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PROVENZANO “SUD TRA PRIORITÀ GOVERNO”

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“Dobbiamo riavviare il processo di sviluppo con politiche coordinate”. Lo ha detto il ministro per il Sud e la Coesione Territoriale, Giuseppe Provenzano, intervenendo nell’aula magna del Dipartimento di Economia e Impresa dell’Università di Catania all’incontro su “Mezzogiorno, giovani e migrazioni: opportunità e scommesse del prossimo decennio”.

“Il Sud non è un luogo a sé stante in cui purtroppo si sono concentrate e combinate tutte le diseguaglianze della nostra società – ha sottolineato, in un’aula magna gremita di studenti e docenti, alla presenza del rettore Francesco Priolo – ma è ben inserito in quel contesto italiano a cui questo governo guarda e che non a caso ha messo nelle sue priorità il Sud, e non in chiave di contrapposizione con il resto del Paese, ma con la convinzione che investire al Sud oggi, che è la più grande emergenza nazionale, sia anche l’opportunità per un rilancio della crescita”.

“Purtroppo da 30 anni siamo avvitati su questa contrapposizione tra Nord e Sud, uno schema che dobbiamo rompere – ha aggiunto -. Anche la questione migrazione dei giovani va rivisto perché la storia dell’uomo è stata sempre una storia di migrazioni, il problema è che il fenomeno di oggi è ben diverso perché i giovani del Sud di oggi lasciano un contesto in cui si vive maggiormente il divario tra cittadini di serie A e di serie B e, invece, lo Stato deve garantire su tutto il territorio nazionale i diritti di cittadinanza, scuola, salute e assistenza”.

“Queste migrazioni ci preoccupano perché stanno rompendo un equilibrio demografico diversamente da quelle degli anni ’70, è cambiato il contesto degli ultimi 20 anni quando il Sud era la parte giovane dell’Italia, mentre oggi per mancanza di strutture, servizi e welfare le giovani coppie non procreano più”, ha spiegato il ministro Provenzano, evidenziando anche il “fenomeno universitario” in cui “prima si registrava la migrazione dei soli laureati, mentre adesso sin dal primo anno o dopo la magistrale innescando un circolo vizioso che comporta un abbassamento dei finanziamenti per la didattica e la ricerca”.

“Queste migrazioni comportano anche il fatto che le famiglie sovvenzionano i figli al Nord e determina un grande spreco nell’investimento formativo sostenuto dai territori e dalle famiglie con prospettive demografiche, su previsione dei dati Istat, che a metà del secolo al Sud mancherà il 40% della popolazione in età da lavoro ovvero si romperà l’equilibrio demografico e del Paese con conseguenze economiche devastanti – ha spiegato -. Dobbiamo riavviare il processo di sviluppo partendo da politiche coordinate che sono mancate negli ultimi anni”.

E ritornando al sistema universitario il ministro ha evidenziato che “le politiche di finanziamento degli atenei hanno aumentato con meccanismi ottusi le risorse al Nord, premiando solo alcuni atenei e togliendo risorse ad altri con criteri di valutazione che hanno penalizzato alcuni luoghi che, invece, necessitano di un maggiore investimento in capitale umano per modificare il tessuto produttivo”.

“Occorre ripartire con una politica che garantisca lo sviluppo nei settori della formazione, infrastrutture, ambiente, sanità e tessuto industriale e, quindi, una crescita che sia inclusiva, sostenibile, durevole, più forte, in grado di dare risposte alle domande di lavoro che ha questa regione e che dobbiamo soddisfare”, ha dichiarato il ministro prima di dare la parola agli studenti.

Ad introdurre i lavori è stato il rettore Francesco Priolo, che ha sottolineato “come il fenomeno delle migrazioni dei nostri giovani al Nord sia solo una questione demografica, bensì intellettuale con conseguenze drammatiche sul futuro culturale, economico e occupazionale del Mezzogiorno e della Sicilia”. “L’Università di Catania sta lavorando per migliorare la formazione e soprattutto per l’occupazione post-laurea”, ha sottolineato il rettore.

“Negli ultimi quindici anni 380 mila giovani laureati sono emigrati dal Mezzogiorno d’Italia verso il Centro-Nord, Catania era la Milano del Sud grazie anche all’Etna Valley – ha spiegato il docente Francesco Drago -. Nonostante alcuni segnali incoraggianti in diversi settori dell’economia delle regioni meridionali, nello stesso periodo, il divario tra il Mezzogiorno e il resto d’Italia non è diminuito”. E in chiusura ha lanciato la proposta di interventi ambiziosi per il Mezzogiorno come “l’istituzione di un Istituto italiano di Tecnologia come a Genova, un centro di riferimento per la ricerca scientifica ad alto contenuto tecnologico al fine di frenare la fuga dei cervelli, e l’avvio di un’istituzione come l’Icrea della Catalogna in Sicilia”.
(ITALPRESS).

CLIMA, STUDENTI IN PIAZZA

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Il movimento di Fridays For Future torna in piazza in tutto il mondo. Manifestazioni per l’ambiente anche in centinaia di città italiane e decine di iniziative nelle Università per chiedere risposte immediate alla crisi climatica.

“È una giornata di festa e di lotta – spiegano gli attivisti – durante la quale alzeremo ancora di più la nostra voce, la voce di una generazione che non vuole rassegnarsi, il futuro non è scritto e possiamo riprendercelo”. E per la prima volta accanto ai giovani ambientalisti, dopo l’invito arrivato dai ragazzi di Greta, ci saranno anche le “sardine”.

È il quarto sciopero mondiale, dopo quelli del 15 marzo e del 24 maggio e la settimana del 20-27 settembre. La data del 29 novembre è stata scelta proprio in risposta al black friday e perchè il 2 dicembre si apre a Madrid l’annuale conferenza sul clima dell’Onu.
(ITALPRESS).

BERLUSCONI “CON LEGA NON SAREMO ISOLATI IN UE”

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“Se il governo cadesse, l’unica strada sarebbero le urne. Non credo che Giorgetti intendesse proporre altre soluzioni o prefigurare maggioranze diverse. In ogni caso noi siamo radicalmente alternativi alle sinistre: da quella di Renzi, da quella di Di Maio e da quella di Zingaretti”. Lo dice il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, in un’intervista al Corriere della Sera.
Se il centrodestra vincesse le elezioni “noi, in quanto membri autorevoli del Ppe, la più grande famiglia politica europea, avremo una funzione fondamentale per evitare l’isolamento del nostro Paese”, sottolinea l’ex premier.
“Tusk, che io ho votato a Zagabria la scorsa settimana, ha detto una cosa ovvia: cioè che la Lega è diversa dal Ppe – aggiunge -. Chi ha immaginato un suo ingresso tra i Popolari ha lavorato di fantasia. Non credo interessi nemmeno a loro. Però la collaborazione in sede europea con i sovranisti ragionevoli, come con i conservatori, i liberali e altre forze democratiche alternative alla sinistra, è la strada da seguire. Come noi facciamo in Italia con il pieno sostegno del Ppe”.
(ITALPRESS).

MES, CONTE “QUERELO SALVINI PER CALUNNIA”

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“Lunedì alle 13 riferirò alla Camera, come sempre sarò in Parlamento, in modo trasparente, a riferire tutte le circostanze. Vedrete che ancora una volta verranno spazzate via mezze ricostruzioni, mistificazioni, mezze verità e palesi menzogne”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, parlando con i giornalisti ad Accra, al termine della sua visita in Ghana, in merito alle polemiche sulla riforma del Mes. “A chi oggi si sbraccia a fare dichiarazioni altisonanti e minaccia, a Salvini, se è un uomo d’onore, dico questo: vada in Procura a fare un esposto. Io non ho l’immunità perché non sono parlamentare. Lui ce l’ha e ne ha già approfittato per il caso Diciotti. Lo querelerò per calunnia, questa volta veda di non approfittarne più”, ha aggiunto Conte.
(ITALPRESS).

MES, SALVINI “ATTENTATO AL POPOLO ITALIANO”

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“Il presidente Conte ha commesso un attentato nei confronti del popolo italiano”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini nel corso di una conferenza stampa alla Camera sulla riforma del Mes, il Meccanismo Europeo di Stabilità, meglio conosciuto come Fondo Salva Stati.
Per Salvini “si deve tornare in Parlamento. Bisogna sospendere ogni determinazione fino a quando il Parlamento non si sarà pronunciato. Noi non abbiamo cambiato idea, ma se i Cinque stelle hanno cambiato idea vengano in Aula e lo dicano”.
“Chiederemo un incontro con Mattarella per evitare la firma di un trattato che sarebbe mortale”, ha sottolineato l’ex vicepremier, che parla di “attentato all’economia e alla sovranità nazionale”.
Il leader della Lega ha poi ribadito che nei mesi in cui era al governo non aveva dato il via libera alla riforma. “Abbiamo un’amplissima documentazione di messaggistica, inviata a Conte e al ministro dell’Economia, su quale fosse la posizione della Lega, dove scrivevamo ‘Non firmiamo un cazzo’. Entrambi ci rassicuravano dicendo ‘Non abbiamo preso nessun impegno'”, ha spiegato il leader del Carroccio. Il presidente della Commissione Bilancio del Senato, Claudio Borghi, presente alla conferenza stampa, ha aggiunto: “Sono andato a riprendere la simpatica locuzione del 12 giugno… ‘non firmiamo un cazzo'”.
(ITALPRESS).

DI MAIO “LA MAGGIORANZA SIA PIÙ UNITA”

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“Se il MoVimento 5 Stelle è compatto e unito sarà compatto anche il governo di questo Paese. Il fatto che il movimento possa apparire diviso non aiuta il governo”. Lo ha detto a Radio Anch’io, su Radiouno, il ministro degli Esteri e capo politico del M5S, Luigi Di Maio.
“Non voglio fare cadere il governo nè indebolirlo, ma faccio un appello alla maggioranza: sia nelle forze politiche sia tra le forze politiche, se siamo compatti riusciamo a governare il Paese per tre anni”, ha aggiunto. Per il ministro “il governo può durare tre anni, ma da gennaio serve un patto che stabilisca bene cosa fare e quando”.
Di Maio ha parlato anche delle concessioni autostradali: “Devo anche ringraziare il ministro De Micheli perché ieri in Aula è andata anche oltre le mie aspettative. Siamo in dirittura d’arrivo, revochiamole”.
“Speriamo di poter vendicare le vittime del Ponte Morandi e di revocare le concessioni il prima possibile a questi soggetti che hanno preso i soldi dei pedaggi senza fare le manutenzioni”, ha aggiunto il ministro.
(ITALPRESS).

RENZI “I PM DECIDONO COS’È UN PARTITO?”

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“Perquisire a casa e in azienda, all’alba, persone non indagate che hanno dato lecitamente contributi alla fondazione Open è un atto senza precedenti nella storia del finanziamento alla politica. I finanziamenti alla fondazione sono tutti regolarmente tracciati: trasparenza totale! Due giudici fiorentini decidono che Open non è una fondazione ma un partito. E quindi cambiano le regole in modo retroattivo”. Lo scrive su Facebook il leader di Italia Viva Matteo Renzi.
“Aprendo indagini per finanziamento illecito ai partiti! Ma come? Se era una fondazione, come può essere finanziamento illecito a un partito? E allora chi decide oggi che cosa è un partito? La politica o la magistratura? Su questo punto si gioca una sfida decisiva per la democrazia italiana – aggiunge -. Chiameremo in causa tutti i livelli istituzionali per sapere se i partiti sono quelli previsti dall’articolo 49 della Costituzione o quelli decisi da due magistrati fiorentini. Nel frattempo raccomando a tutte le aziende di NON finanziare Italia Viva se non vogliono rischiare: possiamo raccogliere solo microdonazioni di cittadini che non accettano questa gara al massacro contro di noi. E che al sito italiaviva.it/sostieni stanno contribuendo in queste ore, dimostrandoci solidarietà e affetto. Grazie”, conclude il senatore.
(ITALPRESS).

VENEZIA, DAL GOVERNO IMPEGNO PER IL MOSE

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“Noi ci assumiamo tutte le responsabilità ma è chiaro che stiamo parlando di criticità che si sono accumulate nel corso degli anni”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo la riunione del Comitatone su Venezia.
“C’è da approfondire la governance sul sistema lagunare – ha aggiunto Conte -, e poi ci sarà bisogno di aprire un altro tavolo per la legge speciale su Venezia, per aggiornarla”.
“Abbiamo deliberato che con una norma che introdurremo nella legge di Bilancio, finanzieremo con ulteriori 60 milioni, oltre i 40 già previsti, gli interventi di natura idraulica per tutti i comuni della Laguna, per proteggere Venezia, e abbiamo deliberato la conclusione del finanziamento del Mose per 325 milioni”, ha spiegato la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli. “Poi affronteremo la questione delle grandi navi”, ha aggiunto De Micheli.
(ITALPRESS).