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DI MAIO “NON TEMO SCISSIONI”

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“Non temo scissioni nel Movimento, mi sembra strano che da quando c’è stata la scissione del Pd parlano di quella M5S. Nel Movimento si e’ sempre discusso, e’ normale ci siano anche discussioni accese”. Lo ha detto il ministro degli  Esteri e leader del M5S, Luigi Di Maio, ospite di “Radio anch’io” su Radio1 Rai. “Sabato e domenica a Napoli lancerò la nuova organizzazione del Movimento. Passeremo a un’organizzazione di 100 persone che lavoreranno sul territorio. Tra tre anni poi si deciderà quale sarà il futuro del capo del Movimento; io sono stato nominato due anni fa, la scadenza è 5 anni”, ha aggiunto Di Maio.

MILANO, E’ MORTO FILIPPO PENATI

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E’ morto l’ex presidente della provincia di Milano e dirigente del partito democratico Filippo Penati. Aveva 67 anni ed era da tempo malato.
Ha ricoperto la carica di assessore a Sesto San Giovanni dal 1985 al 1993 ed è stato sindaco dal 1994 al 2001.E’ stato presidente della provincia di Milano dal 2004 al 2009. Nel 2010 è stato candidato del PD con il centro-sinistra alla presidenza della regione Lombardia ma le votazioni si conclusero con la rielezione di Roberto Formigoni del centro-destra. Penati in rappresentanza delle minoranze venne eletto vicepresidente del Consiglio regionale. A causa di alcune indagini che lo videro coinvolto, nel 2011 si è dimesso dalla carica.

“Io oggi non vorrei dare giudizi su quello che Filippo Penati è stato dal punto di vista politico e istituzionale, ma vorrei ricordare l’amico. Credo che in tanti, in un momento di difficoltà, abbiano fatto mancare il loro affetto a Filippo. Ecco, io no. Non lo dico per farmene vanto, ma perché voglio ricordarlo come una persona che ho visto fino a pochi giorni fa, che ho accompagnato nelle sue difficoltà e che probabilmente meritava un po’ di più per il grande impegno che ha avuto” ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine della presentazione dell’ottava edizione di Bookcity questa mattina al Teatro Parenti, ha ricordato così Filippo Penati, dirigente del Pd e presidente della Provincia di Milano dal 2004 al 2009, scomparso a 66 anni dopo una lunga malattia. “Come per tutti noi e per le nostre vite – ha aggiunto Sala – si possono fare tanti distinguo, però certamente Filippo Penati è stato una persona con una caratura umana veramente particolare”. Sala ha quindi affidato il suo ricordo anche a Twitter, dove ha ribadito di non voler dare “giudizi politici e non voglio ricordare il suo profilo istituzionale. Per me è stato solo un amico a cui ho voluto bene e che ho accompagnato nell’ultima, dolorosa, fase della sua non banale vita”.

“Ho avuto il piacere di conoscerlo e di condividere con lui momenti istituzionali importanti sempre tesi a valorizzare le istituzioni a ogni livello, dai Comuni alle Province fino alla Regione” ricorda il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. “Ai suoi
famigliari e ai suoi cari – conclude Fontana – rivolgo le piu’ sentite condoglianze ed esprimo il cordoglio della Giunta regionale della Lombardia”.

“Politico di razza, ha sempre vissuto e interpretato con protagonismo i ruoli e gli incarichi amministrativi che ha ricoperto, senza mai rinunciare a raggiungere i suoi obiettivi e ad affermare ciò in cui credeva, sempre e comunque attraverso il dialogo e il confronto con i suoi interlocutori. Ci lascia in eredità la sua grande passione per l’impegno politico e sociale e la sua sensibilità in particolare per i temi del lavoro e dell’occupazione, patrimonio della sua Sesto San Giovanni” sottolinea il Presidente del Consiglio regionale Alessandro Fermi.

 

 

IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI È LEGGE

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L’Aula della Camera ha dato il via libera definitivo al taglio di 315 parlamentari. Il ddl costituzionale è stato approvato con 553 sì, 14 no e 2 astenuti. Si trattava del quarto e definitivo passaggio parlamentare.

Da oggi l’Italia, tra i grandi Paesi europei, è quello con la rappresentanza parlamentare più bassa in proporzione al numero dei suoi abitanti. Alla Camera si passa da 630 a 400 deputati mentre al Senato da 315 a 200, con un risparmio stimato, secondo il M5S, di 100 milioni l’anno, 500 a legislatura. Cifra ridimensionata dall’Osservatorio dei Conti Pubblici, secondo il quale secondo il quale il risparmio annuo si attesterebbe a 57 milioni l’anno e 285 per legislatura. I numeri certi si hanno nel rapporto tra cittadini ed eletti, con la riforma ci sarà un eletto ogni 151 mila abitanti alla Camera e un senatore ogni 302 mila. In Francia, Regno Unito e Germania il rapporto è un eletto ogni 100-110 mila abitanti.

I tagli non risparmieranno gli eletti all’estero: otto per la Camera, dai dodici attuali, e quattro per il Senato, dai sei attuali. Entro tre mesi ci sarà la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e potrebbe essere presentata, da un quinto dei membri di una delle due Camere, da 500 mila elettori o da cinque consiglieri regionali, la richiesta di un referendum confermativo.

“E’ un fatto storico, una grandissima vittoria del popolo, dei cittadini italiani visto che passiamo da 945 parlamentari a 600 e lo facciamo con una riforma storica che ricorderanno tutti, i nostri figli e i nostri nipoti. È emozionante e importantissimo”, ha detto il capo politico del M5S Luigi Di Maio, incontrando i giornalisti a piazza Montecitorio dopo il via libera definitivo al taglio dei parlamentari, una riforma che ridurrà i deputati da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200. Di Maio ha ringraziato “tutte le forze politiche della coalizione di governo. È stato un piccolo passo per la politica – ha aggiunto – ma un grande salto per i cittadini”.

“Un passo concreto per riformare le nostre Istituzioni. Per l’Italia è una giornata storica”, scrive su Twitter il premier Giuseppe Conte, mentre il segretario del Pd Nicola Zingaretti commenta: “Abbiamo ottenuto, così come da noi richiesto, che si inserisca dentro un quadro di garanzie istituzionali e costituzionali che prima non c’erano. Ecco il motivo del nostro sì, rispetto al no che avevamo dato qualche mese fa”.

“A differenza del Pd e dei 5 stelle la Lega non tradisce e mantiene la parola”, dice il leader della Lega Matteo Salvini spiegando il sì del Carroccio alla riforma.

 

CONTE “L’INTELLIGENCE È UN PATRIMONIO DEL PAESE”

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“Ho constatato che l’intelligence è effettivamente un patrimonio dell’intera nazione, una comunità di valorosi professionisti che, garantendo la sicurezza del Paese, protegge quella sfera di interessi nazionali che unisce e non divide, nella quale tutti i cittadini italiani si riconoscono e debbono potersi riconoscere”. Lo ha detto il premier, Giuseppe Conte, intervenendo al giuramento dei neoassunti del Sistema di Informazione per la sicurezza della Repubblica. 

“L’intelligence è presidio della democrazia, la prima funzione è quella più naturale non essendo concepibile una intelligence che si muova al di fuori del controllo parlamentare e dei compiti che il Governo le assegna. La seconda funzione, forse meno scontata ma non meno importante ed essenziale perchè rimanda alla natura dell’interesse nazionale la cui individuazione, protezione e promozione si collocano al cuore delle esercizio delle prerogative sovrane dello Stato”, ha aggiunto Conte.

 

CONTE “ESCLUDIAMO QUALSIASI PATRIMONIALE”

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“Questo governo esclude l’introduzione di qualsiasi patrimoniale”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel corso del suo intervento all’Assemblea di Assolombarda al teatro La Scala di Milano.

“La discesa dei rendimenti dei titoli di Stato consente un risparmio di 18 miliardi da qui al 2022. Non è vero quindi che lo spread è un numeretto che riguarda solo la comunità  finanziaria”, ha sottolineato Conte, che ha aggiunto: “Abbattere il carico fiscale, ridurre il cuneo fiscale, investire in infrastrutture… Lavoriamo a una riforma fiscale per un fisco più efficiente ed equo. L’obiettivo non è aumentare il carico fiscale, ma ridurlo per assecondare la crescita fiscale”.ù

“Far ripartire la crescita richiede un duplice sforzo: contrastare la congiuntura avversa e risolvere i problemi di lungo periodo dell’economia italiana – ha evidenziato il premier -. La guerra dei dazi ci sta mettendo a dura prova, rischia di far male al nostro settore manifatturiero e agroalimentare. Faremo di tutto per limitare i danni anche all’interno dell’Ue per una prospettiva compensativa”.

 

MATTARELLA “EUROPA PIÙ COESA È PIÙ FORTE”

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Le potenzialità dell’Unione Europea in politica estera, economica e fiscale e il pericolo rappresentato dai dazi. Sono alcuni dei temi affrontati dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel corso della sua giornata milanese. Iniziata di prima mattina all’Assemblea Generale di Assolombarda, in cui non ha preso la parola ma è stato omaggiato da numerosi applausi e univoci apprezzamenti, la visita del capo dello Stato ha avuto il suo culmine nel corso del suo intervento al forum dell’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (Ispi) dedicato al “Futuro del multilateralismo”.

“Nessun Paese europeo può incidere così profondamente sulla realtà internazionale da poterne condizionare durevolmente il corso. Una risposta più credibile e concreta potrebbe invece venire dal soggetto che gli europei hanno insieme creato: l’Unione – ha detto il capo dello Stato -. Se riuscirà, quindi, a darsi maggiore coesione, non potrà che essere una potenza multilaterale in grado di far sentire, al più alto livello, una voce, frutto di una riflessione plurale, che trova radicamento in quei valori civili e politici che ne rappresentano il frutto migliore”. Secondo Mattarella l’Unione Europea deve “porre mano alle sue debolezze strutturali, soprattutto in tema di politica estera e politica economica”. A proposito della politica trumpiana dei dazi, per il presidente della Repubblica “occorre stemperare le tensioni che si addensano sui rapporti commerciali, le cui conseguenze in termini di contrasti doganali sarebbero negative per tutti”.

 

MIGRANTI, DI MAIO “DECISIONI SUI RIMPATRI IN 4 MESI”

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“Domani firmerò un nuovo decreto che porterà a quattro mesi i tempi di attesa sulle domande di asilo”. Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio nel corso della trasmissione Dritto e Rovescio su Rete4. “Sono le stesse comunità di immigrati regolari a chiedere che chi non può stare qui non ci può stare – ha aggiunto -. Per me chi può stare qui può rimanere ed essere ridistribuito negli altri paesi europei, ma chi non può non può restare in attesa due anni”. “Con questo decreto snelliamo le procedure – ha aggiunto il ministro -, sul tema immigrazione ci vuole buonsenso e rispetto delle regole. Questo decreto fa parte del programma di governo ed è stato condiviso con Conte e il ministro dell’Interno”.
Di Maio poi si è detto “preoccupato per i dazi. Noi non c’entriamo nulla perché sono stati altri paesi europei ad aiutare con aiuti di stato Airbus e adesso noi dovremo pagare questi dazi. Io credo che l’Italia debba esportare sempre più Made in Italy nel mondo e sono sicuro che con una giusta interlocuzione con Donald Trump negli Stati Uniti riusciremo a trovare una soluzione per salvare dai dazi il nostro prosciutto e il nostro Parmigiano che sono le Ferrari della gastronomia”.

RENZI “SPENDERE MENO IN SERVIZI E GIU’ TASSE”

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“La vera rivoluzione è spendere meno in beni e servizi, è rimodulare il debito, è abbassare davvero le tasse”. Lo scrive il leader di Italia Viva Matteo Renzi in una lettera al Corriere della Sera. “Noi vogliamo ritornare a crescere – dice – dopo la devastante fase negativa del governo populista. E per farlo pensiamo che la vera priorità sia sbloccare il pacchetto da 36 miliardi di euro di investimenti pubblici tenuto fermo dai lacci della burocrazia e dell’inconcludenza politica. Ma vogliamo e dobbiamo incidere anche sul piano della spesa individuando due grandi priorità sulle quali lavorare”. La seconda priorità “riguarda gli interessi sul debito”, perchè “rimodulare il nostro debito significa cogliere l’occasione dei tassi bassi per allungare la scadenza spendendo meno e mettendo in sicurezza il Paese per un paio di decenni”. “La vera rivoluzione è spendere meno in beni e servizi, è rimodulare il debito, è abbassare davvero le tasse”.