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Bilancio della Camera, avanzo 2024-2026 di oltre 315 milioni

ROMA (ITALPRESS) – Spese di funzionamento ridotte, nel 2024 rispetto al 2023, di circa 10 milioni di euro, avanzo di amministrazione alla fine del triennio 2024-2026 di 315,1 milioni di euro, diminuzione della spesa del personale dipendente e di beni e servizi, conferma delle misure per il contenimento dei costi per i deputati. Sono alcuni degli elementi che caratterizzano il conto consuntivo 2023 e il bilancio preventivo 2024-2026 da lunedì in discussione in Aula alla Camera dei deputati.
Nel dettaglio:
– La spesa di funzionamento, vale a dire la spesa complessiva della Camera al netto delle spese previdenziali, è inferiore rispetto all’anno precedente: se nel 2023 è stata pari a 526,7 milioni di euro, nel 2024 si riduce di oltre 10 milioni, scendendo a 516,3 milioni di euro. Nel terzo anno del triennio, vale a dire nel 2026, si evidenzia un’ulteriore riduzione di circa 1 milione di euro rispetto al 2024, per effetto della quale la spesa di funzionamento si attesta a 515,5 milioni di euro.
L’entità dell’avanzo di amministrazione è stimata, alla fine del triennio 2024-2026, in 315,1 milioni di euro.
La spesa per il personale dipendente diminuisce in ciascuno degli anni del triennio 2024-2026 e, nel 2026, si attesta al di sotto della soglia dei 200 milioni di euro, nonostante un importante e doveroso ciclo di nuove assunzioni, mentre, nel 2024, i costi per acquisto di beni e servizi si riducono, rispetto all’anno scorso, di 2,4 milioni di euro. Nel confronto tra le previsioni per il 2024 e quelle del bilancio per il 2013, si evidenzia una riduzione della spesa per acquisto di beni e servizi di 43,8 milioni di euro.
L’Ufficio di Presidenza, su proposta del Collegio dei Questori, in continuità con quanto deciso negli anni precedenti, ha prorogato fino all’intera annualità del 2026 le misure di contenimento della spesa per i deputati, con riferimento all’indennità parlamentare e ai rimborsi. Tali misure prevedono, in particolare, il mancato adeguamento dell’indennità parlamentare al trattamento dei magistrati con funzioni di presidente di Sezione della Corte di cassazione, che non è stato più riconosciuto dal 2007. Senza la proroga di queste misure, la spesa per il 2026 avrebbe registrato un incremento pari a 29,4 milioni di euro.
Per quanto attiene la neo-costituita CD-Servizi, società in house della Camera dei deputati, gli stanziamenti previsti sono, nel complesso, di circa 14 milioni di euro. Non si tratta di risorse aggiuntive, ma del corrispettivo economico del complesso dei servizi confluiti nella nuova gestione, che trovano copertura negli stanziamenti di bilancio già approvati. In termini percentuali, quindi, gli stanziamenti sono circa l’1,45 per cento del valore complessivo del bilancio.
A decorrere dal 1° settembre prossimo la società in house CD-Servizi inizierà l’erogazione di alcuni servizi alla Camera, tra i quali, in particolare, la ristorazione, i servizi di pulizia, quelli di facchinaggio, quelli relativi al supporto esecutivo.
L’incremento percentuale della spesa previdenziale nel bilancio della Camera, pari a circa 20 milioni di euro (4,5 per cento) è inferiore rispetto all’aumento previsto, a livello tendenziale, per la spesa pensionistica nazionale nel Documento di economia e finanza (DEF) 2024, che si colloca al 5,3 per cento.
Nel complesso, l’ammontare della dotazione richiesta al bilancio dello Stato resta fissata in 943,16 milioni di euro per il triennio 2024-2026. Si tratta dell’importo stabilito nel 2013 per effetto di una riduzione di circa 50 milioni di euro rispetto all’anno precedente. Tale importo è stato mantenuto invariato per tutti gli esercizi successivi ed è confermato anche per ciascuno degli anni del triennio 2024-2026, nonostante gli effetti sui prezzi degli elevati tassi di inflazione che si sono registrati nel 2022 e nel 2023.

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Ue, Milano Finanza “Meloni perde partita, per Ursula bis irto di scogli”

MILANO (ITALPRESS) – “Sarebbe sbagliato pensare che quella di Giorgia Meloni è la prima sconfitta cocente per l’Italia in quanto il suo partito non ha votato per la rielezione di Ursula von der Leyen. Essersi tirati fuori dalla maggioranza dei partiti storici che hanno reso possibile il bis della politica tedesca alla guida della Commissione Europea (popolari, socialdemocratici, liberali più i verdi) forse è stata alla fine per Fratelli d’Italia una strada obbligata, perchè un voto favorevole l’avrebbe fatta confluire tra i partiti d’opposizione del nostro paese che hanno detto sì, a partire dal Pd. E sarebbe sbagliato anche pensare che tale voto contrario ridurrà le possibilità di avere commissari di peso, perchè queste erano già basse in quanto in Europa vige una legge non scritta di escludere dai posti di comando i partiti di destra e gli euroscettici, cosa che sono Lega e Fratelli d’Italia, ad eccezione di Forza Italia guidata abilmente da Antonio Tajani, che a questo punto diventa l’unico portiere tra Roma e Bruxelles”. Lo scrive Roberto Sommella, direttore di Milano Finanza, nel suo editoriale odierno. “Ma il punto non è questo – aggiunge -. L’Italia registra sconfitte brucianti a Bruxelles più o meno dal 1992, anno dell’entrata in vigore del Trattato di Maastricht”. “Dunque, questa di Meloni non è la prima nè l’ultima sconfitta ma potrebbe essere la più pericolosa.(SEGUE)(ITALPRESS). E questo perchè i posti che contano in Europa non sono quelli di commissario (dove punta il ministro degli Affari Europei Raffaele Fitto) ma quelle direzioni generali che rappresentano il cuore del gigante normativo comunitario e dove noi possiamo contare poche figure di rilievo come Mario Nava e Roberto Viola, mentre francesi e tedeschi dominano i gangli della Commissione a prescindere dai risultati alle elezioni nei rispettivi paesi” scrive ancora Sommella. “Sarà una sconfitta cocente, questo sì, se il nostro governo non riuscirà a imporre le istanze nazionali, a favore di famiglie e imprese, in sede di Consiglio Europeo, il vero governo dell’Unione. L’Europa funziona a maggioranze variabili sui singoli dossier ed è nel Consiglio che si possono ribaltare le vicende dei cammini normativi” chiosa il direttore. “Ma sarebbe un errore pensare anche che Ursula von der Leyen avrà vita facile coi suoi 401 voti a favore, perchè ella dovrà coniugare il vecchio New Green Deal col nuovo New War Deal, in quanto i paesi membri dovranno aumentare gli sforzi ambientalisti e aumentare le spese militari, scomputandole dal deficit come giustamente pretende il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e come forse proporrà nel suo lavoro Mario Draghi – conclude -. La partita dunque è persa e non siamo nella maggioranza di Ursula, ma il campionato europeo ha molti match in programma ed è lì che l’Italia dovrà battersi ancora per ridurre l’impatto delle politiche green su casa, auto e emissioni industriali. In caso perdesse altre battaglie allora sì che rischieremmo una ingiusta retrocessione insieme al presidente del Consiglio”.(ITALPRESS).

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Meloni ricorda la strage di Via D’Amelio “La lotta alla mafia è priorità”

ROMA (ITALPRESS) – “Oggi ricorre il 32esimo anniversario della strage di via D’Amelio, un giorno che ha segnato profondamente la nostra Nazione. Ricordiamo con rispetto e commozione il giudice Paolo Borsellino e gli agenti della sua scorta, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Agostino Catalano e Claudio Traina, che hanno sacrificato la loro vita nella lotta contro la mafia”. Lo scrive il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ricordando la strage. “Il loro coraggio e il loro impegno per la giustizia e la legalità rimangono un faro di speranza e determinazione per tutti noi. E’ nostro dovere onorare la loro memoria continuando a combattere ogni forma di criminalità e difendere i valori di giustizia e libertà per i quali hanno dato la vita. Il Governo italiano è fortemente impegnato nel contrasto alla criminalità organizzata. Per noi la lotta alla mafia è una priorità assoluta, e non smetteremo mai di combattere per una società libera dalla paura e dall’oppressione mafiosa.
La loro eredità ci spinge a rinnovare il nostro impegno nella costruzione di una società più giusta e sicura. L’Italia non dimentica” conclude.

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Ue, Decaro “L’isolamento sarà un problema grande per l’Italia”

ROMA (ITALPRESS) – “L’isolamento in cui la presidente Meloni ha relegato l’Italia sarà uno dei problemi più grandi che il governo dovrà affrontare nei prossimi mesi”. E’ il pensiero di
Antonio Decaro, europarlamentare dopo 10 anni da sindaco di Bari che in una intervista a La Repubblica parla di Ursula von Der Leyen, eletta senza i voti di Fratelli d’Italia.
“A differenza di quello che hanno detto in campagna elettorale, l’Italia ha bisogno di più Europa non di meno Europa. Da oggi noi del Pd saremo la delegazione italiana più importante all’interno della maggioranza che guiderà le sorti dell’Unione. Sapremo farci carico di un lavoro per il nostro Paese che altri non hanno voluto accettare. Un ruolo di supplenza? Il gruppo socialista è rimastocoerente con le scelte degli ultimi anni della maggioranza europea. Nelle linee guida presentate ci sono impegni importanti su istanze presentate da noi. A cominciare dalle politiche ambientali, dal Green Deal europeo all’obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040. L’attenzione al fronte del Mediterraneo è stato poi uno dei punti più interessanti del discorso della presidente. Sopratutto per me che sono un uomo del Sud e conosco le potenzialità e le criticità che il Mediterraneo oggi presenta. Ci sono ampi margini di collaborazione e da parte nostra ci sarà sempre l’interesse a rappresentare le istanze dell’Italia».
“L’alleanza con i Verdi mette in sicurezza le politiche progressiste di cui l’Europa ha bisogno – continua Decaro – E’ uno spauracchio ideologico per le destre conservatrici, tra cui FdI. I moderati del Ppe non hanno mosso obiezioni perchè hanno badato alla sostanza del programma di mandato». “L’attenzione al Mediterraneo per la prima volta è uno degli elementi più importanti nelle linee guida della presidente neoeletta. Sarà fondamentale non trattare questo tema solo dal punto di vista della protezione dei confini. Perchè proprio sulle politiche migratorie c’è bisogno di una solidarietà strutturale da parte di tutti i Paesi, non un mero rafforzamento della difesa. Il mediterraneo può essere per l’Europa una ricchezza” conclude.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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ANRP “Dal Parlamento sì a giornata per memoria internati militari”

ROMA (ITALPRESS) – “Il Parlamento italiano si propone di onorare gli Internati Militari Italiani con l’istituzione di una Giornata a loro dedicata, il 20 settembre di ogni anno. L’ANRP sostiene da sempre la necessità di istituire una Giornata dedicata alla celebrazione, alla riflessione e alla memoria degli Internati Militari Italiani. Per questo ha appoggiato con convinzione la proposta di legge presentata dal Vicepresidente della Camera, onorevole Giorgio Mulè, e plaude all’unanime approvazione della proposta da parte della Commissione Difesa della Camera, che ha visto convergere tutti i gruppi parlamentari”. Lo afferma in una nota l’Associazione nazionale reduci dalla prigionia
dall’internamento, dalla guerra di liberazione e loro familiari.
“L’unanimità politica di oggi riflette come in uno specchio l’unanime rifiuto di massa di circa 650mila militari italiani i quali, dopo la cattura e la deportazione nei lager del Terzo Reich da parte dei nazisti, scelsero la prigionia invece di un ritorno a casa, condizionato però dall’obbligo di combattere con l’esercito tedesco o con il costituendo esercito della Repubblica Sociale Italiana, come Mussolini e Graziani auspicavano – prosegue l’ANRP -. La loro “Resistenza senz’armi” ha già avuto, dopo decenni di rimozione e di oblio, un primo riconoscimento con la fondamentale legge 211 del 2000, che ha istituito il Giorno della Memoria il 27 gennaio, in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti. Ma la sovrapposizione di esperienze così diverse tra loro ha finito col mettere ai margini e appiattire in forme di generico vittimismo la scelta degli IMI, offuscando il loro consapevole sacrificio e di conseguenza quello delle milioni di famiglie italiane che ne condivisero la sorte”.
“L’ANRP si è sempre battuta per unificare la memoria degli Internati Militari Italiani, custodita nel Museo “Vite di IMI” di via Labicana a Roma, con la storia di tutti i prigionieri della Seconda guerra mondiale, non solo militari, ma anche civili, rastrellati e costretti al lavoro coatto da Hitler con la complicità della Rsi. La proposta di legge dell’On. Mulè va nella medesima direzione, condividendo questa comunione delle memorie nella “Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi” – conclude la nota -. L’ANRP auspica che si possa giungere a una rapida e unanime approvazione della Legge nei due rami del Parlamento, come espresso dal nostro Presidente anziano e anima dell’Associazione, Michele Montagano (103 anni ad ottobre), uno dei pochi protagonisti diretti e reduci dall’Internamento ancora in vita, che ha manifestato il vivo desiderio di poter celebrare di persona la Giornata degli Internati, in un abbraccio ideale con tutti i loro discendenti, il 20 settembre 2024″.

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Carceri, Nordio “Un commissario per un piano edilizio imponente”

ROMA (ITALPRESS) – “Nella conversione del decreto Carcere sicuro, in corso al Senato, abbiamo proposto di introdurre la figura di un Commissario straordinario che avrà il compito di attuare in tempi brevissimi il piano nazionale di interventi per l’aumento del numero dei posti per i detenuti e per la realizzazione di nuovi alloggi destinati al personale di polizia penitenziaria: questo programma edilizio sarà imponente e sarà realizzato speditamente”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, al Question time della Camera. “Il sovraffollamento carcerario oggi si deve affrontare in tre settori. Innanzitutto la limitazione della carcerazione preventiva: abbiamo un 30% di detenuti che sono in attesa di giudizio e statisticamente la metà di questi alla fine viene assolto, quindi la loro carcerazione si rivela ingiustificata – ha aggiunto -. Poi la metà dei detenuti sono stranieri: occorre lavorare per consentire la detenzione di queste persone presso i loro luoghi di origine”. “I reati non sono tutti uguali, i rei non sono tutti uguali. Noi stiamo lavorando molto alacremente per cercare di differenziare l’esecuzione della pena, che deve essere certa e deve essere espiata, non sempre nella ristrettezza delle strutture carcerarie, ma anche attraverso misure alternative”, ha sottolineato Nordio. “Non esiste un rapporto causale diretto tra i suicidi e il problema del sovraffollamento carcerario”, ma “questo non significa affatto che sottovalutiamo i due problemi. I suicidi sono un fardello di dolore che noi abbiamo, ma sono eventi imprevisti e imprevedibili, che sono radicati nel mistero della mente umana. Il sovraffollamento carcerario aumenta il rischio del suicidio”, quindi “abbiamo potenziato l’opera di assistenza psicologica che secondo noi è l’unica che possa avere effetto immediato per ridurre, attenuare e individuare i fattori di rischio di questo fenomeno”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Meloni “Per il Governo il Mediterraneo è una priorità”

TRIPOLI (LIBIA) (ITALPRESS) – “Penso che tutti vedano che per questo governo italiano il Mediterraneo è una priorità. Non ci può essere il Mediterraneo senza Italia e Libia insieme. Questa è anche la ragione per cui in questi due anni abbiamo migliorato molto la nostra cooperazione”. Lo ha detto il premier Giorgia Meloni, nel suo intervento a Tripoli al Forum Trans-Mediterraneo sulle Migrazioni.
Sulla migrazione “abbiamo bisogno di un approccio a 360 gradi”, ha spiegato Meloni. La priorità è “combattere il traffico di essere umani, una delle maggiori criminalità nel mondo secondo le Nazioni Unite, si tratta di trafficanti che fanno soldi usando la disperazione della gente senza garantire loro il rispetto dei diritti umani: questo noi non possiamo permetterlo”.
Per Meloni “la migrazione illegale è nemica di quella legale. In Italia è successo negli ultimi anni che non abbiamo potuto far entrare legalmente molte persone perchè abbiamo troppi migranti illegali”.
“Non si può risolvere il problema delle migrazioni se non si va alla sua origine” ed è importante “creare una nuova cooperazione tra Europa e Africa”, ha poi aggiunto. “Non penso – ha affermato – che l’approccio caritatevole sia quello giusto. Quello predatorio è sicuramente quello sbagliato. La giusta via è una cooperazione da pari a pari, una cooperazione strategica, portando investimenti che risolvano problemi per entrambi”.
Poi Meloni ha portato l’esempio delle risorse energetiche, parlando anche della necessità di “concentrare gli sforzi su una strategia che leghi i nostri destini per il futuro. E’ qualcosa – ha aggiunto – su cui vogliamo crescere insieme. L’Italia ha deciso di dare il buon esempio con il piano Mattei per l’Africa”.

– Foto screenshot da video Palazzo Chigi –

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Giustizia, maggioranza italiani favorevole a separazione carriere

ROMA (ITALPRESS) – Il tema della giustizia e di una sua riforma è un argomento che da sempre ha acceso il dibattito pubblico e politico, con una maggiore importanza e un maggior interesse da parte dei cittadini a seconda dei particolari momenti storici che ha vissuto il nostro Paese. In questo contesto, nelle scorse settimane, il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge di riforma costituzionale proprio in tema di giustizia. Uno dei principali argomenti trattati in questa proposta – e che spesso si è trovato al centro del dibattito – riguarda la separazione delle carriere dei magistrati giudicanti e inquirenti. Secondo un sondaggio di Euromedia Research, nel complesso la maggioranza dei cittadini si dichiara favorevole a questo provvedimento, con picchi di approvazione quasi totalitaria tra gli elettori di Forza Italia che da sempre si sono battuti per una riforma nel campo della giustizia. Di parere opposto, invece, gli elettori dei partiti di opposizione che contrastano questo disegno di legge. In generale, però, le varie proposte in materia di Giustizia formulate dal Governo non sempre riscontrano la piena fiducia della popolazione. Anche qui con delle differenze di opinione tra gli elettori di centrodestra e di centrosinistra e una fiducia quasi assoluta da parte degli elettori di Fratelli d’Italia.
Il sondaggio di Euromedia Research è stato realizzato l’1/6/2024 con metodologia CATI/CAWI su un campione di 1.000 casi rappresentativi della popolazione italiana maggiorenne.

– Foto Euromedia Research –

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