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Meloni “Sono contenta che Salvini abbia chiarito sul 2 giugno”

ROMA (ITALPRESS) – “Sono molto contenta che Salvini abbia chiarito” le parole sul presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “era importante farlo. Soprattutto nella giornata del 2 giugno bisogna evitare il più possibile le polemiche”. Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, a “Quarta Repubblica”, in onda questa sera su Retequattro.
“Io ci vedo continuamente un tentativo di tirarlo nell’agone della politica, di raccontare di presunte divergenze con il governo”, ha aggiunto.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Pichetto Fratin “Obiettivo al 2050 anche il nucleare nel mix energetico”

BARI (ITALPRESS) – “La nostra idea di Green Deal è un Green Deal gestito, realistico”. Lo ha affermato a Bari il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, a margine di un incontro a sostegno del candidato sindaco del centrodestra, Fabio Romito.
“Il nostro obiettivo – ha proseguito – è quello che abbiamo sottoscritto come Paese: la neutralità al 2050, l’obiettivo di mantenere la temperatura terrestre secondo l’accordo di Parigi al 2030, quindi il passaggio alle rinnovabili e alle energie pulite; il ribaltamento di quello che è il rapporto odierno della produzione di energia elettrica che è per i due terzi da fossile e un terzo da rinnovabile e l’arrivo al 2030 ad avere i due terzi da rinnovabili e un terzo da fossile”. “Questo – ha aggiunto il ministro – significa un percorso che prevede dapprima la chiusura del carbone, che per quanto riguarda la regione Puglia significa la chiusura dell’impianto di Brindisi e quindi un impegno di reindustrializzazione forte che deve compensare tutto ciò. Successivamente significherà l’abbandono del petrolio andando alle rinnovabili coscienti di un fatto: l’aumento della domanda di consumo non può essere totalmente raggiunto con le rinnovabili ordinarie (fotovoltaico ed eolico), anche se io confido molto nell’eolico offshore in alto mare, dove c’è la continuità di vento. L’obiettivo al 2050 deve vedere per forza nel mix energetico l’energia nucleare. Questa è la grande operazione ambientale”.
– foto xa2 Italpress –
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Europee, Reguzzoni “Puntare sul lavoro per recuperare competitività”

MILANO (ITALPRESS) – Bisogna “portare il lavoro in Europa: se non recuperiamo competitività delle nostre imprese e potere d’acquisto nelle nostre buste paga e nei nostri redditi, saremo sempre più poveri”. Lo spiega Marco Reguzzoni, candidato indipendente di Forza Italia, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica “Primo Piano – Elezioni europee” dell’agenzia Italpress. Come si fa a recuperare? “Innanzitutto andando a interpretare in maniera intelligente le norme che altrimenti portano le nostre imprese fuori dal mercato o a combattere una concorrenza con le mani legate”, sottolinea. “Ad esempio abbiamo giustamente messo delle norme ambientali sulle tintorie perchè inquinano il mare, ma la stessa cosa non fanno l’Egitto e la Turchia: le nostre aziende hanno dei costi maggiori perchè devono applicare queste norme ambientali, mentre le tintorie turche o egiziane non ce li hanno. Quindi trasferiamo la produzione in Egitto e in Turchia, abbiamo il mare inquinato esattamente come prima, ma abbiamo perso il lavoro”, ricorda.
“Dall’altra parte, servono infrastrutture”. L’obiettivo è “dare spazio al Made in Italy”, difendendo “la produzione, l’industria, l’agricoltura, i nostri prodotti tipici e anche il nostro turismo: ne va della nostra immagine e del nostro lavoro. Sono l’autore della legge sull’etichettatura obbligatoria insieme a Santo Versace: sono il primo a dire che è inefficace perchè vale solo in Italia. Non basta una legge italiana, serve un Regolamento Europeo: se i nostri parlamentari in Europa non sono stati capaci in 10 anni di farla approvare, c’è un motivo politico”. Nel tessile “abbiamo perso 700mila occupati in 10 anni: è uno dei settori importanti della nostra economia”, come pure “il settore del mobile o l’agroalimentare. Quello che vale come etichettatura made in Italy per il tessile vale anche per la nostra passata: ora arriva una passata fatta in Cina e se ci scrivono ‘made in Italy’ questa diventa una passata italiana. In assenza di un regolamento europeo non possiamo impedirlo”.
Inoltre per difendere gli interessi delle aziende, “è assolutamente fattibile un sindacato del nord” per “difendere gli interessi specifici delle produzioni che tengono in piedi tutto il Paese: il sindacato, a differenza di un partito, difende dagli interessi precisi”, sottolinea. Sull’auto, poi, “stiamo prendendo le nostre tasse e le stiamo facendo finire in Cina: dobbiamo difendere la nostra produzione, anche dal punto di vista ambientale dobbiamo sempre far le cose pensando a tutte le conseguenze”, per evitare che ci sia “una perdita di industria e di produzione”. Sul contesto internazionale e la guerra in Ucraina, “bisogna avere una difesa comune, in modo che ci sia uno che parla e non ci sia spazio perchè il Macron di turno decida di fare la sua sparata. Serve un’Europa forte, è l’unica condizione che ci consentirà di mantenere questa pace che l’Europa ci ha garantito per 60 anni”.
Per Reguzzoni l’Europa “è fondamentale per tutti i problemi del nostro Paese, essere all’interno del Partito Popolare Europeo – che è il più grande partito d’Europa – è importante, soprattutto per dare una risposta a chi ha problemi relativi al lavoro, ai salari, alle buste paga, alle pensioni: se non sei in maggioranza, quelle risposte non le puoi dare”.
Per quanto riguarda le alleanze post-voto, “dipende come voteranno gli altri Paesi europei e dalle decisioni che prenderanno i leader. Salvini ha già detto che sta all’opposizione, quindi il voto alla Lega è un voto politicamente inutile, mentre invece il PPE, indipendentemente da quello che faranno gli altri, sarà al governo. Auspico che ci sia una vittoria di un centrodestra moderato in tutta Europa, se questo però non dovesse accadere si dovranno prendere altre decisioni, ma il Partito Popolare Europeo sarà in maggioranza. Ho scelto di candidarmi nel PPE, perchè in questo modo si possono difendere i nostri interessi”. Potrebbero esserci dei riflessi nazionali di questo voto? “Questo dipende dalle posizioni che prende Salvini: ho visto attaccare il presidente Mattarella in maniera pesante, questo è sbagliato, il Presidente della Repubblica non si attacca mai. Sono toni da campagna elettorale, credo che non ci si debba mai spingere oltre un certo livello”.

– foto Italpress –
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Tajani “Non manderemo soldati in Ucraina, non siamo in guerra con la Russia”

ROMA (ITALPRESS) – “Lavoriamo per difendere l’indipendenza dell’Ucraina puntando sulla democrazia: il 10 giugno sarò a Berlino per la Conferenza della ricostruzione. Non riteniamo di non dover mandare soldati italiani in Ucraina, perchè non siamo in guerra con la Russia: difendiamo solo il diritto dell’Ucraina di essere indipendente e libera”. Così a Rtl 102.5 il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “La guerra non può essere lo strumento per risolvere i conflitti: bisogna lavorare per la deescalation e costringere Putin a sedersi a un tavolo di pace”, continua Tajani.

foto: Agenzia Fotogramma

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Mattarella depone corona d’alloro all’Altare della Patria

ROMA (ITALPRESS) – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha deposto una corona d’alloro all’Altare della Patria sulla tomba del Milite Ignoto, in occasione delle celebrazioni del 2 giugno. Accompagnato dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, il Capo dello Stato ha ricevuto gli onori militari del battaglione interforze schierato davanti al monumento. Poi le note dell’Inno di Mameli.
Presenti a piazza Venezia, tra gli altri, mentre la pioggia concede una tregua, la premier Giorgia Meloni ed i presidenti di Senato e Camera, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana.
Lo spettacolo delle frecce tricolori ha accompagnato la cerimonia.
– foto ufficio stampa Quirinale –
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2 giugno, premier Meloni visita mostra su Mazzini al Vittoriano col ministro Sangiuliano

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ROMA (ITALPRESS) – Questa mattina, al termine della tradizionale Rivista militare su via dei Fori Imperiali per la Festa della Repubblica, il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha visitato al Vittoriano la mostra “L’ultimo ritratto: Mazzini e Lega, storie parallele del Risorgimento”. Presente anche la Direttrice del VIVE, Edith Gabrielli. L’esposizione, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, è promossa e organizzata dal Ministero della Cultura e dal VIVE, d’intesa con l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano. In mostra oltre sessanta oggetti, suddivisi fra sculture, dipinti, incisioni, fotografie, manoscritti, documenti inediti e cimeli mazziniani. Tra le opere principali esposte un busto di Giovanni Spertini, che raffigura Giuseppe Mazzini con la fascia recante uno dei suoi motti più celebri “Dio e il popolo”, recentemente acquisito dal Vittoriano, e il dipinto di Silvestro Lega dal titolo “Gli ultimi momenti di Giuseppe Mazzini”, proveniente dagli Stati Uniti, dal Museum of Art, Rhode Island School of Design di Providence. “L’opera, una delle più iconiche del Risorgimento – si legge in una nota -, è prestata temporaneamente grazie al lavoro del Ministro Sangiuliano, che si è impegnato a riportarla definitivamente in Italia”.

fonte foto: uff stampa Ministero della Cultura

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Papa Francesco “Cessi escalation guerre, ora il dialogo e la trattativa”

ROMA (ITALPRESS) – “Faccio appello alla saggezza dei governanti perchè cessi l’escalation e si ponga ogni impegno nel dialogo e nella trattativa”. Così Papa Francesco, al termine dell’Angelus, in piazza San Pietro.
Il Santo Padre ha invitato “a pregare per il Sudan, dove la guerra che dura da oltre un anno non trova ancora una soluzione di pace. Tacciano le armi e, con l’impegno della Autorità locali e della Comunità internazionale, si porti aiuto alla popolazione e ai tanti sfollati; i rifugiati sudanesi possano trovare accoglienza e protezione nei Paesi confinanti”. Poi, ha aggiunto: “E non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, il Myanmar”. Infine, ha rivolto un saluto “ai pellegrini di Roma e di diverse parti d’Italia e del mondo, in particolare quelli della Croazia e di Madrid. Saluto i fedeli di Bellizzi e di Iglesias; il Centro Culturale ‘Luigi Padovesè di Cucciago; le postulanti delle Figlie dell’Oratorio; e il gruppo ‘Pedalare per chi non può’, venuto in bicicletta da Faenza a Roma. Saluto i ragazzi dell’Immacolata. Auguro a tutti una buona domenica. Per favore, non dimenticatevi di pregare per me”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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Casellati “Avanti sul premierato, nessun pericolo di deriva autoritaria”

ROMA (ITALPRESS) – “Ho atteso un anno prima di presentare il testo della riforma per aprirmi al confronto con tutti e prioritariamente con le opposizioni. Ho rinunciato all’elezione diretta del capo dello Stato, prevista dal nostro programma, virando verso il premierato per andare incontro alla richiesta delle minoranze. Io ho fatto la mia parte, ma dialogo è contribuire alla costruzione di un progetto, non presentare 3.250 emendamenti ostruzionistici in Aula e 2.600 in Commissione. Uno schiaffo alla Costituzione. Saranno comunque gli italiani a decidere”. Così, in merito alla riforma del premierato, il ministro Elisabetta Casellati, in una intervista al Corriere della Sera.
“L’offesa non fa parte del mio stile – aggiunge il ministro delle Riforme di FI, in merito allo scontro in Aula con il capogruppo di Iv, Borghi -. La dialettica politica non può mai far venir meno il rispetto personale e istituzionale, che invece in più occasioni ha fatto mancare nei miei confronti il senatore Borghi. Le plurime contestazioni riguardavano, per i senatori a vita, il termine ‘eliminarè che ho usato nel mio intervento. Con il gesto della mano ho accompagnato la frase ‘eliminazione dell’istitutò e non altro. Attendo il riscontro del video, della lettura del labiale insieme alle scuse”. E facendo riferimento alla sinistra, che oggi manifesterà per la Repubblica e contro il premierato., commenta: “Alla faccia del dialogo. Manifestare in una giornata simbolo di un’Italia unita nei valori della libertà e della democrazia fa orrore. Il 2 giugno del 1946 i giornali, con la scelta della Repubblica, titolavano sul diritto sovrano del popolo a decidere dei propri destini. Dopo 76 anni dalla Costituzione non si può accettare l’idea che gli elettori non siano maturi per scegliere non solo i loro rappresentanti, ma anche chi li governerà. Con la riforma il Parlamento resterà centrale perchè manterrà il potere più rilevante che è quello di dare e revocare la fiducia al premier e quindi di ‘fare e disfarè il governo. Come osserva il professor Barbera, attuale presidente della Corte costituzionale: ‘L’elezione diretta del premier è quella più in armonia con i poteri del Parlamentò. Non c’è quindi alcun pericolo di deriva autoritaria, di lacerazione del tessuto costituzionale, di rottura dell’ordine repubblicano. Chi evoca ancora il ritorno al fascismo, mi ricorda l’ultimo soldato giapponese che combatteva nelle Filippine non sapendo che la guerra era finita”.
Poi sui poteri per il Capo dello Stato e se avrà un ruolo politico affievolito, non potendo più sciogliere le Camere: “Nessun affievolimento – spiega – perchè il presidente della Repubblica non ha alcun potere politico. E’ super partes come garante dell’unità nazionale e dei valori costituzionali. Le sue prerogative non sono state toccate. Il presidente del Consiglio ha invece poteri di indirizzo politico. La riforma limita le occasioni in cui il Capo dello Stato era costretto a dilatare la ‘fisarmonicà dei suoi poteri per supplire all’incapacità della politica. Per questo la riforma introduce una articolata regolamentazione di tutte le crisi di governo definendo le soluzioni possibili. Spetta ai partiti assumersi la responsabilità di fronteggiare le tensioni per porre il capo dello Stato al riparo dalle contingenze dell’agone politico”. E sulla nomina dei senatori a vita: “Nessuno contesta il prestigio che personalità autorevoli hanno dato al Senato – sottolinea -. L’abrogazione di questo istituto ha due ragioni: la prima dipende dalla volontà di costruire il più possibile su base elettiva tutti gli organi di rappresentanza; concetto sostenuto con forza dalle sinistre in Assemblea costituente. La seconda ragione è dovuta al taglio dei parlamentari per cui la presenza dei senatori a vita potrebbe determinare uno squilibrio tra maggioranza e opposizione, come è già successo in passato”.
“Potremo disegnare la nuova legge elettorale solo dopo il passaggio del testo dal Senato alla Camera, quando avremo l’ossatura della riforma – aggiunge -. Parlare oggi di ballottaggio o di ogni altra ipotesi è prematuro”. “Il premierato – tiene a precisare – è una riforma per l’Italia, non per il centrodestra. Garantisce stabilità, capacità per le famiglie e per le imprese di programmare il loro futuro, serve ad attrarre investimenti, dà credibilità a livello internazionale. Se da 40 anni, da destra e da sinistra, si cerca di cambiare la forma di governo, vuol dire che il modello attuale non ha funzionato. ‘O la va o la spaccà dà la dimensione dell’importanza che la Meloni attribuisce al premierato non per sè stessa, ma per il bene degli italiani”. “La volontà riformatrice di un governo non si può fermare di fronte alle crociate ideologiche – aggiunge -. Nel 2022 il centrodestra ha vinto con un programma chiaro. Condividere le riforme sarebbe importante, ma finora dall’opposizione abbiamo registrato solo ‘no a prescinderè. Se l’alternativa è stare fermi e vivacchiare, allora è meglio andare avanti da soli”.
– foto Agenzia Fotogramma –
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