“Noi votammo il blocco della prescrizione perché era inserito in un pacchetto. In un anno andava fatta la riforma del processo per avere tempi più brevi. Bonafede poi è scomparso, in Cdm la sua proposta non andava bene perché non siamo una repubblica giudiziaria”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini a Start su Sky Tg24.
“Qualcosa che evita un danno per gli italiani la voto anche con Topolino”, ha poi detto Salvini rispondendo alla domanda se il Carroccio voterebbe un provvedimento per contrastare l’inizio del blocco della prescrizione dal 2020 insieme a PD, Forza Italia e Italia Viva.
Quanto alla tenuta della maggioranza, il leader leghista ha ribadito: “Spero si voti in primavera, il prima possibile, ogni giorno è un litigio, così si perde credibilità a livello internazionale”.
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PRESCRIZIONE, SALVINI “VOTEREI ANCHE CON TOPOLINO”
ZINGARETTI “POLEMICHE INSENSATE NEL GOVERNO”
“Non possiamo sottovalutare in alcun modo il rischio che la maggioranza di governo tra distinguo, liti e sgambetti si allontani sempre più da i bisogni e dalla voglia di riscatto del Paese. Continuano a esplodere drammatiche crisi aziendali che dovrebbero molto di più influenzare l’agenda politica in primo luogo della maggioranza”. Lo scrive il segretario del Pd Nicola Zingaretti in una lettera al quotidiano La Repubblica.
“Già nelle prime settimane di vita dell’esecutivo Conte il Pd si è prodigato per richiamare tutti alla responsabilità. Non si può governare insieme se ci si sente avversari e senza una comunanza sulla visione comune del futuro”, prosegue.
“Il cammino comune per essere all’altezza è ancora lungo, per iniziarlo occorre immediatamente, e con urgenza, cambiare passo. Non solo l’Italia, ma l’Europa ha bisogno di giustizia e di uno sviluppo sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale”, aggiunge il segretario dem.
“Il Governo Conte è nato con l’ambizione di realizzare una rigenerazione democratica. La manovra economica che si sta approvando, pur partendo da condizioni molto difficili, rappresenta un’inversione di tendenza. Ora fondamentale è ricostruire la fiducia nel Paese – sottolinea il leader del Pd -. La scarsa generosità di alcune insensate polemiche nella maggioranza, di una ricerca ossessiva e quotidiana di visibilità, la paura tra gli alleati di abbracciare una solidarietà aperta e leale sono i segni di un vecchio modo di intendere la politica”.
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MES, CONTE “NON FIRMO CAMBIALE IN BIANCO”
“Sul Mes ho ricostruito quello che è accaduto, e sino a quando non si appone una firma ci sono sempre margini per migliorare un trattato, non mi interessa se gli altri Paesi considerano chiuso l’accordo”. Così il premier Giuseppe Conte, in un’intervista al Corriere della Sera, spiegando che “se tu mi porti sull’unione bancaria un progetto che all’Italia non piace io non firmo il Mes, e non è un ricatto, questa è logica di pacchetto, mettere in discussione tutto. State sicuri che non ci faremo fregare”. Conte insiste proprio sul concetto di “pacchetto” perchè “abbiamo fatto un vertice di maggioranza su questo. Pacchetto significa che il progetto comprende unione bancaria e monetaria: è giusto che l’Italia si esprima solo quando avrà una valutazione complessiva su dove si sta andando, io ancora non ho firmato nulla, tantomeno una cambiale in bianco. Già domani si entrerà nel vivo sul dossier dell’unione bancaria, io non ho nessuna intenzione di firmare in bianco. Ci sono tante varianti in una logica di pacchetto, anche dal punto di vista procedurale e ci sono tanti modi di affermare questo metodo”. Quanto alla posizione del M5S dice: “Credo che la loro volontà sarà assolutamente rispettata, ma anche quella delle altre forze politiche. Per andare avanti serve l’accordo tra tutte le forze che sostengono il governo. Lavoriamo in un percorso che è collettivo e le riforme che adotteremo saranno sempre nell’interesse dei cittadini”. Il premier osserva che in fondo la riforma è utile all’Italia, “abbiamo evitato dei peggioramenti, gli aiuti vengono dati direttamente alle banche e non allo Stato, senza influenza sul debito”, respingendo l’accusa di essere troppo spostato sul Pd. “Non sono vicino a nessuno, sono un capo di governo che sta portando un programma di 29 punti, ho un rapporto più facile, per ragioni storiche, con il Movimento, ma non si può fare una comparazione. Il Pd lo sto conoscendo ora, è una stupidaggine dire che sul Mes sono più vicino al Pd, il Pd è arrivato adesso. Gualtieri su un percorso di 100 chilometri sta compiendo l’ultimo miglio”.
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CONTE “NESSUN CONTRASTO CON DI MAIO”
“Oggi ho letto i giornali, c’è una ricostruzione che mi ha molto sorpreso. Qualcuno ha sintetizzato che io ieri parlassi a nuora perché intendesse suocera, una contrapposizione tra me e Di Maio. Una lettura che non condivido affatto, perché non corrisponde alla verità. Sul Mes abbiamo fatto un vertice di governo, in tre ore ci siamo confrontati su vari aspetti, abbiamo emesso un comunicato congiunto che era recepito nella mia esposizione alle Camere, e che richiamava il passaggio di domani di Gualteri all’Eurogruppo e quello mio alle Camere l’11 dicembre. Non c’è nessuna divisione su questo percorso”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti italiani a Londra, a margine di un appuntamento in vista del vertice Nato di domani.
“Ci sono diverse sensibilità sul tema nella maggioranza, ma se prendessimo dieci economisti a parlare di Mes verrebbero fuori dieci valutazioni diverse. Ieri ho cercato di riassumere una posizione complessiva”, ha aggiunto.
“In un negoziato è legittimo sollevare delle perplessità, ma poi serve una sintesi complessiva e questa spetta al Parlamento. Prima di quello lavoreremo per rendere questo progetto non solo compatibile ma anche pienamente utile agli interessi nazionali”, ha sottolineato il presidente del Consiglio.
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MES, DI MAIO “RINVIO PER MIGLIORARLO”
Dopo il post su Facebook di ieri nel quale il leader del M5S dichiarava senza mezzi termini “decideremo noi come e se dovrà passare questa riforma del Mes, che è una cosa seria e su cui gli italiani debbono essere informati accuratamente”, oggi Luigi Di Maio torna sull’argomento. “Io non ho mai parlato di crisi di governo, semplicemente chiediamo un rinvio per migliorare questo meccanismo. La cosa incredibile è che noi assistiamo ad attacchi al fondo Mes quando questo fondo è iniziato dal governo Berlusconi-Lega. Alla faccia dei sovranisti”, ha detto intervistato al Gr1.
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ALITALIA, VIA LIBERA AL NUOVO PRESTITO PONTE
Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per il prestito ponte su Alitalia. E’ quanto si legge nella nota diffusa da Palazzo Chigi al termine del Cdm.
Il Consiglio dei ministri, su proposta del presidente Giuseppe Conte, del Ministro dell’economia e delle finanze Roberto Gualtieri e del Ministro dello sviluppo economico Stefano Patuanelli, ha approvato un decreto-legge che introduce misure urgenti per assicurare la continuità del servizio svolto da “Alitalia – Società Aerea Italiana spa” e “Alitalia Cityliner spa”, entrambe in amministrazione straordinaria, sottolinea la nota di Palazzo Chigi.
Al fine di consentire l’espletamento, entro il 31 maggio 2020, delle procedure per il trasferimento dei complessi aziendali facenti capo al gruppo Alitalia in amministrazione straordinaria, con il decreto – prosegue la nota di Palazzo Chigi – si conferma, nell’anno 2019, il finanziamento a titolo oneroso di 400 milioni di euro già previsto dal decreto-legge 26 ottobre 2019, numero 124 (cosiddetto decreto fiscale).
Il prestito è destinato a finanziare le indifferibili esigenze gestionali di Alitalia e l’esecuzione, da parte dell’organo commissariale, del piano delle iniziative e degli interventi funzionali all’efficientamento della struttura nonché alla tempestiva definizione del trasferimento dei complessi aziendali, affinché sia assicurata la discontinuità, anche economica, della gestione da parte del soggetto cessionario, conclude la nota di Palazzo Chigi.
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CONTE “CON IL SALVA-STATI RISPARMI NON SONO A RISCHIO”
“Il Governo non ha firmato nessun trattato. La riforma è ancora incompleta”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso dell’informativa alla Camera sul Meccanismo Europeo di Stabilità, ricordando “l’interlocuzione nei mesi scorsi con il Parlamento, un doveroso dialogo che è avvenuto non solo in occasione delle informative prima dei Consigli Europei”.
Il premier ha fortemente criticato l’opposizione: “Pur di attaccare la mia persona e il governo, non ci si è fatto scrupolo e mi sono sorpreso, non della condotta del senatore Salvini, quanto del comportamento della deputata Meloni, perché non ci si è fatto scrupolo nel diffondere notizie allarmistiche e false”. Parole che hanno provocato la reazione della stessa Meloni e del leghista Claudio Borghi. Il presidente della Camera Roberto Fico ha dovuto richiamare i deputati all’ordine.
“E’ stato detto che tutti i nostri risparmi verrebbero posti a rischio, che il Mes servirebbe a beneficiare banche altrui e non le nostre, e che il Mes sarebbe stato già firmato. Notizie false e allarmistiche”, ha spiegato il presidente del Consiglio.
“Da alcune settimane i massimi esponenti di alcune forze di opposizione hanno condotto una capillare campagna mediatica accusandomi di aver adottato, nel corso del negoziato con l’Unione Europea sul Mes, condotte improprie e illegittime, e di essere responsabile di alto tradimento, sarei quindi uno spergiuro – ha sottolineato Conte -. Questa accusa non rientra nell’ambito dell’ordinaria polemica politica”.
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MES, SALVINI “NEL GOVERNO QUALCUNO MENTE”
“Chi sta mettendo a rischio i risparmi degli italiani è seduto lì, qui ci sono in ballo i risparmi di milioni di italiani. Voi state riducendo l’Europa a un centro commerciale dove guadagna chi già ha e perde chi non ha”. Lo ha detto il leader e senatore della Lega, Matteo Salvini, dopo l’informativa urgente del premier Conte in Senato in merito al Mes, e rivolgendosi ai banchi del Governo.
“Sui banchi del governo c’è qualcuno che mente. Decidete voi se mente Conte o Gualtieri, spero non siate complici di questa menzogna che ricadrà sulla testa e sui risparmi degli italiani. Qualcuno non la racconta giusta, a occhio sono quelli che non ti guardano in faccia e vanno dagli operai a dire che non hanno soluzioni”, ha aggiunto.
“Le lasciamo la sua arroganza – ha detto ancora Salvini rivolgendosi a Conte – ci teniamo stretta la nostra umiltà. Gli elettori in Umbria il giudizio su di lei lo hanno già dato, aspettiamo il giudizio in Emilia Romagna, Calabria, Campania e presto di 60 milioni di italiani”.
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