberto ed io abbiamo capito che, per creare un modello diverso dai partiti tradizionali, dovevamo stabilire alcune regole fondamentali, inviolabili. Per questo, quando parliamo di principi fondativi stiamo parlando di principi non negoziabili, principi che se vengono scardinati fanno crollare le fondamenta di una casa che mattone dopo mattone abbiamo costruito insieme a voi in tutti questi anni. Ad oggi non mi sembra si stia compiendo un’opera di rinnovamento, ma un’opera di abbattimento, per costruire qualcosa di totalmente nuovo, che nulla ha a che spartire con il MoVimento 5 Stelle. Il 20 Agosto pubblicavo sul mio blog un post dal titolo “Il nostro DNA” in cui chiedevo la salvaguardia del simbolo, del nome e della regola del secondo mandato, principi fondanti del MoVimento 5 Stelle. Dopo la pubblicazione del suddetto post, Giuseppe Conte pubblicava un video di lancio dell’Assemblea Costituente in cui dichiarava che sia il simbolo, che il nome, che anche le regole del M5S avrebbero potuto subire modifiche” prosegue Grillo. “Ora, esplicito ancora di più quanto avevo inteso già fare con quel post, purtroppo ignorato dal Presidente Conte: esercitare i diritti che lo Statuto mi riconosce in qualità di Garante, ossia custode dei Valori fondamentali dell’azione politica del MoVimento 5 Stelle. E quindi, secondo quanto afferma l’art. 12, lettera a) numero 2, ribadisco che ci sono degli elementi imprescindibili del Movimento 5 Stelle che devono restare tali affinchè il Movimento possa ancora dirsi tale: il nome, il simbolo e la regola dei due mandati”.

foto: Agenzia Fotogramma

(ITALPRESS).

Sangiuliano “Mai speso un euro del Ministero per Boccia, non sono ricattabile”

0

ROMA (ITALPRESS) – “Non ho mai speso un euro del ministero per la signora Boccia, i suoi viaggi li ho pagati da me con la mia carta di credito personale. Il rapporto tra me e Boccia è stato di tipo affettivo, ma io non sono ricattabile perché non ho usato denaro pubblico”. Lo ha affermato in una intervista al TG1 il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, a proposito del suo rapporto con Maria Rosaria Boccia. “Ero disponibile a dimettermi un minuto dopo che il Presidente Meloni me lo chiedeva. Ma quando ha visto le prove documentali che le ho portato che rendevano la vicenda solo un fatto di gossip, senza che nessun riservato è mai circolato, mi ha detto di andare avanti e chiarire bene il punto di verità” ha aggiunto il ministro dopo aver mostrato estratti conto e ricevute di pagamento di biglietti aerei. “La dottoressa Boccia l’ho conosciuta all’inizio della campagna elettorale per le europee ad una manifestazione di Fratelli d’Italia a Napoli. Mi è stata presentata da amici comuni anche se lei poi ha pubblicato una foto del 2023. Ma non era insieme a me ma in una delle tante foto fatte in occasione di un evento” ha spiegato Sangiuliano, il quale a proposito della mancata nomina a consulente della Boccia ha risposto: “Dopo che è nata un’amicizia personale, ho riscontrato in lei alcune doti organizzative, dopodiché ho pensato di nominarla sempre a titolo gratuito consigliere per l’organizzazione dei grandi eventi. Il rapporto poi è diventato una relazione sentimentale e, pur avendo continuato a portare avanti l’ipotesi della nomina, ho riscontrato dopo essermi consultato con alcuni legali e con il mio capo di gabinetto che tutto ciò poteva configurare un conflitto di interessi. Ho chiesto io stesso per mail al capo di gabinetto di interrompere la nomina di Boccia: il conflitto di interessi è di carattere sia sentimentale sia per la sua partecipazione di eventi che potevano entrare in conflitto con i nostri. Sulla nomina non è mai stato fatto nessun invio all’Ufficio centrale di bilancio e anche il contratto che Boccia potrebbe esibire è privo di controfirma”. A proposito di eventuali dati sensibili violanti in vista del G7 Cultura, Sangiuliano ha assicurato che “la dottoressa Boccia non ha mai avuto assolutamente accesso nè a documenti classificati, nè a documenti riservati riguardanti il G7” e che la sua presenza al Ministero si sarebbe verificata solo quattro o cinque volte. “Ieri sera ho chiamato Boccia per dirle di essere corretta e precisa nelle affermazioni. La prima persona a cui devo chiedere scusa è mia moglie, poi lo chiedo a Meloni per l’imbarazzo creato a lei e al governo, poi ai miei collaboratori che non avendo fatto niente si ritrovano investiti da questa vicenda” ha concluso il ministro. (ITALPRESS).

 

foto: Agenzia Fotogramma

 

Meloni “Stiamo facendo la storia, non sono consentiti errori”

ROMA (ITALPRESS) – “Noi stiamo facendo la storia, e dobbiamo esserne tutti consapevoli. E questo non prevede nè pause nè soste, ma tanto meno può consentire errori e passi falsi”. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo all’esecutivo di Fratelli d’Italia, nella sua relazione introduttiva. “Gli italiani lo hanno capito e, da quando siamo al Governo, ci hanno sempre premiato. Fratelli d’Italia ha confermato, in tutte le ultime tornate elettorali, di essere in ottima salute. Alle europee abbiamo segnato una ulteriore crescita rispetto alle politiche, e lo abbiamo fatto non a scapito dei nostri alleati di centrodestra. Tutto il centrodestra è cresciuto, e questo ha reso il nostro governo il più solido e stabile d’Europa e del G7. Questo è un fatto molto importante e significativo, e ha spaventato sul serio chi non accetta che il centrodestra sia al governo e che stiamo cambiando le cose”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

Papa Francesco “La fede non sia manipolata per accrescere l’odio”

ROMA (ITALPRESS) – “Vi sono casi in cui la fede in Dio viene continuamente posta in primo piano, ma spesso purtroppo per essere manipolata, per servire non a costruire pace, comunione, dialogo, rispetto, collaborazione, fraternità, ma per fomentare divisioni e accrescere l’odio”. Così Papa Francesco alle autorità politiche e sociali a Giacarta, nella sua seconda giornata di visita pastorale.
“La vera armonia – sottolinea il Pontefice – si ottiene quando ciascuno si impegna non solo per i propri interessi e la propria visione, ma in vista del bene di tutti, per costruire ponti, per favorire accordi e sinergie, per unire le forze allo scopo di sconfiggere ogni forma di miseria morale, economica, sociale, e promuovere pace e concordia”.
Francesco ha poi incontrato privatamente i circa 200 confratelli gesuiti presenti in Indonesia.
– foto Ipa –
(ITALPRESS).

Palermo ricorda Dalla Chiesa a 42 anni dalla strage, presente Piantedosi

PALERMO (ITALPRESS) – Rappresentanti politici, forze dell’ordine e cittadinanza, tutti insieme per celebrare il ricordo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa nel luogo in cui, 42 anni fa, Cosa nostra lo uccise insieme alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’autista Domenico Russo, in via Isidoro Carini, a Palermo.
Per onorarlo sono state deposte diverse corone di fiori attorno alla targa che lo commemora: presenti il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il presidente della Regione Renato Schifani, il sindaco di Palermo Roberto Lagalla, il prefetto di Palermo Massimo Mariani, il presidente della Corte d’Appello di Palermo Matteo Frasca, il procuratore capo di Palermo Maurizio De Lucia, il procuratore generale della Corte d’Appello Lia Sava e il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Teo Luzi. Presenti anche Nando Dalla Chiesa, figlio del generale, e i rappresentanti delle Forze dell’Ordine.

“Quarantadue anni fa – sottolinea il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – l’aggressione mafiosa interrompeva tragicamente il percorso umano e professionale di Carlo Alberto Dalla Chiesa. Con lui perdevano la vita la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo, deceduto alcuni giorni dopo per le ferite mortali riportate. Quel barbaro agguato contro un esemplare servitore della Repubblica rappresentò una delle pagine più funeste dell’attacco della criminalità organizzata alla convivenza civile. Il vile attentato non riuscì, tuttavia, ad attenuare l’impegno per quei valori di legalità e giustizia propri alla nostra democrazia, per la cui affermazione, nei diversi ruoli ricoperti nell’Arma dei Carabinieri e da ultimo come Prefetto di Palermo, il Generale Dalla Chiesa aveva combattuto. A distanza di anni, la memoria di quanti, come lui, si sono opposti al terrorismo e alla prepotenza mafiosa, continua a interpellare coloro che rivestono pubbliche responsabilità, la società civile, le giovani generazioni, ciascun cittadino. La sua figura, il suo lascito ideale vivono oggi nell’operato di chi si impegna in prima persona contro la mafia e il terrorismo e indica all’intera comunità nazionale la via del coraggio e della responsabilità”. “Ogni giorno – aggiunge il Capo dello Stato -, nei diversi contesti, donne e uomini della Magistratura, delle Forze dell’ordine, della Pubblica amministrazione, del mondo dell’impresa e del lavoro, contribuiscono, con il loro apporto, a tenere alta la guardia, a contrastare e denunciare prevaricazione e violenza, a riconoscere e sventare modalità nuove e insidiose di infiltrazione criminale. Il coinvolgimento della scuola, degli altri ambiti educativi, dei mezzi di comunicazione, è essenziale affinché sempre più si affermi una cultura diffusa della legalità, che rigetti ogni forma di compromesso con la mentalità mafiosa, rafforzando democrazia, sviluppo, coesione sociale. Con questi sentimenti, rivolgo un commosso pensiero alle famiglie Dalla Chiesa, Setti Carraro e Russo, esprimendo i sentimenti di solidarietà e di vicinanza della Repubblica”.

“Nell’anniversario della strage di Via Carini – scrive sui social il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni -, ricordiamo con commozione il Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, sua moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo. Il loro sacrificio ci ricorda l’importanza di non abbassare mai la guardia nella lotta contro la criminalità organizzata e di difendere con fermezza i valori di legalità e giustizia. Il coraggio e la dedizione del Generale dalla Chiesa, che ha combattuto senza sosta contro il terrorismo e la mafia, sono per noi un esempio e una guida. È nostro dovere onorare la sua memoria continuando con determinazione il suo impegno. L’Italia non dimentica”.

“Ricorre oggi il 42^ anniversario dell’assassinio del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di polizia Domenico Russo, tre autentici simboli di coraggio, abnegazione, amore per la Patria e la giustizia”, scrive sui social il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che aggiunge: “Il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ha dedicato tutta la vita a contrastare, con rigore e dedizione ogni forma di criminalità. Fu tra i principali e più efficaci protagonisti del contrasto alle Brigate Rosse e al terrorismo degli anni settanta e, con lo stesso spirito, si era messo al servizio dello Stato contro la mafia, come Prefetto di Palermo. Emanuela Setti Carraro era una donna forte e risoluta, che non ebbe paura di restare al fianco del marito e di sostenerlo nei momenti di maggiore difficoltà. Domenico Russo un agente di polizia che stava adempiendo con coraggio e spirito di sacrificio al proprio incarico. Il loro tragico destino colpì l’intera Nazione e oggi rendiamo onore alla devozione di chi ha anteposto il bene della Patria alla propria vita. Ai loro familiari desidero esprimere la vicinanza, mia personale e del Senato della Repubblica”.

“Quel vile attentato ha lasciato un segno indelebile nella coscienza collettiva del nostro Paese, che ancora oggi lo ricorda con immutata emozione. Nell’onorare la memoria delle tre vittime, il mio commosso pensiero va al Prefetto di Palermo, Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, alla moglie Emanuela Setti Carraro e all’Agente Scelto della Polizia di Stato Domenico Russo”, scrive, in occasione della commemorazione del 42esimo anniversario del barbaro eccidio mafioso di via Carini, il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, nel messaggio inviato al Prefetto di Palermo, Massimo Mariani. “Desidero, inoltre, esprimere la vicinanza mia personale e della Camera dei deputati alle loro famiglie così duramente colpite nei loro affetti più cari – aggiunge -. Il Generale Dalla Chiesa, autentico servitore dello Stato, cui ha dedicato e immolato la propria vita, dopo aver dato un contributo fondamentale nella lotta al terrorismo, aveva intrapreso con fermezza e rigore una serrata e coraggiosa attività di contrasto alla criminalità organizzata mafiosa, nella piena consapevolezza dei rischi connessi al suo ruolo. Ma non si lasciò mai intimidire, portando avanti la sua azione volta a riaffermare la presenza delle Istituzioni a tutela della sicurezza di tutti i cittadini. Questa dolorosa ricorrenza rappresenta, dunque, un’occasione preziosa per ribadire, nel solco del valoroso esempio offerto da Carlo Alberto Dalla Chiesa, l’importanza di una solida cultura della legalità e della sensibilità civica. È indispensabile mantenere sempre alto l’impegno contro la mafia, difendendo quei valori di libertà e giustizia per proteggere i quali il Generale sacrificò generosamente la sua stessa vita”.

“Il ricordo della strage di via Carini continua a interpellare le coscienze di ciascuno: c’è qualcosa nell’esempio di Dalla Chiesa che suscita ancora un’ammirazione profonda e incondizionata. I suoi ultimi mesi da prefetto di Palermo sono solo parte di una vita a servizio del bene comune, ovunque sia andato”, dichiara il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi durante la messa in memoria di Carlo Alberto Dalla Chiesa alla Cattedrale di Palermo. “Negli anni più duri del contrasto a terrorismo e mafia ha saputo parlare ai cittadini, senza mai nascondere le difficoltà e i sacrifici imposti dal suo servizio – aggiunge Piantedosi -. La mafia è molto più di azioni violente, intimidazioni e prevaricazioni: è negazione dei diritti di cittadinanza e libertà e potere eversivo che si oppone ai diritti sanciti dalla Costituzione“. “L’operato di Dalla Chiesa suscita stima e volontà di dare un apporto costante e concreto alla comunità cittadina: ha colto l’importanza di parlare ai giovani e coinvolgerli nell’impegno sociale quotidiano, in più percepì la necessità di stimolare una reazione nelle comunità oppresse dalle mafie”, sottolinea il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che aggiunge: “La sua intuizione fu guardare al contrasto a Cosa nostra con un approccio globale e complessivo, attraverso strumenti investigativi innovativi. La mafia lo temeva perché aveva compreso le nuove dinamiche in cui operava e gli intrecci con la cosiddetta zona grigia. La strage di via Carini ha segnato un avanzamento degli attacchi delle cosche allo Stato: per onorare lui, Emanuela Setti Carraro e Domenico Russo dobbiamo proseguire senza sosta nel contrasto alla criminalità organizzata”.

“Oggi, nel 42^ anniversario della barbara uccisione del prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, ho voluto rendere omaggio a un uomo che ha rappresentato con coraggio e determinazione lo Stato nella sua lotta contro la mafia. Il generale Dalla Chiesa, con la sua integrità e il suo impegno incrollabile, ha pagato con la vita il prezzo del suo senso del dovere e della sua fedeltà alle istituzioni”, dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che questa mattina ha deposto una corona d’alloro sul luogo della strage, in via Isidoro Carini, a Palermo. “In questo giorno – prosegue Schifani – il mio pensiero va anche a sua moglie, Emanuela Setti Carraro, e all’agente Domenico Russo, vittime innocenti della mano mafiosa. Il loro sacrificio non può essere mai dimenticato. È nostro dovere continuare a ricordare e a tramandare la memoria di questi eroi, affinché il loro esempio sia guida per le future generazioni”.

“Carlo Alberto Dalla Chiesa è stato uno degli esempi più alti di uomo dello Stato, fedele alle istituzioni. A 42 anni dall’attentato nel quale hanno perso la vita anche la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente Domenico Russo, deceduto alcuni giorni dopo, è doveroso ricordare il Generale dei Carabinieri che ha combattuto il terrorismo e che, poi, da Prefetto di Palermo, non ha esitato a dare il suo contributo nel contrasto alla mafia. Una sfida che si è poi rivelata tragica, ma il suo metodo di lavoro resta ancora oggi un faro per la magistratura e le forze dell’ordine che conducono le indagini e il suo esempio, anche sotto il profilo umano, rappresenta un’ideale eredità di comportamento per la società civile, le giovani generazioni e le istituzioni”, dichiara il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, in occasione della cerimonia di commemorazione del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, della moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente della scorta Domenico Russo, uccisi 42 anni fa a Palermo dalla mafia.
(ITALPRESS).

– foto xd8 Italpress –
(ITALPRESS).

Piantedosi “Dalla Chiesa ha pagato un prezzo altissimo per la legalità”

PALERMO (ITALPRESS) – “Dalla Chiesa ha pagato un prezzo altissimo dando un contributo notevole all’affermazione della cultura della legalità nel nostro Paese: grandi esempi come il suo vengono ricordati anche per essere tramandati alle generazioni future e creare un legame intergenerazionale attraverso queste testimonianze”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, a margine della commemorazione di Carlo Alberto Dalla Chiesa alla Cattedrale di Palermo. “La lotta alla mafia deve ancora essere portata avanti in chiave moderna – continua Piantedosi -. Cosa nostra uccide meno, ma non è meno insidiosa in quanto inquina l’economia legale e le istituzioni e impoverisce i territori: molto è stato fatto sia come interventi normativi sia come competenze sviluppate, ma l’esperienza insegna che la vocazione al cambiamento impone di seguire sempre il contrasto alla mafia”.
“Il 3 settembre 1982 ero un giovane studente e ricordo le notizie che arrivarono in serata dalle televisioni: ero con mia madre, che era una grande estimatrice di una figura austera e importante come Dalla Chiesa. Fu un evento che mi colpì molto”, sottolinea il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
– foto xd8 Italpress –
(ITALPRESS).