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CONTE “SU EX ILVA NON C’È SOLUZIONE IN TASCA”

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha incontrato a Taranto delegazioni di operai dell’acciaieria ex Ilva, di comitati ambientalisti e di residenti. Non sono mancati momenti di tensione all’arrivo del premier. Alcuni tarantini gli hanno urlato contro, chiedendo la chiusura dello stabilimento. “Sono qui oggi per parlare con tutti”, ha detto Conte. La tensione si è poi sciolta, e il premier ha ascoltato diverse testimonianze e rivendicazioni.
“Non abbiamo la soluzione in tasca. La cosa certa è che Mittal vuole restituire la fabbrica. Dobbiamo valutare alternative. Nei prossimi giorni vedremo come andrà l’interlocuzione e come si definirà. Dobbiamo sfruttare qualsiasi situazione. In questo momento non ho un progetto alternativo da offrire, valutiamo tutto”, ha sottolineato il presidente del Consiglio.
(ITALPRESS).

SASSOLI “LA CADUTA DEL MURO CI HA RESO PIÙ FORTI”

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“La caduta del muro di Berlino è l’episodio fondatore dell’Europa contemporanea e ci ha resi migliori”. Lo dice David Sassoli, presidente del Parlamento Europeo.
“Trent’anni fa – prosegue Sassoli – l’Europa ha ritrovato la sua unità riconciliando lo spazio geografico con quello politico attorno ai valori della democrazia e della libertà. È un evento che ricordiamo con gioia e che ha offerto a noi e alle future generazioni la possibilità di affrontare le sfide globali con un patrimonio di valori utili alla difesa della dignità delle persone”.
“Da quel giorno – continua il presidente del Parlamento europeo – l´Europa è diventata più forte nell´affrontare le sfide che ha avuto davanti. La caduta del muro ha rappresentato la fine di un incubo per milioni di europei puniti e uccisi per la sete di giustizia ed emarginati per il desiderio di libertà. Ricordare quel periodo significa anche ribadire che mai più totalitarismi torneranno ad opprimere la vita dei nostri cittadini e ad umiliare i nostri Paesi. Oggi – conclude Sassoli- non dobbiamo dimenticare quella lezione. I giovani di Berlino ci invitano ad avere lo stesso coraggio nel continuare ad abbattere i muri e i pregiudizi, sconfiggere i nazionalismi e a lavorare per un’Europa della solidarietà”.
(ITALPRESS).

MATTARELLA “COMBATTERE L’INDIFFERENZA”

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“Prendersi cura vuol dire avere senso di responsabilità, in un mondo sempre più piccolo, raccolto, interconnesso, la collettività è globale e di questa ci si deve fare carico”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Matterella, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020 dell’Università Campus Bio Medico. “Ci si è chiesti chi può immaginare come sarà il mondo del futuro, la risposta è ‘Chiedete ai vostri bambini’ e penso che questa risposta sia sotto gli occhi di tutti: cercare di avere una vita serena – ha aggiunto Mattarella – e quindi una convivenza serena, contro la chiusura egoistica e l’arroccamento egoistico, avere un senso di responsabilità contro l’indifferenza e l’irresponsabilità, contro l’intolleranza, l’odio”. Riferendosi alla scorta assegnata alla senatrice a vita Liliana Segre il presidente Mattarella ha sottolineato: “Se è necessario assegnare una scorta ad una signora anziana che non ha mai fatto del male a nessuno ma che il male lo ha subito da bambina in forma crudele, vuole dire che questi interrogativi non sono né astratti né retorici, ma sono concreti”.
(ITALPRESS).

RENZI AL PD “TORNARE AL VOTO SAREBBE UN SUICIDIO”

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“Quando governavo ho subito il processo di chi non mi riteneva abbastanza di sinistra e dopo di me è arrivato Salvini. Dicevano fossi timido sui diritti civili, che la crescita non fosse sufficiente, che il milione di posti di lavoro del Jobs Act fosse poco. A forza dichiedere di più si sono aperte le porte alla Lega, non all’Internazionale Socialista. Allo stesso modo oggi: questo governo non è il mio. Ma è comunque meglio dell’alternativa: il voto, la destra, il Quirinale ai sovranisti, l’Italia in bilico sull’euro. Chi volendo di più vagheggia nuove elezioni forse si mette in pace la coscienza, ma mette a terra il Paese”. Lo afferma il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, in un’intervista al quotidiano La Repubblica.
“Se il Pd vuole votare, lo dica. Se i parlamentari del Pd hanno deciso di andare contro il muro hanno il dovere di comunicarlo al Paese e palesarlo in Aula. Per me è una follia, un suicidio di massa – aggiunge -. Italia Viva pensa che si debba votare nel 2023, alla scadenza naturale, dopo aver eletto il nuovo Presidente della Repubblica. Vogliamo impegnare questi anni per abbassare il costo degli interessi a 50 miliardi, erano 77 miliardi l’anno quando sono arrivato a Palazzo Chigi, per incidere in Europa, per costruire l’alternativa al sovranismo no euro. Se qualcuno pensa di fare come in Umbria anticipando le elezioni, faccia pure: con questa scelta si perdono tutti i collegi uninominali e si causano sonore sconfitte in Emilia Romagna, Toscana e Lazio. Non so che nome dare a questa ipotesi politica: in psicologia si chiama masochismo”.
(ITALPRESS).

EX ILVA, CONTE “VALUTIAMO OGNI IPOTESI”

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“Ove mai fosse, la battaglia giudiziaria sarà quella del secolo”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte ospite a Porta a Porta, in merito alla vicenda dell’ex Ilva.
Alla domanda se l’acciaieria sarà nazionalizzata, Conte ha risposto così: “Stiamo valutando tutte le possibili alternative, ma non ha senso parlarne adesso”.
“Il governo è compatto, ha messo sul tavolo lo scudo penale, ci è stato detto che non era quello il problema. La questione è che il piano industriale non è sostenibile economicamente, può accadere ma qui è una crisi aziendale non comune, c’è stata una gara pubblica all’esito della quale c’è stata una aggiudicazione, Arcelor Mittal ha vinto, hanno assunto l’impegno contrattuale e quando ha espletato la gara ha avuto la possibilità di verificare. Oggi non ci possono dire che il piano non è sostenibile”, ha spiegato Conte.
(ITALPRESS).

FRANCESCHINI AGLI ALLEATI “BASTA FURBIZIE”

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“I partiti di governo devono difendere compattamente la Finanziaria e nel contempo devono cercare le condizioni per costruire una maggioranza politica”. Lo dice in un’intervista al Corriere della Sera il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, capodelegazione del Pd nel Governo. Franceschini propone agli alleati un “duplice patto”, e aggiunge: “Fermiamoci prima che sia troppo tardi. Questa esperienza è iniziata per evitare che Salvini assumesse i ‘pieni poteri’. Solo che si trattava di un elemento sufficiente a far partire il governo”. Per farlo durare “serve altro. I governi vanno tenuti insieme da una serie di motivazioni e noi ci dobbiamo preparare ad affrontare due snodi fondamentali. Intanto in Parlamento sta per iniziare l’esame della Finanziaria, che è sempre un appuntamento insidioso anche quando le maggioranze sono omogenee e sono il frutto di una vittoria elettorale. Poi sui territori stanno per celebrarsi le Regionali in Emilia Romagna e Calabria. Ecco, sia in Parlamento che sui territori rischiamo scelte negative”.
Secondo Franceschini “ci sono delle condizioni minime per andare avanti. Per esempio, sulla Finanziaria – dopo aver scalato una montagna che pareva insormontabile e che ha indotto Salvini a scappare da Palazzo Chigi – è emerso un senso di precarietà, è prevalsa la logica delle bandierine di partito. Si sono addirittura fatti appelli alle opposizioni per ricercare in Parlamento maggioranze trasversali su emendamenti alla legge di Bilancio. È inaccettabile. Serve un patto di metodo: le eventuali modifiche alla legge di Stabilità, così come ad altri provvedimenti futuri, andranno preventivamente concordate nella maggioranza. Senza furbizie e in modo collegiale, abbandonando l’idea di voler sconfiggere il partner di governo. Perché i risultati sono un successo di tutti, e i problemi sono problemi di tutti. Altrimenti si ripete il copione del governo gialloverde, che infatti è andato a sbattere”. “Il Pd non ha collaborato alla nascita di questo governo solo per evitare l’aumento dell’Iva, cosa giusta ma non sufficiente – sottolinea il ministro -. E noi, pur vedendo i limiti dell’operazione intendiamo andare avanti, un passo alla volta. Se i patti saranno rispettati”.
(ITALPRESS).

EX ILVA, CONTE “PAESE NON SI FA PRENDERE IN GIRO”

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“Nel corso del Consiglio dei Ministri abbiamo incontrato i vertici di Arcelor Mittal dai quali volevamo ragguagli sulla situazione dell’ex Ilva. E’ una vertenza che sta particolarmente a cuore al Governo che considera quel polo industriale di interesse strategico per l’intero Paese sia dal punto di vista industriale che sociale”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al termine del Consiglio dei Ministri su Arcelor Mittal.

“Abbiamo rappresentato l’assoluta determinazione del governo di rilanciare l’Ilva e Taranto come questione prioritaria per l’agenda di governo”, ha aggiunto.

“Vogliamo delle soluzioni che ci rassicurino, ma purtroppo ci sono iniziative che sono molto preoccupanti: la società ha anticipato un atto di recesso e ha anche incardinato presso il tribunale di Milano un atto di citazione in cui chiede l’accertamento della legittimità del recesso e varie altre richieste orientate ad accertare attraverso l’autorità giudiziaria lo scioglimento del contratto per varie ragioni”, ha spiegato Conte.

“Abbiamo subito anticipato che non riteniamo giustificare queste posizioni – ha proseguito il premier – e anzi abbiamo dichiarato la disponibilità per quel che riguarda l’immunità, questione che la società ha da tempo addotto come causa per giustificare il recesso del contratto”.

“Non è giustificata la pretesa della controparte da un punto di vista giuridico – ha detto Conte – perchè la clausola che si invoca non fa mai riferimento a una specifica immunità penale, ma a modifiche legislative collegate al piano ambientale tali da non consentire la realizzazione del piano industriale”.

“Abbiamo comunque confermato la disponibilità del governo ad introdurre lo scudo penale – ha aggiunto -, ma dopo un pò è emerso chiaramente che non è questa la vera causa del disimpegno dell’azienda. Lo posso dire senza paura di essere smentito: lo scudo penale non è il tema, ma il tema vero è che l’azienda Franco Indiana ritiene che gli attuali livelli di produzione non siano sostenibili per rimunerare gli investimenti. È quindi un tema puramente industriale”.

“La questione è drammatica – ha evidenziato Conte – perchè Arcelor Mittal, per assicurare la continuità aziendale, ci rappresenta l’esubero di 5 mila lavoratori. È una questione che per noi è inaccettabile, per cui abbiamo detto che siamo disponibili a lavorare per mantenere aperto un tavolo negoziale”.

“Vogliamo preservare il progetto industriale che ci è stato presentato a seguito di una gara – ha aggiunto Conte – e questo è inaccettabile e se ci sono delle criticita’ non giustificano affatto quello che ci è stato prospettato”.
“È scattato un allarme rosso – ha aggiunto -. Ci siamo resi disponibili ad aprire una finestra negoziale 24 ore su 24 e nessuna responsabilità sulla decisione dell’azienda può essere addossata al governo. Il problema scaturisce per colpa di un piano industriale che non raggiunge i suoi obiettivi e quindi il tutto è imputabile alle valutazioni dell’azienda”.

“Invitiamo l’azienda a rimeditare queste sue iniziative – ha proseguito il premier – e siamo determinati a difendere con vigore e impegno il rilancio dell’Ilva e di Taranto. Non lasceremo soli gli operai e la comunità locale”.

“Abbiamo invitato il presidente Mittal a prendersi un paio di giorni e a proporci qualche soluzione alternativa per cercare di assicurare la prosecuzione dell’attività, il mantenimento dell’occupazione e del risanamento ambientale”, ha poi detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, annunciando: “Domani convocheremo i sindacati e confido che anche le forze di opposizione ci seguiranno in questo”.

“Il governo marcerà compatto, ma io chiedo che tutto il Paese marci compatto – ha detto il premier -. Il Paese non si deve lasciare prendere in giro. Se facciamo una gara pubblica seria come abbiamo fatto, e l’azienda ha deciso di partecipare alla gara, oggi chiediamo che ci sia rispetto del piano industriale e del piano ambientale”.
(ITALPRESS).

MATTARELLA “DA ASTRONAUTI MESSAGGIO DI PACE”

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“Dallo spazio mandate un messaggio importante: siete lì con tanti colleghi di diverse nazionalità, è un messaggio di collaborazione, di pace, di rapporti sereni che fanno riflettere su quanto sia piccola la Terra e quanto sia insensato avere conflitti”. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel corso di un collegamento dal Quirinale con il comandante della Stazione Spaziale Internazionale, Luca Parmitano.
Mattarella ha chiesto a Parmitano alcuni dettagli degli esperimenti che si svolgono a bordo della Stazione Spaziale. “Abbiamo piante che stanno crescendo in microgravità come l’insalata – ha spiegato Parmitano -, le confrontiamo con quelle che crescono sulla terra, alcune le mangiamo anche per valutare le proprietà organolettiche”.
“Vi siamo riconoscenti perché sono esperimenti preziosi per la salute e il futuro dell’umanità”, ha sottolineato Mattarella, mentre l’astronauta ha rivolto la sua “gratitudine all’Italia” per l’impegno nel progetto di ricerca spaziale.
(ITALPRESS)