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PROVENZANO “100 MILIARDI PER IL SUD”

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Il piano per il Sud “sarà decennale, oltre 100 miliardi con fondi Ue”. Lo dice, in un’intervista a Repubblica, il ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, che aggiunge: “I primi tre anni realizzeremo le novità della legge di Bilancio. Negli altri sette attueremo meglio la programmazione europea. I soldi ci sono, ma bisogna metterli a terra e capire cosa farci”. “Il Sud – aggiunge – non è una terra dimenticata, ma la vera emergenza nazionale. Ecco perché in manovra abbiamo trasformato il principio teorico del 34% in norma di legge valida ex ante, non come controllo a posteriori. D’ora in poi un terzo di tutti gli investimenti nazionali andrà al Sud, in proporzione alla sua popolazione”.
Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza afferma: “Quanti lo vogliono cancellare probabilmente non hanno mai parlato con chi mette insieme pranzo e cena grazie a quel sostegno.
Ma la misura va profondamente rivista per correggerne le storture, coinvolgendo gli attori sociali, come l’Alleanza per la povertà, separando gli obiettivi di contrasto alla povertà e attivazione al lavoro. Il reddito da solo però non crea posti. Per quello servono gli investimenti”.

SALVINI “REGIONALI TEST PER IL GOVERNO”

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E’ un Matteo Salvini a tutto campo, con tanto di felpa con la scritta “Emilia”, e pronto ad affrontare le ultime settimane della campagna elettorale per le regionali del 26 gennaio. Dopo la riunione con i candidati e le candidate della Lega in un hotel nei pressi della stazione di Bologna, il leader del Carroccio ha incontrato i giornalisti per annunciare i prossimi appuntamenti di questa campagna elettorale, rilanciare alcuni temi del programma e per rispondere anche ad alcune delle questioni sollevate ieri dal premier Giuseppe Conte durante la conferenza stampa di fine anno.

“Sarò in almeno cento piazze per raccogliere proposte, incontrare i cittadini”, annuncia il leader della Lega che da qui alla chiusura della campagna elettorale conta di raggiungere “circa 200 presenze” in Emilia-Romagna. “Sono orgoglioso – aggiunge Salvini – di quello che la Lega ha fatto in Italia e in Emilia-Romagna. A sinistra preferiscono l’insulto”. “Mi dispiace – dice ancora Salvini, riferendosi all’intervento di Beppe Sala oggi a Imola per la presentazione dei candidati delle liste che sostengono Stefano Bonaccini – che il sindaco della mia città sia venuto per insultare Lucia. Noi non siamo qua per rispondere agli insulti”.

“Il 18 ottobre vinceremo in Emilia-Romagna come in Umbria”, sottolinea Salvini di fronte ai giornalisti, a Bologna, ma quando qualcuno gli fa notare che le elezioni si terranno il 26 gennaio prossimo, il leader della Lega sorride e subito si corregge: “E’ un lapsus freudiano – spiega Salvini – perché noi ci prepariamo al futuro”. E lancia la manifestazione con il popolo della Lega in programma il 18 gennaio a Maranello: “Quale altro comune più simbolico di Maranello per un’Emilia-Romagna che sogna, crea ricchezza, bellezza. Quello è l’unico rosso che ci piace oltre il lambrusco. Riempiremo di proposte e futuro la splendida Maranello“.

Quella pensata dal leader della Lega all’indomani del voto sarà “l’Emilia-Romagna delle persone normali”. “Vogliamo una regione aperta a tutti, libera, che fa lavorare tutti, dove conta solo il merito, dove non si ripetono casi come quello di Bibbiano, politiche sociali vere, sane”, aggiunge.

Nella sala gremita, però, si nota l’assenza di Lucia Borgonzoni, la candidata presidente del centrodestra e ai giornalisti che glielo fanno notare Salvini risponde secco: “Lucia ha la giustificazione più bella del mondo perché è con la mamma” e poi aggiunge: “Nei miei eventi conto di incontrare poco Lucia perché lei incontrerà imprese, ordini professionali, io da segretario starò nelle piazze a incontrare le persone. Se questa è l’unica critica, consiglio di cambiarla perché l’hanno fatta in Umbria. Chi sceglie Borgonzoni presidente sceglie una donna competente. Di là si vergognano e fanno bene ad esserlo. Lucia incontrerà tutti gli emiliano-romagnoli”.

Quanto ai programmi Salvini ha le idee chiare: ”Noi parliamo della Cispadana che non c’è, della Tirreno-Brennero che non c’è, delle aziende agricole che non vengono pagate, della ricostruzione incompleta, dei diciannove permessi per chi esce a pescare con le reti, di un sistema di assegnazione delle case popolari che premia gli immigrati e non gli italiani, delle liste d’attesa che si allungano invece che accorciarsi in sanità, dei punti nascita chiusi in montagna. Di questo ci occuperemo dal 27 gennaio”.

Archiviato il capitolo elezioni regionali, Salvini apre quello del Governo. “A Conte – spiega il leader della Lega – auguro buona fortuna, ma lui vive male, è ossessionato da me. Si alza la mattina pensando a me e si addormenta pensando a me. Gli auguro di campare 120 anni ma politicamente ogni giorno che passa è un danno per l’Italia”.

Per Salvini le elezioni del 26 gennaio saranno un test nazionale: “Non vedo l’ora che arrivi questo 26 gennaio perché dimostreremo che là dove governa la Lega la gente sta meglio e vive meglio, poi sicuramente sarà anche un segnale a livello nazionale a questo Governo, che ogni giorno ne combina una fra Conte, Renzi, Di Maio, Zingaretti. Si dimette un ministro e lo moltiplicano per due. Sette miliardi di tasse, raddoppio degli sbarchi, processi che durano a vita, in quattro mesi penso che abbiano fatto il peggio possibile”.

Infine, un cavallo di battaglia della Lega: “Quota 100 è l’inizio di un percorso che quando torneremo avrà fine con quota 41. Mi spiace che Conte e Renzi pensino di tornare alla Fornero. Faremo barricate fuori e dentro il Parlamento”, spiega Salvini. “Li teniamo bloccati giorno e notte. Tornare alla legge Fornero è un atto criminale”, mette in chiaro l’ex ministro degli Interni.

A chi gli chiede, invece, un bilancio sul 2019 che sta per concludersi risponde: “Soddisfatto dal punto di vista personale, sentimentale, da padre. Governiamo sei regioni su sei. Sono un ragazzo fortunato, canterebbe Jovanotti”. “Vogliono cancellare i decreti sicurezza, atto ostile per la sicurezza degli italiani. Non glielo permetteremo. La nostra linea insuperabile sono quota 100 ed i decreti sicurezza. Su questi non si scherza”, conclude Salvini prima di lasciare la sala e correre alla stazione a prendere il treno.
(ITALPRESS).

UNIVERSITÀ, MANFREDI “SERVE UN PIANO PLURIENNALE”

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«Un piano pluriennale si deve fare. La prima cosa, però, è ascoltare gli enti di ricerca e gli atenei per capire come muoversi. Siamo d’accordo, lo faremo insieme, io e il presidente del Consiglio. Dovremo affrontare anche il problema della semplificazione, perché nell’università ci sono troppe regole complicate”. Lo dice il neo ministro dell’Universita’ e ricerca, Gaetano Manfredi, intervistato dal “Corriere della sera”.
“Cosa e’ accaduto con Fioramonti – aggiunge – io non lo so. So che quella cifra, un miliardo, e’ quanto e’ stato tagliato dei fondi per l’universita’ negli ultimi anni e che dovrebbe essere recuperato. Ma so anche che la situazione della finanza pubblica e’ difficile e che non e’ possibile recuperare tutto subito. Pero’ non possiamo considerare l’universita’ e la ricerca come la cenerentola del Paese: occorre un impegno da parte di tutto il governo e un piano per rispondere alle esigenze di questi settori in tempi ragionevoli”.

CONTE SDOPPIA MINISTERO SCUOLA E UNIVERSITA’

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“Mi sono convinto che la cosa migliore per potenziare la nostra azione, sia separare il comparto Scuola dal comparto Università e Ricerca. Sembrano appartenenti alla stessa filiera, ma hanno logiche ed esigenze molto diverse, sarà creato un nuovo ministero dell’Università e della Ricerca”. Lo ha detto il premier, Giuseppe Conte, nel corso della tradizionale conferenza stampa di fine che si è tenuta a Villa Madama, annunciando anche i due nomi che saranno a capo dei nuovi ministeri: “Ho pensato, avendo conosciuto l’operato della sottosegretaria Lucia Azzolina, di nominarla ministra della Scuola e Gaetano Manfredi vorrei nominarlo ministro dell’Università e della Ricerca. Abbiamo la necessità di rilanciare il comparto della Ricerca dell’Università – ha aggiunto – Non è vero che non abbiamo compiuto dei passi in avanti, per la prima volta abbiamo introdotto l’Agenzia nazionale per la ricerca, questa è una iniziativa strategica. Dobbiamo fare qualche sforzo in più, dobbiamo rilanciare un piano straordinario per i ricercatori”. Il premier ha inoltre specificato che non saranno nominati altri sottosegretari: “il numero massimo è quello e non possiamo sforare”. Ringraziando il ministro uscente Lorenzo Fioramonti che si è dimesso per la mancata concessione in manovra dei fondi da destinarsi al comparto, il premier ha spiegato che non c’era nessun “piano preordinato per quanto riguarda la creazione di un nuovo ministero, non è vero che non ho invitato Fioramonti a ripensarci ma mi è parso molto risoluto, io lo rispetto e lo ringrazio per l’attività svolta. Ha svolto l’incarico per un breve tempo, secondo me troppo breve per poter trarre delle conclusioni così radicali”. Il presidente del Consiglio nel rilanciare l’azione di governo fino al 2023 ha poi ripercorso i primi 100 giorni dell’esecutivo, “siamo stati costretti a correre i 100 metri, è stato uno sprint a ostacoli, occorreva una manovra economica seria e responsabile, avevamo il compito di reperire ben 23 miliardi per disinnescare Iva. Sono orgoglioso di aver raggiunto gli obiettivi prefissati, addirittura siamo andati oltre, non ci siamo limitati solo a disinnescare l’Iva ma abbiamo già iniziato a realizzare alcuni impegni per i quali abbiamo chiesto la fiducia in modo solenne e nelle sedi appropriare”.
“Ora – ha spiegato Conte – abbiamo davanti a noi una maratona di 3 anni che non significa che andremo a passo lento, marceremo spediti ma questo spazio ci consentirà di programmare, senza l’affanno di questi mesi, meglio le nostre iniziative di governo. Dobbiamo fare un piano ambizioso riformatore per cercare di realizzare le misure che il paese attende da anni e i cittadini chiedono. A gennaio dobbiamo fermarci a riflettere e confrontarci per rilanciare l’azione di governo”.
(ITALPRESS).

FIORAMONTI “STUPISCONO GLI ATTACCHI DEL M5S”

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“Credo che sia la prima volta nella storia del nostro Paese, che un ministro della Repubblica venga criticato perché ha fatto ciò che aveva annunciato. Non da giorni, ma da mesi. Infatti, le mie prime interviste sull’impegno a trovare almeno 1 miliardo per la ricerca pena le dimissioni le feci a giugno di quest’anno, su Il Fatto Quotidiano e poi su La Verità, quando ero ancora vice ministro del governo Conte 1. Io sono così: se una cosa la dico, poi la faccio. Per questo ho lottato senza sosta, anche da ministro, per porre la questione nel Governo anche con riferimento alla scuola”. Così, in un post su Facebook, il ministro dell’Istruzione dimissionario Lorenzo Fioramonti. “Forse non dovrebbe neanche stupire che mi giungano critiche da partiti i cui leader avevano promesso di abbandonare la politica in caso di sconfitta elettorale, ma sono ancora saldamente al loro posto. Quello che mi stupisce, però, è che tante voci della leadership del M5S mi stiano attaccando in questo momento. E per che cosa? Per aver fatto solo ciò che ho sempre detto. Mi sarei in realtà aspettato il contrario: sarebbero dovuti essere loro a chiedermi di onorare la parola data favorendo le dimissioni, invece di chiedermi di fare quello che i politici italiani hanno sempre fatto: finta di niente”, aggiunge.
(ITALPRESS).

SI È DIMESSO IL MINISTRO FIORAMONTI

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Il ministro Lorenzo Fioramonti ha rassegnato le sue dimissioni con una lettera indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Lo conferma lo stesso Fioramonti con un post sul suo profilo Facebook: “La sera del 23 dicembre – scrive -, ho inviato al Presidente del Consiglio la lettera formale con cui rassegno le dimissioni da Ministro dell’Istruzione, dell’università e della Ricerca. Mi sono ovviamente  esso a completa disposizione per garantire una transizione efficace al vertice del Ministero, nei tempi opportuni per assicurare continuità operativa”.

“La verità, però – continua Fioramonti -, è che sarebbe servito più coraggio da parte del Governo per garantire quella ‘linea di galleggiamento’ finanziaria di cui ho sempre parlato, soprattutto in un ambito così cruciale come l’università e la ricerca. Si tratta del vero motore del Paese, che costruisce il futuro di tutti noi. Pare che le risorse non si trovino mai quando si tratta della scuola e della ricerca, eppure si recuperano centinaia di milioni di euro in poche ore da destinare ad altre finalità quando c’è la volontà politica”.

REGENI. CONTE TELEFONA AD AL SISI, “COLLABORIAMO”

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Lunga conversazione telefonica tra il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il Presidente della Repubblica Araba d’Egitto, Abdel Fattah Al Sisi. Al centro dei colloqui la crisi libica, le sfide della regione mediterranea e la cooperazione bilaterale, “con particolare riguardo alla ripresa dei contatti per l’urgente rilancio della collaborazione giudiziaria sull’omicidio di Giulio Regeni”. Lo rende noto Palazzo Chigi.

ZINGARETTI “È DA MATTI PICCONARE IL GOVERNO”

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“Io dico sì al governo, vada avanti, ma deve ricostruire la fiducia del Paese, e la fiducia del mondo verso questo Paese. Io dico basta ad essere avversari tra chi sostiene il governo, dobbiamo ricreare un clima di alleanze. Dico agli alleati basta polemiche. Io sono per volere andare avanti, ma abbiamo il dovere etico e morale di farlo con il buon governo”. A sostenerlo il segretario del Pd Nicola Zingaretti, ospite di “Mezz’ora in più” su Raitre.
“C’è chi vuole risolvere i problemi e chi crearli, chi governare e chi litigare. E’ da matti picconare tutti i giorni. Non ho problemi a dirlo che dentro la maggioranza c’è un alto tasso di litigiosità”, ha proseguito il leader dem.
“Noi non accetteremo mai cinque idee diverse su quello che dobbiamo fare il prossimo anno, Conte si è impegnato a portare un’agenda condivisa. Mi auguro che sia un programma non di titoli ma di fatti”, ha proseguito Zingaretti, che ha parlato anche di legge elettorale: “Ci siamo impegnati a depositare la nostra proposta all’inizio del prossimo anno anche con la collaborazione dell’opposizione. Dobbiamo togliere dal campo questa che è una pessima legge”.
(ITALPRESS).