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CASO GREGORETTI, L’AUTODIFESA DI SALVINI

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Il leader della Lega Matteo Salvini ha depositato in Giunta per le autorizzazioni parlamentari del Senato la sua memoria difensiva sul caso Gregoretti, dove assicura di aver agito nell’interesse dell’Italia, “col pieno coinvolgimento di Palazzo Chigi e dei ministeri competenti, in modo perfettamente sovrapponibile a quanto accaduto per la nave Diciotti. Una vicenda, quest’ultima, che aveva convinto il Senato (20 marzo 2019) a negare l’autorizzazione a procedere nei confronti del titolare dell’Interno”.
L’ex responsabile del Viminale ripercorre minuziosamente tutti gli avvenimenti che hanno preceduto lo sbarco degli immigrati dalla Gregoretti, sottolineando “il ruolo attivo della Presidenza del Consiglio dei Ministri anche per coinvolgere i Paesi europei nella redistribuzione”.
In particolare, come documentato da una mail allegata alla memoria, “la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva investito della questione alcuni Stati membri: Germania, Francia, Portogallo, Lussemburgo e Irlanda. Un accordo per l’accoglienza era stato raggiunto anche con la Cei. Il tutto dopo una riunione di coordinamento del 2 agosto 2019 convocata dalla Commissione Europea. Salvini spiega che c’è traccia di comunicazioni tra il Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo di Roma con gli uffici di Gabinetto dei Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti, della Difesa, dell’Interno e degli Affari Esteri. È rilevante il ruolo del premier Giuseppe Conte: il 26 luglio 2019, il giorno prima dell’arrivo della Gregoretti nella rada del porto di Catania, la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva inoltrato formale richiesta di redistribuzione degli immigrati ad altri Paesi europei”.
“È dunque evidente come fosse il Governo, in modo collegiale, a gestire tale attività” evidenzia Salvini.
(ITALPRESS).

PARAGONE “TRASLOCO ALLA LEGA? CRETINATE”

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“Io da qui non mi muovo, resto incollato al mio scranno di Palazzo Madama, dovranno buttarmi fuori con la forza”. Lo dice, in una intervista al Corriere delle Sera, il senatore Gianluigi Paragone, espulso dal M5S. “Cari falsi probiviri, cari uomini del nulla, voi avete paura di me perche’ io ho quel coraggio che voi non avete più. Contro la meschinità del vostro arbitrio mi appellerò” perche’ “io non sono il distruttore del Movimento”. E aggiunge: “il Nulla non è il Movimento, sono i probiviri e chi li sta telecomandando”. Paragone defisce l’ipotesi di un trasloco alla Lega “una cretinata”.
(ITALPRESS).

DI BATTISTA “PARAGONE UN VERO GRILLINO”

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“Gianluigi è infinitamente più grillino di molti che si professano tali. Non c’è mai stata una volta che non fossi d’accordo con lui. Vi esorto a leggere ciò che dice e a trovare differenze con quel che dicevo io nell’ultima campagna elettorale che ho fatto. Quella da non candidato, quella del 33%. Buon anno a tutti amici miei”. Così l’ex deputato del M5S Alessandro Di Battista commenta un post su Facebook dell’attivista Angela Bosco, che criticava la decisione dei probiviri del movimento di espellere il senatore Gianluigi Paragone.
Sempre su Facebook, Paragone annuncia che farà ricorso contro l’espulsione, e ringrazia Di Battista “per le belle parole che ha usato per me, in mia difesa”. “Ale rappresenta quell’idea di azione e di intransigenza che mi hanno portato a conoscere il Movimento – prosegue -: stop allo strapotere finanziario, stop con l’Europa di Bruxelles, stop con il sistema delle porte girevoli, lotta a difesa dei veri deboli, stop alle liberalizzazioni che accomunano Lega e Pd. Io quel programma lo difendo perché con quel programma sono stato eletto. Ale lo sa”.
(ITALPRESS).

SALVINI “CONTE ALLE URNE? NON HA UN VOTO”

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“Siamo in mano a uno dei peggiori governi del dopoguerra”. Il governo Monti “era migliore. L’ho combattuto ma almeno aveva un’idea, un progetto”. Lo dice in un’intervista al quotidiano La Stampa il leader della Lega Matteo Salvini.
L’ex vicepremier definisce il Pd “il peggio del peggio, la peggiore eredità che Berlinguer e Lama potessero augurarsi”.
“Conte mi batte nei sondaggi? Alle urne non esiste. Non ha un voto, ha scoperto il gusto delle poltrone e vuole rimanere”, aggiunge. E sul caso Gregoretti si dice “pronto a 18 anni di carcere ma voglio vedere i Cinque Stelle votarmi contro”.
(ITALPRESS).

MATTARELLA “GUARDARE AL FUTURO CON FIDUCIA”

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“Si avvia a conclusione un decennio impegnativo, contrassegnato da una lunga crisi economica e da mutamenti tanto veloci quanto impetuosi. In questo tempo sono cambiate molte cose attorno a noi, nella nostra vita e nella società”. Queste le parole con le quali il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto il suo discorso di fine anno.

Un discorso nel quale il capo dello Stato ha invitato a guardare al futuro “con fiducia” e a “impegnarci attivamente nel comune interesse”.

DI MAIO “REVOCHIAMO LE CONCESSIONI”

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“Nel milleproproghe abbiamo inserito la norma sulle concessioni autostradali”. Lo ha detto il capo politico M5s e ministro degli Esteri Luigi Di Maio in una diretta facebook.
“Questo decreto – aggiunge – dice finalmente che si avvia un percorso per alcune infrastrutture che ci permette di revocare le concessioni ai Benetton».
“La retorica che si perdono i posti di lavoro è una sciocchezza. Si perdono i profitti dei Benetton ed è giusto, perché non hanno fatto quanto dovuto per mantenere quel ponte».
(ITALPRESS)

PARAGONE FUORI DAL M5S “ESPULSO DAL NULLA”

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Il Collegio dei probiviri ha disposto l’espulsione dal Movimento 5 Stelle di Gianluigi Paragone.
“Sono stato espulso dal nulla. C’era una volta il 33%, ora…” è il commento del senatore su facebook. La scritta è su un foglio di carta intestata “Senato della Repubblica”.
(ITALPRESS).

FIORAMONTI LASCIA I CINQUESTELLE E VA AL MISTO

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“Questi giorni sono stati difficili. Il mio nome sballottolato sui giornali per ogni sorta di retroscena, speculazione e cospirazione. Oggi persino Il Tempo mette il mio cognome in prima pagina associandolo alla loggia massonica P3. Un evidente errore di persona, che la dice lunga sul clima di confusione che regna nel Paese. E perché tutto questo? Perché ho mantenuto la parola. Avevo accettato l’incarico di ministro per dare una discontinuità totale alle politiche passate, e mettere la scuola, l’università e la ricerca al centro della programmazione politica”. Così, in un post su Facebook, l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti. “L’avevo promesso da vice ministro e l’ho confermato da ministro: o si torna a investire con coraggio sul futuro delle giovani generazioni o non resto a scaldare la poltrona. Siamo l’ultima nazione in Europa per investimenti in formazione e ricerca. Anche un paese in serie difficoltà economiche come la Grecia fa meglio di noi. Non c’è altro settore della società che meriti più attenzione. Per aver mantenuto la parola sono stato preso d’assalto da alcuni media, e va bene”, aggiunge. “Ma gli attacchi più feroci sono arrivati dal Movimento 5 Stelle, non criticando la mia scelta, ma colpendo la mia persona. Anche se tutti, ma proprio tutti, sapevano da mesi come la pensavo. Non ho mai nascosto nulla. Mi sono adoperato con proposte, idee innovative e visioni programmatiche. Ho fatto il mio lavoro con il massimo impegno, e chi mi ha visto all’opera lo sa bene. Quando si è trattato di sollevare delle critiche, l’ho fatto internamente, nelle modalità più opportune. Quando poi ho capito che nessuno ascoltava – sottolinea Fioramonti -, le ho rese pubbliche, nella speranza di stimolare un dibattito. E l’ho fatto per mesi, non solo negli ultimi tempi. In questo percorso, ho incontrato tante persone che mi hanno sostenuto. Dentro e fuori dal Movimento. E non c’è niente di male se con alcune di queste persone si è cercato di collaborare per riportare in auge temi cruciali come l’ambiente, lo sviluppo sostenibile, la formazione e la ricerca. Sono questi i veri temi del presente e del futuro. E invece tutti parlano di altro. Si è parlato di gruppi, correnti, partiti. Tutte parole al vento per riempire giornali e pagine web. Il Movimento 5 Stelle mi ha deluso molto. So che esiste un senso di delusione profondo, più diffuso di quanto si voglia far credere. È come se quei valori di trasparenza, democrazia interna e vocazione ambientalista che ne hanno animato la nascita si fossero persi nella pura amministrazione, sempre più verticistica, dello status quo. Eppure sono quelli i valori che lo hanno reso essenziale nell’evoluzione politica del nostro Paese e che io non posso rinnegare. Per questo motivo e per tutti gli attacchi che ho ricevuto – conclude -, ho comunicato oggi al presidente della Camera la mia decisione di lasciare il gruppo parlamentare e approdare, a titolo puramente individuale, al Misto”. (ITALPRESS).