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Papa “Tornare all’essenziale per affrontare nuove sfide”

RIMINI (ITALPRESS) – “Eccellenza Reverendissima, in occasione del 45° Meeting per l’amicizia fra i popoli, il Santo Padre desidera raggiungere i partecipanti con un messaggio augurale, salutando gli organizzatori, i volontari e tutti coloro che prenderanno parte all’evento, il cui titolo rappresenta un accorato appello alla responsabilità: «Se non siamo alla ricerca dell’essenziale, allora cosa cerchiamo?»”. Lo scrive il segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, nel messaggio al vescovo di Rimini, monsignor Nicolà Anselmi, che riporta l’augurio di Papa Francesco al Meeting che si apre domani.
“Proprio mentre attraversiamo tempi complessi, la ricerca di ciò che costituisce il centro del mistero della vita e della realtà è di cruciale importanza. La nostra epoca, infatti, è segnata da problematiche varie e notevoli sfide, dinanzi alle quali riscontriamo talvolta un senso di impotenza, un atteggiamento rinunciatario e passivo che possono condurre a “trascinare la vita” e a lasciarsi travolgere dallo stordimento dell’effimero, fino a perdere il significato dell’esistenza. In questo scenario, perciò, è quanto mai pertinente la scelta di mettersi sulle tracce di ciò che è essenziale – prosegue il messaggio -. Papa Francesco incoraggia dunque il tentativo di cercare, con passione ed entusiasmo, quanto fa emergere la bellezza della vita, affrontando la questione posta da don Luigi Giussani quando con coraggio affermava: «Il cuore è roso dalla sclerosi, vale a dire dalla perdita della passione e del gusto del vivere. […] La vecchiaia a vent’anni e anche prima, la vecchiaia a quindici anni, questa è la caratteristica del mondo d’oggi» (Il senso religioso, Milano 2013, 116-117)”.
“Mentre soffiano i gelidi venti della guerra, aggiungendosi a ricorrenti fenomeni di ingiustizia, violenza e disuguaglianza, nonchè alla grave emergenza climatica e ad una mutazione antropologica senza precedenti, è imprescindibile fermarsi e chiedersi: c’è qualcosa per cui vale la pena vivere e sperare? Fin dall’inizio del suo pontificato, Papa Francesco ci esorta a leggere anche le resistenze, le fatiche e le cadute degli uomini e delle donne di oggi come un appello a riflettere, perchè il cuore si apra all’incontro con Dio e ciascuno prenda coscienza di sè stesso, del prossimo e della realtà – scrive ancora Parolin -.
Il suo costante invito è a farsi mendicanti dell’essenziale, di ciò che dà senso alla nostra vita, anzitutto spogliandoci di ciò che appesantisce il quotidiano, sull’esempio di uno scalatore che, giunto all’attacco della parete rocciosa, deve liberarsi del superfluo per poter salire più speditamente. Così facendo, scopriamo che il valore dell’esistenza umana non consiste nelle cose, nei successi ottenuti, nella corsa della competizione, ma anzitutto in quella relazione d’amore che ci sostiene, radicando il nostro cammino nella fiducia e nella speranza: è l’amicizia con Dio, che si riflette poi in tutte le altre relazioni umane, a fondare la gioia che non verrà mai meno. Siamo amati, questa è la verità essenziale, che lo stesso don Giussani annunciava ai giovani universitari: «Siete amati. Questo è il messaggio che arriva nella vostra vita[ … ]. Questo è Gesù Cristo nella storia dell’uomo, l’inizio continuo di questo messaggio: “Siete amati!”. Cos’è la vita? Essere amati. E l’essere che abbiamo addosso? Essere amati. E il destino? Essere amati» (Litterae Communionis Tracce, 1996, n. 1)”.
“Sulla stessa lunghezza d’onda, Papa Francesco ricorda che «ciò che per noi è essenziale, più bello, più attraente e allo stesso tempo più necessario è la fede in Cristo Gesù» (Discorso alla Plenaria del Dicastero per la Dottrina della Fede, 26 gennaio 2024). Solo il Signore, infatti, salva la nostra fragile umanità e, in mezzo alle avversità, ci fa sperimentare una letizia altrimenti impossibile. Senza questo punto di ancoraggio, la barca della nostra vita sarebbe in balìa delle onde e rischierebbe di affondare – prosegue il messaggio -. Ritornare all’essenziale che è Gesù non significa evadere dalla realtà ma, al contrario, è la condizione per immergersi davvero nella storia, per affrontarla senza fuggirne le sfide, per trovare il coraggio di rischiare e di amare anche quando sembra che non ne valga la pena, per vivere nel mondo senza timore alcuno. Come ebbe a scrivere l’allora Arcivescovo Montini: «Tu ci sei necessario, o Cristo, o Signore, o Dio-con-noi, per imparare l’amore vero e camminare nella gioia e nella forza della tua carità, lungo il cammino della nostra vita faticosa» (Omnia nobis est Christus. Lettera pastorale all’arcidiocesi di Milano per la Quaresima 1955)”.
“In questo spirito, dunque, il Santo Padre apprezza e condivide la finalità del prossimo Meeting, perchè puntare all’essenziale ci aiuta a prendere in mano la nostra vita e a farne uno strumento di amore, di misericordia e di compassione, diventando segno di benedizione per il prossimo. Di fronte alla tentazione dello scoraggiamento, alla complessità della crisi attuale e, in particolare, alla sfida di una pace che sembra impossibile, il Santo Padre esorta tutti a diventare protagonisti responsabili del cambiamento, collaborando attivamente alla missione della Chiesa, per dare vita insieme a luoghi in cui la presenza di Cristo si possa vedere e toccare. Questo corale impegno può generare un mondo nuovo, dove finalmente a trionfare sia l’Amore che in Cristo si è manifestato a noi, e l’intero pianeta diventi tempio di fraternità – conclude Parolin -. Papa Francesco auspica che il ricco programma del Meeting, nella molteplicità delle proposte e dei linguaggi, possa suscitare in molti il desiderio di farsi cercatori dell’essenziale e far fiorire nei cuori la passione per l’annuncio del Vangelo, fonte di liberazione da ogni schiavitù e forza che risana e trasforma l’umanità. A tutti, organizzatori, volontari e partecipanti, Egli invia di cuore la Sua benedizione, chiedendo per favore di pregare per lui”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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“De Gasperi e l’intelligence”, a settembre il libro di Mario Caligiuri

ROMA (ITALPRESS) – “Alcide De Gasperi e l’intelligence. Come è stata ricostruita l’Italia”. Questo è il titolo del libro che sarà presente in tutte le librerie già dal mese di settembre.
Lo hanno annunciato, in occasione del settantesimo anniversario della scomparsa dello statista democristiano, il curatore Mario Caligiuri e l’editore Florindo Rubbettino.
Il volume è pubblicato nella collana dedicata all’intelligence dell’Università della Calabria e si inserisce nel contesto degli approfondimenti storici iniziati con Francesco Cossiga (2011) e proseguiti con Aldo Moro (2018), Giulio Andreotti (2021) ed Enrico Mattei (2022).
Il testo contiene saggi di Mario Caligiuri, Giovanni Fasanella, Mimmo Franzinelli, Alessandro Giacone, Paolo Gheda, Virgilio Ilari, Valeria Moroni, Giacomo Pacini e Niccolò Petrelli.
Caligiuri ha ricordato che “De Gasperi è la figura repubblicana più significativa di tutte. E’ lui il presidente della ricostruzione che pone le premesse affinchè l’Italia, dopo una rovinosa guerra perduta, si trasformasse da Paese contadino in una delle principali potenze industriali del mondo”.
Ha poi evidenziato che “pur avviando ricerche negli archivi di Servizi italiani e stranieri, sembra emergere molto poco sui collegamenti diretti tra De Gasperi e l’intelligence. Ma è proprio in questo periodo che vengono compiute scelte decisive per il nostro Paese: la definizione del Trattato di pace, la visione politica atlantica e le premesse della futura Unione Europea. Temi per i quali non è pensabile che il capo del Governo non abbia avuto, direttamente o indirettamente, contatti con i Servizi”.
Per Florindo Rubbettino “Il libro curato da Mario Caligiuri, pubblicato in occasione del Settantesimo anniversario della morte di De Gasperi, rende giustizia al ruolo di grande rilevanza internazionale che questi ha rivestito in uno dei momenti più complessi della storia repubblicana. La nostra Casa Editrice ha dedicato numerose pubblicazioni alla figura dello Statista trentino, compreso il catalogo della mostra dal titolo Un europeo venuto dal futuro, allestita per i 50 anni della sua scomparsa. Questo volume su De Gasperi e l’intelligence rappresenta un tassello importante di questo variegato mosaico”.
Anche il Presidente della Fondazione “Alcide De Gasperi”, Angelino Alfano, ha commentato l’uscita del libro, dichiarando: “De Gasperi è il costruttore dell’Italia repubblicana. L’uomo a cui più si devono le scelte che hanno connotato la direzione di marcia che ha portato pace e prosperità alla nostra Patria e all’Europa. In questo ambito la ricostruzione dell’apparato statuale e della colonna dorsale amministrativa fu centrale anche perchè i suoi otto governi attraversarono la transizione repubblicana portando l’Italia oltre la guerra civile e verso lo sviluppo”.
Nel saggio, gli autori hanno affrontato diverse questioni: l’inevitabilità dell’intelligence nella ricostruzione del Paese dopo la Seconda guerra mondiale, il ruolo del Secret Service britannico verso l’Italia, la guerra dell’informazione del “Candido” contro lo statista italiano,
la politica democristiana dell’intelligence a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, l’attenzione sull’Italia attestata dagli archivi dei Servizi francesi, l’oscillante politica estera di sicurezza nazionale ancorata ai partiti americani, l’interesse costante dell’intelligence statunitense verso il nostro Paese, l’esperienza poco nota del Movimento d’Avanguardia Cattolica Italiano (MACI) che operava come un Servizio segreto e la travagliata nascita del SIFAR, che per decenni ha orientato l’architettura organizzativa dell’intelligence nazionale.
Questi argomenti pongono le basi per ulteriori contributi, al fine di esaminare, senza le lenti deformanti delle ideologie e dei luoghi comuni, la storia politica del nostro Paese, analizzando in modo scientifico il ruolo che l’intelligence ha avuto nelle complesse vicende che si sono susseguite dal secondo dopoguerra in poi.

– Foto: Rubbettino – Caligiuri
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Mattarella “De Gasperi ha segnato profondamente il progresso del Paese”

ROMA (ITALPRESS) – “A settant’anni dalla sua morte, la Repubblica rende omaggio ad Alcide De Gasperi, uno dei suoi Padri fondatori, onorandone lo straordinario contributo alla causa della libertà, alla costruzione della democrazia e di un ordine internazionale pacifico e più giusto”. Lo afferma il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del settantesimo anniversario della scomparsa di Alcide De Gasperi.
“Nato in un contesto – l’Impero austro-ungarico – e in una terra caratterizzata dalla presenza di più culture e che avrebbe attraversato tutte le vicende del Novecento – inclusa l’unione all’Italia e poi il suo nuovo distacco, per quasi due anni, durante la Seconda Guerra Mondiale con l’inclusione nell’Alpenvorland, provincia del Reich nazista – De Gasperi difese l’italianità del suo popolo e profuse il suo impegno politico nell’affermazione di altrettanta tutela dei diritti di ogni comunità, all’insegna del rispetto della identità e della dignità di ogni persona – prosegue il capo dello Stato -, realizzando condizioni preziose per affermare principi di comprensione e cooperazione internazionale”.
“Pagò con la carcerazione la sua opposizione nei confronti dell’affermazione del regime fascista, e non rinunciò mai a perseguire quegli ideali volti a pervenire a un ordinamento statale basato sul rispetto delle libertà fondamentali che lo portarono in seguito ad essere riconosciuto come ricostruttore della Patria. Le sue abilità di statista si rivelarono impareggiabili all’indomani della Seconda Guerra Mondiale, dove in seno a complessi negoziati internazionali, seppe raggiungere equilibri che affermarono nuovamente la dignità dell’Italia gravemente compromessa dalla dittatura, con l’attenuazione delle conseguenze di trattati imposti a una Nazione i cui destini il fascismo aveva voluto unire a quelli del Terzo Reich nazista – conclude Mattarella -. Si deve alla sua lungimiranza anche l’adesione dell’Italia all’Alleanza Atlantica, strumento di consolidamento delle democrazie, così come, nello stesso tempo, l’avvio del processo di integrazione europea – suo costante obiettivo – in cui la Repubblica Italiana svolse un ruolo di primo piano, tramandando alle generazioni percorsi di pace.
L’Italia e il suo popolo esprimono riconoscenza ad Alcide De Gasperi che ne ha segnato così profondamente il progresso”.

– Foto ufficio stampa Quirinale –

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Tajani “Centrodestra unito e Governo in buona salute”

ROMA (ITALPRESS) – “Il centrodestra è unito e tale rimarrà, il governo gode di buona salute. Ho appena parlato con entrambi, siamo d’accordo per vederci il 30 agosto per fare il punto sulla ripresa e stabilire le priorità in vista della Finanziaria.
Manovra economica, sicurezza, crescita, abbassamento del costo del denaro. Questi sono gli impegni in vista dell’anno che verrà. Poi anche nomine Rai, indicazione del nome del commissario europeo e dossier carceri, materia sulla quale siamo molto attenti”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, in merito all’incontro di ieri in Puglia tra il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini.
“E’ un incontro conviviale, erano entrambi in Puglia e si sono visti, ci sono le famiglie, gli amici… Si fanno troppi retroscena su cose assolutamente normali. Di tutto parleremo insieme il 30 agosto”, sottolinea Tajani, che sull’eventuale riforma della cittadinanza spiega: “Non è un tema dell’agenda di governo e non c’è nulla di male nell’avere posizioni diverse su alcuni argomenti tra partiti che pure sono alleati e leali. Se avessimo tutti la stessa idea su tutto, saremmo un partito unico.
Si può essere nel centrodestra e avere visioni diverse su alcuni nodi. Non è debolezza, è forza: si allarga il campo dei potenziali elettori”.
“Noi non siamo vicini o, peggio, a traino della sinistra. Tantomeno facciamo “inciuci”. Tutto quello che pensiamo lo diciamo, ci muoviamo alla luce del sole – dice ancora il vicepremier -. Sullo ius scholae la nostra posizione è la stessa da molto tempo. Berlusconi era favorevole, e a destra non era un tabù. Non è un argomento di sinistra, è una presa d’atto rispetto a una realtà che cambia. E noi non abbiamo nessuna intenzione di lasciare alla sinistra una posizione che è e può essere anche di centrodestra. I diritti non sono della sinistra, sono di tutti”.
“Ora le priorità del Paese sono altre – aggiunge Tajani -. Ma discuteremo proposte equilibrate prima di tutto con i nostri alleati, poi se altri vogliono collaborare e aggiungersi, ben vengano. Il Parlamento ha la possibilità di confrontarsi su un tema così attuale. Nessuno può dire all’altro “non devi parlare di questi temi o fai un favore alla sinistra”: non prendiamo lezioni su come ci si oppone alla sinistra e non rinunciamo ai nostri principi. Non lo accettiamo. Possiamo pensarla diversamente, ma ciascuno può presentare proposte, non è un tema che riguarda l’agenda di governo”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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A fine mese incontro Meloni-Salvini-Tajani su dossier urgenti

ROMA (ITALPRESS) – Il premier Giorgia Meloni e il vice premier e ministro Matteo Salvini hanno avuto un incontro conviviale di due ore in Puglia, nella masseria a Ceglie Messapica dove il presidente del Consiglio sta trascorrendo qualche giorno di vacanza. E’ stata l’occasione anche per una telefonata all’altro vicepremier e ministro, Antonio Tajani. Sul tavolo i principali temi dell’attività di Governo in vista della ripresa d’autunno.
I tre leader – fanno apere fonti di governo – hanno condiviso di vedersi di persona il 30 agosto per fare il punto sui dossier più urgenti. Anche il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha partecipato all’incontro. In Puglia per qualche giorno di vacanza, ha preso parte a quello che viene indicato come un incontro informale e conviviale assieme alle rispettive famiglie.
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Conte “In Parlamento ci sono i numeri per approvare lo Ius scholae”

ROMA (ITALPRESS) – “In questi giorni, sull’onda dei trionfi azzurri alle Olimpiadi di Parigi e delle becere polemiche razziste che ne sono seguite, si è riacceso il dibattito sull’acquisto della cittadinanza italiana da parte di stranieri che vivono nel nostro Paese. In realtà, sono anni che se ne parla perchè ci sono tante ragazze e tanti ragazzi che sono nati e cresciuti in Italia o che comunque vivono qui da anni, parlano italiano, si sentono italiani a tutti gli effetti, ma non hanno i nostri stessi diritti perchè il nostro ordinamento giuridico li considera ‘stranierì. La politica ha il dovere di affrontare questa questione responsabilmente, tenendo a bada reazioni emotive o pregiudiziali ideologiche. Riassumiamo lo «stato dell’arte”. Lo scrive in una lettera al “Corriere della Sera” il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, sottolineando che il M5S “da tempo si batte per l’introduzione di una riforma basata su un diverso criterio: lo ius scholae, che condiziona l’acquisizione della cittadinanza al compimento di un intero ciclo di studi per quei bambini nati o arrivati in Italia entro i 12 anni d’età”.
Secondo Conte “la soluzione dello ius soli – voluta dal Pd e da altri partiti di sinistra – non gode del necessario consenso parlamentare, ma sarebbe irragionevole per questi partiti rifiutare la soluzione meno radicale, ma più equilibrata dello ius scholae. Insomma, ci sono i numeri per finalizzare questa proposta di legge in Parlamento e riconoscere i diritti di tanti bambini e ragazzi che sono nati o comunque sono cresciuti in Italia, che studiano e giocano con i nostri figli e si sentono di fatto ‘italianì”. Per l’ex premier “in materia di diritti non ha alcun senso fermarsi alla contrapposizione ideologica o invocare schieramenti secondo la logica binaria maggioranza/opposizione. Con il Movimento 5 Stelle, alla ripresa dei lavori parlamentari proveremo a spingere perchè si compia questo passo avanti, questo grande gesto di civiltà, sperando che il dibattito di questi giorni non rimanga solo l’eco di un flatus vocis dovuto alla calura estiva”.

– foto: Agenzia Fotogramma –
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Papa “La pena di morte non fa giustizia, è un veleno per la società”

ROMA (ITALPRESS) – “Come ho più volte ribadito, la pena di morte non è in alcun modo la soluzione di fronte alla violenza che può colpire persone innocenti. Le esecuzioni capitali, lungi dal fare giustizia, alimentano un senso di vendetta che si trasforma in un veleno pericoloso per il corpo delle nostre società civili”. Lo scrive Papa Francesco nella prefazione del libro – anticipata da Vatican News – “Un cristiano nel braccio della morte. Il mio impegno a fianco dei condannati” di Dale Racinella, edito dalla Libreria Editrice Vaticana, in uscita martedì 27 agosto. Recinella, 72 anni, già avvocato di successo a Wall Street, dal 1998 accompagna spiritualmente come cappellano laico i condannati a morte in alcuni penitenziari in Florida insieme alla moglie Susan. “Gli Stati – aggiunge il Pontefice – dovrebbero preoccuparsi di permettere ai detenuti la possibilità di cambiare realmente vita, piuttosto che investire denaro e risorse nel sopprimerli, come fossero esseri umani non più degni di vivere e di cui disfarsi”.
“Questa infinita misericordia divina può anche scandalizzare, come scandalizzava tante persone al tempo di Gesù, quando il Figlio di Dio mangiava con i peccatori e le prostitute – scrive ancora Papa Francesco -. Lo stesso fratello Dale deve far fronte a critiche, rimostranze e rifiuti per il suo impegno spirituale accanto ai condannati. Ma non è forse vero che Gesù ha accolto nel suo abbraccio un ladrone condannato a morte? Ebbene, Dale Recinella ha davvero capito e testimonia con la sua vita, ogni volta che supera la porta di una prigione, in particolare quella che lui chiama “la casa della morte”, che l’amore di Dio è senza confini e senza misura. E che anche il più turpe dei nostri peccati non deturpa agli occhi di Dio la nostra identità: restiamo suoi figli, da lui amati, da lui custoditi e considerati preziosi”.

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Calenda “Sì alla riforma ius scholae, bene la svolta dei Berlusconi”

ROMA (ITALPRESS) – “Penso che abbiamo bisogno di nuovi cittadini, di nuovi italiani. Ce lo richiede la demografia. E’ un’urgenza anche dell’economia. E questa, nell’attuale legislatura, mi pare l’unica riforma che ha qualche chance di venir approvata”. Lo dice, in un’intervista a Repubblica, il leader di Azione Carlo Calenda in merito allo ius scholae. Lo ius scholae divide la maggioranza? “Mi pare un fatto positivo. I figli di Berlusconi non vogliono più un partito appiattito sulla destra e si sono sganciati sui diritti. Ciò apre prospettive interessanti”. Per Calenda, “siamo dentro un fatto politico nuovo. La crepa è doppia, perchè riguarda anche l’Autonomia. Forza Italia è radicata soprattutto al Sud, e il Sud si sta ribellando”.
-foto Agenzia Fotogramma –
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