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MINACCE A SINDACI, LAMORGESE “NON SONO SOLI”

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Si è riunito al Viminale l’Osservatorio Nazionale sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti degli amministratori locali, presieduto dal Ministro Luciana Lamorgese.

La riunione, a cui hanno partecipato il sottosegretario all’Interno, Achille Variati, i vertici del Viminale, i rappresentanti dei Ministeri della Giustizia e dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dell’Upi e dell’Anci, “è stata l’occasione – si legge in una nota – per fare un punto di situazione sull’andamento del fenomeno che, nell’ultimo trimestre del 2019, ha registrato una lieve flessione rispetto al primo e al secondo”.

La titolare del Viminale ha ribadito, prosegue la nota, “l’impegno del Ministero e più in generale dell’Osservatorio a lavorare a fianco degli amministratori locali”.

Tutti i partecipanti al tavolo, sottolinea la nota del Viminale, “hanno riconosciuto l’importanza di investire in formazione e cultura della legalità anche attraverso il pieno coinvolgimento del sistema scolastico nazionale, con particolare attenzione all’insegnamento della educazione civica”.

“I primi cittadini non saranno lasciati soli – ha affermato il Ministro dell’Interno, Lamorgese -. Convocherò periodicamente questo importante tavolo per condividere ed elaborare insieme strategie efficaci di prevenzione e contrasto degli atti intimidatori”.

“Il Viminale è la casa dei diritti e delle libertà – ha aggiunto il Ministro -. Il nostro compito è garantire il libero e democratico esercizio delle funzioni da parte degli amministratori locali. Un ruolo di primo piano è quindi affidato agli Osservatori regionali, che rappresentano le sedi propositive di dialogo ed ascolto fra rappresentati degli enti locali, Forze di polizia, magistratura e amministrazione scolastica”.
(ITALPRESS).

MARTELLA “PER L’EDITORIA CRISI MA ANCHE OPPORTUNITÀ”

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Il settore dell’editoria “è in grave crisi ma attraversa anche una fase di straordinaria opportunità”, che “con politiche pubbliche incisive dobbiamo trasformare in un rilancio del settore dell’editoria e del giornalismo”. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Editoria, Andrea Martella, a margine di una visita e del taglio simbolico del nastro della nuova redazione romana dell’agenzia Italpress. “Si tratterà di sostenere la contribuzione diretta e indiretta a giornali e periodici, di accompagnare la trasformazione digitale, in parte avvenuta e in parte ancora in corso – ha detto Martella -. Si tratterà di qualificare il personale, di studiare una serie di incentivi e di benefici di carattere fiscale che possono dare sostegno alla produzione cartacea e contemporaneamente all’innovazione tecnologica”.

 

PRESCRIZIONE, BONAFEDE “NESSUNA APOCALISSE”

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“Secondo me un principio di svolta fondamentale sarà quello per cui dopo la sentenza di primo grado nessun cittadino rimarrà privo di una risposta di giustizia da parte dello Stato. Condivido il fatto però che si debba cercare di portare avanti una riforma del processo penale per garantire che ci sia una celere trattazione dei processi”. Lo ha detto il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, nel corso del Question Time alla Camera.
“Ribadisco che dal primo gennaio non ci sarà nessuna apocalisse perché gli effetti processuali della legge sulla prescrizione si avranno non prima di tre anni – ha aggiunto Bonafede -. Abbiamo tutto il tempo per portare a regime la riforma del processo penale e gli investimenti nella giustizia che non erano mai stati fatti prima”.
(ITALPRESS).

PRIMO PRESIDENTE DONNA ALLA CORTE COSTITUZIONALE

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La Corte costituzionale riunita in camera di consiglio, ha eletto come presidente la giudice Marta Cartabia. Hanno preso parte alla votazione 15 giudici. I voti a favore sono stati 14 (con l’astensione di Cartabia). Marta Cartabia è la prima donna ad essere stata eletta presidente della Corte. Rimarrà in carica fino al 13 settembre 2020, quando scadrà il suo mandato di giudice costituzionale. La neopresidente ha confermato come vicepresidenti i giudici Aldo Carosi e Mario Morelli. Nata a San Giorgio su Legnano (MI), il 14 maggio 1963, sposata, tre figli, Cartabia è professore ordinario di Diritto costituzionale e, nel settembre 2011, viene nominata dal presidente della Repubblica giudice della Corte costituzionale, di cui è stata vice presidente dal novembre 2014. La sua carriera accademica è stata segnata sin dagli esordi da un’intensa attività di ricerca in ambito costituzionalistico con uno spiccato respiro europeo ed internazionale. Cartabia ha redatto 171 decisioni dall’ingresso alla Corte costituzionale nel 2011 a oggi.
(ITALPRESS).

600 SINDACI IN MARCIA PER LILIANA SEGRE

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Oltre 600 sindaci e migliaia di cittadini. La marcia “L’odio non ha futuro”, organizzata a Milano, ha attraversato piazza del Duomo tra due ali di folla che applaudivano. In testa al corteo, i sindaci di Milano, Giuseppe Sala, di Torino, Chiara Appendino, di Bologna, Virginio Merola, di Firenze, Dario Nardella, di Bari, Antonio Decaro (che è anche presidente dell’Anci), e di Palermo, Leoluca Orlando. Un momento di riflessione non politico, senza i colori dei propri schieramenti, ma uniti per “fare da scorta civile a Liliana Segre”, ha spiegato Decaro. La senatrice a vita si è unita al gruppo dei primi cittadini all’Ottagono, ossia il centro della Galleria Vittorio Emanuele II, dove è stata intonata Bella Ciao e il suo nome è stato scandito più volte tra gli applausi. Dal palco in piazza della Scala, dove la manifestazione si è conclusa, Liliana Segre si è rivolta ai sindaci e ai cittadini presenti, invitandoli a “lasciare l’odio agli anonimi della tastiera e guardiamoci da amici. L’odio si combatte anche tenendo viva una memoria condivisa delle tragedie che le generazioni passate hanno patito proprio a causa della predicazione dell’odio”.

“È nell’oblio della nostra storia che passa il messaggio dell’indifferenza” ha ricordato Segre, rilevando però che “stasera non c’è indifferenza, ma un’atmosfera di festa. Cancelliamo tutti insieme le parole odio e indifferenza, abbracciamoci in una catena umana che trovi empatia e amore nel profondo del nostro essere uomini e donne giusti, forti e liberi nelle loro scelte di vita. Io ho conosciuto l’odio – ha aggiunto infine -. Io ho visto come sono diventata un rifiuto della società civile alla quale pensavo di appartenere. Ho sentito le parole dell’odio. E poi ho visto la messa in opera di quell’odio. Stasera da madre guardo tutti i figli con la fascia tricolore e i cittadini venuti qui a gridare basta odio, parliamo d’amore”. Lunghi applausi hanno interrotto il discorso della senatrice, che sul palco è stata introdotta dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che ha voluto solo rivolgere un messaggio “ai fomentatori d’odio: avete visto la mobilitazione di piazza contro l’odio di questa sera. Siamo pronti a tornarci continuamente se il clima non cambierà”.

Al termine del discorso di Liliana Segre, il sindaco Sala ha chiesto di osservare un minuto di silenzio e il suo omologo di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, ha consegnato alla senatrice una fascia tricolore “a nome di tutti i sindaci”. Subito dopo, dalla folla, è salito in modo spontaneo l’Inno di Mameli, chiuso da un “sì” gridato al cielo di Milano, a chiudere la la manifestazione.

(ITALPRESS).

GOVERNO, CONTE “AVANTI CON GIOCO DI SQUADRA”

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“Stare appeso non è nel mio carattere e la forza ci viene dai risultati. Più che di una verifica, si tratterà di un rilancio”. Così il premier Giuseppe Conte, in un’intervista al Corriere della Sera, sulla salute del governo, spiegando che “c’è qualche segno di incertezza, i cittadini si aspettano massima chiarezza dal governo e dalle forze di maggioranza. Io ho le idee ben chiare. Il dibattito pubblico di queste settimane non ci ha fatto bene, perché ha restituito l’immagine di una maggioranza in cui sono tanti i tentativi di rimarcare uno spazio politico autonomo, di appuntare bandierine. Dobbiamo correre tutti insieme”. Sul cronoprogramma e l’agenda 2023, osserva: “Le riforme strutturali che ci attendono richiedono gioco di squadra e massima determinazione a perseguire l’interesse generale. Inviterò tutti ad abbracciare questo spirito e pretenderò da tutti un chiaro impegno”. Il presidente del Consiglio si dice fiducioso: “Abbiamo idee e gambe per portare a compimento questa stagione riformatrice”, così come sulle risorse da trovare, “se in 100 giorni abbiamo trovato risorse per 23 miliardi ed evitato un salasso di 540 euro di tasse a famiglia, in 365 giorni riusciremo a fare molto di più”. Quanto ai temi della giustizia, il premier ribadisce che “il primo gennaio entrerà in vigore la nuova normativa sulla prescrizione. Riusciremo a trovare le misure più adeguate per ridurre i tempi dei processi penali e per evitare che un processo si estingua senza pervenire a una sentenza di merito. Troveremo una soluzione che riesca a ottemperare a tutte le legittime esigenze espresse dalle forze di maggioranza”. Poi, il tema delle crisi industriali con l’ex Ilva e Alitalia su tutti: “Sono ottimista, perché stiamo seguendo questi dossier con la massima attenzione e perché credo nella risposta del sistema-Paese”. Sul tema Mes, secondo Conte “il dibattito pubblico è rimasto inquinato da uscite mistificatorie e non ha aiutato gli interessi dell’Italia l’insieme di falsità propagandate dalla coppia Salvini-Borghi”. Infine, la legge elettorale. “Non è giusto che la legge elettorale sia di fonte governativa, è giusto che sia rimessa al gioco delle forze parlamentari. Mi sorprenderebbe se la Lega dovesse abbandonare la preferenza per un sistema maggioritario. Sarebbe un segno di debolezza”, osserva. “C’è un confronto parlamentare. Mi auguro solo che, se si dovesse andare verso il proporzionale, si riesca a consolidare il governo e la stabilità delle legislature. Ci si può anche orientare in questa direzione, ma serve un’adeguata soglia di sbarramento e la sfiducia costruttiva, come nel sistema tedesco”, chiosa il premier.
(ITALPRESS).

MATTARELLA “LA PACE VA CONSOLIDATA”

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“La pace non è soltanto l’assenza di guerra, va consolidata, sviluppata e difesa costantemente e questo richiede lavoro ed è cio che avviene qui”.
Lo ha detto il Capo dello Stato Sergio Mattarella parlando alla celebrazioni dei 55 anni del Sermig a Torino.
“L’impegno attivo per la pace – aggiunge – la garantisce e difende dai pericoli costanti che emergono particolarmente in questo periodo. Tutti i cambiamenti che il mondo sta attraversando e affrontando creano disorientamento e paure. Le paure generano chiusure e contrapposizioni pericolose perché sono contagiose”.
(ITALPRESS).

FICO “LA LEGISLATURA VA COMPLETATA”

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“Il Parlamento deve dare delle risposte, un tempo minimo sono i 5 anni di legislatura e non va bene, al di là del governo e di una maggioranza, che una legislatura ogni due anni e mezzo-tre cada, non fa bene al paese, si sfilaccia il rapporto tra istituzioni e cittadini, il parlamento deve essere in grado di andare avanti 5 anni”. Lo ha detto il presidente della Camera, Roberto Fico, nel corso del tradizionale scambio di auguri con la stampa parlamentare. La terza carica dello Stato ha fatto un richiamo alle forze politiche: “Non possiamo essere in campagna elettorale permanente, dobbiamo proporre una visione al paese, non è pensabile essere legati a slogan comunicativi. Non possiamo essere schiavi di slogan comunicativi che nulla hanno a che fare con la realtà, non è pensabile in alcun modo che siamo legati al numero di presenze in tv, sui social, a chi riesce a dettare tramite slogan l’agenda politica del paese”.

Gli sforzi delle istituzioni, per Fico, si devono concentrare sul tema scuola, cultura, istruzione che rappresentano “il futuro del nostro paese, se noi non riusciamo ad essere perfetti su questo tema il paese tra 20 anni sarà punto e a capo o forse peggiore, sull’istruzione, sull’educazione dobbiamo agire, ridurre il gap che c’è tra Nord e Sud, investire nella scuola pubblica”. Spostandosi su temi politici Fico ha ribadito la necessità della trasparenza dei finanziamenti ai partiti: “Quando parliamo di finanziamento pubblico non dobbiamo dimenticarci la nostra recente storia: nel ’93 il referendum ha abolito il finanziamento pubblico al partito, qualche anno dopo sono stati introdotti, raggirando il referendum, i rimborsi elettorali. La trasparenza rispetto ai finanziamenti deve essere attuata al 100% anche per tutte le Fondazioni, dobbiamo sempre sapere chi finanzia la politica”.

Un passaggio lo ha dedicato anche ad uno dei temi che sta animando il dibattito politico degli ultimi giorni, il movimento delle Sardine visto positivamente dal presidente della Camera: “Non ho nostalgia delle piazze, sono molto contento, se mai venissero altre avanguardie, il paese e il Parlamento devono essere pronti ad accoglierle. Sono contento – ha concluso – che ci siano delle piazze pacifiche che si riuniscono, è un bene che ci sia un movimento libero, che rimanga fuori dai partiti”.
(ITALPRESS).