Sulla plastic tax “è nato un dibattito surreale”, “abbiamo sentito e visto partiti politici che per anni ci hanno detto: rispettiamo l’ambiente, amiamolo, pensiamo al futuro. E nel frattempo però, mentre si riempivano la bocca di queste belle parole, trivellavano i mari, inauguravano nuovi inceneritori, rievocavano il nucleare. La Lega lo ha fatto anche al governo insieme a noi e li abbiamo sempre fermati. Per questi signori qui l’ambiente è un pozzo per fare soldi e basta, alcune inchieste della magistratura lo hanno dimostrato. A parole sono tutti degli statisti, nei programmi elettorali c’è sempre la riforma del secolo che salva il pianeta, poi quando si tratta di venire ai fatti, di trovare il coraggio di cambiare rotta e intervenire per dare una nuova visione al Paese, si girano dall’altra parte”. Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio.
“Oggi per la prima volta c’e un governo che ci mette la faccia – continua Di Maio -. Che ai cittadini ha promesso un Green New Deal, un grande piano per l’ambiente: vero, concreto, davvero per il futuro dei nostri figli e delle nostre imprese, per renderle più competitive sui mercati internazionali. La plastic tax, come la chiamano, serve a questo. Serve a dare una scossa, serve a invertire la rotta. Non promuovi l’ambiente parlando, lo promuovi facendo delle scelte. I soldi di uno Stato non sono infiniti, vanno re-distribuiti e la politica serve a questo, appunto, a fare delle scelte”.
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DI MAIO “SULLA PLASTIC TAX UN DIBATTITO SURREALE”
GUALTIERI “LA PLASTIC TAX SI PUO’ RIMODULARE”
“Dobbiamo ridurre l’utilizzo della plastica monouso, non possiamo prima applaudire i ragazzi in piazza per l’ambiente e poi non agire”. Lo dice il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri in una intervista al Tg3.
“Una misura che disincentiva la plastica monouso è giusta – aggiunge – poi occorre rimodularla bene e sono pronto a discutere con gli operatori del settore”.
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RENZI “AVANTI CON O SENZA CONTE”
No a nuove tasse nella manovra, perchè sarebbe una “mazzata alla classe media”. Così in un’intervista al Messaggero il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, secondo cui la legislatura durerà sicuramente fino al 2023, perchè i numeri ci sono, se con o senza Conte “dipende da come funziona il governo”. “Però – sottolinea – se qualcuno vuole andare a votare prima, basta che lo dica, ma poi si prenda le sue responabilità”.
“Questo governo è nato in emergenza – spiega Renzi – per rispondere allo strappo leghista. Con le elezioni anticipate avremmo avuto l’aumento dell’Iva, i pieni poteri a Salvini, un capo dello Stato No Euro e tensioni sui mercati. Con il blitz di agosto abbiamo eliminato in un colpo solo tutti questi rischi: rivendico l’operazione di igiene istituzionale che abbiamo fatto. Adesso abbiamo due obiettivi: eleggere un Presidente della Repubblica garante dell’Italia in Europa nel 2022 e utilizzare questo periodo di calma sui mercati per ridurre il costo degli interessi sul debito. Nel 2013 pagavamo 77 miliardi, il prossimo anno saremo a 59 miliardi: se diamo stabilità possiamo scendere sotto i 50 miliardi nel proseguo della legislatura. Se poi qualcuno vuole andare a votare prima, magari per replicare il brillante risultato dell’Umbria dove si è scelto di anticipare il voto facendo della regione un caso nazionale, non ha che da dirlo. Basta che poi ciascuno si prenda le sue responsabilità. Noi siamo per andare avanti, gli altri ci faranno sapere”.
“Per me l’unica preoccupazione è che l’Italia vada avanti, che le tasse non aumentino, che il Paese si rialzi: quindi spero che Conte lavori bene – aggiunge -. Faccio il tifo per lui e gli do una mano, oggi, senza farmi film su domani. Che cosa abbia in testa Conte per il suo futuro mi è indifferente: basta che adesso pensi a lavorare per il bene dell’Italia. La legislatura durerà fino al 2023, sicuramente: siamo una democrazia parlamentare e in Parlamento c’erano, ci sono e ci saranno i numeri per un governo che non ci spinga fuori dall’Europa”.
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SALVINI “IL GOVERNO ODIA LAVORO E RISPARMIO”
“Il signor Renzi ha la faccia come il retro. Ha fatto nascere il Governo per paura delle elezioni e adesso attacca il Governo dicendo che le tasse sono sbagliate. Pulcinella era più serio”. Matteo Salvini, in diretta su Facebook attacca il leader di Italia Viva. Sulla sua pagina social l’ex ministro degli Interni chiarisce la sua posizione sul “caso Segre”. “Quella istituita è una bella commissione sovietica, andate a rileggere 1984 di Orwell. Giusto condannare la violenza che non tornerà ma imbavagliare i popoli no”.
Per Salvini “condannare gli orrori della storia e’ fondamentale, ma dire che prima gli italiani e fermare l’immigrazione e’ razzismo, no, è un altro paio di maniche”.
Il leader della Lega critica la manovra: “Mettono una tassa di notte, poi si svegliano di giorno e si attaccano. Sono falsi, ipocriti e incapaci. La tassa sulle auto aziendali rasenta il cretinismo, come se chi ha un reddito di 34-40 mila euro fosse un riccone. Sulla plastica la tassa non è a favore dell’ambiente, ma è una tassa per far quattrini perché tassano i tappi, le bottiglie, le buste per l’insalata, per i pannolini. E’ una tassa stimata in 100 euro in più a famiglia. E’ un governo che odia il lavoro e il risparmio, aspettiamoci una patrimoniale”.
Nella diretta Salvini ha anche parlato di immigrazione, criticando l’operato della ministra Lamorgese: “C’è un ministro che non conosce nemmeno i dati del suo ministeri. E’ stata scelta come tappabuchi. Gli sbarchi sono di più, le Ong circolano”.
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LAMORGESE “L’INVASIONE DI MIGRANTI NON C’È”
“Non siamo di fronte ad alcuna invasione” di migranti e “ci siamo attivati per intensificare” l’attività dei rimpatri. A dirlo il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in un’intervista a “Repubblica”. “Nel 2019 gli arrivi sono stati circa 9.600 rispetto ai 22mila di tutto il 2018. I dati a cui si fa riferimento sono relativi al solo mese di settembre. Raffrontando gli sbarchi di settembre 2018 e 2019, in effetti l’incremento numerico c’è stato, ma – sottolinea – è riconducibile soprattutto all’aumento degli sbarchi autonomi, che non costituisce un fenomeno nuovo”. Per quanto riguarda i rimpatri, “a ottobre sono sbarcati sul territorio italiano 379 tunisini e siamo riusciti a rimpatriarne 243, di cui 138 sbarcati nello stesso mese. In questo modo – spiega Lamorgese – la percentuale dei rimpatriati rispetto agli sbarcati è di oltre il 60 per cento”.
“Sì, il governo è al lavoro per modificare i contenuti” degli accordi con la Libia sui migranti mentre, conclude Lamorgese, è “totalmente destituita di fondamento” la notizia secondo cui l’Italia sarebbe pronta ad accettare voli charter con i cosiddetti ‘dublinanti’ dalla Germania.
SEGRE “NON CI SI ASTIENE DALLA LOTTA AL RAZZISMO”
“Il mio era un appello etico che parlava alle coscienze, alle anime e ai cervelli dell’intero ceto politico italiano, senza distinzione tra destra e sinistra. Davo per scontato che il Senato della Repubblica l’avrebbe accolto come si accoglie un principio fondamentale di civiltà. Il mio sentimento davanti alle astensioni? Stupore, un profondo senso di stupefazione. Come difficilmente ci si può sorprendere alla mia veneranda età”. Lo dice in un’intervista a “Repubblica” la senatrice a vita Liliana Segre parlando dell’astensione di 98 senatori sull’istituzione di una commissione per avversare l’odio e la discriminazione razziale da lei proposta.
Il razzismo, osserva Segre, “non è una cosa su cui si può discutere, avendolo provato sulla mia pelle. Pensavo che sulle discriminazioni razziali non ci fossero margini per i distinguo. Ma evidentemente i tempi sono cambiati. Oggi sono morti i carnefici e pure le vittime. La storia si può riscrivere”.
RIFORME, ACCORDO NELLA MAGGIORANZA
“Come da intese, accordo raggiunto sui testi relativi alle riforme costituzionali da accompagnare alla riduzione del numero dei parlamentari. I testi saranno depositati nel corso della prossima settimana”. È quanto si legge in una nota diffusa dalla maggioranza dopo un vertice che si è tenuto alla Camera.
“All’interno vi è il passaggio relativo alla base elettorale del Senato da regionale a circoscrizionale e la riduzione da 3 a 2 dei delegati (di ogni regione) per l’elezione del Presidente della Repubblica, in modo che sia assicurata la rappresentanza delle minoranze – prosegue la nota -. Come era stato indicato all’interno dell’accordo di maggioranza, precedentemente al taglio dei parlamentari e nei tempi previsti, la maggioranza in maniera coesa ha concluso in modo positivo e in un clima costruttivo la prima parte dell’iter che porterà alle riforme”.
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CONTE “IL CARICO FISCALE NON AUMENTA”
Sulla manovra “siamo in dirittura finale. Parliamo di un ddl che poi approda in Parlamento ed è anche giusto raccogliere le indicazioni e qualche suggerimento da parte delle Camere, perchè bisogna rispettarle e siamo disponibili a valutare qualsiasi suggerimento anche per migliorare questo impianto e il contenuto della manovra. Quello che va detto è che circolano molte inesattezze, molte ricostruzioni non corrispondenti alla realtà. Questa è una manovra che non aumenta affatto la pressione fiscale complessiva, è facile dire tante cose ma le bugie hanno le gambe corte”. Così il premier Giuseppe Conte, a margine dell’assemblea di Confitarma.
“Gli italiani vedranno se sarà abolito o meno il superticket, i lavoratori dipendenti vedranno se ci sarà o meno qualche soldo in più in busta paga, le partite Iva sotto i 65 mila euro vedranno se è stato confermato il regime forfettario con aliquota al 15%, chi paga un affitto concordato vedrà se la cedolare e’ rimasta al 10%. Ci sono alcune tassazioni specifiche e mirate – ha aggiunto -, ad esempio per l’uso plastica, o la sugar tax. Poi per carità, se in Parlamento troveremo misure di copertura alternativa, benissimo ma è una manovra fortemente redistributiva senza aumento del carico fiscale”.
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