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UN DECRETO PER I RIMPATRI IN 4 MESI

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Da due anni a quattro mesi: si accorceranno di molto i tempi per i rimpatri. Lo promette il ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, che con il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ha presentato alla Farnesina il decreto interministeriale sul tema dei migranti.

“Presentiamo il primo step del nostro piano ‘Rimpatri sicuri’, è stato un lavoro di squadra, firmiamo il decreto interministeriale che ci consente di portare, per una serie di paesi, le procedure per stabilire se un migrante può stare in Italia oppure no, da circa due anni a 4 mesi – ha spiegato Di Maio -. È un meccanismo grazie al quale si velocizza il sistema dei rimpatri, prima in caso di persone che facevano richieste di asilo, con tutti i ricorsi, non potevamo rimpatriarli, adesso dall’aspettare due anni possiamo aspettare circa 4 mesi, e se l’esito è negativo queste persone non possono stare in Italia allora possiamo avviare subito il meccanismo dei rimpatri”.

I paesi ‘sicuri’ nella lista sono Algeria, Marocco, Tunisia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Capoverde, Ghana, Kosovo, Macedonia del Nord, Montenegro, Senegal, Serbia, Ucraina.

“Questo provvedimento ha importanti ricadute anche sul sistema della giustizia – ha detto Bonafede -. Noi abbiamo domande di protezione internazionale, che di fatto soprattutto in considerazione dell’aumentare di queste domande, occupano grande spazio all’interno dei nostri tribunali”.

 

MUSEI, TORNANO LE DOMENICHE GRATUITE

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Domani torna la “Domenica al Museo” l’iniziativa, introdotta nel luglio del 2014 dal Ministro per i beni e le Attività Culturali e per il Turismo, Dario Franceschini, che prevede l’ingresso, gratuito nei luoghi della cultura dello Stato, ogni prima domenica del mese.

E’ quanto si legge in una nota del Mibact, che sottolinea come “dall’estate del 2014 grazie alla domenica al museo sono state circa 15 milioni le persone che hanno visitato gratuitamente i musei e i parchi archeologici dello Stato. Un progetto molto amato dalle famiglie italiane che hanno così riscoperto e si sono riavvicinate al patrimonio culturale italiano”.

Su beniculturali.it/domenicalmuseo2019 tutte le informazioni e gli istituti coinvolti.

ALTOLÀ DI CONTE A RENZI “BASTA O È CRISI”

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“Renzi non è opposizione, gli chiedo correttezza”. Perché “è inaccettabile che uno senta il bisogno di rimarcare ogni giorno uno spazio politico” con la logica con cui lo sta facendo Renzi. “Questo ­ci precluderà la possibilità di andare avanti”. In un’intervista ad Avvenire il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, agita per la prima volta il fantasma di una nuova crisi di governo. Ma esclude in maniera netta l’ipotesi di un nuovo voto.

“Andare a votare? I cittadini ci chiedono soluzioni ai problemi. E vogliono credere in una squadra che lavora per il bene comune”. Ed al Corriere della Sera il premier sottolinea: “Come posso stare sereno? So di dover rispondere a 61 milioni di cittadini che hanno urgenza”.

Conte ragiona sulla “minaccia” Renzi ma boccia l’idea di un patto a due per disinnescarla. “Non devo fare un patto singolo con Renzi – dice ad Avvenire -. Non è nella mia cultura politica fare patti singoli. Dico: né crostate, né merendine, né caminetti. Io non sono così”.

Poi, se devo incontrare Renzi sono pronto, sottolinea in un colloquio con la Repubblica, “non ho difficoltà ad incontrare Renzi dieci, venti volte, ho già visto Zingaretti. Ma non devo fare un patto singolo con lui”, ribadisce.

“Ma il piano governativo è un’altra cosa: lì lavoro con i ministri e per le questioni più importanti con i capidelegazione – aggiunge ad Avvenire -. Parlo con loro, questo è il perimetro”.

Conte poi ragiona sul prossimo voto umbro, il primo test per il nuovo governo, per la nuova maggioranza centrosinistra-M5s. “È un voto utile come ogni verifica elettorale. È esagerato però parlare di laboratori. Il punto è che c’è un progetto politico che va costruito”.

MATTARELLA RICORDA AGENTI UCCISI A TRIESTE

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Un lungo applauso ha accolto le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di commemorazione per i due carabinieri uccisi ieri a Trieste. Il capo dello Stato ha voluto dedicare un tributo ai due militari nel corso del suo discorso alla cerimonia per l’anniversario dei 180 anni della linea ferroviaria Napoli-Portici.

“I ferrovieri – ha detto Mattarella – sono stati protagonisti della nostra vita, servitori dello Stato unitario come i due servitori dello Stato ieri assassinati a Trieste”. A questo punto le parole del Presidente sono state interrotte da un lungo applauso partito dalla platea raccolta nella piazza della stazione di Portici-Ercolano.

“Questo applauso di affetto – ha ripreso quindi il Presidente della Repubblica – di riconoscenza e dolore esprime il sentimento di tutti. Sono queste le persone che sviluppano il nostro Paese e contribuiscono alla vita della nostra società”.

RENZI “NON VOGLIO FAR CADERE IL GOVERNO”

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Italia Viva non lavora per far cadere il Governo Conte. Lo dice in una intervista alla Stampa il leader Matteo Renzi: “Siamo stati i principali sponsor”, afferma “perche’ farlo cadere?”. E ribadisce: “non siamo contro il Governo, ma contro l’aumento delle tasse”. E auspica che l’Esecutivo duri a lungo per “dare tranquillita’ ai mercati”,  “riportare lo spread sotto i 100 punti”, e “accompagnare la nuova fase europea”. 

“Il Governo lavori, non faccia polemiche”, afferma Renzi. “Suggerisco al premier di lavorare sui dossier: ieri sarebbe stato piu’ opportuno parlare di Alitalia, Trieste o servizi segreti. Non di me”. 

 

RENZI “PD ATTACCA IL MATTEO SBAGLIATO”

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 “Il governo è nato due mesi fa e non posso destabilizzarlo, sarebbe schizofrenia, io non voglio l’aumento delle tasse”. Lo ha detto Matteo Renzi, leader di Italia Viva ospite a “Mezz’ora in più” su Rai3.

“Orlando lo vedo un po’ agitato, deve conoscere almeno uno dei due posti, visto che alla Leopolda non si è mai visto, spero che almeno abbia frequentato qualche volta il Papeete. La vera motivazione della scissione? per Orlando e tanti del Pd Salvini e Renzi sono la stessa cosa, questo è il vero argomento della divisione. Se il vicesegretario vicario dice che sono sullo stesso piano il Papeete e la Leopolda…hanno fatto la guerra al Matteo sbagliato”. “Io non sono Salvini e se Orlando continua a paragonarci vuol dire che non ha capito nulla – ha aggiunto – io combatto contro Salvini e Orlando combatte contro di me, questo non lo capisco”.

 

F35, CONTE APRE ALLA RINEGOZIAZIONE

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è “d’accordo sulla rinegoziazione” degli F35. Lo affermano fonti di Palazzo Chigi.

Il senatore Gianluca Ferrara, capogruppo M5S nella Commissione Esteri di Palazzo Madama, in una nota afferma: “Leggiamo con stupore le ricostruzioni giornalistiche riguardanti la presunta conferma del programma F-35 che il presidente Conte avrebbe dato a segretario di Stato Usa Pompeo. Il Movimento 5 Stelle ha sempre criticato questo programma militare che, così com’è, ci indebiterebbe per almeno 50 miliardi di euro nei prossimi quarant’anni. Un progetto insostenibile che molti Paesi, Stati Uniti compresi, hanno già tagliato. Una rinegoziazione è doverosa anche da parte dell’Italia. Un ridimensionamento del programma di acquisto consentirebbe di liberare miliardi di euro da investire in scuole, ospedali e trasporti pubblici. I cittadini ci chiedono questo, non bombardieri strategici con capacità nucleare. Confidiamo nel fatto che il nostro presidente del Consiglio farà la scelta giusta”.

DI MAIO “BASTA RINCORRERE RENZI”

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“Il mio è un appello rivolto a tutti. Vedo membri di governo che scrivono la manovra sui giornali, ma non bisogna cadere nell’annuncite: è una sindrome leghista”. Lo afferma il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in un colloquio con il Fatto Quotidiano, in merito alle fibrillazioni degli ultimi giorni nella maggioranza di governo.

“Non voglio dare lezioni a nessuno, ma proprio perché ci sono passato dobbiamo imparare dagli errori, senza fare la gara a chi dichiara o annuncia di più. Si prenda esempio dai ministri dell’Economia Gualtieri e dell’Interno Lamorgese, che prima di dire fanno”, sottolinea il capo politico del M5S, che prosegue: “Leggo troppe interviste tra Pd e Italia Viva, gli uni contro gli altri e così si dà la percezione di una lite continua nel governo. Ma non non bisogna rincorrere uno che ha il 4%, gli fanno solo un favore. Se si andasse a elezioni, il suo partito non entrerebbe in Parlamento. Rispondendogli, non si fa che alimentare la promozione della Leopolda, cioè il suo gioco”. “Penso che sia il momento di fare un punto tra ministri e capigruppo per dare chiaramente le regole di ingaggio, perché i problemi di comunicazione potrebbero diventare politici”, dice ancora Di Maio.